Da Ticinonline via UPLS
Il Consiglio di Stato è al corrente della sentenza del tribunale amministrativo di Münster del 2 dicembre scorso?". E' questa la prima delle due domande rivolte dal gruppo parlamentare dei Verdi al Consiglio di Stato inerente alla sentenza dell'alta corte amministrativa di Münster che ha ritenuto illegale la licenza della centrale di Lünen. Il progetto non rispetterebbe le normative in materia di immissioni di sostanze inquinati".
"Pur non essendo un blocco totale della centrale di Lünen - si legge nel documento inoltrato al Consiglio di Stato - è chiaro che la revoce della licenza obbligherà la TRIANEL a correggere i propri progetti. E' fuori dubbio che questo porterà a maggiori costi, e non è da escludere che si ritarderanno anche i tempi di messa in funzione della centrale".
Un'altra notizia che preoccupa sul futuro della politica energetica ticinese è l'annuncio della BKW del 24 gennaio di perdite finanziarie importanti per l'anno contabile 2011. "Le perdite - si legge - sono da ricondurre ad accantonamenti supplementari necessari a seguito della correzione al ribasso delle aspettative di guadagno di tre centrali termoelettriche ad energie fossili. Una delle centrali in oggetto è una centrale a carbone in Germania, più precisamente a Wilhelmshaven. Questa centrale ha subito importanti ritardi nella costruzione e sorpassi di spesa, che ridurranno la redditività dell’investimento. La BKW prevede addirittura che il costo dell’energia proveniente da questa centrale sarà addirittura più elevato del prezzo di mercato".
Le domande poste
Il Consiglio di Stato è al corrente della sentenza del tribunale amministrativo di Münster del 2 dicembre scorso? Se sì, è in grado di quantificare i maggiori costi che derivano dall’adeguamento del progetto? Quest’ultimo provocherà ritardi nella messa in funzione della centrale? Quali saranno le conseguenze finanziarie per la partecipazione di AET nella centrale a carbone di Lünen?
È possibile stabilire le cause dei problemi annunciati dalla BKW nella centrale a carbone di Wilhelmshaven? Questi problemi potrebbero palesarsi anche per la centrale a carbone di Lünen? Sono stati fatti accertamenti in questo senso?
29 gennaio 2012
Lünen e Wilhelmshaven, centrali a carbone da rivedere
Don Gallo interviene contro il carbone
Da Qualenergia.it
"Volete sapere chi sono i nuovi partigiani a Savona? Sono quelli che si battono contro la centrale a carbone di Vado Ligure!" E’ quanto ha detto Don Andrea Gallo, ieri in un'intervista a Uniti Per La Salute.
La centrale di Vado Ligure di proprietà della Tirreno Power è suddivisa in quattro sezioni di cui due da 330 MW che vanno a carbone. Il progetto di costruzione di una nuova unità a carbone di 460 MW (il progetto ha ottenuto la firma del decreto VIA da parte del Ministero dell’Ambiente nel 2009). L'ampliamento causerebbe all'anno emissioni per ulteriori 2,4 Mton di CO2, 1.110 tonnellate di SO2 e 800 tonnellate di NOx.
Nella prefazione del libro “All' ombra delle Ciminiere” di Giovanni Borrello, don Gallo aveva scritto: “Sto seguendo il movimento che combatte contro il carbone della centrale di Vado. Per chi mi chiede aiuto, io sono pronto a servire, quindi in questo momento sono con i cittadini e i comitati contro il raddoppio della centrale. A me sembra fondamentale una presa di coscienza dal basso, attraverso una trasparenza totale, per organizzarsi e snidare quei determinati interessi economici che proliferano a danno dell’ambiente e delle persone. Solo i movimenti come quello savonese ne possono prendere coscienza e tentare l’unica strada percorribile...”.
NO al dissociatore molecolare tra Montalto e Canino
Per chi non fosse aggiornato, veniamo ai fatti: la società Cartiera Pontesodo si dice intenzionata a portare sul nostro territorio questo impianto, analogo a un altro rifiutato a Peccioli (Pisa) a causa dell'ostilità degli abitanti e della mobilitazione dei medici. Risultano infatti
"...dati allarmanti rimbalzati da Dumfries in Scozia, dove è in attività un dissociatore similare a quello inserito nel progetto della Ecofor hanno stimolato un’attenta riflessione.
Dal rapporto dell’agenzia per la protezione ambientale scozzese SEPA, l’equivalente dell’italiana ARPAT, risulta infatti che nel mese di ottobre 2010 il dissociatore molecolare ha superato di ben 39 volte i limiti di emissioni di mercurio e di diossine e furani.
