No al carbone Alto Lazio

31 agosto 2010

Ancora suI ricatto (im)possibile by enel

Diamo spazio a due commenti su una notizia inquietante (leggi qui) che non ha forse guadagnato l'attenzione che meriterebbe.


    "Enel presenta agli agricoltori di Cerano una clausola identica a quella pretesa dal Comune, chiedendogli di rinunciare a "ogni diritto, pretesa, azione,ragione o reclamo nei suoi confronti, delle società che appartengono al gruppo e dei rispettivi dirigenti e dipendenti in relazione all'esercizio della centrale Federico II". La clausola è stata inserita nella bozza di protocollo che la società ha presentato alle associazioni dei redidenti dell'agro come presupposto per l'intesa che dovrebbe regolare le operazioni di bonifica e messa in sicurezza dell'area che rientra nel Sito d'interesse nazionale definito dal Ministero dell' Ambiente.L'efficacia del protocollo è "risolutivamente condizionata alla consegna ad Enel Produzione" di quegli atti, "ivi compresa la revoca delle querele e l'espressa rinuncia alla costituzione di parte civile nel procedimento penale intentato dalla Procura di Brindisi relativo al presunto inquinamento dei terreni limitrofi all'asse attrezzato e alla centrale.
    Il testo tornerà sul tavolo tecnico domani, 30 agosto, dopo il nulla di fatto di luglio. Nell'arco di trenta giorni non sembrano esserci state novità, nè da parte di Enel con la modifica dell'accordo, nè da parte dei comitati degli agricoltori ("codiansa" e "agricoltura, ambiente e natura")che non hanno rinunciato al procedimento penale e non hanno neppure abbandonato l'ipotesi di chiedere il ristoro dei danni. Non solo patrimoniali ma anche per patologie che ritengono legate all'esposizione alle polveri di carbone."


    "La centrale termoelettrica a carbone di Brindisi-Cerano, di proprietà dell’Enel, torna al centro delle polemiche. Dopo la storia del concertone di Irene Grandi e Patty Pravo, di cui vi abbiamo ampiamente parlato nelle settimane scorse, questa volta il problema sono i soldi.

    Un sacco di soldi: circa un milione e 200 mila euro che l’Enel dovrebbe dare al Comune, in base all’accordo di programma per la messa in sicurezza e la bonifica del Sic di Brindisi, oltre a quelli che la stessa azienda dovrebbe dare agli agricoltori che, dal 2007, in seguito ad una ordinanza del sindaco non possono coltivare le terre intorno la centrale a causa del pesante inquinamento da polveri di carbone.

    Enel, però, ha chiesto al Comune e agli agricoltori di accettare una clausola molto importante: niente soldi senza la rinuncia completa a costituirsi parte civile nel processo penale scaturito dalle indagini della Procura di Brindisi sul presunto inquinamento intorno alla centrale.

    Una pretesa assai strana: una cosa sono i processi penali, con le relative costituzioni di parte civile, un’altra sono gli accordi di programma che hanno a che fare con lo sviluppo delle attività di una azienda in collaborazione con il territorio circostante.

    E se, come in Italia è d’obbligo, nessuno è colpevole fino all’ultimo grado di giudizio allora per quale motivo Enel chiede, oggi, di rinunciare ad un eventuale risarcimento se, a fine processo penale, venisse accertato l’inquinamento?"

    Nessun commento: