No al carbone Alto Lazio

28 aprile 2010

S. Fermina e S. Tupolev


Nella nostra bella cittadina oggi si festeggia Santa Fermina, ma in questo momento difficile, alcuni sperano piuttosto nell'assistenza del tristemente noto -ma efficace- San Tupolev per certa politicaglia itaGliana.

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Saltafossi e Larghi Intrallazzi

Anche questa è Civitavecchia: le zompe cor muturino a Zampa D'Agnello e le sarte der fosso in Commune. Perello e Gaglione (non è una coppia di comici, purtroppo) passati dal centrosinistra al sostegno alla vergognosa giunta Moscherini, riposizionati nella palude "Gruppo Promiscuo" (aka Misto), seguendo il percorso di altri loschi figuri del passato recente.

Ma chi diavolo ha scelto queste candidature? Chiaro l'imbarazzo di alcuni poiché P&G mettono impietosamente in luce la pochezza della dirigenza che le ha avallate.
Qualcuno chiede le dimissioni, ma purtroppo è solo retorica poiché cosa ci si può attendere da gente che prima si fa eleggere in una coalizione, e poi dopo aver preso i voti si sposta dove più gli fa comodo? Ah, ma è nell'interesse della città: avevate qualche dubbio?

NB: date un'occhiata qua, come si lavora seriamente dentro l'Aula Pucci.

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"Non daremo tregua all'Enel dell'amianto e degli infortuni"

Pregevole articolo di Simona Ricotti su Liberazione. Riportato di seguito.

"Civitavecchia, poco più di 50.000 abitanti, 71 Km2 di territorio.
Due centrali termoelettriche (ma fino a pochi anni fa erano tre) per un totale di 3500 MW di potenza installata, 110 Km di elettrodotti, un porto tra i più grandi del Mediterraneo, un cementificio, una boa petrolifera posta al largo del porto, sei depositi costieri per oli minerali di cui quattro sottoposti a direttiva Seveso, un centro chimico militare per lo smaltimento delle armi chimiche della prima guerra mondiale ( in particolare iprite) e al cui interno vi è lo stoccaggio dell’arsenico utilizzato per inertizzare quest’ultime; due discariche per RSU in fase di post mortem, una in fase di esaurimento, due discariche per rifiuti speciali e pericolosi ed infine, a pochi Km di distanza, la centrale di Montalto di Castro, in odore di riconversione nucleare.
Un territorio dove il mare non è balneabile, l’acqua è in deroga per superamento dei parametri di arsenico, fluoruro, vanadio e selenio da oltre tre anni, dove le percentuali di mortalità e morbilità per neoplasie all’apparato respiratorio, per leucemie e linfomi e quant’altro sono al di sopra delle medie regionali e nazionali e dove, a fronte del ricatto occupazionale utilizzato per sponsorizzare questi impianti veleniferi, la disoccupazione supera il 20 %.
Sono sufficienti questi pochi dati per comprendere che il volto del conflitto su questo territorio è, nel contempo, quello della devastazione ambientale e della crisi occupazionale, di una comunità, condannata a logorarsi al proprio interno, considerata variabile dipendente dei bilanci aziendali delle varie lobby agenti sul territorio, prima fra tutte l’ENEL.
Narrare dei conflitti a Civitavecchia significa narrare la storia di una colonizzazione lunga anni, la storia di un territorio artatamente e metodicamente preparato ad essere aggredito, privato della sua anima e del suo futuro, inquinato nelle coscienze prima ancora che nelle sue risorse naturali, significa narrare dell’inerzia, quando non subalternità, delle istituzioni, Comune in testa, ma anche dell’intero ceto politico del comprensorio, che ha consentito che ciò avvenisse, abbagliato dai milioni di euro per compensazioni ambientali riversati nelle casse dei comuni.
Oggi Civitavecchia piange Sergio, come precedentemente ha pianto Michele ed Ivan, ma Civitavecchia rischia di diventare un territorio rinchiuso nel suo dolore e nelle sue contraddizioni e di non trovare più l’orgoglio di pretendere rispetto nemmeno quando deve salvaguardare i propri figli accettando silente che, dopo l’altisonante annuncio del sindaco Moscherini della chiusura per quindici giorni dell’impianto di Torrevaldaliga Nord, questo venisse riaperto dopo poco più di 72 ore dopo, tempo certo non sufficiente né a verificare a fondo, né tantomeno a ristabilire le condizioni di sicurezza.
Gli occhi dei lavoratori velati di lacrime al funerale di Sergio, offuscati da rabbia mista a rassegnazione narravano della loro paura che tutto tornerà a girare come prima, in quel cantiere della morte, e che le loro vite continueranno ad essere sacrificabili sull’altare della ricerca smodata di profitto.
Dubbi non certo infondati visto il silenzio assordante delle istituzioni, primo fra tutti il Comune di Civitavecchia, sulle tante irregolarità rilevate in quella centrale.
Nulla sulle reiterate denunce dei sindacati e dei lavoratori che, a più riprese, e da svariato tempo, avevano espresso le proprie preoccupazioni riguardo la sicurezza, legate ai serrati ritmi lavorativi imposti e alla sovrapposizione di operazioni lavorative di diverso genere, oltre al non controllo di maestranze fortemente variabili e precarizzate, nella totale latitanza dell’Enel che, in qualità di committente, avrebbe dovuto garantire l’andamento in sicurezza del cantiere.
Nulla sulle inquietanti nubi, a volte rosse a volte bianche , che si alzano dalla centrale e che Enel, con arroganza offensiva, si affretta ad assicurare essere composta, a seconda dei casi, di ruggine o vapore acqueo e comunque confinata (sic!) nell’area di cantiere, come se, peraltro fosse normale che cittadini e lavoratori del cantiere siano costretti a respirare aria satura di ruggine!
Nulla sul rumore sordo e continuo che da tutte le parti della città stanno lamentando.
Nulla sui rifiuti pericolosi accatastati all’aria aperta e sulla gestione ed accatastamento delle ceneri a cielo aperto (ma che il progetto prevede debbano essere trattate in impianti sigillati e depressurizzati) denunciate dal Movimento con video girati dai lavoratori e consegnati anonimamente allo stesso, che hanno condotto la Procura della Repubblica a sequestrare diverse aree del cantiere.
Nulla sulle diverse deroghe ai limiti emissivi e alla gestione dei materiali pulverulenti richieste da ENEL al Ministero dell’ambiente; deroghe, che è bene specificarlo, non costituiscono solo un fatto nominale ma una ulteriore immissione di inquinanti nell’atmosfera con relative ricadute sulla salute.
Nulla, infine, sul fatto che l’impianto di Torrevaldaliga Nord sia in esercizio in assenza di autorizzazione, motivo per il quale, a seguito della denuncia del Movimento, è stato avviato un procedimento che ha condotto il procuratore Capo Gianfranco Amendola a richiedere il sequestro dell’impianto successivamente rigettato dal Giudice per le Indagini Preliminari Giorgianni e che, dopo una prima richiesta di archiviazione ed una nostra opposizione alla stessa, è ancora in itinere.
Oggi, nel piangere Sergio, tutto il territorio sì è trovato unito nel dolore, superando quella contrapposizione tra lavoratori e popolazione contraria alla riconversione a carbone che ha costituito il nodo della lacerazione del tessuto sociale cittadino negli anni scorsi, e non permetteremo che la storia, grazie alla miopia dei sindacati, si ripeta con la vicenda del IV gruppo della centrale di Torrevaldaliga Sud, limitrofa a quella a carbone di Torrevaldaliga nord.
Un gruppo obsoleto di 320 Mw, zeppo di amianto, la cui tecnologia risale al 1973, attiguo a due gruppi turbogas da 1200 Mw, e che Tirreno Power, che ne è proprietario, vorrebbe in prima istanza trasformare da “riserva fredda” a “ciclo continuo” e successivamente, come dimostrano le ricerche di mercato effettuate dal gestore, riconvertire a carbone e di cui il Movimento No Coke, stranamente coadiuvato dal Comune di Civitavecchia, ha richiesto ed ottenuto, anche se per ora solo in conferenza dei servizi, la dismissione.
Una nuova battaglia, quindi, che si affianca a quella contro il carbone a Torrevaldaliga Nord che certo non abbandoneremo nemmeno quando l’impianto andrà totalmente a regime perché, è bene ricordarlo, ogni ora in meno di funzionamento di quella centrale corrisponde a 6.300.000 (seimilionitrecentomila) mc di emissioni in meno immessi nell’atmosfera.
La lotta del movimento No Coke, e più in generale quella delle popolazioni dell’Alto Lazio, è una lotta di legittima difesa: difesa della salute e dell’ambiente, del futuro dei nostri figli e dell’economia dei nostri territori, delle condizioni di lavoro dei nostri figli/fratelli/mariti che in quel maledetto cantiere lavorano, difesa della vita.
All’Enel dell’amianto, degli appalti al massimo ribasso, dei cantieri dove insistono decine di contratti diversi nella quasi totalità caratterizzati dal massimo della precarietà e della flessibilità, all’Enel degli infortuni negati o considerati “accidentalità assoluta” e alla classe politica , sua degna “promoter”, non daremo tregua.
Non vogliamo ma, soprattutto, non possiamo.

