No al carbone Alto Lazio

Visualizzazione post con etichetta carbone a Saline Joniche (Reggio Calabria). Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta carbone a Saline Joniche (Reggio Calabria). Mostra tutti i post

28 ottobre 2010

Angela Napoli (FLI): fermare lo scempio del carbone a Saline Joniche

Da ReggioTv.it
"Quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di impedire lo scempio della costruzione della centrale a carbone nell’area ex Liquichimica di Saline, anche al fine di assecondare giustamente le posizioni delle locali Istituzioni e dell’intero Consiglio regionale calabrese”, queste le richieste conclusive dell’interrogazione a risposta scritta rivolta dall’onorevole Angela Napoli ai Ministri Ambiente, Tutela del Mare e del Territorio e Sviluppo Economico.

La questione del progetto della società elvetica Sei torna a Roma ma questa volta a rispondere dovranno essere i rappresentanti di governo chiamati in causa dalla parlamentare calabrese. Nel testo dell’interrogazione, emergono le notevoli riserve espresse su un progetto che, unitamente agli altri, produrrebbe più di 39 milioni di tonnellate di CO 2 a fronte di una riduzione di 60 milioni di tonnellate entro il 2020 per cui invece lo stesso ministro Stefania Prestigiacomo si sarebbe impegnata a Copenaghen. Inoltre per la realizzazione della centrale sarebbe stata impegnata una iniziale ingente cifra di un miliardo di euro, si specifica nell’interrogazione, cui si aggiungerebbero 500 milioni di euro di investimento per le infrastrutture, più 1,7 milioni di euro all’anno per i costi di esercizio.

Aspetto degno di nota e che desta ulteriori perplessità attiene ad un secondo progetto, presentato nei giorni scorsi con grande segretezza e che non sarebbe noto a fronte di un primo datato luglio 2007, corredato dalle modifiche richieste dal Ministero dell’Ambiente, e invece visibile solo sul sito apposito.

Nonostante i pareri contrari delle istituzioni locali, ad oggi la Sei propone delle ipotesi di compensazione territoriale che non riducono i rischi legati all’utilizzo di questa fonte non rinnovabile di energia. Il carbone pulito dal canto suo, riduce solo in parte le particelle fini, ma non incide sulle emissioni delle polveri ultrafini, che rappresentano la causa più importante di incremento della mortalità, della morbilità e dell’inquinamento.

Ebbene alla luce di tutto questo quali iniziative saranno assunte dai ministeri competenti per impedire questo scempio. Lo chiede l’onorevole Angela Napoli ma in molti,tanti, attendono la risposta.

Leggi tutto il post...

24 ottobre 2010

Commenti sulla VIA per il progetto di centrale a carbone di Saline Joniche

La Calabria, una regione già autonoma sul piano energetico, e dall'economia a vocazione prettamente turistica ed agricola, si trova alle prese con l'incombere di due ecomostri che infliggerebbero un grave danno alle sue prospettivi di sviluppo: i progetti di centrali a carbone a Rossano calabro e Saline Joniche.

Riportiamo il commento di Tripodi (Pdci) e a seguire quello del sindaco di Reggio Calabria, Raffa:
"(ASCA) - Reggio Calabria, 23 ott - ''Il parere favorevole, espresso dalla commissione VIA del ministero dell'Ambiente sulla centrale a carbone di Saline Joniche (Rc) rappresenta la conferma, ove ce ne fosse stato bisogno, di una scelta compiuta gia' da tempo dal governo Berlusconi, che espropria la regione delle sue prerogative, penalizza, per l'ennesima volta, la provincia di Reggio Calabria, umilia un territorio che, invece di ottenere risarcimenti, subisce nuove
aggressioni e mette a rischio la salute e l'incolumita' dei cittadini del comprensorio jonico reggino''. Lo ha detto Michelangelo Tripodi, segreatrio del Pdci Calabria.

''La commissione ministeriale ha espresso il proprio parere favorevole calpestando il parere negativo - dice Tripodi - espresso due anni fa dalla Commissione VIA regionale e le continue e ripetute posizioni contrarie espresse dalla precedente Giunta Regionale e dal Consiglio regionale nella precedente legislatura, nonche' i pronunciamenti contrari della provincia di Reggio Calabria e delle altre istituzioni locali''.

''Tuttavia, nonostante questo parere favorevole ampiamente annunciato e che sembra corrispondere ad una scelta di carattere squisitamente politico, la battaglia deve continuare a tutti i livelli per impedire la realizzazione di un impianto - conclude Tripodi -che avrebbe effetti devastanti in una delle zone di maggiore pregio e qualita' della costa jonica reggina. In tal senso, un ruolo fondamentale spetta alle popolazioni e alle associazioni oltreche' alle istituzioni locali, che devono fare la propria parte fino in fondo cosi' come la fecero pienamente gli enti locali della piana di Gioia Tauro quando l'ENEL e il governo dell'epoca volevano imporre la costruzione della megacentrale a carbone di Gioia Tauro''.

---

Il Sindaco Raffa si schiera contro il carbone a Saline (Newz.it)
Reggio Calabria. “L’Amministrazione comunale di Reggio Calabria è contraria alla costruzione a Saline Ioniche della centrale a carbone”. Lo afferma il sindaco della città dello Stretto Giuseppe Raffa, il quale sottolinea come questo diniego “sia in sintonia con la precedente decisione assunta dal governo cittadino guidato da Giuseppe Scopelliti di cui anch’io facevo parte. Anche quest’azione amministrativa, dunque, si inserisce nel contesto della continuità politico- decisionale con l’Amministrazione che fino all’inizio della scorsa estate ha avuto come leader l’attuale Governatore della Calabria”. Raffa evidenzia che “ben venga qualsiasi approfondimento tecnico che ci consenta, ancora di più dal punto di vista tecnico, di rifiutare insediamenti che promettono occupazione, ma che poi, come è avvenuto in passato con la Liquichimica e con gli altri programmati poli produttivi, si concretizzano in operazioni di grande speculazione che si lasciano dietro illusioni, cassintegrati e grandi utopie di industrializzazione del territorio. La Calabria ed il reggino in particolare, conclude Raffa, hanno bisogno di ben altro per creare nuovi e duraturi posti di lavoro, invertendo così una tendenza che fino ad oggi ha impedito il nostro sviluppo”

Leggi tutto il post...

Dite la vostra!

Sondaggio sul sito 'Nta Calabria: si chiede l'opinione dei lettori sull'opportunità di costruire una centrale a carbone a Saline Joniche:
cliccate qui

Leggi tutto il post...

21 ottobre 2010

Carbone a Saline Joniche (RC), la palla passa al presidente della regione.

"Centrale a carbone a Saline Joniche, la commissione Via ha detto Si" Da 'NtaCalabria
"E’ arrivato il Si della Commissione Via alla centrale a carbone di Saline Joniche. Le preoccupazioni avanzate da più parti circa il progetto della Sei hanno ricevuto un’ulteriore risposta. Infatti, nella giornata di ieri la commissione Via (Valutazione impatto ambientale) ha dato parere positivo al progetto della SEI per una nuova centrale a carbone a Saline Joniche seguendo la richiesta fatta dalla società lo scorso 19 giugno 2008.

