No al carbone Alto Lazio

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30 giugno 2008

"Sulla tragica morte di Ivan."


Comunicato Stampa del 25/06/2008.
Seguono commenti dal mondo politico, e un articolo di M. Galice.
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Eventi di questo tipo impongono che si ascolti in silenzio quello che la vita ha da insegnarci. Se parole devono essere spese, debbono dimostrare di essere utili per migliorare la nostra condizione.

In primo luogo, e sopra ogni altra cosa, esprimiamo tutto il nostro grande, profondo cordoglio, viva partecipazione al dolore della famiglia e dei cari di Ivan, uno di noi. 24 anni di vita, di mestiere operaio, uomo come noi, la vita stroncata come sappiamo.

In questo momento di raccoglimento, e rabbia, dobbiamo fare i conti con i pericoli che su tutti noi incombono.

Decenni di vuote chiacchiere in favore della sicurezza sul lavoro, mentre nei cantieri l'unico valore è: il profitto dei padroni. Da questo assunto loro non retrocedono, salvo riempirsi la bocca di falsità in occasione di simili eventi luttuosi. Ma alla prova dei fatti, sembra che non faccia poi tanto scandalo la morte in cantiere, per i signori della speculazione: l'uomo, vivo o morto, è solo ridotto a un numero. Un valore meramente quantitativo che entra in un bilancio, previsto sin dall'inizio.
Per noi questi numeri restano cifre di un pensiero inaccettabile, disumano e disumanizzante. Da combattere.

Intanto, in noi, si fa strada una consapevolezza tanto amara da non poter essere digerita: daremmo qualsiasi cosa per poter sperare che altre morti legate a TVN siano evitabili. Ma è una sperenza vana.
Sulla nostra testa pende un destino ineluttabile, che non è quello della morte naturale. E' quello della morte, della sofferenza per le patologie legate all'inquinamento, riguardo al quale il nostro territorio non teme confronti. Altre morti verranno entro pochi anni, grazie al carbone di TVN.
E' scienza, è statistica, di nuovo: numeri per descrivere le patologie e le morti che l'inquinamento da carbone ci regalerà. Tanto è vero che sulle carte sono già quantificate anche in termini di risarcimenti economici.
Tanto per rinfrescare la memoria a tutti, le stime di externe.info (EU) parlano di centinaia di milioni di euro per le spese mediche nei 25 anni di esercizio della centrale a carbone. Del resto, come si motivano i milioni che enel scucirà all'amministrazione Moscherini e alle altre? Semplice: si pretende di aver comprato la nostra salute.

Come accade per tutte le lotterie, quella di morte di TVN non ci dice in anticipo chi sarà sorteggiato. Ci dà invece la certezza che tanti e tanti di noi e dei nostri figli dovranno soffrire e morire per le conseguenze dell'inquinamento da carbone: tutti parteciperemo all'estrazione.
Queste morti resteranno dolore privato delle famiglie colpite, perché giornali e necrologi pubblici non parlano dei morti per l'inquinamento, delle stragi lente. Porto, le vecchie centrali ad olio combustibile, TVS, Montalto di Castro, cementifici, etc: abbiamo già dato. E invece, su tutto questo si va ad aggiungere il carbone, col suo carico insostenibile.

Se non saremo tutti noi a gridare che vogliamo sì lavoro, ma pulito e non al prezzo della vita o della salute, rischiamo di conoscere da vicino il cordoglio che oggi colpisce terribilmente i cari di Ivan. La causa sembra diversa, ma in realtà è sempre la stessa: il profitto dei potenti. Ivan siamo noi.

Se ci uniamo per fermare il carbone possiamo lasciarci alle spalle rischi tragici che non vogliamo. Ricordiamo che la nostra vita non è di destra, né di sinistra o di centro: questo dolore e queste preoccupazioni ci riguardano tutti.

Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio


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Altre dichiarazioni dal mondo politico:

DI LAVORO IN ITALIA ORMAI SI MUORE OGNI GIORNO: MA LA MORTE DEL GIOVANE CIFFARY, VENUTO DA LONTANO AD IMMOLARE LA VITA AL PROFITTO ALTRUI, HA UN SAPORE PARTICOLARMENTE AMARO.

Quel sacrificio, per la seconda volta, si consuma in un cantiere che è il più terribile segno di contraddizione dei nostri tempi in questo nostro territorio. Rifiutata dalle popolazioni, quella mega-centrale in costruzione, portatrice delle incoerenze di un industrialismo non etico e preistorico, sembra vendicarsi già prima di entrare in funzione: solo che la sua vendetta colpisce i poveri e gli incolpevoli.

I VERDI di Civitavecchia sottoscrivono parola per parola il nobile comunicato firmato dal "Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio" che esprime in modo eccellente le considerazioni che tutti dovremmo scambiarci. Su quelle parole invitiamo tutti a riflettere, prima di scatenarci ancora in miserevoli tentativi giustificatori. Riflettere almeno un giorno, quando un'altra giovane vita viene sacrificata sull'altare del profitto, al di sotto di ogni ragionevolezza.

I Verdi di Civitavecchia - 25 giugno 2008

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Consigliere provincale G. De Paolis:
Testimonianze private di giovani lavoratori precari del cantiere lamentano di lavorare in condizioni inumane e a ritmi elevatissimi perché la centrale entri in funzione il più presto possibile: la politica, le Istituzioni, la gente comune non può restare indifferente a quello che accade. Dobbiamo intervenire con cose concrete e con controlli serrati a difesa dei lavoratori, prima che quel mostro che è la centrale mieta altre vittime, ancor prima di entrare in funzione


Il Partito Democratico
Il cantiere di TVN ha già mietuto troppe vittime senza che si sia intervenuti efficacemente per l’attuazione delle prescrizioni di legge sulla sicurezza e senza dare sufficiente formazione a chi è comandato a lavorare in situazioni di rischio. E’ altrettanto grave che “per fare presto” vengano accelerati oltre misura i ritmi di lavoro. Si aumentano poi le ore lavorate sottoponendo così i dipendenti ad uno stress continuo che accentua le possibilità di incidente. Tutto questo perché si antepone la produzione al valore della vita. Esprimiamo la nostra partecipazione al dolore dei familiari e dei colleghi di Ivan Ciffary, la cui dedizione al lavoro fino al sacrificio della propria vita fa giustizia di tante inopportune valutazioni sulla presenza di stranieri nel nostro Paese


Consigliere regionale Enrico Luciani
La causa di questo tragico incidente è dovuta alla fretta con cui si vuole terminare la centrale dell'Enel. Questa fretta mette in grave pericolo l'incolumità delle persone impiegate nel cantiere, a scapito di una sicurezza tanto decantata nelle parole, ma inesistente nei fatti. Questi episodi sono l'ennesima dimostrazione dell'insufficienza dei controlli nei luoghi di lavoro. Ora mi aspetto maggior chiarezza su quanto accaduto e spero che almeno questa volta le responsabilità vengano individuate.

