No al carbone Alto Lazio

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29 aprile 2011

Ippocrate e l'inquinamento

Da Savonanews: Inquinamento e mortalità, il Dott. Ireo Bono a Savonanews: "colpisce il silenzio degli oncologi"

"Come cittadino e medico, specialista in Oncologia, sono grato e ringrazio il dott. Franceschi con l’associazione ‘Uniti per la Salute’, il dott. Torcello, medico, ed il dott.Fadda, biologo, con l’associazione MODA, e l’Ordine dei Medici, per l’impegno e la preparazione scientifica con cui informano la popolazione sui danni dell’inquinamento e per l’opposizione nei confronti del progetto di potenziamento, con l’uso del carbone, della Centrale elettrica Tirreno Power, per i danni determinati già fin d’ora nella popolazione, in termini di mortalità-morbilità, non solo nelle vicinanze ma anche a distanza di kilometri, per il trasporto delle micropolveri con i venti, e che aumenterebbero ulteriormente con il potenziamento della Centrale, con l’utilizzo del carbone.

Non occorre essere oncologi per conoscere i danni alla salute, e quindi gli enormi costi sanitari per la collettività, prodotti dall’inquinamento ambientale delle centrali elettriche a carbone, degli inceneritori, delle discariche e delle centrali nucleari.

Ormai ciò è un dato acquisito dalla Medicina ufficiale, ma si può leggere anche sui quotidiani. Ricordo un articolo su la Repubblica del novembre 2010 “Malattie da inquinamento, arriva il medico sentinella"

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/11/30/ambiente-malattie-da-inquinamento-arriva-il-medico.html

in cui non solo si indicavano le principali malattie prodotte dall’inquinamento ambientale ma anche la percentuale ingravescente di tumori ed altre malattie con l’avvicinarsi ad una causa d’inquinamento come la discarica, e lo stesso si può dire anche per gli inceneritori e le centrali a carbone.

Nel febbraio 2011 è uscito un interessante articolo sul Pais Semanal ‘Respirare pregiudica seriamente la salute’ in cui si parla proprio dei danni alla salute prodotti dalle polveri ultrafini (un milionesimo di millimetro) che attraverso i capillari degli alveoli passano nel circolo sanguigno e sono proprio le microparticelle che la Centrale TirrenoPower non controlla nelle tonnellate di polveri che escono dalle ciminiere.

Per quanto riguarda la provincia di Savona, l’Ordine dei Medici ha inviato l’anno scorso, a tutti i medici, con la sua rivista, un accurato studio scientifico in cui si evidenzia il tasso di morbilità-mortalità annuale prodotto dall’inquinamento, cui contribuisce notevolmente la Centrale TirrenoPower, superiore a quello delle altre province liguri ed uno dei più alti in Italia.

E l’Italia, purtroppo, secondo l’OMS, tra i paesi industrializzati è quello che ha più casi annuali di tumori infantili ed un maggiore incremento, 175 all’anno contro 140 della media europea.

Di fronte a questa situazione, mi colpisce il silenzio dei medici oncologi dell’Ospedale S.Paolo, a meno che non mi sia sfuggita qualche loro dichiarazione, nel qual caso mi scuso, perché proprio il primo compito del medico è la prevenzione, nello specifico la prevenzione dei tumori.

La mia opinione è che ciò non sia dovuto a carenza d’informazione, ma al timore di irritare, con una critica al potenziamento della centrale a carbone, politici di centro-destra o di centro-sinistra favorevoli al progetto, con possibili danni alla carriera, considerato il potere dei politici nella nomina dei manager e dei dirigenti sanitari.

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25 aprile 2011

VadoLigure, subdola propaganda pro-carbone ogni Santo giorno

Da Savona News
"Eran passate da poco le nove del mattino quando tendendo l'orecchio alla radio cogliamo alcuni passaggi di una "rubrica" dal nome importante: "Energia e Ambiente"...

Tocca purtroppo constatare che la propaganda di Tirreno Power sul territorio non si ferma neppure a Pasqua. Eran passate da poco le nove del mattino quando tendendo l'orecchio alla radio cogliamo alcuni passaggi di una "rubrica" dal nome importante: "Energia e Ambiente".

Bastano pochi secondi però per rendersi conto che è uno spazio "offerto" guardacaso da Tirreno Power, che non perde occasione, anche sui mezzi di divulgazione locale, di farsi propaganda senza contraddittorio.

Nell'ambito di pseudoscientifica autotessitura delle proprie lodi e virtù, l'azienda fa sapere via radio di sponsorizzare magnanimamente la croce rossa di Vado Ligure, per mezzo di due "interviste" (e visto che lo spazio è "offerto" anche la radio stessa con ogni probabilità)

Personaggi e interpreti:
- Il Sig. Pierangelo Bruno, commissario della CRI vadese che ringrazia sentitamente

- Il Sig. Rodolfo Fersini, responsabile delle relazioni industriali e del coordinamento della stessa Tirreno Power

- Lo speaker


A orecchio, la cosa scivola via. Ad un ascolto distratto pare tutto "normale", ed è questo lo scopo. Riascoltando le "interviste" le si scopre viceversa abbastanza... disgustose (l'aggettivo è giornalisticamente ponderato in questo contesto di inquinamento e morti premature)

Croce Rossa Italiana Vado - Quiliano ammette di prendere fondi da un azienda non esattamente green, e neppure per il soccorso, ma per il "servizio taxi" dei malati. Candidamente.

Segue "domanda" all'Azienda, e Fersini non si lascia sfuggire l'occasione per far presente che loro sono molto attenti "al sociale" sostenendo la croce rossa e definendola "emblema della solidarietà sociale e dell'impegno"

Si vede che secondo loro gli altri Enti di assistenza non sono abbastanza emblematici?

Purtroppo è difficile, nella trascrizione, restituire i toni melliflui della celebrante conversazione, ma crediamo che già le semplici parole, riportate testualmente, la dicano lunga. Poi ognuno si faccia la propria opinione:

"…Pierangelo Bruno, commissario croce rossa italiana Vado e Quiliano. E' una iniziativa che abbiamo rivolto a tutte le aziende di Vado e Quiliano, con lo scopo di reclutare nuovo personale volontario ovviamente. Questo in quanto abbiamo un forte incremento delle richieste di servizi e con le forze attualmente disponibili non siamo in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini. Ecco che ci rivolgiamo ai lavoratori delle aziende per lanciare questo messaggio di aiuto...

Speaker: "Avete anche necessità di sostenere a livello economico queste vostre iniziative, Tirreno vi da una mano da questo punto di vista…"

Pierangelo Bruno: "L'azienda Tirreno Power e devo dire insieme ad altre aziende per onestà di informazione, e i cittadini di questo paese, ci danno un forte aiuto economico. Senza il loro aiuto economico non saremmo in grado di continuare questa attività in quanto le entrate purtroppo non coprono sufficientemente le spese… Normalmente si intende volontario quello che sale su un ambulanza, va in un incidente, in mezzo al sangue, al freddo: NO. A noi siamo dei volontari che salgono sull'ambulanza e ci aiutano a trasportare le persone che han bisogno di andare a fare i raggi, a far delle visite le dimissioni. E' una brutta parola: servizio TAXI. Però oggi nella nostra realtà territoriale è un problema sociale grosso e fortemente sentito, e noi non riusciamo a rispondere.

Speaker: "Il responsabile delle relazioni industriali e dell'organizzazione di Tirreno Power Rodolfo Fersini ci spiega l'impegno di Tirreno Power (ripetuto due volte in due secondi, a che non sfugga il nome del benefattore, ndr) a sostegno della croce rossa"

Rodolfo Fersini (TP): "Tirreno Power come sapete ha gli impianti in questa zona, è una società che vuole stare sul sociale, vuole stare quindi sul posto non solo con gli impianti ma anche partecipando alle iniziative di associazioni come quella della croce rossa che è l'emblema della solidarietà sociale e dell'impegno…"

Speaker a ribadire: "Voi sostenete proprio croce rossa le pubbliche assistenze anche con vostri aiuti."

Rodolfo Fersini (TP): "Si noi le sosteniamo e questa è un'iniziativa che mira a far conoscere ai dipendenti di Tirreno Power le attività che fa la croce rossa italiana, e quindi noi abbiamo dato disponibilità appunto della sede e abbiamo dato modo di incontrare i nostri dipendenti qui nel locale della mensa."

Speaker: (su placida musica di fondo stile sala d'attesa) "Anche questo appuntamento con energia e territorio è giunto al termine. Ringraziamo quanti sono intervenuti questa settimana e ringraziamo tutti voi che ci avete ascoltato. Energia e territorio torna su (…) venerdì prossimo sempre alle 11 e in replica domenica mattina alle 9:15. "

Che bella "informazione". Grazie davvero. Poi ci spiegherà la croce rossa di vado come mai, nonostante i mostruosi bilanci di Croce rossa italiana, non riesce a far fronte senza i soldi della centrale al mero trasporto di malati, e perché si presti come ente a celebrare via radio le dazino di un privato in cerca di consenso.

Magari da Roma qualche risposta arriverà, dopo pasqua.

Probabilmente Croce Rossa Vado - Quiliano non aderirà all'esposto legale depositato presso la Procura della Repubblica di Savona per l'accertamento della verità sulle conseguenze di quegli "impianti" sulla salute pubblica e sulle morti premature. Peccato. Sarebbe bello che quelle ambulanze che trasportano pazienti malati, magari in chemio o radioterapia, servissero sempre meno.

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Per chi volesse approfondire:

Il Fatto Quotidiano: "Denunciano a Report gli sprechi della Croce Rossa. E l’ente li sospende "

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/22/denunciano-a-report-gli-sprechidella-croce-rossa-e-lente-li-sospende/105845/

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Gli inganni di Sorgenia

In più occasioni abbiamo già messo in guardi i lettori sulle balle spacciate negli spot pubblicitari di Sorgenia.

Da ecoblog
Il greenwashing, si sa, è sempre dietro l’angolo. E di solito rende abbastanza bene. Il caso di Sorgenia è emblematico: una campagna pubblicitaria tutta impregnata sullo slogan “energia sensibile” e sulla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.
E, allo stesso tempo, manovre di mercato che con le rinnovabili non hanno nulla a che vedere. Come l’acquisto della Tirreno Power che gestisce (e sta per “ristrutturare”) la centrale a carbone di Vado Ligure. Una centrale che ha recentemente ottenuto l’Aia dal Ministero dell’Ambiente ma che, giura l’azienda, verrà riconvertita ancora più pesantemente di quanto l’Autorizzazione integrata ambientale imporrebbe.
Mezzo impianto, infatti, verrà trasformato a carbone con tecnologia “USC”, ultra super critica. Che sta, più o meno, per “supercalifragilistichespiralidoso” visto che carbone era e carbone resta, con tutto il contorno di emissioni di CO2 e polveri sottili.

Tirreno-Sorgenia, però, giura che nel pacchetto “USC” entreranno anche 180 MW di energia rinnovabile. E quindi, di punto in bianco, anche il carbone diventa “sensibile”. Eppure, va detto e ricordato, Sorgenia è un grosso operatore del termoelettrico a gas naturale. Combustibile sì fossile, ma molto meno inquinante rispetto a petrolio e carbone. Quello che di solito si chiama “male minore”.

Ora, visto che saggiamente (o furbescamente?) il governo ha deciso di fare un passo indietro sul nucleare, sarebbe anche il caso che si capisse quale combustibile e quali tecnologie incentivare e quali mettere al bando.

Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, promette una “nuova strategia energetica nazionale” entro 12 mesi. Ma è lo stesso ministro che a inizio marzo ha promesso i nuovi incentivi statali all’energia fotovoltaica “entro due settimane“.

Per non parlare del fatto che, assai probabilmente, in questa fantomatica strategia nazionale ci sarà poco spazio per il risparmio energetico che, con i soldi del nucleare, ci potrebbe far risparmiare almeno un paio di centrali nucleari. Ma anche a gas, petrolio, carbone, carbone pulito, carbone supercalifragilistichespiralidoso…

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13 aprile 2011

Savona, sostegno all'esposto penale per responsabilità di lesioni, malattia o morti causate da Tirreno Power

Da SavonaNews.it

"Domanda a Partiti e Candidati: siete favorevoli o contrari a sostenere pubblicamente l'esposto penale di accertamento della verità presentato contro Tirreno Power? Ai rappresentanti di tutti i Partiti Provinciali. Agli organi di Informazione locali e nazionali. Alla Cittadinanza tutta

Di fronte all’ennesimo atteggiamento aggressivo dell’azienda Tirreno Power, che per far valere i suoi interessi economici è disposta nuovamente a mettere in discussione i diritti e la salute dei cittadini savonesi con una nuova prova di forza ‘prendere o lasciare’, e con l’approssimarsi della scadenza elettorale (ricordiamo che all’incirca l’80% degli elettori savonesi sarebbe contro l’ampliamento della centrale a carbone di Vado - Savona e per l’abbattimento dei vecchi gruppi obsoleti), chiediamo ai rappresentanti dei Partiti politici savonesi SE INTENDONO O NO SCHIERARSI PUBBLICAMENTE IN SOSTEGNO DELL’ESPOSTO PENALE “per responsabilità derivante da lesioni, malattia o morti causalmente connesse con l’inquinamento ambientale determinato dalle emissioni della centrale termoelettrica di Vado Ligure”, esposto presentato qualche mese fa al Procuratore della Repubblica di Savona dagli Avvocati R.Suffia, S.Grieco e M.Cadeddu, frutto della consulenza di diversi esperti e medici, e firmato da un gruppo di cittadini della Provincia che ha a cuore il futuro, i diritti e la salute della cittadinanza.

Copia dell'esposto è scaricabile in fondo a questo articolo.

E’ utile ricordare che l’esposto (che non è una denuncia con querela di parte) è un atto di richiesta di accertamento di verità. Spetterà poi ai giudici valutare la consistenza di queste ipotesi di reato.

I comitati savonesi che da anni si battono contro il carbone ritengono che siano a disposizione numerosissime e comprovate documentazioni per poter sostenere che sulla gestione della centrale a carbone Tirreno Power vi siano evidenti elementi di responsabilità civile e penale:

-non ottemperanza di molte prescrizioni,

-mancanza di Autorizzazione Integrata Ambientale,

-valori di inquinamento di aria, acqua e terreno fuori norma,

-mancanza di controlli pubblici nelle misurazioni delle emissioni delle ciminiere,

-mancanza di controlli pubblici sugli scarichi idrici, bensì solo analisi svolte in regime di autocontrollo da parte della Tirreno Power,

-mancanza di adeguate misurazioni delle nocive polveri PM2,5 e più in generale insufficiente misurazione delle polveri sottili,

-assenza di una indagine epidemiologica,

-assenza di una Valutazione di Impatto Sanitario,

-eccesso di mortalità della popolazione in prossimità della centrale, ecc. Anche l’ IST (Istituto nazionale per la ricerca sul cancro) ha dichiarato che “nella relazione presentata da Tirreno Power vi sono gravi lacune metodologiche che mettono in discussione le tranquillizzanti conclusioni del documento”.

In sintesi: errori ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie e secondarie, sottostima delle emissioni di gas serra, sottovalutazione dei dati derivanti da studi su bioindicatori, errori metodologici sull’impatto sanitario.

A voi rappresentanti dei Partiti, benché non firmatari dell’esposto e benché eventualmente non in accordo su alcuni punti, chiediamo se CONDIVIDETE O NO POLITICAMENTE GLI ELEMENTI FONDANTI E I PRINCIPI presenti in questo esposto alla Procura, ovvero il sospetto di responsabilità ai danni della salute dei cittadini Vostri rappresentati (i quali proprio in prossimità della scadenza elettorale Vi chiedono rassicurazioni di essere più fortemente rappresentati su questo tema).

In sintesi, chiediamo SE SOSTENETE O NO PUBBLICAMENTE QUESTA BATTAGLIA LEGALE.

In questa domanda, vista la radicalizzazione delle posizioni, non varranno più mediazioni o silenzi, quindi vi chiederemo comunque una risposta, CHE SIA UN ‘SI’ O UN ‘NO’.

