Pluripremiata opera di un giovane regista italiano,
"Dallo zolfo al carbone è un documentario sul fenomeno migratorio derivato dal Patto Italo-Belga del 1946, che portò all’emigrazione obbligata di migliaia di minatori e contadini siciliani diretti alle miniere di carbone del Belgio.
Un ritratto storico-sociale che Luca Vullo traccia ripercorrendo i momenti salienti che condussero milioni di giovani siciliani alla schiavitù: mancanza di lavoro, problema dell’emigrazione, sfruttamento, assenza di sicurezza sul lavoro, l’integrazione e perdita d’identità.
Temi attuali che il giovane regista ci porta a ri-vivere nel suo viaggio tra le viscere della terra, con uno sguardo rivolto al passato, quando gli italiani venduti dal proprio Paese per un sacco di carbone, diventarono demoni neri prigionieri nell’inferno delle miniere, dove il buio è sempre più pesante e il silenzio assorda i pensieri."
Tratto dal sito del documentario
10 novembre 2010
"Dallo zolfo al carbone", un documentario di L. Vullo
"A proposito di eternit" a Civitavecchia
Nota di G. Pedrini - Fiamma. Riceviamo e pubblichiamo
"Sulla stampa locale di questi ultimi giorni ho letto una notizia che mi ha fatto allargare il cuore per la contentezza di scoprire che esistono ancora pubblici amministratori con il senso della responsabilità e del rispetto dei cittadini : il Comune di Ladispoli ha iniziato la bonifica dell’amianto presso le scuole della città
Sindaco solo per questo i genitori dei ragazzi dovrebbero tenerti in carica per 100 anni ancora e dedicarti una targa presso ogni edificio scolastico v cittadino!
Vorrei che sul tuo esempio anche il Comune di Civitavecchia si decidesse ad iniziare una seria politica di controllo e bonifica di tutti gli edifici scolastici cittadini e non solo ma che procedesse all’individuazione ed al censimento di tutto l’amianto abbandonato nel comprensorio ed iniziasse una catalogazione del materiale secondo il grado di pericolosità , in relazione allo stato di conservazione dello stesso , per pianificare , in funzione di opportuni indici di pericolosità , la priorità degli interventi di bonifica: altro che articoli 90 , punteruoli rossi , rotatorie ed inquinamento da elettrosmog ….per carità tutte cose utili ma che non mi sembrano ordinate secondo un piano organico di priorità .Ed a proposito di ambiente preferisco sorvolare , per mera pietà , su tutti coloro che dopo aver votato per la conversione a carbone della centrale di TVN oggi si ergono a “paladini” dell’ambiente esibendosi in atteggiamenti “giustizialisti” nei riguardi degli altri ma mai di sé stessi , promuovendo un immagine di sé che solo loro riescono ancora a ritenere “fulgida” e “decorosa”….qualcuno di costoro ha anche un sito su internet in cui propaganda sé stesso quale “paladino” dell’ambiente(sic!).
Il vero problema di oggi é l’attuazione di concrete e serie misure necessarie a garantire ai cittadini una qualità della vita adeguata agli standard di un Paese civile , un Paese in cui gli amministratori della cosa pubblica abbiano il pudore di andarsene da soli a casa quando hanno perso la faccia e la credibilità dinanzi ai contribuenti.
Se i cittadini non avessero segnalato la presenza dell’amianto nel fabbricato demolito in via Terme di Traiano tutto sarebbe finito a “tarallucci e vino” e qualche assessore avrebbe continuato a sfoggiare la sua immagine di uomo “perbene” dedito al solo benessere della collettività ….a proposito qualcuno dice di aver visto giorni addietro un certo “giovin assessore” che si aggirava furtivo e pensieroso sul terreno della citata demolizione…..perché ?
Forse era alla ricerca del suo Ufo perduto?
O forse si chiedeva come mai la potente palla di vetro a funzionamento telematico non avesse segnalato per tempo il verificarsi della “grana” dell’eternit?