Sempre nel corso del 2010 si legge nel rapporto l’impianto di Dumfries ha lavorato per 3.500 ore sulle 8.000 ore previste, incenerendo appena 10.000 tonnellate sulle 60.000 tonnellate previste, non potendo far funzionare correttamente il sistema di rimozione delle ceneri dalle camere di gassificazione e non riuscendo mai a produrre energia elettrica.
Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, la SEPA ha riscontrato la presenza nell’ambiente di tutti i tipici elementi inquinanti prodotti dagli inceneritori ed i risultati di tali esami certificano il superamento dei valori massimi di mercurio (1.95 mg/m3 contro un limite massimo di 0.05 mg/m3) e di diossine/furani (0.12 ng/m3 contro un limite massimo di 0.1 ng/m3).
Sia il mercurio che le diossine ed i furani sono sostanze estremamente tossiche e bioaccumulanti. Il mercurio ha effetti negativi sullo sviluppo neurologico, sul sistema cardiovascolare, sul sistema immunitario e sull’apparato riproduttivo, le diossine ed i furani sono sostanze estremamente cancerogene e mutagene per l'organismo umano, causano danni al sistema immunitario, al sistema riproduttivo, all’apparato ormonale.
Notizie recenti:
- discussione in consiglio provinciale a Viterbo.
- nasce il comitato "No al dissociatore molecolare"
27 gennaio 2012
Rimandato l'ok alla riconversione per Porto Tolle
Il Consiglio di Stato rinvia la decisione al prossimo Aprile per motivi "tecnici".
Il via libera proveniva da una modifica forzata "ad Aziendam" (enel) della Legge regionale 38/97 istitutiva del Delta del Po - Veneto e le normative ambientali, per poter infine scavalcare la sentenza del Consiglio di Stato che aveva in precedenza annullato la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) regionale e nazionale del progetto di riconversione a carbone, a causa dell'incompatibilità del progetto con il delicato equilibrio biologico del delta del Po.
18 gennaio 2012
Comunicazione di servizio
A causa di problemi tecnici il sito non potrà essere aggiornato ancora per qualche giorno. Vi ringraziamo per la pazienza.
30 dicembre 2011
Civitavecchia 2012, la giunta Moscherini in "Apocalisse di cemento"
"Variante della variante 29". I civitavecchiesi nel 2012 dovranno vedersela con questa oscura formula che in realtà indica qualcosa di semplice da comprendere: cemento su Civitavecchia in quantità epocali. Gianni Moscherini non ha mai potuto far mistero del suo amore incontenibile per la "grigia materia" (NB: non la materia grigia), e visto che la sua politica preferita ruota attorno ai termini "appalti", "concessioni", "abusi", "mercanteggio" (tradotto: la Cosa pubblica come gestione di potere personale) il 2012 potrebbe essere un anno orgiastico per il Primo cittadino. Ce lo spiega bene il consigliere Manuedda (fonte)
"Segnalazioni all'Autorità di Vigilanza e alla Regione Lazio. Queste le azioni annunciate dal consigliere verde, Alessandro Manuedda, per contrastare l'attuazione dei provvedimenti urbanistici approvati nell'ultimo consiglio comunale. Circa 500 mila metri cubi di cemento, che si riverseranno nella zona a monte del Moretti-Della Marta con "San Gordiano due" e "San Gordiano tre", a San Liborio nei pressi del ponte dell'autostrada e nella zona compresa tra il Fosso di Fiumaretta e Terme di Traiano, dove insistono tra l'altro anche reperti archeologici.
Interventi che il sindaco Moscherini aveva definito epocali, l'indomani del consiglio, rivolgendo peraltro un plauso al lavoro dell'assessorato all'Urbanistica. "Di epocale in quanto accaduto – ha commentato al contrario Manuedda – c'è solo la dimensione dei provvedimenti approvati, la gran parte dei quali sono stati varati in violazione di legge, in particolare della direttiva europea che prevede la Valutazione ambientale strategia, oltre che in falsa applicazione di altre norme. Tra l'altro la formazione di questi provvedimenti, costruiti tutti negli uffici comunali, non ha consentito la partecipazione della cittadinanza, per cui credo che si possa parlare di tutto fuorché di un successo". L'esponente dei Verdi precisa poi che saranno letteralmente "aggredite" quattro aree: quella compresa tra il Fosso di Fiumaretta e Terme di Traiano, dove ci sono anche siti di interesse archeologico; l'area a monte del campo da rugby Moretti-Della Marta e la zona di San Liborio alto in prossimità del ponte dell'autostrada. Cosa si può fare? "Da parte nostra – ha aggiunto Manuedda – segnaleremo tutte le anomalie alla regione e alle autorità competenti, ma non abbiamo la possibilità di chiedere l'annullamento di questi atti". La speranza è che lo facciano le associazioni ambientaliste attive sul territorio. Ma, come detto, gli atti varati il 22 di dicembre sono solo una parte, circa la metà dei metri cubi previsti dalla cosiddetta variante alla variante 29. "L'altra metà – ha concluso Manuedda – essendosi il sindaco e la maggioranza, a quanto, pare ricompattati tra loro e con la propria coscienza, arriverà nel corso del consiglio comunale del 17 gennaio, con il voto sui programmi integrati, che riverserà un'altra colata di cemento sulla città".
