No al carbone Alto Lazio

25 aprile 2011

25 aprile 1945, i partigiani rompono l'occupazione nazifascista

Dal Corriere: 25 aprile, un antidoto all’indifferenza
"Non è stato solo il Terzo Reich a proclamarsi e a credersi destinato a durare mille anni, anche se è durato solo dodici, meno del mio scaldabagno. Ogni potere, soprattutto ma non solo quello totalitario, ogni civiltà, ogni sistema di valori e di costumi si vogliono e si ritengono definitivi; siamo inclini a scambiare il presente, l’assetto delle cose che ci circondano, per l’eterno, qualcosa che non può cambiare. In questo senso, siamo quasi tutti ciechi conservatori, incapaci di credere che il nostro mondo—la politica, le gerarchie sociali, gli usi, le regole — possa mutare. Se nell’ottobre del 1989 qualcuno ci avesse detto che il muro di Berlino sarebbe presto caduto, lo avremmo preso per un ingenuo sognatore. Forse chi ha il senso religioso dell’eterno è più protetto dalla supina adorazione idolatrica di quel momento di tempo in cui vive e delle momentanee ed effimere forze che in quel momento appaiono vittoriose e insostituibili.

Le cose invece cambiano, i muri cadono, ma l’idolatria del momento, che impone di essere «al passo dei tempi», permane, profondamente radicata nel cuore e nella mente. Caduto il muro di Berlino che pareva eterno e con esso tutto il sistema comunista, uno studioso si è affannato a enunciare, con una celebre frase poco intelligente, che «la storia è finita» e dunque che il mondo sorto dal crollo del comunismo era quello definitivo, destinato a durare — con il suo meccanismo politico, le sue strutture economiche, il suo stile di vita — per sempre. Semmai è vero il contrario; quel muro congelava o cercava di congelare la storia, che invece oggi è vertiginosamente instabile, imprevedibile e mutevole.

Sono soprattutto le dittature — quelle «molli» che soggiogano con strumenti economici, mediatici e culturali, e ancor più quelle «dure» che s’impongono direttamente con la forza bruta — che si presentano come l’unico sistema, l’unica realtà possibile. Le dittature invece cadono e il 25 aprile ricorda la caduta di quella fascista in Italia. C’è poco da aggiungere a quanto è stato detto tante volte sull’antifascismo e sulla Resistenza, sull’imperituro significato di quest’ultima quale liberazione nazionale, sulle sue contraddizioni, sulle sue diverse e contrastanti anime, sui suoi eroismi e sui misfatti compiuti in suo nome. Il 25 aprile simboleggia vent’anni di un’altra Italia, differente da quella del regime fascista; una resistenza che non è solo quella partigiana, ma anche quella di coloro che non si sono piegati quando un’altra Italia sembrava impossibile; di coloro che si sono opposti nettamente e clamorosamente, nella lotta clandestina, ma anche di chi, più modestamente, ha cercato di salvare il salvabile di dignità e ragionevolezza, senza eroismi ma con la capacità di non lasciarsi abbagliare dall’ «aria del tempo», di respingere la tentazione di «marciare con la Storia», di preservare quell’intelligenza critica che non si lascia sedurre dai belati del gregge, neanche quando sembrano ruggiti di leoni.

Ogni resistenza ha una componente pasquale, di resurrezione; è un risorgere dalla morte, da quella falsa vita che si spaccia per immutabile e definitiva ossia finita e dunque morta.

Anche oggi, dinanzi al dilagare di confusione, volgarità, prepotenza, corruzione, sconcezza che sommerge il Bel Paese come liquami che salgano dalle fognature, è forte la tentazione di arrendersi, di lasciarsi andare, di credere che l’andazzo disgustoso sia uno stadio ultimo, che una vera mutazione antropologica abbia creato un nuovo tipo d’uomo, un non-cittadino, e che questa specie, nella selezione darwiniana, sia fatalmente dominante. L’indifferenza che mette in soffitta la Resistenza vera e propria e l’attentato alla Costituzione, che da essa è nata e che è la spina dorsale dell’Italia civile, sono un sintomo fra i tanti di questa involuzione morale. Ma proprio quella data insegna a non scoraggiarsi; ricorda come credere che tutto sia perduto e che non si possa più reagire sia una tentazione, stupida come lo sono in genere le tentazioni. C’è un’altra Italia possibile, rispetto a quella che oggi subiamo. Non è il caso di fare inchini al mondo così com’è e come esso pretende, anche perché, se proprio si è costretti a farlo, ci si può inchinare come Bertoldo, che si piegava davanti ai potenti, ma voltandosi dall’altra parte.

