No al carbone Alto Lazio

30 giugno 2008

"Sulla tragica morte di Ivan."


Comunicato Stampa del 25/06/2008.
Seguono commenti dal mondo politico, e un articolo di M. Galice.
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Eventi di questo tipo impongono che si ascolti in silenzio quello che la vita ha da insegnarci. Se parole devono essere spese, debbono dimostrare di essere utili per migliorare la nostra condizione.

In primo luogo, e sopra ogni altra cosa, esprimiamo tutto il nostro grande, profondo cordoglio, viva partecipazione al dolore della famiglia e dei cari di Ivan, uno di noi. 24 anni di vita, di mestiere operaio, uomo come noi, la vita stroncata come sappiamo.

In questo momento di raccoglimento, e rabbia, dobbiamo fare i conti con i pericoli che su tutti noi incombono.

Decenni di vuote chiacchiere in favore della sicurezza sul lavoro, mentre nei cantieri l'unico valore è: il profitto dei padroni. Da questo assunto loro non retrocedono, salvo riempirsi la bocca di falsità in occasione di simili eventi luttuosi. Ma alla prova dei fatti, sembra che non faccia poi tanto scandalo la morte in cantiere, per i signori della speculazione: l'uomo, vivo o morto, è solo ridotto a un numero. Un valore meramente quantitativo che entra in un bilancio, previsto sin dall'inizio.
Per noi questi numeri restano cifre di un pensiero inaccettabile, disumano e disumanizzante. Da combattere.

Intanto, in noi, si fa strada una consapevolezza tanto amara da non poter essere digerita: daremmo qualsiasi cosa per poter sperare che altre morti legate a TVN siano evitabili. Ma è una sperenza vana.
Sulla nostra testa pende un destino ineluttabile, che non è quello della morte naturale. E' quello della morte, della sofferenza per le patologie legate all'inquinamento, riguardo al quale il nostro territorio non teme confronti. Altre morti verranno entro pochi anni, grazie al carbone di TVN.
E' scienza, è statistica, di nuovo: numeri per descrivere le patologie e le morti che l'inquinamento da carbone ci regalerà. Tanto è vero che sulle carte sono già quantificate anche in termini di risarcimenti economici.
Tanto per rinfrescare la memoria a tutti, le stime di externe.info (EU) parlano di centinaia di milioni di euro per le spese mediche nei 25 anni di esercizio della centrale a carbone. Del resto, come si motivano i milioni che enel scucirà all'amministrazione Moscherini e alle altre? Semplice: si pretende di aver comprato la nostra salute.

Come accade per tutte le lotterie, quella di morte di TVN non ci dice in anticipo chi sarà sorteggiato. Ci dà invece la certezza che tanti e tanti di noi e dei nostri figli dovranno soffrire e morire per le conseguenze dell'inquinamento da carbone: tutti parteciperemo all'estrazione.
Queste morti resteranno dolore privato delle famiglie colpite, perché giornali e necrologi pubblici non parlano dei morti per l'inquinamento, delle stragi lente. Porto, le vecchie centrali ad olio combustibile, TVS, Montalto di Castro, cementifici, etc: abbiamo già dato. E invece, su tutto questo si va ad aggiungere il carbone, col suo carico insostenibile.

Se non saremo tutti noi a gridare che vogliamo sì lavoro, ma pulito e non al prezzo della vita o della salute, rischiamo di conoscere da vicino il cordoglio che oggi colpisce terribilmente i cari di Ivan. La causa sembra diversa, ma in realtà è sempre la stessa: il profitto dei potenti. Ivan siamo noi.

Se ci uniamo per fermare il carbone possiamo lasciarci alle spalle rischi tragici che non vogliamo. Ricordiamo che la nostra vita non è di destra, né di sinistra o di centro: questo dolore e queste preoccupazioni ci riguardano tutti.

Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio


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Altre dichiarazioni dal mondo politico:

DI LAVORO IN ITALIA ORMAI SI MUORE OGNI GIORNO: MA LA MORTE DEL GIOVANE CIFFARY, VENUTO DA LONTANO AD IMMOLARE LA VITA AL PROFITTO ALTRUI, HA UN SAPORE PARTICOLARMENTE AMARO.

Quel sacrificio, per la seconda volta, si consuma in un cantiere che è il più terribile segno di contraddizione dei nostri tempi in questo nostro territorio. Rifiutata dalle popolazioni, quella mega-centrale in costruzione, portatrice delle incoerenze di un industrialismo non etico e preistorico, sembra vendicarsi già prima di entrare in funzione: solo che la sua vendetta colpisce i poveri e gli incolpevoli.

I VERDI di Civitavecchia sottoscrivono parola per parola il nobile comunicato firmato dal "Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio" che esprime in modo eccellente le considerazioni che tutti dovremmo scambiarci. Su quelle parole invitiamo tutti a riflettere, prima di scatenarci ancora in miserevoli tentativi giustificatori. Riflettere almeno un giorno, quando un'altra giovane vita viene sacrificata sull'altare del profitto, al di sotto di ogni ragionevolezza.

