Da SavonaePonente
"MODA – Apprendiamo da notizie stampa (Tg3 della Liguria del 12/01/2011) che gli Enti locali genovesi (Comune, Provincia e Regione) hanno deciso la definitiva chiusura della obsoleta piccola centrale ENEL di Stato a carbone nel porto di Genova (1° gruppo nel 2012, 2° nel 2013 e 3° nel 2017).
Accogliamo con piacere questa buona notizia considerando che i genovesi non respireranno più i pericolosi miasmi della vecchia centrale in pieno centro abitato riducendo così i numerosi morti prematuri, le malattie ed i relativi costi esterni prodotti dall’inquinamento dei fumi del carbone nonché i dannosi effetti sul clima per eccesso di CO2.
Nello stesso tempo però siamo costernati ed indignati per il fatto che non si applichino gli stessi principi di salvaguardia ambientale per la popolazione del savonese (con i Comuni di Vado, Quiliano, Savona, Spotorno, Noli, Bergeggi e della Val Bormida ecc.) chiudendo i vecchi gruppi a carbone della grande centrale di Vado addirittura di proprietà privata (De Benedetti) che continuano invece vergognosamente a inquinare massivamente in pieno centro abitato pur essendo, come quelli di Genova, totalmente obsoleti e non a norma almeno dal 2005 rispetto alle norme IPPC italiane ed europee. Ricordiamo tra l’altro (vedi allegato):
• I costanti superamenti del Limite di legge dei principali inquinanti nel savonese in particolare per le polveri sottili cancerogene e cardiotossiche Pm10 e Pm 2,5 come documentato da misure satellitari di ESA (Agenzia Spaziale Europea)
• Gli studi sui licheni che dimostrano nel comprensorio di Savona, Quiliano e Vado livelli di inquinamento paragonabili ai siti più inquinati d’Italia
• Il mancato rispetto dalle normative Ue IPPC dei gruppi 3 e 4 a carbone che sono “fuorilegge” e che quindi andrebbero immediatamente chiusi perché, non utilizzando la “miglior tecnologia disponibile”, producono oggi eccessivo inquinamento e costi esterni di 140 milioni di euro/anno.
• La mancanza per la centrale Tirreno Power della obbligatoria certificazione A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) dell’Unione Europea per cui attualmente l’impianto non potrebbe funzionare.
• Il maggior livello nel 2005 di mortalità standardizzata d’Italia per tumori totali in Provincia di Savona con il continuo incremento dell’incidenza di malattie cardiache e tumorali.
Ci troviamo quindi di fronte a una Regione che usa “due pesi e due misure” come se i cittadini del Savonese e della Val Bormida fossero più resistenti di quelli di Genova alle gravissime patologie tumorali, cardiocircolatorie, degenerative sicuramente indotte dall’inquinamento da carbone. La centrale Tirreno Power di Vado nel savonese ” è la prioritaria responsabile delle emissioni di Ossidi di azoto (68,3%); PM10 (34,9%), SOx (89,7%) e di COV (37,9%). ” (vedi Piano regionale 2006 a PAG. 1072-1073 e 1074). Inoltre i vecchi gruppi a carbone 3 e 4 da soli sono responsabili dell’80% dell’inquinamento dell’intera centrale.
Addirittura oggi si parla di “potenziamento a carbone” quando è stato dimostrato scientificamente che porterebbe maggior inquinamento sul territorio, mentre Tirreno Power continua a raccontare la favola del “carbone pulito”!
Dal maggio 1988 attendiamo la completa metanizzazione e il depotenziamento di questa “centrale in città” come richiesto dall’Istituto Superiore di Sanità e a tutt’oggi dall’Ordine dei Medici della Provincia di Savona come peraltro votato all’unanimità dai Comuni di Vado, Quiliano, Savona e per ben due volte dalla Provincia di Savona.
