No al carbone Alto Lazio

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24 settembre 2010

I sonetti di Giancarlo Peris. "Immuni"

Cari amici,
con questo post inauguriamo un appuntamento settimanale interamente dedicato ai componimenti in versi di Giancarlo Peris, esimio civitavecchiese e autore di poesia in dialetto.

Il diciottenne Giancarlo Peris accende il braciere olimpico (Roma, 1960)
Ex professore di Italiano, Peris è impegnato da dieci anni nel movimento che si oppone alla riconversione a carbone della centrale di TorreValdaliga Nord, ed è stato tra i fondatori del comitato cittadino "No al carbone".
Il suo nome è legato alla storia recente per essere stato l'ultimo tedoforo nelle Olimpiadi di Roma 1960. Per saperne di più: vedi qui e qui.
G. Peris durante le celebrazioni del Cinquantenario 1960-2010, a Roma
Le opere qui selezionate contengono riferimenti chiari alla vicenda del carbone che ha colpito le nostre comunità; ritmi intessuti di amara ironia, questi sonetti testimoniano lo stato d'animo di un territorio che si sente assediato, in pericolo.
Auguriamo a tutti una buona lettura.

"Immuni" (24 settembre 2001)



Ner mentre ce parlava entusiasmato
De Bush e de le bombe nucleari
Lo spike aggiunse che so’ cazzi amari
Perché ce fanno un àntero attentato.


‘Sta mano d’armi chimiche e lo stato
Sarà quello che li Kamikazzari
Se scejeranno e noantri ingenui e ignari
Ci avremo un gran ber triste risurtato.


Così diceva la televisione
E che l’atomo in bomba po fa’ male
È pure nostra futile opinione;


De chimica ar contrario nun ce cale
Perché ce farà peggio cor carbone
Chi lo farà brucia’ ne la centrale.

   

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Travaglio firma la petizione per il bosco di 40 a Tvn

Riportiamo da BiGnotizie.it

"E' stato Marco Travaglio il primo a firmare la petizione per il bosco a Tvn. Oggi pomeriggio, appena arrivato in Aula Pucci dove era stato invitato dall'associazione "Cecafumo" per il premio "Libera informazione", il giornalista ha inaugurato la petizione "Sì alla realizzazione del bosco di 40 ettari nelle aree attigue alla Centrale Torrevaldaliga Nord".

Il Forum ambientalista e il comitato NaturalMente, promotori dell'iniziativa popolare (che si può firmare direttamente dal sito http://www.firmiamo.it/boscocivitavecchia?zfs) e particolarmente soddisfatti per tale battesimo, hanno annunciato di aver già fissato un calendario (da domenica 26 settembre a sabato 30 ottobre) di punti raccolta firme disseminati per la città.

Salvo condizioni meteo particolarmente avverse si partirà domenica, a Largo Galli (davanti al bar Quaranta), dalle ore 17 alle 19,30. Ogni mercoledì mattina un banchetto sarà posizionato lungo viale Nenni, all'altezza del mercatino, dalle 10 alle 12,30, mentre ogni giovedì pomeriggio sarà, dalle ore 17 alle 19,30, contemporaneamente nell'area antistante "Conad Il Mare" a San Gordiano e davanti all'ingresso di "Conad Le Terme" in via Terme di Traiano. Di sabato sarà possibile firmare in piazza Regina Margherita (dalle ore 9 alle 12,30), nel pomeriggio dalle ore 17 alle 19,30 in viale Garibaldi (davanti alla Galleria Garibaldi) e a Largo Marco Galli e di sera, sempre a largo Galli, dalle ore 21 alle 23.

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16 settembre 2010

Sì al bosco di 40 ettari nell’area attigua alla centrale di Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia)


Nella giornata di ieri presso l’aula Calamatta del comune di Civitavecchia si è tenuta la conferenza stampa, indetta dal Forum Ambientalista e dal Comitato NaturalMente, per presentare la petizione popolare Sì alla realizzazione del bosco di 40 ettari nelle aree attigue alla Centrale di Torrevaldaliga Nord

Puoi stampare, firmare e far firmare il modulo, SCARICALO QUI
Contattaci QUI per far pervenire i moduli firmati ai promotori.

Esiste inoltre a questo indirizzo www.firmiamo.it/boscocivitavecchia una versione online della petizione, che tuttavia non ha valore legale ma simbolico.


Segue il testo della petizione:

PREMESSO

che nel decreto MAP n° 55/02/2003 del 24 dicembre 2003, con il quale è stata autorizzata la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord, è fatto obbligo ad ENEL, quale opera compensativa, di provvedere alla realizzazione di un’area boscata dell’estensione di circa 40 h denominata “Parco dei Serbatoi”;

che nel parere di Valutazione di Impatto Ambientale 680/2003, costituente parte integrante del citato Decreto autorizzativo, viene stabilito che le prescrizioni andavano ottemperate con “modalità atte ad anticipare almeno parte della loro realizzazione prima della chiusura del cantiere della centrale “;

che ad oggi, nonostante si stia andando verso la chiusura del cantiere e la messa in esercizio a regime dell’intera centrale, non risulta che si sia in alcun modo proceduto alla realizzazione di detto parco;

che anzi l’area individuata per detta realizzazione risulta interessata da un inquietante accumulo di rifiuti sul quale la Procura della Repubblica ha avviato un inchiesta;

che nell’“Accordo disciplinante i reciproci rapporti tra l’Amministrazione Comunale di Civitavecchia ed ENEL produzione spa” stipulato in data 14 aprile 2008 all’art. VIII è riportato che “in adesione alla richiesta del Comune, Enel, previa autorizzazione delle competenti autorità, ivi inclusa quella del Ministero dell’Ambiente, si dichiara disponibile a realizzare l’area di verde pubblico, prevista originariamente in prossimità della Centrale, in altri siti indicati dal Comune …”;

che con nota 49383 del 21/09/09 Il Sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini, ha rinnovato la richiesta “di soprassedere alla realizzazione di quanto previsto dal progetto relativo alle opere compensative già approvato (il Parco dei Serbatoi nds), facendo presente la volontà dello scrivente Comune di farsi carico dell’individuazione di una soluzione alternativa, finanziabile con il contributo ENEL, da sottoporre a nuova approvazione delle amministrazione in indirizzo.”


CONSIDERATO

che le aree a verde rappresentano, per ogni città, una necessità fisiologica per la rigenerazione dell’atmosfera e del terreno ed un fattore di grande importanza per la vivibilità dell’ambiente urbano;

che a Civitavecchia la dotazione pro capite di verde urbano è ben al di sotto del valore guida di 8 m2/ab indicato dalla normativa vigente;

che le aree verdi sono indispensabili fattori di equilibrio ecologico poiché svolgono diverse funzioni tra le quali preme qui rilevare:
• la produzione di ossigeno attraverso la fotosintesi clorofilliana;
• il contenimento dell’inquinamento atmosferico, in particolare quello dovuto al particolarato fine;
• il contenimento dell’inquinamento acustico (le barriere vegetali costituiscono un’efficace difesa contro il rumore provocato da varie fonti;

che la realizzazione del cosiddetto “Parco dei Serbatoi” trova la sua ragione, peraltro, proprio nella mitigazione dei gravi effetti ambientali della riconversione a carbone sul territorio, infatti, nel decreto di Valutazione di impatto Ambientale 680/2003 dopo aver chiarito che l’intervento prescritto consiste in “un’area a parco caratterizzata dalla presenza di ampie radure intervallate da fitti insiemi boschivi, caratteristici del paesaggio costiero circostante” viene specificato che la realizzazione del parco comporterà, relativamente alla componente ambientale suolo e sottosuolo, “un miglioramento in quanto l’area occupata dalla centrale diminuirà, a fronte dello smantellamento di gran parte del parco serbatoi, di circa 119.000 m2” e che, quindi, “può effettivamente contribuire a migliorare la percezione dell’impianto, rendendolo meno estraneo alla città”;

che, inoltre, un ettaro di bosco è in grado di neutralizzare, mediamente, almeno 6 tonnellate di CO2 (ovvero anidride carbonica, gas serra primo responsabile del riscaldamento globale) in un anno;

che 40 ettari di bosco comporteranno, quindi, la neutralizzazione di almeno 240 tonnellate annue di CO2, quota che, seppure minimale, comporta comunque un effetto di mitigazione alle oltre 10 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica che la centrale di Torrevaldaliga Nord immetterà nella nostra aria;

che sono sempre più frequenti le proteste dei cittadini per il rumore sordo e continuo proveniente dalla Centrale di Torrevaldaliga Nord;

che gli alberi da alto fusto quali quelli previsti nel progetto presentato in ottemperanza alla citata prescrizione, avrebbero, come già sopra specificato, un sicuro effetto di contenimento dell’inquinamento acustico;

che anche il Ministero dell’Ambiente ha più volte sottolineato l'importanza di ottemperare alle prescrizioni previste negli atti autorizzativi con particolare riferimento proprio al “Parco Dei Serbatoi”;

che la stessa ENEL nei propri documenti, anche successivi alla firma dell’accordo con il Comune di Civitavecchia, al fine di evidenziare lo sforzo di rendere ” ambientalmente compatibile” la riconversione a carbone della Centrale di Torrevaldaliga Nord con il territorio circostante, afferma più volte che “L’area liberata dai serbatoi sarà bonificata e recuperata a verde.”;


I SOTTOSCRITTI CITTADINI


-ESPRIMONO

il più totale dissenso alla richiesta del Sindaco Moscherini di soprassedere dalla realizzazione di un area boscata in area limitrofa alla centrale di Torrevaldaliga Nord


-CHIEDONO

alle Autorità in indirizzo di

non “soprassedere” alla prescrizione in questione ed anzi di intervenire su ENEL Produzione S.p.a.

affinché si proceda, come previsto nel Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale e nel Decreto di autorizzazione all’esercizio della centrale di Torrevaldaliga Nord, ad ottemperare alle prescrizioni prima della chiusura del cantiere della centrale e, quindi, a realizzare in tempi brevi l’area boscata di circa 40 h nell’area adiacente alla centrale precedentemente occupata dai serbatoi.