Nei giorni successivi, le posizioni dei Partiti provinciali che avranno deciso di sostenere questo esposto di accertamento delle responsabilità (e quelle dei Partiti che per vari motivi avranno deciso di non sostenerlo) verranno comunicate questo giornale on line www.savonanews.it e a tutti i mezzi di informazione regionali, tutti i giornali e tutte le TV locali e nazionali (Rai, Striscia la Notizia, Le Iene, Annozero, ecc), nonché alle varie mailing list delle associazioni savonesi (tra cui le 7.000 mail della libreria UBIK che vi sta scrivendo), e più in generale a tutta la cittadinanza, affinché tutti abbiano su questo tema un elemento di valutazione più chiaro per le prossime scelte elettorali che ci attendono.

Affinché nessuna forza elettorale possa più astenersi di pronunciarsi di fronte all’aspetto ‘legale’ della questione Tirreno Power. Tutti i candidati e le formazioni politiche sono invitate sin d'ora ad inviarci la loro posizione in merito. Nelle prossime ore cercheremo di contattarli tutti e di tenervi come sempre informati.

Libreria UBIK + Savonanews.it

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12 aprile 2011

Il Carbone a Vado Ligure nelle prossime amministrative

Da Savonanews

"La Regione alle strette, Tirreno Power di più. Oggi la conferenza stampa dell'aut-aut. Come previsto

La centrale a carbone di Vado Ligure e le sue mirabolanti avventure. Le sventure di chi respira. Ricostruire daccapo la vicenda sarebbe più mortale dei metalli pesanti, quindi opereremo una sintesi brutale a favore della chiarezza

Apparentemente - ma potrebbe esser anche vero - tra Regione e Azienda son volati gli stracci. Forse la corda del carbone è stata troppo tirata, forse le posizioni pro - salute non possono più essere ignorate. Men che meno in campagna elettorale. Perché aldilà dei lavori di propaganda è ormai chiaro a tutti che il "no al carbone" non è un mugugno di quattro sfigati, ma un fronte trasversale supportato in maniera ormai solidissima da perizie ed evidenze medico-scientifiche non più ignorabili.

Oggi (martedì 12) parlerà il gran capo, che gran capo non è. Perché vogliamo ancora pensare che la salute sia centrale, e che i capi, in una democrazia, siano e rimangano gli eletti dal Popolo.

Solo che se me la conti e poi mi tiri una sgasata nei polmoni per mezzo secolo, poi non ti voto più. E davanti all'informazione rischiano di impallidire anche qualche centinaio di tessere sindacali, oltre che i loro rappresentanti, che si ostinano a parlar d'occupazione dopo aver firmato un incentivo all'esodo dalla stessa azienda che ora difendono più dei suoi stessi proprietari, in una sorta di inversione di polarità che sta diventando davvero curiosa.

Ma di tessere, benefits e permessi sindacali, manutenzioni e cointeressenze su un giro d'affari milionario ci sarà modo di approfondirne diffusamente.

Ora si va verso un prendere o lasciare.

Mentre tutto si placa per il fine settimana, le telefonate - quelle pesanti - pare si vadano intensificando. Filtra così che martedì prossimo o si va o si spacca, e l'Azienda pare fortemente orientata a forzare l'ingaggio in un canto che sarà presto chiaro se sarà di guerra o del cigno. O entrambe le cose.

Si parla di una conferenza stampa che Tirreno Power dovrebbe indire per martedì 12 (domani) in campo neutro: la sua sede di Vado.
Staremo a vedere. Non temano, i lavoratori. Non perderanno nessun posto. Lì i soldi (bilanci alla mano) sono talmente tanti che parlar di rischio occupazione fa sorridere, e ha il consueto fetore della manovra "pro-utile-aziendis" che se fosse salubre nulla da dire, ma in questo caso...

Ma c'è un aspetto legale, che ora diventa anche politico: Tre mesi fa è stato depositato un ricorso, con ipotesi di reato pesanti.

La condivisione e l'adesione a questo esposto, fondato esclusivamente su dati strettamente scientifici, sarà la prima di una serie di domande vincolanti sul programma, che rivolgeremo a tutte le forse politiche e i candidati in lizza per le elezioni di maggio in una rubrica dedicata, che rimarrà on line fino alle elezioni.

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12 marzo 2011

Può la politica non occuparsi della salute pubblica?

Comunicato da "Uniti per la Salute" ONLUS, Savona

"Lunedì 14 marzo la giunta Regionale deciderà la posizione della Regione Liguria per la Conferenza dei Servizi di Roma sul potenziamento a carbone della Centrale di Vado –Quiliano.
Invitiamo i cittadini e soprattutto chi ha la grande responsabilità di decidere per il futuro del territorio savonese a leggere o rileggere attentamente quanto segue e quindi a non sottovalutare o ignorare:

1) L’ordine dei Medici della provincia di Savona che in un documento del 3 dicembre 2010 dichiara “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari”.

2)L’ IST che dichiara”Nella relazione presentata da Tireno Power vi sono gravi lacune metodologiche che mettono in discussione le tranquillizzanti conclusioni del documento. In sintesi: -errori ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie e secondarie - sottostima delle emissioni di gas serra-sottovalutazione dei dati derivanti da studi su bioindicatori- errori metodologici sull’impatto sanitario

3)Il Ministero della Salute - Istituto Superiore di Sanità che in sede della conferenza dei servizi rimarca come i decreti rilasciati “non abbiano sufficiente evidenza della problematica relativa ai c.d. microinquinanti classici derivanti dalla combustione del carbone, tra cui PCB, i metalli pesanti, l’arsenico, ecc. ecc.. , … e “l’importanza di considerare il deposito al suolo di tali sostanze “

4) I Sindaci di Vado e Quiliano, che con una forte posizione a difesa della salute, nel documento del 25.01.2011 dichiarano come “ il Decreto di compatibilità ambientale del progetto non abbia sufficientemente valutato le implicazioni sulla salute e sui dati ambientali sensibili… chiedono che le gravi lacune presenti nell’attuale procedura di valutazione siano sviluppate in quanto tali approfondimenti si ritengono indispensabili per una corretta e appropriata valutazione degli impatti ambientali”, dichiarando come “fondamentale, condizionante e non prorogabile” sia un piano di monitoraggio ante operam sia una Valutazione di Impatto Sanitario. Queste pressanti richieste non possono essere poste come prescrizioni ma “azioni indispensabili e urgenti prima di ogni ulteriore determinazione”, puntualizzano i Sindaci.

Cosa direbbero poi ai cittadini gli amministratori regionali qualora assumessero decisioni in contrasto con queste autorevolissime posizioni a tutela della salute?

unitiperlasalute@libero.it
http//unitiperlasalute.blogspot.com

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20 febbraio 2011

Carbone, punto di non ritorno. Gli interventi del convegno

Riportiamo un primo resoconto dal convegno tenutosi a Savona (vedi), da Savonanews.it



"Tutto esaurito al Chiabrera per l'incontro pubblico sul carbone organizzato con la collaborazione di Ubik e delle maggiori associazioni Savonesi e il patrocinio dell'Ordine dei Medici di Savona e del Comune. Arrivano il Tg3 e Striscia la Notizia. Cosa diranno adesso i comunicatori a noleggio del carbone "pulito" e dell'energia "sensibile"?

Diranno questo: "In merito alle accuse rivolte a Tirreno Power nell’incontro del 18/2 presso il Teatro Chiabrera da alcune associazioni ambientaliste locali, l'azienda precisa quanto segue: Tirreno Power è aperta al dialogo in modo particolare con tutti i soggetti istituzionali e conferma la piena volontà di trasparenza e collaborazione costruttiva per definire soluzioni che migliorino considerevolmente l’impatto ambientale e contribuiscano allo sviluppo economico."

Meno di così, non si poteva dire. Per questa azienda evidentemente i Cittadini che respirano i loro scarichi e le Libere Associazioni tra essi, hanno dignità inferiore ai "soggetti istituzionali", e così la misera replica, si commenta da sé.


Presenti tra gli altri l'assessore all'ambiente Jorg Costantino e il Sindaco di Quiliano. Non pervenuto quello di Savona, ma attendiamo smentite, come sul fatto che sia stato richiesto agli organizzatori di pagar le spese della Sala. Senza polemiche, buon senso avrebbe voluto un patrocinio del Comune e non una piccola onlus a provvedere, visti e sentiti gli argomenti.