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“E fino a quando, o Catilina, abuserai della nostra pazienza?”. Seguendo la rabbia e l’istinto di queste ore, e sostituendo senza irriverenza i vertici dirigenziali dell’Enel a Catilina, l’incipit della più celebre delle orazioni ciceroniane potrebbe ben rappresentare lo stato d’animo della città di fronte alla tragica morte di Ivan Ciffary. Una città sfiancata, stremata, quasi stuprata socialmente ed ambientalmente da oltre 30 anni di servitù Enel, a cui è lecito domandare cos’altro vuole ancora in sacrificio da Civitavecchia per alimentare i suoi profitti aziendali. Tutto quello che è stato dato in questi decenni in termini di salute e di morte ancora non basta? Fino a che punto si dovrà assistere ancora al dazio delle vite umane e allo sfruttamento del nostro territorio? Sappiamo già cosa accadrà nelle prossime ore: il cordoglio dell’azienda elettrica nei confronti della famiglia di Ivan Ciffary, l’avvio della solita indagine interna per “accertare le cause dell’accaduto”, la conclusione dell’indagine che non accerterà mai responsabilità oggettive (come accaduto nel caso di Michele Cozzolino), alcuni giorni di sciopero dei lavoratori e dei sindacati, il fermo del cantiere per una settimana o poco più, le promesse dell’Enel sul rispetto della sicurezza e l’impegno ad incrementare il rispetto delle norme sul lavoro, ecc. ecc…e poi dopo pochi giorni assisteremo alla normale ripresa dei lavori ed al ricordo dell’ennesima vittima sul lavoro che “per fortuna” si affievolisce sempre più. Chi si ricorda ancora, infatti, di Michele Cozzolino, chi si sta ricordando della sua famiglia? Accadrà questo anche per Ivan. Tutto riprenderà dunque come prima, per ultimare al più presto i lavori di riconversione di Tvn ed accendere infine quell’agognato bottone, con la speranza che non avvenga più nessuna disgrazia a turbare la gioiosa realizzazione della “centrale a carbone più avanzata del mondo”. A voler essere cinici fino in fondo va ricordato che, dopo la morte di Cozzolino, qualcuno tra gli operai del cantiere vociferò che le previsioni aziendali per la realizzazione della centrale prevedevano tre possibili decessi tra gli operai. Previsioni macabre ma quasi rispettate. Siamo già a due ed è dunque lecito attendersi il terzo. Nella migliore delle ipotesi ci si potrebbe fermare a due e dire paradossalmente che le cose sono andate fin troppo bene, nonostante si sapesse benissimo a cosa si andava incontro. Fino a quando, dunque, Civitavecchia potrà avere tanta pazienza? Fino a quando sarà possibile tollerare tutto ciò? Forse, guardando la storia politica della città, la risposta è che sarà possibile tollerare tutto ciò per sempre. Perché maledire l’Enel e rivoltarle addosso le cause della morte di Cozzolino e Ciffary e lo stato di inquinamento del nostro territorio può essere un valido esercizio di sfogo mentale, ma inutile e rivolto al destinatario sbagliato, perché è storia risaputa, dai tempi di Carlo Marx, che l’impresa (si può usare ancora la parola capitalista?) cura i suoi interessi, bada al profitto e per raggiungerli non si ferma davanti a nulla, se non c’è nulla che la fermi. E a Civitavecchia, purtroppo, non c’è mai stata una classe politica in grado di opporsi allo strapotere Enel. Per questo la morte di Ciffary, dopo quella di Cozzolino, è la più evidente sconfitta della classe politica cittadina. Una classe politica che non è mai riuscita a contrattare seriamente con l’Enel, che non è mai riuscita a farsi rispettare, che non si è mai unita nel momento del bisogno, che non ha mai anteposto l’interesse della città alla piccola polemica di bottega o alla sterile visibilità sugli organi di stampa, che non ha mai voluto ascoltare realmente i cittadini nel momento delle scelte cruciali per il destino della città, che ha regalato il suo splendido territorio alla legge del profitto, che non ha saputo imporre la tutela ambientale del comprensorio, che non ha ricavato alcun guadagno reale dalla riconversione a carbone, che non ha saputo imporre il rispetto della sicurezza dentro Tvn, che dopo la morte di Cozzolino si è preoccupata solo di sottoscrivere una Convenzione per accaparrarsi qualche milione di euro in grado garantire la stabilità amministrativa, che si è accontentata in sintesi di quattro denari. E’ la classe politica cittadina la vera responsabile delle morti bianche a Tvn e dell’affossamento sociale, ambientale e culturale della città. Una classe politica che ha fallito e che chissà per quanto tempo ancora dovrà leccarsi le ferite.

Marco Galice (indirizzo originale)

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Aggiunta di mercoledì 23/07/08: vedi questo link, "Morti bianche, il libro"

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23 giugno 2008

"Tarquinia, continua la battaglia dei cittadini per fermare la centrale a carbone". (In risposta alle lagne strumentali di Mazzola il doppiogiochista)


Riceviamo e pubblichiamo
Il carbone è come il cancro: colpisce a destra, al centro e a sinistra.

Il lancio di monetine nell'ambito della scorsa assise comunale è stata accolta come un attacco strumentale e politico alla volta dell'amministrazione di centrosinistra, secondo il sindaco e la sua giunta, puramente per far cadere l'amministrazione... Eppure le stesse monetine furono lanciate al sindaco di centrodestra, De Sio, di Civitavecchia. Ricordiamo poi come alcuni di noi abbiano messo la propria faccia, alle passate amministrative, per sostenere l'elezione di questa giunta. Allora andava tutto bene, non eravamo strumentalizzati... La verità è che a fasi alterne qualcuno ci ha sempre accusati di essere strumentalizzati a volte dalla destra, a volte dalla sinistra, ed a volte dall'estrema sinistra e questo soltanto perché lottiamo contro il carbone, che sembra di contro tanto piacere a tutte le amministrazioni. Chiaramente, non essendo servi biechi di partito, coloro che fanno parte del Comitato dei Cittadini Liberi e del movimento no-coke hanno menti pensanti il cui unico obiettivo è quello di fermare il carbone di TVN. Se la sinistra tradisce, i cittadini si ribellano, non c'è alcuno che tira la giacchetta agli esponenti, ognuno è libero di poter esprimere quanto pensa. Chiedere la riapertura della Via, come ha fatto l'amministrazione Mazzola, nella scorsa assise, era un atto dovuto che, già in passato, avrebbe dovuto essere stato fatto. Ci si chiede perché ciò non è stato accolto con plausi dai cittadini nell'ambito del consiglio comunale ? Semplicemente perché si continua a voler trattare con Enel, perché si considerano 14 milioni di euro importanti per accaparrarsi il favore dell'elettorato alle prossime elezioni, dimentichi della fine inesorabile a livello turistico e ambientale della nostra zona, dimenticando che, quando i nostri agricoltori vedranno rifiutati sul mercato i loro prodotti, quando questa terra non sarà più la stessa e somiglierà in maniera vergognosa a Brindisi, a Genova o a tutte quelle altre zone sacrificate alle lobby industriali ed energivore che hanno deturpato irrimediabilmente un territorio, la gente ricorderà sì chi ha voluto la centrale, ma ricorderà anche chi, la giunta Mazzola, non ha fatto nulla per fermare lo sfacelo di questa bella terra. Per cui non siamo noi che abbiamo indossato la maschera, ma chi ha fatto la campagna elettorale tra noi, in questo territorio, vedi Marrazzo , vedi Mazzola, promettendoci (e più di una volta ) che avrebbero fermato la centrale a carbone e che avrebbero lottato insieme a noi. Invece oggi si chiede di riaprire la VIA, ma si continua a trattare con Enel, si vogliono le compensazioni e non si dà il via a quelle procedure legali per far valere i diritti della propria gente. Si getta invece fango su persone oneste che danno il sangue nella lotta contro il carbone e che avevano, purtroppo, creduto in questa amministrazione. Se nel Comitato dei Cittadini Liberi e nel movimento no-coke ci sono persone delle più disparate idee politiche, anche di destra, è giusto così, perchè la salute, l'economia ed il futuro di questo territorio riguarda tutti. Il carbone è come il cancro: colpisce a destra, al centro ed a sinistra.
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Comitato dei Cittadini Liberi

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14 giugno 2008

Il carbone di Civitavecchia finisce a Strasburgo: domenica mattina incontro dei Cittadini con il Vicepresidente della Commissione Clima del Parlamento

Domenica 15 giugno alle ore 10.30 a Tarquinia, presso la Centrale Ortofrutticola, i cittadini più attivi in rappresentanza dei comuni del comprensorio inquinato, che si battono per fermare la costruzione, l'accensione e il funzionamento della centrale a carbone di Civitavecchia, incontreranno Roberto Musacchio, Vicepresidente della Commissione Clima del Parlamento Europeo, componente della Commissione Ambiente e membro del gruppo parlamentare della Sinistra Europea.

L'incontro servirà a valutare insieme le iniziative da attivare, a Strasburgo, per difendere la salute e l'economia di questo territorio dalla centrale di TVN, dalla menzogna del carbone pulito e dalla sistematica disinformazione in atto, coinvolgendo nell'azione anche gli eurodeputati degli altri paesi comunitari, dei vari schieramenti politici, per avvicinare il problema dell'Alto Lazio all'opinione pubblica Europea. I cittadini reclameranno soprattutto il diritto a procedure autorizzative vere, che non si risolvano come nel caso della Valutazione d'Impatto Ambientale della centrale a carbone di Civitavecchia in passaggi burocratici farsa, il cui fine è piegare ogni livello istituzionale alla volontà di Enel. E' quanto sta accadendo con Marrazzo ed i sindaci del comprensorio. Tra questi il sindaco di Tarquinia che non perde occasione per urlare contro il carbone e, contemporaneamente, si dissocia dalle iniziative per fermare la centrale messe in atto da agricoltori, commercianti, operatori sanitari e popolazioni che hanno il coraggio di sfidare il gigante elettrico. Così il Sindaco di Tarquinia prepara un futuro di sofferenza per i suoi cittadini con la complicità di quei consiglieri comunali che non hanno l'alibi dei modi grossolani di Mazzola e capiscono di che male si muore.
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Comitato dei Cittadini Liberi
com.difesasalute@alice.it

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25 maggio 2008

Presidio permanente finché non otterremo risposte dal governo

Presidio permanente sulla statale Aurelia in attesa che il prefetto di Viterbo sensibilizzi l'esecutivo e il ministro dello Sviluppo economico in merito alle richeiste avanzate dai liberi cittadini e dal Movimento Nocoke. Nell'attesa di un comunicato ufficiale riportiamo quanto pubblicato dalle agenzie (vedi qui).