I Verdi di Civitavecchia - 25 giugno 2008

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Consigliere provincale G. De Paolis:
Testimonianze private di giovani lavoratori precari del cantiere lamentano di lavorare in condizioni inumane e a ritmi elevatissimi perché la centrale entri in funzione il più presto possibile: la politica, le Istituzioni, la gente comune non può restare indifferente a quello che accade. Dobbiamo intervenire con cose concrete e con controlli serrati a difesa dei lavoratori, prima che quel mostro che è la centrale mieta altre vittime, ancor prima di entrare in funzione


Il Partito Democratico
Il cantiere di TVN ha già mietuto troppe vittime senza che si sia intervenuti efficacemente per l’attuazione delle prescrizioni di legge sulla sicurezza e senza dare sufficiente formazione a chi è comandato a lavorare in situazioni di rischio. E’ altrettanto grave che “per fare presto” vengano accelerati oltre misura i ritmi di lavoro. Si aumentano poi le ore lavorate sottoponendo così i dipendenti ad uno stress continuo che accentua le possibilità di incidente. Tutto questo perché si antepone la produzione al valore della vita. Esprimiamo la nostra partecipazione al dolore dei familiari e dei colleghi di Ivan Ciffary, la cui dedizione al lavoro fino al sacrificio della propria vita fa giustizia di tante inopportune valutazioni sulla presenza di stranieri nel nostro Paese


Consigliere regionale Enrico Luciani
La causa di questo tragico incidente è dovuta alla fretta con cui si vuole terminare la centrale dell'Enel. Questa fretta mette in grave pericolo l'incolumità delle persone impiegate nel cantiere, a scapito di una sicurezza tanto decantata nelle parole, ma inesistente nei fatti. Questi episodi sono l'ennesima dimostrazione dell'insufficienza dei controlli nei luoghi di lavoro. Ora mi aspetto maggior chiarezza su quanto accaduto e spero che almeno questa volta le responsabilità vengano individuate.

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“E fino a quando, o Catilina, abuserai della nostra pazienza?”. Seguendo la rabbia e l’istinto di queste ore, e sostituendo senza irriverenza i vertici dirigenziali dell’Enel a Catilina, l’incipit della più celebre delle orazioni ciceroniane potrebbe ben rappresentare lo stato d’animo della città di fronte alla tragica morte di Ivan Ciffary. Una città sfiancata, stremata, quasi stuprata socialmente ed ambientalmente da oltre 30 anni di servitù Enel, a cui è lecito domandare cos’altro vuole ancora in sacrificio da Civitavecchia per alimentare i suoi profitti aziendali. Tutto quello che è stato dato in questi decenni in termini di salute e di morte ancora non basta? Fino a che punto si dovrà assistere ancora al dazio delle vite umane e allo sfruttamento del nostro territorio? Sappiamo già cosa accadrà nelle prossime ore: il cordoglio dell’azienda elettrica nei confronti della famiglia di Ivan Ciffary, l’avvio della solita indagine interna per “accertare le cause dell’accaduto”, la conclusione dell’indagine che non accerterà mai responsabilità oggettive (come accaduto nel caso di Michele Cozzolino), alcuni giorni di sciopero dei lavoratori e dei sindacati, il fermo del cantiere per una settimana o poco più, le promesse dell’Enel sul rispetto della sicurezza e l’impegno ad incrementare il rispetto delle norme sul lavoro, ecc. ecc…e poi dopo pochi giorni assisteremo alla normale ripresa dei lavori ed al ricordo dell’ennesima vittima sul lavoro che “per fortuna” si affievolisce sempre più. Chi si ricorda ancora, infatti, di Michele Cozzolino, chi si sta ricordando della sua famiglia? Accadrà questo anche per Ivan. Tutto riprenderà dunque come prima, per ultimare al più presto i lavori di riconversione di Tvn ed accendere infine quell’agognato bottone, con la speranza che non avvenga più nessuna disgrazia a turbare la gioiosa realizzazione della “centrale a carbone più avanzata del mondo”. A voler essere cinici fino in fondo va ricordato che, dopo la morte di Cozzolino, qualcuno tra gli operai del cantiere vociferò che le previsioni aziendali per la realizzazione della centrale prevedevano tre possibili decessi tra gli operai. Previsioni macabre ma quasi rispettate. Siamo già a due ed è dunque lecito attendersi il terzo. Nella migliore delle ipotesi ci si potrebbe fermare a due e dire paradossalmente che le cose sono andate fin troppo bene, nonostante si sapesse benissimo a cosa si andava incontro. Fino a quando, dunque, Civitavecchia potrà avere tanta pazienza? Fino a quando sarà possibile tollerare tutto ciò? Forse, guardando la storia politica della città, la risposta è che sarà possibile tollerare tutto ciò per sempre. Perché maledire l’Enel e rivoltarle addosso le cause della morte di Cozzolino e Ciffary e lo stato di inquinamento del nostro territorio può essere un valido esercizio di sfogo mentale, ma inutile e rivolto al destinatario sbagliato, perché è storia risaputa, dai tempi di Carlo Marx, che l’impresa (si può usare ancora la parola capitalista?) cura i suoi interessi, bada al profitto e per raggiungerli non si ferma davanti a nulla, se non c’è nulla che la fermi. E a Civitavecchia, purtroppo, non c’è mai stata una classe politica in grado di opporsi allo strapotere Enel. Per questo la morte di Ciffary, dopo quella di Cozzolino, è la più evidente sconfitta della classe politica cittadina. Una classe politica che non è mai riuscita a contrattare seriamente con l’Enel, che non è mai riuscita a farsi rispettare, che non si è mai unita nel momento del bisogno, che non ha mai anteposto l’interesse della città alla piccola polemica di bottega o alla sterile visibilità sugli organi di stampa, che non ha mai voluto ascoltare realmente i cittadini nel momento delle scelte cruciali per il destino della città, che ha regalato il suo splendido territorio alla legge del profitto, che non ha saputo imporre la tutela ambientale del comprensorio, che non ha ricavato alcun guadagno reale dalla riconversione a carbone, che non ha saputo imporre il rispetto della sicurezza dentro Tvn, che dopo la morte di Cozzolino si è preoccupata solo di sottoscrivere una Convenzione per accaparrarsi qualche milione di euro in grado garantire la stabilità amministrativa, che si è accontentata in sintesi di quattro denari. E’ la classe politica cittadina la vera responsabile delle morti bianche a Tvn e dell’affossamento sociale, ambientale e culturale della città. Una classe politica che ha fallito e che chissà per quanto tempo ancora dovrà leccarsi le ferite.