La situazione attuale verrà ulteriormente aggravata dal progetto di combustione dei rifiui come CDR nei gruppi a carbone (vedi pag. 170 del Piano provinciale rifiuti approvato dalla Regione) con emissioni aggiuntive nei fumi delle pericolosissime diossine e metalli pesanti mentre nel savonese da più parti si invoca come “soluzione finale” l’ampliamento della discarica ECOSAVONA del Boscaccio a Vado per accogliere tutti i rifiuti della Provincia di Savona e anche di Imperia nonché la realizzazione di una inutile piattaforma Maersk a tombare la rada di Vado con aggravio dell’inquinamento atmosferico per il pesante traffico indotto e dell’ inquinamento marino per il rimescolamento dei fondali altamente inquinati.
A FRONTE QUINDI DELLA TOTALE IRRESPONSABILITÀ DEGLI ENTI PUBBLICI LOCALI NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE E DELL’AMBIENTE DEL COMPRENSORIO SAVONESE, A SALVAGUARDIA DELLA SALUTE, CHIEDIAMO IL TRASFERIMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE.
19 gennaio 2011
Chiude il carbone a Genova, e a Savona?
Carbone a Saline Joniche: dopo la bocciatura tempo di proposte alternative
Comunicato stampa del Coordinamento Associazioni Area Grecanica contro il carbone a Saline Joniche (RC)
Dopo la lunga pausa natalizia, i lavori del Coordinamento Associazioni Area Grecanica sono ripresi con una partecipata assemblea svoltasi nella giornata di ieri presso l’Ostello di Pentedattilo.
Il coordinamento, formato da circa 50 associazioni, si batte da diversi anni per dare voce a coloro che sono contrari alla costruzione di una centrale termoelettrica nell’area ex Liquichimica di Saline Joniche.
Durante l’assemblea di ieri, i delegati delle associazioni aderenti al Coordinamento, dopo aver analizzato l’evolversi della situazione riguardo all’ipotesi centrale a carbone, hanno valutato le azioni da intraprendere per promuovere uno sviluppo alternativo dell’area. Dagli interventi dei presenti, infatti, è emersa la necessità, di sostenere iniziative che diano avvio ad una seria e proficua discussione sulla crisi occupazionale che, ormai endemicamente, attanaglia l’Area Grecanica.
Il Coordinamento, quindi, nei prossimi giorni, si muoverà su questa nuova linea d’azione chiedendo incontri formali con le organizzazioni sindacali e datoriali della provincia di Reggio Calabria (già espressesi negativamente riguardo all’ipotesi carbone) con l’intento dichiarato di avviare un vero e proprio laboratorio d’idee che porti ad un’iniziativa pubblica dove trattare ampliamente e in modo partecipato i temi occupazionali dell’area.
Dopo la fase del “NO” secco e convinto al carbone, prende quindi avvio un nuovo percorso a carattere propositivo, pensato dal Coordinamento come strumento imprescindibile per attivare la cittadinanza e dare al mondo politico istituzionale un forte impulso che porti alla concretizzazione di azioni volte alla promozione di uno sviluppo sostenibile ed alternativo alla centrale SEI.
Coordinamento Associazioni Area Grecanica
18 gennaio 2011
17 gennaio 2011
16 gennaio 2011
Il Movimento Nocoke Alto Lazio prepara una nuova battaglia legale per Civitavecchia
Comunicato stampa
"I comitati di Porto Tolle vincono la loro battaglia contro ENEL: condannati in cassazione gli ex amministratori delegati per i reati di emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico provocati dalla centrale ad olio combustibile di Polesine Camerini.
Il Movimento Nocoke Alto Lazio prepara la battaglia legale per Civitavecchia.
E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da semplici cittadini che, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati dagli Enti preposti a tale compito, si erano rivolti alla magistratura; un importante risultato che crea un precedente devastante per Enel che ora si troverà a rispondere, anche qui a Civitavecchia, dei danni che saranno provocati del carbone della centrale TVN.