Simona Ricotti
Movimento No Coke Alto Lazio

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27 aprile 2010

Per i pochi che ci speculano, il carbone è strategico

Nonostante il grande potenziale di sviluppo che potrebbe avere l'eolico in Sardegna, si continua a investire sul carbone.
"Fiume Santo: ok del Ministero per il nuovo gruppo a carbone."
Fonte: Unione Sarda

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"La gestione integrata dei rifiuti urbani: analisi economica di scenari alternativi"

Per tutti gli amanti degli inceneritori: "La gestione integrata dei rifiuti urbani: analisi economica di scenari alternativi" (Unibocconi.it)

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Marzia Marzoli sul servizio di gestione dei rifiuti a Tarquinia

Ancora aumenti della tariffa sui rifiuti,a carico delle famiglie e delle aziende di Tarquinia,ancora preoccupazioni sul servizio di gestione dei rifiuti.

Il consiglio comunale del 26 Aprile approva con i voti della maggioranza il piano finanziario della gestione dei rifiuti per il 2010,per una cifra da capogiro di € 3.248.894,00,con un evidente aumento dei costi,che per effetto del sistema della TARIFFA (tia) saranno addebbitate sulle bollette dei cittadini.

L’aumento viene imputato dalla presa d’atto della sentenza della Corte Costituzionale n. 238 / 2009, con cui è stata sancita la natura tributaria della tariffa di igiene ambientale (TIA) prevista dall’art. 49 del decreto legislativo n. 22/1997 con conseguenze sulla gestione ed in particolare sulla non applicabilità dell’iva alla Tia.

Ma l’aumento non dipenderà solo dal mancato gettito dell’iva della fascia delle utenze domestiche,ma ai costi riferiti alla raccolta differenziata.

CGD - Costi di gestione della raccolta differeziata: € 511.726,71

La domanda sorge spontanea,la raccolta differenziata fatta finora dalla raccolta con le campane sulla strada,quanto ha fruttato? Dove sono i ricavi della raccolta differenziata?

Sul piano presentato non vi è neache una voce che riguarda le entrate per i materiali riciclabili che i cittadini di Tarquinia con fatica conferiscono negli appositi contenitori,spesso lontani dalle proprie case.

Ma che paese è mai il nostro dove la raccolta differenziata è solo un costo,dove i materiali riciclabili sono un onere,dove non si raccoglie l’alluminio,materiale prezioso e ricercatissimo,visto che in natura è in esaurimento!.

Ma che paese è il nostro,dove gli utenti non possono fare il compostaggio domestico,se non hanno un giardino di almeno 25 metri (vedi regolamento sul sito del comune),quando sanno tutti che l’umido contenuto nei rifiuti vale almeno il 30% del peso totale.

Visti i costi del conferimento in discarica di circa € 90.00 a tonnellata,quanto si poteva risparmiare se fosse stata attivato un incentivo sul compostaggio?.

Ma perché tanta inefficenza?

A seguito dell’espletamento della gara ad evidenza pubblica,è stato aggiudicato in via definitiva l’appalto di durata quinquennale all’ATI Aimeri Ambiente – Lanzi O. di Lanzi Dante & C per l’importo complessivo di € 9.495.000,00 oltre IVA al 10% con decorrenza 01/04/2010,l’allegato Piano Finanziario anno 2010 predisposto dagli uffici comunali, i relativi costi previsti della gestione dei rifiuti urbani e assimilati, con un costo annuale pari ad € 3.248.894,00.

Dunque troviamo già la sorpresa di un aumento annuale di quasi € 1500000.00,che pagheranno cittadini ed aziende di Tarquinia.

Serve competenza e volontà di fare esempi positivi sulla questione rifiuti.

Dal consiglio comunale sono emerse inoltre due temi pericolosi,uno riguardante l’ammiccamento del sindaco Mazzola al sistema ARROW BIO sponsorizzato dal sindaco di Civitavecchia,il quale ignorando l’inutilità del sistema ne decantava gli aspetti ambientali.

ARROW BIO è un sistema non ecologico e non attuabile perché spreca ulteriori risorse,quale la preziosissima acqua,non risolve il problema delle discariche perché 1/3 del processo è residuo ed in ultimo,cosa gravissima non prevede la raccolta differenziata.

Renato Bacciardi in veste di consigliere,parlando dell’importanza della raccolta differenziata ,ha introdotto il secondo tema pericoloso: “la riapertura della discarica di Tarquinia”.

Ma che c’azzecca il riciclo delle materie prime con la discarica,che è una tomba per i materiali conferiti?

;quanta confusione procura la totale mancanza di informazioni sul tema rifiuti.

L’unico futuro percorribile è quello dei RIFIUTI ZERO.

Si cerchino le informazioni in tutte le lingue del mondo,un suggerimento,www.rifiutizero.org www.comunivirtuosi.org www.zerowaste.org

Gli amministratori dovrebbero studiare la materia complessa dei rifiuti prima di esprimersi in pubblico.

Non si racconti la palla che a Tarquinia inizierà la raccolta differenziata PAP (porta a porta) come ad un evento miracoloso,in Italia a Capannori sono arrivati al 90% della raccolta differenziata e i cittadini ma pagano quasi nulla la tariffa.

Il dunque è questo,senza incentivi la raccolta PAP sarà un perfetto flop,i cittadini per fare un grande lavoro dovranno poter risparmiare sulla bolletta.

Oppure si vuole addebitare il costo della raccolta differenziata ancora una volta sulle spalle di tutti i cittadini?

Un buon consiglio,invece di andare a ripetizioni dal sindaco di Civitavecchia,si vada piuttosto a prendere lezioni dai sindaci che aderiscono al gruppo dei COMUNI VIRTUOSI,parola sconosciuta agli amministratori del nostro comprensorio.

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Tarquinia: R. Fortuna su Mazzola, carbone e altre brutte storie.

Lettera aperta al Sindaco di Tarquinia Mazzola dall'ex Consigliere Riccardo Fortuna

"Caro Mazzola,

non credevo di essere così al centro dei tuoi pensieri, cribbio, passi il tempo a guardarti i miei risultati elettorali, in voti e in percentuale... ti preoccupi pure di cosa posso fare ora che non sono più consigliere… Beh ho due buone notizie: la prima è che al contrario tuo, un mestiere ce l'ho (e dicono che sia piuttosto bravo). La seconda buona notizia è che di qui in poi sarai protagonista di una vignetta al mese (a mezzo stampa), così avrai modo di apprezzarmi anche come artista e non solo come consigliere. Tanto ragioni per sfotterti ne fornisci in abbondanza.

Veniamo alla tua lettera. Come hai notato 547 persone mi hanno dato fiducia, certo, a te che riempi piazze di moltitudini adoranti sembrerà poca cosa, per me invece è davvero un’emozione... e anche dal lato pratico l'8% non mi pare poi così poco, per altro si tratta di oltre 100 voti in più di quando sono stato eletto cinque anni fa.

Ognuno dei 547 concittadini che mi hanno votato merita rispetto, come chiunque voti uno che non ha mai fatto promesse, né 'marchette', mai spartito una prebenda, mai utilizzato la cosa pubblica come cosa propria a fini elettorali o per altro, uno che non mai favorito o sfavorito qualcuno a scapito del merito e del diritto.

