No al carbone Alto Lazio

21 settembre 2008

Concorso per cortometraggi in digitale sul tema energetico

Si chiama Enel Digital Contest, e l'annuncio ufficiale recita così:
"Partecipa alla quinta edizione di Enel Digital Contest, il concorso internazionale promosso da Enel e Future Film Festival per la realizzazione di un cortometraggio originale sul tema "The power of energy". Invia la tua candidatura entro il 31 ottobre 2008: potresti essere uno dei vincitori!"
Clicca qui per scaricare il modulo d'iscrizione.
Vogliamo far conoscere la nostra arte ;-) ?

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18 settembre 2008

Multa milionaria a Enel per "pratiche commerciali scorrette"

Da Repubblica.it, 15/09/2008
"Multa milionaria dell'Antitrust a Enel Energia per "pratiche commerciali scorrette" e di 100 mila euro a Enel spa "ritenuta responsabile in qualità di committente degli spot televisivi".


Secondo l'Autorità garante per la concorrenza, i comportamenti di Enel Energia sono stati finalizzati ad acquisire contratti di fornitura di energia e gas con distinte pratiche che hanno condizionato considerevolmente le scelte dei consumatori. Per quanto riguarda invece la capogruppo Enel, l'Antitrust ne ha accertato la responsabilità, in qualità di committente, relativamente alla diffusione di uno spot televisivo giudicato ingannevole.

Più in dettaglio, Enel Energia, società del gruppo Enel
attiva nel mercato libero - sottolinea l'antitrust - ha messo in atto pratiche commerciali scorrette: nel passaggio di clienti in regime di cosiddetta 'maggior tutela' al mercato libero dell'energia elettrica; nell'attivazione non richiesta di una fornitura di gas naturale.

La società "ha messo in atto pratiche commerciali aggressive attivando forniture di luce e gas non richieste, esigendone, in alcuni casi, il pagamento, imponendo ostacoli all'esercizio del diritto di ripensamento e adottando procedure di marketing aggressive".

La società inoltre, continua l'Authority, "per le offerte commerciali riguardanti entrambi i servizi di fornitura di elettricità e gas, ha fornito ai consumatori indicazioni non rispondenti al vero, inesatte, incomplete. Enel energia ha anche omesso di fornire, attraverso i canali di vendita (call center e agenti) notizie rilevanti sull'attività svolta, le condizioni di mercato e di fruibilità delle offerte, le modalità di conclusione del contratto".

In particolare, "non è stato chiarito agli utenti che i contratti comportavano lo spostamento a un nuovo fornitore e, per quanto riguarda l'energia elettrica, il passaggio dal mercato di 'maggior tutela al mercato libero', con un piano tariffario soggetto, nel futuro, alle variazioni del mercato. In alcuni casi è stata taciuta la possibilità di esercitare tempestivamente il diritto di recesso". L'autorità ha quindi sanzionato le due distinte pratiche con multe pari, ciascuna, a 500mila euro.

L'Antitrust ha anche dichiarato ingannevoli le campagne pubblicitarie svolte per promuovere le offerte 'bioraria' e 'vantaggio 5+' attraverso l'invio di brochure ai potenziali clienti e la diffusione di uno spot televisivo, sanzionando Enel Energia con una multa di 100mila euro. Per lo spot televisivo l'antitrust ha stabilito la responsabilità anche della capogruppo Enel in quanto è risultata committente del messaggio, comminando una sanzione di 100mila euro.

L'istruttoria era stata avviata il 21 febbraio 2008, dopo che numerosi consumatori avevano segnalato di aver contestato alla società enel energia l'attivazione di forniture di energia elettrica e/o di gas, da essi mai richieste o rispetto alle quali era stato tempestivamente esercitato, senza successo, il diritto di ripensamento o il diritto di recesso."

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14 settembre 2008

Carbone a Saline Joniche: al via una campagna di informazione e la petizione popolare

Riceviamo e pubblichiamo
"Sabato 20 e domenica 21, presso tutti i Comuni dell'Area, sono previsti dei punti di incontro con la cittadinanza per avviare una petizione popolare ed una campagna di sensibilizzazione sulla scottante tematica.