ALCUNI DEGLI INTERVENTI:

Giangranco Gervino su sostanze tossiche rilevate alla foce del torrente Quiliano
http://www.youtube.com/watch?v=lSrcI3Yj65o


Gianfranco Gervino su Conferenza dei servizi - Roma
http://www.youtube.com/watch?v=P51erVPRC0w


Marco Stevanin, perito e consulente ambientale, estensore della perizia giurata sugli scenari ante e post operam dell'ampliamento a carbone della centrale Tirreno Power di Vado Ligure - Quiliano
http://www.youtube.com/watch?v=EXbfQDWcA_4


Rappresentanti Com. No Carbone Rossano Calabro
http://www.youtube.com/watch?v=94kzajpUV2w


Fabrizio Bianchi, dirigente epidemiologo CNR Pisa
http://www.youtube.com/watch?v=mpecnhuoskM


Rappresentanti Comitati No Carbone Civitavecchia - Tarquinia
http://www.youtube.com/watch?v=cs8FIf4hgeQ


Tratto fal TG3 Liguria: Intervista all'epidemiologo Valerio Gennaro
http://www.youtube.com/watch?v=8OBT8AZLqvs


Vale la pena di ascoltare bene, da Brindisi:
http://www.youtube.com/watch?v=vGF-QkCTtpw


a grande richiesta, un "sempre-nero":
http://www.youtube.com/watch?v=Kl2lKhZY37M


e un poco di attualità
http://www.youtube.com/watch?v=Z9HHa7LYboY 
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A questo indirizzo il ringraziamento agli intervenuti da parte del comitato promotore di Savona.

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8 febbraio 2011

Savona, convegno nazionale sul carbone


Venerdì 18 febbraio, una serata… fin troppo importante per chi si occupa di ambiente e salute e per chi vuole risposte sui due “temi caldi” savonesi, ovvero centrale a carbone e piattaforma Maersk: infatti sono stati organizzati contemporaneamente due appuntamenti, il convegno al Chiabrera sul carbone (organizzato da Uniti per la Salute Onlus in collaborazione con la libreria UBIK) e quello alla SMS Baia dei pirati di Vado ligure sulla piattaforma (organizzato da Amare Vado).
Sicuramente una “svista” organizzativa, considerando il fatto che il target è quasi completamente sovrapponibile, perché quasi tutti i cittadini interessati a un argomento lo sono anche all’altro: ci auguriamo quindi che “Amare Vado” riesca a
spostare la serata sulla piattaforma, visto che per ovvi motivi sarebbe assolutamente impossibile rimandare l’appuntamento al Chiabrera (il teatro savonese è denso di impegni e occorrono almeno 3-4 mesi per programmare un evento in questa location).

Nella speranza che ci venga comunicata quanto prima una nuova data per la SMS Baia dei Pirati, ricordiamo che l’incontro pubblico al teatro Chiabrera di Savona, dal titolo “Potenziamento a carbone: punto di non ritorno?”, inizierà alle ore 21 e cercherà di dare risposte a tutte le domande che i cittadini si pongono da anni e a cui, molto spesso, non hanno avuto risposte soddisfacenti.
Interverranno il dottor Ugo Trucco, Presidente dell’Ordine dei medici di Savona, il dottor Marco Stevanin, esperto ambientale già membro della commissione nazionale VIA-VAS, il dottor Fabrizio Bianchi, ricercatore del CNR ed esperto in VIS, e in videoconferenza il dottor Giovanni Ghirga dell’ISDE, portavoce dei medici per l’ambiente del Lazio.
La scelta dei relatori è stata basata sull’esigenza di dare un respiro nazionale, e non solo territoriale, al convegno, che infatti vedrà anche la partecipazione di cittadini di tutta Italia che vivono in zone interessate dalle ricadute di centrali a carbone, tutti impegnati in una difficile lotta contro i poteri forti in difesa della propria salute.

ATTENZIONE: poiché gli interventi previsti sono molto numerosi, difficilmente ci sarà la possibilità di far seguire al convegno un dibattito pubblico, come si era sperato inizialmente: Uniti per la Salute invita quindi tutti i cittadini che hanno domande, dubbi, quesiti da porre di INVIARLI PREVENTIVAMENTE all’indirizzo e-mail unitiperlasalute@libero.it
TUTTE la domande saranno prese in considerazione e si cercherà di fornire una risposta esauriente a tutte, durante il convegno.
Una serata da NON PERDERE assolutamente, a cui dovrebbe partecipare l’intera popolazione della Provincia visto che siamo tutti interessati dalle ricadute ambientali della centrale.

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1 febbraio 2011

"Se la situazione è davvero così grave, perché non ne parla nessuno?"

Da Savonaeponente.com
di VALERIA ROSSI, in rappresentanza dell’U.C. Savona – Qualche lettore, commentando articoli che su questo giornale accusano la centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure di inquinare causando gravi danni alla salute, ogni tanto ci chiede: “Ma se la situazione fosse davvero così grave, perché non ne parlerebbe nessuno?”
Ecco: oggi ve lo spieghiamo, il perché.

25 gennaio 2011
L’Unione Cittadini e Comitati savonesi, dopo aver presentato esposto alla Procura di Savona, pensa sia necessario fare un ulteriore passo per spiegare
ai concittadini le proprie motivazioni, e cioè la reale situazione dell’aria che respiriamo, che viene spesso ignorata o addirittura travisata dai media.
I membri dell’U.C. quindi si autotassano per poter pubblicare, a pagamento, una serie di mezze pagine non aggressive, ma semplicemente informative, sulle domande che da troppi anni attendono risposte sul territorio e sulla consapevolezza scientifica che il carbone UCCIDE.

26 gennaio 2011
Contattiamo l’agenzia pubblicitaria de “La Stampa”: Publikompass.
Parliamo con una gentilissima agente, le spieghiamo esattamente di cosa si tratta, ci risponde che si può fare e concordiamo il prezzo.
La signora ci spiega che sarà necessaria l’approvazione dello staff redazionale che si occupa di verificare che le pagine a pagamento siano a norma di legge (ovvero che non contengano, ovviamente, offese, messaggi minatori o simili).
Poiché il nostro breve redazionale non contiene nulla di tutto ciò, inviamo sereni la nostra paginetta: e a distanza di un paio d’ore ci viene comunicato che l’autorizzazione è stata concessa, ma che è condizionata alla firma di una manleva.
Questa richiesta potrebbe anche apparire eccessiva in un Paese civile, visti i contenuti equilibrati e civili (oltre che scientificamente inattaccabili) del nostro messaggio: ma siamo in Italia e ne siamo tristemente consapevoli.
Quindi la portavoce firma e spedisce subito la manleva, sollevando così il giornale da qualsiasi responsabilità che potesse derivargli… dall’aver pubblicato la verità.

A questo punto… succede qualcosa.
Ovvero, parte una vera e propria operazione di CENSURA.
Infatti, tanto per cominciare, ci viene comunicato che il prezzo “per questo tipo di comunicazione” è il DOPPIO del prezzo concordato all’inizio.
QUALE “tipo di comunicazione”?, chiediamo stupefatti. E perché lo scopriamo solo a distanza di 3 ore dall’invio e dall’approvazione della bozza?
L’agente ci spiega, imbarazzatissima, che “i redazionali costano il doppio delle inserzioni commerciali”. E già il concetto in sé suona stranissimo, visto che un inserzionista commerciale acquista pagine per il proprio tornaconto, e noi no.
Come può una pubblicità costare meno di un redazionale pagato da persone che cercano di attirare l’attenzione dei loro concittadini su un problema di SALUTE PUBBLICA senza alcuno scopo di lucro, anzi autotassandosi?
Ci saremmo aspettati che questo tipo di spazio venisse offerto, semmai, a un prezzo inferiore, un po’ avviene per le “Pubblicità Progresso”: invece ci chiedono il DOPPIO…e sembrerebbe assurdo anche se non avessimo avvisato preventivamente del “tipo” di messaggio che volevamo mandare. Ma noi l’avevamo dichiarato SUBITO! Fin dal primo contatto.

Poiché la cosa comincia a somigliare a un vero e propro tentativo di boicottaggio, reagiamo con una certa indignazione: tanto che si schiera dalla nostra parte perfino l’agente con cui abbiamo parlato (e che sa bene che sta facendo una pessima figura, visto che è stata LEI a dirci il primo prezzo e a metterci la faccia).