Infine che dire ,in tale panorama da “saccheggio” , al popolo di Civitavecchia se non quanto espresso in tema di “potenti” e di “poveracci” dal Marchese del Grillo: “…perché io so’ io …e voi non sete un c...!”..e , quindi ,popolo respira a pieni polmoni un po’ d’amianto e mangia un bel fritto di pesce al mercurio perché a chi ti governa non gliene importa nulla!
Il Segretario Federale
Gabriele Pedrini
7 novembre 2010
Immagini dalla manifestazione contro il carbone a Saline Joniche (RC)
Un resoconto da TeleReggioCalabria
Un migliaio di persone hanno partecipato stamani, a Saline Ioniche, alla manifestazione indetta da associazioni, comitati e movimenti contro la realizzazione della centrale a carbone nell'area dell'ex impianto della Liquichimica. Nella palestra comunale si è svolto un confronto cui hanno partecipato vari rappresentanti, anche istituzionali. Oltre 630 sono state le firme di adesione al Comitato contro la centrale a carbone e mille magliette, con la scritta "No al carbone", realizzate dagli studenti di Melito Porto Salvo, sono state distribuite ai partecipanti. Tante le bandiere e gli striscioni, con slogan gridati in piazza prima dell'inizio del confronto. Numerosi i rappresentanti del mondo associativo presenti al dibattito, rappresentanti di partiti, consiglieri regionali e amministratori locali di tutti gli schieramenti. Al tavolo della presidenza i rappresentanti del Comitato contro la centrale, Mimmo Romeo, Lillo Barbaro e Nuccio Barillà, che è anche componente della direzione nazionale di Legambiente. In sala anche molti sindaci del comprensorio ionico ed alcuni rappresentanti dei Comitati del no alla riconversione della Centrale Enel di Rossano. Tra gli interventi quello del vice presidente della Provincia di Reggio Calabria Gesualdo Costantino che ha ribadito il no già da tempo espresso dall'Ente e illustrato le proposte alternative, come quella della realizzazione di un "parco acquatico naturalistico, che il Governo non ha nemmeno preso in considerazione". "La risposta dei cittadini a questa manifestazione spontanea - ha sostenuto Barillà concludendo i lavori - è un fatto significativo e benaugurante. Una spruzzata di energia pulita lanciata contro l'insano disegno di realizzare nel territorio di Saline una di quelle centrali a carbone bandite da tutte le convenzioni del pianeta: da Kyoto a Copenaghen e da tutte le nazioni del mondo. Dal pronunciamento corale dei cittadini è emerso come la lotta non è soltanto per il 'no', ma rappresenta la richiesta di avere investimenti non inquinanti e di qualità per quest'area, a cominciare dal recupero e dalla riconversione del porto, assieme a tanti altri investimenti innovativi. Questo il messaggio che da Saline abbiamo fatto partire nei confronti delle autorità regionali e nazionali". Domani, intanto, il centro di Saline Ioniche sarà una delle "100 piazze d'Italia per il clima". Nel corso della mattinata partirà una petizione a Parlamento e Governo contro il nucleare ed il carbone ed a favore della diffusione delle energie rinnovabili.
5 novembre 2010
Civitavecchia, la commissione Ambiente vota mozione contro incenerimento al Centro chimico/militare
Da BigNotizie.it
"...la commissione Ambiente ieri mattina ha approvata all'unanimità, la mozione volta ad impedire qualsiasi forma di incenerimento all'interno del Centro Chimico. "L'esigenza di approvare questo documento – spiega Riccardo Sbrozzi - è nata qualche mese fa, quando in città è circolata la notizia di una possibile realizzazione di un inceneritore finalizzato allo smaltimento di armi. Non posso che esprimere soddisfazione per l'esito del voto – ha aggiunto il Presidente Sbrozzi – ora la mozione sarà presentata al primo consiglio comunale utile, così da ottenere anche il disco verde dell'assise, in cui, mi auguro, si ripeterà lo stesso orientamento che si è verificato in commissione".
Entro il 2020 un chilowattora solare costerà 12,6 centesimi di euro, da fonti fossili 15,6
Da LaStampa.it
Entro 5 anni in Germania il costo dell'energia solare da fotovoltaico dovrebbe diventare più basso di quello dell'energia prodotta dalle nuove centrali a carbone o a gas. Lo afferma uno studio della società AT Kearney riportato dall'agenzia Bloomberg. Secondo i numeri del rapporto, entro il 2020 un chilowattora prodotto con il solare costerà 12,6 centesimi di euro, mentre quelli prodotti da fonti fossili toccheranno i 15,6 centesimi. Attualmente il prezzo di un chilowattora fotovoltaico è di 23,9 centesimi, ma il trend è di una forte riduzione dovuta all'espansione del settore. Una delle conclusioni dello studio è che è sbagliato confrontare il prezzo dell'elettricità prodotta da nuove centrali solari con quello dell'energia prodotta da centrali a combustibili fossili già esistenti, mentre un paragone più realistico può essere fatto solo con nuove installazioni.
De Paolis (SEL) sulla megadiscarica che Alemanno e Polverini vorrebbero regalarci
Da TrcGiornale.it "Rifiuti, De Paolis (SEL): "Appoggio incondizionato al sindaco di Allumiere"
Il progetto scellerato del sindaco Alemanno di portare in casa d'altri i propri rifiuti non è purtroppo tramontato e questo lo sapevamo già, nonostante la presa di posizione della Presidente della Regione Lazio, che ha opportunamente ricordato che ognuno si deve gestire i propri rifiuti nell'ambito del proprio Ato di appartenenza. E' troppo appetibile l'idea che in un colpo solo ci si possa sbarazzare della mondezza e contemporaneamente fare affari d'oro bruciandola nella centrale di Torre Valdaliga Nord, che sembra già lì pronta allo scopo. E non è nemmeno il caso di stare troppo ad indignarsi per la totale insensibilità di Alemanno e dei suoi cattivi consiglieri rispetto alla contrarietà pressoché generale della popolazione, non ne varrebbe la pena, il raggiungimento del 'pubblico' tornaconto sommato al miraggio di possibili affari è prioritario su tutto il resto, anche su ragioni sacrosante. Cosa vuoi che valgano le proteste di pochi allumieraschi di fronte ai 'supremi comuni interessi'? Sapevamo anche questo, quindi non siamo affatto sorpresi". A dichiararlo in una nota è Gino De Paolis, capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà in Provincia di Roma.
"D'altra parte la mozione di netta contrarietà all'ipotesi della discarica ad Allumiere – continua - l'abbiamo proposta e fatta approvare dal Consiglio provinciale già ad aprile 2009, appena la notizia è trapelata, questo perché certi tentativi a nostro parere vanno stroncati sul nascere. Ma sapevamo anche non sarebbe stato sufficiente e infatti più volte abbiamo sollecitato la nascita di un comitato di resistenza di tutti i Comuni del territorio, perché non si pensi che il progetto possa riguardare i soli cittadini di Allumiere, la discarica nascerebbe proprio ai confini del Comune di Civitavecchia, e quindi coinvolge tutta la popolazione dell'alto Lazio".
"Semmai la vera novità sta nel fatto che Alemanno ancora insista su questa ipotesi, nonostante da tutte le parti si levino voci contrarie. Comprendiamo pertanto il sindaco Battilocchio quando evoca Terzigno, perchè tanta reiterata arroganza meriterebbe questo tipo di risposte. Tuttavia, vogliamo far sapere al sindaco Alemanno che qualunque sarà il suo pronunciamento definitivo per quanto ci riguarda la discarica ad Allumiere non si farà mai. E su questo esprimiamo ancora una volta appoggio incondizionato al sindaco di Allumiere", conclude.
Sabato 6 novembre manifestazione contro il progetto di centrale a carbone a Saline Joniche
Da 'NtaCalabria.it
Sabato 6 novembre alle ore 10, a Saline Joniche, in provincia di Montebello Jonico, tutti i cittadini, le associazioni, i sindaci e i rappresentanti delle istituzioni manifesteranno contro la costruzione della centrale a carbone che si dovrebbe costruire nell’area dove ora insiste la ex Liquichimica.
Si tratta di una protesta molto forte volta far sentire la propria voce a chi da Roma decide senza sentire il popolo e soprattutto andando contro legge dal momento che il piano energetico Regionale vieta l’uso del carbone quale combustibile.
I cittadini per questo scenderanno in piazza per dire NO, un NO alle ingiustizie e alla violenza della volontà cittadina e di chi vive il territorio.
L’appuntamento é previsto presso l’area antistante la palestra sita al bivio nord di Saline Joniche.
A tal proposito il nostro sito www.ntacalabria.it ha indetto da tempo un sondaggio per spingere i lettori a dire la propria sul progetto della Sei"
Vedi anche l'articolo che Terra dedica a questa mobilitazione
4 novembre 2010
"Cento piazze per il clima", festa delle energie pulite il 6 e 7 Novembre
riduzione dei gas a effetto serra che vincolano gli stati membri a ridurre, entro il 2020, le emissioni climalteranti del 20% realizzando, entro la stessa scadenza, un aumento sempre del 20% sia dell’efficienza energetica sia dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili.
Le mancate risposte del Governo italiano nascondono una diversa strategia: affidare la riduzione delle emissioni climlteranti e la diversificazione dal petrolio all’avventura nucleare, cioè a una fonte non rinnovabile, che non ha risolto i problemi delle scorie radioattive e della sicurezza, che diminuirebbe le emissioni solo per una quota modesta della produzione di elettricità, e solo dopo il completamento delle centrali, ben oltre il 2020, data entro la quale gli altri paesi Europei avranno già ridotto le loro emissioni del 20% ed oltre.
Inoltre, l’attuale impianto normativo italiano non consente all’Italia di realizzare gli obiettivi assegnati dal pacchetto clima Ue, né sono state presentate proposte di recepimento della direttiva europea sulle fonti rinnovabili.
Con la proposta di legge di iniziativa popolare il Comitato vuole contribuire a colmare questo deficit e offrire un quadro normativo adeguato e in grado di recepire la direttiva.
Il 6 e 7 novembre in tutta Italia ci sarà 100 Piazze per il Clima - Festa delle energie pulite. E’ una mobilitazione promossa da numerose organizzazioni e coordinamenti, tra cui la vasta Coalizione in marcia per il clima, fatta coincidere simbolicamente con il ventitreesimo anniversario della vittoria referendaria contro il nucleare, e organizzata per ribadire l’importanza della diffusione delle fonti rinnovabili, contro il nucleare e il carbone. Le piazze dell'iniziativa
Grazie a centinaia di appuntamenti in tutta Italia, organizziamo per le giornate di 6 e 7 novembre una raccolta straordinaria delle firme a sostegno del progetto di legge d’iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”, promossa da un Comitato composto da molte organizzazioni (www.oltreilnucleare.it). Le firme (centomila), che abbiamo cominciato a raccogliere da fine giugno scorso, saranno consegnate in Parlamento prima delle festività natalizie. E' possibile firmare per la legge in tutti i circoli e le sedi regionali di Legambiente
CGIL Calabria contro l'ipotesi di carbone a Saline Joniche