Claudio Magris

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Chiarezza sulle emissioni di TVN, iniziativa di Tarquinia Democratica

"La preoccupazione per l’inquinamento ambientale ed i conseguenti rischi per la salute pubblica sono temi che sempre e comunque interessano e coinvolgono i cittadini di Tarquinia: l’ennesima prova giunge dal successo dell’iniziativa popolare promossa e coordinata nelle ultime due settimane da Tarquinia Democratica, mirata a proporre al consiglio comunale della città una deliberazione che autorizzi e deleghi il sindaco Mauro Mazzola a presentare esposto alla Procura di Civitavecchia.

L’obiettivo? Ottenere informazioni sulle omissioni relative ai report annuali dei dati delle emissioni degli inquinanti allo stato di vapore della centrale termoelettrica a carbone Tvn di Civitavecchia (e del mercurio in particolare), così come obbligatoriamente imposto dalla Valutazione d’Impatto Ambientale, ed accertare eventuali responsabilità connesse a tali mancanze.

Dati che dovevano essere disponibili già da due anni, e dei quali nessuno ha sin qui avuto notizia, nemmeno lo stesso primo cittadino, che in una lettera precedente l’avvio della petizione, sollecitato da Tarquinia Democratica, aveva rivelato all’associazione stessa di non avere a disposizione alcun report.

A sostenere e sottoscrivere l’iniziativa di Tarquinia Democratica sono stati oltre 800 cittadini residenti a Tarquinia: giovedì scorso, 21 aprile, i referenti dell’associazione hanno provveduto a protocollare 83 fogli contenenti, ciascuno, dieci firme di tarquiniesi decisi ad ottenere la necessaria trasparenza e chiarezza per la salvaguardia e il rispetto delle norme riguardanti la tutela della pubblica salute.

Dal giorno del ricevimento della documentazione – sulla base di quanto stabilito dallo statuto comunale all’articolo 39, commi 6 e 7 – il consiglio comunale è tenuto, entro quarantacinque giorni di tempo, ad adottare deliberazione formale sulla proposta, e quindi i consiglieri saranno chiamati a votare per scegliere se allinearsi o meno alla volontà di difesa della salute cittadina sancita, con le firme, dai tarquiniesi.

Una volontà dimostratasi forte, su un tema sentitissimo: in breve, infatti, i responsabili di Tarquinia Democratica hanno trovato la collaborazione spontanea di altri cittadini, incaricatisi di portare avanti la sottoscrizione: il risultato è un numero di firme ben superiore alle 200 che erano necessarie, da statuto, per presentare la proposta di deliberazione.

L’associazione, anzi, si scusa con i cittadini non raggiunti dall’iniziativa, alcuni dei quali – venuti a conoscenza della vicenda dalla stampa o da altri firmatari – hanno contattato Tarquinia Democratica e, pur non potendo sottoscrivere il documento perché già consegnato al Comune di Tarquinia – hanno tenuto a manifestare il loro apprezzamento per l’attività a difesa della salute pubblica sin qui svolta.

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VadoLigure, subdola propaganda pro-carbone ogni Santo giorno

Da Savona News
"Eran passate da poco le nove del mattino quando tendendo l'orecchio alla radio cogliamo alcuni passaggi di una "rubrica" dal nome importante: "Energia e Ambiente"...

Tocca purtroppo constatare che la propaganda di Tirreno Power sul territorio non si ferma neppure a Pasqua. Eran passate da poco le nove del mattino quando tendendo l'orecchio alla radio cogliamo alcuni passaggi di una "rubrica" dal nome importante: "Energia e Ambiente".

Bastano pochi secondi però per rendersi conto che è uno spazio "offerto" guardacaso da Tirreno Power, che non perde occasione, anche sui mezzi di divulgazione locale, di farsi propaganda senza contraddittorio.

Nell'ambito di pseudoscientifica autotessitura delle proprie lodi e virtù, l'azienda fa sapere via radio di sponsorizzare magnanimamente la croce rossa di Vado Ligure, per mezzo di due "interviste" (e visto che lo spazio è "offerto" anche la radio stessa con ogni probabilità)

Personaggi e interpreti:
- Il Sig. Pierangelo Bruno, commissario della CRI vadese che ringrazia sentitamente

- Il Sig. Rodolfo Fersini, responsabile delle relazioni industriali e del coordinamento della stessa Tirreno Power

- Lo speaker


A orecchio, la cosa scivola via. Ad un ascolto distratto pare tutto "normale", ed è questo lo scopo. Riascoltando le "interviste" le si scopre viceversa abbastanza... disgustose (l'aggettivo è giornalisticamente ponderato in questo contesto di inquinamento e morti premature)

Croce Rossa Italiana Vado - Quiliano ammette di prendere fondi da un azienda non esattamente green, e neppure per il soccorso, ma per il "servizio taxi" dei malati. Candidamente.