Roma, 24 mag. (Apcom) - E' questo il risultato della manifestazione di protesta contro la riconversione della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord, svoltasi oggi a Tarquinia, nel viterbese, alla quale hanno partecipato numerosi cittadini e rappresentanti del mondo istituzionale ed economico.
Gli organizzatori annunciano che è stato costituito un presidio permanente formato da commercianti, semplici cittadini e diversi agricoltori, con i loro trattori, a ridosso della statale Aurelia, nella zona commerciale urbana di Tarquinia. "Passeremo, a turno, il nostro tempo qui fino a quando non ci sarà data una precisa risposta", dicono.
Inoltre, due torri di avvistamento con delle bandiere recanti il simbolo del colibrì sono state costruite all'inizio della strada Civitavecchia-Roma e l'altra allo svincolo sud della Aurelia in direzione Tarquinia. "Serviranno a tenere alta l'attenzione sul tema", spiegano gli organizzatori del Comitato cittadini liberi e del comitato No-Coke.
"Il prefetto - concludono - ha promesso che si farà carico di sensibilizzare il governo sul problema dell'inquinamento da carbone e, inoltre, sul perché alcuni organi di stampa locali non danno il giusto risalto a questo tipo di notizie".

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Primi resoconti sulla manifestazione

Riportiamo tre dei primi articoli apparsi in rete sulla manifestazione avvenuta sabato 24 maggio a Tarquinia, contro la riconversione a carbone della centrale TVN di Civitavecchia. (Presto pubblicheremo immagini dall'evento.)
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Da Civonline.it (link)
TARQUINIA - E’ tornata in piazza, come promesso, la protesta dei cittadini dei comuni dell’Alto Lazio contro il progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia.
Un cordone umano di oltre 3mila persone. All’inizio in piazza Matteotti, a Tarquinia, c’erano circa mille persone. Poi, quando il lungo cordone umano ha iniziato a sfilare per le vie della città, dirigendosi verso la statale Aurelia, la quantità di manifestanti ha raggiunto oltre tremila persone: tra agricoltori, politici, di destra e sinistra, mamme, papà, nonni e bambini seguiti da decine di trattori con le bandiere della Coldiretti e della Cia. Alla protesta, organizzata dai comitati no-coke, hanno aderito quasi tutti i sindaci del TARQUINIA MANIFESTAZIONE NO CARBONE MAZZOLAcomprensorio, c’era il sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta, quello di Cerveteri, Gino Ciogli, la Provincia di Viterbo e di Roma, gli assessori regionale e provinciale Luigi Nieri e Massimiliano Smeriglio, la Coldiretti, la Confesercenti e l’Ascom e una lunga lista di associazioni e movimenti. C’erano anche tanti esponenti del centrodestra, come la senatrice Laura Allegrini, i rappresentanti dell’opposizione di Tarquinia, Marco Fiaccadori di Fi e di Montalto di Castro, Fabiola Talenti (An).
Le richieste dei no coke. Sul palco di piazza del Comune hanno parlato prima i no coke che in breve hanno illustrato i punti salienti della piattaforma programmatica, ribadendo che i cittadini «rifiutano i soldi o qualunque altro accordo compensativo che non preveda il blocco della riconversione a carbone della centrale, e chiedendo al ministro Scajola di bloccare i lavori già in corso». In aggiunta anche altre tre richieste: quella di effettuare una nuova Via, quella di creare un registro dei tumori e quella all’Authority per la pubblicità, affinché venga sanzionato l’uso dell’aggettivo pulito in riferimento alla parola carbone.
La rabbia di Mazzola. Il primo ad arrivare in piazza Matteotti, pochi minuti prima delle nove, è stato il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola che con un’azione di coraggio degli ultimi tre giorni, ha deciso di scendere in campo e fare la battaglia contro il carbone al fianco dei suoi cittadini. Fischi dalla piazza nei confronti del sindaco di Tarquinia, che secondo i manifestanti: «non ha mantenuto un comportamento coerente con le promesse di lotta contro la riconversione della centrale fatte in campagna elettorale». Colto dalla rabbia, Mazzola si è sfilato la fascia tricolore ed è salito sul palco di piazza Matteotti, inveendo contro i no coke che non avevano nominato il Comune di Tarquinia tra gli aderenti alla manifestazione. Mazzola ha stigmatizzato l’assenza di tanti primi cittadini e speso parole di fuoco contro «la facile strumentalizzazione politica». Il primo cittadino etrusco ha poi attaccato il sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini, accusandolo di «connivenza con l’Enel». «Noi siamo per la tutela della salute e dell’ambiente - ha urlato a gran voce il sindaco di Tarquinia - quindi contro ogni forma di inquinamento. Facciamola finita con le strumentalizzazioni. Se l’obiettivo è unico, percorriamolo insieme. Noi siamo contro la centrale e siamo contro tutto quello che inquina, anche contro la centrale di Montalto, contro Tirreno Power e contro il porto. Io sono con i cittadini, mi dicano quello che devo fare e io faccio». Mazzola ha poi ribadito la richiesta di un incontro con il ministro Scajola.
Grillo e il bluff del carbone. La protesta è poi proseguita con un intervento via web del comico genovese Beppe Grillo che ha ribadito: «Il carbone pulito è un bluff, non esiste. Non fatevi infinocchiare. In tutto il mondo i governi stanno riducendo la produzione di energia con il carbone e stanno studiando strade alternative, solo da noi si vuole incrementare l’uso di un prodotto micidiale per la salute dei cittadini. Attraverso l’uso del carbone l’Enel, con la complicità dello stato e dei poteri forti, si accinge a devastare le produzioni agricole e le vocazioni turistiche dei territori». Il comico ha anche TARQUINIA MANIFESTAZIONE NO CARBONE MAZZOLAcriticato i provvedimenti del governo su Napoli.
Il caso di Gualdo Cattaneo. Sul palco degli interventi hanno preso la parola anche Raoul Maltini che ha testimoniato le gravi condzioni della comunità di Gualdo Cattaneo, in Umbria, dove è stata realizzata una centrale a carbone «nonostante le proteste di metà popolazione». «Questo è stato possibile – ha detto Maltini – grazie alla connivenza con l’Enel dell’allora sindaco Becchetti che ignorò le firme. Adesso il nostro comune è l’unico in Umbria che si sta spopolando».
Gli altri interventi. Hanno preso la parola anche l’assessore della Provincia di Viterbo Picchiarelli e l’ex ministro all’Ambiente Willy Bordon: «Da ex uomo di governo e da ex sindaco – ha detto - quindi abituato a conoscere le procedure, vi dico che l’autorizzazione concessa all’Enel per l’uso del carbone a Civitavecchia è illegittima e inaccettabile. Il governo deve disporre, una nuova Via». Bordon ha sostenuto che le affermazioni dell’Enel, secondo le quali con l’uso del carbone le emissioni verrebbero ridotte dell’85%, «non bastano a tranquillizzarci, l’abbattimento deve essere del 100%».
La battaglia contro l’Enel. «Boicottare l’Enel scegliendo un altro gestore per la fornitura di energia elettrica grazie alle possibilità offerte dalle privatizzazioni nel settore dell’energia». È questa la proposta avanzata dagli organizzatori del corteo.
Il blocco dell’Aurelia. Intorno alle 11 il corteo si è avviato verso l’Aurelia, scortato da un ingente spiegamento di forze dell’ordine: polizia di stato, stradale, carabinieri, finanza e polizia locale. Il traffico automobilistico è stato deviato all’altezza della località Spinicci. I manifestanti hanno percorso la statale per un chilometro e mezzo in direzione Civitavecchia, poi il corteo si è fermato all’incrocio con Villa Bruschi Falgari. I trattori hanno continuato il loro percorso fino all’imbocco dell’autostrada poi sono tornati indietro. Alle 17 la strada era ancora bloccata. I no coke hanno chiesto un incontro in strada con il prefetto di Viterbo Giacchetti che però gli ha dato appuntamento in Comune.
Lo sgombero forzato. I manifestanti hanno continuato a desistere: «Rimarremo qui fino a che il prefetto non scenderà in strada. Dall’incontro deve scaturire una nota ufficiale nella quale venga riconosciuto che non esiste carbone pulito». Le forze di polizia hanno poi iniziato a sgomberare la strada. Circa una sessantina di no coke che si erano seduti per terra, sono stati portati via di peso. «Se non hanno risposte convincenti ribloccheremo ancora l’Aurelia».
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Da il manifesto.it