La Cassazione ha, infatti, confermato la condanna per i vertici della centrale Enel di Porto Tolle tra cui gli allora A.D. Paolo Scaroni (oggi Eni - lo stesso che fece approvare la centrale di Torrevaldaliga Nord) e Franco Tatò nonché gli allora Direttori dell’impianto Zanatta e Busatto, riformando l'appello. Una sentenza resa possibile dalla dovizia di particolari contenuta nelle consulenze tecniche di cui si è avvalsa la Procura da parte di esperti come l'ingegner Paolo Rabitti, tra l'altro impegnato a provare altri disastri ambientali nei procedimenti penali di Porto Marghera o dello scandalo rifiuti di Napoli e della Campania, e che entra in stretta relazione con quanto sta accadendo a Rovigo dove il ministro Alfano ha, vergognosamente, inviato gli ispettori contro i pm Manuela Fasolato e Dario Curtarello che indagano sulla riconversione della stessa centrale Enel da olio combustibile a carbone.
Ci uniamo al comitato “Cittadini Liberi di Porto Tolle” nell’esprimere riconoscenza e gratitudine ai legali avv.ti Matteo Ceruti e Valerio Malaspina che hanno appoggiato sostenuto, in varie forme, l’azione di denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine Camerini, sottolineando quanto le gravi inadempienze nella gestione della stessa fossero lesive della salute della popolazione residente nonché le gravi responsabilità dei vertici aziendali in tale contesto e che rende merito alla correttezza dell’impostazione accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dai comitati, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.
Per Civitavecchia , attualmente una delle città tra le più compromesse dalle ricadute inquinanti a causa di 50 anni di servitù energetica imposta dallo Stato e dalle Amministrazioni ammaestrate dai fondi elargiti quali compensazioni, quello di Porto Tolle è l’esempio da imitare e che, nella convinzione che si sia compiuto un atto di GIUSTIZIA SOCIALE, sentiamo il dovere di chiedere anche per il nostro territorio.
Dopo anni di vessazione il Movimento Nocoke Alto Lazio ed il comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia inizieranno, con energia rinnovata, da questa vittoria, il percorso legale utile a denunciare il massiccio inquinamento, che ha reso tristemente noto il comprensorio per le statistiche di alta mortalità di patologie tumorali.
Tirreno Power denunciata per omicidio dai cittadini di Savona
Comunicato stampa
L'Unione Cittadini e Comitati di Savona denuncia Tirreno Power per "Getto pericoloso di cose, lesioni personali ed omicidio"
Sono queste le principali accuse contenute nell'esposto/denuncia che verrà depositato presso la Procura della Repubblica di Savona alle ore 11:30 di martedì 18 gennaio 2011 con richiesta di sequestro preventivo degli impianti di Vado Ligure / Quiliano.
Quarant'anni di inquinamento ininterrotto, enormi ripercussioni sulla salute dei cittadini che si ammalano e muoiono in percentuale significativamente maggiore rispetto alla media regionale che – con la presenza di tre centrali a carbone - è già tra le più alte d’Italia.
Questo il dato di fatto che – al di là delle rassicurazioni politiche, basate su fonti e dati non sufficientemente attendibili – ha spinto un gruppo di cittadini a denunciare alla Procura di Savona la Tirreno Power – proprietaria della centrale di Vado Ligure e controllata da SORGENIA (Gruppo CIR/De Benedetti) – con l’ipotesi dei seguenti reati:
GETTO PERICOLOSO DI COSE, LESIONI PERSONALI ed OMICIDIO
e con richiesta di sequestro preventivo dei gruppi a carbone 3 e 4, ritenuti responsabili di buona parte dell’inquinamento che ricade in un raggio di 50 km ca. intorno alla centrale con un elevatissimo costo sociale in termini di danni, malattie e decessi che interessa l'intera provincia.