La notizia di ieri sera è arrivata direttamente da Nuccio Barillà del direttivo nazionale di Legambiente ed ha visto l’approvazione del quarto punto all’ordine del giorno dell’Assemblea plenaria della commissione Via con tutti i voti favorevoli, tre astenuti e soltanto due contrari.

“Con questo regalo del ministero dell’ambiente, l’Italia potrà vantare altri 7 milioni e mezzo di tonnellate di emissioni di Co2 all’anno – commentano Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente e Nuccio Barillà, membro del direttivo nazionale dell’associazione -. Questi si aggiungeranno ai gravi ritardi del nostro paese rispetto agli obiettivi fissati dagli accordi internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici”.

Un’approvazione che riapre la vicenda dopo il pronunciamento anche da parte della Regione Calabria che, insieme ad i sindaci dell’area grecanica, dichiararono il proprio No deciso in occasione della prima conferenza dei servizi tenutasi nel Ministero delle Attività Produttive a Roma. Questo portava nel mese di ottobre 2009 alla sospensione per un periodo di sessanta giorni del procedimento VIA. A gennaio del 2009 la Sei aveva provveduto ad inoltrare parte della documentazione integrativa allo studio di impatto ambientale riservandosi l’inoltro degli elaborati progettuali entro tempi brevi mentre a febbraio veniva completato l’inoltro di tutti i documenti e così viene riavviato il processo.

“Il carbone – aggiungono i due esponenti di Legambiente – è il combustibile fossile a maggior emissione specifica di anidride carbonica. Le nuove centrali garantiranno solo importanti profitti alle aziende, a fronte di pesanti multe che graveranno sulle tasche dei contribuenti italiani. Ci auguriamo che la Regione Calabria continui a opporsi al progetto di Saline, con ogni mezzo, e che il ministero per i Beni e le attività culturali confermi il suo parere negativo”.

La decisione della commissione Via sembra seguire di pari passo anche le ultime vicende che si sono verificate nel territorio grecanico con incontri privati considerati di “giunta allargata” che ha visto in campo alcuni sindaci, vedi Montebello Jonico, Melito e Roghudi, che hanno scelto la strada della firma di un protocollo d’intesa per la nomina di una commissione di esperti deputata a considerare l’impatto ambientale del progetto della Sei. La stessa società nelle scorse settimane incontrava, in due appuntamenti separati, sia gli amministratori melitesi che quelli degli altri comuni per renderli partecipi delle modifiche strutturali allo stesso.

Adesso la vicenda passa nelle mani del ministero delle attività produttive dove la Sei dovrà raggiungere l’intesa con la Regione Calabria. Qualora le posizioni dell’attuale governatore Scopelliti dovessero essere mantenute, ciò No alla centrale, la diatriba vedrebbe la parola fine. In caso contrario la Calabria si aprirebbe nel terzo millennio all’utilizzo della centrale.

Leggi tutto il post...

19 ottobre 2010

Carbone a Saline Joniche: quando il "no" politichese significa "sì (ma non diciamolo apertamente)"

Da 'NtaCalabria.it

"Gli ultimi risvolti a Saline Joniche intorno al progetto della Sei riguardano soltanto l’ennesima tappa di una vicenda che avuto inizio nell’estate 2007 a Pentidattilo quando a parlare per prima sul “pericolo” fu Nuccio Barillà, di Legambiente.

Nel 2008 giunse il progetto per la costruzione della centrale a carbone da 1320 Megawatt al comune di Montebello Jonico e agli altri comuni interessati, così come a tutti gli altri enti. L’allora sindaco di Montebello Jonico Loris Maria Nisi si mobilita subito coinvolgendo gli altri sindaci per il “no” al carbone. Nisi nomina un suo esperto, il professore Vincenzo Piccione, il quale consegna una relazione con la richiesta di determinate integrazioni.

Intanto, il 17 settembre del 2008 a Roma viene convocata la prima conferenza dei servizi dove tutti i sindaci dichiarano il proprio “no” alla centrale. I rappresentanti della regione Calabria lasciano sui tavoli romani una relazione a firma del presidente Agazio Loiero alla quale a novembre, su richiesta del ministero, viene allegato l’atto ufficiale nel quale la regione chiarisce che non intende avere sul proprio territorio una centrale a carbone.

Continuano le battaglie per il “no”. Lo stesso Nisi convoca in piazza il consiglio comunale dove scaturisce, anche, la notizia che c’erano 50 milioni di euro per la riqualificazione dell’area di Saline che punta all’eco-sostenibilità.

La Sei S.p.a, nel frattempo, chiede una sospensione della procedura autorizzativa. Ad ottobre del 2008 viene sospesa per un periodo di sessanta giorni anche il procedimento VIA. A gennaio del 2009 la Sei aveva provveduto ad inoltrare parte della documentazione integrativa allo studio di impatto ambientale riservandosi l’inoltro degli elaborati progettuali entro tempi brevi. A febbraio veniva completato l’inoltro di tutti i documenti e così viene riavviato il procedimento.

Intanto le urne a Montebello Jonico portano al comune Antonino Guarna grazie ad una campagna elettorale improntata sul “no” al carbone. Tuttavia, dopo poco tempo dall’insediamento si notano le prime discrepanze in quanto non viene data risposta alle integrazioni alle osservazioni fatte dall’allora consulente dell’amministrazione che sarebbero dovute passare al vaglio per eventuali altre controdeduzioni e che al professore Piccione non sono mai giunte.

Il 15 dicembre arriva un fax al protocollo del comune di Montebello. L’ente è invitato ad essere presente giorno 17 alla commissione AIA per il parere istruttorio tramite il proprio esperto, il professore Piccione, il quale non viene invitato neanche a Roma. Il sindaco Guarna spiega che l’assenza era legata alla ristrettezza dei tempi.

Per i mesi successivi si assiste ad un silenzio sulla vicenda fino agli ultimi giorni quando si capisce che la società svizzera Sei è intenzionata a portare avanti il proprio progetto. Infatti, nel comune di Melito, in forma privata, ed in quello di San Lorenzo, gli incaricati della multinazionale si incontrano con gli amministratori dell’area per presentare le “modifiche strutturali” del progetto. Nello stesso tempo a Montebello Jonico il sindaco Guarna informa la minoranza, durante il consiglio comunale, che non esistevano al momento sulla paventata nomina della commissione interuniversitaria che deve valutarne l’impatto ambientale. Pochi giorni fa, invece, i sindaci dell’area grecanica, tranne Curatola e Sapone per protesta, si riunivano in gran segreto per firmare un protocollo d’intesa con la nomina di una commissione per valutare l’impatto ambientale che la centrale a carbone avrebbe sul territorio. La notizia ha fatto aumentare ulteriormente la preoccupazione della popolazione e dei politici provinciali e regionali, tra i quali Minniti, Nucera e Giordano, che esternavano a mezzo stampa il loro voto contrario.