28 dicembre 2011
Civitavecchia, tornano i "piantatori" d'antenne
Fonte
"Complici le festività natalizie che fanno "abbassare un po' la guardia", l'altra mattina i residenti di via P. Renzi (zona Boccelle) hanno assistito all'inizio dei lavori per l'installazione, in un terreno privato, di un'altra antenna per la telefonia mobile. "In barba all'accordo tra Comune di Civitavecchia e Compagnie telefoniche con il quale, da una parte il Comune metteva loro disposizione siti ove installare le antenne per la telefonia mobile e dall'altra le compagnie si impegnavano a non contattare privati cittadini per l'installazione di antenne su proprietà private, tutto è ritornato come prima – dice uno dei residenti, Marco Schiavo - Proprio ieri, a ridosso delle festività natalizie (guarda caso) c'è stato un tentativo di installazione di un antenna in via P. Renzi (zona Boccelle) fortunatamente non passato inosservato da noi abitanti che abbiamo subito chiamato le forze dell'ordine per una verifica delle autorizzazioni a procedere.
I responsabili comunali, messi al corrente, hanno inviato gli ispettori i quali, non avendo ricevuto adeguata documentazione dagli autori dell'opera, hanno immediatamente bloccato i lavori.
Ora, aldilà di eventuali autorizzazioni e/o permessi - continua - siamo particolarmente preoccupati in quanto nell'area circostante vi vivono molti bambini ed è noto che soprattutto nelle immediate vicinanze (raggio di 70 metri) studi affermano che il segnale delle antenne telefoniche è catalogato come Devastante, tra l'altro annulla anche gli effetti di terapie come la chemio terapia per chi sfortunatamente ne ha necessità.
Sarebbe opportuno risolvere il problema definitivamente in modo che le compagnie telefoniche non possano più contattare privati cittadini ingolosendoli con cifre che potrebbero non guadagnare in un anno di lavoro - conclude Schiavo - e con il risultato di vedere da un momento all'altro dalla propria finestra affiorare una antenna con le conseguenze per la salute che ormai solo poche persone poco informate ignorano".
27 dicembre 2011
Guangdong, Cina: è rivolta popolare contro la nuova centrale a carbone
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Da Asianews:
"Il villaggio ribelle di Wukan, che ha condotto una lunghissima battaglia contro la corruzione dei dirigenti comunisti locali e l’esproprio dei terreni, festeggia oggi il ritorno a casa di Zhang Jiancheng, uno dei leader della protesta arrestato due settimane fa dalla polizia locale. Nel frattempo ad Haimen, a circa 150 chilometri da Wukan, si continua a combattere contro i soprusi del regime comunista.
Il rilascio di Zhang, 26 anni, fa parte di un accordo siglato fra Lin Zuluan – rappresentante del villaggio – e il segretario del Partito comunista provinciale Zhu Mingguo. Subito dopo la firma, Zhu ha visitato il villaggio insieme al capo del Partito di Shanwei Zheng Yanxiong e un’altra decina di rappresentanti governativi: sono stati accolti da cori di benvenuto e da applausi.
I dirigenti hanno accolto le richieste del villaggio, eliminato i funzionari corrotti e promesso “giustizia” per la morte di Xue Jinbo. Due leader popolari, però, rimangono in galera: si sono rifiutati di firmare le “confessioni” che il governo impone ai dissidenti prima di rilasciarli e per questo non sono stati liberati.
Arrestato proprio insieme a Zhang, Xue è morto durante un interrogatorio: secondo i suoi concittadini a ucciderlo è stata la polizia, mentre gli agenti parlano di un attacco di cuore. Il rilasciato racconta: “Siamo arrivati insieme alla prigione di Shanwei all’una e mezzo di pomeriggio del 9 dicembre. Mi hanno interrogato per 31 ore e mezzo filate: avevo gli occhi devastati, è stata un’esperienza terrificante”.
