No al carbone Alto Lazio

20 novembre 2008

Nubi nere dalla centrale A.Volta di Montalto di Castro (ed enel nega)

Parliamo di avvenimenti di cui chi scrive è stato più e più volte testimone, come tutti i montaltesi. E' sufficiente intervistare a caso un ragazzo, un pescatore, o chiunque altro abbia frequenti occasioni di passare di notte a Montalto Marina.
Seguono 3 articoli da "Il Tirreno"
"Fumate nere dalla centrale quando cala la sera a Montalto"
"Ho visto quegli sbuffi e li ho fotografati"
"Centrale, la Biagi vuole un’indagine Arpat Il direttore di Montalto: «Non escono fumi dalle nostre ciminiere"


Fumate nere dalla centrale quando cala la sera a Montalto

# MONTALTO DI CASTRO. Quando tutti dormono, dalla ciminiera della centrale di Montalto di Castro, che brucia gas e olii combustibili, si sprigiona «ogni tanto», una fumata densa e nera.
Gli avvistamenti risalgono alla primavera e all’estate scorsa. Ma i residenti della zona si chiedono se non accada anche in inverno, quando, a quell’ora è troppo buio per notare gli inquietanti sbuffi.
Gli ambientalisti della zona, a parlare è Simona Ricotti (nome storico del coordinamento nazionale del Forum e dei movimenti No Coke Alto Lazio), dice che «qui (Ricotti abita a Civitavecchia) tutti pensiamo che casi del genere si verifichino quando puliscono i filtri delle ciminiere, i condotti e le caldaie, con soffiature particolari». Ma Ma l’Enel ha sempre detto che si tratta di una procedura d’altri tempi, superata dagli elettrofiltri autopulenti. «Sì lo so - dice Ricotti - che l’Enel dice questo. Ma come la mettiamo con quelle nubi nere? Di che si tratta?».
E l’Enel risponde: «eventuale colorazione dei fumi, nelle prime ore della mattina, durante i riavviamenti, o le salite di carico dei gruppi, può correlarsi a fenomeni di natura ottica, legati alle posizioni relative di ossevazione; talora viene confusa la fumosità, con la presenza di condense e di vapore acqueo dalle valvole di sicurezza sui tetti di caldaia o della ciminieria, specie durante le prime ore della giornata, o se il tasso d’umidità dell’aria è elevato; le emissioni dei camini sono monitorate continuamente; non è stato rilevato alcun valore anomalo; la centrale ha ottenuto e tuttora detiene la certificazione Emas dal 2002 e invia mensilmente i dati delle emessioni rilevate al camino, e sul territorio, all’Arpa del Lazio; i valori delle emessioni sono sempre state al di sotto dei limiti di legge; dal mese di aprile, sino a novembre, la centrale ha utilizzato solo gas naturale».
Ma gli ambientali continuano a puntare il dito contro le nere fumate. «Prima di tutto - dice Ricotti - gli scienziati assicurano che non esiste filtro al mondo in grado di trattenere le nanoparticelle, le più pericolose per la salute umana, ma questo è un altro discorso. Rimaniamo a ciò che si vede: quando le emissioni hanno un colore particolare è lecito domandarsi cosa ci sia dentro a quel fumo. O no?».
Fa un esempio: «Tempo fa, su Civitavecchia, si è formata un’enorme fumata violacea. L’Enel rassicurò tutti affermando che era solo ruggine e la nube era rimasta sopra al cantiere. È difficile credere che una nube resti del tutto immobile in una zona dove i venti prevalenti, quelli che spingono verso Roma e verso Viterbo e la bassa Toscana, in condizioni favorevoli coprono anche 300 chilometri ogni 24 ore».
E tornando agli sbuffi della centrale di Montalto? L’ambientalista si augura, per sgombrare il campo da ogni dubbio, che «vengano posti limiti alle emissioni diverse dal normale esercizio (avviamento, arresti e guasti) così come stabilito dal decreto ’59 del 2005 che recepisce la direttiva Ipcc, ossia quella che regola le norme dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale)».
B. Z.
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«Ho visto quegli sbuffi e li ho fotografati»


