No al carbone Alto Lazio

23 agosto 2011

Carbone trasportato su strada: costi occulti per un bilancio in nero

Inquinamento su inquinamento, vergogna su vergogna.

Anche se non ce lo dicono e non sarebbe neanche legale (non previsto nelle valutazioni di impatto ambientale degli impianti energetici), le viabilità locali dei luoghi in cui sono impiantati gli ecomostri a carbone sono gravate dal trasporto del combustibile che in parte avviene su gomma, localmente. Il risultato è una sicura fonte di inquinamento aggiuntivo e disagi al traffico. Non per niente, nello scorso 18 agosto un mezzo pesante ha riversato il suo carico nero sulla strada, ribaltandosi vicino Savona (Fonte, aggiornamento del 23/08).

Ma l'inquinamento aggiuntivo non viene solo dalle emissioni degli autotreni impiegati: questi vengono infatti caricati a cielo aperto, con ulteriore movimentazione di carbone che ne disperde le polveri nell'ambiente circostante. A voler essere precisi la lista dei costi si allunga, poiché questi autotreni poi transitano su strade in cui sarebbe loro vietata la circolazione, e danneggiano anche il manto stradale.

Per questo però niente paura: interverrà enel o l'altro grande inquinatore di turno per ri-asfaltarvi la strada, e tutti lo chiameranno benefattore.

Finisce tutto nel bilancio dei costi, ma in nero. Le nostre tasche, il nostro ambiente e la nostra salute ne risentono, ma come si dice: occhio non vede...

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Porto di Civitavecchia, una minaccia crescente per la salute

Civitavecchia: il dottor Giovanni Ghirga(ISDE Società Internazionale dei Medici per l'Ambiente) interviene sul problema dei fumi in porto e ne denuncia la pericolosità per la salute: è ormai necessaria una mobilitazione cittadina per difendere la salute pubblica.


"Uno studio pubblicato recentemente (CEEH Scientific Report No 3. Centerre for Energy, Environment and Health, 2011) - spiega Ghirga - ha dimostrato che, in Europa, le emissioni in aria causate dai motori delle navi sono responsabili ogni anno di 50.000 morti premature, di malattie respiratorie, di aggravamento di malattie cardiache preesistenti ed di piogge acide. Quale è il prezzo che la popolazione di Civitavecchia e del suo comprensorio ha pagato in termini di salute per gli inquinanti emessi fino ad oggi? Quale il prezzo che i più a rischio, bambini, malati e donne in stato di gravidanza dovrà pagare per le emissioni future se non venisse messo un fermo a questo scempio ambientale che troppo spesso è sotto gli occhi di tutti? In Europa, la proiezione verso uno sviluppo vertiginoso dell'uso delle fonti rinnovabili nella produzione di energia ed una sensibile riduzione dell'uso delle fonti fossili come il carbone, permettono di prevedere che nel 2020 le emissioni marittime eccederanno quelle prodotte a terra (TE Transport & Environment 2011). Questa situazione estremamente preoccupante, ha spinto la Commissione Europea a proporre un controllo molto più stretto alle emissioni navali, in particolare per gli ossidi di zolfo. Infatti, molte navi utilizzano un carburante fino a 3.500 volte più inquinante di quello utilizzato dagli autoveicoli (T&E's Bill Hemmings, 2011). Numerose organizzazioni non governative europee auspicano che la Commissione Europea entro il 2015 vincoli i governi ad una riduzione dell'inquinamento dell'aria causato dalle emissioni marittime. Anche le emissioni di ossidi di azoto causate dai motori delle navi sono molto elevate. La Commissione Europea sta analizzando di imporre dei limiti molto più bassi di emissione degli ossidi di azoto sia per le navi vecchie che per quelle nuove. Tuttavia, non è solo questione di riduzione di emissioni ma, vista la grande quantità di inquinanti emessi dalle navi ferme all'interno del porto, risulta ormai indispensabile l'elettrificazione delle banchine. Il problema dell'inquinamento delle navi in porto è stato recentemente analizzato in un articolo sul The New York Times (21 agosto 2011). Nelle conclusioni gli autori si augurano che altri porti seguano quelli di Los Angeles e Seattle, dove le navi ferme in porto traggono energia dalle banchine elettrificate con una notevole riduzione dell'inquinamento e dei suoi relativi danni alla salute. Ormai che la coscienza ambientale si sta facendo sempre più strada tra la gente, illudere con concetti falsi come quello della dispersione dei fumi per il vento ed una loro conseguente non tossicità è un grave reato a carico della salute pubblica e come tale sarà perseguito. La Procura di Civitavecchia ha infatti sempre dimostrato una grande sensibilità per qualunque tipo di problema ambientale. Siamo d'accordo con il Dr. Di Gennaro sul fatto che potrà essere necessaria una mobilitazione cittadina per difendere la salute pubblica"