No coke contro il carbone: «Il futuro sono le fonti rinnovabili»
Migliaia di persone a Tarquinia per dire no anche al nucleare. Beppe Grillo interviene al telefono: «La politica energetica italiana è grottesca»
Giacomo Russo Spena
Tarquinia (Roma)
«Negli ultimi anni sono cresciute patologie respiratorie, allergie e tumori. I più colpiti sono i giovani». La popolazione di Tarquinia è «indignata» per la riconversione della centrale a carbone, di proprietà dell'Enel, nella vicina Civitavecchia. E ieri ha protestato: una manifestazione convocata dal movimento no coke (che tiene dentro associazioni, ambientalisti, produttori agricoli e tantissimi singoli) culminata con l'occupazione della strada statale Aurelia. «La nostra - spiegano i promotori - è una battaglia che va avanti da tempo. Diciamo no all'uso del carbone». Un rifiuto non ideologico ma scientifico: i danni alla salute, spiegano, sono provati.
Un'iniziativa cominciata alle 9 del mattino, nel centro di Tarquinia, con un dibattito tra i cittadini. «E' un grande successo - dichiara dal palco un no coke - la partecipazione è sorprendente». In queste zone non si vedono tutti giorni sfilare migliaia di persone. E in un modo così determinato. Presenti per l'occasione vari esponenti del Prc, l'ex senatore Rossi, Bordon dei Consumatori e la grillina candidata a sindaco di Roma Simonetta Monti. All'iniziativa fa una visita telefonica lo stesso Grillo: «La vostra è una protesta giusta. Rappresentate il futuro. La politica energetica del nostro paese è invece grottesca, sta ancora al carbone e al nucleare». E giù applausi.
Poi il corteo inizia a sfilare, caratterizzato da una partecipazione variegata: Coldiretti, Cia, Cobas, scolaresche con insegnanti, famiglie, tantissime donne e associazioni. Centinaia le bandiere «No carbone». Ad aprire e a chiudere la manifestazione i trattori degli agricoltori. Molti esponenti del movimento no coke indossano provocatoriamente la fascia tricolore: «Ci rappresentiamo da soli - spiegano - perché le istituzioni non lo fanno». La polemica è con il sindaco della città, reo di «non prendere una posizione netta». La fermezza con cui lo dicono i manifestanti fa intravedere una comunità «stanca di non esser ascoltata» dalle istituzioni: «Preferiamo autorganizzarci dal basso». Poi dai megafoni dicono che il loro no al carbone è affiancato al rifiuto del nucleare: «Il futuro sono le fonti rinnovabili». E molti di loro annunciano la presenza anche alla manifestazione milanese del 7 giugno per un nuovo clima.
Nessuna contrapposizione nemmeno coi lavoratori dell'impianto di Civitavecchia, «la soluzione è la conversione, non la disoccupazione». Gli agricoltori della zona invece restano i più danneggiati economicamente: uno studio dell'Enel, confermato dal governo, ha dimostrato la tossicità dei prodotti coltivati a meno di 60 km dall'impianto. Ai proprietari è stato «consigliato» la produzione no food, come i fiori. Belli ma poco redditizi. Un uomo alla guida del trattore ci dice: «Così non si può andare avanti. Oggi vogliamo smascherare anche la bugia sull'esistenza del carbone pulito». Intanto i manifestanti occupano l'Aurelia per qualche ora, con la polizia ferma a guardare. Poi ognuno a casa, con la consapevolezza che sconfiggere il gigante economico Enel non sarà facile. E di mobilitazioni toccherà farne molte altre.
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Da maremmaoggi.it (link originale)
TARQUINIA - E’ tornata in piazza, come promesso, la protesta dei cittadini dei comuni dell’Alto Lazio contro il progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia.
Un cordone umano di oltre 3mila persone. All’inizio in piazza Matteotti, a Tarquinia, c’erano circa mille persone. Poi, quando il lungo cordone umano ha iniziato a sfilare per le vie della città, dirigendosi verso la statale Aurelia, la quantità di manifestanti ha raggiunto oltre tremila persone: tra agricoltori, politici, di destra e sinistra, mamme, papà, nonni e bambini seguiti da decine di trattori con le bandiere della Coldiretti e della Cia. Alla protesta, organizzata dai comitati no-coke, hanno aderito quasi tutti i sindaci del comprensorio, c’era il sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta, quello di Cerveteri, Gino Ciogli, la Provincia di Viterbo e di Roma, gli assessori regionale e provinciale Luigi Nieri e Massimiliano Smeriglio, la Coldiretti, la Confesercenti e l’Ascom e una lunga lista di associazioni e movimenti. C’erano anche tanti esponenti del centrodestra, come la senatrice Laura Allegrini, i rappresentanti dell’opposizione di Tarquinia, Marco Fiaccadori di Fi e di Montalto di Castro, Fabiola Talenti (An) Maeco La Monica e Consolata Piras di FI.
Le richieste dei no coke. Sul palco di piazza del Comune hanno parlato prima i no coke che in breve hanno illustrato i punti salienti della piattaforma programmatica, ribadendo che i cittadini «rifiutano i soldi o qualunque altro accordo compensativo che non preveda il blocco della riconversione a carbone della centrale, e chiedendo al ministro Scajola di bloccare i lavori già in corso». In aggiunta anche altre tre richieste: quella di effettuare una nuova Via, quella di creare un registro dei tumori e quella all’Authority per la pubblicità, affinché venga sanzionato l’uso dell’aggettivo pulito in riferimento alla parola carbone.
La rabbia di Mazzola. Il primo ad arrivare in piazza Matteotti, pochi minuti prima delle nove, è stato il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola che con un’azione di coraggio degli ultimi tre giorni, ha deciso di scendere in campo e fare la battaglia contro il carbone al fianco dei suoi cittadini. Fischi dalla piazza nei confronti del sindaco di Tarquinia, che secondo i manifestanti: «non ha mantenuto un comportamento coerente con le promesse di lotta contro la riconversione della centrale fatte in campagna elettorale». Colto dalla rabbia, Mazzola si è sfilato la fascia tricolore ed è salito sul palco di piazza Matteotti, inveendo contro i no coke che non avevano nominato il Comune di Tarquinia tra gli aderenti alla manifestazione. Mazzola ha stigmatizzato l’assenza di tanti primi cittadini e speso parole di fuoco contro «la facile strumentalizzazione politica». Il primo cittadino etrusco ha poi attaccato il sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini, accusandolo di «connivenza con l’Enel». «Noi siamo per la tutela della salute e dell’ambiente - ha urlato a gran voce il sindaco di Tarquinia - quindi contro ogni forma di inquinamento. Facciamola finita con le strumentalizzazioni. Se l’obiettivo è unico, percorriamolo insieme. Noi siamo contro la centrale e siamo contro tutto quello che inquina, anche contro la centrale di Montalto, contro Tirreno Power e contro il porto. Io sono con i cittadini, mi dicano quello che devo fare e io faccio». Mazzola ha poi ribadito la richiesta di un incontro con il ministro Scajola.
Grillo e il bluff del carbone. La protesta è poi proseguita con un intervento via web del comico genovese Beppe Grillo che ha ribadito: «Il carbone pulito è un bluff, non esiste. Non fatevi infinocchiare. In tutto il mondo i governi stanno riducendo la produzione di energia con il carbone e stanno studiando strade alternative, solo da noi si vuole incrementare l’uso di un prodotto micidiale per la salute dei cittadini. Attraverso l’uso del carbone l’Enel, con la complicità dello stato e dei poteri forti, si accinge a devastare le produzioni agricole e le vocazioni turistiche dei territori». Il comico ha anche criticato i provvedimenti del governo su Napoli.
Il caso di Gualdo Cattaneo. Sul palco degli interventi hanno preso la parola anche Raoul Maltini che ha testimoniato le gravi condzioni della comunità di Gualdo Cattaneo, in Umbria, dove è stata realizzata una centrale a carbone «nonostante le proteste di metà popolazione». «Questo è stato possibile – ha detto Maltini – grazie alla connivenza con l’Enel dell’allora sindaco Becchetti che ignorò le firme. Adesso il nostro comune è l’unico in Umbria che si sta spopolando».
Gli altri interventi. Hanno preso la parola anche l’assessore della Provincia di Viterbo Picchiarelli e l’ex ministro all’Ambiente Willy Bordon: «Da ex uomo di governo e da ex sindaco – ha detto - quindi abituato a conoscere le procedure, vi dico che l’autorizzazione concessa all’Enel per l’uso del carbone a Civitavecchia è illegittima e inaccettabile. Il governo deve disporre, una nuova Via». Bordon ha sostenuto che le affermazioni dell’Enel, secondo le quali con l’uso del carbone le emissioni verrebbero ridotte dell’85%, «non bastano a tranquillizzarci, l’abbattimento deve essere del 100%».
La battaglia contro l’Enel. «Boicottare l’Enel scegliendo un altro gestore per la fornitura di energia elettrica grazie alle possibilità offerte dalle privatizzazioni nel settore dell’energia». È questa la proposta avanzata dagli organizzatori del corteo.
Il blocco dell’Aurelia. Intorno alle 11 il corteo si è avviato verso l’Aurelia, scortato da un ingente spiegamento di forze dell’ordine: polizia di stato, stradale, carabinieri, finanza e polizia locale. Il traffico automobilistico è stato deviato all’altezza della località Spinicci. I manifestanti hanno percorso la statale per un chilometro e mezzo in direzione Civitavecchia, poi il corteo si è fermato all’incrocio con Villa Bruschi Falgari. I trattori hanno continuato il loro percorso fino all’imbocco dell’autostrada poi sono tornati indietro. Alle 17 la strada era ancora bloccata. I no coke hanno chiesto un incontro in strada con il prefetto di Viterbo Giacchetti che però gli ha dato appuntamento in Comune.
Lo sgombero forzato. I manifestanti hanno continuato a resistere: «Rimarremo qui fino a che il prefetto non scenderà in strada. Dall’incontro deve scaturire una nota ufficiale nella quale venga riconosciuto che non esiste carbone pulito». Le forze di polizia hanno poi iniziato a sgomberare la strada. Circa una sessantina di no coke che si erano seduti per terra, sono stati portati via di peso. «Se non hanno risposte convincenti ribloccheremo ancora l’Aurelia».
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Da Alice News (link originale):
Roma, 24 mag. (Apcom) - E' stata una protesta pacifica ma decisa per dire "no" al carbone. In 4mila hanno manifestato a Tarquinia, in provincia di Viterbo, contro la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord. La manifestazione, autorizzata come corteo fino alle 13.30, si è prolungata nel tempo diventando un presidio che ha bloccato per ore la statale Aurelia. La polizia, intorno alle 17, ha sgomberato la strada, dove la circolazione lentamente è ripresa. Gli agenti sono intervenuti per far alzare i molti manifestanti che si erano sdraiati sull'asfalto. Nessuna tensione.
La manifestazione ha avuto una ulteriore parentesi istituzionale nella sala consiliare del comune di Tarquinia dove il Prefetto e i rappresentanti degli operatori turistici e degli agricoltori che hanno partecipato alla manifestazione si sono incontrati. L'obiettivo è ottenere "un incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola", e una precisa presa di posizione sul fatto che alla centrale del territorio di Civitavecchia "non si usa il carbone 'pulito' - spiegano gli organizzatori - ma il carbone". Gli organizzatori non vogliono che la centrale a carbone sorga in un territorio in cui sono presenti due tesori dell'archeologia etrusca, patrimonio dell'Unesco, come Cerveteri e Tarquinia.
Secondo gli organizzatori del Comitato cittadini liberi, oltre ai 4mila manifestanti hanno preso parte anche circa 250 trattori in rappresentanza delle associazioni agricole del territorio. Le adesioni, tra enti e associazioni, sarebbero circa 100, tra cui le Province di Roma e di Viterbo, i comuni di Cerveteri, Ladispoli, Tarquinia. Hanno aderito alla manifestazione, organizzata anche dai comitati No-Coke, anche Confcommercio e Confesercenti, ma anche esponenti politici in quella che, a detta degli organizzatori, è stata una solidarietà "trasversale". Durante la manifestazione, il sindaco di Tarquinia, Maurizio Mazzola, ha dichiarato la sua netta contrarietà al carbone.
Per l'occasione è stata lanciata l'iniziativa "Buon Viaggio Enel", con cui si invitano i cittadini a staccarsi dall'Enel come fornitore di energia e a scegliere un gestore che non utilizzi il carbone sporco
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20 maggio 2008