Non disinteressatevi, ne va anche della vostra salute e del futuro dei vostri figli.
Di seguito il MANIFESTO DELLE ASSOCIAZIONI

"NO AL CARBONE, SI AD UN PROGRAMMA ALTERNATIVO DI SVILUPPO"

L'ipotesi di realizzare una Centrale a Carbone a Saline Joniche (RC) rievoca spettri di un passato "pseudo-industriale", tradito sul nascere, che ha provocato stravolgimenti e disastri sul nostro territorio. Una violenza inaudita che non ha tenuto conto delle vocazioni naturali dell'Area ed ha negato la possibilità di un percorso di sviluppo all'intero comprensorio.

Dal fallimento di quel modello ad oggi sono passati più di trent'anni e niente è accaduto. Nulla è stato fatto per perseguire la riconversione dell'Area secondo sistemi compatibili con l'ambiente, con la nostra storia e con i nostri bisogni.

E oggi come ieri i nostri bisogni e le nostre aspettative non sono compatibili con il progetto della S.E.I. che:

- propone un impianto facendo leva sul bisogno di lavoro, promettendo ciò che non potrà mantenere in termini di occupazione;

- un impianto che non attiverà, attorno a sé, un indotto economico significativo ma, al contrario, deprezzerà i valori degli immobili e delle attività commerciali ed agricole;

- che produrrà emissioni diffuse di agenti inquinanti nocivi per la salute dei residenti;

- che genererà un notevole danno ambientale diffuso in mare, attraverso l'innalzamento della temperatura dell'acqua, in aria con la coltre di polveri sottili ed in terra con la conseguente ricaduta di queste polveri.

Niente lavoro, rischio per la salute, crollo dei valori immobiliari, inquinamento.

Di fronte a tutto questo dove sono i benefici?

La Calabria ha un esubero di produzione energetica rispetto ai suoi consumi perciò l'energia prodotta andrebbe ad alimentare fabbriche ed abitazioni di altre Regioni del Paese, e va ricordato, a tal proposito, che la Calabria s'é fatta già carico dei problemi del Paese con il suo nulla-osta al rigassificatore da allocare nel porto di Gioia Tauro. Abbiamo già dato!

Non vogliamo più assistere inermi a progetti imposti dall'alto e che non tengono conto delle vocazioni e delle reali potenzialità del territorio, ma pretendiamo di conoscere le previsioni ed i programmi che la Regione Calabria intende realizzare su questo territorio e con i quali, come affermato dal Presidente Loiero, la costruzione della Centrale non è coerente.

Noi, il mondo dell'associazionismo dell'Area, ci proponiamo e siamo disponibili a promuovere la costruzione di un programma di sviluppo alternativo e sostenibile che valorizzi le risorse naturali, storico-culturali e paesaggistiche partendo dalle vocazioni naturali di questa porzione di territorio, convinti che la Centrale non rappresenti un volano di sviluppo ma l'ennesima e questa volta definitiva "mazzata".

COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI DELL'AREA JONICA

Per ulteriori informazioni: coord.assoareajonica@gmail.com

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Carbone, mercurio, autismo

"Vivere intorno ad una fonte di emissione di mercurio quale una centrale a carbone o un inceneritore aumenta il rischio di ammalarsi di autismo."

Uno studio recente effettuato dalla University of Texas Health Science Center (San Antonio, Texas, USA) e pubblicato sulla nota rivista Journal Health & Place, ha messo in evidenza la presenza di un rischio statisticamente significativo tra la quantità di mercurio emesso da una fonte industriale d’inquinamento e l’incremento d’incidenza dell’autismo nei bambini che vivono nel territorio circostante.

La parola "autismo" deriva dal greco "autús" che significa "se stesso” e, come malattia o modello particolare di struttura psichica, si evidenzia drammaticamente per l’isolamento, l’anestesia affettiva, la scomparsa dell’iniziativa, le difficoltà psico-motorie, il mancato sviluppo del linguaggio.