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14 settembre 2010

Nuovo aeroporto a Viterbo, un inutile scempio

Comunicato dall'associazione “Respirare”

"Il mega aeroporto è un oltraggio al pudore"
Ne avessero certi pubblici amministratori della lobby del mega-aeroporto fuorilegge, non persevererebbero oltre nello scellerato intento di devastare l’area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame ed avvelenare la popolazione viterbese. E tuttavia perseverano.
Sarà allora opportuno ricordare ancora una volta a loro e a tutti quale sarebbe l’esito di tale dissennato, immorale ed illecito agire.
La realizzazione del mega-aeroporto nel cuore dell’area del Bulicame avrebbe come immediate e disastrose conseguenze: lo scempio dell’area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell’agricoltura della zona circostante; l’impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualità della vita della popolazione locale (l’area è peraltro nei pressi di popolosi quartieri della città; il collasso della rete infrastrutturale dell’Alto Lazio, territorio già gravato da pesanti servitù;uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.
Quell’area va tutelata nel modo più adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d’ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita.
Ed a certi pubblici amministratori della lobby del mega-aeroporto fuorilegge, distruttivo e nocivo, occorrerà ricordare una volta di più che del loro operato verrà il giorno che dovranno rendere conto. E non solo per oltraggio al pudore.

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7 settembre 2010

E' Corchiano (VT) il comune virtuoso d'Italia 2010

Ogni tanto anche qualche buona notizia dalle nostre terre:

"E’ Corchiano (comune schierato contro il carbone, ndr) il vincitore assoluto del Premio Comuni a 5 stelle, giunto quest’anno alla sua quarta edizione.

Ad annunciarlo è il Presidente dell’Associazione Comuni Virtuosi Gianluca Fioretti, al termine della valutazione degli oltre 150 progetti presentati dai 36 comuni iscritti al bando 2010.

La giuria, composta da amministratori locali, giornalisti ed esperti in campo ambientale, ha ritenuto di premiare la qualità e la trasversalità delle proposte messe in campo dal Comune di Corchiano, in tutte e cinque le categorie del Premio."

Fonte

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19 agosto 2010

La Frasca: pericolo cemento per l’ultima costa fruibile di Civitavecchia

Da Civonline.it "Roberta Galletta e Simona Ricotti lanciano l'alarme: ''Sulla Frasca incombe il pericolo cementificazione"
L’area de “La Frasca”, che comprende il litorale situato a Nord di Civitavecchia, rappresenta un eccezionale concentrato di aree di pregio naturalistico, paesaggistico e archeologico e, per la sua estensione è stata inserita nel progetto Oloferne del WWF, che tra il 1995 ed 1996 ha censito i tratti di costa di sviluppo di almeno 3 km liberi da opere umane.
La pineta, ultimo vero polmone verde della città, attualmente di proprietà dell´Arsial, rappresenta, un´importante e documentata zona di rispetto di biodiversità, tanto da essere inserita, nel Piano Territoriale Paesistico (PTP), fra le aree boscate “Beni A5 – Boschi di tutela integrale” e sottoposta, relativamente all’entroterra e alla fascia costiera, a vincolo di inedificabilità ai sensi della L. 431/85; il tratto marino prospiciente alla Frasca è inserito, invece, nei Siti d’Interesse Comunitario (SIC IT6000005 - "Fondali tra Punta Sant'Agostino e Punta della Mattonaia). "Per questi ed altri mie motivi ci battiamo per la salvaguardia di questo polmone verde che tra l'altro dal punto di vista archeologico ha una notevolissima rilevanza, tanto che è qualificato nel PTP, come “zona archeologica a tutela orientata” e sulla quale la Sovrintendenza Archeologica all’Etruria Meridionale ha provveduto all’apposizione di ben due vincoli archeologici - sia per il settore a terra che per quello a mare - nel dicembre 2008 e nel aprile 2009 - spiegano in una nota Roberta Galletta (Presidente Italia Nostra Onlus Sezione Asfodelo Gruppo Civitavecchia) e Simona Ricotti (Responsabile Forum Ambientalista Civitavecchia) - la riqualificazione della Frasca, area da preservare “da interventi incoerenti con la valorizzazione delle risorse ambientali e la tutela dell’ecosistema” per la quale ”viene fatto obbligo, … di … opportuni interventi silvo colturali”, è opera prevista nelle prescrizioni dei decreti Via 6923/2002 e 2935/97 relativi al piano regolatore portuale. Soggetto competente alla presentazione, e successivamente all’attuazione, è l’Autorità Portuale che a tal fine ha presentato un progetto di reale riqualificazione ambientale teso, appunto, alla valorizzazione delle specie arboree ed arbustive e delle presenze archeologiche del sito e che ben risponde alle prescrizioni che stabiliscono che “dovrà essere evitata l’eccessiva infrastrutturazione“ anche “in riferimento alla localizzazione dei previsti interventi di supporto alla balneazione (aree di sosta, nuclei di servizio, piattaforme e pontili)” e che ben si coniuga con la richiesta di Istituzione del Monumento Naturale presentata dalle associazioni ambientaliste e sottoscritta da migliaia di civitavecchiesi".Galletta e Ricotti poi hanno anche spiegato che "La provincia di Roma nell’ambito dell’approvazione del Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) ha inserito la Frasca “nell’elenco delle aree protette“ in quanto “area, meritevole di tutela per la quale è in corso la procedura d’istituzione. La Frasca, che è stata votata dai civitavecchiesi quale “Luogo del cuore” nell’ambito della campagna del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), è un bene comune della collettività civitavecchiese che va difeso dalle mire di chi vorrebbe trasformarlo in "altra cosa" facendo pressione affinché si realizzi, in tempi brevi, un reale progetto di valorizzazione". Le due esponenti hanno poi lanciato l'allarme sul pericolo cementificazione: "Da circa un mese l’Amministrazione Comunale sta dando ampio risalto al progetto “Emergenza estiva Pineta la Frasca” affermando che questo “restyling” è finalizzato a riqualificare l’area ed a renderla maggiormente fruibile ai cittadini scrivono ancora la Galletta e la Ricotti - in realtà si ha la netta sensazione che il “restyling” nasconda come unico intento quello di allontanare i cittadini, che da anni volontariamente puliscono, tutelano e vivono la Frasca, con vincoli e divieti per far sì che al momento opportuno nessuno si opponga alle reali mire che incidono sull’area. In realtà per il Sindaco Moscherini riqualificare la Frasca significa cementificarla. Infatti il primo cittadino, ben supportato dall’Assessore al demanio Pierfederici e dalla sua maggioranza, persegue da anni lo sviluppo del Porto in direzione nord e vorrebbe realizzare nell’area della Frasca fior fiore di mega progetti quali il "Terminal Asia", una maxidiscoteca e un mega porticciolo, con annessi ampi spazi cantieristici, al servizio dell’ennesimo grande privato, opere che comporterebbero la pressoché totale e definitiva cancellazione dei fondali protetti dalla Comunità Europea e della pineta, tristemente sostituiti con banchine in mare e piazzali per deposito di container nell'entroterra. Una colata di cemento che seppellirà l’ultimo tratto di costa fruibile di Civitavecchia regalandola ai grandi privati togliendola ai civitavecchiesi senza peraltro dare risposta ai piccoli diportisti locali. Infatti nei porti turistici, come sancito dal D.P.R. del 2.12.97 n.509, non è consentito lo stazionamento in acqua di imbarcazioni di lunghezza fuori tutto inferiore a 6,0 m. Che queste siano le reali mire del Sindaco e dell’Amministrazione non solo è testimoniato da decine di articoli in cui tale intento è dichiarato, ma è reso evidente dalla posizione assunta da Moscherini in relazione all’istituzione del Monumento Naturale. Infatti con nota del 30 luglio 2008 a firma congiunta con il sindaco Mazzola, il Primo Cittadino si è schierato contro l’istituzione del monumento naturale affermando che: “Non si ravvede poi neanche la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento del vincolo di Monumento Naturale, …omissisis … su di un’area per di più fortemente degradata”, Come a dire che a fronte del degrado causato dalla centrale (sic!) non vale la pena tentare un opera di tutela e valorizzazione, quanto piuttosto stendere un “velo di cemento” sul tutto. Se veramente il Sindaco, l’Ass. Pierfederici e quanti altri, hanno a cuore la valorizzazione di tale porzione di territorio e la sua tenuta in condizioni dignitose, oltre ad intervenire con azioni di pulizia con costanza e metodicità, e non solo in concomitanza con le azioni di autorganizzazione dei cittadini, intervengano affinché l’ENEL adempia alla prescrizione che prevede lo spostamento dello scarico della pescicoltura, sostengano la proposta di istituzione del Monumento Naturale avanzata dalle nostre associazioni, unitamente al WWF, e supportata dalle firme di centinaia di cittadini/e e facciano pressione affinché la Regione approvi in tempi brevi il progetto di riqualificazione già presentato dall’Autorità Portuale ed attualmente in fase di valutazione negli uffici regionali. Ma soprattutto ritirino le proposte di cementificazione finora sostenute. Solo allora le dichiarazioni sulle volontà di riqualificare e rendere maggiormente fruibile la Frasca saranno credibili"

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7 agosto 2010

Organismi Geneticamente Modificati per essere infestanti

La colza Ogm resistente ai diserbanti è evasa dai campi americani. Si è diffusa spontaneamente e la si trova comunemente a bordo strada. E due diverse varietà Ogm si sono incrociate fra loro: alla faccia di chi dice che le piante geneticamente modificate non sono in grado di riprodursi ed attecchire.

Non solo contaminazione degli ecosistemi , ma anche un gran brutto problema pratico per gli agricoltori. A questa colza il diserbo chimico non fa neanche il solletico: se si insedia in un campo sono guai seri.

Varietà create e commercializzate per moltiplicare la resa e il guadagno diventano l’esatto opposto: formidabili infestanti. La storia è su Nature e negli atti del convegno dell’Ecological Society of America conclusosi ieri. Circa il 90% della colza coltivata negli Stati Uniti è Ogm. A differenza di colture come il mais, troppo “addomesticato” per crescere e moltiplicarsi senza le cure prestate dell’uomo, la colza sa cavarsela benissimo da sola. I suoi fiori gialli si vedono anche qui in Italia negli incolti e lungo le strade.

Nei mesi scorsi, ricercatori dell’Università dell’Arkansas hanno viaggiato per 5400 chilometri sulle strade del Nord Dakota. Ogni 8 chilometri hanno prelevato un campione da una delle piante di colza presenti a bordo strada.

L’86% dei campioni è risultato Ogm: un risultato senza precedenti. Possedeva il gene inserito artificialmente dall’uomo che conferisce resistenza al diserbante a base di glifosate (detto anche glifosato). Oppure il gene, anch’esso artificialmente inserito, che dà resistenza ai diserbanti a base di glufosinate.

La Monsanto – la multinazionale biotech – sottolinea che, proprio perchè le piante Ogm sono state trovate lungo le strade, esse possono essere semplicemente nate da semi caduti accidentalmente dagli autocarri.

Tuttavia i ricercatori hanno trovato due piante possedevano entrambi i geni che conferiscono la resistenza agli erbicidi. Sono dunque frutto dell’incrocio fra una varietà resistente al glifosate e una resistente al glufosinate, e non nate da un seme caduto lì per caso.

I ricercatori notano che la colza è in grado di ibridarsi spontaneamente con 10 varietà spontanee o naturalizzate negli Stati Uniti. E di trasmettere loro la resistenza ai diserbanti.

I contadini americani già non riescono a sbarazzarsi delle comuni erbacce che hanno sviluppato resistenza ai diserbanti e che prosperano sui campi in cui crescono varietà Ogm di soia, cotone e mais resistenti al diserbo.

Prima o poi, presumibilmente, dovranno vedersela anche con la colza infestante Ogm. Un bel risultato per la tecno-agricoltura.

Su Nature la colza Ogm è evasa dai campi

Dagli atti del convegno dell’Ecological Society of America diffusione della colza Ogm al di fuori dei campi

Via Oca Sapiens e Green Blog

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5 agosto 2010

Lazio estate 2010: mare fognato, scarico non depurato

Riportiamo da Civonline un articolo sul rapporto di Legambiente nel Lazio. E su Civitavecchia, che notizie? Nessuno lo sa...

“All'inizio dell’estate il litorale del Lazio, sia a Nord che a Sud, è stato preda di un nauseabondo “blob” che ha reso impossibili i tuffi in un mare costellato anche da rifiuti galleggianti. C'è chi ha ipotizzato che la fonte dell'inquinamento potessero essere le grandi navi che scaricano al largo o qualche problema a un depuratore, ma un fenomeno così duraturo e massivo non può che avere cause strutturali. Così i tecnici della Goletta Verde hanno mirato i loro campionamenti puntuali alla ricerca dell'origine di questa “ondata marrone” e i risultati delle analisi microbiologiche non sembrano lasciare dubbi: fossi e torrenti sversano direttamente in mare un cocktail micidiale, creando una melassa melmosa e stagnante dove proliferano infestanti alghe filamentose. Ben undici punti sulle foci dei piccoli corsi d'acqua della nostra regione sono risultati “fortemente inquinati” e altri tre “inquinati”; e ciò nonostante i criteri più permissivi della nuova legge sulla balneazione in vigore da quest'anno. Ma altri due elementi fanno capire la gravità della situazione: la temperatura allo sbocco dei fossi è stata misurata sino a picchi di oltre 34 gradi centigradi, come dire che in mare arriva una “brodaglia bollente”, viscosa e torbida. In diversi casi, questo il secondo elemento, la trasparenza non supera i 10 centimetri”. È questo, in sintesi, il bilancio della fotografia che i biologi della Goletta Verde hanno scattato lungo le coste del Lazio nelle giornate del 21 e 22 luglio scorsi, presentato a Roma a conclusione del passaggio nella nostra regione della storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo di Consorzio Ecogas e Novamont. Le criticità sono state illustrate da: Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente; Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio e Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio. “Situazioni allarmanti alle foci, con grave rischio di inquinamento microbiologico anche per le zone limitrofe:in provincia di Roma allo sbocco del Fosso Cavallo morto ad Anzio, del Fosso d'Incastro ad Ardea, del Fosso Zambra a Cerveteri e del canale sul lungomare Pyrgi a Santa Severa (Comune di Santa Marinella), insieme alle foci del Tevere a Fiumicino e del Rio Torto a Pomezia. Inquinati anche gli sbocchi di Astura a Nettuno e Rio Vaccino a Ladispoli. In provincia di Viterbo sono risultate “fortemente inquinate” due zone che si trovano entrambe nel Comune di Tarquinia, ovvero la foce del fiume Marta e quella del torrente in località Saline. Inquinata la foce del fiume Fiora a Montalto di Castro. In vetta alla classifica dell’inquinamento da Enterococchi intestinali ed Escherichia Coli si sono piazzati i prelievi effettuati alle foci del Rio Santa Croce in località Gianola a Formia, e del Fosso d’Incastro in località La Fossa ad Ardea, e quelli effettuati sul canale in località Sant’Agostino a Gaeta e sul canale presso il Lungomare Pyrgi di Santa Severa. Tutti e quattro questi punti, infatti, hanno fatto registrare un livello così alto di inquinamento microbiologico che non è stato possibile quantificare le colonie di microrganismi presenti per millilitro d’acqua. A seguire i risultati peggiori sono stati registrati ad Anzio, Saline di Tarquinia, Fiumicino e Pomezia. “Dopo oltre un mese di viaggio tra l'Adriatico e il Tirreno, le analisi di Goletta Verde confermano dunque che in molte regioni c'è un quadro allarmante per lo stato di qualità dei fiumi e dei corsi d’acqua minori, a dimostrazione di come i problemi di salubrità del mare inizino in realtà da terra e non possano essere considerati esclusiva competenza dei sindaci della costa – afferma Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - I criteri più permissivi della nuova normativa sulla balneazione, appena entrata in vigore, fanno diventare in molti casi il mare ‘’pulito per decreto’’, mentre i cittadini si ritrovano a fare il bagno in mezzo ai liquami. Serve più attenzione, in Italia non si può rallentare il processo di risanamento di fiumi e mari, c'è una procedura d’infrazione in corso sulla depurazione delle acque reflue, mentre il 30% degli italiani, pari a 18 milioni di nostri connazionali, è ancora sprovvisto di impianti di depurazione”. Una sottolineatura, come detto, meritano le temperature dell'acqua rilevate dai tecnici della Goletta Verde, con un punto alla Foce del Rio Vaccino a Ladispoli (Rm) che addirittura arriva a ben 34,1°C e altri 9 casi in cui le temperature sono comunque costantemente sopra i 25°C, superando addirittura i valori della torrida estate del 2003 quando il picco massimo venne registrato a Fregene con 30,5°C. Una evoluzione da tenere estremamente sotto controllo, insieme alle concentrazioni dell’ossigeno disciolto, per il possibile incremento di proliferazioni algali. Colpiscono inoltre le rilevazioni visive relative alla trasparenza, con più punti di campionamento che non superano i 10 centimetri di visibilità e comunque con un “massimo” di 50/70 centimetri.“Acqua calda, melmosa ma balneabile come è stata all'inizio di luglio in alcune località del litorale del Lazio, è questo il rischio di assurde normative permissive che, invece di garantire i cittadini e le imprese balneari, aprono problemi enormi –commenta Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio- In alcune delle zone poi risultate a rischio, fa riflettere l’aver trovato anche consistenti frequentazioni di bagnanti. D'altronde con grandi e piccoli scoli che portano direttamente i liquami in mare, dal litorale laziale si comprende bene che la priorità fondamentale per la salute del nostro mare è la depurazione, visto anche che nel Lazio c’è ancora un milione e mezzo di cittadini, pari al 26% del totale, che non ha un servizio di trattamento dei reflui fognari, mentre il 15% non è nemmeno allacciato alla rete fognaria. Un altro mare è possibile ma il tempo stringe, per centrare l'obiettivo di buona qualità delle acque fissato entro il 2015, bisogna investire presto e bene i 750 milioni di euro destinati dalla Regione Lazio alla depurazione”. “Quella dell’inquinamento è solo una delle criticità con cui fa i conti il mare del Lazio –ricorda Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio- Le tappe percorse dalla Goletta Verde hanno delineato infatti un filo rosso di denuncia: dai nuovi faraonici porti del Lazio, tanto inutili quanto speculativi, che accentuano l’erosione innescando ripascimenti a peso d’oro, agli assalti dell'illegalità al Parco nazionale del Circeo, dove vanno difesi con forza segnali positivi come la liberazione del Lago di Paola da undici pontili abusivi con centinaia di imbarcazioni. Con una catena umana di centinaia di persone abbiamo stigmatizzato l'impatto letale che avrebbe sul turismo la folle scelta nucleare, a Montalto di Castro piuttosto che a Borgo Sabotino o sul Garigliano, mentre allo stesso tempo va abbattuto il ‘lungomuro’ degli stabilimenti balneari sul Lido di Ostia, fatto di cancelli, palizzate e tornelli per monetizzare e impedire illegittimamente il libero accesso al mare. Tra appetiti criminali e progetti sbagliati si delinea un’alleanza distruttiva, insomma, contro la quale va riaffermata la valenza di un mare bene comune, da difendere ogni giorno respingendo le ondate della sopraffazione e dell’illegalità”.Proprio a casi di cementificazione della costa sono legate tre delle quattro Bandiere Nere destinate ai nemici del mare che sono state assegnate dalla Goletta Verde nel Lazio. Hanno conquistato il poco ambito vessillo: il “Porto della Concordia” di Fiumicino, mega progetto che prevede 130 mila metri cubi di banchine e attrezzature connesse sulla foce del Tevere, zona ad altissimo rischio idrogeologico; la lottizzazione abusiva “Il villaggio del Parco” a Bella Farnia di Sabaudia (Lt), dove un fondo agricolo di 12 mila metri quadrati è stato trasformato in centinaia di villini residenziali; infine il “lungomuro” degli stabilimenti di Ostia, che hanno nascosto il mare con grandi muraglie e pretendono canoni irrisorsi e un “dazio” per far accedere i cittadini alla spiaggia. La quarta Bandiera Nera è stata assegnata per il grave inquinamento della foce del Rio Santa Croce nel Comune di Formia (Lt) che da anni versa in una pessima condizione dal punto di vista della depurazione e del degrado. Una situazione più volte denunciata dalla Goletta Verde e certificata anche dai dati ARPA Lazio, ma mai affrontata fino in fondo, tollerando una vera e propria fogna a cielo aperto nell'area di Gianola, uno dei luoghi più belli di Formia.A conferma che le brutte notizie per le coste di questa regione non arrivano solo dall’inquinamento microbiologico, ma anche dal cemento abusivo vista mare e dagli illeciti perpetrati contro mare e litorali, ci sono i dati del dossier Mare Monstrum 2010 di Legambiente: con 636 reati accertati su mare e demanio marittimo, ovvero con 1,8 illeciti per chilometro di costa, il Lazio si è piazzato al sesto posto nella classifica nazionale del “mare illegale”. Considerando solo gli abusi edilizi su demanio marittimo, gli illeciti accertati lo scorso anno nel Lazio sono stati 275. Legambiente con la Goletta Verde ha voluto anche rilanciare esperienze e conoscenze esistenti da valorizzare: è il caso delle meravigliose e dimenticate grotte del Circeo, uno dei principali poli di interesse speleomarino e paleoantropologico d’Italia, che versa in una condizione scandalosa di abbandono e degrado, un'occasione anche per creare nuove opportunità lavorative con percorsi di cura del territorio. Per guadagnare un po’ di ottimismo basta volgere le sguardo verso le 12 località del Lazio che sono state premiate dalla Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano, che segnala le 364 località costiere che stanno puntando su qualità e sostenibilità per coniugare l’offerta turistica al rispetto dell’ambiente.In vetta alla classifica regionale ci sono Montalto di Castro (Vt) e Ventotene (Lt), entrambe con quattro vele. Seguono con tre vele Sperlonga (Lt) e con due Sabaudia (Lt), Tarquinia (Vt), San Felice Circeo (Lt), Nettuno (Rm), Ostia (Rm), Santa Marinella (Rm), Gaeta (Lt) e Ponza (Lt). Una vela, infine, per Anzio (Rm). Buone notizie dal Lazio anche sul fronte del turismo sostenibile. Nella Guida Blu di Legambiente e Touring Club sono infatti presenti anche le strutture ricettive e turistiche aderenti all’etichetta ecologica (ecolabel) di Legambiente Turismo. Nel Lazio sono presenti 7 strutture ricettive e turistiche con quasi mille posti tra alberghi, Bed&Breakfast e stabilimenti balneari tra Gaeta e Roma. Si tratta di aziende di varie tipologie e classificazione che hanno concordato con Legambiente Turismo -che ne controlla anche l’effettiva attuazione- misure semplici ma efficaci tese a migliorare la propria gestione ambientale e il comfort, riducendo i consumi critici, sensibilizzando i propri ospiti, contenendo l’impatto delle attività sull'ambiente e promuovendo il territorio circostante. Molto significativa la scelta di queste aziende di partecipare ad una rete turistica di qualità -la più importante e ramificata in Italia- che conta ad oggi 426 imprese con oltre 63.000 posti in 16 regioni italiane e applica i Common Basic Standard di VISIT EUROPA, una organizzazione che raggruppa le varie etichette ecologiche europee del turismo. Informazioni dettagliate e indirizzi delle strutture sono sul sito web www.legambienteturismo.it.