Cartoline dallo "sporco quadrifoglio della lignite".



Una risposta alle dichiarazioni vergognose che vengono dal vicensindaco di Tarquinia e da E. Mazzetti, al ritorno dalla gita nella ridente località tedesca. Ma nel frattempo non dimentichiamo che in Germania sono occupati 64.000 lavoratori nel solo settore della produzione di energia eolica.

Su invito di Enel, il Vicesindaco di Tarquinia ha visitato la centrale a carbone di Niederaussem in Germania, poi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Si tratta di una realtà completamente diversa dalla nostra, qui i progetti vengono concertati dall'inizio, diventano parte integrante del territorio, per questo le genti del luogo non si sconvolgono nemmeno quando devono abbandonare le loro case per far posto agli scavi.” Parole che non lasciano dubbi: il “secondo” cittadino di Tarquinia è stato in un luogo di sofferenza e non ha visto niente. Il sito web del comitato civico che si batte contro l'ampliamento di Niederaussem, www.bi-bigben.de, apre con le foto di 4 centrali a carbone titolate: Das "dreckige" Braunkohlekleblatt” (“Lo ''sporco'' quadrifoglio della lignite”). Sotto le foto un testo di tre righe sintetizza la tragedia di Niederaussem: “Le quattro centrali sono vicine tra loro e circondano i nostri piccoli paesi. Le loro dannose emissioni si sommano in un'unica nuvola. E tutto intorno le voragini delle miniere di lignite si perdono a vista d'occhio”. Poco oltre si legge: “Le promesse dell'azienda [si tratta della RWE] di smontare i vecchi impianti si sono dimostrate carta straccia. Inizialmente i vecchi impianti dovevano essere spenti dal 2004, successivamente diventato 2007, poi 2009. ...”. Incredibile la somiglianza con la promessa di Enel di riconvertire a gas la centrale a carbone “Federico II” a Brindisi entro il 2003. Carta straccia. Più avanti vengono elencate le conseguenze del carbone per la comunità cittadina: “inquinamento dell'aria, formazione d'ombra fino a 6 ore, variazioni di temperatura, danni all'agricoltura, riduzione di valore degli immobili, effetti negativi per la salute e per la qualità della vita, spreco di territorio, sviluppo negativo del territorio, spopolamento.”. Sarà stato tutto concertato tra RWE e popolazioni? Ad aprile il periodico tedesco Stern ha pubblicato un reportage di Matthias Jung dedicato alle centrali a carbone attorno a Niederaussem, dal titolo “Verdammte Kohle (Maledetto carbone)”. Il pezzo inizia con la foto di una manifestazione popolare sotto una delle 4 centrali e la commenta così: “Qui cresce un movimento come in passato contro l'energia atomica...”. Ricordiamo che il programma nucleare tedesco è stato bloccato e tra poco il governo spegnerà le centrali ancora in funzione. A conclusione ci occupiamo di Ermanno Mazzetti, della Coldiretti di Viterbo, che ha dichiarato a proposito di TVN dopo la visita di Niederaussem: "Una maggiore concertazione e una migliore informazione eviterebbe il conflitto sociale. La popolazione ha bisogno di essere tranquillizzata e serve quindi uno sforzo informativo. Accanto a questo è necessaria una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell'Enel nei confronti dei territori coinvolti”. Caro Mazzetti, La popolazione non vuole essere tranquillizzata, vuole essere informata! La centrale che è stata visitata come fosse una gita fuori porta, guarda caso offerta a Tarquinia e a Porto Tolle dal buoncuore di Enel, è secondo la classifica del WWF la terza più inquinante d’Europa, ma questi dati ufficiali non sono stati di certo allegati ai documenti di viaggio del gruppo. La manovra diversiva di un vicesindaco senza autorizzazione e di un delegato Coldiretti anch’esso non autorizzato ad andare in Germania invece di guardare in faccia la cruda realtà di Brindisi è molto grave, perché di fatto è servito solo a spalleggiare Enel, a pochi giorni dalla manifestazione del 24 Maggio condivisa da tutta la popolazione. La centrale di TVN ha i piedi di argilla perchè è stata costruita sulla menzogna del “carbone pulito”, come affermato in più recenti occasioni dal Prof. Rubbia, Nobel per la fisica, e lo ha dimostrato il Tribunale di Civitavecchia con una perizia che inchioda i vertici Enel e le lobby di governo a responsabilità spaventose. La centrale verrà fermata per evitare i morti causati dall’uso del carbone, danno messo in evidenza dalla Commissione Europea che, (anche se la vita umana ha un valore inestimabile), valuta in oltre 200.000.000 di euro la spesa per le persone che moriranno in seguito all’esposizione da emissioni durante alcuni anni di funzionamento di TVN. Mazzetti chieda ad Enel e a chi la sostiene di tranquillizzarci su questi argomenti. Per quanto riguarda la seconda parte della dichiarazione, da leggere “date i soldi agli agricoltori”, è vero che i soldi hanno un grande potere ma gli agricoltori vogliono quelli del proprio reddito agrario, non quelli sporchi del carbone. Quello che le popolazioni e l’economia di questo territorio si augurano è che si metta un cappio intorno alle bugie sul carbone pulito, ma soprattutto che le società elettriche spendano i loro utili per investirli nella produzione di energia pulita se vogliono il consenso popolare, così da porre fine per sempre al mercato illecito di sindaci e silenzi. I cittadini e gli esperti del Comitato di Niederaussem, sono in collegamento con il movimento no coke Alto Lazio e hanno dato la propria disponibilità per interviste verità. L’unica verità è che il 24 Maggio saremo in piazza per una manifestazione a favore dell’energia pulita, per togliere il carbone sporco e spezzare le catene della schiavitù energetica. Cambiare si può!

