Tony Hayward, amministratore delegato di British Petroleum (BP)
Per soldi e potere si giunge a compiere atti abominevoli. Niente di nuovo sotto il sole, direte voi. I recenti fatti della clinica S. Rita (vedi qui e qui) a Milano non fanno che riportare alla luce questa dolorosa consapevolezza.
In questo caso vogliamo portare l'attenzione su un altro fatto di cronaca: il Corriere titola:
"Il n.1 di BP: se si vuole tenere il passo con il bisogno di greggio occorre aprire il Polo sud alle compagnie. E' uno degli ultimi luoghi incontaminati della terra. Forse, ancora per poco."
Non c'è limite allo schifo. Questa gente parla come se il mondo fosse di loro proprietà, e non rappresentasse l'unico possibile ambiente di vita per noi e le generazioni che seguiranno. Il pianeta concepito come una fonte di lucro usa e getta. Quanto dovremo attendere ancora, prima di sviluppare in modo diffuso un'etica sufficientemente avanzata per non mettere continuamente a repentaglio la nostra sopravvivenza? Quanto prima che ogni individuo giunga a prendere su di sé la responsabilità del proprio agire?
Il cinismo estremo di questo Tony Hayward non costituisce certo un unicum, e anzi ci richiama quello del suo omologo italiano Scaroni (a.d. eni, ex enel) . Siamo sicuri che gente simile avrebbe saputo trovare senza difficoltà un posto di primo piano tra le gerarchie naziste o quelle staliniane.
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