Arriviamo al consiglio comunale del 18 ottobre 2010 dove la minoranza ha chiesto alla maggiornaza di revocare il protocollo d’intesa per la nomina di una commissione d’esperti per il progetto della centrale a carbone ottenendo il voto contrario da parte dell’amministrazione Guarna.

La domanda naturalmente sorge spontanea. Se anche a livello nazionale il parere si è espresso negativamente ed anche i comuni erano d’accordo, che senso ha oggi nominare nuovamente una commissione di esperti, che costerà almeno 20 mila euro ad ogni comun?

Leggi tutto il post...

18 ottobre 2010

Progetto carbone SEI: news da Saline Joniche


Fonte: 'NtaCalabria.it
“Discussione sulla proposta di realizzazione di una centrale a carbone sul territorio dell’ex liquichimica da parte della SEI .Verifica dello stato di attuazione dell’inciso sul tema inserito nelle linee programmatiche”. La questione del progetto della centrale a carbone a Saline Joniche finalmente arriva in consiglio comunale e riguarda la convocazione del civico consesso nel comune di Montebello Jonico con un unico punto all’ordine del giorno. Oggi pomeriggio alle ore 16 verrà discussa nei locali di via Portovegno una vicenda, quale quella del
progetto avanzato dalla società svizzera Sei, la cui trattazione da parte dell’attuale amministrazione comunale non convince a molti, soprattutto la minoranza composta da Giuseppe Cuzzucoli, Loris Maria Nisi, Ugo Suraci, Giovanni Foti e Giuditta Zaccuri. Il primo cittadino Guarna, dopo vari dietro front nel recente passato, si è trovato “costretto” a convocare un consiglio comunale ad hoc durante il quale l’intera amministrazione dovrà finalmente “giocare” a carte scoperte per rendere partecipi anche i cittadini che da tempo si trovano a venire informati di vari passaggi compiuti da alcuni sindaci dell’area grecanica soltanto attraverso le notizie della stampa, mezzo di comunicazione peraltro escluso da incontri privati tra le parti. Le varie incongruenze sin qui evidenziate anche dalla minoranza guidata dal capogruppo Cuzzucoli affondano le radici sin dalla campagna politica che ha portato alla vittoria di Guarna che campeggiava con cartelloni inneggianti al No al carbone. Tuttavia, dal suo insediamento, si è subito capito che qualcosa veniva tralasciato come quanto non veniva data risposta alle integrazioni alle osservazioni fatte dall’allora consulente della precedente amministrazione Nisi, Piccione, che sarebbero dovute passare al vaglio per eventuali altre controdeduzioni.

Intanto il 15 dicembre 2009 arrivava un fax al protocollo del comune di Montebello dove l’ente veniva invitato ad essere presente giorno 17 dello stesso mese alla commissione AIA per il parere istruttorio tramite il proprio esperto, il professore Piccione, il quale non viene invitato neanche a Roma. Intanto la minoranza apprendeva che il sindaco stava discutendo con altri amministratori sulla nomina di una commissione di esperti ai quali sottoporre il progetto presentato dalla SEI al fine di ricevere le loro valutazioni tecniche. Inoltre, il 07.08.2010, il sindaco incontrava altri amministratori per discutere in merito alla costituzione di una commissione di esperti che potessero dirimere ogni dubbio. La riunione veniva rinviata all’unanimità dei presenti al 4 settembre anche se l’incontro non si teneva senza nessuna comunicazione al capo gruppo Cuzzucoli che si presentava, invano, all’appuntamento.

Tuttavia, nel consiglio comunale dello scorso 27 agosto, Guarna, sollecitato da Cuzzucoli, rispondeva che non c’erano novità in merito alla proposta della nomina della Commissione di esperti ed anche sullo stato della procedura mentre, di li a poco, la stessa società svizzera Sei incontrava gli amministratori dei vari comuni grecanici in due incontri separati e direttamente a domicilio senza che nessuno fosse informato e con la stampa che non poteva partecipare a causa del divieto imposto dalla stessa Sei.

Leggi tutto il post...

13 ottobre 2010

La destra reggina oppone un fermo rifiuto al carbone a Saline Joniche

Fonte
“Si ritorna a parlare di centrale a carbone a Saline. La società SEI non demorde e ciò malgrado le reazioni che a vari livelli sono scaturite da settori politici e culturali a difesa dell’ambiente; bene che, una volta compromesso, non può più essere recuperato.” E’ quanto afferma in una nota L’onorevole Natino Aloi. “Qualche anno fa manifestai nel corso di un incontro popolare in piazza a Saline la mia più decisa opposizione nei confronti di un progetto che ritenevo letale per la salvaguardia del valore del territorio la cui vocazione non si concilia certo con la presenza del carbone. D'altronde la storia, e di ciò ne sono stato testimone, insegna che certi errori come il centro siderurgico, la centrale a carbone di Gioia Tauro, fortunatamente mai realizzati, pesano sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio, e per restare a Saline la vicenda della Liquichimica, salutata con molto entisuaismo dai politici di allora –posegue Aloi - vide oppositori il sottoscritto, il senatore Franco, l’onorevole Tripodi e l’onorevole Valenzise, che come parlamentari dell’Msi non accettammo l’assurda scelta operata dal governo di quel tempo. Ed i fatti ci dettero ragione. Oggi si vuole riproporre con ambiguità ed alchimie politiche il tema del carbone come fonte d’energia, quando, come risaputo, la nostra regione non solo produce per sé energia ma abbondantemente ne esporta. Ecco le ragioni di un no deciso – conclude l’Onorevole Aloi - che segni la fine di ogni ambiguità e compromesso senza ovviamente rinunciare a progetti alternativi idonei alla vocazione del territorio."

Leggi tutto il post...