(AGI) - Catanzaro, 4 nov. - La Cgil della Calabria e la Camera del lavoro di Reggio Calabria “saranno protagoniste, insieme a tanti altri soggetti sociali, dei movimenti, delle istituzioni locali, Sabato 6 Novembre 2010, nel dire NO al tentativo di costruzione di una centrale a carbone a Saline Jonico, proposta da una societa’ svizzera”. Lo si legge in una nota. “Quella prospettata, se si realizzasse, sarebbe l’ennesima speculazione verso un territorio gia’ fortemente martoriato, avvelenato e piegato nelle sue prospettive di sviluppo. La favorevole valutazione di impatto ambientale - scrive la Cgil - espressa dal Ministero dell’Ambiente, al progetto, e’ una posizione assurda assunta con assoluta protervia senza tenere conto dei pronunciamenti contrari che in questi mesi si sono manifestati, a partire dal nostro. La nostra organizzazione ha da tempo avviato un ragionamento teso alla riqualificazione del territorio, al restauro ed al rilancio di aree, come quelle di Saline, da troppo tempo diventate emblemi di un fallimentare progetto di sviluppo industriale. Avere individuato la Calabria come “sito adatto” all’allocazione di centrali a carbone, e’ solo l’ennesimo segno di un becero neocolonialismo al quale con grande determinazione ci opporremo. Alla Giunta Regionale - si legge ancora - chiediamo immediatamente di ripronunciarsi contro tali ipotesi e di avviare un confronto con le parti sociali e le istituzioni locali per un nuovo piano energetico regionale teso ad un diverso modello di “sovranita energetica” strettamente legato alla salvaguardia ambientale ed alla valorizzazione delle energie rinnovabili”. (AGI) Adv
Allontanato per ora il carbone da Rossano calabro, "A volte si vince!"
Da difendiamolacalabria.it due commenti a caldo:
"Non sappiamo per quanto, ma le continue denunce, le inchieste, le iniziative di sensibilizzazione, le reti territoriali ed i coordinamenti nazionali, la controinfomazione continua che ha scoperchiato sistematicamente le menzogne di enel, le conseguenti pressioni che direttamente ed indirettamente sono passate tra gli uffici degli apparati sindacali, quelli manageriali dell’Enel e quelli burocratizzati del Ministero, hanno vinto.
Niente VIA positivo per il carbone a Rossano. Non v’è nessuna motivazione per ritenere differente il progetto attuale da quello del 2005. Disastro era, disastro è, ma disastro che non si fa.
Un grazie a tutti quelli che ci hanno dato una mano. La lotta non finisce. Venerdì il No Carbone si sposta a Saline. Un abbraccio.
Flavio, orgogliosamente RDT Franco Nisticò e Coordinamento Nazionale No Carbone.
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COSA INSEGNA LA BATTAGLIA DI ROSSANO SUL CARBONE
LA conclusione positiva della vicenda Enel di Rossano va letta bene ed analizzata in maniera non superficiale: bisogna riflettere su: quali erano le forze in campo; cosa chiedeva l’Enel; quale è la strategia messa in campo dal comitato locale; come si è mossa la società locale, come si è mossa la politica locale. Qual è il significato da attribuire alla conclusione della vicenda.
1)L’Enel ha messo in campo un progetto che si proponeva di utilizzare la Calabria come “colonia” per i suoi interessi. Un progetto completamente avulso dalle necessità regionali e locali. ( in più d’una occasione sono stati espressi dubbi su chi fossero i reali sponsor politici dell’operazione, che per varie ragioni, non sono mai sembrate un interesse strategico dell’Enel, mentre appariva più comprensibile un interesse di quei politici che hanno stretto legami con le zone di produzione internazionale del carbone)
2)Gli interessi favorevoli all’Enel erano sostanzialmente extraregionali, localmente solo qualche appiglio di tipo clientelare o opportunistico politico poteva costituire eccezione( com’è apparso chiaro anche dalla assai contraddittoria presa di posizione di Confindustria di Cosenza).
3)L’opposizione ha cercato di riunire un fronte vasto senza nessuna distinzione politica. Un buon gruppo di imprenditori turistici e commerciali danneggiati dalla riconversione si è messo in prima fila. Tutte le forze politiche sono state chiamate. Il metodo di lavoro del comitato è stato corretto e rispettoso delle differenze , puntando sempre a cercare i motivi di unità, piuttosto che quelli di divisione.( nel comitato, oltre ad un nutrito gruppo di imprenditori, qualche bravo tecnico,ricordo che si andava dai no global, agli ambientalisti,a forze sociali che hanno peso istituzionale nella destra e nella sinistra locale, ma non c’erano esponenti politici ).
4)Le amministrazioni comunali in primis Rossano e Corigliano, ma non bisogna dimenticare la pronunzia negativa degli oltre cinquanta comuni della zona , hanno costituito un fronte comune, trovando un baluardo insormontabile nel No fermo delle amministrazioni comunali di Rossano e Corigliano: il primo parere si è rivelato determinante sotto il profilo istituzionale e giuridico per il prosieguo dell’iter, il secondo determinante sotto il profilo logistico, perché togliere l’approdo portuale di Corigliano al progetto di trasbordo del carbone e dei residuati, significa togliere l’appoggio logistico base.
5)In entrambe le occasioni nel 2004 e nel 2010 il comitato ha prodotto un buon lavoro di documentazione tecnico-scientifica documentando anche le pronunzie negative di molte associazioni di categoria e forze politiche ed economiche. In sostanza se il ministero ha preso atto che nessuna reale modifica è stata introdotta rispetto al vecchio progetto di riconversione( è stata solo ridotta la potenza da 1300 megawatt a 850), lo si deve anche all’analisi puntuale del comitato, che si è avvalsa anche di diversi specialisti. L’argomentazione determinante sul piano politico-sociale-economico, è stata la dimostrazione della negatività dell’investimento del carbone per l’economia turistica , marittima ed in parte agricola della zona, che conta già un discreto livello ed ha buone potenzialità.( cosa che non avviene invece a Saline dove non c’è un fertile retroterra economico come nella piana di Sibari e nella costa jonica con tanti insediamenti turistici di un certo livello).
6)Gli interessi dell’Enel alla fine degli anni ’70 trovarono appiglio a Rossano( che era allora un centro storico e non aveva sviluppo costiero), con l’appoggio determinante del sindacato e della sinistra( per motivi occupazionali), per una centrale termoelettrica che venne rifiutata da Corigliano. Oggi la città di Rossano ha capito perfettamente che la riconversione a carbone non porta vantaggi economici reali e porta solo conseguenze negative. Solo una fascia ristretta di persone, la fascia del precariato operaio legato alla clientela politica( ma non il ceto medio che a Rossano determina l’opinione pubblica), si è manifestata favorevole all’ipotesi Enel, aggiungendo le maestranze Enel ed il sindacato.
7)Il fronte della contrarietà politica ha riflesso la sostanziale contrarietà sociale, unendo trasversalmente la rappresentanza politica. Il Comitato contro il carbone , per lo sviluppo sostenibile della Sibaritide( notare la denominazione) ha saputo rappresentare bene nella realtà di lotta, ma anche nel confronto istituzionale questa posizione.
QUALI OSSERVAZIONI POSSONO ESSERE TRATTE DA QUESTA ESPERIENZA?
A mio avviso la cosa può essere letta in più chiavi:
a)C’è un deficit nella pianificazione energetica nazionale che si dimostra poco attento ai territori.
b)C’è una coscienza socio-politica locale nel rifiutare operazioni coloniali,( cioè nel dire NO ad ipotesi negative) ma non c’è ancora un’ipotesi di politica economica ed energetica sostenibile alternativa, e questo alla lunga si paga, perché la Calabria soffre terribilmente.
c)C’è un grande vuoto di pianificazione che corrisponde al vuoto totale della classe politica nazionale e locale.
d)L’unità dei produttori e delle forze economiche locali, pur se deboli, insieme ai cittadini ed alla rappresentanza politica ed istituzionale paga.
e)La battaglia contro le sudditanze energetiche ed economiche coloniali si vince con una mobilitazione attiva in prima persona delle forze sociali ed economiche locali, che, se riescono ad interloquire positivamente con la politica e le istituzioni, diventano portatori d’interesse che hanno un peso nelle decisioni istituzionali.
INVITO GLI AMICI DEL FORUM AMBIENTALISTA A COMMENTARE QUESTE INDICAZIONI ANCHE IN RIFERIMENTO ALLA STRATEGIA CHE COME FORUM CI SIAMO DATI.
FABIO MENIN
Progetto megadiscarica ad Allumiere. Se la Polverini cerca lo scontro non dovrà attendere
Lo abbiamo ripetuto per anni e siamo costretti a ripeterlo ancora: la porta dell'Alto Lazio è sfondata, una mala-politicaglia ben radicata ci ha designato come fogna a cielo aperto per i business più sporchi. Finora non sono riusciti a portare i rifiuti romani dentro la centrale a carbone, ma l'idea di impiantare qui una megadiscarica per smaltire i rifiuti romani torna di frequente. Oltre al danno intollerabile resta la beffa di un modello di gestione dei rifiuti distruttivo e costoso che non si vuol modificare.
Da civonline.it: «Non abbiamo paura di protestare come a Terzigno»
"Continua a più riprese a balzare nelle pagine dei media il nome di Allumiere come più probabile sito dove verrà impiantata la nuova mega discarica della capitale e almeno un impianto di smaltimento di rifiuti. Allumiere sembra essere il sito considerato ‘‘più idoneo’’ visto che la discarica sorgerebbe in un sito militare non utilizzato (di proprietà statale), composto da cave d’argilla e, da Roma, i rifiuti viaggerebbero lungo una linea ferroviaria già esistente. Ma c’é il problema dei costi del trasporto, che andrebbero a lievitare, e la reazione della popolazione locale. Tutti questi discorsi che da troppo si ripetono, rimbalzano tra Campidoglio e Regione Lazio e non semettono di mettere in allarme le popolazioni di Allumiere e dei comuni limitrofi. «Non riusciamo a capire l’assordante silenzio del sindaco di Roma - dicono - a cui continuiamo a scrivere lettere e mail, nè risuciamo a capire come mai la governatrice del Lazio, Renata Polverini, continua a non incontrarsi con noi. Noi ribadiamo fortemente la nostra contrarietà a quest’ipotesi scellerata e visto che in questi giorni lei ha detto che attende indicazioni dal Comune di Roma le chiediamo di ascoltare invece le nostre istanze, perchè in questo territorio siamo davvero stanchi di servitù». «Non abbiamo paura di organizzare una protesta simil-Terzigno - tuona il sindaco di Allumiere, Augusto Battilocchio - oltre a noi ci sono 15 comuni della provincia pronti a riunirsi in un comitato per opporsi a questa malsana idea. Perché Roma dovrebbe portare il suo grande problema qui da noi? Noi stiamo spendendo molto nella differenziata perchè non lo fanno anche loro? Finora abbiamo prodotto una serie di documenti e lettere inviati, tra gli altri, alla Regione Lazio e alla Provincia di Roma. Se ci dovesse essere il pericolo che si prosegua su questa scellerata ipotesi faremo i nostri passi anche in ambito della Comunità Europea, visto che siamo in una Zps e che parte del nostro territorio è Sic». Battilocchio poi ha anche spiegato che la sua giunta sta proseguendo di buona lena con la differenziata spinta: «Siamo entrati nell’ultima fase prima del porta a porta definitivo - ha concluso Battilocchio - abbiamo consegnato alle famiglie i contenitori per l’olio esausto da cucina, l’ecocalendario e un piccolo vademecum con le notizie e le spiegazioni sulla differenziata. L’8, il 12 e il 25 terremo le ultime 3 assemblee pubbliche per spiegare ai cittadini gli ultimi dettagli e poi si partirà a pieno regime. Abbiamo presentato alla Provincia di Roma un’ipotesi di candidatura per la realizzazione qui da noi di un impianto atto alal creazione di compost di qualità. Intanto continueremo a spingere in attesa di essere ricevuti dalla governatrice Polverini".