Accanto a queste espressioni, di per se già disturbanti e fortemente disabilitanti, gli autistici dimostrano un’importante incontinenza emotiva che si espleta con urla, corse afinalistiche, ipercinesie, a volte aggressività, angoscia e terrore.

Avere un figlio affetto da autismo richiede un enorme impegno da parte dei famigliari ed è causa di una grande, costante preoccupazione.

I risultati di questa ricerca coincidono con quelli di numerosi altri studi che confermano l’elevata quantità di mercurio presente nelle piante, negli animali e negli esseri umani che vivono vicino a una fonte di emissione di questo elemento.

Il prezzo che i bambini pagano è sicuramente il più alto. Infatti, l’esposizione anche a dosi estremamente basse di numerosi inquinanti quali il mercurio, quando avviene durante quel periodo critico di formazione e sviluppo del sistema nervoso, in soggetti geneticamente predisposti, può aumentare il rischio di gravi patologie quali l’autismo.

La combustione del carbone è una delle cause più importanti di emissione nell’ambiente di mercurio; il carbone può contenere fino a 150 volte la quantità di mercurio presente nell’olio combustibile (Ambient Air Pollution by Mercury (HG). Position Paper. European Communities, 2001).

Gli autori dello studio hanno esaminato i dati di emissione di 39 centrali a carbone e di altre 56 sorgenti industriali presenti in Texas e li hanno messi a confronto con l’incidenza dell’autismo nei bambini che frequentavano 1.040 distretti scolastici.

I risultati sono stati molto chiari. Vivere intorno ad una fonte di emissione di mercurio quale una centrale a carbone o un inceneritore, aumenta in modo statisticamente significativo il rischio di ammalarsi di autismo. L’aumento d’incidenza della malattia ha mostrato una riduzione dell’1-2 % per ogni 16 chilometri di distanza dalla fonte stessa.

Parte del mercurio emesso nell’ambiente si deposita al suolo e, in seguito all’azione di alcuni batteri, viene trasformato in metilmercurio, una forma estremamente tossica. La contaminazione degli ecosistemi acquatici ne comporta il suo accumulo nel tessuto dei pesci e il suo ingresso nella catena alimentare.

In Inghilterra, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Canada e Australia, a causa di livelli elevati di metilmercurio nel pesce, allo scopo di proteggere la popolazione più a rischio (bambini e donne durante la gravidanza), viene consigliato di non mangiare o limitare l’assunzione di quei tipi di pesce nei cui tessuti è stata trovata una dose pericolosa di mercurio (Chief Medical Officier Urgent Comunication: Food Standard Agency: 14 May 2002).

Mentre l’esposizione al mercurio attraverso il consumo di pesce è ben documentata, si conosce molto poco su altre forme di esposizione quali l’aria e l’acqua potabile.

L’agenzia degli Stati Uniti per la Protezione dell’Ambiente (EPA) stima che di 158 milioni di tonnellate annue di mercurio emesse, il 33 % proviene dalla combustione del carbone e il 29 % dalla combustione dei rifiuti.

A conferma, inoltre, delle giuste preoccupazioni dei cittadini che lottano contro l’uso del carbone nella centrale di Civitavecchia, nel decreto del governo di Valutazione dell’Impatto Ambientale (V.I.A.) della centrale stessa si legge:

“Si esprime perplessità riguardo al fatto che le emissioni di mercurio possano essere effettivamente contenute nel valore dichiarato di 0.8 microgr/Nm3” (pag. 18, riga 16)

“Con la centrale a carbone ci sarà un aumento del 50 % delle emissioni di mercurio” (pag. 39, riga 26 - relazione istruttoria)

L’aumento delle emissioni di mercurio contrasta con l’EU Legislation and Policy Relating to Mercury and its compounds, Working document, March 2004, 1.1. Regulatory area: Main rilevant Provision. In questo documento si afferma, infatti, la forte volontà della Commissione Europea di ridurre l’inquinamento da mercurio presente nell’aria, nell’acqua e nel terreno, al fine di ottenere un alto livello di protezione per la popolazione.

