No al carbone Alto Lazio

28 aprile 2007

Cerveteri
sala consigliare occupata durante un'assemblea


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Anche il Coordinamento Studenti aderisce alla protesta

Il coordinamento studenti contro il carbone, che coinvolgr gli istituti sotto elencati, riunitisi in assemblea, ha deciso di aderire alla protesta del movimento NOCOKE Alto Lazio. Esprimiamo preoccupazione per il NOSTRO FUTURO minato dalle ricadute ambientali che produrrà la riconversione a carbone della centrale di TVN.
Il Coordinamento solidarizza con gli scioperanti della fame di Tarquinia e con gli occupanti del comune di Civitavecchia per porre un freno alle speculazioni sulla salute di tutti i cittadini e in particolare delle generazioni futuro. Organizzeremo pertanto un sit-in di protesta che coinvolgerà tutte le scuole superiori di Civitavecchia il giorno 2 maggio alle ore 9,00 presso il piazzale antistante il palazzo comunale di Civitavecchia.

Liceo classico-pedagogico P.A. Guglielmotti
Liceo linguistico E. Hemingway
Liceo scientifico-tecnologico G. Marconi
Liceo scientifico Galilei
Istituto Alberghiero


http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=15376%22

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I cittadini resistono e rilanciano la protesta

Giovani e meno giovani, mamme con bambini, anziani si avvicendano all'Aula Pucci dove prosegue l'occupazione dei No Coke: sono i cittadini di Civitavecchia.
Portano la loro solidarietà ma soprattutto condivisione e partecipazione attiva: alcuni si alternano nell'occupazione, altri prendono il testimone dello sciopero della fame, altri ancora portano via i volantini e i comunicati stampa per aiutare a distribuirli ed ampliare l'informazione.
Diffondono le notizie nuove, la lotta di questo ultimo mese, che vede insieme cittadini di tutto l' Alto Lazio, poduce dichiarazioni parzialmente positive: il Ministro dell' Ambiente, quello della Salute e quello dei Trasporti, assumono come preoccupantissime le condizioni sanitarie, ambientali ed economiche del territorio.
Dunque resisteremo fino a quando inizieranno a ragionare anche i ministri dei Beni culturali e del Turismo, dell'Agricoltura: loro sono deputati a salvaguardare i nostri bisogni e i nostri interessi, altrimenti perchè li avremmo votati? Perchè siederebbero sugli scranni più illustri e onerosi della Repubblica?
Sono sette anni che i civitavecchiesi assieme ai No Coke resistono nella ferma opposizione alla riconversione a carbone di TVN perchè si rendono conto che bruciare cinque milioni di tonnellate all'anno di carbone che seguono a cinquanta anni di altissimo tasso di inquinamento e si aggiungono ai fumi di TVS, Montalto, porto e traffico, è pura follia. Siamo certi che prima o poi se ne accorgerà anche il ministro alla Sviluppo.
Movimento No Coke Alto Lazio-Civitavecchia

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27 aprile 2007

Ottavo giorno di occupazione dell'aula consiliare


Ottavo giorno dell'occupazione dell'aula consiliare. Sciopero della fame al settimo giorno di digiuno: Amelia passa il testimone a Sara. La nuova tornata di lotta che vede Civitavecchia insieme a tutto l'Alto Lazio mobilitato per scongiurare la riconversione a carbone di TVN ottiene prime risposte positive: Il Ministro dell' Ambiente si pronuncia a favore di una nuova valuatazione di impatto ambientale, il Ministro dei Trasporti si dichiara contrario alla costruzione dell'opera il Ministro della Salute, attraverso la propria commissione tecnica, pone il danno sanitario della popolazione come argomentazione da cui partire nel valutare l'opportunità di bruciare carbone. I Civitavecchiesi condividono la nostra opposizione e partecipano alla nostra lotta perchè sono consapevoli del fatto che bruciare 5.000.000 di tonnellate di carbone all'anno significa non poter più vivere nella nostra città per il gran danno sanitario che si aggiungerebbe a quello già subito perchè nessun altro tipo di economia potrebbe svilupparsi.
Siamo determinati e fermi nel proseguire.
Siamo certi delle ragioni del No.
Movimento No Coke Alto Lazio-Civitavecchia

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Dobbiamo scegliere: CARBONE o agricoltura