Marco Galice (indirizzo originale)

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Aggiunta di mercoledì 23/07/08: vedi questo link, "Morti bianche, il libro"

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"INQUINAMENTO: il vero e unico primato di Civitavecchia"

Riceviamo e pubblichiamo
Non temiamo d’apparire Cassandre risentite e irose né pessimisti viscerali né allarmisti acritici e antiscientisti perché non abbiamo anelli al naso o paraocchi. Ci guardiamo attorno e volgiamo l’occhio ai fenomeni atmosferici e ambientali che da decenni condizionano il nostro sistema di vita e tarpano la spinta ad ogni progresso sostenibile.

La nostra costante vigilanza democratica rileva che la situazione meteorologica dell’hinterland civitavecchiese sta peggiorando, tanto che nei giorni scorsi la temperatura, nella nostra città, è risultata la più alta d’Italia… e il motivo è facile da comprendere. Quasi quotidianamente si assiste ad un fenomeno “strano”: un finissimo velo di nubi grigiastre grava sul porto e sulla città intera e permane dall’aurora alla tarda mattinata. Non è necessario essere Premi Nobel per la fisica e la chimica per comprendere che tale reticolo nuvoloso sia prodotto dai fumi emesse dalle navi, dalla centrale di TVS e dal traffico caotico (per la rete viaria asfittica e raffazzonata del dopoguerra e per la mancanza di parcheggi e di una circonvallazione adibita al transito veloce di Tir e al decongestionamento dei flussi periferici).

Ristagnano in atmosfera non soltanto le famigerate polveri sottili, ma anche l’ozono, per cui il sovraccarico di inquinanti (primari e secondari) esalta e accentua a dismisura l’aggressione patogenetica alla salute e agli equilibri biologici ambientali (che l’ozono sia una sostanza induttrice di patologie è acqusizione scientifica incontrovertibile).

Tutte le Istituzioni pubbliche deputate, per forza di legge, a vigilare sugli equilibri ambientali e sulla integrità della salute perseverano nella sistematica omissione di interventi normativi e repressivi. Esse sono cieche perché non vedono la anomalia di fenomeni biologici patogeni né le segnalazioni mediatiche sul dissesto del territorio. Sono anche sorde e insensibili alle continue proteste delle popolazioni vessate da decenni di sfruttamento energetico selvaggio senza alcuna ricaduta positiva sull’occupazione lavorativa e senza alcun rispetto del diritto ad un progresso sostenibile.

La grande assente dal panorama normativo e giuridico-amministrativo è la Regione Lazio, nella persona dell’Assessore all’ambiente e del superburocrate Responsabile dell’ARPA (organo tecnico titolare del sistema di monitoraggio del tasso d’inquinamento e degli sforamenti dei parametri di legge). Subito dopo, la responsabilità del mancato funzionamento dei controlli sugli inquinanti ricade sul Sindaco di Civitavecchia, Presidente dell’Osservatorio ambientale e unico titolare della gestione delle centraline di rilevamento del tasso di salubrità dell’aria, delle acque e del suolo. Quasi a sfregio delle evidenze di degrado ambientale e del diritto della collettività ad essere esaurientemente informata in tempo reale, i display luminosi (e costosi!) distribuiti in città ci assicurano paternalisticamente che “ l’aria è buona” così come è buono il vino che l’oste mesce all’avventore assetato! Se L’Osservatorio ambientale fosse organizzato come ogni struttura scientifica, nell’organigramma dovrebbero essere inseriti professionisti dal curriculum ineccepibile e dall’ etica inattaccabile. Attendiamo da quasi un anno che il Sindaco coopti nelle sezioni tecnica e sanitaria del vecchio Osservatorio ambientale un Medico e un Ingegnere dalle caratteristiche morali e operative super partes.

Come Coordinamento dei Medici per la difesa della salute e dell’ambiente (binomio inscindibile) stiamo ponendo in essere una ennesima azione legale (per ora soltanto di segnalazione e di stimolo) rivolta alle Autorità Europee, al Presidente della Repubblica, alla Magistratura, alle Istituzioni politiche di ogni ordine e grado affinché cessi questo comportamento omissivo che dura da quasi sessant’anni.