Non è possibile valutare la quantità di mercurio che verrà emessa nell’aria in forma ossidata e in forma elementare. La prima porrà un rischio d’inquinamento da mercurio per le popolazioni che risiedono in un raggio di centinaia di km dalla centrale a carbone; le emissioni di mercurio in forma elementare causeranno invece un danno su scala mondiale (U.S. Department of Energy National Energy Technology Laboratory – Five Year Research Plan on Fine Particulate Matter in the Atmosphere. FY2001-FY2005.8, pag. 27).

Dr. Giovanni Ghirga

Portavoce per il Lazio del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute

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Solidarietà da Beppe Grillo per i cittadini denunciati dal Sindaco di Tarquinia, Mazzola




Il video dei cittadinidenunciati a Tarquinia dal Sindaco Mauro Mazzola

Dal blog di Beppe Grillo, "Comuni a carbone" (11/09/2008)

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L'operazione "Fiato sul collo" sta producendo i primi effetti. Sindaci e assessori abituati a gestire il Comune come se fosse "Cosa Loro" stanno reagendo. Non con il confronto con gli elettori, ma con denunce e querele ai cittadini. Che possono votare, ma non possono essere informati, non possono protestare, non possono filmare consigli comunali PUBBLICI.

I nostri amministratori sono dei pirahna che nuotano nell'acqua torbida delle compensazioni, degli affari, dei favori. Sono, quasi tutti, pilotati dai partiti. Un inceneritore sul territorio può fruttare un posto di deputato nella prossima legislatura. Una nuova discarica e ci si ritrova in Senato. Le aziende di Stato come l'ENEL e le municipalizzate hanno la precedenza sui diritti dei cittadini. Nel caso, improbabile, qualche magistrato faccia chiarezza sulle delibere comunali c'è il suo trasferimento. Nel caso, quasi impossibile, un amministratore finisca sotto inchiesta viene promosso parlamentare per meriti sul campo. La fedeltà al partito è un investimento sicuro.
Oggi pubblico il video del consiglio comunale di Desio. Il cittadino che ha ripreso i SUOI dipendenti è stato convocato dai Carabinieri e minacciato di querela da due assessori.
E, sempre oggi, dò spazio agli abitanti di Tarquinia denunciati dall'amministrazione comunale dopo una civile protesta attuata durante il consiglio comunale del 13 agosto per tutelare la salute e le imprese locali, per non morire di tumore a causa delle centrali a carbone.
In quell’occasione, la maggioranza di centro-sinistra che guida il Comune, deliberò la piena delega al Sindaco ad accettare le “compensazioni” economiche dell’Enel, a risarcimento del gravissimo inquinamento che provocherà la centrale di Civitavecchia alimentata a carbone.
Dal sito Nocoketarquinia:
"Il sindaco non tutela le aziende agricole e turistiche e sceglie il carbone, questo emerge dai tanti comunicati del comune di Tarquinia che sceglie la polemica piuttosto che rispondere ai temi concreti che riguardano la riconversione a carbone di Civitavecchia, come quello legato all’economia. Per onorare la verità, bisogna però fare chiarezza su un tema che il nostro sindaco usa fin troppo spesso, su cui vorrebbe ricadesse una sorta di ruolo rassicurante: il “monitoraggio” . Il sindaco di una città ha il potere ed il dovere di fermare la centrale di TVN. Ma scegliendo di prendere i soldi sporchi del carbone, è evidente che Il sindaco del comune di Tarquinia non ha scelto la tutela del territorio:rimane da una parte a guardare il monitoraggio ambientale,che per legge compete agli istituti regionali e nazionali.Un sindaco dovrebbe tutelare i cittadini e la loro economia, piuttosto spieghi meglio la relazione che c’è tra il ruolo tecnico del monitoraggio e i soldi che intende incassare dall’accordo con Enel. Spieghi poi per quale motivo prende i soldi da Enel per un ruolo istituzionale che non gli compete, il monitoraggio, magari con le centraline acquistate proprio dall’ente elettrico che si fa controllare dallo stesso sindaco che accetta i suoi soldi. Per favore! Non siamo stupidi come lei vorrebbe.Infatti nella delibera del 13 Agosto il sindaco non è stato delegato dal consiglio comunale per fare il monitoraggio, ma per prendere i soldi da Enel, non si può mistificare la realtà fino a questo punto. Il sindaco di Tarquinia poteva scegliere di stare dalla parte dei cittadini e dell’economia del nostro territorio, ha scelto di stare dalla parte di Enel, dalla parte di chi prende i soldi e non gli resta altro che “monitorare”!.
Le aziende che insistono sul territorio coinvolto dalle ricadute dell’utilizzo del carbone non staranno a guardare il proprio tracollo economico e si organizzano senza il proprio sindaco.
Quindi il comune invece di polemizzare su due parole gridate in consiglio comunale ed arrivare addirittura a denunciare i suoi stessi elettori dovrebbe dire come salvare l'economia, l’agricoltura fiorente, la storia millenaria di questa meravigliosa cittadina che ha radici profonde nella storia ricca di tesori archeologici di valore inestimabile.
Le due imprenditrici denunciate hanno ricevuto fiumi di messaggi di solidarietà, questo per tutti noi è lo stimolo giusto per continuare a lottare contro il carbone e contro tutti coloro che lo sostengono, sindaco compreso." Comitato Tarquinia No Coke

