Aggiornamento: aggiunto sotto il comunicato dei Cittadini LIberi di Porto Tolle
Da Greenreport.it "Condannati i vertici di Enel per i danni provocati dalla centrale di Porto Tolle"
Gli ex amministratori delegati di Enel Spa Francesco Luigi Tatò e Paolo Scaroni, sono stati condannati dalla Terza sezione penale della Cassazione per i danni provocati dalla centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle (Rovigo), nel Parco del Delta del Po. Diciamo subito che la sentenza penale serve fondamentalmente in chiave futura considerato che i reati sono stati prescritti, mentre va avanti la causa in sede civile: la Corte d'appello civile di Venezia dovrà ora quantificare i danni.
A costituirsi parte civile erano stati enti pubblici veneti ed emiliani, il ministero dell'Ambiente e le associazioni Italia Nostra, Wwf e Legambiente. I reati imputati alla società erano di emissioni moleste, danneggiamento all'ambiente, al patrimonio pubblico e privato e la violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico. La notizia è stata accolta con grande soddisfazione da Greenpeace con l'auspicio che in qualche modo la sentenza possa pesare sul futuro della centrale.
Infatti Enel vorrebbe trasformare questo stesso impianto in una centrale a "carbone pulito" (con il via libera del ministero dello Sviluppo economico) e, a tale scopo, si è fatta anche finanziare dall'Ue un progetto per lo stoccaggio sotterraneo della CO2. Impatto sull'ambiente e incertezze tecniche rendono poco sostenibile questo progetto: tra l'altro il Delta del Po, informano da Greenpeace, è ai primi posti di ogni classifica mondiale sugli estuari a rischio, con un ritmo di abbassamento dell'ordine di 3 centimetri all'anno, a causa della subsidenza del suolo ma anche dell'innalzamento del livello del mare dovuto al cambiamento climatico.
«Spendere due miliardi e mezzo di euro per produrre dieci milioni di tonnellate di CO2 l'anno non sembra una scelta saggia. Enel - ha dichiarato Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia - dovrebbe smetterla di investire in tecnologie pericolose come carbone e nucleare e passare con decisione alle rinnovabili e all'efficienza: oltre a Greenpeace, anche la Commissione europea e vari gruppi di imprese hanno già definito scenari realistici per un'Europa 100% rinnovabile al 2050. Perché l'Italia ed ENEL- ha concluso Giannì- non dovrebbero accettare questa sfida che oltretutto genera molta più occupazione?»
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ENEL CONDANNATA PER LE EMISSIONI A POLESINE CAMERINI
12 gennaio 2011
Il comitato "cittadini liberi - Porto Tolle", esprime riconoscenza e
gratitudine a tutti coloro, in primo luogo i nostri legali avv.ti Matteo
Ceruti e Valerio Malaspina, che dal febbraio 2002 (anno di nascita
dell'associazione) hanno appoggiato sostenuto in varie forme l'azione di
denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine
Camerini, ritenuta lesiva nei confronti della popolazione residente
nella piccola frazione del Delta del Po. All'indomani del verdetto della
Suprema Corte di Cassazione avvenuto a seguito dell'udienza svoltasi in
data di ieri, manifestiamo piena soddisfazione per la positiva
conclusione del procedimento da noi intentato contro la società
energetica che dal 1980 opera nel nostro territorio e che negli anni
successivi si è resa responsabile di aver commesso gravi inadempienze
nella gestione della più grande centrale termoelettrica del paese. In
estrema sintesi la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi da noi
presentati riconoscendo una condotta penalmente punibile sia degli
amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, sia dei tecnici
Zanatta e Busatto, in qualità di direttori dell'impianto nel periodo
contestato.
Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può
già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria,
la Suprema Corte, ha annullato la sentenza della Corte d'Appello di
Venezia del 1999, nella parte in cui aveva escluso la responsabilità
penale per gli amministratori delegati, accogliendo invece quanto
stabilito dal giudice di primo grado ad Adria nel marzo 2006,
riconoscendo una responsabilità del vertice della holding in relazione
ai reati di emissioni moleste, danneggiamenti e violazione della
normativa sull'inquinamento atmosferico.
Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte
d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i
danni patiti delle parti civili rimaste.
Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell'impostazione
accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della
posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi,
che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase
processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla
centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.
E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto
dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da
semplici cittadini, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati
dagli Enti preposti a tale compito, l'importante risultato raggiunto
crea un precedente devastante per Enel, anche in considerazione
dell'annunciata riconversione a carbone, recentemente autorizzata dal
Ministero dello Sviluppo Economico, in futuro i vertici aziendali non
potranno più dire che non sapevano ciò che accadeva alla "periferia
dell'impero", negli impianti delle loro società, ma saranno chiamati a
risponderne personalmente.
Il comitato "cittadini liberi - Porto Tolle"
13 gennaio 2011
Porto Tolle: condannati in via definitiva vertici enel
"La nuova storiella", di Claudio Vela
Dal Claudio Vela già autore di un piccolo simpatico componimento sul tema del carbone, pubblichiamo "La nuova storiella".
Come faccio a spiegare alla dolce mia Nonnina,
che mangiare l'insalata con amore coltivata,non è cosa genuina,
non capisce poverina,che nell'aria c'è qualcosa.
che si posa sulla terra,e la rende assai dannosa.
...Mi ripete con passione,è verdura del mio orto,
non c'è storia non c'è cosa,qui nessuno c'è mai morto.
Ieri e Oggi come vedi sò due cose differenti,
tanti anni son passati e sò cambiati i tempi,
respirare e mangiare è cosa faticosa,
hann cambiato la centrale ed è assai pericolosa,
il mercurio,il nickel,l'arsenico e il berillio,
il piombo e il polonio e non sò più come dirlo,
sò elementi radioattivi che ce fanno assai del male,
che s'incastrano nel corpo e non è cosa naturale,
se nascondono per anni per poi venire fuori,
ma quando ci svegliamo ormai sò dolori.
Perciò mia Nonnina, ora pianta solo fiori,
prega poi la Madonnina che non c'escano i tumori..
Questo è l'Oggi ,e poi chissa il Domani,
sogno un mondo assai migliore,
che finisca in buone mani
o in quelle del Signore,
o di persone che vedono, con l'occhio assai lontano,
e non persone ceche con i soldi nella mano...
E ci sentiamo di ripetere, come una Eco, questi ultimi due versi: "...o di persone che vedono, con l'occhio assai lontano, e non persone ceche con i soldi nella mano..."
I sonetti di Giancarlo Peris. " Papere e ciminiere" (a Vittorio Petrelli)
Civitavecchia. Alessio De Sio (ex sindaco), Enzo Berardozzi, Anita Cecchi, Manrico Coleine (osservatorio ambientale), Mauro Cosimi, Sandro De Paolis, Luigi di Marco, Simone Giganti, Franco Grassi, Claudio La Camera, Flavio Maliani, Graziano Marsili, Roberto Passerini, Vittorio Petrelli, Mauro Ranieri, Leonardo Roscioni, Renato Solinas, Dimitri Vitali, Enzo Zappacosta. Questi i benefattori che votarono sì al carbone. Molti di loro occupano tuttora scranni nel Consiglio comunale.
A uno di loro è dedicato il sonetto di oggi, a quel Vittorio Petrelli che non rinnega ancora, se interrogato in merito, la scelta di voto pro carbone. Buona lettura.
Papere e ciminiere 10 gennaio 2002
Petrelli che pe’ i tir, su li lenzoli,
Ce metti papere de Lega Ambiente,
E s’auspichi carbone su ‘sti moli
La ciminiera, simbolo dell’Ente,
Che intendi puli’ l’aria dar benzene
Pe’ faccela poi pregna de carbone,
Che voi leva’ via Isonzo da le pene
Pe’ intossica’ da Frasca a Marangone,
Che voi da’ sovvenzioni a l’ospedale
Di modo che chi poi se pia er tumore
Per fumo che je manna la centrale
Andrà dar padre eterno co’ più amore,
Lo disse già Aristotele e adè vero:
Nun poi esse ar contempo e bianco e nero.