Piangersi addosso è sintomo di fragilità morale e di accidia. Reagiamo senza timori e senza pietismi. E’ in gioco (tragico gioco!) la salute nostra e quella delle future generazioni.

Il Coordinamento dei medici e dei farmacisti per la difesa della salute e dell’ambiente .

Civitavecchia, 27 giugno 2008

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" campeggio ambientale da 26 al 29 luglio al presidio No-Turbogas di Aprilia"

Il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano, l’assemblea Permanente No-Fly di Ciampino e la Rete cittadini contro la Turbogas di Aprilia stanno organizzando un campeggio all’interno del presidio permanente contro la Turbogas di Aprilia per rilanciare le mobilitazioni e per fare della socialità uno strumento utile alla lotta.

I tre movimenti che da
tempo si battono per la salvaguardia del territorio e per la salute dei cittadini intendono rafforzare i rapporti fin’ora coltivati tra di loro con un evento che superi qualsiasi concezione localista e che rilanci la mobilitazione “a tutto campo” contro l’attuale modello di sviluppo. Un evento che vuole prima di tutto parlare alle popolazioni locali e dimostrare che con la tenacia, la radicalità e la gioia nulla è perso. Finché ci sarà la gente che si organizza nei movimenti di opposizione che sialle politiche antidemocratiche dei governi tutto è ancora in gioco.
Che cosa è un campeggio ambientale? L’idea di un campeggio dei movimenti territoriale nasce in Val di Susa ormai più di dieci anni fà. Cittadini, associazioni e movimenti hanno deciso di sfruttare l’estate per dar vita ad un momento di riflessione di socialità e di gioia per far crescere la lotta in tanti aspetti. Vorremmo prendere spunto dalla loro esperienza. Vorremmo sfruttare il campeggio per vivere ed analizzare in pieno i diversi aspetti della lotta. L’analisi: con l’organizzazione di dibattiti, seminari e workshop, si puo ragionare sulle forme di organizzazione, sugli aspetti tecnici e su come rapportarci con il nuovo governo che ha promesso di difendere i siti “strategici” (come Chiaiano e la val di Susa) con l’esercito. L’informazione\comunicazione: con la divulgazione di materiale informativo, filmati e controinchieste, utili alla crescita collettiva. Studiare insieme nuovi linguaggi comunicativi nel tentativo di bucare il muro di gomma dei grandi media L’organizzazione: con la sperimentazione di forme decisionali alternative come assemblee partecipate e democratiche, gruppi di lavoro inter-movimento, rilancio delle reti regionali e nazionali tra le diverse esperienze territoriali come il Patto nazionale di mutuo Soccordo. La socialità: con la possibilità di vivere insieme per qualche giorno in piena armonia con la natura (anche quella umana) in modo sostenibile, rifiutando la combustione e gli sprechi. Il riciclo sarà un punto fisso del campeggio. In più stiamo tentando di organizzare dei corsi per imparare a costruire un pannello solare. La gioia: aspetto fondamentale delle lotte di movimento. Vorremmo organizzare eventi che “riempiano” il campeggio di emozioni, vero sale di ogni mobilitazione. Concerti, performance teatrali, corsi di educazione ambientale, mostre ,tornei sportivi e giochi per bambini. Questa è la nostra idea di società. Rifiuto della devastazione ambientale e sociale e rilancio di un modello compatibile, sostenibile e a misura d’uomo.
Perchè il campeggio si farà al presidio permanente contro la Turbogas? Ormai da un anno e mezzo cittadini di tutte le estrazioni sociali, politiche e culturale e di tutte l’età occupano un casale al centro del terreno dove la Sorgenia Spa vorrebbe costruire la centrale Turbogas (a ciclo combianto da 800 mgw) per opporsi con i propri corpi e le proprie intelligenze a questa decisione calata dall’alto che andrebbe a devastare un territorio gia gravemente colpito dall’industrializzazione degli anni 70. Ma oltre ad occupare per impedire qualsiasi inizio dei lavori, il Presidio è diventato un centro di socialità e di incontro di diversi cittadini. Assmblee, iniziative, manifestazioni, cene e feste hanno riempito e trasformato quel luogo abbandonato fino al 2006 in uno spazio aperto di confronto e di lotta. É per questo che i tre movimenti hanno deciso di organizzare l’evento li. Il presidio No-Turbogas sta diventando un simbolo per tutte le vertenze territoriali della zona.

Perché organizzare il campeggio insieme a gli altri movimenti? Perché insieme questi tre movimenti hanno gia percorso tanti passi. Hanno animato la rete regionale ambientale, un progetto nato da diversi movimenti del Lazio (oltre gli organizzatori ci sono i No-coke di Civitavecchia, il forum ambientalista di Colleferro e della valle del Sacco e altri movimenti romani) con l’obbiettivo di trovare degli obbiettivi comuni per una ampia campagna contro gli speculatori (guarda caso sempre gli stessi: Acea, Ama, Sorgenia, Enel ecc). Per uscire dalle accuse che il governo ed i suoi amici ci fanno, cioè di mobilitarsi solo per il nostro orticello ( la famosa sindrome di NIMBY), del nostro cortile di casa. Un’altro motivo per cui si sta organizzando il campeggio insieme è la contiguità territoriale delle vertenze. I cittadini della Pianura Pontina , dei Castelli Romani e di Caimpino, vivono in un territorio simile dove le contraddizioni che lo attraversano si incrociano con le vite degli abitanti, pensiamo al fenomeno del pendolarismo verso Roma.