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Anche Legambiente a Coira il 27 Agosto

Fonte
"Legambiente ha reso noto di aderire alla manifestazione di sabato 27 agosto a Coira nel Cantone dei Grigioni in Svizzera, per protestare contro l'intenzione della multinazionale dell'energia Repower, di costruire a Brunsbüttel (Germania del nord) e a Saline Joniche due centrali a carbone per un importo di 4.5 Miliardi di Euro, con una potenza di 3120 Megawatt.

"Parteciperemo numerosi, con rappresentanti provenienti da tante parti d'Italia affinché sia chiaro che il nostro No al carbone riguarda Saline Joniche ma anche tutto il resto del Paese e dell'Europa – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani -. Il carbone è il combustibile fossile a maggior emissione specifica di anidride carbonica. La centrale garantirà quindi solo importanti profitti alle aziende e nessun beneficio alla popolazione, già pesantemente danneggiata da politiche dissennate di gestione del territorio".

Il raggiungimento degli obiettivi sul clima unisce tutta l'Europa in una battaglia virtuosa determinante per il futuro, quindi, l'ipotesi di nuove centrali a carbone suona francamente incomprensibile.
"Il carbone peggiorerà la dipendenza energetica del nostro Paese dall'estero visto che importiamo più del 99% del carbone che utilizziamo – ha aggiunto Nuccio Barillà del direttivo nazionale dell'associazione –; non abbasserà la bolletta energetica del Paese, mentre dei potenziali risparmi nell'acquisto del combustibile beneficeranno soprattutto i bilanci delle aziende energetiche, e obbligherà l'Italia al pagamento di multe pesanti per il mancato rispetto del protocollo Kioto e del 20-20-20. Una situazione assurda soprattutto in un territorio dove oltre il 57% della popolazione ha recentemente dimostrato, attraverso l'esito del referendum sul nucleare, di volere un futuro pulito e rinnovabile".

La Calabria, come il resto d'Italia e d'Europa, ha bisogno di una nuova politica industriale basata esclusivamente sull'investimento deciso in innovazione tecnologica e fonti energetiche alternative e non su opere di grande impatto sull'ambiente e fallimentari sul piano economico e occupazionale. Nessuna centrale a fonti fossili inquinanti come il carbone, quindi, deve essere realizzata per permettere all'Italia di contribuire a costruire il modello energetico elettrico europeo al 2050 senza fonti fossili.

"Per questo, sabato 27 saremo in tanti alla manifestazione organizzata dalle associazioni svizzere contro il carbone a Coira – ha concluso Barillà -, per sostenere le ragioni dell'ambiente e della salute dei cittadini calabresi, liguri, veneti, italiani ed europei"

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Saline Joniche presenta "Centrali a carbone Repower ADDIO"

Pubblichiamo il seguente comunicato dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica per il NO al Carbone, rispetto alla conferenza stampa tenutasi ieri 22 agosto 2011. Edit: aggiunta in coda la dichiarazione del Presidente della Calabria Scopelliti

"Durante la conferenza Stampa organizzata dal Coordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica per il NO al Carbone e tutti i movimenti che si battono per la difesa della salute e del territorio di Saline Joniche, è stata presentata la manifestazione "Nessun danno al clima dai Grigioni: centrali a carbone Repower ADDIO" che si svolgerà nella città svizzera di Coira, nel cantone dei Grigioni, il 27 agosto prossimo.

Nuccio Barillà, della Direzione Nazionale di Legambiente, ha introdotto la conferenza stampa dichiarando: “L’iniziativa a Coira dimostra che l’impegno per il clima va ben oltre l’ambito locale è ha un valore internazionale.

Al di là della finta ostentazione di sicurezza da parte della SEI, la partita della realizzazione della centrale a carbone a Saline J. è tutt’altro che chiusa. Nonostante le forzature governative e le pressioni sul territorio, emerge l’incapacità della SEI e dei sostenitori della centrale a dare risposte credibili ai ragionevoli dubbi sulla sicurezza e sui pericoli d’inquinamento, sulla reale ricaduta occupazionale. L’operazione della centrale si manifesta per quello che è: il risultato della saldatura tra interessi d’impresa e interessi speculativi di soggetti locali. Mentre emerge chiaramente l’incompatibilità con le scelte di sviluppo sostenibile dell’area.

Siamo pronti a contrastare l’eventuale decisione di dare via libera alla centrale sul terreno legale, amministrativo, politico e sul terreno del movimento. Alla forza di convincimento del denaro contrapponiamo quelle della scienza, dell’ambiente e della salute dei cittadini. Da Porto Tolle è venuto chiaro il segnale che non è possibile calpestare il parere degli enti locali e delle popolazioni o eludere gli scenari alternativi al carbone. Legambiente sarà presente a Coira con una delegazione nazionale e i rappresentanti degli altri siti del carbone in Italia”.

La manifestazione, promossa dall’associazione Zukunft Statt Kohle (Futuro invece di carbone) ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione locale per bloccare gli investimenti di Repower (socio di maggioranza del progetto SEI) e in particolare il progetto della centrale a carbone di Saline Joniche. L’associazione svizzera non è nuova a queste importanti manifestazioni internazionali, infatti, insieme ad altri 14 soggetti tra partiti ed associazioni, ha già promosso altre iniziative popolari per far conoscere i progetti carboniferi di Repower, di cui il Cantone dei Grigioni possiede il 46% delle azioni.

“La popolazione grigionese - ha spiegato Noemi Evoli del Coordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica per il NO al Carbone - non vuole essere responsabile dei danni al clima e all’ambiente che sarebbero provocati dalla costruzione di una centrale a carbone, perciò ha scelto, a pochi giorni dal dibattito sull’energia del Gran Consiglio Retico previsto per il 30 e 31 agosto, di organizzare questa manifestazione, autorizzata e pacifica, per opporsi fermamente alla costruzione dei due impianti progettati dalla multinazionale svizzera nei territori di Saline Joniche in Italia e di Brunsbüttel in Germania, offrendo, dunque, un aiuto importante e significativo alla battaglia del Coordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica e di tutti i movimenti che si battono per la difesa della salute e di quel territorio”.

“Abbiamo studiato, ci siamo informati, abbiamo condiviso – ha sottolineato Francesca Panuccio del Coordinamento - facendo rete con gli altri movimenti nocoke nazionali e internazionali, acquisendo quelle competenze che oggi ci permettono di ribattere punto su punto alle baggianate della SEI che con fare presuntuoso tenta di scavalcare i pareri contrari degli enti locali. E se la SEI intende imporre dall’alto il suo progetto scellerato sappia che potrà derogare alle norme, ma non alla volontà popolare”.