# MONTALTO DI CASTRO. «Sì, passando in auto vicino alla centrale, ho visto quelle fumate e le ho fotografate». Federico Veo, conferma, senza tentennamenti, che, alle prime luci dell’alba, dalla centrale di Montalto di Castro, spesso, escono sbuffi di fumo denso e nero. Non sa perché. Sa, soltanto, quello che ha visto. E non gli è piaciuto.
Signor Veo, quando ha notato il fenomeno l’ultima volta?
«Durante la primavera e l’estate scorsa».
A che ora?
«Circa alle 4 del mattino».
Cosa ha visto di preciso?
«Ho notato sbuffi di fumo denso e nero che, durante il giorno, non si vedono».
Come fa ad essere così sicuro che questo fenomeno si verifichi solo di notte?
«Semplice. Abito a poca distanza, nella zona di Tarquinia. La centrale di Montalto di Castro la vedo dal mio terrazzo e le posso assicurare che, né io, né mia moglie, abbiamo mai visto fumate nere nelle ore diurne».
Da quanti anni le capita di avvistare queste fumate nere all’alba?
«Almeno da quattro anni».
E le vede spesso?
«Ogni tanto. Non saprei dire con quale frequenza. Ma che capita, questo è certo, perché le ho viste coi miei occhi e con quelli del mio cellulare. Così come è altrettanto certo, perché è sotto gli occhi di tutti, che, spesso, al mattino, il cielo su Montalto di Castro e su Civitavecchia non è azzurro, ma di un colore che varia tra il giallo e il marrone. Non sono un esperto, non ne conosco le ragioni; sono un cittadino qualsiasi che, assistendo a questi fenomeni, non si sente tranquillo e se ne dispiace anche per chi vive nella bassa Toscana».
Perché?
«Perché ho visto il vento spingere il fumo nero della centrale di Montalto di Castro verso il sud della Toscana, una zona che ha terreni ben coltivati e colture pregiate. Non so se quelle fumate nere sono pericolose per la salute, ma se lo fossero, non mi sembrerebbe giusto che anche la Toscana debba sorbirsi ciò che accade nel Lazio. Sono convinto che non possiamo, non dobbiamo, stare zitti e fermi. Ci sono dovute spiegazioni sulle cose che riguardano la nostra salute e l’ambiente in generale».
E lei cosa fa per ottenerle queste spiegazioni?
«Come tanti altri ho deciso di far parte del Comitato Cittadini Liberi di Tarquinia, uno dei comitati che aderisce al coordinamento contro il carbone. Ma, soprattutto, racconto ciò che vedo e, quando posso, fotografo».
B.Z.
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Centrale, la Biagi vuole un’indagine Arpat Il direttore di Montalto: «Non escono fumi dalle nostre ciminiere»


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CAPALBIO. «Non ho avuto nessuna segnalazione, almeno sinora, di fumate nere che uscirebbero dalle ciminiere della Centrale Enel di Montalto in ore notturne. Comunque intendo chiedere ufficialmente un controllo da parte dell’Arpat, in modo da verificare se le segnalazioni fatte dal signor Federico Veo trovino davvero riscontro in situazioni che potrebbero essere preocupanti per gli abitanti dei territori a cavallo fra Lazio e Toscana». Il sindaco di Capalbio, Lucia Biagi, appare decisa. Anche se fino a questo momento non c’è nulla di ufficiale, il sindaco è sicuro: «Faremo comunque i nostri monitoraggi e chiederemo delle spiegazioni ufficiali». D’altra parte «i problemi della Centrale di Montalto sono storici - riflette il sindaco - e seppure il Comune di Montalto si è preso ogni vantaggio lasciando agli altri solamente i rischi, noi non intendiamo stare a guardare».
Sono più di quarant’anni che la Centrale di Montalto rappresenta, per Capalbio, un nervo scoperto e la gente della bassa Maremma è molto diffidente nei confronti di questo che venne definito a suo tempo un veo e proprio «mostro».
Assicurazioni assolute vengono invece dalla Centrale. E’ lo stesso direttore, ingegner Marco Favilla, che abbiamo contattato ieri per telefono, a smentire qualunque ipotesi di rischio».
«Niente da preoccuparsi. - dice Favilla - La combustione genera vapore acqueo e la mattina, in presenza di umidictà e di temperature fredde, si genera vapore che è bianco, e qualcuno lo confonde con il fumo. Niente di più. Purtroppo qualcuno si allarna troppo facilmente».
«Noi - aggiunge il ridettore - bruciamo gas naturale nella nostra centrale, e non c’è neppure la possibilità di fare fumo». Tutti tranquilli dunque? Il sindaco Biagi chiederà comunque l’intervento dell’Arpat. Poi vedremo.
C.B.
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Gli OGM mettono a rischio la fertilità?