Per far diventare il campeggio un vero evento senza precedenti nella zona pontina, chiediamo ai cittadini, le associazioni ed i movimenti limitrofi di aiutarci in questa impresa totalmente autorganizzata ed autogestita.
Che significa aiutarci. Significa partecipare alle assemblee preparatorie, aiutare durante l’allestimento del campeggio, durante tutto il periodo del campeggio. Sostenere questo progetto significa anche riempire gli spazi della giornata con delle attività: mostre, giochi per bambini organizzazione di tornei sportivi o di corsi creativi. Tutto ciò che puo arricchire l’evento. Ci sono mille modi per sostenere il progetto.
Portiamo la vita e la gioia al campeggio del Presidio No-Turbogas. Allontaniamo chi ci vuole portare solo inquinamento e morte.

Per info, per proporre iniziative o per aiutare i movimenti durante il campeggio:

3287478394 Marco
3487906062 Emiliano
marcostrike@gmail.com

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Tarquinia: M. Tosoni riconsegna la delega all'ambiente al sottosindaco Mazzola

Tarquinia: il consigliere di maggioranza Marco Tosoni, a causa delle forti divergenze sulla questione "riconversione a carbone" della centrale Enel TVN, consegna la delega all’Ambiente e scrive al sindaco Mazzola.
Caro,Sindaco
dopo una lunghissima meditazione consegno nelle sue mani la delega all’Ambiente affidatami nel giugno 2007. Allora la ritenevo una grande gratificazione, per il mandato elettorale affidatami dai cittadini, ma soprattutto per il grande valore che rappresenta la difesa dell’ambiente come valore universale di rispetto per la propria terra,fonte di vita e di sostentamento economico.

Purtroppo non ho avuto modo ,in questi undici mesi di amministrazione, di lavorare liberamente sulla delega da lei affidatami. Troppo di frequente mi veniva rimproverato, di occuparmi soltanto, della centrale a carbone di Civitavecchia, quando ‘‘dice lei’’ ci sono ben altri temi di cui occuparsi,di uguale importanza. Purtroppo,sul tema: rispetto dell’ambiente e tutela del territorio, abbiamo delle idee molto diverse, e considerato che questa è la mia delega, avrei sempre le mani legate e non potrei mai dare il mio contributo, per una vera e propria battaglia,di una vera e propria tutela dell’ambiente e difesa del nostro territorio, del quale sono innamorato e per il quale, esigo il massimo rispetto,un territorio da sempre vocato,per un agricoltura e un turismo di qualità,un territorio che può darci tanto, basta saperlo valorizzare, e non farcelo sfruttare e deturpare, da chi non vede al di là, di quelle due torri a strisce bianche e rosse. Quando sono stato eletto, ho ricevuto una grande responsabilità, quella che non mi permetterà mai di accordarmi su nessuna cifra, perché la mia terra non ha prezzo.
Visti i problemi sopraelencati, vista la bocciatura,da parte di tutta la maggioranza,della mozione,da me presentata il 19 giugno,nel corso del consiglio comunale,avente all’ordine del giorno,la discussione del tema TVN centrale a carbone di Civitavecchia, ritengo sia doveroso da parte mia,prendere atto,che non ci sono più le basi, per continuare questo percorso amministrativo,insieme a questa maggioranzaRitengo altresì, importante precisare,che non ci sono i presupposti politici e di ideali, per condividere un percorso comune con l’attuale opposizione. Ritengo quindi,di poter definire la mia posizione,indipendente da ogni tipo di schieramento, con la funzione di portare avanti le istanze dei cittadini, affrontando ogni consiglio con responsabilità,votando a favore dei punti all’ordine del giorno che riterrò utili, e contro tutto ciò che riterrò inutile e sbagliato,per i cittadini e la città di Tarquinia.

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Pericolo ozono in Italia

"Dal Rhenish Institute for Environmental Research at the University of Cologne ci giungono I dati sulle previsioni per l’ozono in Italia per oggi, domani e dopodomani.
In gran parte della penisola i livelli saranno molto alti.
Ai fini della protezione della salute umana, secondo l’Unione Europea, i limiti dei livelli massimi di ozono, calcolati nella media di otto ore, non devono superare i

120 mg /m3.
L’esposizione all’ozono, un inquinante secondario, provoca: respiro rapido e superficiale, irritazione delle vie respiratorie, tosse, spasmo bronchiale, riduzione della funzionalità polmonare, riacutizzazione dell’asma, riduzione della capacità del sistema immunitario nel combattere le infezioni batteriche, riduzione della performance atletica, congiuntivite, nascite premature, neonati di basso peso, possibile morte improvvisa del lattante, malformazioni congenite, riduzione dello sviluppo polmonare, possibili “modificazioni” a livello del cervello che renderebbero in qualche modo più sensibile l’organismo all’azione degli inquinanti (U.S. EPA. Air quality criteria for ozone and related photochemical oxidants; 600/P-93/004aF).

L’ozono sembra essere la chiave dell’aumento delle morti per cause cardiovascolari durante le ondate di calore (Occup. Environ Med 2007).