Segue "domanda" all'Azienda, e Fersini non si lascia sfuggire l'occasione per far presente che loro sono molto attenti "al sociale" sostenendo la croce rossa e definendola "emblema della solidarietà sociale e dell'impegno"

Si vede che secondo loro gli altri Enti di assistenza non sono abbastanza emblematici?

Purtroppo è difficile, nella trascrizione, restituire i toni melliflui della celebrante conversazione, ma crediamo che già le semplici parole, riportate testualmente, la dicano lunga. Poi ognuno si faccia la propria opinione:

"…Pierangelo Bruno, commissario croce rossa italiana Vado e Quiliano. E' una iniziativa che abbiamo rivolto a tutte le aziende di Vado e Quiliano, con lo scopo di reclutare nuovo personale volontario ovviamente. Questo in quanto abbiamo un forte incremento delle richieste di servizi e con le forze attualmente disponibili non siamo in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini. Ecco che ci rivolgiamo ai lavoratori delle aziende per lanciare questo messaggio di aiuto...

Speaker: "Avete anche necessità di sostenere a livello economico queste vostre iniziative, Tirreno vi da una mano da questo punto di vista…"

Pierangelo Bruno: "L'azienda Tirreno Power e devo dire insieme ad altre aziende per onestà di informazione, e i cittadini di questo paese, ci danno un forte aiuto economico. Senza il loro aiuto economico non saremmo in grado di continuare questa attività in quanto le entrate purtroppo non coprono sufficientemente le spese… Normalmente si intende volontario quello che sale su un ambulanza, va in un incidente, in mezzo al sangue, al freddo: NO. A noi siamo dei volontari che salgono sull'ambulanza e ci aiutano a trasportare le persone che han bisogno di andare a fare i raggi, a far delle visite le dimissioni. E' una brutta parola: servizio TAXI. Però oggi nella nostra realtà territoriale è un problema sociale grosso e fortemente sentito, e noi non riusciamo a rispondere.

Speaker: "Il responsabile delle relazioni industriali e dell'organizzazione di Tirreno Power Rodolfo Fersini ci spiega l'impegno di Tirreno Power (ripetuto due volte in due secondi, a che non sfugga il nome del benefattore, ndr) a sostegno della croce rossa"

Rodolfo Fersini (TP): "Tirreno Power come sapete ha gli impianti in questa zona, è una società che vuole stare sul sociale, vuole stare quindi sul posto non solo con gli impianti ma anche partecipando alle iniziative di associazioni come quella della croce rossa che è l'emblema della solidarietà sociale e dell'impegno…"

Speaker a ribadire: "Voi sostenete proprio croce rossa le pubbliche assistenze anche con vostri aiuti."

Rodolfo Fersini (TP): "Si noi le sosteniamo e questa è un'iniziativa che mira a far conoscere ai dipendenti di Tirreno Power le attività che fa la croce rossa italiana, e quindi noi abbiamo dato disponibilità appunto della sede e abbiamo dato modo di incontrare i nostri dipendenti qui nel locale della mensa."

Speaker: (su placida musica di fondo stile sala d'attesa) "Anche questo appuntamento con energia e territorio è giunto al termine. Ringraziamo quanti sono intervenuti questa settimana e ringraziamo tutti voi che ci avete ascoltato. Energia e territorio torna su (…) venerdì prossimo sempre alle 11 e in replica domenica mattina alle 9:15. "

Che bella "informazione". Grazie davvero. Poi ci spiegherà la croce rossa di vado come mai, nonostante i mostruosi bilanci di Croce rossa italiana, non riesce a far fronte senza i soldi della centrale al mero trasporto di malati, e perché si presti come ente a celebrare via radio le dazino di un privato in cerca di consenso.

Magari da Roma qualche risposta arriverà, dopo pasqua.

Probabilmente Croce Rossa Vado - Quiliano non aderirà all'esposto legale depositato presso la Procura della Repubblica di Savona per l'accertamento della verità sulle conseguenze di quegli "impianti" sulla salute pubblica e sulle morti premature. Peccato. Sarebbe bello che quelle ambulanze che trasportano pazienti malati, magari in chemio o radioterapia, servissero sempre meno.