8 ottobre 2010

Nuccio Barillà: in Calabria si chiuda per sempre il capitolo carbone

Da teleReggioCalabria
“Incontri ravvicinati di quarto tipo”: così Nuccio Barillà, del direttivo nazionale di Legambiente, etichetta, ironicamente, le riunioni “off-media” che i sindaci di Montebello, Melito e di qualche altro comune di Capo Sud stanno tenendo a ritmo intensificato con la SEI, la società che continua a perseguire l’insano progetto di costruzione di una Centrale a Carbone a Saline. “E’ dello studioso di Ufo, Jacques Fabrice Vallèe – spiaga l’ambientalista- la definizione di questo particolare tipo di “incontri” come quelli “nel corso del quale i testimoni provino una sensazione di alterazione del loro senso della realtà", nonché rapimenti di natura
allucinatoria”. Il senso della “realtà reale” avrebbe richiesto che le Amministrazioni, a partire da quella di Montebello, esprimessero a “muso duro”, in molti casi riconfermandolo, un no netto al progetto di cui è capofila la società svizzera. Ciò nell’interesse del territorio, delle popolazioni e sulla base di già acquisite valutazioni sia di carattere tecnico-scientifico( vedi controdeduzioni VIA) sia riferite a scenari i(nconciliabili) di sviluppo dell’area interessata. Invece, nel “dietro le quinte”, seppure non chiaramente espressa, sembra si sia preferito avviare una trattativa spicciola sul tipo di opere integrative e sull’entità di ritorni finanziari e occupazionali, da “portare a casa”. In sostanza – ipotizza Barillà - si starebbe alzando il prezzo sulle contropartite da ottenere per far ingoiare la polpetta avvelenata ai cittadini e garantire l’assenso a livello territoriale alla Centrale. In questo contesto, l’istituzione dell’ennesima Commissione, decisa dai Sindaci, per l’esponente ambientalista “è solo la “coperta” o forse più semplicemente la “foglia di fico” per nascondere, dietro la sventolata esigenza di “approfondimento scientifico” del progetto, quella che è una operazione di mercato oltre a un modo come un altro per precostituirsi un alibi.” Ambiguo e deludente, in questo contesto, è, soprattutto -continua Nuccio Barillà - il comportamento del Sindaco di Montebello Ionico, dottore Guarna, che dopo aver fatto del no alla centrale ,“senza se e senza ma”, un fortunato vessillo elettorale, adesso tradisce, attraverso molti “se” e tanti “ma”, la sua parola e il suo mandato, allineandosi, balbettante, al suo collega di Melito Iaria, che di questa operazione mutualistica sembra essere la vera “testa di ponte”. “Maldestro è, infine – attacca ancora il dirigente di Legambiente - il tentativo di bollare il no diffuso e variegato al carbone come un no “ideologico” piuttosto che, semplicemente, “logico”. “La vera ideologia- ribatte Barillà - è quella di chi pensa che con i soldi e con il ricatto occupazionale è possibile comprare il consenso e la salute dei cittadini calabresi. Forse anche stavolta, come trent’anni fa a Gioia Tauro, le lobby che si sono coalizzate attorno all’affare-carbone, hanno sbagliato calcoli e previsioni. Ormai diffusa è la consapevolezza che la Centrale rappresenterebbe la peggiore risposta alle esigenze del territorio della fascia ionica reggina che, dopo le beffe e il fallimento del disegno di industrializzazione forzata dei decenni passati, aspira ad un cambiamento di scenario”.
Secondo Nuccio Barillà “è inutile continuare a parlare di un “carbone pulito” che non esiste. Una Centrale di “ultima generazione” come quella di Saline rilascerebbe nell’atmosfera una quantità massiccia di inquinanti, con particolare riferimento alla anidride carbonica che rappresenta il principale e più micidiale gas serra e alterante climatico prodotto sulla Terra; Va, peraltro, ancora una volta sottolineato – insiste il dirigente di Legambiente - come ,allo stato attuale della ricerca, mentre, per l’abbattimento di altri inquinanti atmosferici, nuove tecnologie impiegate hanno prodotto dei positivi seppure parziali risultati, non esiste scientificamente al mondo nessun apprezzabile miglioramento tecnologico né sezione di abbattimento fumi capace di ridurre anche minimamente le emissioni di CO2 emessa da combustione; Per non parlare del versamento di mercurio nelle acque marine e la produzione di polveri ultrafine. La stessa reclamizzata tecnologia, cosiddetta Carbon Capture and Storage (CCS) - che dovrebbe permettere anche a Saline la cattura della CO2 generata dal carbone e il suo stoccaggio in depositi geologici marini individuati in profondità - non solo è in fase di sperimentazione e si dovranno attendere diversi anni prima che diventi matura, ma ha costi insostenibili. Peraltro, contrariamente a quanto alcuni “venditori di fumo” dicono, non si tratta di una tecnologia a emissioni zero. Ci sono studi ufficiali che dimostrano come per ogni kWh prodotto si genererebbero 54-120 grammi di CO2, secondo altri 105-206 grammi. La stessa SEI, a leggere bene tra le carte del progetto, afferma che l’impianto della Centrale sarà predisposto per questa futura tecnologia non che verrà da subito attivata. Campa cavallo che l’inquinamento cresce. Su questo e su tutti gli altri aspetti relativi al progetto Legambiente e il suo comitato scientifico nazionale hanno invitato , da oltre due anni,al confronto pubblico la SEI. La società a trazione svizzera, che si dice a ogni piè sospinto “aperta al confronto” ,non ha mai risposto. E’ giusto infine - sottolinea Nuccio Barillà - esprimere apprezzamento per le recenti prese di posizioni bipartisan di esponenti del Consiglio regionale, condensate sulla riconferma del rigetto dell’ipotesi carbone. “La posizione della Regione Calabria, già espressa, in modo inequivocabile, durante la presidenza Loiero e ribadita dall’attuale Presidente Scopelliti, resta – a parere di Nuccio Barillà - importante e forse decisiva. Queste giuste esternazioni – aggiunge- non devono restare fini a sé stesse. Hanno bisogno, piuttosto, di essere accompagnate da investimenti certi nell’area di Saline (e non, come in precedenza, solo annunciati) per la riconversione della zona ex industriale e la valorizzazione sostenibile del territorio; Solo offrendo risposte concrete al bisogno occupazionale e di sviluppo dell’Area si potrà archiviare

Leggi tutto il post...

5 ottobre 2010

Guccione (PD): in Calabria non c'è spazio per nuove centrali a carbone

(ASCA) - Reggio Calabria, 4 ott - ''Ha ragione l'on. Nucera.

I tentativi di realizzare centrali a carbone in Calabria (Rossano Calabro e Saline Joniche) non sono questioni che possono riguardare solo le amministrazioni locali o le popolazioni interessate, ma la Calabria intera e, soprattutto, il Consiglio regionale calabrese''. Lo afferma il Consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, gia' primo firmatario, insieme ad altri otto Consiglieri regionali, di una interrogazione bipartisan al Presidente Scopelliti contro la riconversione a carbone della Centrale Enel di Rossano.

''Nei mesi scorsi -ricorda l'esponente del Pd- abbiamo piu' volte dichiarato e ribadito la nostra netta contrarieta' all'utilizzo del carbone nella Regione Calabria e, conseguentemente, all'approvazione del progetto di riconversione della centrale Enel di Rossano in coerenza con quanto gia' fatto dal Consiglio regionale con l'approvazione della mozione n*41 del 7 settembre 2007 e, successivamente, dalla Giunta regionale con la delibera n*686 del 6 ottobre 2008. La Calabria e' una regione a prevalente vocazione agricola e turistica. Un territorio con grandi potenzialita' nel settore dell'agroalimentare di qualita' e nel campo storico-culturale e monumentale non puo' subire i fattori di inquinamento che una centrale a carbone porta inevitabilmente con se'''.