L’ozono si forma dalla ossidazione di composti organici volatili (VOCs) in presenza di NOx e dei raggi solari. I VOCs rappresentano il combustibile mentre gli NOx agiscono come una sorta di catalizzatori della reazione di ossidazione poiché non diminuiscono durante la reazione chimica che porta alla formazione di ozono. La fotochimica dell’ozono è un processo complesso e fortemente non lineare (European Commission - Ozone Position Paper).

Ad ogni aumento di un grado Celsius di temperatura corrispondono, negli Stati Uniti, circa 1000 decessi per inquinamento e circa il 40 % di queste morti è causata dall'ozono (GEO. RES. LETT, V. 35, L03809, doi:10.1029/2007GL031101, 2008).

CI SEMBRA INDISPENSABILE CHE LA POPOLAZIONE SIA INFORMATA CHE LE MORTI DURANTE LE ONDATE DI CALORE SONO DOVUTE IN PARTE AD UNA MAGGIOR TOSSICITA’ DEGLI INQUINANTI CAUSATA DALL’AUMENTO DELLA TEMPERATURA.

QUESTI DATI VENGONO NASCOSTI ALL’OPINIONE PUBBLICA CHE PENSA CHE IL PROBLEMA SIA ESCLUSIVAMENTE IL CALDO

IN BASE A QUESTE PREVISINI, SI RACCOMANDA DI NON PASSARE MOLTO TEMPO ALL’APERTO, SOPRATTUTTO NELLE ORE PIU’ CALDE, PER GLI ALTI LIVELLI DI OZONO.

LA RACCOMANDAZIONE VALE PRINCIPALMENTE PER I SOGGETTI PIU’ SENSIBILI COME GLI ANZIANI, I BAMBINI E GLI AMMALATI.

Giovanni Ghirga

Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)

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Sugli OGM prevalga la ragione

Roma, Italia — Da tempo l'industria biotecnologica prova a sfruttare la crisi alimentare e la fame nel mondo per imporre come soluzione gli OGM. È la più grande bugia del mondo biotech. Gli organismi geneticamente modificati, infatti, vengono utilizzati soprattutto per produrre mangimi animali che vengono esportati nei paesi ricchi. Inoltre gli Ogm non producono più delle colture convenzionali e non danno garanzie di salubritá a lungo termine.
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VOTATE E FATE VOTARE NO AL SONDAGGIO LANCIATO SUL TG1

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"Scelte illuminate"

Roma, Italia — Greenpeace presenta la classifica "Scelte illuminate" sull'impegno della grande distribuzione a rimuovere le lampadine incandescenti dai propri scaffali, prima del bando al 2011 approvato con la scorsa finanziaria. Perché aspettare il 2011 se la tecnologia sprecona può essere mandata in pensione subito? Il "10 e lode in efficienza" va a Leroy Merlin. Al secondo posto Coop e al terzo Ikea. In fondo alla classifica Esselunga.
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25 giugno 2008

Sentenza TAR: l'"allargamento" della base "Dal Molin" non può avere luogo

"Il TAR del Veneto si esprime sulla nuova base Usa di Vicenza: il progetto non è in regola, i lavori non possono iniziare. I veri illegali sono stati smascherati...
Fonte

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"What We've Learned About the Climate in 20 Years"

Venti anni fa esatti, il climatologo J. Hansen (NASA) mise in guardia il mondo dai mutamenti climatici indotti dalle modificazioni della composizione atmosferica in conseguenza delle attività antropiche inquinanti. Vent'anni dopo, Hansen fa il punto della situazione.
Fonte: thedailygreen.com

My presentation today is exactly 20 years after my 23 June 1988 testimony to Congress, which alerted the public that global warming was underway. There are striking similarities between then and now, but one big difference.

Again a wide gap has developed between what is understood about global warming by the relevant scientific community and what is known by policymakers and the public. Now, as then, frank assessment of scientific data yields conclusions that are shocking to the body politic.

Now, as then, I can assert that these conclusions have a certainty exceeding 99 percent.

The difference is that now we have used up all slack in the schedule for actions needed to defuse the global warming time bomb. The next President and Congress must define a course next year in which the United States exerts leadership commensurate with our responsibility for the present dangerous situation.

Otherwise it will become impractical to constrain atmospheric carbon dioxide, the greenhouse gas produced in burning fossil fuels, to a level that prevents the climate system from passing tipping points that lead to disastrous climate changes that spiral dynamically out of humanity’s control.

Changes needed to preserve creation, the planet on which civilization developed, are clear. But the changes have been blocked by special interests, focused on short-term profits, who hold sway in Washington and other capitals.

I argue that a path yielding energy independence and a healthier environment is, barely, still possible. It requires a transformative change of direction in Washington in the next year.

On 23 June 1988 I testified to a hearing, chaired by Senator Tim Wirth of Colorado, that the Earth had entered a long-term warming trend and that human-made greenhouse gases almost surely were responsible. I noted that global warming enhanced both extremes of the water cycle, meaning stronger droughts and forest fires, on the one hand, but also heavier rains and floods.

My testimony two decades ago was greeted with skepticism. But while skepticism is the lifeblood of science, it can confuse the public. As scientists examine a topic from all perspectives, it may appear that nothing is known with confidence. But from such broad openminded study of all data, valid conclusions can be drawn.