Da Greenpeace.it
"Roma, Italia — Un’alimentazione a base di organismi geneticamente modificati potrebbe compromettere la capacità riproduttiva.
E’ quanto sostiene uno studio pubblicato dal governo austriaco, di una delle pochissime analisi di lungo termine mai condotte sul tema. La fertilità dei topi nutriti con mais OGM ne è risultata molto indebolita, rispetto a topi alimentati con alimenti naturali. Considerando la gravitá delle potenziali minacce riguardo la salute e la riproduzione umana, Greenpeace chiede il ritiro di tutti gli alimenti e i prodotti OGM dal mercato mondiale.


Lo studio, commissionato dal ministero austriaco per l’Agricoltura e la Salute, é stato presentato dal Dott. Jürgen Zentek, professore di medicina veterinaria presso l’Universitá di Vienna e coordinatore del progetto. Queste le scoperte: i topi nutriti con mais OGM hanno dato vita ad una prole nella terza e quarta generazione ridotta di numero e di peso, e tali differenze sono statisticamente rilevanti. I topi alimentati con mais non-OGM si sono riprodotti in modo piú efficiente.

“Il cibo OGM sembra agire come agente di controllo delle nascite, portando potenzialmente alla sterilità. Se questa non é una ragione sufficiente per chiudere completamente l’industria agroalimentare biotech una volta per tutte, non so che altro genere di disastro stiamo aspettando.- afferma Federica Ferrario, responsabile campagna OGM di Greenpeace Italia- Giocare alla roulette genetica con il nostro cibo é come giocare alla roulette russa con consumatori e salute pubblica”.

Di proprietà della Monsanto, la varietá di mais OGM (NK 603 x MON 810), testata in questo studio, é tollerante ad un erbicida e resistente ad un determinato parassita. É stato approvato per la coltivazione e l’uso come alimento in diveri stati, fra cui USA, Argentina, Giappone, Filippine e Sud Africa. In Europa e in Messico, é autorizzata per l’uso in alimenti e mangimi.

“L’Efsa ha dato luce verde per un OGM che ora é dimostrato essere una potenziale minaccia per la salute. Come é possibile affidarsi esclusivamente ai dati della Monsanto e dare l’ok all’autorizzazione? Il panel OGM dell’Efsa dovrebbe essere sospeso immediatamente e sostanzialmente riformato fino a quando sará realmente in grado di di valutare i rischi connessi agli OGM. L’Efsa dovrebbe trasformarsi in una agenzia che protegge i consumatori e non gli interessi economici della Monsanto.” conclude Ferrario.

Greenpeace chiede agli stati membri di attivare immediatamente le clausole di salvaguardia nazionale e il divieto all’importazione per il mais NK603 x MON810, l’ NK603 il MON810. Chiede che l’Unione europea sospenda tutte le autorizzazioni di prodotti OGM."

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19 novembre 2008

Acqua pubblica, riprendiamoci il futuro!

Acqua pubblica, riprendiamoci il futuro!

21 Novembre 2008
ASSEMBLEA del COORDINAMENTO NAZIONALE degli ENTILOCALI per L’ACQUA PUBBLICA
Roma - Sala della Pace dellaProvincia, ore 15.00-18.00 - Aprilia (LT)


22-23 Novembre 2008
SECONDO FORUM ITALIANO dei MOVIMENTI per l’ACQUA

Per informazioni:
www.acquabenecomune.org
Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Tel. 06.68136225
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org

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mancata partecipazione del pubblico al procedimento AIA e la non riduzione del 30% di emissioni dovuta da ENEL spa

Comunicato stampa

"Centrale a carbone di Civitavecchia: i comitati dei cittadini denunciano la mancata partecipazione del pubblico al procedimento AIA e la non riduzione del 30% di emissioni dovuta da ENEL spa."