Chiediamo di parlare con i suoi superiori, capendo il suo imbarazzo e la sua buona fede: ma è impossibile.
Si rifiutano proprio.
Non si abbassano a comunicare con la plebaglia (ovvero con i clienti meno abbienti, che possono permettersi solo qualche mezza paginetta: se telefonasse un grosso inserzionista, probabilmente salterebbero come grilli).
Ovviamente la scusa ufficiale è che “sono impegnati”.
Comunque dicono all’agente che “dev’essere lei a mantenere i rapporti con il cliente”: cosa che le riesce un po’ difficile, perché il cliente è MOLTO incavolato.
Alla fine questa signora, con un rarissimo esempio di correttezza, arriva a dirci che ci mantiene il prezzo promesso, e il resto ce lo mette lei di tasca sua.
La ringraziamo ed attendiamo fiduciosi la pubblicazione, che ormai non dovrebbe più trovare altri intoppi.

Invece li trova.
Ci richiama l’agente, ormai con una vocina tremante che sembra arrivare dall’oltretomba.
Dice che “le hanno comunicato che occorre un’ULTERIORE approvazione” da parte di non-si-sa-chi.
“Forse della Tirreno Power?” chiediamo: perché a questo punto la battuta sarcastica sale proprio spontanea alle labbra.
La mortificatissima agente non sa cosa dirci: balbetta qualcosa tipo “credo da parte dei legali, ma non lo so, non mi hanno dato spiegazioni”…e ci spiega che ormai l’uscita prevista per venerdì 27 (giorno che avevamo richiesto) è comunque saltata.
Se anche arrivasse questa approvazione se ne parlerebbe per il giorno successivo, e cioè sabato 28.
Rispondiamo che per noi va bene anche il sabato.

27 gennaio 2011
E’ venerdì…e naturalmente arriva la notizia definitiva che la pubblicazione NON è stata approvata.
Il tutto senza uno straccio di motivazione e senza che nessuno si disturbi a fare neppure una telefonata di scuse (esclusa quella della solita, disperatissima agente, che adesso deve anche “coprire un buco” nel giornale, in extremis, perché ci aveva tenuto lo spazio).
Non potendo sparare sulla croce rossa, non diciamo neanche una parola a quella signora, che più gentile e corretta di così non poteva essere. Inviamo invece un fax alla Publikompass con una richiesta di spiegazioni.
Il fax, fino a questo momento, non ha ottenuto alcuna risposta.

E adesso dobbiamo mostrarvi, almeno da queste pagine online, il terrificante messaggio che avevamo intenzione di far uscire:


Se faticaste a leggere il testo, visto che i caratteri appaiono molto piccoli, potete cliccare qui per scaricare il .pdf del formato originale.

Come crediamo sia evidente, non si trattava di insulti, né di incitamento alla violenza o di terrorismo: neppure di “terrorismo ambientalista” (termine tanto caro ai nostri potenti “avversari”).
Era solo un invito ai cittadini a non lasciarsi più prendere in giro, ad informarsi, a capire quello che sta succedendo nella nostra provincia (TUTTA, perché le ricadute delle emissioni interessano un raggio di 50 km e quindi interessano praticamente tutti i comuni da Albenga a Varazze, entroterra ampiamente compreso).
Era un tentativo di far sorgere gli stessi nostri dubbi e le stesse nostre domande in chi non se li è mai posti solo perché è stato tenuto all’oscuro del problema dai media (salvo poi dare, su tutti i giornali, immenso risalto ai risultati dello studio IST/ARPAL, che non ha MAI studiato la correlazione tra inquinamento e salute ma che è stato ingannevolmente spacciato come se li avesse a) esaminati, b) ritenuti soddisfacenti. QUELLO sì, che ha ottenuto i paginoni. E pure gratis).

Terrorismo? “Procurato allarme”? (perché ci hanno accusati pure pure di questo).
NO!
Semmai allarme vero, reale e concreto.
Un tentativo di informare migliaia di cittadini quotidianamente esposti ad emissioni venefiche a loro insaputa.

Certo, il “procurato allarme” è un reato e il “mancato allarme“, penalmente, no (o almeno, non per i giornali: per le istituzioni lo è): ma è sicuramente un vero e proprio “delitto” morale, etico, civile, sociale.
E’, che so, come vedere un principio di incendio e voltarsi dall’altra parte.
Come venire informati che sono state spedite mille lettere all’antrace rivolte a mille cittadini savonesi, e TACERE.
Il mancato allarme, di fronte a una vera e propria strage che si sta consumando quotidianamente sotto i nostri occhi, è una responsabilità terribile.

Possibile che a nessuno importi nulla, di questo?
Possibile che contino solo i soldi?

Evidentemente, in Italia, sì.
Ed avendolo già intuito, ci eravamo detti: PAGHIAMO anche noi, di tasca nostra, per poter esprimere la nostra opinione (che in realtà non è solo un “opinione”, essendo basata su fatti inconfutabili e dati scientifici certi).
Paghiamo di tasca nostra per diffondere – almeno a grandi linee, nel poco spazio che ci possiamo permettere – le informazioni in nostro possesso; ma anche per riuscire a spiegare, per esempio, ai lavoratori della Tirreno Power che NON abbiamo mai voluto la chiusura della fabbrica (come qualcuno vorrebbe far loro credere); che NON siamo i loro nemici, che vorremmo un dialogo con loro, per provare a cercare insieme soluzioni (che ESISTONO) capaci di salvare contemporaneamente lavoro e salute.

Ora abbiamo scoperto che NON SI PUO’ fare neanche questo, perché NON PAGHIAMO ABBASTANZA!
Perché la miliardaria Tirreno Power (ovvero Sorgenia, ovvero Gruppo CIR di De Benedetti) ha molti più soldi di un gruppo di normali cittadini e lavoratori.
E non importa che l’azienda ottenga regolarmente a pubblicazione di quello che noi riteniamo essere l’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITA’, ovvero pagine e pagine di pubblicità che parlano di green economy e di energie rinnovabili come se fossero tra le loro priorità (poi vai a leggere il bilancio ufficiale pubblicato sul loro sito, e leggi: investimenti nell’anno 2009, euro ZERO) e di “carbone pulito” (la cui esistenza stessa è smentita dalla scienza ufficiale).
No, non importa.
Perché pecunia non olet.

Chi paga molto viene non solo pubblicato, ma anche sostenuto, appoggiato, addirittura osannato (perché se gli dici un solo “ba” contro, c’è il rischio che non paghi più…).
Chi paga poco viene censurato.

E non importa se oggi o domani (ma più probabilmente mai) la Publikompass ci darà una motivazione diversa da questa: visto come si sono svolti i fatti, non ci crederemo mai. E speriamo davvero che non ci creda nessun altro.

Speriamo che tutti vedano, invece, che tutto questo è incostituzionale, oltre che moralmente perverso.
Perché la Costituzione Italiana, all”art. 21, stabilisce che:

* Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
* La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

E forse la seconda frase, volendosi arrampicare sugli specchi, si potrebbe intendere come riferita solo agli “organi” di stampa propriamente detti: quindi “non dovrebbero essere censurati” solo gli articoli dei giornalisti propriamente detti (cosa che peraltro succede in continuazione: ma viene raramente denunciata, con la scusa del “tengo famiglia”): ma la prima frase è cristallina, limpida, inequivocabile.
TUTTI hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con “ogni mezzo di diffusione”. Ivi compresa, si presume, la pubblicazione a pagamento di notizie che non si riescono a far emergere semplicemente “comunicandole” a chi non vuole diffonderle.
O a chi riceve pressioni per non diffonderle e magari, con questo, si ritiene sollevato da ogni responsabilità.
Ma non è così, non sarà MAI così.
Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti.


NOTA: Il presente articolo è di libera pubblicazione e diffusione: anzi, chiunque lo desideri è pregato di diffonderlo il più possibile, perché quello che è successo ieri a Savona succede continuamente in ogni parte d’Italia, a chiunque si sforzi di far conoscere i risultati della scienza su centrali a carbone, inceneritori e tutte le altre forme di inquinamento che stanno causando vere STRAGI un po’ ovunque.