L’esposto, curato dall’avvocato Roberto Suffia, verrà depositato presso il Tribunale di Savona martedì 18 gennaio, alle ore 11,30. Alle ore 12 è previsto un incontro con giornalisti e TV, all’ingresso del Tribunale, durante il quale l’avvocato Suffia sarà disponibile per rispondere alle domande.
Enel condannata per le emissioni a Polesine Camerini (Porto Tolle)
Comunicato stampa
"Il comitato “cittadini liberi – Porto Tolle”, esprime riconoscenza e gratitudine a tutti coloro, in primo luogo ai nostri legali avv.ti Matteo Ceruti e Valerio Malaspina, che dal febbraio 2002 (anno di nascita dell’associazione) hanno appoggiato sostenuto in varie forme l’azione di denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine Camerini, ritenuta lesiva nei confronti della popolazione residente nella piccola frazione del Delta del Po. All’indomani del verdetto della Suprema Corte di Cassazione avvenuto a seguito dell’udienza svoltasi in data di ieri, manifestiamo piena soddisfazione per la positiva conclusione del procedimento da noi intentato contro la società energetica che dal 1980 opera nel nostro territorio e che negli anni successivi si è resa responsabile di aver commesso gravi inadempienze nella gestione della più grande centrale termoelettrica del paese. In estrema sintesi la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi da noi presentati riconoscendo una condotta penalmente punibile sia degli amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, sia dei tecnici Zanatta e Busatto, in qualità di direttori dell’impianto nel periodo contestato.
Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria, la Suprema Corte, ha annullato la sentenza della Corte d'Appello di Venezia del 1999, nella parte in cui aveva escluso la responsabilità penale per gli amministratori delegati, accogliendo invece quanto stabilito dal giudice di primo grado ad Adria nel marzo 2006, riconoscendo una responsabilità del vertice della holding in relazione ai reati di emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico.
Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i danni patiti delle parti civili rimaste.
Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell’impostazione accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.
E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da semplici cittadini, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati dagli Enti preposti a tale compito, l’importante risultato raggiunto crea un precedente devastante per Enel, anche in considerazione dell’annunciata riconversione a carbone, recentemente autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico, in futuro i vertici aziendali non potranno più dire che non sapevano ciò che accadeva alla “periferia dell’impero”, negli impianti delle loro società, ma saranno chiamati a risponderne personalmente.
Giorgio Crepaldi - comitato “cittadini liberi – Porto Tolle”
14 gennaio 2011
Civitavecchia 14/01/2011, Torrevaldaliga Nord a carbone
I cittadini non dormono e non tengono gli occhi chiusi, caro sindaco Gianni Moscherini.
Piccolo grande Mauro Mazzola
In un granello di sabbia puoi vedere l'infinito, scrisse William Blake. In un uomo piccolo come questo vedi tutto lo squallore della vicenda della riconversione a carbone di TVN. Comunicato stampa nocoke Alto Lazio- Tarquinia:
MAZZOLA CI HA TRADITI, LA STORIA DELLA NOSTRA CITTÀ E I NO COKE NON ASSOLVERANNO E NON DIMENTICHERANNO MAI LA SUA COLPA..
In questi giorni, sui giornali, sono apparse alcune delle tante dichiarazioni bugiarde di Mazzola: "sono FIERO di aver accettato il finanziamento della servitù energetica, ”se la centrale uscisse dai parametri farei qualcosa”.
Il sindaco dice di essere pronto a denunciare Enel qualora esca dai parametri, eppure Enel lo fa tutti i giorni con il suo beneplacito.
TVN è in attesa dell'AIA , l’ Autorizzazione Integrata Ambientale che prevede il ridimensionamento di tutti i livelli degli inquinanti e che non permetterebbe più ad Enel di bruciare il carbone con alto tenore di zolfo come fa ora, ma alla conferenza dei servizi c’erano solo i no coke a chiedere tutela per la salute.