In rappresentanza della Giunta Provinciale è intervenuto l’Assessore alla Cultura e alla Legalità Edoardo Lamberti Castronuovo, che ha ribadito la ferma contrarietà della nuova amministrazione alla realizzazione della centrale a carbone, sottolineando che nessuna ragione economica può superare le ragioni della sicurezza e della qualità della vita anche di un solo cittadino e impegnandosi ad avviare un serio e concertato progetto di riqualificazione di quel territorio.

Contestualmente è giunta la notizia che il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti farà presto giungere alla stampa una nota di conferma della posizione di assoluta contrarietà della Regione all’impianto carbonifero.


Sono intervenuti anche Federico Curatola, Sindaco di Bagaladi fortemente impegnato nello sviluppo di progetti con fonti energetiche rinnovabili, a ribadire la posizione del Comitato dei Comuni dell’area interessata; Mimmo Romeo, Presidente della Proloco di Saline J., chiedendo un impegno per uno sviluppo turistico e sostenibile di tutto quel territorio così ricco di potenzialità ancora inespresse, e l’Avv. Pizzi, Presidente dei produttori di bergamotto nonché Commissario del Consorzio, che ha contestato i dati della SEI sulle false ricadute occupazionali a fronte della morte di un settore dell’eccellenze produttive calabresi da difendere strenuamente.

“La lotta coinvolge tutti coloro che vogliono un futuro diverso dal carbone, basato invece sulle energie rinnovabili, sulla salvaguardia dell’ambiente, delle attività di pesca e agricoltura già esistenti. - ha continuato Franco Meduri del Coordinamento - Non si possono ignorare la vocazione turistica dell’intero territorio, le potenzialità offerte dall’area grecanica, le numerose possibilità di sviluppo legate al turismo responsabile che si sta tentando di avviare nei borghi antichi, grazie anche al sistema dell’ospitalità diffusa.

E’ fondamentale una importante adesione alla manifestazione di Coira. Le associazioni grigionesi daranno un aiuto, ma non possono sostituirsi alle associazioni e ai cittadini di Saline e dei comuni limitrofi, perché saranno queste ultime a subire gli effetti diretti della presenza di una centrale al carbone sul proprio territorio. Per questi motivi, è necessario promuovere la più ampia partecipazione possibile. Si invitano, pertanto, i singoli cittadini, le associazioni, i movimenti, sia locali che nazionali, i gruppi musicali a partecipare all’iniziativa”.

“Per informare e sensibilizzare i cittadini è stato fondamentale il ruolo giocato dal banchetto informativo itinerante che abbiamo organizzato in questi giorni in tutti i paesi dell’area grecanica, e le adesioni e i contributi ricevuti sinora ci danno ragione. - ha concluso Noemi Evoli presentando il programma dell’evento - La manifestazione si aprirà con un corteo che, partendo dalla Piazza della Stazione di Coira, si dirigerà verso la Kornplatz. Qui si terrà un comizio al quale parteciperanno i rappresentanti dei vari movimenti e associazioni. A seguire la festa di chiusura italiana sulla Turnerwiese. Il programma completo è il seguente:

Giovedi 25 Agosto

ore 20.45 - Ritrovo dei partecipanti in Piazza Chiesa a Saline Joniche (RC)
ore 21.30 - Partenza per Coira (Svizzera)

Venerdi 26 Agosto

Arrivo a Coira nel pomeriggio/sera e sistemazione presso le famiglie ospitanti.

Sabato 27 Agosto

ore 14.00 - Ritrovo presso Piazza della Stazione di Coira
ore 14.15 - Corteo verso la Kornplatz e comizio
ore 16.00 - Festa di chiusura sulla Turnerwiese con i Kalafro e il sonu a ballu degli Arghia
ore 22.00 - Partenza da Coira per Saline J. (RC)

Domenica 28 Agosto

Rientro a Saline J. (RC) in tarda serata

Sono ancora disponibili alcuni posti per partecipare gratuitamente alla manifestazione, dunque, tutti coloro che volessero aderire alla manifestazione - dopo avere verificato se il documento in proprio possesso è valido per l'espatrio - possono inviare una mail all’indirizzo info@nocarbonesaline.it “.