''Per questa ragione -ricorda Guccione- abbiamo chiesto alla nuova Giunta regionale di esprimersi immediatamente in merito ai tentativi di aggressione che vengono da quanti vorrebbero introdurre il carbone nella nostra regione, anche per ribadire che la Calabria ha bisogno di uno sviluppo sostenibile, pienamente compatibile con le sue vocazioni''.

''Cogliamo l'occasione, infine -ha concluso Guccione- per ribadire, ancora una volta, con forza, il nostro ''no'' chiaro e fermo a qualsiasi tentativo di utilizzo del carbone nella nostra regione e confermiamo il nostro impegno a costruire e promuovere uno sviluppo sostenibile, pienamente rispettoso delle vocazioni e delle peculiarita' della nostra terra''.

red-rg/mcc/ss

(Asca)

Leggi tutto il post...

2 ottobre 2010

Moti carboniferi a Saline Joniche (RC)

Da Ntacalabria
"Continua il “lavoro” in gran segreto per la centrale a carbone. Infatti in questi istanti nei locali della delegazione di saline joniche si sta tenendo un incontro in gran segreto tra alcuni sindaci nella delegazione municipale di saline joniche per firmare il protocollo d’intesa finalizzato ad istituire una commissione di esperti che possa valutare la fattibilità o meno della centrale a carbone.

Assenti i primi cittadini di Bagaladi e San Lorenzo, Curatola e Sapone, che si mostrano solidali e ribadiscono il proprio No al progetto della società svizzera."

Leggi tutto il post...

28 settembre 2010

Qualcuno si muove per il carbone a Saline Joniche

"Una centrale a ‘carbone pulito ‘dalla potenza di 1300 megawatt nel sito abbandonato della ex Liquichimica di Saline Joniche. Un progetto cui sarebbero contrarie le istituzioni locali e regionali, oltre che cittadini e associazioni. Eppure oggi si è svolto un incontro a porte chiuse, cui la stampa non è stata ammessa, tra alcuni consiglieri comunali dell’amministrazione di Melito Porto Salvo e una delegazione della Sei, la società elvetica cha sta investendo un miliardo di euro di capitale privato per la costruzione di una centrale che produrrà energia, in una regione quale la Calabria che ha deliberato contro questo progetto, seppur tardivamente, e che nel suo piano regionale energetico ha un espresso veto verso questa fonte non rinnovabile."
Fonte: Strill.it
Vedi anche qui

Leggi tutto il post...

12 febbraio 2010

Dossier di Legambiente. Carbone: vecchio, sporco e cattivo

10/02/2010 Fonte: legambiente.it

Il dossier è disponibile QUI

"Con le centrali esistenti rischio multe per l’Italia per oltre 1 miliardo di euro entro il 2012

Continua la folle marcia indietro dell’Italia verso la preistoria energetica. Dopo Civitavecchia, Vado Ligure, Fiumesanto e Porto Tolle, è atteso per domani l’ok della Commissione Via nazionale alla nuova centrale a carbone di Saline Joniche in provincia di Reggio Calabria. Superano così i 32 milioni le tonnellate di CO2 in più all’anno prodotte dagli impianti a carbone autorizzati, che diverranno 39 milioni circa con le future autorizzazioni. Un livello di emissioni altissimo che contrasta in modo evidente con l’impegno assunto dal nostro Paese in sede europea per ridurre i gas serra di 60 milioni di tonnellate entro il 2020. È questo lo scenario



delineato dal dossier di Legambiente “Carbone: vecchio, sporco e cattivo” sull’inquinamento causato dal combustibile killer del clima, presentato questa mattina a Reggio Calabria.

Il quadro che emerge dal dossier di Legambiente è quello di un’Italia che dovrà necessariamente giocare sulla produzione termoelettrica la partita strategica per la lotta ai cambiamenti climatici, visto che si tratta del settore che emette la maggior quantità di gas a effetto serra. Nel 2007 le centrali termoelettriche, infatti, hanno rappresentato il 29% circa delle emissioni totali, che sono aumentate rispetto al 1990 del 17,6%. Il carbone, propagandato come pulito ed economico, rappresenta il maggiore pericolo che il nostro Paese ha di fronte se vuole raggiungere gli obiettivi previsti dall’Unione europea che impone all’Italia una riduzione vincolante del 5,2% rispetto al 1990 da raggiungere entro il 2020. Infatti, se dovessero entrare in funzione tutti i progetti avviati e ormai conclusi (Civitavecchia), autorizzati fino ad oggi (Fiumesanto, Vado Ligure e Porto Tolle, a cui aggiungiamo Saline Joniche) o ipotizzati (Rossano Calabro), a regime si produrrebbero in più quasi 39 milioni di tonnellate (Mt) di CO2 all’anno, a fronte dell’impegno europeo preso dall’Italia di ridurre le sue emissioni di gas serra di 60 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2020.

Secondo il rapporto di Legambiente, nel 2008 le 12 centrali a carbone in funzione sono stati gli impianti industriali che hanno sforato di più rispetto ai limiti sulla CO2 fissati dall’Unione europea e pertanto dovranno pagare le multe più alte. Mentre i 600 impianti termoelettrici che bruciano altri combustibili hanno superato complessivamente il limite Ets (Emission trading scheme) di “soli” 2,8 Mt, le 12 centrali a carbone hanno sforato di 7,3 Mt di CO2. Ma non solo: a fronte di emissioni di CO2 pari al 30% del totale del settore elettrico italiano, queste centrali si limitano a produrre solo il 13,5% dell’elettricità.

Nella classifica di Legambiente sul podio degli impianti a carbone a maggiore emissione di CO2 si trovano quello dell’Enel di Brindisi Sud che, con 14,9 milioni di tonnellate (Mt) di CO2 ha sforato di 3,9 Mt i limiti europei Ets, la centrale di Fusina (4,8 Mt), e l’impianto Tirreno Power di Vado Ligure (4,3 Mt).

Sommando tutti i superamenti delle 12 centrali, il costo per il mancato rispetto dei limiti Ets ammonta per il 2008 a 88 milioni di euro, un prezzo che verrà interamente addebitato sulle bollette degli italiani e nei prossimi anni sarà destinato ancora ad aumentare: tra il 2009 e il 2012, infatti, il prezzo che le famiglie italiane dovranno pagare per il mancato rispetto degli impegni internazionali potrebbe superare il miliardo di euro.

“È arrivato il momento di fermare la politica energetica autolesionistica del nostro Paese - ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - per rilanciare il sistema di produzione di energia, l’industria, i trasporti e l’edilizia, partendo dall’innovazione e dalle tecnologie pulite. Diversi paesi lo hanno già capito, ma mancano all’appello ancora paesi importanti come l’Italia. Continueremo la nostra vertenza contro il carbone nell’interesse generale, al contrario di quanto sta facendo il governo italiano che, nonostante lo spauracchio delle multe previste dai trattati internazionali, continua a prendere decisioni ambientalmente improbabili, a vantaggio di poche aziende energetiche e scaricando i costi sulla collettività”.