12 gennaio 2011
11_1_11 palindromi velenosi a TVN
Grazie al monitoraggio dei cittadini che vegliano sul territorio e condividono i loro scatti!
Tranquilli è solo vapore®
11 gennaio 2011
Civitavecchia, torna il pericolo inceneritore al centro chimico-militare Nbc
Da BigNotizie.it
Si fanno sempre più insistenti le voci su un accordo tra il sindaco di Roma, Alemanno, e il Ministro della Difesa (proprietario dei terreni del centro chimico militare Nbc a Santa Lucia), La Russa per realizzare un inceneritore nell'area militare tra Civitavecchia ed Allumiere. Gino De Paoli (Sel): "L'avevamo detto da tempo". Il deputato del Pd Pietro Tidei ha presentato una interrogazione urgente al ministro. Sulla discarica il sindaco di Ladispoli Paliotta: "Se la facciano a Roma"
Puntare sul carbone è scommettere su un cavallo bolso
Intervista a Vanni Destro da RovigoOggi.it
"Secondo Vanni Destro, esponente del movimento 5 stelle rodigino, la firma del ministro Romani sul decreto autorizzativo di Polesine Camerini, è stata un atto dovuto che sarebbe arrivato anche prima se Scajola non avessero lasciato vacante il posto di Ministro dello Sviluppo Economico per oltre sei mesi.
Ben più pesante e, forse, meno scontato è stato il placet dato dal Ministero dell'Ambiente Prestigiacomo.
Ora, comunque, l'iter è concluso e l' Enel ha tutte le carte in mano per avviare i lavori della riconversione partendo dalla demolizione della vecchia centrale a olio.
Quella è un bel po' che comunque è in atto, se si considera che, più che in "riserva energetica", la centrale di Polesine Camerini, è una sorta di magazzino ricambi dal quale si prelevano pezzi per altre centrali in funzione.
Sempre secondo Vanni Destro tornando ai lavori che Enel dovrebbe avviare sorgono dubbi legittimi.
Nel Paese è in calo prolungato, il 6-7% rispetto ad un paio d'anni fa, la richiesta di energia elettrica e la situazione che ha portato alla riconversione a Civitavecchia, dove per altro funziona un solo gruppo, è abbastanza mutata da suggerire cautela rispetto a nuovi investimenti.
La riconversione a Civitavecchia ha, oltretutto, fatto emergere una serie di problematiche legate al mancato rispetto di norme previste in sede di progetto, come, ad esempio, il trasporto del carbone e dei residui post combustione che dovrebbero avvenire al chiuso e non all'aperto come in qualche caso pare sia avvenuto, a incidenti mortali o a casi di corruzione.
Vi sono inchieste aperte dalle Procure di Roma e Civitavecchia che, assieme ad altri, hanno coinvolto l'ex sindaco di Civitavecchia e anche l'ex direttore di quella centrale e attuale direttore a Porto Tolle Ivano Ruggeri.
Pare addirittura che non esista un piano reale del costruito che sarebbe, come spesso accade, difforme rispetto al progetto e che la divisione di ingegneria stia lavorando a testa bassa per avere tutti i disegni tecnici aggiornati.
Stando ai dati in possesso al Movimento 5 stelle sulle questioni legate agli investimenti, sembra che l'attenzione di Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, sia principalmente rivolta alla riduzione del debito che ammontava, alla fine del 2009 a circa 51 miliardi di euro, vedremo per il 2010, pena il declassamento da parte delle agenzie internazionali di rating con un più complicato accesso a eventuali finanziamenti che, nel caso di avvio concreto del programma nucleare italiano, servirebbero come il pane ad Enel.
Non da ultimo vi è il fatto se un anno fa si incassavano circa 90 euro per MWh ora se ne incassano circa 60 il che significa tirare la cinghia e rinunciare alla cosiddetta manutenzione programmata per intervenire sui guasti.
Questo significherebbe che al momento Enel non sta investendo un euro in nuovi impianti e che in questo 2011 non si prevederebbero investimenti reali, al massimo la predisposizione del cantiere a Polesine Camerini, perchè i soldi non ci sarebbero.