Coloro che non potranno essere presenti in Svizzera il 27 agosto, ma desiderano sostenere l’iniziativa potranno dare un piccolo ma importante contributo economico, presso la “Casa del Geosito” nel borgo di Pentedattilo o con una donazione online con qualsiasi carta di credito, direttamente sul sito www.nocarbonesaline.it"

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Aggiungiamo la dichiarazione di Scopelliti, diffusa qualche ora fa: “Ritengo di grande significato promozionale la manifestazione di sabato prossimo in Svizzera per contrastare la realizzazione delle centrali a carbone alla quale hanno aderito il coordinamento delle associazioni dell’Area Grecanica e i movimenti che si battono per la tutela del territorio”. Lo sostiene il presidente Giuseppe Scopelliti, che aggiunge di essere idealmente accanto alla delegazione reggina che si recherà in Svizzera, ribadendo che “per Saline c’è la massima attenzione da parte della Regione”

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18 agosto 2011

Saline Joniche si prepara per la Svizzera

Da 'NtaCalabria
(Sul medesimo argomento leggi anche l'articolo di Rubric.it)

Se in questi giorni siete in vacanza nel basso Jonio reggino e la sera partecipate alle immancabili feste di paese e sagre varie, oltre che deliziarvi di leccornie locali e buona musica (meglio se popolare), godere dell’aria pulita e dei panorami mozzafiato offerti dalla natura calabrese, fermatevi un attimo a pensare anche alla preservazione del territorio, e alla sua futura rivalutazione. Basta poco: basta dare uno sguardo a un piccolo banchetto informativo gestito da alcuni ragazzi che indossano una maglietta con una scritta che la dice lunga sul loro pensiero: NO AL CARBONE!

No, non si tratta del carbone che usiamo per fare le tradizionali scorpacciate di carne arrosto, ma del carbone industriale e dei suoi velenosi derivati che, sembra, potrebbero un domani uccidere la natura ancora per certi versi selvaggia del nostro territorio. Chi non ha mai sentito parlare di Saline Joniche e della sua lotta contro il tempo e contro il bieco arrivismo di alcuni esponenti politici locali e di una multinazionale svizzera, la SEI, per impedire il danno dello scempio ambientale, oltre la beffa di voler sfamare gli affamati (di lavoro) con una centrale che in realtà uccide la vera vocazione del luogo, cioè agricola e turistica?

Da tempo i cittadini più smaliziati hanno capito che il futuro, non solo dell’area reggina ma dell’intero pianeta, si può affidare solo allo sviluppo economico non nocivo per l’ecosistema della zona. Questi cittadini, assieme ad alcune associazioni presenti sul territorio vogliono e pretendono che si possa vivere di lavoro pulito, di progetti onesti e non di specchietti per le allodole, e non ci stanno a far proprio l’ideale del sindaco del comune di Montebello Jonico: “Almeno moriamo con la pancia piena!” La popolazione di Montebello e dintorni preferisce vivere con la pancia piena!

Se avrete la pazienza di fermarvi un attimo a parlare coi ragazzi del NO AL CARBONE, sentirete le loro ragioni, e potrete sostenerli nell’attuazione di un loro importante progetto: un viaggio in Svizzera, a fine agosto, per manifestare pacificamente il loro dissenso sull’uso del carbone a Saline, nel cuore stesso della Svizzera, patria della Repower, azionista di maggioranza della SEI.

L’evento è stato promosso dall’associazione Zukunft Statt Kohle (“Futuro invece di carbone”) del Cantone dei Grigioni, con il preciso scopo di sensibilizzare la popolazione locale sull’importanza di bloccare gli investimenti carboniferi di Repower sui territori di Saline in Italia e di Brunsbüttel, in Germania.