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9 settembre 2008

Il coord. Medici e Farmacisti: "Oggi come ieri non resta che la fuga"

La storia, maestra di vita, ha già condannato nel XVII secolo l’azione mortifera dell’uso del carbone.

Nel lontano 1684, infatti, l’autore inglese John Evelyn nell’opera letteraria “the Diary” aveva denunciato il grave disagio per la popolazione dovuto alle emissioni di questo combustibile: “Lo smodato uso del carbone espone Londra al triste inconveniente dell’aria insozzata dai fumi. (…) Dai camini e dalle ciminiere i miasmi inquinano ed infettano l’aria in un modo indicibile. Mentre i comignoli ruttano fumo dalle loro mascelle fuligginose, Londra somiglia alla faccia del monte Etna in piena eruzione o ai sobborghi dell’inferno più che a una comunità di creature dotate di ragione e raziocinino. Lo stanco viaggiatore, a molte miglia di distanza, sente l’odore acre della città un cui cerca riparo, ancor prima di vederla. (…) La densa fuliggine danneggia in modo grave i polmoni e questo è un danno cosi incurabile, che si porta via intere moltitudini, come ci informano settimanalmente gli elenchi dei defunti. Quale altro rimedio adottare se non la fuga?”. Anche se da allora la tecnologia si è perfezionata nessun accorgimento tecnico riuscirà a bloccare i “miasmi” (polveri fini, CO2, metalli pesanti ecc.) di circa cinquemilioni di tonnellate di carbone combusto annualmente.

Coordinamento dei medici e dei farmacisti.

Civitavecchia, 09 settembre 2009

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7 settembre 2008

"Tutti insieme, per salvare il nostro territorio e le nostre aziende dal carbone."

Intervento del consigliere comunale di Tarquinia Marco Tosoni.

Non avrei mai voluto intervenire nella querelle tra il sindaco,il pd,scomodato fino alla segreteria provinciale e la vicenda legata alla riconversione a carbone di Civitavecchia,ma ritengo sia opportuno ristabilire un criterio per la lettura degli eventi e delle vicende politiche legate alla riconversione a carbone di Civitavecchia.

Seguendo tutta la storia del l’iter autorizzativo della riconversione a carbone di TVN,arrivando fino ai giorni nostri possiamo scorrere nomi e politici di tutti gli schieramenti politici,gli stessi che oggi si rimpallano le responsabilità,sperando magari di cogliere i lettori in un momento di amnesia.

Vero è che nel 2003 la centrale Enel di TVN,viene autorizzata alla riconversione a carbone dal governo di centro destra con Matteoli come ministro all’ambiente che ne firma la V.I.A.

Vero è che fino al 2005 tutta l’opposizione,la sinistra i DS (sic),rimangono fortemente contrari,scrivono insieme il programma elettorale per le regionali,contro il carbone.