Può dire lo stesso il Sindaco Mazzola, già assessore, già consigliere, già PCI, PDS, DS, oggi PD in quota DC? Sicuramente sì, ma mentre lo dice il naso gli rimane lungo com’è, oppure aumenta? Misuratelo e fammi sapere Mazzo’.

Visto poi che affermi a mezzo stampa che io ho fatto dei “ricatti”, io ti risponderei di “specificare oggetto e termini di questi asseriti ricatti, salvo prenderti un’immediata querela”, ma trattandosi di te Mazzola, che ti vuoi denunciare? Vai preso per quello che sei, io infatti preferisco di molto prenderti per il sedere.

Sul carbone a Civitavecchia e sull'Autostrada tirrenica, in Provincia sia la destra che la sinistra per cinque volte (mica una!) hanno votato all'unanimità i documenti da me proposti.

Mentre Marrazzo, Mazzola e una manciata di altri sindaci si sono accordati con ENEL in cambio di una trentina di denari, la Provincia ha invece mantenuto ferma la propria contrarietà al carbone, non ha tradito il su ruolo di difesa del territorio, se ciò è frutto di “ricatto”, allora io sono Diabolik e me ne vanto. Come si fa a ricattare un'amministrazione intera, minoranza inclusa? Bah!

In ogni caso, anche se fosse, sono orgogliosissimo di aver costretto i tuoi simili (di PD e PDL) a votare, loro malgrado, in favore della nostra gente e contro tumori e sofferenze umane.

Ma che ti sto a spiegare? A te va bene tutto, carbone, olio combustibile, la mondezza bruciata a TVN, il cementificio, l'autostrada in mezzo all'abitato... diciamocelo, ci manca poco che il tuo comune distribuisca alla popolazione degli aerosol caricati a diossina... per non rimanere senza quando i livelli di inquinamento ambientale dovessero abbassarsi troppo... perché se non c'hai il tumore oggi sei fuori moda, vero Mazzo’?

Mo' Mazzolone scappo che c'ho da lavorare (t’è capitato mai???), comunque ci si risente domenica che ti regalo la prima vignetta, a te e alla stampa.

Buon divertimento
Riccardo Fortuna

PS
Dimenticavo: quando ti affacci dall’ufficio del Sindaco e vedi la ciminiera di TVN…. Respira, respira profondamente. Mi raccomando.

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26 aprile 2010

Morti di lavoro, malati di nucleare

"Basta morire uccisi dal lavoro e dall'indifferenza"





"Morti sul lavoro e patologie per inquinamento ambientale, politica energetica non sostenibile, ritorno al vecchio nucleare: tutto origina dalla ricerca del profitto a qualunque costo"
(immagine e video: Maremmaoggi.it)


Punti chiave degli investimenti dei padroni: corruzione della politica, ignoranza delle masse, discredito dei critici. Nell'era dell'informazione, si scopre che senza un cittadino ben formato qualunque informazione è inutile.

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Inquinamento dell'acqua a Civitavecchia: in attesa di risposte da chi dovrebbe tutelarci

Comunicato del Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti

"Oggi apprendiamo con preoccupazione dagli organi di informazione nazionali che per nove anni alcune regioni italiane hanno agito in deroga alle norme di Bruxelles e fra queste anche il Lazio, permettendo l’utilizzazione di acque ai fini potabili con alte concentrazioni (fino a cinque volte i valori consentiti) di arsenico, bromo e fluoro. L’allarme è stato lanciato dal comitato scientifico incaricato dalla Commissione Ue di dare un parere sulle acque potabili italiane. Noi chiediamo al nostro Primo Cittadino, massima Autorità Sanitaria locale, se sia ancora in vigore, perché prorogato, il Decreto congiunto dei Ministri della Salute e dell’Ambiente (D.M. del 04/10/2007, in G.U. 06/11/2007) che, invece di interdire la captazione e la distribuzione delle acque del fiume Mignone (inquinate dagli scarichi fognari, mal depurati, di quattro Comuni: Vejano, Oriolo, Montevirginio e Canale Monterano), concede al Comune di Civitavecchia la facoltà di erogare acqua contenente un surplus di trialometani fino a 80 microgrammi per litro. Se cosi fosse, nella nostra città avremmo una situazione paradossale perché, agli effetti deleteri dell’arsenico, del bromo e del fluoro, si sommerebbero quelli dei trialometani nella assoluta indifferenza delle autorità preposte a vigilare sullo stato della nostra salute.