Con questa partecipazione, il Coordinamento delle associazioni dell’area grecanica vuol concentrare l’attenzione dell’opinione pubblica sul futuro di Saline e del comprensorio; un futuro che la maggioranza dei cittadini vogliono pulito, e se proprio ci dev’essere un colore a simboleggiarlo, che sia il verde dei campi e il blu del mare, e non il nero del carbone e della morte. I cittadini pretendono che i soldi e i fondi per il territorio siano investiti in progetti ecosostenibili e che diano da lavorare alle persone del luogo impegnate in agricoltura, pesca, settore terziario.

Hanno dato il loro contributo alla causa anche personaggi del calibro dell’amato cantante popolare Eugenio Bennato, che ha indossato la maglietta NO AL CARBONE insieme ai suoi musicisti durante il suo magnifico concerto di qualche giorno fa a Bova, ed inoltre gruppi etnici come “Il Parto delle Nuvole Pesanti”, che si sono esibiti a Palizzi, i “Kalafro” sul palco di Lazzaro e gli ”Arturo Fiesta Circo in concerto contro il carbone a Gallico”.

Le magliette si possono acquistare presso il banchetto informativo; il ricavato, insieme alle donazioni libere che si possono fare online dal sito www.nocarbonesaline.it tramite paypal o con una ricarica postepay al tesoriere “Davide Imbalzano n° carta= 4023 6005 9875 4242” , andranno a sostenere i costi del materiale informativo e il viaggio, a cui si può aderire gratuitamente rivolgendosi agli organizzatori scrivendo una al seguente indirizzo info@nocarbonesaline.it .

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Ferragosto di morte in miniera

"Una fuga di gas ha innescato una esplosione in una miniera di carbone che ha provocato la morte di 10 operai nella Cina sud occidentale. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. Poco prima delle 22 di ieri sera una esplosione è avvenuta nella miniera di carbone Guohekou, nella contea di Panxian, nella provincia del Guizhou. Oltre alle dieci vittime, c'è stato anche un minatore ferito, ricoverato in ospedale. Undici i minatori che si trovavano nel luogo dell'esplosione, ma altri erano nei dintorni, come ha raccontato alla polizia uno di questi che è riuscito a salvarsi, ma con le braccia bruciate per la fiammata. La miniera è privata ed ha una capacità annuale di 150.000 tonnellate di carbone."
Fonte: NuovaCina via ilMessaggero

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Nuove indagini sullo 007 coinvolto nella vicenda Porto Tolle

Dal CorriereDelVeneto
Nuova tegola per Ettore Mantovan, lo 007 arrestato lo scorso marzo a Padova per concussione e sospettato di «inusuali» interessamenti alle sorti della centrale Enel di Porto Tolle. Il 57enne di Porto Viro, indagato per aver chiesto mazzette ad Archimede Finotti, titolare della rodigina Finpesca, è ora agli arresti domiciliari. Ma nelle ultime settimane è stato iscritto nel registro degli indagati anche per presunte minacce all'avvocato dello Stato Gianpaolo Schiesaro. Ex magistrato, Schiesaro era stato legale rappresentante del ministero dell'Ambiente costituitosi parte civile nei processi contro le emissioni della vecchia centrale Enel a olio combustibile. Ora scatta un secondo round. Il nuovo fascicolo a carico di Mantovan, con l'ipotesi di accusa di minacce a pubblico ufficiale, riguarda una questione legata al rigassificatore di Porto Viro.