NON SI PUO’ PIU’ SOGGIACERE ALLA CENSURA DEI POTERI FORTI SU CHI VUOLE SEMPLICEMENTE TUTELARE LA PROPRIA SALUTE E QUELLA DEI SUOI FIGLI.
CHIUNQUE POSSA FARLO, E IN QUALSIASI FORMA – ANCHE SOLTANTO CON LA DIFFUSIONE – PER FAVORE
CI AIUTI A COMBATTERE QUESTA PREVARICAZIONE.

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19 gennaio 2011

Savona: Tirreno Power si difende dalle accuse usando i suoi lavoratori come scudi umani

Da Savonanews.it
“L’azienda esprime profondo sconcerto e indignazione per l’iniziativa mediatica assunta oggi da un Comitato denominatosi Unione cittadini”.

Inizia così la replica di Tirreno Power all’esposto-denuncia presentato oggi in Tribunale a Savona con la richiesta di porre sotto sequestro la centrale termoelettrica di Vado Ligure, riportano alcuni organi di informazione dalla stessa sponsorizzati.

Per l'azienda l'esposto sarebbe "Una richiesta pretestuosa e priva di fondamento giuridico" pur non conoscendo i contenuti delle 26 pagine degli atti che la riguardano.

“Tirreno Power si riserva di fare tutti i passi legali necessari per tutelare l’immagine e la reputazione dell’azienda e dei tanti lavoratori che vi operano”

Questo è un classico: assimilare la propria reputazioni a quella dei lavoratori. Peccato che le due cose siano ben distinte.

I lavoratori non c'entrano nulla e sarebbe bene per decoro tenerli fuori da questa impasse aziendale senza usarli come scudi umani. Sarebbe bene che fosse la stessa tirreno power a lasciarsi consigliare dai suoi molteplici uffici stampa per mantenere una reputazione che scricchiola, già da quando il nr. 1 del PD savonese Di Tullio li bollò come "interlocutori non affidabili".

Indignati sono semmai i Cittadini che respirano, e gli enti locali (che certo non lo nascondono) per una condotta contraria ad ogni principio di cautela e di ascolto del territorio. Utili privati, inquinamento pubblico, è un costrutto comodo ma che non funziona più, perchè quando la trasparenza è assai poca 364 giorni l'anno, i controlli discutibili e/o autoreferenziati, hai voglia a spiegarla ad un malato di cancro che le emissioni sono nelle soglie consentite.

Forse un maggior ricorso alla impensabile soluzione del metano, comodamente allacciato da Snam a spese pubbliche, e un poco di sincerità in più su un combustibile fossile ottocentesco che si insiste ad utilizzare anche in centri abitati come Vado, Quiliano e la provincia di Savona - nonostante la contrarietà di tutti salvo le parti economicamente interessate - ossia un suo celere abbandono, aiuterebbe Tirreno Power e il suo gruppo - che si vanta di produrre "energia sensibile" - ad incorrere in un (forse) minor fatturato, ma anche in un minore periodico imbarazzo.

Forse più che preoccuparsi della propria immagine Tirreno Power bene farebbe ad occuparsi della Salute Pubblica, secondo Costituzione, più che con siti verdognoli, spazi pubblicitari, e dichiarazioni magniloquenti sull'ambiente, senza menzionare il nero carbone, se possibile.

ilpunto@savonanews.it

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Chiude il carbone a Genova, e a Savona?

Da SavonaePonente
"MODA – Apprendiamo da notizie stampa (Tg3 della Liguria del 12/01/2011) che gli Enti locali genovesi (Comune, Provincia e Regione) hanno deciso la definitiva chiusura della obsoleta piccola centrale ENEL di Stato a carbone nel porto di Genova (1° gruppo nel 2012, 2° nel 2013 e 3° nel 2017).
Accogliamo con piacere questa buona notizia considerando che i genovesi non respireranno più i pericolosi miasmi della vecchia centrale in pieno centro abitato riducendo così i numerosi morti prematuri, le malattie ed i relativi costi esterni prodotti dall’inquinamento dei fumi del carbone nonché i dannosi effetti sul clima per eccesso di CO2.
Nello stesso tempo però siamo costernati ed indignati per il fatto che non si applichino gli stessi principi di salvaguardia ambientale per la popolazione del savonese (con i Comuni di Vado, Quiliano, Savona, Spotorno, Noli, Bergeggi e della Val Bormida ecc.) chiudendo i vecchi gruppi a carbone della grande centrale di Vado addirittura di proprietà privata (De Benedetti) che continuano invece vergognosamente a inquinare massivamente in pieno centro abitato pur essendo, come quelli di Genova, totalmente obsoleti e non a norma almeno dal 2005 rispetto alle norme IPPC italiane ed europee. Ricordiamo tra l’altro (vedi allegato):

• I costanti superamenti del Limite di legge dei principali inquinanti nel savonese in particolare per le polveri sottili cancerogene e cardiotossiche Pm10 e Pm 2,5 come documentato da misure satellitari di ESA (Agenzia Spaziale Europea)
• Gli studi sui licheni che dimostrano nel comprensorio di Savona, Quiliano e Vado livelli di inquinamento paragonabili ai siti più inquinati d’Italia
• Il mancato rispetto dalle normative Ue IPPC dei gruppi 3 e 4 a carbone che sono “fuorilegge” e che quindi andrebbero immediatamente chiusi perché, non utilizzando la “miglior tecnologia disponibile”, producono oggi eccessivo inquinamento e costi esterni di 140 milioni di euro/anno.
• La mancanza per la centrale Tirreno Power della obbligatoria certificazione A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) dell’Unione Europea per cui attualmente l’impianto non potrebbe funzionare.
• Il maggior livello nel 2005 di mortalità standardizzata d’Italia per tumori totali in Provincia di Savona con il continuo incremento dell’incidenza di malattie cardiache e tumorali.
Ci troviamo quindi di fronte a una Regione che usa “due pesi e due misure” come se i cittadini del Savonese e della Val Bormida fossero più resistenti di quelli di Genova alle gravissime patologie tumorali, cardiocircolatorie, degenerative sicuramente indotte dall’inquinamento da carbone. La centrale Tirreno Power di Vado nel savonese ” è la prioritaria responsabile delle emissioni di Ossidi di azoto (68,3%); PM10 (34,9%), SOx (89,7%) e di COV (37,9%). ” (vedi Piano regionale 2006 a PAG. 1072-1073 e 1074). Inoltre i vecchi gruppi a carbone 3 e 4 da soli sono responsabili dell’80% dell’inquinamento dell’intera centrale.

Addirittura oggi si parla di “potenziamento a carbone” quando è stato dimostrato scientificamente che porterebbe maggior inquinamento sul territorio, mentre Tirreno Power continua a raccontare la favola del “carbone pulito”!
Dal maggio 1988 attendiamo la completa metanizzazione e il depotenziamento di questa “centrale in città” come richiesto dall’Istituto Superiore di Sanità e a tutt’oggi dall’Ordine dei Medici della Provincia di Savona come peraltro votato all’unanimità dai Comuni di Vado, Quiliano, Savona e per ben due volte dalla Provincia di Savona.
La situazione attuale verrà ulteriormente aggravata dal progetto di combustione dei rifiui come CDR nei gruppi a carbone (vedi pag. 170 del Piano provinciale rifiuti approvato dalla Regione) con emissioni aggiuntive nei fumi delle pericolosissime diossine e metalli pesanti mentre nel savonese da più parti si invoca come “soluzione finale” l’ampliamento della discarica ECOSAVONA del Boscaccio a Vado per accogliere tutti i rifiuti della Provincia di Savona e anche di Imperia nonché la realizzazione di una inutile piattaforma Maersk a tombare la rada di Vado con aggravio dell’inquinamento atmosferico per il pesante traffico indotto e dell’ inquinamento marino per il rimescolamento dei fondali altamente inquinati.

A FRONTE QUINDI DELLA TOTALE IRRESPONSABILITÀ DEGLI ENTI PUBBLICI LOCALI NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE E DELL’AMBIENTE DEL COMPRENSORIO SAVONESE, A SALVAGUARDIA DELLA SALUTE, CHIEDIAMO IL TRASFERIMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE.