Tutto il nostro sdegno e la nostra contrarietà ad accettare soldi dall'inquinatore trova conferma, oggi più che mai, nella cappa di fumo nero che la combustione del carbone ci regala ogni giorno, colorando in maniera funerea il nostro cielo.
MAURO MAZZOLA dovrebbe vergognarsi di dichiarare che il “no alle compensazioni” non lo aveva sottoscritto!
Noi cittadini ci sentiamo ancora più offesi se andiamo a rileggere quella serie di delibere approvate tutte all' unanimità dai consiglieri, allora di minoranza, CENTINI, CELLI, SCALET, RANUCCI,che lo smemorato sindaco non ricorda.
Nella delibera del consiglio n. 60 del 29 11 06: “Il consiglio vota all’unanimità la contrarietà alla politica bieca delle “compensazioni” per i danni provocati al territorio dall’uso del carbone.” e in quella del consiglio del 12 04 07: mozione a firma del consigliere Daniele Scalet: “si ribadisce che “vanno rifiutati senza tentennamenti i soldi di chi ha scelto il carbone, per dare una mano a chi vuole mettere sotto silenzio le popolazioni inquinate accattivandosele con contributi per acquistare ambulanze, allestire centri per disabili, costruire campi sportivi, ecc. Non vogliamo i finanziamenti che puzzano di carbone”.
I MEDICI CHE FANNO PARTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TARQUINIA NON SI SONO PIÙ PRONUNCIATI, COME FANNO I MEDICI DELL'ISDE, SUL PERICOLO DELLA COMBUSTIONE DEL CARBONE.
È evidente che i soldi delle compensazioni servono per tacere, a fare SILENZIO sugli effetti inquinanti dell’impianto a carbone, SILENZIO su tutte le di gravi omissioni nelle procedure di Enel , SILENZIO sulla mancata rilevazione dell' inquinamento a Tarquinia, SILENZIO sull’ aumento vertiginoso di malattie e morti per tumore, SILENZIO sui cieli sporchi, SILENZIO sul fumo nero del carbone.
Il binomio soldi-silenzio sui pericoli alla salute, fa delle convenzioni economiche una colpa omicida ed ogni malato ed ogni morto di tumore potrebbero dipendere dall’inquinamento senza controlli.
Tutela della salute?
MAURO MAZZOLA osteggia continuamente la credibilità del nuovo osservatorio ambientale dei medici (pilastri del Movimento no coke) che ne fanno parte, solo perché vorrebbe gestire l’altro osservatorio, quello FALSO, QUELLO dei sindaci a contratto INFARCITO DEL MILIONE DI EURO CHE ENEL VERSA OGNI ANNO, per controllarlo ed impedire misure contro sull’inquinamento.
I soldi del falso osservatorio,nessuno sa spiegare che fine abbiano fatto,visto che non hanno mai prodotto nulla,tantomeno dati per il controllo dell’aria.
Inoltre non è stato mai prodotto un documento serio su come siano stati spesi i soldi di ENEL a Tarquinia,(nessun consigliere comunale è mai riuscito ad averlo)e non è mai stato investito un centesimo di questi soldi per tutelare la nostra salute, visto che l’unico monitoraggio ambientale lo ha fatto IL COMITATO DEI CITTADINI LIBERI CON IL CONTRIBUTO DELLE AZIENDE E DEI CITTADINI.
Mazzola poteva e non ha istituito uno studio epidemiologico, non ha fatto screening sugli abitanti per l'arsenico e sui lavoratori a rischio, Non ha istituito un fondo per i malati di tumore che volessero analizzare il tessuto tumorale e risalire alla causa, Non ha istallato centraline di rilevamento dell’ inquinamento (quelle di ultima generazione sono mezzi mobili che possono andare ovunque...anche sotto la ciminiera!!!), Non ha tutelato per vie legali i cittadini che si dovessero ammalare, o perdere il lavoro a causa dell'inquinamento.