La vicenda risale al 2006. In quel periodo la costruzione dell'impianto subisce uno stop: la procura rodigina dispone il sequestro dell'isolotto artificiale impiegato per i lavori di trivellazione, propedeutici alla costruzione dell'impianto. Qualche tempo dopo la Cassazione annullò quel sequestro ma nel frattempo Mantovan avrebbe usato frasi intimidatorie nei confronti di Schiesaro, consigliandogli di lasciar perdere, di occuparsi di altro. L'avvocato dello Stato infatti portava elementi a sostegno della linea della pericolosità delle trivellazioni, che avrebbero provocato squilibri e fenomeni di abbassamento di parti di terra e laguna. Schiesaro non fece denuncia contro Mantovan, ma ne parlò con il pm Manuela Fasolato, che stava conducendo indagini sia sul rigassificatore che sui progetti di riconversione della centrale Enel.

Qualche tempo dopo arriva al magistrato anche la notizia dell'interessamento di Mantovan alle sorti della centrale Enel e della tormentata riconversione a carbone: presunti «condizionamenti» giunti al pm attraverso un agente di polizia giudiziaria. Il magistrato manda dunque un esposto a Trento, competente per territorio, chiedendo che si indaghi su queste «incursioni» dei servizi segreti. Mantovan non è però indagato: a Trento lo sentono come persona informata sui fatti. Lui nega, viene tutto archiviato. Ora però Schiesaro «rivede» quelle parole di quattro anni fa in modo diverso e manda un esposto alla procura di Padova, che indaga lo 007 per concussione, denunciandolo anche per minacce. E la procura apre un altro fascicolo. Nel frattempo i magistrati padovani stanno esaminando anche alcune intercettazioni dell'indagine sulla P4 della procura di Napoli. Il sospetto è che Mantovan sia collegato con l'intricata matassa di interessi pubblici, nomine e faccendieri che hanno messo nei guai parlamentari, finanzieri e il ministro Tremonti.

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14 agosto 2011

Ferragosto 2011 a Civitavecchia

Lo festeggiamo con un'immagine condivisa da un libero cittadino


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Raccolta firme contro il carbone a La Spezia

Da Speziapolis

"Forte delle oltre 1000 firme, raccolte in poco più di tre settimane e in pieno periodo vacanziero, il  ComitatoSpeziaViaDalCarbone replica al comunicato stampa dell'assessore Ruocco  rilevando:

il perseverare di una logica di comunicazione autoritaria e non trasparente, posto che i partecipanti, come ampiamente denunciato dal Comitato, non erano stati messi nella condizione di poter interloquire sugli argomenti oggetto della riunione considerato che, secondo l’assessore, la “memoria” depositata alla Commissione Tecnica Integrata AIA lo scorso 18 Luglio sarebbe coperta da “segreto istruttorio” e quindi non disponibile;

l’inadeguatezza democratica sia dell’assessore verso i cittadini, sia del presidente della provincia verso i sindaci del territorio spezzino: entrambi

continuano ad usare termini quali condivisione, coinvolgimento, partecipazione, ma si limitano nei fatti ad una informazione tardiva, non spontanea, mai esauriente e mai documentata;

la superficialità del Comune della Spezia che anziché documentare e sostenere la necessità di limiti di emissioni molto più bassi di quelli previsti dalla normativa, in ragione della specificità del sito in cui è ubicata la centrale, propone ad Enel di compensare il proprio inquinamento (da carbone) con la riduzione dell’inquinamento altrui (da metano), legando in tal modo la centrale alla città per un tempo indefinito; superficialità e confusione, posto che il sindaco della Spezia ha sostenuto di non aver richiesto ad Enel consistenti interventi di ammodernamento degli impianti allo scopo di scongiurare il protrarsi della permanenza a Spezia di Enel per i trent’anni o più necessari ad ammortizzarne i costi; così l’assessore: “al fine di ridurre le esposizioni della popolazione agli inquinanti atmosferici e di migliorare la qualità dell’aria è stato proposto di prescrivere alla Società uno studio per produrre energia termica (teleriscaldamento) da fornire alle attività presenti nell’area.”