Del suo compagno di detenzione, ricorda: “Eravamo a poche porte di distanza. L’11 dicembre ho sentito dei colpi violenti alla sua porta, ho visto che 4 agenti lo portavano via di peso. L’ho chiamato diverse volte urlando, ma non ha dato alcun segno di aver sentito. Lì ho pensato che era morto”. Ora le autorità centrali promettono una nuova inchiesta sul caso, ma gli abitanti di Wukan non ripongono molta fiducia in questa promessa.
Haimen, nel frattempo, festeggia invece il suo terzo giorno consecutivo di proteste (v.foto). La popolazione vuole bloccare la costruzione di una centrale energetica a carbone, cancerogena, ed è scesa in piazza contro gli accordi illegali stipulati fra il governo locale e alcuni investitori. Ora la polizia sta cercando di farla sgombrare con lacrimogeni, cannoni ad acqua e cariche: inoltre, l’autostrada che collega il villaggio al resto del Paese è ancora bloccata.
Le proteste sociali continuano dunque a colpire l’intera Cina, e il fatto che le più violente si verifichino nella ricca provincia meridionale del Guangdong non è un caso. I terreni di questa zona sono i più costosi e vengono espropriati con risarcimenti sempre più bassi, e qui hanno casa le maggiori industrie straniere che producono in Asia: i salari sono miseri e il governo li mantiene tali per attirare nuovi investitori. I lavoratori, però, sono sempre meno intenzionati a rimanere in silenzio: soltanto nel 2010, oltre 180mila proteste sociali."
Altri resoconti degli scontri avvenuti:
Euronews
Blitzquotidiano
Asianews
SavonaNews
Afghanistan, 11 uomini schiacciati nella miniera di carbone
Mentre sono nove le vittime confermate nella miniera di carbone cinese di Sandu
"Almeno undici persone sono morte oggi per il crollo di una galleria di una miniera di carbone nella provincia settentrionale afghana di Baghlan. Lo ha appreso l'ANSA da fonti ufficiali. L'incidente e' avvenuto nel distretto di Nahrin il cui governatore, Fazal Rahman Rahmani, ha detto all'ANSA che "almeno quattro dei cadaveri non sono ancora stati recuperati dai soccorritori". Il responsabile ha quindi commentato che "non e' la prima volta che minatori muoiono nei pozzi della provincia di Baghlan" perche' "un episodio simile e' gia' avvenuto alcuni mesi fa". La ragione principale di questi incidenti, ha concluso, "e' la precarieta' del lavoro nelle miniere e l'assenza di misure di sicurezza in gallerie scavate in modo rudimentale".
Fonte: ANSA
Porto di Genova, sequestrato il terminal carbone
Da la Repubblica del 21/12
"Il pubblico ministero della procura di Genova, Walter Cotugno ha disposto il sequestro del 70% della superficie del terminal rinfuse del porto di Genova. All’origine del decreto ci sarebbero problemi ambientali, legati alla movimentazione del carbone. Quattro persone sono indagate. L’operatività del terminal, gestito dalla Compagnia Pietro Chiesa, è attualmente interrotta. Si apre così un nuovo fronte sulle banchine del porto di Genova.
FOTO DEL TERMINAL CARBONE
L'indagine del sostituto procuratore Walter Cotugno nasce da una segnalazione inviata dall'ufficio Ambiente e Territorio della Provincia, l'ente cui compete il monitoraggio dell'aria anche all'interno del porto. I tecnici avevano riscontrato all'interno e nell'area circostante il Terminal Rinfuse, una quantità di polveri di carbone superiori ai livelli consentiti e avevano inoltrato la relazione alla procura.
VIDEO, MERLO: "BISOGNA RISPETTARE LE REGOLE"
L'indagine mira alla tutela della salute dei lavoratori che operano nel terminal - in primis i "carbunin" - ossia i camalli della storica compagnia Pietro Chiesa -, ma anche dei dipendenti di altre società e uffici confinanti. E poi c' è l'incolumità degli stessi abitanti dei quartieri a ridosso della zona di San Benigno.
Negli anni, infatti, sono state molte le denunce di operai, impiegati, cittadini che si lamentavano per le nubi nere che si sollevano nelle giornate di vento, oppure per quella polvere di carbone depositata sulle scrivanie, sui davanzali, sulla biancheria stesa.