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Per chi volesse approfondire:

Il Fatto Quotidiano: "Denunciano a Report gli sprechi della Croce Rossa. E l’ente li sospende "

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/22/denunciano-a-report-gli-sprechidella-croce-rossa-e-lente-li-sospende/105845/

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Sempre più conveniente il fotovoltaico

Fonte
GME dati di marzo 2011, cliccare sull'immagine per ingrandire.


Appena dimostrato, con un ottimo studio, che il fotovoltaico, in realtà, non peserà sulle tasche degli italiani e farà anzi risparmiare soldi in bolletta, SOPRATUTTO alle industrie più energivore, possiamo ora portare una prova di quanto affermato in quel recentissimo post.

Il grafico che vedete in alto (ringrazio Giuseppe per la ragionata segnalazione) si riferisce agli ultimi dati disponibili disponibili presso il GME, Gestore del Mercato Elettrico, l'equivalente della borsa, per il settore.

Molto semplicemente è la pistola fumante, la PROVA, al di la delle chiacchiere, e/o fino a prova contraria, della forza calmierante delle energie rinnovabili, rispetto ai prezzi di mercato.

Vedete che la Curva, che descrive l'andamento orario medio dei prezzi per il mese di marzo mostra che i prezzi sono mediamente aumentati rispetto all'analoga stagione del 2010. Cosa è successo? Molto semplicemente il barile è schizzato a livelli quasi record facendo da traino, come al solito anche alle altre fonti energetiche non rinnovabili, gas e carbone.

Se guardate meglio, però, potrete notare una cosa: nei momenti di massima richiesta i prezzi sono rimasti quasi invariati. Questo, da un punto di vista di un mercato che non avesse visto una crescita delle energie rinnovabili non ha senso.

E' proprio nei momenti di massima richiesta che vengono attivate le centrali di riserva, ad esempio a turbogas, per definizione poco efficienti, ma che permettono di coprire rapidamente l'aumento di richiesta.

Ci saremmo quindi attesi una oscillazione ancora maggiore, nei momenti di punta, visto il maggior costo di produzione, esacerbato dalla scarsa efficienza. Perchè questo, con tutta evidenza, non si è verificato? Perchè nell'anno appena trascorso e fino a Marzo 2011 sono stati installati ed allacciati quasi 4 GWp di impianti fotovoltaici.

Di questi quasi tre GWp, ragionevolmente, nel periodo Marzo 2010 Marzo 2011.

Sono questi tre GWp di fotovoltaico in più rispetto al 2010 che, producendo al massimo proprio nei momenti di massima richiesta, hanno di fatto annullato gli aumenti di ALMENO 10 euro/MWh che altrimenti si sarebbero verificati.

Una controprova?

I dati dei giorni festivi, nei quali, per la minore richiesta complessiva, non sono attivati gli impianti meno efficienti.

Per questi giorni l'ingresso in produzione del fotovoltaico ha da un lato una influenza percentualmente maggiore, per la minore richiesta complessiva di energia, dall'altro un effetto calmierante superiore, perchè non oscurato dall'aumento dei costi di esercizio delle centrali turbogas e simili, a bassa efficienza, di cui nei giorni festivi non vi è necessità.

Come si vede, l'effetto mitigante e talmente forte da INVERTIRE l'andamento dei prezzi, che risultano INFERIORI rispetto agli analoghi orari di punta dell'anno scorso.

Con buona pace di chi, nei qualificati commenti del precedente post,cercava di dimostrare il contrario, non solo avevamo ragione ma avevamo anche valutato correttamente il valore di questo effetto di mitigazione svolto dalla messa in produzione degli impianti fotovoltiaci sui costi dell'energia elettrica.

Credo, mi scuserete l'immodestia, che la serie di post e di studi che noi di ASPO abbiamo prodotto nell'ultimo mese su questo tema sia uno dei maggiori contributi dati per la comprensione dell'importanza delle energie rinnovabili ed in particolare del fotovoltaico nel nostro paese, anche nella sempre ribattuta ottica economica e strategica.

Giova qui ricordare, a mò di pietra tombale, che il nucleare, anche SE avessimo già realizzato, grazie ad una bacchetta magica, quattro o cinque centrali, NON avrebbe sortito alcun effetto calmierante e/O moderatore dei prezzi di mercato (al contrario di quanto pervicacemente affermato dai sostenitori), perchè, per sua natura il nucleare fornisce la potenza di base (anche una parte di quella italiana, "comprata" dalle centrali transalpine)e quindi non modula ne mitiga, in alcun modo, i picchi di costo e di consumo giornalieri.

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Gli inganni di Sorgenia

In più occasioni abbiamo già messo in guardi i lettori sulle balle spacciate negli spot pubblicitari di Sorgenia.

Da ecoblog
Il greenwashing, si sa, è sempre dietro l’angolo. E di solito rende abbastanza bene. Il caso di Sorgenia è emblematico: una campagna pubblicitaria tutta impregnata sullo slogan “energia sensibile” e sulla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.
E, allo stesso tempo, manovre di mercato che con le rinnovabili non hanno nulla a che vedere. Come l’acquisto della Tirreno Power che gestisce (e sta per “ristrutturare”) la centrale a carbone di Vado Ligure. Una centrale che ha recentemente ottenuto l’Aia dal Ministero dell’Ambiente ma che, giura l’azienda, verrà riconvertita ancora più pesantemente di quanto l’Autorizzazione integrata ambientale imporrebbe.
Mezzo impianto, infatti, verrà trasformato a carbone con tecnologia “USC”, ultra super critica. Che sta, più o meno, per “supercalifragilistichespiralidoso” visto che carbone era e carbone resta, con tutto il contorno di emissioni di CO2 e polveri sottili.

Tirreno-Sorgenia, però, giura che nel pacchetto “USC” entreranno anche 180 MW di energia rinnovabile. E quindi, di punto in bianco, anche il carbone diventa “sensibile”. Eppure, va detto e ricordato, Sorgenia è un grosso operatore del termoelettrico a gas naturale. Combustibile sì fossile, ma molto meno inquinante rispetto a petrolio e carbone. Quello che di solito si chiama “male minore”.

Ora, visto che saggiamente (o furbescamente?) il governo ha deciso di fare un passo indietro sul nucleare, sarebbe anche il caso che si capisse quale combustibile e quali tecnologie incentivare e quali mettere al bando.

Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, promette una “nuova strategia energetica nazionale” entro 12 mesi. Ma è lo stesso ministro che a inizio marzo ha promesso i nuovi incentivi statali all’energia fotovoltaica “entro due settimane“.

Per non parlare del fatto che, assai probabilmente, in questa fantomatica strategia nazionale ci sarà poco spazio per il risparmio energetico che, con i soldi del nucleare, ci potrebbe far risparmiare almeno un paio di centrali nucleari. Ma anche a gas, petrolio, carbone, carbone pulito, carbone supercalifragilistichespiralidoso…

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TVN, morte dell'operaio Capitani: 13 rinvii a giudizio

Da TrcGiornale.it "Si è conclusa con la richiesta di 13 rinvii a giudizio l'indagine preliminare per la morte di Sergio Capitani, l'operaio della ditta Guerrucci rimasto tragicamente ucciso il 3 aprile dello scorso anno nel cantiere per la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord. Nella sua richiesta di rinvio a giudizio, il sostituto procuratore della Repubblica, Edmondo De Gregorio, titolare dell'indagine, evidenzia particolari negligenze nel mancato rispetto delle norme di sicurezza. Tra le persone rinviate a giudizio, dirigenti e personale della centrale e della ditta Guerrucci.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Civitavecchia sarà chiamato nei prossimi giorni a decidere in merito alle richieste di rinvio a giudizio avanzate dal sostituto procuratore della Repubblica, Edmondo De Gregorio, titolare dell'inchiesta sulla morte di Sergio Capitani, l'operaio della Ditta Guerrucci rimasto ucciso il 3 aprile dello scorso anno in seguito ad un tragico incidente sul lavoro avvenuto nel cantiere della centrale di Torrevaldaliga Nord. A conclusione dell'indagine preliminare, il dottor De Gregorio ha chiesto di istruire il processo nei confronti di tredici persone. Per tutti, l'accusa è di omicidio colposo in concorso e di mancata osservanza della normativa sulla sicurezza del lavoro. In particolare, la Procura evidenzia la mancanza di dispositivi di protezione individuale in dotazione ai lavoratori, l'assenza di vie di fuga adeguate nel luogo dove è avvenuto l'incidente e la mancata manutenzione della tubazione dalla quale sono fuoriuscite l'acqua e l'ammoniaca che hanno investito Capitani facendogli sbattere la testa contro una trave di ferro. Come si ricorderà, l'incidente provocò anche il ferimento, fortunatamente non grave, di altri quattro lavoratori, colpiti dal getto di acqua e ammoniaca, che riportarono lesioni alle mucose e agli occhi. Tra i tredici indagati per i quali il dottor De Gregorio ha richiesto il rinvio a giudizio, figurano dirigenti della centrale termoelettrica e della Ditta Guerrucci, dipendenti della stessa azienda che ha appalti di manutenzione per conto dell'Enel e personale del colosso energetico appositamente addetto al controllo e alla predisposizione delle misure di sicurezza. Per tutti loro, come detto, oltre al mancato rispetto delle normative vigenti per quanto attiene la salvaguardia della salute dei lavoratori, il sostituto procuratore De Gregorio ipotizza anche il reato di omicidio colposo in concorso. Colpa e non dolo, quindi, come era stato invece chiesto dal legale della famiglia Capitani, il cugino della vittima, avvocato Davide Capitani, che nel corso di una conferenza stampa svoltasi il 25 gennaio scorso aveva parlato di responsabilità dolose. Adesso, dunque, la palla passa al Giudice per le Indagini Preliminari, che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta della Procura. Nel frattempo, i legali dei tredici indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie, depositare documenti relativi a loro autonome investigazioni ed eventualmente chiedere l'interrogatorio dei loro assistiti.