Il Comitato allegato inoltre una puntuale serie di osservazioni alla parte del comunicato in cui il Comune della Spezia sintetizza la piattaforma proposta per l'AIA ad Enel; leggi il comunicato integrale del Comitato qui.


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"Come frullatori di pesce": centrali a carbone fanno strage di fauna ittica

Fonte: greenreport
Il nuovo rapporto "Giant Fish Blenders: How Power Plants Kill Fish & Damage Our Waterways (And What Can Be Done to Stop Them)" di Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista americana, denuncia che «miliardi di pesci ed altri organismi acquatici vengono uccisi ogni anno dai sistemi delle prese d'acqua delle centrali elettriche obsolete, tra le quali le centrali elettriche a carbone». Il rapporto, molto dettagliato, prende in esame gli impianti di raffreddamento delle centrali elettriche presenti nel Golfo del Messico, lungo i fiumi Mississippi ed Hudson, nella baia di New York e a Long Island Sound, sulla costa della California, nei Grandi Laghi ed a Chesapeake Bay.

La Environmental protection agency (Epa) federale degli Usa ha proposto nuovi standard per i sistemi di raffreddamento delle centrali elettriche, e attualmente sta raccogliendo le osservazioni pubbliche su questo progetto di standard: la scadenza è il 18 agosto. Ma secondo Sierra Club le proposte dell'Epa «purtroppo sono ben lontane da quel che è necessario per proteggere la pesca ed i corsi d'acqua».

Le coste ed i fiumi degli Stati Uniti sono punteggiati da impianti antiquati che utilizzano sistemi di aspirazione dell'acqua per raffreddare le centrali elettriche a carbone e nucleari, impianti che Sierra Club ha ribattezzato "Giant fish blender", frullatori giganti di pesce. Per illustrare i risultati di questo procedimento Sierra Club ha anche realizzato un cartoon con il fumettista premio Pulitzer Mark Fiore, e sottolinea che «l'Epa ha il compito di applicare la Section 316 (b) del Clean Water Act, che richiede l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per minimizzare il danno ambientale delle centrali. La Closed-cycle cooling" è la migliore tecnologia disponibile per ridurre le minacce dei sistemi di raffreddamento ad acqua, ed è sia conveniente che già in uso in tutto il Paese.

Il raffreddamento a ciclo chiuso riduce le prese d'acqua di circa il 95%, riducendo drasticamente la quantità di acqua necessaria per le operazioni in una centrale elettrica e con la conseguente corrispondente riduzione dei danni per i pesci e all'ecosistema circostante. Tuttavia, l'Epa ha proposto nuovi federal cooling water standards che non richiedono alle utilities di utilizzare questi sistemi aggiornati.

Le centrali elettriche utilizzano più acqua di qualsiasi altro settore negli Stati Uniti: il 49% dell'acqua dolce, più dell'agricoltura e dell'utilizzo potabile messi insieme, con un prelievo di oltre 200 miliardi di galloni di acqua ogni giorno. Quasi tutta quest'acqua viene utilizzata per lo "once-through cooling", un antiquato sistema di raffreddamento che prevede l'aspirazione di acqua, succhiando milioni di litri da fiumi, laghi e mari per il raffreddamento e trasformando ogni centrale in un gigantesco trituratore di pesci, crostacei, anfibi ed altri animali, compresi i mammiferi marini.

Sierra Club è convinta che l'Epa, «sotto le forti pressioni degli interessi della potente industria, ha scelto di non richiedere requisiti tecnologici significativi, che avrebbero protetto gli ecosistemi. Invece, la proposta dell'Epa offre pochi o nessun miglioramento per le tecnologie necessarie per proteggere i pesci e la fauna selvatica, lasciando le decisioni a organismi statali già sovraccarichi».

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Legambiente manifesta sul Delta del Po contro il carbone

Su RovigoOggi e AlternativaSostenibile il resoconto delle azioni di Goletta Verde e Legambiente

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