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26 luglio 2010

Azione: scrivi al Presidente della Repubblica

"In questi giorni stiamo rischiando la prima estesa contaminazione da OGM in Italia, a causa di una presunta semina – che sarebbe assolutamente illegale - di mais transgenico in un campo in Friuli, nel Comune di Fanna (Pn). Di fronte a questa emergenza, con la Task Force OGM ci siamo appellati al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

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17 luglio 2010

Da Ladispoli a Civitavecchia, liquami e rifiuti nel mare. Intervento di Legambiente

Riportiamo da UnoNotizie.it

"LAZIO LITORALE NORD / La marea nera dell’alto Lazio
Legambiente chiede che i sindaci di Ladispoli, Cerveteri e Santa Marinella, l'assessore all'Ambiente della Regione Lazio e la Capitaneria di porto di Roma dispongano ordinanze di divieto balneazione. Avviare subito disinquinamento con imbarcazioni specifiche e squadre protezione civile

Disporre divieti temporanei di balneazione ove necessario, avviare subito pulizia mare con imbarcazioni antinquinamento e squadre protezione civile: sono queste le urgentissime richieste inviate da Legambiente Lazio ai Sindaci di Ladispoli, Cerveteri e Santa Marinella, all'Assessore all'Ambiente della Regione Lazio e alla Capitaneria di porto di Roma, dopo le numerose segnalazioni giunte ancora in queste ore rispetto alla situazione di inquinamento delle acque marine del litorale Lazio nord.

Sono trascorsi ormai dieci giorni dalle prime comunicazioni pervenute a seguito di quella che è stata chiamata la “scia di liquami e rifiuti” identificata sul litorale a nord della Capitale, ma la situazione non sembra essere migliorata. Diversi cittadini evidenziano rifiuti di svariata natura galleggiare sulle acque del mare, pannolini, escrementi, addirittura carcasse di piccoli animali morti.

Serve un intervento urgente, mentre si identifica il responsabile di un così grave inquinamento, per garantire la sicurezza e la salute dei bagnanti e degli operatori, istituendo dei temporanei divieti balneazione ove necessario, con ordinanza urgente dei Sindaci dei territori coinvolti, e cartelli affissi sulle spiagge e negli stabilimenti per informare i cittadini sconcertati.

Allo stesso tempo va rilanciata l'opera di pronto intervento dei servizi antinquinamento, ad esempio attraverso le Navi Castalia Ecolmar per le quali non risulta rinnovata la convenzione con il Ministero dell'Ambiente, ma anche attraverso l'intervento di squadre di protezione civile.

Ufficio stampa Legambiente Lazio 06.85358051-77
www.legambientelazio.it
legambiente.comunica@email.it

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6 luglio 2010

Pulizia della Frasca: successo

Comunicato del Comitato Piazza pulita
"La pulizia della Frasca promossa da Italia nostra e Forum ambientalista, è andata benissimo!
Sia per il gruppo numeroso di volontari che armati di guanti e sacchi hanno partecipato con entusiasmo ed impegno, sia perché abbiamo trovato il luogo più pulito rispetto agli anni passati.
I frequentatori hanno imparato a non sporcare e a lasciare pulito.

Ciò significa che si accresce col tempo fra i cittadini la coscienza e la sensibilità verso la tutela del patrimonio ambientale e scatta la molla ad agire in prima persona quando l’ente pubblico è assente, per salvaguardare ciò che mantiene l’ equilibrio ecologico e la specificità naturalistica del proprio territorio.
Un messaggio chiaro è stato mandato ad amministratori e politici: la Frasca va tutelata!

Certo i problemi non mancano a cominciare dallo stato di salute delle acque: sono balenabili? C’è ancora l’inquinamento dovuto agli scarichi dell’allevamento ittico della centrale?
Sentiamo ancora parlare di progetti con colate di cemento che farebbero sparire la Frasca.
Sul suo futuro vorremmo che l’amministrazione comunale si pronunciasse senza ambiguità.

Comunque oggi registriamo un primo risultato positivo che è opera dei cittadini ma è anche merito delle associazioni ambientaliste che promuovono da anni iniziative per la Frasca, a cui va il nostro ringraziamento insieme a quello dei civitavecchiesi.

Comitato Piazza pulita

(ma leggete anche questo, NdR: http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=28909)

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15 giugno 2010

"La colata di cemento che distrugge l'Italia"

Riportiamo dal blog di Beppe Grillo

"L'Italia è come l'Amazzonia, sta scomparendo. Ogni settimana ettari di verde si trasformano in ettari di cemento. Un prato non è più un prato, ma un business. Ogni giorno appaiono gru, seconde e terze case, immobili mai abitati. Interi quartieri edificati senza necessità, senza inquilini. Il cemento uccide il turismo, toglie posti di lavoro, non li dà. Il cemento è riciclaggio di danaro sporco delle mafie nazionali che investono nel mattone. A Milano sorgono nuovi grattacieli quando un terzo della città è in vendita o alla ricerca di un inquilino in affitto. L'Expo 2015 è solo cemento. Il cemento non si mangia, ma sul cemento mangiano i politici, le amministrazioni locali e la criminalità organizzata. L'Italia che scompare sotto una colata, come Pompei seppellita dalla lava, fa compassione e rabbia. I comuni dovrebbero vietare la costruzione di ogni immobile non necessario e, nel caso, verificare l'esistenza di un immobile già esistente da ristrutturare. Bisogna lanciare una nuova industria, quella della decostruzione di immobili e capannoni disabitati. Con i soldi pubblici i nostri sindaci non devono più costruire un solo vano se non destinato a uso sociale. Cementificatori e riciclatori che leggete, ascoltatemi, costruire non è più un affare, investite in energie rinnovabili e nel turismo.