La conclusione logica quindi è che la riconversione rimarrebbe al palo con buona o cattiva pace di chi ha puntato troppo su un cavallo bolso.
Il Movimento 5 Stelle di Rovigo, che è comunque contrario al carbone, vive l'amarezza di constatare la miopia collettiva della classe dirigente politica e imprenditoriale che insegue un miraggio e non investe nelle reali potenzialità del territorio polesano.
Riconversione a carbone di Porto Tolle, qualche retroscena
Da QualEnergia.it "L'avallo del Governo al carbone di Enel"
"L’Italia, in barba agli impegni sulle emissioni presi con il protocollo di Kyoto e a quelli di medio periodo, continua a puntare sul carbone, sotto la pressione di Enel e del ricatto occupazionale. La querelle sulla conversione a carbone della centrale di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, arriva dopo alcuni anni al capolinea con l’autorizzazione del Ministro Paolo Romani, dopo il giudizio di compatibilità ambientale e dopo il via libera di luglio della Conferenza dei Servizi (contraria solo l’Emilia Romagna).
Già nel marzo 2010 la Regione Veneto e l’Enel avevano sottoscritto un accordo di programma per la sua riconversione a carbone che prevedeva anche una serie di finanziamenti per diversi milioni di euro per compensazioni ambientali, la costruzione di un osservatorio e il risarcimento dei disagi provenienti dalla costruzione e dal funzionamento della centrale. Qualche briciola rispetto a un progetto di conversione che richiederà da parte di Enel un investimento di circa 2 miliardi di euro e porterà ingenti profitti.
La centrale, che attualmente brucia olio combustibile, si trova all’interno del Parco Regionale Veneto del Delta del Po, un'area ad alto pregio naturalistico, che comprende alcune riserve naturali di rilievo internazionale (il sito è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è Sito di Importanza Comunitaria all’interno dell’Unione europea, nonché zona umida protetta dalla convenzione internazionale di Ramsar). Il progetto potrebbe mettere sotto scacco ambientale un’intera area visto anche che l’approvvigionamento del combustibile e lo smistamento dei materiali avverrà principalmente per mare e per le vie fluviali, utilizzando un sistema di stoccaggio e movimentazione appoggiati su una nave “storage”, ancorata al largo del delta del Po.
La centrale, una volta ultimata la riconversione, funzionerà con tre sezioni alimentate a carbone e parzialmente a biomasse per una potenza elettrica lorda nominale complessiva pari a 1.980 MW. Attualmente è costituita da quattro sezioni da 660 MW elettrici ciascuna.
Si stima che la centrale a carbone, che potrebbe essere ultimata in 6 anni, produrrà annualmente circa 10,3 milioni di tonnellate di CO2, oltre ad altri inquinanti, come ossidi di azoto e zolfo, particolati, nichel, piombo, cromo, cloro, arsenico, mercurio, ecc. Nel 2005 la centrale aveva emesso 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Insomma la messa in opera di questo grande impianto ci porterà sempre più lontani dai target climatici (Qualenergia.it, Il carbone nello stivale, un ritorno al passato).
Ai margini di questa, peraltro scontata, decisione del Ministro Romani, vanno ricordati due fatti.
Il primo riguarda la sentenza del TAR del Lazio che il 14 ottobre 2010 ha respinto il ricorso presentato da associazioni ambientaliste e di categoria di pescatori e operatori turistici. Una decisione che smentisce che la conversione a carbone della centrale, con tutte le infrastrutture necessarie a tale intervento, abbia conseguenze negative al territorio del delta e all’ambiente. Per i propugnatori del ricorso questa è una sentenza che risulterebbe impugnabile perché non risponde, sulla base di motivazioni omissive e illogiche, a quasi tutte le censure formulate.