Comitato dei Cittadini Liberi e Movimento no coke Alto Lazio

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24 aprile 2008

I cittadini dell'Alto Lazio si difendono dal carbone smascherando omissioni, lacune e carenze delle vecchie autorizzazioni della centrale TVN

24/04/2008 Comunicato

Si e' conclusa con la conferenza dei servizi al Ministero dello Sviluppo Economico, l'audizione dei medici e dei cittadini che rappresentano le famiglie dell'Alto Lazio impegnate in un'azione di leggittima difesa popolare contro lo “sporco carbone pulito” dell'Enel. È in ballo la riapertura della procedura A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale). “Spiegare l'A.I.A. è complicato e l'A.I.A. da sola non basta a fermare la centrale a carbone di Civitavecchia ma è un grande momento di verità” chiariscono i cittadini, proseguendo: “Questo spiega l'opposizione strenua dell'azienda elettrica: Enel ha paura.” Durante l'audizione è stato spiegato che le “lacune e carenze” dei documenti autorizzativi, scoperte dai periti del Tribunale di Civitavecchia sono tante e incontenibili. Riguardano soprattutto l' emissione di metalli pesanti. È stato altresì spiegato che le lacune e le carenze non sono una questione letterale ma si traducono in un numero di morti e di malati aggiuntivi rispetto a quelli dovuti ad altre cause. Per il calcolo del numero di morti e malati si applica un programma che fornisce il danno pecuniario. Il programma è stato messo a punto dall'Unione Europea; il risultato è il seguente: in 25 anni il risarcimento per morti dovuti al carbone sarà di 200.000.000 di euro. Per le malattie parliamo di tre volte tanto. Infine sono stati indicati aspetti “dimenticati” dall'autorizzazione, tra cui la sismicità dell'area – il recente terremoto fa testo – e l'enorme problema ampiamente sottovalutato della radioattività.

I lavoratori Enel, presenti con la garanzia della giornata lavorativa pagata, sono stati più volte invitati a fare causa comune contro chi nega loro anche le più elementari misure di prevenzione come lo screening dell'arsenico. Quei lavoratori, mai offesi dai cittadini dell'Alto Lazio, hanno invece scelto di urlare “pecorari” ai padri e alle madri presenti sotto il ministero in delegazione. “Ebbene sì, siamo pecorari” hanno risposto con orgoglio i rappresentanti di Tarquinia. A loro è andata la solidarietà dei cittadini di Civitavecchia.


Movimento No Coke Alto Lazio


Comitato dei Cittadini Liberi in difesa della salute e dell'economia


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23 aprile 2008

Oggi al Ministero delle Attività Produttive


Oggi, mercoledì 23 Aprile, dalle 11 in poi, il movimento no coke Alto Lazio sarà presente con una delegazione di cittadini, agricoltori ed operatori del settore turistico e commerciale sotto il Ministero delle Attività Produttive per supportare i propri tecnici di fiducia che saranno ascoltati dalla commissione preposta al riesame dell’autorizzazione dell’AIA per la riconversione a carbone della centrale di TVN a Civitavecchia
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I rappresentanti del movimento no coke Alto Lazio ed una delegazione del “Comitato dei Cittadini Liberi” composta dai rappresentanti dei lavoratori del mondo agricolo, agrituristico, turistico e commerciale, saranno presenti oggi a Roma per una manifestazione a supporto dei medici che si battono contro l’utilizzo del carbone per la centrale di Civitavecchia e che non smetteranno mai di sottolineare che di carbone sporco si tratta: il carbone pulito, è ormai assodato, non esiste. Infatti nel documento ufficiale della vecchia ed incompleta valutazione d’impatto ambientale non si parla di carbone pulito, anzi la tecnologia del clean coal viene scartata. “Sappiamo tutti quali siano le omissioni della V.I.A., - dicono i cittadini- soprattutto per quanto riguarda la parte che interessa la ricaduta a terra degli inquinanti emessi dalla combustione del carbone, elementi pericolosi per la salute, per l’alimentazione umana e per l’ambiente a tra questi anche l’Arsenico, incredibile e grave dimenticanza di Enel, non quantificato nei suoi documenti ufficiali”. La Conferenza dei Servizi che oggi dovrà decidere sulla riapertura dell’Aia, dovrà tenere conto del reale problema che tutto l’Alto Lazio e parte della Maremma potrebbe soffrire se la centrale di TVN dovesse entrare in funzione. La provincia di Viterbo basa almeno il 50% della sua economia sull’agricoltura, quella di qualità come le colture del carciofo, del pomodoro, del finocchio o le olive di Canino e Vetralla senza pensare alla qualità delle carni delle mucche maremmane di Monteromano e Allumiere, oltre a tutte le altre tipicità del viterbese, della Maremma e della Tuscia Romana. Il movimento no coke Alto Lazio ha preparato dei prodotti agricoli da offrire agli operai dell’ Enel che domani saranno mandati sotto al Ministero. Vogliamo far capire- sottolineano i cittadini- come la preoccupazione degli agricoltori sia in stretta relazione con quanto viene servito sulle nostre tavole. Non c’è contrapposizione, né tantomeno tensione, tra le due motivazioni che domani spingono a manifestare da una parte i dipendenti Enel e dall’altra i rappresentanti di altre categorie di lavoratori uniti con i cittadini e le mamme no-coke. Tutti temono per il proprio posto di lavoro, tutti vogliono un futuro per i propri figli, “ma se non difendiamo la salute e la nostra terra- dicono i cittadini- che futuro avremo per noi e soprattutto per i nostri figli? Non giova a nessuno elencare le migliaia di posti di lavoro in pericolo, nel caso malaugurato si dovesse bruciare carbone a TVN, piuttosto cerchiamo tutti insieme di disegnare un mondo più attento ai problemi della salute e rispettoso dell’economia di queste terre. Evitiamo inutili riferimenti ai limiti di legge per gli inquinanti perchè non vogliamo morire a norma di legge. La nostra è solo legittima difesa.

Movimento No-Coke Alto Lazio

VI ASPETTIAMO DALLE 11 IN POI IN VIA MOLISE, ANGOLO VIA VENETO

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10 aprile 2008

10 aprile, Allumiere (Rm): proiezione del documentario sulla centrale a carbone di Brindisi

alitalia cll dalai lama tibet veltroni berlusconi elezioni 2008 olimpiadi diana


Comunicato:


Carbone, svegliamoci! E’ il titolo dell’incontro durante il quale i cittadini dell’alto Lazio, asserviti da più di 50 anni di servitù energetiche, sono invitati a vedere la verità raccontata in un film dossier sul carbone. Giovedì 10 Aprile ad Allumiere
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Giovedì 10 Aprile alle 18.00, presso la SALA STEFANINI di Allumiere, verrà proiettato il documentario “verità” sul carbone, su come si vive vicino ad una centrale a carbone, quella di Brindisi. Il documentario è stato realizzato dalla produzione di Giovanni Leoni e organizzato dal movimento no coke Alto Lazio in collaborazione con il Comitato dei Cittadini Liberi. Il progetto iniziale del documentario era quello di portare a conoscenza di tutti quanto accaduto a Brindisi con la centrale a carbone e ciò che accade qui con l’inganno del “carbone pulito” di TVN. La similitudine con Brindisi è il filo conduttore del film, la storia infatti si ripete anche da noi. Brindisi prima della colonizzazione delle società elettriche era la zona agricola più generosa e famosa del Salento, nota per le colture mediterranee come carciofi, finocchi e meloni. Cosa è accaduto è evidente: nessuna istituzione si è occupata di verificare i danni che avrebbe procurato la combustione del carbone, delle ricadute sulla salute umana e sull’ambiente. Semplicemente la verità, raccontata da cittadini, da agricoltori derubati del proprio territorio, del proprio lavoro, per i profitti delle lobby che producono energia per venderla all’estero. Le testimonianze più forti, contenute nel racconto, sono a cura di medici ed oncologi dell’area Brindisina e del Presidente della Provincia di Brindisi che dà letteralmente lezioni di politica onesta agli amministratori del nostro comprensorio. Il messaggio finale che danno tutte le testimonianze è unanime “non fatela accendere, la centrale a carbone”, qui a Brindisi potete vedere le lacrime del popolo e della terra, fermatela, prima che sia troppo tardi”. Il documentario prossimamente verrà proposto anche a Civitavecchia, sollecitando alla visione il sindaco Moscherini, così affaccendato a firmare convenzioni con l’ente elettrico. Nell’Alto Lazio, si ripete la storia di Brindisi: sono tanti i sindaci che sono stati addomesticati dalle compensazioni e dai famigerati tavoli dello sviluppo, dopo Civitavecchia anche Tarquinia ed Allumiere, per non parlare poi di Montalto di Castro, tutti sindaci di città condannate alla povertà e alle alte percentuali di morte per tumore. Nel film ci sono molti messaggi per i nostri sindaci, quelli che per miopia bilaterale non vedono i danni irreversibili che procura la combustione del carbone su un territorio meraviglioso come il nostro, generoso di agricoltura e di risorse naturali.