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16 gennaio 2011

Tirreno Power denunciata per omicidio dai cittadini di Savona

Comunicato stampa
L'Unione Cittadini e Comitati di Savona denuncia Tirreno Power per "Getto pericoloso di cose, lesioni personali ed omicidio"
Sono queste le principali accuse contenute nell'esposto/denuncia che verrà depositato presso la Procura della Repubblica di Savona alle ore 11:30 di martedì 18 gennaio 2011 con richiesta di sequestro preventivo degli impianti di Vado Ligure / Quiliano.
Quarant'anni di inquinamento ininterrotto, enormi ripercussioni sulla salute dei cittadini che si ammalano e muoiono in percentuale significativamente maggiore rispetto alla media regionale che – con la presenza di tre centrali a carbone - è già tra le più alte d’Italia.

Questo il dato di fatto che – al di là delle rassicurazioni politiche, basate su fonti e dati non sufficientemente attendibili – ha spinto un gruppo di cittadini a denunciare alla Procura di Savona la Tirreno Power – proprietaria della centrale di Vado Ligure e controllata da SORGENIA (Gruppo CIR/De Benedetti) – con l’ipotesi dei seguenti reati:

GETTO PERICOLOSO DI COSE, LESIONI PERSONALI ed OMICIDIO

e con richiesta di sequestro preventivo dei gruppi a carbone 3 e 4, ritenuti responsabili di buona parte dell’inquinamento che ricade in un raggio di 50 km ca. intorno alla centrale con un elevatissimo costo sociale in termini di danni, malattie e decessi che interessa l'intera provincia.

L’esposto, curato dall’avvocato Roberto Suffia, verrà depositato presso il Tribunale di Savona martedì 18 gennaio, alle ore 11,30. Alle ore 12 è previsto un incontro con giornalisti e TV, all’ingresso del Tribunale, durante il quale l’avvocato Suffia sarà disponibile per rispondere alle domande.

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26 novembre 2010

Pietra Ligure delibera un netto "no" al carbone

Fonte: ivg.it
"Il Comune di Pietra Ligure dice no all’ampliamento della centrale a carbone di Tirreno Power. Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale è stato infatti approvato un ordine del giorno presentato dalla maggioranza con la richiesta di formalizzare la contrarietà dell’amministrazione pietrese al progetto previsto per la centrale vadese.

Il documento approvato dal parlamentino pietrese si inserisce in uno studio riguardante l’incidenza delle polveri e dei fattori inquinanti della centrale fino ad oltre 50 km dal sito vadese. L’ordine del giorno ha chiesto inoltre di avviare un processo di ambientalizzazione dei gruppi a carbone esistenti e la riconversione della centrale, oltre ad un effettivo controllo pubblico delle emissioni inquinanti e dei loro effetti sul territorio savonese.

E’ stato invece respinto dal Consiglio comunale un emendamento presentato dalla minoranza consiliare che prevedeva un “ni” all’ampliamento a carbone della centrale ma lasciava aperto il tavolo di discussione con l’azienda, in primis sul tavolo ambientale"

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24 novembre 2010

Cobas Savona: quale indagine epidemiologica a Vado?

...Ma non esistono solo Sindacati deviati

Fonte: SavonaePonente
COBAS SAVONA – Il Comune di Cairo pare infine orientato a richiedere una indagine epidemiologica sulle malattie da contaminanti industriali. Da dove occorre partire? La letteratura scientifica ci dice con chiarezza quali malattie provocano i diversi contaminanti emessi dalle industrie. Esistono in tutto il mondo centinaia di indagini epidemiologiche riguardo al carbone. Come occorre fare?
Prima di tutto,monitorare l’insieme delle malattie e non solo quelle tumorali. Creare una mappatura dell’inquinamento e individuare tre livelli di esposizione in cui inserire la popolazione cairese. Vanno studiati i ricoveri per acuti, distinguendo bambini e adulti, maschi e femmine. Per i bambini, incidenza di sinusiti, bronchiti, otiti, asma; per gli adulti: insufficienza respiratoria e cardiaca, asma, bronchite cronica, infarti. Poi,la mortalità: per i bambini leucemie, encefalo, linfomi e sarcomi; per gli adulti polmone, laringe, vescica.
Poi, morti per malattie cardiovascolari, respiratorie, diabete, malattie autoimmuni, abortività spontanea, malformazioni congenite.
L’indagine epidemiologica deve andare di pari passo con la misurazione delle emissioni di tutte le industrie che insistono sul Comune di
Cairo (esempio,Tirreno Power di Vado Ligure,con gruppi a carbone a meno di 50 chilometri).
La popolazione deve sostenere l’indagine, che deve essere trasparente e finalizzata a tutelare la salute dei cittadini.

Confederazione Cobas Savona

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Terra di Poeti e Coglioni. I sindacati Nazionali primi dipendenti dal carbone

Riportiamo un articolo a firma di V. Rossi, da SavonaePonente 

Tema: Tirreno Power.
Svolgimento: “Il progetto tecnicamente è a posto” (strano, a noi risultava -  come da perizia giurata – che ci fossero  dati  inesatti e che il prospettato miglioramento della qualità ambientale fosse stato basato addirittura su cifre inventate, ndr).
“Abbiamo ricevuto i dati sui monitoraggi” (quali? ndr).
“E’ partito il tavolo ambientale per il controllo pubblico delle emissioni” (ma davvero? Finora ci risulta che se ne sia soltanto parlato, ndr)”.
“Ora spetta alle istituzioni decidere sul futuro dell’ampliamento della centrale vadese. Il cuore della questione è portare avanti la trattativa industriale, tuttavia non posso far a meno di notare che gli enti pubblici ed in primis la Regione sembrano eludere il problema e c’è un continuo rinvio su una scelta che ormai hasolo un significato politico”.
Voto: 3- , almeno per chiunque conosca davvero l’argomento e si renda conto del cumulo di inesattezze riunite in queste poche frasi.
Invece no.  Ben pochi rispondono:  “Ma che stai a di’?”. Tutti gli altri tacciono in religioso silenzio.

Ipse dixit.
E chi è che dixit?  Francesco Rossello, segretario provinciale della CGIL.
Quella stessa CGIL  che in tempi non lontani fece clamorose battaglie per difendere i lavoratori dell’ACNA, che si ammalavano e morivano proprio come oggi si ammalano e muoiono gli abitanti di Vado Ligure, di Savona, di Spotorno, di Noli (e gli stessi lavoratori della Tirreno Power: siamo a conoscenza di almeno tre casi).
Ma come si fa ad ignorare l’impatto sulla salute che ha già OGGI questa centrale a carbone di città, impatto provato da decine, per non dire centinaia di studi scientifici?
Come si fa a dire “abbiamo ricevuto i dati sui monitoraggi“, quando non esistono altri monitoraggi se non quelli eseguiti dalla stessa Tirreno Power?
Come si fa a pensare che le amministrazioni “continuino a rinviare una scelta che è solo un fatto politico“, quando è palese che le amministrazioni, pur prese per il collo dalle pressioni economico-politiche, sembrano mostrare ancora  quel barlume di intelligenza sufficiente a  capire che pensando solo al fatto politico sarebbero responsabili di decine di ULTERIORI morti?
Certo, il signor  Rossello può pensare che sia “solo un fatto politico” (ma poi, in che senso? TUTTO è politico: anche prendersi cura della salute):  perché nessuno ricorda di aver visto il signor Rossello ad alcuna conferenza tenuta da medici che spiegavano il motivo per cui la centrale a carbone di Vado è già ritenuta una bomba innescata, mentre  il suo ampliamento equivarrebbe ad un’esplosione.
Nessuno ha mai visto ad alcun dibattito aperto (leggi: dotato di quel contraddittorio che sempre si invoca quando non serve a  un accidenti, ma MAI quando sarebbe davvero necessario) né il signor Rossello, né la signora Meneghini della CISL, né  nessuno degli altri sindacalisti che oggi sbavano dal desiderio di offrire ai savonesi questa trentina, o cinquantina che sia, di posti di lavoro, in cambio di venti morti all’anno e di un costo sociale di oltre 100 milioni di euro annui (come risulta dall’elaborazione dei dati Externe dell’Unione Europea).
E’ possibile che il signor Rossello & C. ignorino questi dati di fatto?
SI’.
E’ possibilissimo, anche se le relazioni dei medici sono state inviate praticamente a tutto il mondo: perché pochissime persone le hanno lette.
Leggere, studiare, capire è fatica: è molto più facile bollare i medici ambientalisti come “fanatici” ed evitare di prenderli in considerazione,  tanto si trova sempre qualche mediconzolo servo del potere disposto a dire qualche bel “ma vaaaaa ma va laaaaaaa”, ovviamente non motivato né supportato da alcuno studio scientifico (perché NON NE ESISTONO a favore del carbone), ma sufficiente a mettere a tacere le coscienze.
Quelle sporche, ovviamente.
Si dirà:  i rapporti medici sono difficili da capire, il linguaggio scientifico non è alla portata di tutti, magari hanno letto ma non hanno capito bene.
La scusa, però, è deboluccia: perché gli stessi dati sono stati riportati su  decine di siti, blog, giornali  (almeno quelli online), in forme comprensibili anche da un bambino di dieci anni. Senza contare che ci sono molte altre cose che un amministratore o un sindacalista può “non capire”, anche perché nessuno è  tenuto a capire tutto: la laurea in tuttologia non è poi così diffusa, ed è per questo che in mille campi diversi il politico – o il sindacalista – di turno  si affida ad esperti esterni,  li ascolta con il massimo interesse e prende per buone le sue parole.
Succede sicuramente nel campo dell’edilizia, per esempio: e gli esperti  che bazzicano Savona forse non sono poi così in gamba, visti i risultati… ma le loro parole vengono prese comunque per oro colato, tanto che a volte serve l’insurrezione popolare per evitare che si sprechino miliardi in mostruosità architettoniche. E altre volte non basta neanche quella, perché  sprechi e mostri vanno avanti ugualmente.