Il secondo fatto riguarda due magistrati, il Pubblico Ministero Manuela Fasolato e il procuratore Dario Curtarello, che sono stati recentemente sottoposti a procedimento disciplinare in seguito alle indagini da loro condotte sulla centrale Enel di Porto Tolle. Già un anno fa ispettori ministeriali, guidati da Arcibaldo Miller (attualmente indagato per l’inchiesta sulla nuova P2), erano stati inviati dal Ministro della Giustizia Alfano per far luce su presunti rallentamenti all’iter della nuova centrale. I magistrati stavano indagando sui legami tra le emissioni della centrale e l’aumento dell’incidenza di malattie nei territori circostanti.
Secondo alcuni comitati di cittadini e sezioni locali di partiti politici questa ispezione, fortemente criticata, ma appoggiata dai lavoratori della centrale, nascerebbe da una richiesta pubblica di Luciano Violante del Partito Democratico, che in qualità di Presidente dell’Associazione “Italia Decide”, aveva proposto di avviare un’ispezione nella Procura di Rovigo per “capire se un’autorità giudiziaria può compiere un atto di questo genere, intimidendo sostanzialmente quelli che dovrebbero prendere la decisione”. Non è superfluo andarsi a vedere chi c’è tra i Soci fondatori di questa associazione. Già, proprio Enel SpA.
Il procedimento disciplinare ai due magistrati si basa su tre capi d’accusa che possono essere sintetizzati nell’ultimo: “l’aver impedito, mediante un’indebita ingerenza nelle attività degli apparati amministrativi, la commissione di reati, quando ancora non erano stati acquisiti sufficienti e concreti indizi della consumazione di fatti di rilievo penale, interferendo e condizionando in questo modo le attività degli organi amministrativi stessi, determinandone il rallentamento”.
Ma ci chiediamo: il vero atto intimidatorio è quello dei magistrati, come dice Violante, o piuttosto quello del Ministro della Giustizia? E’ ancora possibile in questo paese sottoporre a critica o a valutazioni tecnico-scientifiche le iniziative e gli interessi di Enel, e dell’industria in generale, senza che i rappresentati del Governo e dello Stato ne prendano sempre e incondizionatamente la difesa, il più delle volte a detrimento degli interessi dei cittadini e delle condizioni ambientali che invece dovrebbero tutelare?
Si sta scatenando in Italia un’assurda campagna denigratoria nei confronti di impianti a fonti rinnovabili che deturperebbero territori e ambiente, mentre passano troppo spesso sotto silenzio i gravissimi danni sanitari che impianti energetici e industriali causano alle popolazione e all’ambiente di vaste zone del paese, spesso in maniera irreversibile.
La forte lobby energetica italiana, a volte con l’appoggio compiacente di autorevoli personalità, prova a mistificare o a nasconde la diffusione di dati scientifici e medici su questi impianti. E quando qualcuno osa contestare queste asserzioni ne paga le conseguenze o viene tacciato di anti modernismo. Quando va bene, questa lobby ama bombardarci di spot molto green e politically correct o di spot sul nucleare ammantati di una fasulla equidistanza.
LB
10 gennaio 2011
9 gennaio 2011
"Il silenzio colpevole dei moderni carbonari"
Comunicato di G. Pedrini - Fiamma Civitavecchia-Rm nord, riceviamo e pubblichiamo
"Nel prendere atto della recrudescenza del fenomeno di “protesta” e “ contestazione” che sul WEB e sulla stampa cittadina si sta concretizzando nei riguardi dei “ fumi di variegato colore” emessi da TVN non posso fare a meno di rimarcare alcuni aspetti altamente significativi della faccenda. Il primo é costituito dal pesante , colpevole , silenzio sul problema da parte di quei politicanti che scelleratamente e consapevolmente votarono la “ conversione a carbone” di TVN . Il secondo si riferisce a coloro che , pur consapevoli del disastro ambientale in atto , hanno il barbaro coraggio di contrabbandare co me un’azione di promozione socio – economica la possibilità di “bruciare CDR “ nell’impianto di TVN . Il terzo fa riferimento allo “squallore morale” di quanti , pur avendo votato a favore della “conversione a carbone”, oggi si ergono a pseudopaladini dell’ambiente al fine di sfruttare ipocritamente il disastro da loro provocato per scopi ci auguriamo puramente “ politici”: la memoria di quei nomi fa ormai parte della Storia incancellabile della città e delle pesanti patologie che affliggono in maniera consistente i cittadini. La Sig.Polverini ha concesso sei mesi di proroga alla discarica di Malagrotta, ovvero al Sig.Cerroni come riportato recentemente dalla stampa , il cui nome , nel settore dello smaltimento dei rifiuti , é pari a quello degli Agnelli nel settore automobilistico. Gioca in questa proroga , oltre al nome del citato signore , la presenza di una srl interessata alla “lavorazione del rifiuto” prima del suo incenerimento , per la produzione di CDR , in impianti che ; parte di questo , secondo voci correnti, potrebbe essere combusto presso TVN o altro impianto da realizzare in area comprensoriale: un giro inimmaginabile di interessi economici e politici da far tremare i polsi qualora tali voci corrispondessero a realtà. Questa é la fotografia della situazione rispetto alla quale chiediamo al Sig. Direttivo del Polo Civico di spiegarci ora il suo progetto di “ bruciare una quantità pari al 5% di CDR presso TVN”ed a quanto corrisponde tale percentuale in tonnellate annue. Da parte loro i signori “ carbonari della prima ora” dovrebbero a questo punto chiarire pubblicamente perché autorizzarono uno scempio ambientale di tale portata e dovrebbero sentirsi in parte colpevoli dell’incremento in area delle patologie “ cancerogene”o “allergiche” e se qualche contribuente trascinasse in Tribunale costoro e l’ENEL per un risarcimento danni in seguito all’insorgere di un male conclamatamente connesso al “mercurio” od alla presenza di particelle di PM10 nell’aria che si respira nel comprensorio non penso che faccia male…anzi sarebbe un’azione altamente meritoria. Da ultimo chiederei a qualche “ carbonaro della prima ora” di non fare troppa ammuina” sulle emissioni della Centrale altrimenti dovremmo cercare in esse un probabile effetto secondario di natura “ psichedelica” per spiegarci come mai egli riesca a dimenticare con eccessiva “non chalance” che tali emissioni sono comunque il risultato del suo voto ed invece di preoccuparsi della “co-combustione” e del “silenzio dei responsabili” in merito al problema si preoccupasse di chiarirci , insieme agli altri, il suo silenzio tanto in merito alla “combustione del carbone” quanto ai motivi che lo spinsero a votare per essa."
Il Segretario Federale Fiamma Tricolore
Gabriele Pedrini
7 gennaio 2011
Il "Coord. dei medici e dei farmacisti" sulle emissioni di TVN
Comunicato stampa (le evidenziazioni in grassetto sono nostre, NdR)
"Nei giorni scorsi è ricomparsa sopra la città quella che gli organi di informazione hanno definito una “nube densa”. La cosa è passata come al solito nel silenzio più assordante delle Istituzioni di garanzia e di controllo: non una sola parola da parte della AUSL, dell’Arpa, del Ministero dell’ambiente e del nostro Sindaco. Solo il Presidente dell’Osservatorio ambientale dott. Coleine ha accennato un timido sussulto di orgoglio chiedendo all’Enel “spiegazioni sulle anomale emissioni di una densa coltre di fumo” e ricevendo dall’Ente elettrico una lapidaria risposta: “si è trattato di normale condensa di vapore acqueo”.
Ma non dovrebbe essere l’Osservatorio ambientale a dirci cosa respiriamo? Invece assistiamo attoniti al fatto che, come al solito, sono gli inquinatori a darci le risposte sulla qualità dell’aria. Tutto prevedibile e scontato, è un copione che si ripete da anni. Cosa dovrebbe rispondere l’Enel se nel proprio sito internet dichiarava già nel lontano 2003: “le ricadute al suolo delle emissioni saranno nulle” e ancora: “dalle ciminiere di TVN non uscirà fumo” senza che nessuna Istituzione pubblica mettesse in risalto l’assurdità di tali affermazioni? Noi ricordiamo un analogo fenomeno verificatosi il 18 gennaio 2008 con l’emissione da parte di TVS di una “misteriosa cappa di fumo sopra la città” ed allora puntualmente fu l’Ing. Prelati, referente della Tirreno Power, a rassicurare i cittadini che si trattava solo di “vapore”. Come al solito l’oste giura di “darci da bere del buon vino”! Eppure, allora come oggi, quei “vapori” presentavano il colore giallognolo tipico di ben altre emissioni che l’esperienza del passato ci ha insegnato a distinguere.