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Un porto stagnante

Da TrcGiornale.it
"Mentre si discute del Bosco Enel, complice la recente proposta del sindaco Giovanni Moscherini di spostarlo alla Farnesiana nel luogo che dovrebbe ospitare la megadiscarica, Vittorio Petrelli torna a parlare di un'altra prescrizione di Valutazione d'Impatto Ambientale, quella relativa alla Darsena Grandi Massi, autorizzata nel 2002 con la prescrizione della riqualificazione della Frasca e di altre opere, come l'elettrificazione della banchina 12 bis al porto.
Riprendendo una lettera inviata ai tempi di Ambiente e Lavoro insieme a Sergio Serpente all'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nei giorni scorsi il consigliere comunale dell'Italia dei Valori ha scritto al commissario dell'Autorità Portuale, Fedele Nitrella, e per conoscenza al Ministero dell'Ambiente, chiedendo a che punto sono quelle realizzazioni. Di seguito il testo integrale della lettera:

"Si fa riferimento al Decreto di cui in oggetto con particolare attenzione all'ottemperanza delle prescrizioni ambientali in esso contenute. Più volte ho interessato con opportune note gli enti competenti al fine di garantire quanto in oggetto. La riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Torrevaldaliga nord ha catalizzato la maggior parte dell'attività istituzionale dei vari Enti a scapito di altri procedimenti.

Sta di fatto che a tutt'oggi, nonostante i proclami e le conferenze stampa dell'Autorità portuale di Civitavecchia ed il lungo tempo trascorso dall'emanazione del Decreto di compatibilità ambientale nr. 6923 del 28 gennaio 2002 ancora non tutte le prescrizioni sono state ottemperate.

Nelle premesse del citato decreto viene riportato:

"relativamente alla componente atmosfera:

"omissis.

Quindi, viste le precedenti valutazioni e considerato le condizioni di evoluzione delle attività portuali dovranno essere comunque soggette ad un processo di taratura ed aggiornamento, connesso all'evolversi delle ipotesi di sviluppo eseguite in sede di studio di impatto ambientale, si ritiene necessario la predisposizione di un adeguato sistema di monitoraggio; tale sistema dovrà tenere conto dei dati relativi alle condizioni di qualità dell'aria e dovrà essere in grado di caratterizzare sia le concentrazioni globali che le concentrazioni del porto, al fine di rendere più efficaci gli eventuali interventi di contenimento;"

Inoltre a pag. 33 si dichiara che "si esprime parere favorevole di compatibilità ambientale con le seguenti prescrizioni:

- collegamenti elettrici per le navi in banchina,

omissis".

Per questa prescrizione la stessa Autorità Portuale dichiarava, il 27 gennaio 2009, l'avvenuta consegna da parte di Enel di un progetto pilota per l'elettrificazione della banchina 12 bis del porto di Civitavecchia (come si evince dall'allegata nota stampa), progetto del quale non è dato conoscere il suo stato di attuazione.

Sempre riguardo le prescrizioni del Decreto 6923, al punto f, si cita testualmente:

"Il progetto della Pineta della Frasca deve essere formulato (tale prescrizione era stata fissata già nel precedente Decreto VIA, 2935 del 22 dicembre 1997, che aveva riguardato i lavori di ampliamento del Porto mai ottemperata e che era stato oggetto da parte dello scrivente di alcune segnalazioni per un intervento di riqualificazione troppo antropizzato) al fine di individuare soluzioni che riescano a coniugare, con maggiore efficacia, le evidenti necessità di razionalizzazione della fruizione pubblica con le esigenze di valorizzazione e tutela della risorse ambientali. omissis"

Anche per la suddetta prescrizione si disconosce in quale fase ristagni la messa in opera.

Per tutto quanto sopra si chiede di notiziare in merito all'ottemperanza delle prescrizioni sopra segnalate specificando che eventuali altri ritardi determinano le condizioni di cui all'art. 29 del D.Lgs 152/2006.