La proiezione del film sarà introdotta dal Dott. Mauro Mocci, medico di base di Allumiere e portavoce dei medici del comprensorio, impegnati da sempre in difesa della salute e contro la riconversione a carbone di TVN.

Movimento no-coke Alto Lazio

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3 aprile 2008

IMPORTANTE: appuntamento VENERDÌ 4/3/08

Conoscere il problema non può che aiutarci a capire la verità.

Agricoltori, commercianti, artigiani, medici e abitanti di Tarquinia si sono riuniti nel COMITATO DEI CITTADINI LIBERI CONTRO IL CARBONE
per ribadire la contrarietà della nostra Città alla riconversione a carbone della centrale elettrica di Civitavecchia. Perché la nostra salute e il nostro lavoro non si comprano. L’imbarazzante immobilismo dell’Amministrazione Comunale ci rammarica perché s’intravvedono linee di comando diverse dalla volontà popolare. Punto e a capo, i cittadini faranno da soli. Perciò chiediamo a tutti i cittadini di partecipare attivamente aderendo al COMITATO DEI CITTADINI LIBERI. Sarà allestita una SEDE OPERATIVA ED UN PUNTO DENUNCE ED INFORMAZIONI in Piazza Matteotti (di fronte al Comune).
Vi aspettiamo.


Per info scrivete a: com.difesasalute@virgilio.it
Comitato dei cittadini liberi

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Incontro con la popolazione brindisina. La dura realtà supera ogni più cupa fantasia


Il Movimento No Coke Alto Lazio ha incontrato le popolazioni di Brindisi:


"Abbiamo pianto con loro, per loro e per noi"

Che fosse una centrale maledetta lo sapevamo. La decisione di portare nei nostri territori una testimonianza diretta di quanto accadeva intorno alla centrale a carbone Federico II di Brindisi nasceva proprio dalle tante denunce di cui avevamo avuto eco. Ma quando siamo partiti, insieme a una delegazione del "Comitato dei Cittadini Liberi" giovedì 27 marzo, alle quattro della mattina, non avevamo la piena consapevolezza di quello che avremmo trovato, della crudezza delle testimonianze che avremmo raccolto. Non potevamo certo sapere la rabbia, mista a dolore ed incredulità, che avremmo trovato negli occhi degli agricoltori che ci hanno mostrato i loro ortaggi, tra cui il famoso carciofo brindisino, intrisi dei veleni emessi dal carbone, lasciati a marcire sui campi a migliaia.

Né il grido di dolore delle madri che ci hanno incitato a lottare e non mollare per difendere il futuro dei nostri figli; loro con bambini in braccio di pochi anni e già il futuro compromesso da gravi malattie legate all'inquinamento.

Non potevamo sapere che avremmo pianto con loro, per loro e per noi.
E non potevamo sapere che il monito unanime lanciatoci da amministratori, medici, oncologi, semplici cittadini fosse uno solo: non la fate accendere, dopo non sarete più in tempo. Questa esperienza è stata dura, perché ci ha sbattuto in faccia la concretezza di quanto andiamo denunciando da anni, e insieme bellissima per la generosità di coloro che abbiamo incontrato. Uomini e donne che hanno messo a disposizione la loro testimonianza di sofferenza di persone e di territorio nel tentativo di fornire un contributo alla nostra lotta, che è poi la loro. Questo ci da una certezza in più: dobbiamo continuare a lottare contro un mostro che devasta territori e coscienze perché abbiamo, dalla nostra, la forza della ragione. I campi bruciati, il mare morto per i miliardi di litri di acqua calda che vi è riversata quotidianamente dentro, il dolore di quanti stanno pagando con la vita loro e dei loro cari la protervia dell'ENEL di attribuire ai "caminetti" e ai "falò delle potature di ulivo" i picchi enormi di PM10, ed ancora la denuncia dura degli oncologi, l'inutilità di ogni forma di controllo e monitoraggio denunciato dagli amministratori, le decine di promesse non mantenute dall'ENEL e dalla politica e lo scoprire che il tutto è stato irrorato da tangenti versate addirittura per ogni tonnellata di carbone scaricata al porto di Brindisi, ci hanno dato la certezza che la storia rischia di ripetersi.
Anche a Brindisi l'ENEL aveva raccontato del suo grande impegno a tutela dell'ambiente, di un ingente incremento dell'occupazione, di diminuzione del costo dell'elettricità, aveva firmato convenzioni, promesso riconversione a metano della centrale dopo pochi anni. Ed invece complice una politica che, come raccontatoci dal Presidente della Provincia di Brindisi Michele Errico, si è piegata ed adattata agli interessi economici abdicando al suo ruolo di governo degli stessi, per anni l'ENEL ha immesso, e continua ad immettere, centinaia di tonnellate di veleni sul territorio. Oggi i terreni e le falde acquifere sono inquinati da arsenico mercurio e benzene, la cui principale fonte antropica è la combustione dei combustibili fossili, i campi limitrofi al nastro trasportatore sono sotto ordinanza di blocco delle coltivazioni per centinaia di metri e nessuno acquista più i prodotti, una volta di eccellenza, di Cerano e dell'area del Brindisino ormai riconosciuta sito inquinato nazionale. Gli oncologi sono concordi: il monitoraggio conta solo i danni; che il carbone emetta numerose sostanze cancerogene è ormai evidenza scientifica. Unica soluzione è il non utilizzare questo combustibile e chiunque ignora tale assunto si rende responsabile delle gravissime percentuali di mortalità e morbilità che affliggono quanti hanno la disgrazia di vivere attorno a tali impianti. Ancora di più oggi possiamo affermare che la volontà di portare al 50% la produzione di energia derivante dal carbone, come preannunciato dall'ENEL nel proprio piano industriale, è una volontà criminale, e criminale è chi, nelle istituzioni, acconsentendo a tale scelta, si rende complice della devastazione di interi territori, con le loro popolazioni e le loro economie. E ciò senza fare riferimento alcuno all'incremento di produzione di anidride carbonica, e il conseguente aggravamento dell'effetto serra, che la combustione del carbone comporta.

Di questa nostra esperienza abbiamo voluto farne un documentario, che sarà proiettato il 4 aprile a Tarquinia, (Top 16 ore 17) e in seguito a Civitavecchia
, perché la sofferenza delle popolazioni di Brindisi, di Torchiarolo e dei paesi attorno sia da monito e da stimolo a quanti per rassegnazione, stanchezza o sfiducia pensano non ci sia più niente da fare per fermare la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia o altri mostri simili.
Ancora di più oggi ne siamo convinti: la nostra è una battaglia di legittima difesa; non vi e non ci daremo tregua finché non riusciremo a scongiurare questa ipoteca sul futuro dei nostri figli e del nostro territorio. Vogliamo infine ringraziare gli abitanti di Torchiarolo e di Cerano, ed in particolare Giovanni Liaci, senza i quali ogni cosa non sarebbe stata la stessa, nemmeno la forza che abbiamo riportato a casa.

Movimento No Coke Alto Lazio


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1 aprile 2008

Scioccante documentario appena realizzato nei territori della centrale ENEL - Brindisi

Carbone: venerdì 4 aprile, alle 17, presso il TOP 16 di Tarquinia presentazione dei risultati della missione del “Comitato dei Cittadini Liberi”, ritornato da Brindisi, e dello scioccante documentario appena realizzato nei territori della centrale ENEL.

Tarquinia dispone di due armi per bloccare la centrale a carbone: la lotta popolare non violenta, pacata, ma decisa e le denunce alla magistratura.

Non la bloccherà invece il Sindaco di Tarquinia che teorizza un “no al carbone” che è invece un “Si al carbone” basato su controlli fatti dopo che la centrale di TVN avrà inquinato il territorio, aggravato la già pesante situazione sanitaria e distrutto l'agricoltura e il turismo. E non la bloccherà il Sindaco di Allumiere che il 14 febbraio scorso è intervenuto al Consiglio Comunale aperto di Tarquinia dicendo che è inutile girare attorno alla questione; la verità è che i sindaci trattano con Enel perchè così vogliono in alto.