Il 5 Febbraio 2006 si raggiunge l’acme della lotta con la grande manifestazione ,dove tutti scendono sull’Aurelia per protestare contro il carbone.

Nel 2006 arriva il governo di Prodi,Bersani come ministro alla sviluppo economico,non solo non recepisce le istanze di tutto il comprensorio che sotto lo sciopero della fame chiede la riapertura della via,ma mette nel cassetto due richieste di ministeri competenti,(conquistate da tutto il popolo inquinato a suon di manifestazioni) ed una denuncia per omissioni di atti di ufficio a suo carico.

Sarà di fatto proprio lui che inizierà la trattativa economica con Enel per le compensazioni.

Con questo atteggiamento politico,partitico dei Ds prima e Pd poi,il cerchio si chiude:destra,centro,sinistra gettano la maschera,sono uguali davanti ai poteri forti,contro i cittadini.

Nel 2007 rimangono i sindaci in campagna elettorale a proclamare la ferrea contrarietà al carbone;Giulivi e Mazzola.

Due programmi simili solo per la lotta strenua contro il carbone.

Il sindaco Mazzola,ricorda benissimo i giorni delle candidature,la mia accettazione era secondaria alla piena condivisione alla lotta al carbone,lotta alla resa del territorio ad una minaccia per la salute e per la categoria che su quella lista rappresentavo,quella degli agricoltori.

Signor sindaco,c’ho creduto veramente:nel gioco di squadra e nei proclami elettorali,ma ora siamo arrivati ai giorni nostri,mi ritrovo davanti una maggioranza che denuncia,che non posso più condividerne né i toni e neppure le scelte.

Ho scelto un’altra strada ma comunque in linea con la mia passione per la coerenza,fosse anche per abbandonare la fiducia nei partiti politici,contenitori vuoti di umanità.

Quando vivi la lotta alle ingiustizie,come quella del carbone,sdraiati sull’asfalto,armati solo di coraggio si assiste alla vera passione per le cose giuste,non utili,non comode,ma giuste,un partito politico non può chiederti di rinnegarle,per i suoi utili.

Per questo,chiedo a tutte le associazioni che hanno condiviso la piattaforma della grande manifestazione del 24 Maggio,di rinnovare l’impegno contro il carbone,di proseguire il percorso iniziato tutti insieme.

La politica può decidere,anche sbagliando di stare a guardare,ma noi abbiamo il compito di difendere le nostre aziende,fino alla fine.

Le parole profuse dai nostri amministratori come monitoraggi e controlli sono pericolose e noi lo abbiamo capito bene,portano forse soldi alle casse comunali ma inquietudine per il futuro delle nostre aziende.

Non dimentichiamo la storia di Brindisi,anche lì le compensazioni hanno portato i monitoraggi ed i controlli ma sono serviti solo a dare la colpa dell’inquinamento agli agricoltori per aver bruciato troppe potature.

Anche il sindaco di Brindisi diceva di non poter fermare l’avvio della centrale,di fatto però non ha potuto esimersi dal firmare l’ordinanza di sequestro delle terre e dei prodotti coltivati intorno alla centrale a carbone,quando ormai l’inquinamento aveva compromesso i terreni.

Troppo tardi,per loro,non per noi.

Rimettiamoci tutti di nuovo insieme,associazioni e cittadini,c’è da salvare Tarquinia.

Il consigliere comunale di Tarquinia Marco Tosoni

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4 settembre 2008

"Il PM10 nuovo fattore di rischio ambientale per la Trombosi Venosa Profonda"

"le particelle fini presenti nell'atmosfera, aumentano del 70% il rischio di sviluppare Trombosi Venosa Profonda. Il rischio è maggiore negli uomini"

Una ricerca diretta da Andrea Baccarelli, dell’Università di Milano e della Harvard School of Public Health, pubblicata sull’ultimo numero della rivista JAMA, afferma che l’esposizione a lungo termine al particolato fine presente nell’atmosfera inquinata aumenta considerevolmente il rischio di sviluppare trombosi venosa profonda, oltre ad altre gravi patologie.

Alla base di questa notizia vi è uno studio finanziato dalla Fondazione Cariplo e dalla Regione Lombardia, condotto su 870 pazienti lombardi colpiti da trombosi venosa profonda e su 1210 soggetti di controllo. I soggetti sono stati assegnati a nove differenti aree di soggiorno, per le quali sono state valutati i livelli di concentrazione media per metro cubo del particolato fine (PM10) nel corso dell’anno precedente alla diagnosi della patologia o della presa in carico nello studio.
Dopo aver adottato correzioni nei dati per escludere altri fattori ambientali e sanitari, si è notato che per ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo di particolato, il rischio di trombosi venosa profonda aumenta del 70 per cento, poiché il sangue dei soggetti esposti sperimentalmente a elevati livelli di particolato mostra la tendenza a coagulare più velocemente. In considerazione degli alti livelli di PM 10 spesso riscontrati nel nostro territorio sarebbe interessante sapere, attraverso uno studio scientifico, quanti soggetti nel nostro comprensorio vadano incontro, ogni anno, a trombosi venosa profonda a causa dell’inquinamento.

Civitavecchia, 4 settembre 2008.
Coordinamento dei medici e dei farmacisti

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l'emorragia inarrestabile delle morti nelle miniere di carbone

Cina: "Ventitre persone hanno perso la vita stamani in un'esplosione provocata da una fuga di gas in una miniera di carbone nel nord-est della Cina. Lo riporta l'agenzia stampa Xinhua, precisando che la deflagrazione si e' verificata nella citta' di Fuxin, nella provincia del Liaoning."
Fonte: Agenzia ASCA

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"La battaglia contro il carbone negli USA"

Quattro anni fa erano 150 le nuove centrali a carbone che si volevano costruire negli Stati Uniti. Dei 150 impianti progettati ce n’erano alcuni che da soli avevano più emissioni di certi paesi africani. Tutte assieme le centrali avrebbero rilasciato circa un miliardo di tonnellate di CO2 all’anno, più di quanta ne devono ridurre i paesi che hanno firmato il protocollo di Kyoto.
Oggi di quei 150 progetti solo 14 sono in fase di avvio

anche se rimangono al centro di aspre dispute legali. Degli altri 136, metà sono stati abbandonati per strada, sconfitti nei tribunali dagli avvocati ambientalisti o accantonati per motivazioni economiche; gli altri sono ancora bloccati da una vasta opposizione.
Continua su Qualenergia.it

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A Saline Joniche (RC) pronto il "Manifesto del no al carbone".

Fonte: Strill.it
"Il Coordinamento delle Associazioni contrarie alla Centrale a Carbone si riunirà venerdì 5 settembre alle ore 18 presso Villa Rognetta a Saline Joniche per presentare pubblicamente il “Manifesto del No al carbone e del si ad un programma di sviluppo alternativo dell’Area Grecanica”.

Anticipando i punti forti del manifesto, ribadiamo la nostra netta contrarietà all’ipotesi di realizzare una centrale termoelettrica alimentata a carbone e ci dichiariamo assolutamente favorevoli a promuovere e partecipare a processi decisionali volti allo sviluppo sostenibile della nostra Area.

Salutiamo positivamente le dichiarazioni del Presidente Loiero apparse sui giornali nei giorni scorsi e siamo lieti della sua contrarietà al carbone anche se non è sufficiente affermare che “il progetto della Centrale non è coerente con i programmi della Regione”. Serve un disegno chiaro, un impegno concreto, un programma realizzabile fondato sulle vocazioni naturali della fascia basso-jonica e sulle sue potenzialità.

Il Coordinamento, nella sua ferma intenzione di opporsi alla realizzazione della Centrale, da scongiurare a discapito di ogni altra ipotesi di sviluppo futuro e per le ricadute in termini di “danno” diffuso che ne conseguiranno, intende farsi promotore anzitutto di una capillare sensibilizzazione della popolazione e di tutte quelle iniziative utili alla causa, assumendo come prioritaria e legittima la battaglia per la salute delle generazioni attuali e di quelle future.

IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI

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