Intervista a Ferruccio Sansa e Marco Preve:

F. Sansa: "Sono Ferruccio Sansa, giornalista de Il Fatto Quotidiano. Con Marco Preve, de La Repubblica, abbiamo scritto insieme con altri colleghi - Andrea Garibaldi de Il Corriere della sera, Antonio Massari de Il Fatto, Giuseppe Salvagiulo de La Stampa - abbiamo scritto un libro che si intitola “La colata”, è un libro che vuole raccontare il rischio enorme che l’Italia sta correndo in questo momento di essere rovinata per sempre dal cemento. È un libro che ci è costato un anno di lavoro. Siamo in 5, è stato un lavoro veramente lungo e pesante, pensiamo che fosse solamente adesso questo il momento di scrivere un libro sul cemento in Italia, perché le conseguenze di quello che si sta decidendo, di quello che si sta facendo poi le pagheremo per sempre. Bisogna adesso, in questo momento preciso, decidere da quale parte stare, se vogliamo essere pro o contro il cemento. Qui non è soltanto una scelta per ambientalisti e radical chic. Anzi, non c’entra proprio niente. Questo è un alibi di chi vuole costruire, è una scelta che incide profondamente sulla qualità della nostra vita, la nostra e quella dei nostri figli, sul nostro presente e sul nostro futuro, qualità della vita vuole dire come viviamo se viviamo bene o male, l’Italia ha deciso, purtroppo di puntare sul cemento e sull’asfalto e questo avrà conseguenze pesantissime: perché è una scelta come noi dimostriamo in questo libro, dati alla mano, assolutamente antieconomica, crea dei danni irreversibili alla principale industria del nostro paese che è una delle principali che è il turismo, crea dei posti di lavoro che durano poco tempo e crea dei posti di lavoro poco qualificati, per cui economicamente non lasciatevi ingannare è una cosa poco vantaggiosa.
Inoltre è un animale che mangia sé stesso, perché l’Italia ha la sua principale ricchezza nella bellezza, se noi roviniamo la bellezza, perderemmo posti di lavoro nel turismo, perderemmo posti di lavoro in tantissimi ambiti della nostra economia che campano grazie proprio alla bellezza dell’Italia.

Le bugie dei costruttori
Non lasciatevi neanche ingannare quando vi diranno che si costruisce per le persone che hanno bisogno: non è vero. Lo sviluppo edilizio dell’Italia di questi anni va a beneficio soltanto dei potenti, dell’economia, della finanza e alcune parti della politica, perché intorno al mattone si consuma quell’intreccio perverso tra la politica e la finanza, centro-sinistra e centro-destra senza alcuna distinzione. In Italia, per farvi un esempio concreto - basiamoci sui dati, non sui discorsi - in Italia soltanto il 4% delle case costruite vengono destinate al social housing, alle case popolari, in Inghilterra si supera il 20%, non sono case per la gente che ha bisogno, sono case soltanto per arricchire gli impresari che fanno il loro mestiere e per dare delle case quando non c’è bisogno, perché andate a vedere quello che è successo in Veneto, negli ultimi anni il Ministro che si occupa tra l’altro di agricoltura, Galan, quando era presente della Regione Veneto è stato il più grande cementificatore degli ultimi decenni, ha costruito case per più di 700 mila persone quando nel Veneto la popolazione è aumentata soltanto di 288 mila persone, questo è una follia!
Ma soprattutto costruire in un modo così folle come si sta facendo in Italia adesso, con il Piano casa, adesso si parla del condono, si parlava della sanatoria degli immobili fantasma che neanche si capisce cosa voglia dire un giorno un Ministro dice una cosa e un giorno dice l’altro, questo è anche pericoloso per la nostra incolumità, andiamo a vedere ancora i dati, negli ultimi 50 anni in Italia ci sono state 430 mila frane, ci sono stati 3500 morti, è una vergogna che se ne parli soltanto quando ci sono i morti e poi ce ne dimentichiamo, 3500 morti, ognuno di questi secondo me è come un insulto in faccia a queste persone continuare a costruire in un modo così totalmente disordinato, privo di pianificazioni e premiando chi non rispetta la legge e non chiede i permessi, costruire negli alvei dei fiumi, noi abbiamo raccontato per esempio quello che è successo in Toscana, dove nell’alveo del fiume Arno, dove nel lago di Massaciuccoli si sta costruendo e si è costruito per centinaia di migliaia di persone.

Cronaca di un degrado civile e politico

Partendo di queste considerazioni generali abbiamo fatto un viaggio in tutta l’Italia, un viaggio che racconta queste storie purtroppo di degrado che sono di degrado ambientale, ma prima di tutto sono degrado civile e politico, perché il decreto ambientale è la conseguenza del degrado civile e politico e sono però, nella nostra speranza, anche delle storie di perché invece straordinarie che si stanno battendo per la loro terra è un libro che credo non vuole essere un libro pessimista, ma un libro che dà speranza perché racconta le storie di queste persone, parte dalle storie di queste persone, noi abbiamo raccontato l’Italia regione per regione. Siamo partiti dal Veneto che purtroppo ha il primato di questa devastazione grazie a quello che ha fatto anche la Giunta Galan nella riviera del Brenta, adesso c’è la città della moda, c’è l’autodromo di motor city, un autodromo di cui si è occupato molto anche Beppe Grillo, un miliardo di Euro per costruire un autodromo con ovviamente annesso centro commerciale nel momento in cui gli autodromi in Italia sono in crisi nera!
Questo in una delle zone più belle dell’agricoltura italiana che è la zona di Verona e di Mantova, ci sono centri commerciali ovunque, ci sono nella zona di Mira e di Dolo, sono zone meravigliose di cui ha parlato anche tanto Marco Paolini, ha parlato Gianantonio Stella, sono zone di cui scrivevano Meneghello, che sono state dipinte dei quadri di Tiziano, li stiamo devastando per sempre.
Abbiamo parlato della Lombardia, quest’ultima che ogni giorno perde 10/20 ettari di campagna, che si sta mangiando tanta campagna che aveva ancora, soprattutto nella parte sud della Lombardia, Milano ormai si è votata completamente ai grattacieli, city life, tutti gli altri progetti sembra che Milano si creda New York, Milano non è New York, Milano era una città stupenda quando c’erano ancora i Navigli, è stata una città molto bella nonostante le devastazioni della guerra, adesso si sta votando a questi grattacieli che sembrano quasi dei simboli fallici per dimostrare che Milano è una città, il celodurismo della Lega. Ma soprattutto Milano adesso ha il grandissimo rischio del parco sud, il parco sud è il vero polmone di Milano è quella macchia verde che vediamo sulle cartine geografiche che finora era stato risparmiato, invece adesso anche grazie al lavoro che si sta facendo in comune nelle a questo nuovo piano che prevede addirittura che possano eventualmente essere scambiate le zone agricole con quelle dove si può costruire, c'è chi ha messo gli occhi sul parco sud e questa è una storia incredibile perché uno dei più grandi proprietari di terreni agricoli a Milano sapete chi è? È Salvatore Ligresti quello che a Milano non è neanche più un nome ma è quasi un sostantivo, se Ligresti è il prototipo di chi costruisce e ha cementificato mezza Lombardia e mezza Italia, Ligresti che in molte società vede la famiglia La Russa presente, Ligresti adesso è il proprietario di decine e centinaia di appezzamenti di terreno e di cascine agricole, vuole diventare agricoltore? Difficile da credere, probabilmente vuole anche cementificare il parco sud di Milano.
La Lombardia dove si vogliono costruire 400 chilometri di nuove autostrade invece di puntare sulle ferrovie, sul trasporto pulito si punta ancora sull’asfalto, come se non bastasse quello che c’è, come se non bastasse l’inquinamento da record della Pianura Padana intorno a Milano che è peggio di Los Angeles per certi aspetti, dove il Pm10 ha dei livelli assurdi. Abbiamo parlato del Piemonte dove per esempio nelle Alpi si è costruita questa follia dove ci sono paesi desertificati dal cemento, dove fino a 8, 9 case su 10 in alcuni paesi sono seconde case, i pochi abitanti veri vivono in un paese fantasma, vuoto e deserto, questo è tutto l’arco alpino, soprattutto in Piemonte ma anche in Lombardia, Veneto, anche in località bellissime.
Abbiamo parlato della Liguria anche qui dove crescono dei grattacieli e le occasioni di recuperare città come La Spezia invece sono state utilizzate per costruire dei nuovi grattacieli, poi abbiamo raccontato il caso paradigmatico della Sardegna, dove Renato Soru era riuscito veramente a imporre delle regole nuove che avevano proposto un modello nuovo di sviluppo, ma era sviluppo perché si parlava di investire 500 milioni di Euro nei comuni nel recupero dei comuni dell’entroterra sardo, invece cos’è successo? Che il centro-destra che riunisce gli imprenditori del mattone ma anche dei giornali della Sardegna perché qui c’è anche un altro intreccio perverso tra la stampa e il mattone perché chi costruisce ha bisogno dei giornali non per arricchirsi, ma per pubblicizzare e per falsare l’informazione a favore del cemento.
Soru è stato battuto da queste persone e è stato tradito dal suo centro-sinistra perché se Soru fosse stato sostenuto dai suoi alleati, avrebbe probabilmente vinto di nuovo, invece Soru è stato abbandonato da una parte del centro-sinistra che si era alleato con il centro-destra per costruire.