Ben diverso il potenziale energetico delle rinnovabili che confrontato con quello del carbone risulta di gran lunga superiore: secondo lo scenario elaborato per Legambiente dall’Istituto di Ricerche Ambiente Italia nel 2020 con le sole rinnovabili si può arrivare a produrre circa 100.000 GWh all’anno di energia elettrica contro i 50.000 GWh all’anno prodotti ipoteticamente dai progetti di nuove centrali a carbone. Con le fonti pulite è poi possibile sfruttare quasi 12 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) di energia termica, mentre su questo fronte l’apporto del carbone risulta pari a zero, visto che l’energia prodotta dalle centrali verrà usata solo per produrre elettricità e non calore. A rendere ancor meno comprensibili i progetti di nuove centrali ci sono poi le enormi potenzialità che ha l’Italia nell’efficienza energetica nel residenziale, nel terziario e nell’industria, che nel 2020 potrebbe permettere di tagliare circa 91.000 GWh all’anno di energia elettrica - quasi il doppio di quanto si ipotizza di produrre con il carbone - e oltre 12 Mtep di energia termica. Impietoso è poi il confronto sulle prospettive d’impiego: mentre i progetti di nuove centrali a carbone potrebbero garantire nei prossimi dieci anni non più di 3.200 posti di lavoro si stima che le rinnovabili possano crearne 135mila.

“Oltre al non rispetto degli obblighi internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici, con i nuovi progetti di impianti a carbone si sta consumando un pesante strappo a livello locale, soprattutto nei confronti delle Regioni che hanno un ruolo fondamentale nella pianificazione energetica, sancito dalla Costituzione - ha dichiarato Antonino Morabito, presidente di Legambiente Calabria -. Se c’è un tratto distintivo delle autorizzazioni energetiche concesse negli ultimi anni, infatti, è proprio l’assoluta centralizzazione delle decisioni, portata avanti anche a scapito di leggi, piani e pareri regionali. E’ questo il caso anche della centrale di Saline Joniche, in via di approvazione contro il parere della Regione Calabria”.

“Questo nuovo progetto – ha dichiarato Nuccio Barillà del direttivo nazionale di Legambiente – oltre a aumentare l’inquinamento locale sarebbe l’ennesimo tassello del disegno, coloniale e fallimentare di “ cattiva industrializzazione” della Calabria. Il nostro territorio, nel corso degli ultimi 35 anni, ha subito una cinica devastazione attraverso opere, di grande impatto sull’ambiente e fallimentari sul piano economico ed occupazionale. Legambiente non si limita alla contestazione di questo impianto, ma propone da tempo soluzioni alternative, concrete e realmente compatibili con gli aspetti naturalistici e culturali dell’area. Per quanto riguarda il settore energetico occorre puntare, decisamente ed esclusivamente, sull’innovazione tecnologica e le fonti energetiche alternative”.


Leggi tutto il post...

1 aprile 2009

In Calabria energia pulita al posto del carbone

Da quotidianoenergia.it
Roma, 1 aprile - Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e l’amministratore delegato di Api Nòva Energia, Mauro Sartori, hanno firmato oggi a Roma un protocollo d’intesa per la realizzazione di un “polo tecnologico dell’energia sostenibile” in Calabria con un investimento di circa 500 milioni di euro. Api Nòva Energia ha individuato nelle aree industriali di Saline Joniche (Reggio Calabria), Lamezia Terme e Crotone le le migliori localizzazioni per le iniziative.

Il polo, ha dichiarato Loiero, è “alternativo alla centrale a carbone che la società svizzera Rezia Energie intendeva costruire a Saline Joniche, progetto non accettato dalla popolazione.

Leggi tutto il post...

10 ottobre 2008

Nuove dall'Europarlamento

Fonte originale: Strill.it
di Claudio Cordova - La legge è legge è per quanto possa sembra strano, soprattutto a queste latitudini, va rispettata. Dopo il "no" della Regione Calabria, arrivano altre brutte notizie per la SEI S.p.A. Appena alcuni giorni fa strill.it aveva sottolineato come il percorso imboccato dall’Unione Europea fosse quello di ridurre sensibilmente le emissioni di gas serra e, in particolare, del biossido di carbonio (Co2) che è il principale tra questi.

Proprio ieri, infatti, la commissione Ambiente dell'Europarlamento ha approvato con 44 voti contro 20 (e 1 astenuto) la parte più importante e controversa del pacchetto dell'Unione Europea su clima ed energia, riguardante la nuova 'borsa delle emissioni' di gas serra (Ets) che funzionerà dal 2013 al 2020. L’Unione Europea si mantiene, al momento, coerente e con il proprio voto conferma l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 20% entro il 2020, che passerebbe automaticamente al 30% in caso di accordo internazionale alla conferenza di Copenaghen del dicembre 2009 sul periodo post-Kyoto.

Si tratta di un provvedimento che ha il sapore dell’ennesima mazzata per il progetto della SEI S.p.A. che vorrebbe costruire una centrale a carbone a Saline Joniche, dove al momento sorge una delle più grandi beffe calabresi: la Liquichimica. Le Regione Calabria, dopo aver espresso il proprio veto nel corso della Conferenza dei Servizi dello scorso 18 settembre, ha, finalmente, ratificato la propria decisione, negando l'intesa per la realizzazione della centrale a carbone di Saline Joniche, come comunicato dall'assessore all'Urbanistica e al Governo del Territorio, Michelangelo Tripodi,

Una brutta notizia per la SEI che, a distanza di poche ore, ne incassa un'altra dall’Unione Europea. Si tratta, forse, del colpo di grazia al progetto: con il voto di ieri, infatti, dal 2015 sarà proibito costruire centrali termoelettriche che emettano più di 500 grammi di Co2 per kilowatt ora generato. E’ vero che la conclusione del progetto iniziale della centrale a carbone di Saline Joniche sarebbe fissata per il 2012, ma è anche vero che il tempo, nel suo incedere inesorabile, non gioca a favore della società svizzera. E la disposizione della Commissione Ambiente dell’Europarlamento mette al bando, di fatto, le centrali a carbone, a meno che non siano dotate della tecnologia Ccs (carbon capture and storage), ovvero un dispositivo di "cattura" delle emissioni e il loro stoccaggio in un deposito geologico.

La tecnologia Ccs è un tipo di evoluzione ancora in fase embrionale (sperimentato, attualmente, solo in Germania), sul quale, però, con un voto separato su un altra sezione del pacchetto clima-energia, gli eurodeputati della commissione Ambiente hanno destinato il ricavato derivante dalla messa all'asta dei permessi relativi a 500 milioni di tonnellate di Co2 (pari a circa 10 miliardi di euro agli attuali prezzi di mercato).

La prossima tappa è fissata per dopodomani, 10 ottobre, quando si riunirà il Consiglio europeo dell’energia, ma il cerchio, per quanto riguarda la centrale a carbone di Saline Joniche, potrebbe essersi chiuso definitivamente.

Leggi tutto il post...