I rappresentanti dei comitati dei vari comuni inquinati dalle centrali, riuniti nel Movimento No Coke Alto Lazio, ed il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia hanno denunciato, con una lettera aperta ai Ministeri Ambiente e Sviluppo Economico ed agli enti locali, il mancato rispetto della partecipazione del pubblico al procedimento di AIA per la centrale ENEL di TVN, opportunità che la legge europea ha voluto dare alle istituzioni e ai comitati dei cittadini come strumento di democrazia e partecipazione con lo scopo di tutelare il territorio e gli abitanti delle comunità limitrofe. I cittadini, nella lettera, evidenziano anche “il mancato impegno alla riduzione del 30% dei limiti di emissioni, come formalmente assunto dalla società ENEL verso il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Lazio, la Provincia di Roma ed i Comuni di Civitavecchia, Tarquinia, Santa Marinella, Tolfa e Allumiere. Chiedono con forza alle istituzioni di farsi garanti di quanto previsto nel provvedimento finale del Ministero dello Sviluppo Economico emesso ad esito della verifica della conferenza dei servizi e degli accordi da loro stesse sottoscritti. La riduzione delle emissioni non cambia la pericolosità dell' impianto, -sottolineano i cittadini - ma l'impegno disatteso dalla società elettrica rappresenta un’ ulteriore dimostrazione dell’arroganza con cui l’Ente Energetico si rapporta con le popolazioni, il territorio e le istituzioni che lo rappresentano. Altrettanto grave è l’assenza di reazione dei rappresentanti degli Enti locali, firmatari degli accordi con Enel, al mancato rispetto degli impegni assunti in tale sede; reazione che maliziosamente pensiamo sarebbe stata di ben altro segno se l’impegno non rispettato fosse stato quello economico. La definitiva resa dei primi cittadini a tutelare la salute delle popolazioni rappresenterebbe un danno immediato ed irreversibile per questa terra. Siamo certi che con il vostro silenzio sulle questioni rappresentate non vorrete rendervi complici dell’ennesimo sopruso nell’iter autorizzativo di TVN che, naturalmente, sarà nostra cura evidenziare nelle opportune sedi giudiziarie nazionali ed europee. Convinceteci – concludono- che non avete svenduto la nostra terra, la nostra salute e le nostre stesse vite per quattro sporchi denari.”

Comitato dei Cittadini Liberi
Movimento No Coke Alto Lazio

cittadiniliberi@yahoo.it

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"Analisi statistica dei dati di mortalità e morbilità a Civitavecchia"

Comunicato del Coordinamento dei medici e dei farmacisti di Civitavecchia.

Sulle pagine dei giornali locali, il 15.11.2008, è comparso un articolo sull’Analisi statistica dei dati di mortalità relativi all’area di Civitavecchia, riferiti al periodo 1981/2001.

Il contenuto fuorviante di tale articolo ci obbliga a valutazioni critiche articolate e puntuali.


1° Quando, nel 1999, ENEL Spa iniziò l’iter per ottenere l’autorizzazione alla conversione a carbone di TVN, si rivolse, per una consulenza di parte, agli epidemiologi dell’Università de L’Aquila affinché si valutasse l’impatto sanitario sulla popolazione del polo energetico più concentrato d’Italia (7000 MW). Gli epidemiologi universitari conclusero asserendo che non esisteva nel nostro territorio un surplus di patogeneticità (morbilità e mortalità) riferibile agli inquinanti emessi dalle varie fonti energetiche con particolare riferimento agli opifici energetici.

Già questa conclusione apodittica suscita perplessità perché nessuno poteva conoscere, negli anni 1981/2001, quale sarebbe stata l’analisi ISTAT in quanto non ancora resa pubblica.

2° Quando, poi, le Commissioni Wegner e Fara-Giovannozzi-Naso, nominate dal Comune di Civitavecchia, espressero un cauto (e fumoso) nulla osta alla riconversione a carbone di TVN, avanzarono anche più di un dubbio sull’esistenza e sull’incremento dei danni alla salute e all’ambiente, asserendo che tali danni si sarebbero manifestati in un prossimo futuro, stante il lungo periodo di latenza dei processi oncologici.

Le Commissioni consigliarono di attivare una catena preventiva di Medici sentinella che avrebbero dovuto segnalare ogni evento patologico attribuibile all’azione degli inquinanti da combustione di fossili.

3° Gli studi clinico-statistici condotti da équipes private (Conti Curzia di Civitavecchia ed epidemiologi del Policlinico Gemelli di Roma) e pubbliche (Osservatorio Epidemiologico della Regione Lazio) evidenziarono una morbilità specifica respiratoria, tumorale e degenerativa, in aumento nel nostro hinterland. Tali dati allarmanti furono recepiti nella V.I.A. e trasfusi nel Decreto Marzano… ma nessun Ministero si assunse l’onere di bloccare l’iter autorizzativo… e l’ENEL iniziò i lavori di riconversione a carbone.

4° Durante i confronti pubblici tra i consulenti epidemiologi dell’ENEL (rappresentati sempre dagli esperti dell’Università de L’Aquila) e i nostri esperti, mai fu esibita documentazione scientifica a favore delle tesi minimalistiche dell’Enel. Invece i dati epidemiologici allarmanti forniti dai nostri consulenti (anche in sede giudiziaria quali CTU nominati dal Tribunale di Civitavecchia) non hanno mai subito smentite da parte di Istituzioni Pubbliche regionali o nazionali.

5° I dati ISTAT di mortalità relativi alla nostra area geografica si riferiscono alla situazione esistente nel 1988/2001. Ebbene: in quel periodo il polo energetico Enel (Torre nord e Torre sud) era sicuramente fonte d’inquinamento ma il porto era in fase di graduale crescita e anche la quota di inquinamento autoveicolare e da riscaldamento domestico era in rapido incremento. Quindi: attualmente le fonti d’inquinamento sono esponenzialmente aumentate e aggressive sull’ambiente e sulla salute.



6° I dati ISTAT si riferiscono alle cause di morte dedotte dai certificati stilati dal Medico che constata il decesso. Ebbene: quando il paziente muore nei nosocomi romani o altrove NON viene computato nell’area statistica di Civitavecchia per cui i dati elaborati dai tecnici aquilani vanno corretti e rivalutati statisticamente.

7° Siamo tuttora in attesa del Registro locale dei tumori che traccerà l’andamento diacronico delle patologie neoplastiche (senza possibilità di errori od omissioni dei dati statistici e storici)… ma stiamo incontrando ostilità, veti e incomprensioni.

Concludiamo. Le tesi trionfalistiche degli esperti aquilani vanno retrodatate al 1981/2001 e non riferite alla situazione attuale che è totalmente mutata.

Per ulteriore informazione corretta e trasparente stigmatizziamo che:

* manca un programma di rilevazione e monitoraggio degli inquinanti (l’ARPA non funziona! il Comune latita! la Procura sembra indugiare… );
* manca una puntuale informazione alla cittadinanza sui tempi e i modi di avvio della nuova centrale a carbone;
* non sono rispettate le clausole dell’Accordo Pincio-Enel (interramento dei tralicci e creazione d’un bosco che attenui le emissioni di CO2);
* il tavolo della salute è inattivo da tempo e i Sindaci del comprensorio, beneficiari di compensazioni miliardarie, contano i trenta denari… in attesa del triste conteggio dei malati e dei morti per inquinamento!

Il Coordinamento dei medici e dei farmacisti di Civitavecchia.

16 novembre 2008

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9 novembre 2008

Operazioni di scarico del carbone irregolari. L'insulto sistematico di enel alle nostre popolazioni

Nota stampa dei verdi Civitavecchia sull'arrivo della prima nave carboniera a TVN. Clicca qui per leggere gli altri commenti sull'accaduto.

Le promesse di Enel – proprio come le bugie – hanno le gambe corte. E i cittadini di un territorio occupato sono nuovamente ingannati.

Che le operazioni di svuotamento delle navi carboniere e di trasferimento del carbone sarebbero avvenute in totale sicurezza (nastri trasportatori completamente chiusi e stoccaggio nei carbonili “dome” altrettanto sigillati) era fino a ieri una delle affermazioni di propaganda alle quali Enel affidava la propria credibilità, nell’ambito della falsa tecnologia del “carbone pulito”. La notizia di ieri – arrivo della prima carboniera e suo scarico attraverso tramorge, gru e camion – smentisce puntualmente anche quella minimale promessa.

Come volevasi dimostrare. Ad Enel la salute dei cittadini non interessa più di tanto, abituata com’è a contare sulla compiacenza di governanti che appaiono, come direbbe Berlusconi, “appecoronati”.

Soltanto un Sindaco che non fosse pesantemente “obbligato” nei confronti di Enel potrebbe fermare questo ennesimo schiaffo ai patti conclusi. Avrà la forza di farlo il sindaco Gianni Moscherini?

Quanto al Governatore del Lazio, ricordiamo bene l’impegno da lui dichiarato nella triste “inaugurazione” della contestata centrale il 30 luglio scorso: Marrazzo giurò che non avrebbe fatto sconti a nessuno, in tema di tutela della salute dei cittadini del nostro comprensorio. Pensiamo alludesse ad Enel, ovviamente. Non vorremmo scoprire, al contrario, che in questa circostanza, volgendo lo sguardo dall’altra parte, egli finga di non vedere, non ricordare e realizzi di fatto un primo forte “sconto” su una grave infrazione dei patti da parte di Enel…

I Verdi di Civitavecchia – 8 novembre 2008

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6 novembre 2008

La Frasca: esiti dell'incontro Ciani - Associazioni ambientaliste

"Si è svolto il 3 ottobre scorso, presso la sede dell’Autorità Portuale, l’incontro tra le Associazioni ambientaliste WWF, Italia Nostra e ForumAmbientalista, e il Presidente della Autorità Portuale, Fabio Ciani, per discutere del futuro della Frasca, degli irrazionali progetti di cementificazione, di cui talvolta si sente parlare, del Terminal Cina e dell‘istituzione del Monumento Naturale sul sito in questione.

Il Presidente Ciani ha ribadito l’impegno dell'Autorità per la tutela del Sito, la ferma contrarietà ad ogni ipotesi di cementificazione ed ha confermato l’individuazione della centrale di Torrevaldaliga Nord come limite naturale allo sviluppo del porto, dichiarando fermamente come le ipotesi di realizzazione di un fantomatico Teminal Cina per lo scarico di container è un'idea priva di qualunque fondamento tecnico ed inutile per lo sviluppo dello scalo commerciale di Civitavecchia.

Per la realizzazione del porticciolo turistico chiarissima è stata la posizione del Presidente che non intende avallare alcun progetto che interferisca con l'area della Pineta e la costa rocciosa e bassa de La Frasca e preveda cubature commerciali di vario tipo, ribadendo l’intento di dare assenso solamente ad un approdo con strutture amovibili a servizio dei diportisti locali, da localizzare in
corrispondenza dell'area industriale di Torre Valdaliga, e non oltre.

Il presidente Ciani ha infine illustrato il progetto, in fase di perfezionamento, di riqualificazione ambientale della Frasca che, in sintonia con gli indirizzi di Regione e Arsial, è articolato con un sistema di opere a verde e la messa a dimora di specie arboree ed arbustive coerenti con i caratteri fitoclimatici locali.

Fondamentale, infine, il riconoscimento, e il relativo parere positivo, da parte del Presidente, circa l'istituzione del Monumento Naturale quale strada perfettamente compatibile ed anzi necessaria per lo sviluppo razionale del Litorale Nord, al fine di garantire la fruibilità dell’area a TUTTA la cittadinanza ed evitare, in futuro, che l’area ritorni al degrado in cui l’incuria, più o meno voluta, l’ha gettata in questi anni.
"

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1 novembre 2008

Contratto Enel - Mazzola

Comunicato stampa del Comitato dei Cittadini Liberi
"Apprendiamo dai mezzi stampa che il sindaco Mazzola ha presentato ai capogruppo della maggioranza il contratto privato stipulato da Enel S.P.A. con il comune di Tarquinia per poi convalidarlo davanti alla giunta.


Mazzola non lo sa ma l’accordo è saltato, Enel lo ha già trasformato in carta straccia. Uno dei cardini dello scambio tra il diritto d’inquinare in contropartita delle compensazioni, era la riduzione di un terzo di alcuni degli inquinanti, non solo promessa ma oggetto di un impegno, formalizzato nell’accordo quadro Enel-Sindaci e nel documento finale della Conferenza dei Servizi che si è svolta a primavera presso il Ministero dello Sviluppo Economico, conclusa con la decisione del riesame dell’ A.I.A.della centrale a carbone di TVN.

Pochi giorni fa Enel ha richiesto il riesame e nei documenti forniti da Enel non c sarebbe traccia della riduzione degli inquinanti promessa. Per il Comitato dei Cittadini Liberi, che ha la presunzione di agire anche per conto di quanti sono distratti o soggetti alle pressioni del potere, non cambia molto, perché con le emissioni nei limiti di legge si muore lo stesso.