My conclusions in 1988 were built on a wide range of inputs from basic physics, planetary studies, observations of on-going changes, and climate models. The evidence was strong enough that I could say it was time to “stop waffling”. I was sure that time would bring the scientific community to a similar consensus, as it has.

While international recognition of global warming was swift, actions have faltered. The U.S. refused to place limits on its emissions, and developing countries such as China and India rapidly increased their emissions.

What is at stake? Warming so far, about two degrees Fahrenheit over land areas, seems almost innocuous, being less than day-to-day weather fluctuations. But more warming is already "in-the-pipeline", delayed only by the great inertia of the world ocean. And climate is nearing dangerous tipping points. Elements of a “perfect storm”, a global cataclysm, are assembled.

Climate can reach points such that amplifying feedbacks spur large rapid changes. Arctic sea ice is a current example. Global warming initiated sea ice melt, exposing darker ocean that absorbs more sunlight, melting more ice. As a result, without any additional greenhouse gases, the Arctic soon will be ice-free in the summer.

More ominous tipping points loom. West Antarctic and Greenland ice sheets are vulnerable to even small additional warming. These two-mile-thick behemoths respond slowly at first, but if disintegration gets well underway it will become unstoppable. Debate among scientists is only about how much sea level would rise by a given date. In my opinion, if emissions follow a business-as-usual scenario, sea level rise of at least two meters is likely this century. Hundreds of millions of people would become refugees. No stable shoreline would be reestablished in any time frame that humanity can conceive.

Animal and plant species are already stressed by climate change. Polar and alpine species will be pushed off the planet, if warming continues. Other species attempt to migrate, but as some are extinguished their interdependencies can cause ecosystem collapse. Mass extinctions, of more than half the species on the planet, have occurred several times when the Earth warmed as much as expected if greenhouse gases continue to increase. Biodiversity recovered, but it required hundreds of thousands of years.

The disturbing conclusion, documented in a paper I have written with several of the world’s leading climate experts, is that the safe level of atmospheric carbon dioxide is no more than 350 ppm (parts per million) and it may be less. Carbon dioxide amount is already 385 ppm and rising about 2 ppm per year. Stunning corollary: the oft-stated goal to keep global warming less than two degrees Celsius (3.6 degrees Fahrenheit) is a recipe for global disaster, not salvation.

These conclusions are based on paleoclimate data showing how the Earth responded to past levels of greenhouse gases and on observations showing how the world is responding to today’s carbon dioxide amount. The consequences of continued increase of greenhouse gases extend far beyond extermination of species and future sea level rise.

Arid subtropical climate zones are expanding poleward. Already an average expansion of about 250 miles has occurred, affecting the southern United States, the Mediterranean region, Australia and southern Africa. Forest fires and drying-up of lakes will increase further unless carbon dioxide growth is halted and reversed.

Mountain glaciers are the source of fresh water for hundreds of millions of people. These glaciers are receding world-wide, in the Himalayas, Andes and Rocky Mountains. They will disappear, leaving their rivers as trickles in late summer and fall, unless the growth of carbon dioxide is reversed.

Coral reefs, the rainforest of the ocean, are home for one-third of the species in the sea. Coral reefs are under stress for several reasons, including warming of the ocean, but especially because of ocean acidification, a direct effect of added carbon dioxide. Ocean life dependent on carbonate shells and skeletons is threatened by dissolution as the ocean becomes more acid.

Such phenomena, including the instability of Arctic sea ice and the great ice sheets at today’s carbon dioxide amount, show that we have already gone too far. We must draw down atmospheric carbon dioxide to preserve the planet we know. A level of no more than 350 ppm is still feasible, with the help of reforestation and improved agricultural practices, but just barely – time is running out.

Requirements to halt carbon dioxide growth follow from the size of fossil carbon reservoirs. Coal towers over oil and gas. Phase out of coal use except where the carbon is captured and stored below ground is the primary requirement for solving global warming.

Oil is used in vehicles where it is impractical to capture the carbon. But oil is running out. To preserve our planet we must also ensure that the next mobile energy source is not obtained by squeezing oil from coal, tar shale or other fossil fuels.

Fossil fuel reservoirs are finite, which is the main reason that prices are rising. We must move beyond fossil fuels eventually. Solution of the climate problem requires that we move to carbon-free energy promptly.

Special interests have blocked transition to our renewable energy future. Instead of moving heavily into renewable energies, fossil companies choose to spread doubt about global warming, as tobacco companies discredited the smoking-cancer link. Methods are sophisticated, including funding to help shape school textbook discussions of global warming.

CEOs of fossil energy companies know what they are doing and are aware of long-term consequences of continued business as usual. In my opinion, these CEOs should be tried for high crimes against humanity and nature.

Conviction of ExxonMobil and Peabody Coal CEOs will be no consolation, if we pass on a runaway climate to our children. Humanity would be impoverished by ravages of continually shifting shorelines and intensification of regional climate extremes. Loss of countless species would leave a more desolate planet.

If politicians remain at loggerheads, citizens must lead. We must demand a moratorium on new coal-fired power plants. We must block fossil fuel interests who aim to squeeze every last drop of oil from public lands, off-shore, and wilderness areas. Those last drops are no solution. They yield continued exorbitant profits for a short-sighted self-serving industry, but no alleviation of our addiction or long-term energy source.