La Giunta Regionale calabrese delibera all'unanimità il "No al carbone a Saline Ioniche"

Fonte originale

Catanzaro, 06.10.08. - 'La decisione assunta oggi dalla Giunta regionale di non accordare l'intesa per la realizzazione della centrale a carbone di Saline Joniche rappresenta la conclusione positiva del percorso gia' avviato da tempo e conferma la chiara volonta' contraria della Regione, piu' volte espressa dal presidente Loiero, da me e dall'intera Giunta, nonche' dal Consiglio regionale contrario all'unanimita'''.
E' quanto ha affermato l'assessore all'Urbanistica e al Governo del Territorio della Regione Calabria, Michelangelo Tripodi, al termine dei lavori dell'Esecutivo, che si e' riunito in mattinata a Catanzaro nella sede di Palazzo Alemanni. ''La scelta compiuta - ha aggiunto Tripodi - e' in sintonia con la volonta' del territorio, visto che la Provincia di Reggio e i Comuni di Montebello Jonico, Bagaladi, Condofuri, Motta San Giovanni, Reggio e San Lorenzo hanno espresso un forte e motivato dissenso contro la realizzazione della centrale. Esprimo, pertanto, grande soddisfazione per la decisione presa e ringrazio l'assessore alle Attivita' produttive, Francesco Sulla, che ha abbracciato questa battaglia dimostrando una grande sensibilita' sui temi della difesa dell'ambiente e del territorio e sulla necessita' di promuovere lo sviluppo sostenibile dell'area di Saline Joniche''.

''Adesso si tratta di andare avanti - ha concluso l'assessore Tripodi - per costruire un progetto organico per il comprensorio, passando dalla bonifica e dalla rottamazione dell'ex Liquichimica, incentrato sulla riconversione produttiva e turistica del sito assieme a una sistemazione del porto di Saline, funzionale alle esigenze dello sviluppo turistico, commerciale e alle attivita' legate alla pesca''. (fonte ASCA)

Leggi tutto il post...

14 settembre 2008

Carbone a Saline Joniche: al via una campagna di informazione e la petizione popolare

Riceviamo e pubblichiamo
"Sabato 20 e domenica 21, presso tutti i Comuni dell'Area, sono previsti dei punti di incontro con la cittadinanza per avviare una petizione popolare ed una campagna di sensibilizzazione sulla scottante tematica.

Non disinteressatevi, ne va anche della vostra salute e del futuro dei vostri figli.
Di seguito il MANIFESTO DELLE ASSOCIAZIONI

"NO AL CARBONE, SI AD UN PROGRAMMA ALTERNATIVO DI SVILUPPO"

L'ipotesi di realizzare una Centrale a Carbone a Saline Joniche (RC) rievoca spettri di un passato "pseudo-industriale", tradito sul nascere, che ha provocato stravolgimenti e disastri sul nostro territorio. Una violenza inaudita che non ha tenuto conto delle vocazioni naturali dell'Area ed ha negato la possibilità di un percorso di sviluppo all'intero comprensorio.

Dal fallimento di quel modello ad oggi sono passati più di trent'anni e niente è accaduto. Nulla è stato fatto per perseguire la riconversione dell'Area secondo sistemi compatibili con l'ambiente, con la nostra storia e con i nostri bisogni.

E oggi come ieri i nostri bisogni e le nostre aspettative non sono compatibili con il progetto della S.E.I. che:

- propone un impianto facendo leva sul bisogno di lavoro, promettendo ciò che non potrà mantenere in termini di occupazione;

- un impianto che non attiverà, attorno a sé, un indotto economico significativo ma, al contrario, deprezzerà i valori degli immobili e delle attività commerciali ed agricole;

- che produrrà emissioni diffuse di agenti inquinanti nocivi per la salute dei residenti;

- che genererà un notevole danno ambientale diffuso in mare, attraverso l'innalzamento della temperatura dell'acqua, in aria con la coltre di polveri sottili ed in terra con la conseguente ricaduta di queste polveri.

Niente lavoro, rischio per la salute, crollo dei valori immobiliari, inquinamento.

Di fronte a tutto questo dove sono i benefici?

La Calabria ha un esubero di produzione energetica rispetto ai suoi consumi perciò l'energia prodotta andrebbe ad alimentare fabbriche ed abitazioni di altre Regioni del Paese, e va ricordato, a tal proposito, che la Calabria s'é fatta già carico dei problemi del Paese con il suo nulla-osta al rigassificatore da allocare nel porto di Gioia Tauro. Abbiamo già dato!

Non vogliamo più assistere inermi a progetti imposti dall'alto e che non tengono conto delle vocazioni e delle reali potenzialità del territorio, ma pretendiamo di conoscere le previsioni ed i programmi che la Regione Calabria intende realizzare su questo territorio e con i quali, come affermato dal Presidente Loiero, la costruzione della Centrale non è coerente.

Noi, il mondo dell'associazionismo dell'Area, ci proponiamo e siamo disponibili a promuovere la costruzione di un programma di sviluppo alternativo e sostenibile che valorizzi le risorse naturali, storico-culturali e paesaggistiche partendo dalle vocazioni naturali di questa porzione di territorio, convinti che la Centrale non rappresenti un volano di sviluppo ma l'ennesima e questa volta definitiva "mazzata".

COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI DELL'AREA JONICA

Per ulteriori informazioni: coord.assoareajonica@gmail.com

Leggi tutto il post...

4 settembre 2008

A Saline Joniche (RC) pronto il "Manifesto del no al carbone".

Fonte: Strill.it
"Il Coordinamento delle Associazioni contrarie alla Centrale a Carbone si riunirà venerdì 5 settembre alle ore 18 presso Villa Rognetta a Saline Joniche per presentare pubblicamente il “Manifesto del No al carbone e del si ad un programma di sviluppo alternativo dell’Area Grecanica”.

Anticipando i punti forti del manifesto, ribadiamo la nostra netta contrarietà all’ipotesi di realizzare una centrale termoelettrica alimentata a carbone e ci dichiariamo assolutamente favorevoli a promuovere e partecipare a processi decisionali volti allo sviluppo sostenibile della nostra Area.

Salutiamo positivamente le dichiarazioni del Presidente Loiero apparse sui giornali nei giorni scorsi e siamo lieti della sua contrarietà al carbone anche se non è sufficiente affermare che “il progetto della Centrale non è coerente con i programmi della Regione”. Serve un disegno chiaro, un impegno concreto, un programma realizzabile fondato sulle vocazioni naturali della fascia basso-jonica e sulle sue potenzialità.

Il Coordinamento, nella sua ferma intenzione di opporsi alla realizzazione della Centrale, da scongiurare a discapito di ogni altra ipotesi di sviluppo futuro e per le ricadute in termini di “danno” diffuso che ne conseguiranno, intende farsi promotore anzitutto di una capillare sensibilizzazione della popolazione e di tutte quelle iniziative utili alla causa, assumendo come prioritaria e legittima la battaglia per la salute delle generazioni attuali e di quelle future.

IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI

Leggi tutto il post...