La mancata riduzione è un fatto gravissimo, che chiama in causa direttamente non solo il Sindaco Mazzola ma anche i Consiglieri Comunali

Valga un esempio molto concreto per comprendere che cosa significhi la loro resa: in questo momento è in corso anche il riesame dell’AIA della centrale di Torre Valdaliga Sud di Tirreno Power che ha chiesto di continuare a bruciare gas e olio combustibile.

Sia Enel che Tirreno Power hanno proposto un limite d’emissione dell’arsenico di 0,5 milligrammi per metro cubo ma le due ciminiere sono praticamente una, perché quasi attaccate e quel limite per noi diventa 1 milligrammo.

Significa che uno dei due impianti è fuori legge e non dovrebbe essere autorizzato. Visto che Tarquinia sarà colpita dalla quota massima d’inquinamento per effetto, sia della tipologia del filtraggio che dell’altezza della ciminiera di TVN, a cui per gli stessi motivi si sommerà anche una parte significativa degli inquinanti di Montalto.

Ci spieghi ora, il signor sindaco, che cosa vuole monitorare, se dobbiamo morire tutti!
Se arriverà fino in fondo ad onorare i suoi obblighi, assunti non certo nei confronti dei suoi concittadini, è bene che investa i soldi delle compensazioni per ampliare il reparto di oncologia dell’ospedale . Non è una battuta spiritosa! Ricordiamo, inoltre, che la maggioranza si è mossa a "botte" di maggioranza.

L'ammontare della cifra destinata come riconoscimento del danno è ridicolo paragonato alla gravità di quanto causato e di quanto Tarquinia e i suoi cittadini saranno costretti a subire. Il contratto e' stato scritto dalla stessa mano di Ene?

Ricordiamoci di chi a Brindisi ha provocato la non coltivabilità dei terreni e ricordiamoci le condanne di amministratori e dirigenti che hanno gravemente e pesantemente inquinato Porto Tolle, con seri danni alla salute dei cittadini. Nella clausola posta per l’interruzione del contratto si ammette già che i danni ci saranno. Per noi vale la pubblica promessa che quando gli verranno sottoposti dei dati allarmanti si dimetterà perché avrà dimostrato che i cittadini avevano ragione."

Comitato dei Cittadini Liberi http://cittadiniliberi.blogspot.com/

Comitato No Coke Alto Lazio www.nocoketarquinia.splinder.com nocoketarquinia@yahoo.it

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27 ottobre 2008

7 novembre 2008, Tarquinia: assemblea pubblica.

Comunicato del "Comitato dei Cittadini liberi" - Tarquinia
"La nostra associazione ha indetto un incontro pubblico per discutere alcuni temi di interesse generale, con particolare riferimento al settore dell’agricoltura e dell’ambiente.

Vi invitiamo pertanto a partecipare alla riunione che si terrà Venerdì 7 novembre 2008 alle ore 17.00, presso la sala riunioni della Coop. Pantano (g. c.).

Saranno presenti gli on. Roberto Musacchio e Francesco Aita, i parlamentari europei che si stanno interessando direttamente dei problemi che più ci riguardano da vicino.

L’on Musacchio riferirà sull’andamento delle procedure per la petizione popolare riguardante il carbone, presentata al Parlamento Europeo.

L’on. Aita si occuperà delle agevolazioni in agricoltura concesse dall’Unione Europea.

E’ gradita la Vostra presenza.

Tarquinia, 25 ottobre 2008

Il Comitato dei Cittadini Liberi

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ILVA - Taranto. Il ministero rimuove i tecnici che indagano sull´inquinamento, la Puglia protesta.

Da Repubblica.it
"Sul loro tavolo c´era il futuro del più grande stabilimento siderurgico
d´Europa, l´Ilva di Taranto. E la salute di centinaia di migliaia di
cittadini. Avrebbero dovuto decidere, infatti, se concedere o meno alla
fabbrica l´Autorizzazione integrata ambientale (Aia), una carta necessaria
per la prosecuzione dell´attività. Invece, non decideranno nulla. Il
ministro dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo, li ha rimossi: al loro
posto ha nominato tecnici di sua fiducia. «Una decapitazione del sapere
tecnico-scientifico che dà forte ragione di inquietudine» attacca il
presidente della Regione, Nichi Vendola.