Due posizioni identiche: entrambi hanno scelto la strada degli accordi e abbandonato quella della lotta popolare non violenta
. Il disimpegno è avvenuto nonostante che il Ministero della Salute abbia riscontrato una grave situazione sanitaria nell'Alto Lazio e chiesto una nuova Valutazione d'Impatto Ambientale della centrale a carbone e nonostante che l'ARPA abbia segnalato gravi carenze e lacune dell'autorizzazione rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Che le carte della centrale a carbone non fossero come alcuni vogliono far credere lo aveva già accertato il collegio di periti nominati dal Tribunale di Civitavecchia nella causa intentata dal Comune di Ladispoli. Prima di una probabile sentenza sfavorevole ad Enel, la competenza a giudicare in tema di centrali fu sottratta al Tribunale Civile con un provvedimento governativo su misura per la centrale a carbone di Civitavecchia, infatti fu trasferita al TAR dal governo Berlusconi, con il comma 552 della Legge Finanziaria 2005. Ma il lavoro del collegio peritale rimane come un macigno e solo chi lo ignora può fare accordi con Enel.

I cittadini sono più determinati che mai a lottare per fermare la centrale a carbone. Per essere bene informati una loro delegazione si è recata in Puglia a conoscere direttamente cosa succede attorno alla centrale Enel di Brindisi Sud, nota alle recenti cronache per i danni ambientali ed economici provocati alle comunità locali del Salento. I risultati della missione verranno presentati venerdì prossimo, 4 aprile, alle ore 17,00 nello spazio centrale del TOP 16 a Tarquinia.

“Comitato dei Cittadini Liberi” in Difesa della Salute e dell’Economia

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28 marzo 2008

Il sindaco Mazzola scopre le carte. Anche a Tarquinia è svendita della salute pubblica.

I cittadini si riorganizzano per difendere la salute e l'economia di Tarquinia, nasce il Comitato dei Cittadini Liberi

Coordinamento No-Coke Alto Lazio

VITERBO - Nel consiglio comunale aperto del 14 febbraio scorso il sindaco Mazzola ha compiuto un atto di una gravità inaudita: ha abbandonato la lotta contro la riconversione della centrale di Civitavecchia, tradendo la parola data agli elettori e proponendo come soluzione al disastro sulla popolazione e sul territorio soltanto nuove trattative con l’Enel. I cittadini presenti alla seduta del consiglio hanno assistito disorientati prima alla pericolosa presenza dei numerosi operai Enel fatti venire su comando con i pulman per occupare e condizionare il tranquillo svolgimento dei lavori consigliari sulle sorti del nostro paese, poi, sbigottiti hanno dovuto constatare che il sindaco e l’amministrazione non hanno votato l’unica cosa necessaria per fermare la centrale: ossia la richiesta al governo di rivedere la Valutazione d'Impatto Ambientale per la conversione a carbone. Tecnicamente si trattava di approvare le stesse richieste già approvate dal Consiglio Provinciale di Viterbo un mese prima e contenute in questi tre fondamentali punti:

1) La vecchia Valutazione d'Impatto Ambientale della centrale a carbone è fraudolenta nei nostri confronti perché risulta “lacunosa e incompleta” , ne occorre una nuova che valuti i danni prodotti a Tarquinia sull’economia locale e sulla salute della popolazione, considerando anche la presenza di Tvs e della vicina centrale di Montalto.

2) Ribadire un fermo no ad ogni forma di collaborazione diretta e indiretta con chi inquina, per evitare condizionamenti attraverso elargizioni di soldi o servizi;

3) Promuovere una grande manifestazione popolare per sostenere la richiesta della nuova Valutazione d'Impatto Ambientale, per dare voce alle popolazioni locali e per rispettare il loro diritto alla salute e la loro laboriosità.

Il sindaco, visibilmente nervoso e in difficoltà, ha accuratamente evitato di approvare queste tre richieste gettando fumo negli occhi attraverso l’approvazione di una serie lunghissima di richieste assolutamente irrilevanti per fermare la centrale e sintetizzabili nella sostanza così: “non mi oppongo più alla costruzione della centrale, ora voglio solo il monitoraggio dei fumi inquinanti e voglio sedere allo stesso tavolo a cui siede il sindaco di Civitavecchia per trattare con l’Enel”. Precisiamo una cosa: il monitoraggio, ovvero il controllo delle emissioni inquinanti, è un obbligo di legge, è quindi una “bufala” deciderlo in consiglio comunale perché è un dovere di specifici uffici regionali e non può essere contrabbandato come una conquista civile, simbolo dell’ impegno contro il carbone. Al contrario affermare di volere solo “controllare” è di per sé un fatto gravissimo, perché si controlla il danno avvenuto: in altre parole il sindaco ci propone di contare i morti e gli ammalati che ci saranno per le emissioni inquinanti anziché lottare davvero per impedire che venga messa in funzione la centrale. Al sindaco non stanno più a cuore i cittadini, ma le trattative con l’Enel, cioè con l'inquinatore. Ma trattare cosa? La salute della gente non è merce di scambio, non si vende al mercato per nessuna disonorevole cifra. Il sindaco si può affannare a dire che è ancora contro il carbone, può continuare ad affiggere manifesti nel paese elencando le sue vuote richieste: ora i cittadini lo sanno, hanno la prova, nero su bianco, che è passato dall’altra parte, dalla parte di chi viene a patti con l’Enel e si arrende. (Civitavechia e Montalto sono l’esempio di chi accetta compensazioni, due città in cui si muore molto d' inquinamento. Il fiume di denaro non ha alzato né la ricchezza pro capite né l’immagine nel mondo però si dà lustro all'inquinatore). E’ una grande delusione e un tradimento verso chi credeva in lui, ma i cittadini si stanno organizzando e continuano senza sosta questa lotta che è una forma di legittima difesa della salute, del lavoro e dello sviluppo di questa terra ma, soprattutto, del futuro dei propri figli.

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8 gennaio 2008

I motivi del no al carbone di Polesine Camerini

Riportiamo un articolo apparso sul Resto del Carlino (vedi qui)

Rovigo, 7 gennaio 2008- Trentatre pagine e 18 allegati per dire no alla riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini. No anche al progetto arricchito dalle integrazioni richieste ad Enel dalla commissione Via nazionale il 13 agosto (e consegnate il 4 dicembre).
Il dossier anti-riconversione preparato dai comitati della provincia di Rovigo, insieme a Wwf e Italia Nostra, nei giorni scorsi è arrivato sul tavolo del Ministero dell’Ambiente consegnato direttamente dalle mani di Giorgio Crepaldi, del comitato Cittadini liberi. Insomma, siamo di fronte all’ennesima mossa di quella che ormai sembra un’infinita partita a scacchi giocata su una tavola che dal Delta del Po scivola fino alla capitale. Una partita non da poco: perchè si parla di sviluppo e ambiente, di posti di lavoro (circa 300) in bilico, e soprattutto di energia in un momento in cui il nostro Paese di energia è affamato.

Nel loro dossier i comitati hanno preso di mira tutte le integrazioni presentate da Enel. E poi hanno sparato una bella raffica di cartucce. E’ davvero così conveniente il carbone, considerando le tecnologie pensate per migliorare l’impatto ambientale?, chiedono i comitati. "No — spiegano nel dossier presentato al Ministero — non c’è la convenienza del kilowattora prodotto con il carbone: le tecnologie disponibili mitigheranno di molto gli effetti negativi, ma la loro applicazione inciderà in misura considerevole sul costo finale". Se saranno applicate in modo corretto e continuativo incideranno sui costi anche del 50%: a quel punto, dicono, "il carbone risulta meno vantaggioso rispetto al gas e all’olio combustibile, è per questo che dubitiamo che nella fase d’esercizio le cose non andranno come previsto".

La commissione Via, lo ricordiamo, aveva chiesto ad Enel anche una relazione tecnica sull’uso di dispositivi di ultima concezione per limitare le emissioni inquinanti in atmosfera. Soprattutto le micropolveri. E anche su questo punto i comitati sollevano più di qualche dubbio, scettici sull’efficacia dei dispositivi applicati per il monitoraggio delle polveri sottili, quelle più dannose per la salute umana, le pm 10 e pm 2,5.

E sull’impatto nelle lagune attraversate dalle bettoline e l’approvvigionamento d’acqua tramite la Sacca del Canarin? "Riteniamo — è la voce dei comitati — che l’argomento sia stato trattato in modo superficiale e non appropriato alla realtà locale, mentre per quanto riguarda l’impiego del Cdr (il combustibile da rifiuti, ndr), in difformità dalla prescrizione regionale, Enel sostiene di non essere interessata e non prevedere di utilizzarne".

I comitati, insomma, hanno fatto ancora una volta la voce grossa nel tentativo di influenzare la commissione Via nella decisione finale. Anche questa volta, insomma, il partito del no boccia in tutto e per tutto il progetto Enel: "E’ ambientalmente incompatibile, con il territorio nel quale il sito è inserito, illeggittimo nei confronti della legge regionale istitutiva del Parco e non rispettoso delle direttive comunitarie per il non adempimento del protocollo di Kyoto che assegna all’Italia quote di emissione di anidride carbonica ben inferiori a quanto invece si realizza", chiudono severi gli ambientalisti.

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