Ai quattro indagati, due appartenenti al settore dirigenziale e due a quello tecnico, sono contestati 15 capi d'imputazione. Secondo l'accusa non avrebbero attuato le procedure necessarie per evitare l'aumento delle emissioni di polveri derivanti dalla movimentazione e dallo stoccaggio del carbone e delle rinfuse bianche. Tra le accuse, quella di utilizzare ruspe non idonee a impedire la dispersione delle polveri. Contestata l'omissione della pulizia delle aree di stoccaggio.
Si è appreso che l'autorizzazione prevedeva lo stoccaggio di 15-20.000 tonnellate di carbone, i cui cumuli non avrebbero dovuto superare in altezza apposite barriere protettive di 5 metri. Al contrario erano state stoccate 60.000 tonnellate. Tra le anomalie riscontrate anche la mancata installazione di uno specifico autolavaggio per la pulitura dei mezzi utilizzati per il trasporto, quindi la mancata comunicazione all'Asl dell'arrivo di navi con carico di rinfuse polverose.
"La Procura è attenta nei settori che possono provocare inquinamenti" ha detto il procuratore capo reggente, Vincenzo Scolastico. Il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, si è limitato a questo commento: "Sull'azione giudiziaria abbiamo notizie frammentarie, si parla di elementi di carattere ambientale. Dico solo che, nella delibera di oggi, abbiamo evidenziato che in quel terminal ci sono carenze strutturali e ambientali che avevo già segnalato con una lettera del 24 novembre all'azienda. Sono preoccupato soprattutto per i lavoratori, ma ci attiveremo con le organizzazioni sindacali una volta compreso bene l'atto".
(21 dicembre 2011)
USA, un taglio all'inquinamento da mercurio delle centrali a carbone
Mentre il carbone arretra negli USA, un'altra buona notizia:
Da Greenreport
"L'Environmental protection agency Usa (Epa) ha adottato i nuovi Mercury and Air Toxics Standard, le misure di protezione contro le emissioni di mercurio delle centrali a carbone, che ne producono negli Usa ben 33 tonnellate all'anno e che finiscono nell'aria, nei fiumi e nelle falde idriche. Il mercurio contamina anche uccelli acquatici e pesci e minaccia in particolare la salute dei bambini e delle donne incinta. I nuovi standard di protezione sostituiscono quelli adottati dall'amministrazione di George W. Bush, che sono stati più volte respinti da diversi tribunali statunitensi perché ritenuti insufficienti, e ridurranno le emissioni di mercurio di oltre il 90%.
A trarre beneficio dai nuovi standard sarà soprattutto la comunità ispanica statunitense dato che, secondo recenti studi, quasi il 30% degli ispanici vive vicino a centrali a carbone e l'80% abita nelle aree con la peggiore qualità dell'aria degli Usa. Inoltre gli ispanici sono il gruppo di popolazione che si ciba di più dei pesci dei fiumi spesso inquinati dal mercurio.
Michael Brune, direttore esecutivo di Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, è molto soddisfatto: «L'annuncio del Presidente Obama rappresenta una pietra miliare per le famiglie di tutto il Paese. Questo significa che, dopo decenni di ritardo, ora abbiamo solide protezioni contro il mercurio e soprattutto significa tranquillità per i padri e le madri dei più di 300.000 bebè che ogni anno nascono esposti a livelli pericolosi di mercurio. Sierra Club applaude il presidente e la sua amministrazione per il loro coraggio e impegno per la protezione di tutte le famiglie, particolarmente le donne ed i bambini, contro questo pericoloso veleno e per essersi opposti ai tentativi degli inquinatori di debilitare queste salvaguardie vitali. Sono stati ricevute più di 800.000 osservazioni pubbliche, un record, in appoggio a queste protezioni e ci complimentiamo con il Presidente per aver ascoltato le preoccupazioni del popolo americano».
Sierra Club ha dato vita on-line ad una vera e propria campagna di ringraziamento a Barack Obama per aver approvato garanzie contro il mercurio che secondo gli ambientalisti e l'Epa dovrebbero salvare negli Usa 11.000 vite ogni anno. Nella lettera a Obama si legge: «Il regalo di Natale perfetto: l'aria pulita. Il nuovo Mercury and Air Toxics Standard proteggerà i bambini, gli anziani e noi tutti da inquinanti atmosferici nocivi come mercurio, arsenico, diossina e gas acidi. Questo regalo crea lavoro, stimola l'innovazione ed assicura un futuro più sano per il nostro Paese. Grazie Presidente Obama per aver messo gli interessi delle famiglie davanti a quelli delle Big Coal!»