Che a questo punto ha deciso di fare da solo: nelle prossime settimane il
governatore presenterà infatti al consiglio regionale una legge che
imporrà all´Ilva, così come a tutte le altre aziende che producono in
Puglia, la riduzione delle emissioni inquinanti. «Stabiliremo un
cronoprogramma: più passa il tempo - dice Vendola - e più dovranno
tagliare. Altrimenti saremo costretti a farli chiudere».
La decapitazione ministeriale dei tecnici è stata scoperta dai pugliesi il
15 ottobre. «Convocati a Roma ci siamo trovati davanti il nuovo presidente
del nucleo di coordinamento scelto dal ministro Prestigiacomo - spiega
l´assessore all´Ambiente, Michele Losappio - Stranamente, più volte e con
grande enfasi, ha voluto sottolineare come le emissioni dell´Ilva siano
tutte nei limiti dell´attuale normativa nazionale». «Per la prima volta
poi - continua il direttore regionale dell´Arpa pugliese, il professor
Giorgio Assennato - al tavolo c´erano anche i tecnici dell´azienda».
«Insomma l´aria sembra cambiata, almeno al ministero» dice invece Vendola,
proprio lui che appena insediato aveva fatto proprio un piano industriale
d´accordo con la famiglia Riva. L´Ilva effettivamente ha speso 300 milioni
di euro per modernizzare gli impianti e ha dimostrato la possibilità di
ridurre le emissioni. «Non ha mantenuto però molti degli impegni presi -
continua il governatore pugliese - E soprattutto nel piano presentato al
Ministero parla di riduzioni delle emissioni di diossina molto lontane
rispetto alla nostra pretesa: indicano limiti tre volte superiori rispetto
a quelli che noi chiediamo». Ecco perché la Regione Puglia ha già
annunciato che se le carte in tavola non cambieranno, esprimerà parere
negativo al rilascio dell´Aia. Ma il parere non è vincolante. Da qui la
decisione di intraprendere la strada della legge regionale. «Qui si vuol
far credere - spiega ancora il presidente pugliese - che in realtà non c´è
niente da fare. Che o c´è la fabbrica con tutti i suoi veleni, o c´è una
salubrità mentale assediata dalla disoccupazione. Ci si mette davanti
all´opprimente aut aut che o si muore di cancro o si muore di fame. Invece
investendo nelle tecnologie quelle riduzioni possono arrivare. In caso
contrario, meglio una vita da povero che una morte sicura». L´Ilva negli
ultimi quattro anni ha prodotto utili per 2,5 miliardi. «E approfittando
del vantaggio competitivo che deriva dal non avere i rigori normativi di
altre aree d´Europa farà sempre più utili» dice Vendola. «In qualsiasi
parte d´Europa, Slovenia esclusa, l´Ilva fosse stata, avrebbe dovuto
chiudere o abbassare le emissioni» spiega il professor Assennato.
«Soltanto in Italia esiste una legge con dei limiti così alti». Il governo
pugliese, in più riprese, ha chiesto di cambiare quella norma sia al
governo di centrosinistra sia a quello di centrodestra. «Mai abbiamo avuto
risposte. E ora mi trovo con i dirigenti cambiati, con Emilio Riva, il
padrone dell´Ilva, come socio della Cai e sempre lui come principale
beneficiario della processione anti Kyoto del governo Berlusconi. Io ho il
dovere di mettere tutti gli interlocutori di fronte alle proprie
responsabilità».
Questo scontro istituzionale arriva dopo un altro, violentis- mo, avvenuto
quest´estate. Per motivare la richiesta di diminu- zione degli inquinanti,
e in particolare del benzoapi- rene, l´Arpa pugliese aveva allegato una
serie di analisi dell´Uni- versità di Bari. Soltanto da due anni, infatti,
l´Agenzia regiona- le per l´ambiente sta monito- rando l´Ilva. Il
direttore regiona le del ministero, Bruno Agrico- la, ha sostenuto che «le
campagne effettuate non pos sono essere ritenute valide». I criteri di
rilevamento, nel 2005 e nel 2006, non avrebbero rispettato quanto previsto
da una legge del 2007. In sostanza, avrebbero dovuto prevedere il futuro."

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