Le compensazioni hanno comprato il silenzio dei sindaci, ma noi, insieme a tutti i cittadini che lo vorranno, siamo decisi a non arrenderci."
2010, caldo record da 150 anni
Da Repubblica.it "2010, il più caldo in 150 anni - dalla Nasa allarme per il clima"
Nuovo record per la temperatura terrestre. Il 2010 ha superato il 2005 e il 1998 considerati (a secondo del tipo di misure eseguite) come gli anni più caldi dal 1880 ad oggi. Il dato è stato rilasciato dal Giss (Goddard Institute for Space Studies) della Nasa. La differenza rispetto al 2005 è di soli 0.01 gradi centigradi, ma nonostante ciò la Nasa è riuscita a determinare che l'anno appena trascorso è stato il più caldo dei precedenti. Dopo il 2005 e il 1998 seguono a ruota il 2002, il 2003, il 2006 e il 2007.
Stando ai dati in possesso della Nasa si può affermare che la temperatura del 2010 è risultata di 0,74°C superiore alla media ottenuta tra il 1951 e il 1980. Facendo analisi a più lungo periodo, secondo gli scienziati ora la temperatura si sta innalzando ad una velocità di circa un quinto di grado centigrado ogni 10 anni.
"Se le condizioni attuali continueranno a rimanere tali, ossia se non si diminuirà l'immissione di anidride carbonica nell'atmosfera, il 2010 conserverà per ben poco tempo il record acquisito", ha detto James Hansen del Giss. Il risultato prodotto dall'Istituto americano è quanto ottenuto dalla raccolta di dati di oltre 1.000 stazioni meteorologiche sparse per il mondo, di dati raccolti dai satelliti meteorologici, da osservazioni marine e da stazioni scientifiche poste in Antartide.
Secondo i ricercatori della Nasa la situazione emersa deve far particolarmente riflettere in quanto il 2010 è stato interessato, almeno per la seconda parte dell'anno, dalla Nina un fenomeno climatico che raffredda la superficie di una grande parte dell'Oceano Pacifico, che poi si riflette su tutto il pianeta.
"Se si epurano i dati della Nina e del Nino che l'ha preceduta si scopre che l'ultima decade si è riscaldata ad una velocità sicuramente superiore rispetto alle due decadi precedenti", ha spiegato Hansen.
Il ricercatore sottolinea come i due inverni particolarmente freddi che hanno interessato il nord del pianeta non devono quindi, lasciarci ingannare: l'aumento della temperatura terrestre prosegue senza sosta e il freddo è proprio una conseguenza di ciò. Al Polo Nord infatti, dove le temperature crescono più velocemente che in ogni altra parte del pianeta, si sono create delle situazioni meteorologiche anomale create dalla diminuzione dei ghiacci, le quali spingono verso sud venti freddi. Ma nulla più. Sul resto del pianeta le temperature non hanno mostrato diminuzioni di sorta in nessuna delle stagioni dell'anno.
(13 gennaio 2011)
13 gennaio 2011
Porto Tolle: condannati in via definitiva vertici enel
Aggiornamento: aggiunto sotto il comunicato dei Cittadini LIberi di Porto Tolle
Da Greenreport.it "Condannati i vertici di Enel per i danni provocati dalla centrale di Porto Tolle"
Gli ex amministratori delegati di Enel Spa Francesco Luigi Tatò e Paolo Scaroni, sono stati condannati dalla Terza sezione penale della Cassazione per i danni provocati dalla centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle (Rovigo), nel Parco del Delta del Po. Diciamo subito che la sentenza penale serve fondamentalmente in chiave futura considerato che i reati sono stati prescritti, mentre va avanti la causa in sede civile: la Corte d'appello civile di Venezia dovrà ora quantificare i danni.
A costituirsi parte civile erano stati enti pubblici veneti ed emiliani, il ministero dell'Ambiente e le associazioni Italia Nostra, Wwf e Legambiente. I reati imputati alla società erano di emissioni moleste, danneggiamento all'ambiente, al patrimonio pubblico e privato e la violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico. La notizia è stata accolta con grande soddisfazione da Greenpeace con l'auspicio che in qualche modo la sentenza possa pesare sul futuro della centrale.