Un Paese che non rispetta se stesso
Ma vi rendete conto che in Sardegna vicino a Cagliari la più grande necropoli fenicia, volevano costruirci intorno dei condomini? Adesso la battaglia è ancora in corso. Una cosa che in tutto il mondo sarebbe meta di centinaia di migliaia di viaggiatori ogni anno in Italia, neanche sappiamo che ce l’abbiamo? Abbiamo un capolavoro straordinario e cosa facciamo? Anche per rispetto delle persone che sono lì sepolte, nella necropoli fenicia intorno ci costruiamo i condomini, questo è il segno di un paese obiettivamente che non rispetta neanche sé stesso.
Così come a Capo Malfattano c’è un promontorio che è degno di essere tra i luoghi di mare più belli del mondo e qui si vogliono costruire degli alberghi, Benetton, Marcegaglia, così come la stessa Marcegaglia finirà per avere in gestione probabilmente quello che è stato fatto alla Maddalena, Soru aveva cercato di battersi contro queste cose e ha perso, ci chiediamo: ma in Italia chi si batte per l’ambiente perde? La popolazione con chi sta? Perché qui non bisogna soltanto puntare il dito contro i politici e i finanziari molto pregiudicati, bisogna chiederci: noi con chi stiamo, stiamo con o contro il cemento? "

Tutti i nomi dei responsabili
M. Preve: "Sono Marco Preve, Sono un giornalista di Repubblica e sono uno dei coautori de “La colata” in questo libro non c’è soltanto un racconto geografico dettagliatissimo regione per regione di quella che è la situazione del consumo del nostro territorio, dello sperpero anche di quello che è un bene pubblico, abbiamo affrontato l’argomento anche attraverso dei temi, soprattutto ci sono i nomi perché ricordate che quando si parla di speculazione edilizia, di bruttura del paesaggio, di ecomostri ci si limita a raccontare il posto e di cosa si tratta, quello che abbiamo fatto è andare a cercare chi c’è dietro, i nomi, le persone, chi ha preso le decisioni, chi ha dato le autorizzazioni.
Perché qua è fondamentale capire una cosa, che dietro a ogni piccolo o grande intervento in Italia, c’è quasi sempre l’imprenditoria, ma c’è soprattutto la grande finanza, ci sono le banche, quindi i grandi temi, troverete anche nel libro un lungo capitolo dedicato alla curia, perché la curia è diventata uno dei soggetti degli immobiliaristi più importanti in Italia, abbiamo provato anche a dare quale secondo noi è stato un momento di svolta, la presenza del Cardinale Bertone oggi segretario di Stato del Vaticano e un gruppo di imprenditori a lui vicini, quindi troverete anche qui un filo che lega comunque anche la Curia a importanti soggetti dell’imprenditoria e del mattone in particolare.
Poi naturalmente non potevamo lasciare fuori, perché è un capitolo fondamentale, la nascita del cemento, quello che rappresenta per le regioni meridionali e quindi per le regioni controllate dalla mafia e raccontiamo come la criminalità organizzata, sia assolutamente dentro la filiera del cemento, specie nelle sue prime fasi, specie quando parliamo del cemento vero e proprio, la materia prima e quindi con atti in questo caso giudiziari, soprattutto troverete un lungo racconto di come il cemento sia loro delle mafie. Però soprattutto siamo andati anche a cercare alcune situazioni particolari che dimostrano l’estremo spregio con cui vengono tenuti in conto determinate realtà, pensate Siena, la Toscana che viene sbandierata in tutto il mondo come eccellenza italiana, ambientale, culturale, scoprirete nel capitolo a essa dedicata, il tipo di intervento che viene fatto con la fortissima presenza anche in questo caso di alcuni progetti per un aeroporto, per un borgo, per superricchi che si chiama Lavagniaia, del Monte dei Paschi di Siena, il ruolo fondamentale delle banche nelle grandi operazioni.
Naturalmente poi raccontiamo anche delle grandi città, c’è un lungo capitolo dedicato a Roma, chi sono i veri re di Roma? Sono i costruttori, i sindaci per quanto si siano dati da fare sono delle comparse, i sindaci passano ma i costruttori restano, i Caltagirone, i Toti, mezza Roma, potete vedere nel susseguirsi degli anni di come abbiano dettato le linee anche politiche poi alla fine delle politiche urbanistiche, ma quindi delle politiche sociali, della vita di una città e poi però abbiamo scoperto anche delle cose incredibili, una vicenda cui anche Beppe Grillo, il suo blog, i Meet up hanno dedicato spazio, quella zona di provincia italiana dove si pensa non succeda mai niente, a Ivrea ai piedi della Serra Morenica che è una delle zone naturalistiche più importanti d’Italia, dove si portano i ragazzini a fare le gite, nella Serra Morenica esiste un progetto che si chiama “Mediapolis” che è un progetto per 600 mila metri quadrati, la storia che vi racconteranno è quella che deve essere un parco a tema legato ai temi della comunicazione, in realtà è un grandissimo centro commerciale, un enorme centro commerciale, dove si vogliono vendere delle merci, raccontiamo nel dettaglio chi sono coloro che vogliono fare questo progetto e troverete anche delle sorprese, ma soprattutto abbiamo rilevato quella che secondo noi è una sorta di contraddizione, perché vedrete che contro questo megaprogetto “Mediapolis” questo monster park l’abbiamo chiamato, il Fai (Fondo Ambiente Italiano) associazione assolutamente autorevole e molto severa ha fatto una battaglia durissima e scoprirete come il Fai in realtà abbia tantissime attività con soggetti importanti come Unicredit, Intesa San Paolo, Telecom che sponsorizzano delle sue attività che però guarda caso sono gli stessi soggetti a cui si appoggia il progetto Mediapolis per i finanziamenti.
La domanda che nasce spontanea è: come si possono conciliare queste due cose? Da un lato si attacca un progetto con parole durissime, ma dall’altro si collabora in tanti piccoli progetti a sostegno di eventi culturali e ambientali. Non vorremmo che poi alla fine le grandi imprese, banche si lavassero la coscienza destinando importanti finanziamenti che però magari per loro sono briciole a attività culturali e ambientali e noi in questo viaggio in Italia, lungo le strade, le piste del cemento siamo stati aiutati da tantissimi comitati, è un fenomeno che ha sempre meno dell’antipolitica e sempre più del radicamento sul territorio del legarsi ai valori propri alle origini e non è assolutamente un atteggiamento leghista, è un atteggiamento di consapevolezza anche di chi magari è anche disposto a rinunciare a dei benefici mediati, speculativi, in cambio però di poter mantenere la sua qualità della vita perché poi è di quello che stiamo parlando, naturalmente tutti sappiamo oggi il ruolo dei comitati in alcune grandi battaglie, a Milano per l'Expo 2015, ma a Genova per esempio per l'enorme tema della gronda, la gronda che poi sarebbe una bretella autostradale che dovrebbe oltrepassare nelle parsi periferiche di Genova e ha suscitato naturalmente un dibattito fortissimo con un movimento di contrari.
Noi crediamo che sia importante per provare a fare qualcosa contro questa devastazione del territorio, acquisire qualsiasi cittadino dal primo all’ultimo, una mentalità e una consapevolezza. "

F. Sansa: "C’è una frase che credo riassuma lo spirito con cui abbiamo scritto questo libro, l’ha scritta Luca Mercalli che è infatti una persona che da anni si batte per l’ambiente e dice Luca: “Indignatevi rapidamente non lasciate che deturpino il vostro bene più prezioso, il territorio, chiamate a raccolta tutti!” è il momento di chiamarci tutti a raccolta quelli che sono contro il cemento in Italia, perché poi sarà troppo tardi!"

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8 giugno 2010

Sabato 19/06/2010 - Presentazione dei risultati del primo “MONITORAGGIO AUTONOMO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA”

Un evento di grande importanza per il nostro territorio:

presentazione dei risultati del primo
“MONITORAGGIO AUTONOMO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA”
 Gli esperti che hanno curato lo studio della qualità dell’aria che respiriamo presenteranno i risultati delle perizie giurate.
 -
RELATORI:
Dott. Marco Stevanin
Responsabile Studio Terra S.r.l.
Dott. Stefano Montanari
Esperto di nanoparticelle Centro di ricerca Nanodiagnostic S.r.l.
 MODERATORE:
Dott. Mauro Mocci
Membro dell’ISDE (Coordinamento Medici per l’Ambiente)
 --
SABATO 19 GIUGNO, ORE 17.00
presso il Monastero delle Benedettine
Via Umberto I - Tarquinia
 La serata continuerà nella suggestiva cornice del Chiostro con buffet e musica. Ti aspettiamo.
Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia
Mondo Agricolo Unito

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7 giugno 2010

L'inceneritore per la distruzione di armi chimiche a Civitavecchia non è più solo un'ipotesi

Il Consigliere Provinciale De Paolis porta brutte nuove sull'impianto di incenerimento armi chimiche che qualcuno vuol realizzare al Ce.t.l.i. NBC (vedi qui)

Fonte: www.centumcellae.it
"Ormai non è più solo un’ipotesi. Va facendosi sempre più strada la costruzione di un inceneritore per la distruzione delle armi chimiche presso il Centro Tecnico Logistico Interforze (Cetli) Nbc di Civitavecchia. Ancora non è dato sapere quali siano le reali motivazioni che giustificherebbero la sostituzione degli attuali impianti di inertizzazione delle armi chimiche. Sembrerebbe prevalere l’idea di utilizzare una nuova tecnologia, che si baserebbe non più sull’ossidazione chimica, come finora è avvenuto, bensì sull’ossidazione termica. Ma, al di là degli aspetti tecnici, che è assolutamente necessario approfondire per inquadrare l’intera questione, in questa fase mi preme innanzitutto portare il tema a conoscenza dell’opinione pubblica e ciò per rispondere ad esigenze di trasparenza e di chiarezza. (Continua QUI)"