Sappiano i nostri distratti concittadini che i trialometani sono sostanze tossiche per tutti gli organi vitali e che sono stati dimostrati la loro patogenicità cancerosa ed altri effetti tossici che interferiscono in modo particolare sulla salute dei neonati, dei bambini e delle gestanti.

Pretendere che “per Decreto” le leggi di Natura e le certezze scientifiche si possano modificare ad libitum è un delitto contro l’intelligenza, oltre che contro ogni elementare principio di uno Stato di diritto quale ci illudiamo che sia la Repubblica Italiana. Per cui noi ci aspetteremmo che il nostro Primo Cittadino (che è la più alta carica di garanzia d’una corretta gestione della salute pubblica), si opponesse a tale ferita inferta alla pacifica convivenza dei propri amministrati, riportando i valori massimi consentiti delle sostanze inquinanti a quelli suggeriti dalla Comunità Europea, anche se il decreto sui trialometani dovesse rimanere ancora in vigore. Questo intervento di adeguamento alle normative europee è, per noi cittadini di questo comprensorio, di vitale importanza viste le innumerevoli fonti inquinanti cui siamo da decenni soggetti."

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La corsa dell'uomo-gambero

Intervento di Gabriele Pedrini – Segretario Federale Fiamma Tricolore. Fonte: Centumcellae.it

'A margine degli ultimi eventi che hanno interessato il locale complesso energetico dell’Enel, ed alla luce dell’ultima proposta, in merito alla possibilità di utilizzare del cdr (combustibile da rifiuto n.d.r.) per alimentare la centrale di Tvn, presentata dall’on. Prestigiacomo, ritengo quanto mai opportuno, se non addirittura necessario, fare un paio di riflessioni in merito al problema della riqualificazione energetica del polo Enel di Civitavecchia.
La prima riguarda la già tanto discussa, e da me non condivisa, riconversione a carbone della centrale, conversione che di fatto ha proiettato indietro di qualche decennio la locale tecnologia produttiva di energia elettrica in relazione ad un panorama in cui tutto il mondo industrializzato sembrava andare già oltre il nucleare attraverso lo studio e l’adozione di tecnologie rivolte alle fonti alternative.
La seconda riguarda l’attuale ritorno al nucleare, quale fonte di produzione di energia elettrica, tecnologia che nel resto del mondo industrializzato sembra già essere in fase di abbandono per il concreto orientamento dei governi circa il ricorso alle fonti di energia rinnovabile.
In questo contesto mi sembra difficile, oggi, accettare “sic et simpliciter” la proposta della Prestigiacomo che rappresenta in sé un ulteriore terribile “aborto” sulla strada della salvaguardia ambientale che dovrebbe essere il viatico di una politica seria, rivolta alla tutela del territorio e dei cittadini: nella sola area di Civitavecchia, si registrano il 30% in più di patologie cancerogene rispetto alla media regionale, con l’aggravante che le relative terapie devono essere effettuate presso nosocomi esterni al comprensorio.
D’altro canto, che le discariche fossero uno scempio ambientale ed economico per il Paese mi è sempre parso lapalissiano, ma nessun governo si è mai curato di studiare ed attuare un corretto ed efficace “ciclo di smaltimento dei rifiuti” che rendesse possibile l’eliminazione delle discariche….chissà perché!
Ora ci accingiamo ad entrare nel “ nucleare”, ovvero ci accingiamo ad adottare fonti energetiche già vecchie di circa 30 anni e, peraltro, in fase di abbandono nel resto del mondo.
Il ministro Prestigiacomo propone, in tale contesto, il ricorso al Cdr! Viene da ridere per non piangere: il Cdr richiede la realizzazione di impianti dedicati solo alla sua costosa produzione che presuppone, peraltro, l’esistenza di una idonea catena di assorbimento del prodotto, localmente non presente.
In tale ottica, non sembrerebbe più economico ed efficace rivolgere l’attenzione alla realizzazione di impianti che, partendo dal rifiuto tal quale, producessero energia elettrica a basso costo come avviene in Germania, dove noi abbiamo esportato “pagando” tonnellate su tonnellate di rifiuti solidi urbani perché le famigerate ed inquinanti “discariche” erano esaurite? Alla fin , sorge spontaneo e logico chiedersi: “cui prodest ?”, ovvero, a “chi ha giovato”, a “chi giova” ed a “chi gioverà” questa eterna, perversa corsa del gambero?"'

