Il presidio è formato da commercianti, agricoltori, operatori turistici e semplici cittadini e si trova a ridosso della Statale Aurelia, nella zona commerciale urbana di Tarquinia, dove in queste ore sta giungendo la solidarietà di numerose personalità. Tra queste anche politici, di tutti i partiti, come quelli dell’attuale maggioranza di governo, perché il cancro del carbone, che può attaccare l’economia e la salute, non ha colore politico. Tutti portano la loro solidarietà ad una popolazione laboriosa, unita contro chi ne minaccia il futuro e contro chi le nega il diritto alla salute e al lavoro. Una popolazione che trae sostentamento dai tesori di questa terra: campi fertilissimi, mare, boschi, bellezze architettoniche e naturali, oltre a tesori archeologici di rilevanza mondiale, patrimonio dell’umanità, unici siti etruschi dell’UNESCO.
Sull’Aurelia, all’interno del presidio, visibili alcuni trattori vista la forte preoccupazione degli agricoltori, non solo della Tuscia, ma anche della Toscana e della Maremma. Infatti, oltre al carbone di Civitavecchia, temono che sia riconvertita con il più dannoso ed inquinante dei combustibili fossili anche la centrale di Montalto di Castro, costruita durante la “prima repubblica” in zona sismica.
Questa sera, presso il presidio, saranno accese le fiaccole della legalità affinché, intanto, si inizi a far piena luce sulla riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia.
Comitato “Cittadini Liberi”.
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