Infatti Enel vorrebbe trasformare questo stesso impianto in una centrale a "carbone pulito" (con il via libera del ministero dello Sviluppo economico) e, a tale scopo, si è fatta anche finanziare dall'Ue un progetto per lo stoccaggio sotterraneo della CO2. Impatto sull'ambiente e incertezze tecniche rendono poco sostenibile questo progetto: tra l'altro il Delta del Po, informano da Greenpeace, è ai primi posti di ogni classifica mondiale sugli estuari a rischio, con un ritmo di abbassamento dell'ordine di 3 centimetri all'anno, a causa della subsidenza del suolo ma anche dell'innalzamento del livello del mare dovuto al cambiamento climatico.
«Spendere due miliardi e mezzo di euro per produrre dieci milioni di tonnellate di CO2 l'anno non sembra una scelta saggia. Enel - ha dichiarato Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia - dovrebbe smetterla di investire in tecnologie pericolose come carbone e nucleare e passare con decisione alle rinnovabili e all'efficienza: oltre a Greenpeace, anche la Commissione europea e vari gruppi di imprese hanno già definito scenari realistici per un'Europa 100% rinnovabile al 2050. Perché l'Italia ed ENEL- ha concluso Giannì- non dovrebbero accettare questa sfida che oltretutto genera molta più occupazione?»
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ENEL CONDANNATA PER LE EMISSIONI A POLESINE CAMERINI
12 gennaio 2011
Il comitato "cittadini liberi - Porto Tolle", esprime riconoscenza e
gratitudine a tutti coloro, in primo luogo i nostri legali avv.ti Matteo
Ceruti e Valerio Malaspina, che dal febbraio 2002 (anno di nascita
dell'associazione) hanno appoggiato sostenuto in varie forme l'azione di
denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine
Camerini, ritenuta lesiva nei confronti della popolazione residente
nella piccola frazione del Delta del Po. All'indomani del verdetto della
Suprema Corte di Cassazione avvenuto a seguito dell'udienza svoltasi in
data di ieri, manifestiamo piena soddisfazione per la positiva
conclusione del procedimento da noi intentato contro la società
energetica che dal 1980 opera nel nostro territorio e che negli anni
successivi si è resa responsabile di aver commesso gravi inadempienze
nella gestione della più grande centrale termoelettrica del paese. In
estrema sintesi la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi da noi
presentati riconoscendo una condotta penalmente punibile sia degli
amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, sia dei tecnici
Zanatta e Busatto, in qualità di direttori dell'impianto nel periodo
contestato.
Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può
già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria,
la Suprema Corte, ha annullato la sentenza della Corte d'Appello di
Venezia del 1999, nella parte in cui aveva escluso la responsabilità
penale per gli amministratori delegati, accogliendo invece quanto
stabilito dal giudice di primo grado ad Adria nel marzo 2006,
riconoscendo una responsabilità del vertice della holding in relazione
ai reati di emissioni moleste, danneggiamenti e violazione della
normativa sull'inquinamento atmosferico.
Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte
d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i
danni patiti delle parti civili rimaste.
Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell'impostazione
accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della
posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi,
che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase
processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla
centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.
E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto
dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da
semplici cittadini, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati
dagli Enti preposti a tale compito, l'importante risultato raggiunto
crea un precedente devastante per Enel, anche in considerazione
dell'annunciata riconversione a carbone, recentemente autorizzata dal
Ministero dello Sviluppo Economico, in futuro i vertici aziendali non
potranno più dire che non sapevano ciò che accadeva alla "periferia
dell'impero", negli impianti delle loro società, ma saranno chiamati a
risponderne personalmente.
Il comitato "cittadini liberi - Porto Tolle"