Carbone? Pian piano non si potranno più produrre formaggi, coltivare ortaggi, frutta, viti, olive. Chi elargirà agli agricoltori la certificazione dei prodotti? Cosa accadrà quando i nostri agricoltori non potranno più coltivare agricoltura commestibile?
L'allarmante perizia tecnica Naso-Giovannozzi-Fara (2002) -docenti dell'Università Sapienza di Roma nominati dal comune di Civitavecchia per rilevare l’impatto della riconversione a carbone della centrale ENEL- parla chiaro: "...si consiglia la conversione agricola in coltivazione agricole no-food..." Gli Autori sconsigliano dunque, in presenza dell'impianto di produzione energetica a carbone "pulito", l'impianto di colture alimentari, orientando le stesse verso alternative come fiori o pioppi. Non a caso l'Enel è da tempo in trattativa diretta con molti dei principali produttori locali per una riconversione delle colture in tal senso.

Tuttavia non vogliamo dimenticare, come alle lobby del carbone farebbe comodo, che le radici di molti paesi del comprensiorio sono agricole, e ancora oggi l’agricoltura è parte integrante della nostra economia.

Grazie all'inquinamento prodotto dal carbone "pulito" si interromperà il faticoso lavoro di qualificazione del settore su cui molte aziende hanno investito per dare avvio al distretto agrituristico locale e alla promozione di colture di qualità. Temiamo una generale svalutazione territoriale, una limitazione allo sviluppo turistico (altro che accoglienza delle centinaia di migliaia di crocieristi che sbarcano ogni anno a Civitavecchia) e il deperimento generale di una vasta area archeologica fra le più importanti del mondo, già riconosciuta Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

Scrive a questo riguardo Franco Di Antonio: "Siamo convinti sostenitori della necessità di salvaguardare il nostro prezioso patrimonio agricolo. Se i suoli agricoli saranno conservati ai fini della produzione alimentare si salverà anche il territorio [...] E' evidente che l'agricoltura italiana può sostenere le famiglie che producono incentrandosi su produzioni di alta qualità, la concorrenza del dei nuovi paesi produttori (Australia, Argentina etc.) per le produzioni di quantità è insostenibile. Il corollario è che le produzioni di qualità hanno bisogno di protocolli che prevedono come base la salubrità dei territorio di coltivazione. Faccio un esempio: se coltivassimo [...] ortaggi nelle zone di ricaduta dei residui di combustione delle centrali a carbone non potremmo più conferire i prodotti a nessuno se non ai riciclatori di biomasse! L'agricoltura è già sotto attacco economicamente, se ci si aggiunge l'aggressione degli inquinanti è la fine. E' già difficile sviluppare l'agricoltura secondo i principi della produzione di qualità, figuriamoci se dovessimo anche risolvere il problema dell'inquinamento dell'ambiente. Se i contadini avranno come unica via di uscita la lottizzazione dei terreni possiamo iniziare a pensare di cambiare nazione. Occorre creare reddito nelle campagne per salvare il territorio, questo è uno dei modi per salvare quello che un tempo era il giardino d'Europa, la premessa per questa operazione è la salvaguardia della salubrità dei territori ancora disponibili per l'agricoltura".

Links consigliati (agricoltura e qualità):

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30esimo giorno di sciopero della fame a Tarquinia

...E intanto a Cerveteri collassa il consigliere comunale di Cerveteri, Alessio Pascucci, in sciopero della fame da 11 giorni. http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=15358%22

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26 aprile 2007

Presidio Allumiere

25 Aprile presidio
ad Allumiere


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25 aprile 2007

Assemblea ogni giorno alle 17

Ogni sera alle 17 è convocata un'assemblea aperta al contributo di tutti coloro che vogliono partecipare. la cittadinanza tutta è tutti invitata a partecipare, nel modo che più vi piace, potete passare in qualsiasi momento e lasciare il vostro contributo, anche con la sola presenza.
Questa è una battaglia di tutti!

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Occupazione dell'Aula Pucci, 21/04/07 - conferenza stampa

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24 aprile 2007

Carbone, dilagano occupazioni e scioperi anche nelle Province

Si allarga ancora la protesta.
Vedi il link: http://www.trcgiornale.it/modules.php?name=News&file=article&sid=15678

Comunicato del 24/04/07
Dopo tarquinia, Civitavecchia, Roma XI municipio, anche Viterbo, occupando il consiglio provinciale, insorge nel nome del diritto allla salute, contro una riconversione a carbone a dire poco dannosa e scellerata, messa in atto in un territorio, che paga da anni con la salute con la propria servitù energetica. La salvaguardia della salute, dell'ambiente, del territorio è un pubblico diritto. Difendilo, fai sentire la tua voce.