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3 giugno 2010

"Terra" sul monitoraggio indipendente della qualità dell’aria tra Grosseto e S. Marinella

Da terranews.it

"Una lotteria per l’ambiente e per la salute. è l’idea che è venuta ai cittadini
interessati dal Polo energetico di Civitavecchia-Montalto di Castro, che hanno deciso di finanziare con i proventi dell’iniziativa un osservatorio ambientale in grado di fornire dati precisi e dettagliati sugli effetti per ambiente e salute di un polo in cui si produce la più alta quota pro capite di energia in Italia. «Sul territorio nazionale la produzione pro-capite annua di energia si attesta a circa 1,38 kwW mentre nell’Alto Lazio questa quota sale a 70 kW annui pro capite. Tra Civitavecchia e Montalto sono presenti tre centrali che costituiscono uno dei poli energetici più grandi d’Europa: Torre Valdaliga Sud con 4 gruppi energetici (uno da 200 MW e tre da 320 MW), Torre Valdaliga Nord (con 3 gruppi termo elettrici da 660 MW) a carbone e Montalto di Castro con 3.450 MW».

Raccontano a Terra i cittadini del movimento No-Coke dell’Alto Lazio che, lamentano una forte inerzia delle istituzioni che avrebbero dovuto tutelare i loro diritti. Da qui la necessità di avere dati indipendenti e precisi sulla qualità ambientale del territorio, per ovviare all’inattività dei «sindaci di Tarquinia, Civitavecchia, Allumiere, Tolfa e Santa Marinella» capaci solo di «firmare il contratto economico con Enel spa per la messa in esercizio dell’impianto a carbone, incassando soldi sporchi come il carbone, utili a chi inquina per ottenere il silenzio» e l’idea della lotteria ‘Fai la tua parte diventa protagonista del tuo futuro’ per l’autofinanziamento. Grazie alla partecipazione di «tanti cittadini, al contributo di aziende agricole e cooperative del settore agricolo e turistico sono stati raccolti oltre 70mila euro».

Il monitoraggio della qualità dell’aria è stato svolto nel periodo compreso tra l’inverno e l’estate 2009 utilizzando postazioni fisse e mobili sul territorio da Manciano (Grosseto) a Santa Marinella (Roma). Il lavoro, per il quale sono stati presi in esame tutti gli studi epidemiologici realizzati sul territorio e per il comprensorio di Civitavecchia, condotto da Terra srl con il contributo della Nanodiagnostic di Stefano Montanari, «rileva un tasso di mortalità del 26% più alto rispetto alla media di patologie neoplastiche, ponendoci al primo posto nel Lazio ed al terzo in Italia per mortalità per tumori ai polmoni, alla trachea e ai bronchi. Nei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, si riscontrano il 56,3 % (la più alta percentuale del Lazio) di sindromi respiratorie», denuncia il comitato No-Coke.

L’indagine, composta di una corposa documentazione tra analisi di laboratorio ed elaborati tecnici con perizia giurata in tribunale, «evidenzia nel territorio in questione, una condizione di qualità dell’aria molto complessa e tutt’altro che priva di criticità». I risultati del monitoraggio verranno presentati a Tarquinia sabato 19 giugno prossimo alle ore 17 in Via Umberto I, nel corso di un convegno a cura dei Comitato dei cittadini liberi di Tarquinia in cui verrà ribadita con fermezza la volontà di tutelare l’economia agricola e turistica dell’area.

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24 maggio 2010

"Gli interessi politici di Claudio Scajola a Civitavecchia"

Da LIBERAZIONE "L’acqua marcia che piace a Scajola - Gli interessi politici di Claudio Scajola a Civitavecchia", di D. Nalbone

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Così scrisse Seneca nelle Lettere a Lucilio.
Così è riportato sul sito del Porto di Imperia.
Di certo, il marinaio Claudio Scajola sa bene da che porto salpare e in quale approdare. Da Imperia, sua cittadina natale, a Civitavecchia.
Con lui, compagna di viaggio inseparabile, Beatrice Parodi Cozzi, figlia di Piergiorgio Parodi, il più importante costruttore di Imperia, e vedova dell’onorevole Gianni Cozzi.
Insieme, hanno portato gli interessi della famiglia Parodi dal porto ligure a quello dell’Alto Lazio.
Il percorso inverso, invece, lo ha compiuto Francesco Bellavista Caltagirone e la sua Acqua Marcia Spa. Gli interessi politici di Claudio Scajola nel comune di Civitavecchia, infatti, non si limitano solamente allo studio del notaio Gianluca Napoleone, dove è stato registrato l’atto per l’acquisto scontato della sua casa vista Colosseo, ma si spingono fino alle banchine del porto storico dove la società Porto del Tirreno srl, di cui è amministratrice la signora Beatrice Parodi, al 57,5% di proprietà della Giacofin
(azienda di famiglia Cozzi) e al 42,5% dell’Acqua Marcia Spa, mira a realizzare una marina yachting, da
sommare a più di 30mila metri cubi di edificazioni tra appartamenti (un centinaio), un hotel di lusso e
un’area commerciale.
Che la famiglia Scajola, il più importante casato politico di Imperia, che annovera tra le sue fila ben tre ex sindaci, l’ex ministro Claudio, suo padre Ferdinando e suo fratello Alessandro, e la famiglia Parodi, ricca dinastia imprenditoriale, siano molto vicine è cosa risaputa. La novità, dal 2005, è l’ingresso
nel redditizio settore turistico-portuale della società Acqua Marcia e della famiglia romana dei Caltagirone, nella persona di Francesco Bellavista, che entra nel settore con la realizzazione delle opere di terra del nuovo approdo di San Lorenzo a Mare, centro turistico a 25 chilometri da Imperia. Nello stesso anno, attraverso una società controllata, la Acqua Mare, il gruppo Acqua
Marcia acquisisce il 33% delleazioni della Porto di Imperia Spa, società impegnata nella costruzione
del “vecchio pallino” di Claudio Scajola, il nuovo porto turistico di Imperia, di cui fu a capo della commissione incaricata dei collaudi per le nuove banchine uno dei vertici della “cricca”, Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Ebbene, in quel di Imperia il “trio” Scajola – Parodi – Caltagirone sta portando a termine uno dei più grandi scali turistici del Mediterraneo, che sorgerà suuno specchio acqueo di 268 mila mq e comprenderà, oltre a 1300 posti barca, 6200 mq di costruzioni tra appartamenti (ben 117) e spazi commerciali ai quali bisogna aggiungere 3500 mq localizzati in diverse sedi distribuite nell’arco portuale e un parcheggio interrato di 1786 posti auto e 96 box. Un bel business, non c’è che dire.
Ma torniamo a Civitavecchia.
Le prima traccia ufficiale “di cricca” nell’Alto Lazio è risalente all’ottobre del 2009 quando, durante
una cena in cui si discusse dei tanti progetti in ballo nella zona, il sindaco di Civitavecchia, Giovanni
Moscherini, incontrò quelli che lui stesso ha chiamato «gli amici del Salaria Sport Village».
Motivo dell’incontro, un project financing per la cittadella dello sport. Altre tracce significative “di cricca” si ritrovano anche poco lontano da Civitavecchia, nella zona tra Tarquinia e Montalto di Castro. Passando, però,per il Lussemburgo. Precisamente presso l’Unicredit Luxembourg Sa, l’istituto di credito dove, “casualmente”,si trovavano anche i conti di cui erano beneficiari Angelo Balducci e Claudio Rinaldi, accomunati, oltre che da somme sparse in giro per paradisi fiscali, anche per essere stati entrambi commissari straordinari di bertolasiana nomina per i Mondiali di Nuoto di Roma 2009.
Ebbene, le autorità bancarie del Lussemburgo hanno comunicato, in risposta a una rogatoria proveniente dai pm perugini, che Balducci e Rinaldi hanno chiuso due conti, grazie allo Scudo Fiscale, presso l’Unicredit Luxembourg Sa, mentre risultano ancora in funzione due conti anonimi di cui sono però beneficiari Balducci e Rinaldi, aperti a nome Cordusio Spa, società fiduciaria per azioni facente capo direttamente ad Unicredit: il numero 507600 contenente 3milioni e 97mila euro, e il 507601 contenenti 2milioni e 14mila euro.
Ed è proprio la Cordusio Spa la traccia “di cricca” tra Tarquinia e Montalto di Castro. Al comune
di Tarquinia, infatti, in data 10 agosto 2007 è stata presentata una richiesta per la costruzione di un cementificio, business in crescita costante, da parte di Iniziative Industriali srl, società con sede a Rimini.
Questa società è stata creata con un capitale di appena 10mila euro, 9.999 dei quali versati proprio dalla Cordusio Spa mentre 1 euro è bastato a tal Roberto Bandini, riminese, per essere nominato amministratore unico della Iniziative Industriali srl.
Ma gli strani collegamenti non finiscono qui. Il progetto, infatti, è la fotocopia di quello relativo al cementificio di Montalto di Castro di proprietà della Cal.Me. Spa, società della famiglia Speziali di Catanzaro,al cui vertice troviamo il senatore Vincenzo Speziali (Pdl), componente dell’ufficio di presidenza dei Circoli del Buon Governo di Marcello Dell’Utri.
Per capire come il progetto presentato dalla Iniziative Industriali srl sia esattamente quello del cementificio di Montalto di Castro basta leggere le carte dello studio ambientale redatto il 6 agosto 2007
e rivisto il 16 giugno 2008, a pochi giorni dalla presentazione del progetto presso il Comune di Tarquinia.
Ebbene, nel valutare i venti che influiranno sulla dispersione dei “veleni” del cementificio, è stata riportata
la valutazione effettuata dalla stazione di rilevamento presso la centrale termoelettrica Enel di Montalto
di Castro.
Non solo: a pagina 22 dello studio ambientale, nella valutazione dell’impatto previsto, che si basa proprio sullo studio dei venti, viene letteralmente riportato come “l’abitato di Montalto di Castro,
che si trova a circa 3 km in direzione sud-est rispetto all’impianto, si trova sopravento”. Peccato, però,
che Montalto di Castro disti dal cementificio della Iniziativa Industriali srl oltre 25 km. Ma precisamente
3 km dal cementificio della Cal.Me.Spa.
Senza considerare che nel prospetto del cementificio di Tarquinia si segnala la presenza di corsi d’acqua che in realtà sono inesistenti su quel territorio e che si parla di rispetto delle distanze dai corsi del Tafone, Tafoncino e AcquaBianca che in realtà si trovano a ben 25 km di distanza. Ma a poco più di
150 metri dal cementificio di Montalto di Castro.
Che sia proprio quello tra Civitavecchia, Tarquinia e Montalto, passando per il Lussemburgo e giù fino a Catanzaro, un chiaro esempio di “circolo del buon governo”?