L’inquietante scenario del dissesto ambientale e sanitario che grava sul nostro comprensorio dovrebbe far rabbrividire le Istituzioni pubbliche che invece appaiono asservite e prone ai poteri economici forti e alle lobbies politico-plutocratiche che ruotano attorno al Ministero delle attività produttive.
Noi come sempre stiamo dalla parte dei perdenti, dei malati, dei bambini, dei vecchi e di tutta la povera gente che non ha voce in capitolo e che vede sacrificato sull’altare dell’interesse nazionale il proprio diritto alla difesa dell’ambiente e della salute. Siamo delusi e amareggiati ma non sconfitti. L’Enel è bene che lo sappia. Non possiamo e non vogliamo abbandonare le armi del confronto democratico e della legittima difesa dopo tanti anni di lotte a salvaguardia della dignità di uomini liberi e del futuro dei nostri figli. Siamo certi che la Procura della Repubblica continuerà a vigilare sulla corretta applicazione delle norme, dei vincoli e delle prescrizioni contenuti nel Decreto Marzano del dicembre 2004.
Civitavecchia; 07/01/2011
Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti.
Sulle recenti emissioni di Torrevaldaliga Nord
Interviene il fantoccio, zitti tutti. Per chi volesse sapere chi è il dott. Manrico Coleine, si veda qui
da IlFaroonline
"In merito alle anomale emissioni di una densa coltre di fumo nero verificatesi nel periodo compreso tra gli ultimi giorni del 2010 ed i primi giorni del 2011 dal camino della centrale di Torrevaldaliga Nord”.
Così Manrico Coleine, presidente del Consorzio per la Gestione dell'Osservatorio Ambientale, in una lettera all'Enel.
“Considerato che l'elaborazione dei dati registrati dalla Rete di Rilevamento della Qualità dell'Aria nel periodo compreso tra il ventotto dicembre e il primo gennaio ha evidenziato valori di Pm10 insolitamente vicini al limite di legge nelle stazioni di Tolfa ed Allumiere, con due superamenti nella stazione di Tolfa il ventinove e il primo, a fronte dei quattro superamenti totali fino a quel momento registrati su tutta la Rete”.
“Richiedo - prosegue Coleine - spiegazioni esaurienti in merito alle cause dei suddetti eventi emissivi, facendo proprie le perplessità ed il diritto all'informazione dei cittadini. In tal senso, augurandosi comunque che tali circostanze non debbano ripetersi, si ritiene opportuno per il futuro che, nell'eventualità in cui simili fenomeni fossero causati da contingenze prevedibili (climatiche, tecniche, ecc.), se ne rendesse conto per tempo a codesto ente oltre che alla cittadinanza tutta per evitare allarmismi e permettere l'eventuale adozione di misure idonee di tutela della salute pubblica”.
6 gennaio 2011
Befana fatti sotto
Cara Befana,
noi il carbone ce lo abbiamo avuto tutto l'anno, anche se fossimo stati cattivi dovresti stupirci con effetti speciali, stavolta.
Ecco la vignetta dell'epifania, proveniente da Facebook:
e l'immancabile componimento in dialetto (non conosciamo gli autori):
La centrale vien di notte
co le filtre tutte rotte
co quer vento de maestrale
viva viva la centrale!!
Co la scopa de saggina
viva viva la tossina!!!
Cor cannone bianco e rosso
butta fumo a più non posso!!!
La Centrale zitta zitta
quando viè la notte fitta
fa un casino colossale
viva viva la Centrale!!!
.. E co' n'antro paro de' mijoni
pe' comprasse sti' cojoni,
sora Ene' già s'attrezza
pe' bruciacce la monnezza.
La centrale vien di notte
co le filtre tutte rotte
co quer vento de maestrale
viva viva la centrale!!