Moving from fossil fuels to clean energy is challenging, yet transformative in ways that will be welcomed. Cheap, subsidized fossil fuels engendered bad habits. We import food from halfway around the world, for example, even with healthier products available from nearby fields. Local produce would be competitive if not for fossil fuel subsidies and the fact that climate change damages and costs, due to fossil fuels, are also borne by the public.

A price on emissions that cause harm is essential. Yes, a carbon tax. Carbon tax with 100 percent dividend is needed to wean us off fossil fuel addiction. Tax and dividend allows the marketplace, not politicians, to make investment decisions.

Carbon tax on coal, oil and gas is simple, applied at the first point of sale or port of entry.

The entire tax must be returned to the public, an equal amount to each adult, a half-share for children. This dividend can be deposited monthly in an individual’s bank account. Carbon tax with 100 percent dividend is non-regressive. On the contrary, you can bet that low- and middle-income people will find ways to limit their carbon tax and come out ahead.

Profligate energy users will have to pay for their excesses.

Demand for low-carbon high-efficiency products will spur innovation, making our products more competitive on international markets. Carbon emissions will plummet as energy efficiency and renewable energies grow rapidly. Black soot, mercury and other fossil fuel emissions will decline. A brighter, cleaner future, with energy independence, is possible.

Washington likes to spend our tax money line-by-line. Swarms of high-priced lobbyists in alligator shoes help Congress decide where to spend, and in turn the lobbyists’ clients provide “campaign” money.

The public must send a message to Washington. Preserve our planet, creation, for our children and grandchildren, but do not use that as an excuse for more tax-and-spend. Let this be our motto: “One hundred percent dividend or fight!”

The next President must make a national low-loss electric grid an imperative. It will allow dispersed renewable energies to supplant fossil fuels for power generation. Technology exists for direct-current high-voltage buried transmission lines. Trunk lines can be completed in less than a decade and expanded analogous to interstate highways.

Government must also change utility regulations so that profits do not depend on selling ever more energy, but instead increase with efficiency. Building code and vehicle efficiency requirements must be improved and put on a path toward carbon neutrality.

The fossil-industry maintains its strangle-hold on Washington via demagoguery, using China and other developing nations as scapegoats to rationalize inaction. In fact, we produced most of the excess carbon in the air today, and it is to our advantage as a nation to move smartly in developing ways to reduce emissions. As with the ozone problem, developing countries can be allowed limited extra time to reduce emissions. They will cooperate: they have much to lose from climate change and much to gain from clean air and reduced dependence on fossil fuels.

We must establish fair agreements with other countries. However, our own tax and dividend should start immediately. We have much to gain from it as a nation, and other countries will copy our success. If necessary, import duties on products from uncooperative countries can level the playing field, with the import tax added to the dividend pool.

Democracy works, but sometimes churns slowly. Time is short. The 2008 election is critical for the planet. If Americans turn out to pasture the most brontosaurian congressmen, if Washington adapts to address climate change, our children and grandchildren can still hold great expectations.

James E. Hansen is director of the NASA Goddard Institute for Space Studies

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Autodistruttività


Dalla cronaca di ieri:
Momenti di altissima tensione all'aereoporto di Tel Aviv, durante la cerimonia per la partenza del presidente francese Nicolas Sarkozy, a conclusione della visita di Stato di tre giorni del presidente francese in Medio Oriente. Un soldato impegnato nel picchetto d'onore si è sparato. Ne ha dato notizia la radio israeliana. Il militare è morto sul colpo.
Fonte.
Ogni deriva distruttiva è anche autodistruttiva. Episodi come questo ci dicono molto su di noi, sulla natura umana. Forse qualcuno vorrà giustificare l'accaduto inventando squilibri e disturbi mentali del ragazzo "sottovalutati". Come se il suo stesso ruolo, quello di militare "a difesa della pace", non rappresentasse già di per sé un enorme paradosso, tale da costituire una fonte lacerante di contraddizioni insopportabili per un essere che sappia discriminare tra ciò che è bene e ciò che è male.
NB: naturalmente su tutte le testate giornalistiche si parla della paura dei VIP Sarkozy e Carla Bruni, nessun cenno alla significatività umana e psicologica dell'evento. Siamo questo.

Immagine:lestanzedinatan.myblog.it

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24 giugno 2008

Esprimiamo cordoglio per la famiglia del ragazzo deceduto oggi nel cantiere TVN. Un'altra vittima delle speculazioni indiscriminate.


Oggi, martedì 24 giugno 2008, trova la morte Ivan Ciffary, giovane operaio, il secondo, nel cantiere della riconversione a carbone della centrale Torrevaldaliga Nord - enel. Un'altra vittima delle speculazioni irrispettose delle persone, delle comunità. Per i signori del profitto si tratta senz'altro di morti accettabili, quantitativamente preventivate, sin dall'inizio.
Per noi non è lo stesso, questo è stato sempre chiaro. Verrà il momento delle valutazioni e delle riflessioni che questo gravissimo avvenimento ci costringe a fare.

Ma ora desideriamo solo esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia della giovane vittima
Clicca qui per ulteriori informazioni (trcgiornale.it)

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