Movimento nocoke Alto Lazio

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23 aprile 2007

Risposte al comunicato dei lavoratori dell'Enel-3°giorno di occupaz.

Riteniamo a dir poco sconcertanti le dichiarazioni di questo fantomatico e "spontaneo" gruppo di lavoratori ENEL. Visto che ormai tutti sanno che tra i lavoratori sono poche decine i civitavecchiesi impiegati nel cantiere di TVN, tra l'altro con contratti precari e condizioni di sicurezza da terzo mondo, non riusciamo a comprendere questo accanimento nei confronti di chi lotta per la salute di tutti.Lanciamo un'appello ai lavoratori affinché non aderiscano a questa improvvisata pagliacciata a cui sono estranee -tra l'altro- le forze sindacali. Solo a Civitavecchia capita di assistere a manifestazioni dei lavortori a favore del proprio padrone e contro la cittadinanza. Riteniamo questa manifestazione un'inutile tentativo (l'ennesimo) da parte di ENEL di creare una contraposizione fraticida in città. L' ENEL è in chiara difficoltà perchè non può far fronte al focolaio della protesta che è viva da sette anni in tutto l'alto lazio, e da oggi , anche a Roma. Nessuna iniziativa di ENEL fermerà la protesta contro il carbone, a favore della salute e dell'economia degli abitanti dell'Alto Lazio. Per la protesta contro il carbone è un buon giorno: Il gigante ENEL vacilla davvero e si fa scudo degli operai.
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E’ doloroso leggere il comunicato dei lavoratori di Torre Valdaliga Nord.
Comprendiamo il disagio di chi lavora per aziende, come Enel, che fa del lavoratore una semplice variante dipendente, e nemmeno la più importante, buona da sacrificare pur di incrementare i propri bilanci aziendali.
Quell’Enel che ci parla oggi di carbone "pulito" come ieri ci parlava dell’"innocuità" dell’amianto.
Quell’Enel che si preoccupa dell’occupazione solo quando deve usarla come ricatto per la realizzazione dei propri progetti, ma che con i suoi spacchettamenti, i suoi appalti al massimo ribasso ha fatto carne da macello dei lavoratori, dei loro diritti e del loro futuro.
E spiace che i lavoratori cadano in questo tranello, continuando a parlare di dati che non trovano conferma alcuna nel mondo scientifico e che, purtroppo, sono avvalorati dalla dolorosa esperienza dei troppi, ed i lavoratori sono tra i primi, che, in questo territorio, hanno pagato con la vita gli effetti nefasti di cinquantanni di servitù energetica.
Non vogliamo di nuovo raccontare di come il carbone pulito non esista per stessa ammissione dell’Enel, di quanti tonnellate di veleni saranno immessi nella nostra aria, ne il pesantissimo contributo del carbone all’effetto serra.
Non vogliamo nemmeno disquisire sulla necessità, condivisa anche da noi, di combattere con la stessa determinazione l’inquinamento proveniente dal porto.
Siamo uomini e donne, lavoratrici e lavoratori che hanno messo in gioco il proprio tempo, e finanche la propria salute per difendere il futuro di tutti, anche dei lavoratori del comparto energetico.
Ma riteniamo non sia più accettabile la mistificazione della realtà, di insistere con la pseudo propaganda secondo cui il sacrificio ambientale è tappa indispensabile per la creazione di quel lavoro che altrimenti mancherebbe (e che manca comunque).
E’ una logica ormai intollerabile ed anacronistica alla quale si deve reagire.
Per questo chiediamo ai lavoratori di TVN, e di tutto il comparto energetico, di unire la nostra lotta.
Uniamoci e pretendiamo dal Governo e dall’Enel una presenza energetica altra, non più legata alla produzione, quanto piuttosto alla ricerca, alla innovazione, alla manutenzione e quant’altro.
Riappropriamoci insieme del nostro territorio e del nostro futuro e non consentiamo all’ENEL di dividerci ancora una volta.
Movimento NO-COKE

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