La nostra risposta è: sul breve termine a pochi speculatori, ma sul lungo termine, a nessuno. Ci stiamo solo facendo del male, non ce n'è uno che ci avrà guadagnato, neanche tra i padroni che tramano per imporre i loro velenosi interessi. Una Terra malata e una società decadente sono un problema che coinvolge tutti.

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23 aprile 2010

Battaglia contro il carbone in Argentina

Riportiamo da Greenreport.it

"I ghiacciai si stanno ritirando ad un ritmo allarmante a causa del cambiamento climático. Nonostante questo, la presidente Cristina Fernández de Kirchner sta costruendo a Río Turbio una mega-centrale a carbone, la forma di produzione di energia più inquinante e che genera più cambiamento climatico. La soluzione per fermare il cambiamento climatico e salvare i ghiacciai è quella di smettere di utilizzare il carbone per produrre elettricità e farlo con le energie pulite e rinnovabili, come l'eolico». Comincia così l'appello ad una cyber-azione di Greenpeace Argentina che ha già intasato la casella e-mail della presidenza della repubblica con le firme di oltre 93.000 persone sotto questa lettera: «"Carbone o ghiacciai" è la sintesi del prezzo che hanno alcune delle iniziative che si stanno portando avanti in materia energetica. Cominciare a produrre elettricità basata sul carbone fossile, come vuole fare il suo governo con la costruzione della centrale termica di Río Turbio, costituisce un forte contributo alle emissioni di gas che influiscono sull'atmosfera e provocano il riscaldamento globale. Questo processo climatico sta mettendo a rischio la sopravvivenza dei ghiacciai, le principali riserve di acqua dolce. Il carbone non è una opzione da promuovere nell'attuale situazione e nella situazione che vivremo nei prossimi anni; averne promosso e incoraggiato l'utilizzo nella metà del secolo scorso, non fornisce nessuna razionalità per farlo ora. In relazione alla questione climatica, con frequenza si ripetono espressioni come quella che l'Argentina "non ha impegni". Questa dichiarazione è falsa, un grande equivoco. Quello che non ha l'Argentina è un impegno quantificato legalmente vincolante, vale a dire, non deve rispettare un obiettivo specifico in materia di riduzione di emissioni. Però l'Argentina, facendo parte della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (1992) si assume impegni di riduzione (Artícolo 4). Inoltre, essendo anche parte del Protocollo di Kyoto (1997) questo impegno si ripete nel suo articolo 10. Vale a dire, il nostro Paese, come parte di tali accordi, deve formulare delle politiche di mitigazione. Lo sviluppo del carbone come fonte di energia è un grave errore. Si tratta di una fonte di energia sporca mentre disponiamo di risorse energetiche pulite che non hanno nessuno sviluppo, come l'energia eolica. Mentre si destinano ogni anno milioni di dollari in energie sporche, per le energie rinnovabili esistono solo promesse e annunci che non si concretizzano mai. Lo scarsissimo sviluppo dell'energia eolica è una chiara dimostrazione del fallimento della politica energetica per mettere l'Argentina sulla strada della sostenibilità. E' necessario che il suo governo produca un modello energetico innovativo e che questo sia all'altezza della sfida climatica che stiamo affrontando. L'Argentina può iniziare da subito la transizione verso le energie rinnovabili, ridicendo emissioni ed inquinamento, minimizzando gli impatti sociali e producendo posti di lavoro sostenibili. Il potenziale delle risorse esistenti lo permette, e anche la capacità tecnologica, manca solo la volontà politica di cambiare».