Si resta in attesa di riscontro nei tempi e nelle modalità previsti dalla legge 241/'90".

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19 aprile 2011

TVN: perdita di olio nel terreno, durava da almeno un mese. Indagata enel

Da BigNotizie.it
"La procura di Civitavecchia ha aperto un'indagine sulla perdita di olio combustibile da un serbatoio del parco oli di Torrenord. La magistratura inquirente ha iscritto sul registro degli indagati uno dei responsabili Enel, addetto al parco oli, per inquinamento ambientale e inosservanza delle normative sulla sicurezza sul lavoro. A scoprire la fuoriuscita sono stati i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe), nel corso di un sopralluogo presso lo stesso parco della centrale di Tvn.

In uno dei serbatoi è stato notato un evidente sversamento, con l'olio che finiva nella cassa di contenimento ma che, secondo i carabinieri, non era impermeabilizzata a regola d'arte. L'olio, oltre che altamente inquinante, è logicamente infiammabile, e quindi non poteva restare all'aperto per troppo tempo, perché sono facilmente immaginabili i rischi di un eventuale incendio. Lo sversamento, peraltro anche molto consistente, visto che i carabinieri, al momento del sopralluogo, avrebbero trovato nella cassa di contenimento circa quaranta centimetri di olio. La perdita inoltre, sempre stando al controllo effettuato dal Noe, durava da circa un mese. Solo dopo l'intervento della procura, a quanto pare l'Enel è intervenuta per risolvere il problema. Da qualche giorno infatti, sarebbero iniziati i lavori per la riparazione della perdita e la raccolta dell'olio uscito dal serbatoio.

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No a discarica per Roma, no a inceneritori e termovalorizzatori sul territorio: approvato documento all'unanimità

Da BigNotizie: "Sono bastate poco più di due ore di dibattito ai comuni per comprensorio per dire "no alla discarica della Fermesiana". Alle 20,45 infatti c'è stata, in un'aula Pucci gremita, la votazione unanime dei consigli comunali di Civitavecchia, Allumiere, Tolfa, Santa Marinella, Ladispoli, Tarquinia e Monte Romano (assenti le delegazioni di Montalto e Cerveteri) di un documento unitario.

Documento che era stato presentato in apertura dei lavori (dopo gli interventi dei sette sindaci presenti), dal comune di Allumiere e che prima della votazione è stato integrato con alcune precisazioni richiesta dal sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini, su proposta dal capogruppo del Pdl Dimitri Vitali. Nel documento si chiede l'annullamento del protocollo d'intesa tra La Russa ed Alemanno, la ridistribuzione degli ambito ottimali per i rifiuti, al posto del maga Ato disegnato dalla Regione, e si impegna la delegazione istituzionale dei sindaci a chiedere una audizione in commissione Ambiente della Regione Lazio oltra ad un incontro col la presidente Renata Polverini. Inoltre nelle integrazioni richiesta da Civitavecchia ed avallate da tutti i sindaci si dibadisce il no al cdr nella centrali di Tvs e Tvn o in altri siti sia a Santa Severa che nei comuni firmatari della mozione e il no ad ogni forma di termovalirizzazione. Il voto unanime è stato accolto con uno scrosciante applauso di cittadini e comitati.

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17 aprile 2011

Le linee dell'alta tensione sono un pericolo per la salute, esposto in Procura

L’Associazione Italiana dei Medici per L'ambiente (ISDE - International Society of Doctors for the Environment - Sez. Alto Lazio) ha presentato in Procura un esposto sul pericolo rappresentato dalle linee ad alta tensione non interrate. Clicca qui per i documenti ISDE.

Vedi l'articolo da centumcellae.it:

"Non c’è solamente il bosco da 40 ettari tra le prescrizioni ambientali non ancora ottemperate per i lavori di riconversione di Torre Valdaliga Nord. Un altro degli impegni vincolanti della Valutazione di Impatto Ambientale rilasciata nel 2003, è rimasto infatti inattuato. Si tratta dell’interramento delle linee elettriche ad alta tensione che l’Associazione Italiana dei Medici per L’ambiente porta con un esposto all’attenzione della Procura di Civitavecchia,
preoccupata soprattutto da un recente articolo pubblicato sulla nota rivista internazionale AP Journal of Cancer Prevention (Rivista della Prevenzione del Cancro) il quale ha messo in evidenza come vivere in prossimità di linee elettriche aumenti il rischio di ammalarsi di Leucemia Linfatica Acuta. E, come noto, il comprensorio di Civitavecchia presenta un numero elevatissimo di linee ad alta tensione che trasportano l’energia prodotta dalle centrali elettriche.
Ebbene, a pagina 30 della Via 2003 risultava condizione vincolante per riconvertire a carbone Torre Nord l’osservanza, tra le altre, della seguente prescrizione: “razionalizzazione delle linee elettriche, progetto definitivo di smantellamento od interramento dei seguenti elettrodotti: variante in ambito urbano del tratto finale della linea a 150 kV S. Lucia – Civitavecchia, prima della sottostazione elettrica di Fiumaretta, con innesto nella adiacente stazione FF.SS. e con smantellamento del tratto di linea dismesso; interramento del tratto finale della linea a 150 kV Vigna Turci – Civitavecchia in corrispondenza del quartiere di S. Liborio; interramento del tratto iniziale della linea a 150 kV Civitavecchia – S. Marinella in corrispondenza del quartiere di S. Gordiano (pag 31, a)”.
L’Associazione dei Medici fa quindi presente al Procuratore della Repubblica Gianfanco Amendola come la centrale ha attualmente terminato i lavori di realizzazione ed è in fase di esercizio e che “ a tutt’oggi, lo smantellamento o l’interramento degli elettrodotti sopra citati, a vista, non sembra essere avvenuto” chiedendo di verificare se nei fatti esposti ricorrano ipotesi di reato e, in caso affermativo, “di procedere nei confronti dei responsabili anche con provvedimenti di natura cautelare a tutela della salute della popolazione e dell’ambiente e per ripristinare la legalità eventualmente violata”.
“Purtroppo – concludono i medici – poiché il cancro potrebbe anche insorgere decenni dopo l’esposizione, adesso non sarà tuttavia possibile valutare il danno arrecato causato dal ritardo nell’apparente mancanza di smantellamento o di interramento degli elettrodotti stessi”.

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Gli effetti del riscaldamento globale in una mostra fotografica

"Gli effetti devastanti del global warming in 112 scatti di nove fotografi tra i più famosi del pianeta. In mostra dal 16 aprile al 27 maggio alla galleria 10b Photography di Roma. Fonte

I fotoreporter del collettivo Noor sono partiti ai quattro angoli della Terra per ritrarre la fine del mondo. "Riscaldamento globale" è un'espressione astratta e lontana; basta un'ondata di freddo come ne abbiamo avute quest'inverno e ci viene da pensare che sia tutta una balla. Ma non è così per i Nenet della Siberia, ritratti da Yuri Kozyrev: i pascoli delle renne diventano acquitrini, l'estrazione del gas li scaccia dal loro territorio ed essi rischiano l'estinzione. Non è così, qualche migliaia di chilometri più a sud, all'Equatore, per gli isolani delle Maldive, la nazione che ha la minor altitudine al mondo ed è sul punto di venir sommersa dall'innalzarsi delle acque oceaniche (foto di Francesco Zizola). La ricerca dei nove fotografi di Noor testimonia che è tutto vero. Noi stiamo, con le nostre mani, distruggendo il pianeta di cui dovremmo essere i custodi. Guardate la foresta amazzonica trasformata in una landa desolata (Kadir van Lohuizen), gli Inuit della Groenlandia senza più ghiaccio (Stanley Greene), il paesaggio di morte delle miniere di carbone polacche (Pep Bonet) o di quelle di rame negli Urali (ancora Kozyrev). Guardate soprattutto le immagini che vengono dall'Africa, dal Darfur sudanese, dove una guerra scatenata dal clima è già in corso, secondo la denuncia del segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon: gli allevatori contendono pascoli sempre più magri ai coltivatori. È in questo continente che la crescente scarsità delle risorse naturali annuncia le
maggiori catastrofi. È tutto vero; e il linguaggio silenzioso ma universale della fotografia risuona come un grido insopportabile.

LE IMMAGINI 1

Negli ultimi anni è stata più volte preannunciata la morte imminente del giornalismo d'inchiesta; ma dell'inchiesta fotografica è stato già ripetutamente celebrato il funerale. Troppo costosa da produrre; troppo scomoda da mostrare al pubblico; troppo invisa agli inserzionisti pubblicitari; troppo poco redditizia se paragonata alla foto di moda o di sport. Il lavoro dei reporter di Noor, iniziato nel 2009 e ancora in corso, dimostra che la fotoinchiesta è viva, o comunque pronta a risorgere. Costa solo coraggio, creatività, un po' di abnegazione. La mostra "Consequences" è alla galleria 10b Photography di Roma, via San Lorenzo da Brindisi 10b, dal 16 aprile al 27 maggio.

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