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21 maggio 2010

"No smog Parade", 22 maggio a Firenze

Da http://www.nosmogparade.net/
Quante volte ti sei detto: “che aria irrespirabile!”, quante volte hai pensato “troppe patologie sono legate allo smog! Tumori, allergie, asma…”, quante volte hai visto i tuoi bambini senza spazi verdi e aree libere…quante volte ti sei fermato a riflettere su un altro tipo di mobilità più veloce e sostenibile?

Contro lo smog e lo stress da traffico, contro le allergie e i tumori, contro le inadempienze delle pubbliche amministrazioni, proviamo a dire basta al traffico volutamente incontrollato e incontrollabile? proviamo a rivendicare aria respirabile? E’ un tuo diritto, ricordalo!

Noi lo facciamo, SABATO 22 MAGGIO 2010 alle h 14.30, a FIRENZE con la prima NO SMOG PARADE!

Molti hanno già aderito, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto! vuoi darci una mano per organizzare una NO SMOG PARADE NAZIONALE ? cosa aspetti? invia subito la tua partecipazione….aderisci, come associazione, comitato o cittadino e collaboriamo, tutti insieme è meglio, facciamo rete! Pensiamo insieme l’iniziativa e promuoviamola ovunque…

Chiediamo un’aria che sia respirabile!

Chiediamo una politica che favorisca veicoli ad emissione zero, una mobilità più civile e sostenibile, lo sviluppo della rete di piste ciclabili, di favorire chi non inquina, di non aspettare che sia finito il petrolio per passare alle auto elettriche o a idrogeno, maggiori spazi verdi e aree libere, un trasporto pubblico realmente efficiente e integrato.

Sono sufficienti come motivazioni? allora proviamo tutti insieme ad alzare la voce e manifestare, per farlo basta essere in tanti! E se tu non puoi venire… puoi sempre estendere l’invito ad amiche e amici !

Per adesioni: info@popcafe.net – info@terraonlus.it – Marco (3392006606) o Daniel (3202766185)

EMISSIONI ZERO, TRASPORTI COLLETTIVI, L’UNICA POSSIBILITÀ PER UNA CITTÀ PIÙ VIVIBILE!

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Civitavecchia: cementificatori e cementificati. E il Grumo Misto si allarga

"La variante per costruttori e palazzinari (da Centumcellae.it)
Approvata quest'oggi dal Consiglio comunale la Variante 29: nuove case e palazzi per una città che, non si sa come, crescerà in pochi anni di 10.000 abitanti."

Che sia un bene o un male è un dato di fatto: la popolazione della nostra Città non cresce con lo stesso ritmo del Grumo Misto, che invece si ammassa sulle poltrone del Pincio come scorie in un deposito abusivo:

"...con la surroga del dimissionario Vincenzo Gaglione al cui posto è subentrato Ivano Bianchini: eletto tra i Socialisti a sostegno di Nicola Porro è immediatamente trasmigrato nelle larghe intese sostenendo dal Gruppo misto il centrodestra alla prima votazione" (Ricordiamo le new entry Daniele Perello da Sinistra e Libertà e del noto saltafossi Gianfranco Bergodi da UDC e tanti altri prima)

La popolazione in Italia non cresce, la popolazione civitavecchiese è ferma sui 50.000 da decenni, i giovani con alta formazione lasciano quasi sistematicamente la città, e allora:
a chi serve un milione di metri cubi di nuovo cemento?
Che domanda ingenua! Agli speculatori, al malaffare che ricicla denaro sporco.

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20 maggio 2010

Balneabilità a Civitavecchia

Comunicato stampa del 18.5.2010

Il giorno venerdì 21 maggio alle ore 11.00 presso la sala conferenza del Polo Idrogeno di Civitavecchia (vecchia biglietteria del porto), si terrà un incontro sul tema della balneazione a Civitavecchia, promosso dall'associazione culturale Pirgo.org nell'ambito delle iniziative "2010 Battaglia per la balneazione ", evento al quale sono invitate le associazioni, la cittadinanza e le autorità locali e provinciali. Scopo dell'incontro dopo i dati pubblicati dall'Arpa sullo stato delle coste della città e gli impegni presi dal presidente della Provincia Zingaretti di Roma di ristabilire la balneazione entro il 2011, è quello di fare il punto sulla situazione effettiva, sulle competenze e sulle azioni che sono state e verranno intraprese.
Nell'ambito dell'incontro saranno resi pubblici i dati del sondaggio on line commissionato da Pirgo.org. ed effettuato da Sonda, nel quale sono state raccolte le opinioni degli abitanti e dei frequentatori della città sulla situazione del mare e delle coste, la loro frequentazione, e le attuali contraddizioni.

Il Presidente Pirgo.org
Angelo Fanton

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14 maggio 2010

Basta al cartellone selvaggio, a Roma iniziativa di civiltà

Sarà capitato a molti di restare a bocca aperta per l'insudiciamento feroce cui sono esposte le città in periodi elettorali, con le brutte facce della politicaglia ritoccate al fotosciop, i loro slogan da quattro soldi urlati da centinaia di migliaia di manifesti, molti abusivi, a rendere ancora più brutte le città. La prima cosa che un cittadino assennato pensa è: questo il rispetto che dimostri, farabutto ipocrita, per la città a cui ti rivolgi? Neanche sei stato eletto e già rovini il luogo in cui vivo? Naturalmente è solo un piccolo esempio di un comportamento più vasto e diffuso, per questo
l'iniziativa "No a cartellone selvaggio":

"Alla crescente indignazione e protesta dei cittadini per la privatizzazione degli spazi pubblici per consentire ai privati di lucrare enormi profitti, quasi sempre al nero, sulla vendita della merce più cara in circolazione, la Pubblicità, la Giunta comunale presieduta dal Sindaco Gianni Alemanno risponde con vaghe promesse e dichiarazioni di intenti dei suoi Assessori, con e provvedimenti autopromozionali, spot “pubblicitari” si potrebbe dire, quali il recente progetto per la riduzione dell’impiantistica pubblicitaria a Piazzale Clodio, tesi
unicamente a ridurre “….l'impatto della pubblicità sull'ambiente circostante, con recupero del patrimonio storico, artistico ed architettonico …” unicamente in alcune piazze della città. evitando di assumere quei provvedimenti che possono realmente porre fine al dilagare dell’illegalità nella nostra città.

La Delibera d’Iniziativa Popolare promossa dalla Rete Romana di Mutuo Soccorso, Cartellopoli blog, Cittadinanza Attiva, con il sostegno di VAS, Italia Nostra Sez, di Roma, Legambiente Lazio, C.A.L.M.A., giornali e radio cittadine, chiede in generale alla Giunta Comunale di:

* procedere alla più sollecita abrogazione di tutte le disposizioni contenute tanto nella delibera n. 37/2009 quanto in tutte quelle che l’hanno preceduta e che hanno determinato il caos attuale nonché all’integrazione di quelle che hanno già generato una loro applicazione distorta.
* Redigere il “Piano regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari”.

Più in particolare con la stessa Delibera si chiede all’Amministrazione capitolina di:

- verificare tutti gli impianti a vario titolo installati fino ad oggi, esigendo la più sollecita rimozione tanto di tutti quelli vietati dal Codice della Strada quanto di tutti quelli ricadenti in aree vincolate con divieto di affissione;

- frenare immediatamente l’utilizzo speculativo delle procedure fin qui sfruttato dalle Ditte, contestualizzando d’ora in poi per tutti i tipi di cartelloni pubblicitari già installati abusivamente che si riesce a “censire” il provvedimento di immediata rimozione;

- obbligare comunque l’Amministrazione Comunale a sequestrare e oscurare immediatamente gli impianti abusivi in attesa della rimozione;

- approntare idonei elementi di riconoscibilità delle targhette autorizzate, comprensibili a tutti, come d’altronde già previsto dal Regolamento Comunale, che contengano oltre all’indicazione della tipologia dell’impianto, la data di rilascio del codice di autorizzazione, il numero di autorizzazione e la data di scadenza in conformità a quanto espressamente disposto riguardo alle “targhette di identificazione” dal Codice della Strada;

- perseguire e interdire dal prosieguo della propria attività nell’ambito del Comune di Roma quelle ditte che risultino ree più volte di installazione abusiva di impianti.

Allegato:

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