Il problema del carbone in Argentina è arrivato alla ribalta internazionale il 12 aprile, direttamente sulle pagine del Washington Post: Greenpeace ha comprato una intera pagina per criticare il progetto di costruire una centrale a carbone in Patagonia, a Río Turbio, nella provincia di Santa Cruz, dando così il "benvenuto" alla presidente Cristina Fernández de Kirchner in visita ufficiale negli Usa. Il titolo dell'avviso riprendeva il titolo di una nota canzone del film su Evita Peron e non lasciava spazio a dubbi: "Don´t cry for me, Patagonia" e Juan Carlos Villalonga, direttore elle campagne di Greenpeace Argentina spiegava: «Si tratta del primo passo di un piano per cominciare ad utilizzare su grande scala il carbone come fonte di energia». Il paragone tra Evita Peron e la peronista Cristina Fernández de Kirchner è di quelli che bruciano in Argentina, e Greenopeace non risparmiava nulla alla "Presidenta": «Una donna con una visione di largo respiro non potrebbe mettere a rischio i ghiacciai e le riserve idriche dell'Argentina». Eugenia Testa, direttrice politica de Greenpeace Argentina ribadiva: «Il governo scommette sul carbone come fonte energetica, sta scommettendo sul peggior contributo alla mitigazione del cambiamento climatico» Dal Washington Post gli ambientalisti ricordavano ai peronisti: «L'Argentina deve avere un atteggiamento responsabile in materia di cambiamento climatico, tanto nelle sue decisioni interne, come per le sue richieste ai Paesi industrializzati perchè si assumano le loro responsabilità».

Lo scontro politico con le associazioni ambientaliste è molto forte: Greenpeace e l'Asamblea Ambiental Ciudadana (Acc) di Río Gallegos, Santa Cruz, hanno accusato il governo di aver già pagato prima della presentazione dello studio di valutazione ambientale 142 milioni di dollari all'impresa spagnola Isolux Corsán, che costruirà la centrale di Río Turbio. La Isolux Corsán ha risposto di aver ricevuto solo un anticipo di 74.723.863,16 pesos (circa 20 milioni di dollari), ma gli ambientalisti hanno dimostrato che «In virtù della Resolución Conjunta 142/2007 begin_of_the_skype_highlighting              142/2007      end_of_the_skype_highlighting e 9/2007 del 27 di dicembre», sono stati versati circa 142 milloni nell'agosto 2008, mentro lo studio per la Via è stato presentato nel settembre 2008. Secondo Greenpeace «E' una violazione della Ley General del Ambiente e dimostra che la realizzazione di questa opera era già in pieno procedimento esecutivo in maniera indipendente dai risultatoi del procedimento di valutazione ambientale. Secondo la Acc di Río Gallegos, «Isolux continua a mentirci».

Il Secretario de Minería dell'Argentina, Jorge Mayoral, del ministero di pianificazione federale, investimenti pubblici e servizi, ha definito la pagina sul Washington Post, una pubblicità che «Dispezza gli Argentini» e Villalonga e Testa gli rispondono a brutto muso: «E' lei che sta dispezzando gli argentini quando dice che l'impresa del Río Turbio «Cerca di aumetare il valore aggiunto recuperando e migliorando le condizioni di lavoro locali", essendo questo in realtà un'opera che non ha nessuna razionalità economica per poterla considerare come un investimento capace di produrre vero lavoro. Invece, questa proposta significa la continuità dei lavori insalubri come quelli nelle miniere di carbone e in una fonte di energia altamente inquinante. Da un lato, l'impresa che difendete come una "summa" della gestione energetica, in realtà quel che state facendo è solo peggiorarla, visto che già oggi è dipendente per il 90% da combustibili fossili . Quello che si sta aggiungendo è il peggiore combustibile in materia di contaminanti chimici e che più contribuisce al riscaldamento globale. Dall'altro lato, lei non solo disprezza l'intelligenza degli argentini, ma mente anche spudoratamente quando dice che Greenpeace non fa nessuna domanda ai grandi Paesi sugli stessi temi. Lei ha detto che Greenpeace ha "la vista cieca sull'impatto e la mancanza di mitigazione e le carenze delle grandi potenze". Il suo discorso ha riovelato chiaramente che non conosce completamente le discussioni e i negoziati internazionali sul cambiamento climatico che si tengono da più di 20 anni. Una loro m inima conoscenza le avrebbe dato un'idea del ruolo che hanno svolto organizzazioni come Greenpeace e si sarebbe evitato di dire queste sciocchezze».

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