30 agosto 2008

Centrale a carbone a Saline Joniche? I commenti

La Regione Calabria, le Associazioni, Legambiente rispondono con un coro di no e proposte alternative alla costruzione di una centrale a carbone a Saline Joniche (Reggio Calabria).

Regione Calabria

"Calabria/ No al progetto centrale a carbone a Saline Joniche (RC)
Lo ha comunicato Loiero al MinAmbiente

Catanzaro, 29 ago. (Apcom) - La Regione Calabria dice no al progetto, presentato nel 2007 dalla Sei Spa, di costruire una centrale a carbone a Saline Joniche (RC) nell'area ex Liquichimica. Il Piano Energetico Ambientale Regionale, spiega il Presidente della Regione Agazio Loiero, vieta su tutto il territorio regionale l'utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica.

Il diniego è stato comunicato al Ministero dell'Ambiente con una relazione a firma di Loiero. "La Regione Calabria - si legge nella relazione- presenta un saldo energetico positivo: già dal 2005 ha fatto sapere che non fornirà alcuna ulteriore intesa in sede di conferenza di servizi, indette dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero dell'Ambiente, per la realizzazione di centrali termoelettriche sul territorio regionale, ritenendosi sufficiente il numero delle cinque autorizzazioni già rilasciate da parte del Ministero delle Attività Produttive. Inoltre,il POR Calabria FESR 2007-2013 che definisce obiettivi, priorità,strategie e azioni in materia di energia non prevede la realizzazione di nuove centrali termoelettriche a carbone".

La società civile

Centrale a Carbone: arriva il no dalle Associazioni

di Federico Curatola - Continua a tenere banco la questione della Centrale a Carbone. Nel basso jonio sono diverse le voci che già si sono levate per affermare la propria contrarietà al progetto. Dal punto di vista istituzionale, ad esprimersi ufficialmente è stato solo il Consiglio Comunale di Montebello Jonico il cui primo cittadino, Loris Nisi, ha affidato a degli esperti, lo studio sulle emissioni e sulle ricadute che ne conseguirebbero.

Da oggi però il fronte del no annovera nuovi ed importanti membri. Il mondo dell’associazionismo dell’Area Grecanica si mobilita infatti contro la Centrale a Carbone. Circoli culturali, associazioni, cooperative e gruppi di volontariato insieme per redigere il manifesto del no e sensibilizzare la popolazione sui rischi cui si andrà incontro se la centrale verrà realizzata.

Nonostante i proclami e le rassicurazioni fornite dalla Sei che ha acquistato intere pagine promozionali di quotidiani locali, le associazioni si dicono sicure che la presenza della centrale, oltre a rappresentare un pericolo per la salute dei residenti ed una fonte di inquinamento ambientale, escluderà qualsiasi altra possibilità di sviluppo sostenibile per questo territorio.

Per questo molte associazioni dell’Area si riuniranno questo pomeriggio a Saline Joniche per costituire un coordinamento che servirà per intraprendere iniziative pubbliche di sensibilizzazione e dissenso al progetto della Sei.

“Quello che ci preme – dicono gli organizzatori presentando l’iniziativa – è creare una rete tra le associazioni ed i gruppi che a vario titolo e con diversi oggetti sociali operano sul territorio dell’Area Grecanica per compiere una capillare attività di informazione ai cittadini”.

Fino ad ora molte associazioni hanno inoltrato osservazioni nei tempi e nei modi giusti al Ministero dell’Ambiente dove si sta snodando il percorso della Valutazione di Impatto Ambientale.

“Come è stato per Civitavecchia – proseguono gli organizzatori - anche qui nel profondo Sud dobbiamo creare un fronte del no esternando le nostre motivazioni che sono quelle della salute e dello sviluppo sostenibile, perché siamo convinti che siano altre le vocazioni di questo territorio e che le sue potenzialità sono inimmaginabili. Ad una sola voce chiederemo quindi alla politica di ascoltare le nostre istanze e di dare a queste la risonanza che meritano nei consessi a tutti i livelli istituzionali”.

Quello su cui si vuole puntare è raffrontare gli ipotetici benefici promessi dalla costruzione della centrale con i costi in termini di “danno procurato” che ne conseguiranno sulla salute, sull’agricoltura, sui valori immobiliari, sull’ecosistema marino e sulla qualità della vita in generale.

“Siamo certi che il totale dei “costi” supera di gran lunga quelli che ci vengono presentati come benefici ed è questo che ci convince che sia una scelta errata quella di costruire la centrale a carbone a Saline Joniche. Per non parlare della presenza di importanti siti di interesse comunitario a poche decine di metri dal sito destinato ad accogliere la centrale e di uno dei fondali più belli di tutto il litorale calabrese la cui flora scomparirebbe sotto un mare surriscaldato dalle acque di raffreddamento della centrale”.

L’appuntamento per le associazioni è per questo pomeriggio, alle ore 18:30 in Piazza Chiesa a Saline Joniche.

Infine, spiega Loiero, "il progetto non è coerente con i programmi della Regione e degli enti locali per il territorio...l'impatto negativo degli effetti della centrale a carbone sulla qualità della vita e sull'attrattività dell'area grecanica sarebbe disastroso".


Legambiente

"ENERGIA: LEGAMBIENTE, NO A CENTRALE CARBONE SALINE IONICHE
(AGI) - Reggio Calabria, 31 lug. - Legambiente non si limita alla contestazione ma propone anche soluzioni alternative e realmente compatibili con gli aspetti naturalistici e culturali dell’area che puntino all’innovazione tecnologica e alle fonti energetiche alternative. “Abbandonare il progetto della centrale a carbone - continua la nota di Legambiente - e’ necessario per una riconversione sostenibile dell’ex area industriale di Saline ma anche nell’ottica globale di riduzione delle nostre emissioni di CO2, che male si combina con un aumento del carbone nel mix energetico del Paese. Oltre ai progetti di sviluppo in ambito portuale, le alternative, potrebbero essere quelle di utilizzare alcune delle strutture e dei silos industriali per realizzare una delle due centrali solari termodinamiche a concentrazione in Calabria e un parco tecnologico per le energie alternative che serva come luogo di produzione ma soprattutto di sperimentazione delle varie applicazioni tecnologiche che la ricerca avanzata in questo campo propone. Tale iniziativa - concludono i dirigenti di Legambiente - darebbe l’opportunita’ di un coinvolgimento dei centri di ricerca, delle imprese, delle Universita’. Lo stesso parco potrebbe avvalersi dell’utilizzo delle fonti energetiche attraverso la realizzazione di attrattive capaci di abbinare divertimento a educazione scientifica ed ambientale”. Legambiente infine preannuncia che nei prossimi giorni presentera’ al Ministero dell’Ambiente le osservazioni allo Studio di impatto ambientale sulla centrale di Saline e lancia una sfida alla SEI “per un confronto tecnico-scientifico sulla opportunita’ ambientale, economica e occupazionale del progetto della centrale”. (AGI)
Red"

Leggi tutto il post...