Sta di fatto che gli esperti vengono convocati, pagati, ascoltati e seguiti.

Invece, quando si parla di salute, gli esperti (che sono ovviamente i medici) vengono tenuti a distanza.
All’ormai celeberrimo (anzi, famigerato)  studio IST-ARPAL che avrebbe dovuto valutare l’impatto dell’inquinamento sulla salute dei cittadini (e che non l’ha fatto, anche se hanno cercato di farci credere di sì) NON HA PARTECIPATO NEPPURE UN MEDICO. C’erano matematici, biologici, statistici, perfino un architetto. Medici, ZERO.
Allora i medici, poveracci, si fanno avanti in proprio: d’altronde hanno giurato “di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo”. Hanno un codice etico e deontologico che li obbliga ad occuparsi della salute pubblica:  se non lo facessero, non sarebbero medici degni di tale nome.
Per questo si fanno avanti e cercano di spiegare, di far capire.
Invece di essere pagati, come dovrebbero esserlo tutti i consulenti tecnici, PAGANO DI TASCA LORO, perlomeno in  termini di tempo ed energie che impiegano a scrivere relazioni, a farle avere a tutti gli interessati, a cercare, insomma,  di informare chi di dovere su quello che sta succedendo e quello che potrebbe succedere.
Risultato? Zero.
Nessun amministratore e nessun sindacalista noto sembra essere a conoscenza del contenuto di quegli studi, di quelle ricerche, di quelle relazioni.
Qualche sindacalista molto meno noto, in realtà,  dimostra di aver capito  (forse perché lui a qualche convegnoc’è andato)… ma quando gli si chiede di prendere pubblicamente posizione allarga le braccia: “Non posso farlo, per motivi politici”.
Gli stessi motivi che trattengono tante persone per bene, rappresentanti di questo o quel partito, che sarebbero anche convintissime delle ragioni ambientaliste ma che non possono sposarle (almeno non pubblicamente) perché sanno che il giorno dopo sarebbero tagliate fuori dai partiti, da ogni possibilità di raggiungere uno straccio di cadreghino ma anche, magari, da ogni possibilità di portare avanti altre battaglie a cui  tengono davvero e che non vogliono mollare.
Purtroppo di persone per bene di questo tipo ce ne sono a destra come a sinistra (come è logico che sia, perché la salute non può avere colore politico): ma non mettono fuori il naso, perché i pochi (pochissimi, a dire il vero) che ci hanno provato, il naso se lo son visti tagliare via.
Attenzione: noi siamo convinti che la battaglia in difesa della salute valga più di ogni altra, perché senza salute non può esserci istruzione, né lavoro, né pari opportunità, né null’altro. La  battaglia per la salute è come quella per l’acqua: la difesa di un bene primario, anzi “del” bene primario in assoluto.
Però possiamo capire che ognuno abbia le sue priorità; e possiamo capire che a qualcuno scocci sposare una battaglia che porta grande impopolarità. Abbiamo visto tutti chiaramente come in questa Provincia dichiararsi “ambientalisti ” significhi bruciarsi politicamente, perché i  grandi business di questa provincia sono carbone e cemento.
Chi non li vuole, automaticamente non viene più  “voluto”.
Purtroppo, se il cemento fa danni di altro tipo,  il carbone uccide.
Fa fuori una ventina di persone all’anno  (sono sempre dati scientifici, non “allarmismi fanatici”) e ne fa ammalare un quantitativo non ancora definito, ma sicuramente molto più elevato.
E allora, pur capendo chi ha paure di vario genere, continuiamo a sostenere che – business o non business -  il carbone vada assolutamente combattuto: anche perché le alternative ESISTONO.
Nessuno vuole mettere dei lavoratori in mezzo alla strada: si vorrebbero solo trovare soluzioni che permettano loro di lavorare senza rischiare la pelle e senza farla rischiare a chiunque abiti nel raggio di 50 chilometri.
Ma a fronte di tutto questo, chi parla di salute viene bellamente ignorato. Anzi, peggio:  un dirigente sindacale si permette di trattare l’argomento con  orripilante superficialità.
Il dirigente di  un sindacato, dannazione! Ovvero chi per primo,  forse prima ancora delle amministrazioni, la salute dei lavoratori dovrebbe tutelarla.
Uno di quegli stessi personaggi che poi sbraitano nei megafoni che vogliono “sicurezza sul lavoro”: ma le  morti sul lavoro non sono soltanto quelle dell’operaio schiacciato dalla pressa. Sono anche quelle dell’operaio che respira veleno ogni santo giorno.
Ai tempi dell’ACNA la CGIL (almeno lei) lo sapeva. Ora l’ha dimenticato.
O quantomeno l’ha dimenticato Rossello.
Cosa si può dire, di fronte ad atteggiamenti ottusi come questi?
Ci si pone sempre la stessa domanda che ci eravamo già posti in precedenza: c’è sotto della clamorosa malafede, o davvero questi signori non hanno ancora capito che stanno giocando con la pelle  dei lavoratori, oltre che con quella  dei cittadini?
Ma oltre a questo non si sa davvero cosa dire. Non ci sono  parole.
O meglio, ce ne sarebbe una: quella che un signore di una certa notorietà politica ha rivolto “agli italiani che voterebbero contro il proprio interesse” (nel caso non ve ne ricordaste, qui sotto trovate un  breve video-memorandum”).

“Coglioni”, già.
Termine che ormai è sicuramente divenuto di libero utilizzo (un po’ come “orcodio”), visto che nessuno ha denunciato il signore che l’ha affibbiato a metà del popolo italiano. Quindi  presumo che potremmo dirla anche noi, senza rischiare nessuna querela:  ma porca miseria, non  ci basta.
Rende, sì,  l’idea del misto di ignoranza, menefreghismo e superficialità dimostrata dai nostri sindacalisti nel caso Tirreno Power: ma non soddisfa del tutto… anche perché  proprio il fatto che l’abbia pronunciata il signore di cui sopra (uno che la sua ex moglie ha definito “uno che non sta bene”), la fa somigliare un po’ troppo al classico insulto che scappa di bocca a qualcuno che non ci sta più con la testa.
Invece i  difensori della salute, con la testa, ci stanno ancora.
Ma a volte hanno l’impressione di essere gli unici ad esserci… e anche questo, in fondo,  è un po’ tipico dei matti.
Dunque, vedete come è difficile?
Vedete come diventa arduo, quando si sa di avere ragione e di essere qui a lottare anche per la pellaccia altrui, trovare le parole giuste per rispondere a  quelli che invece vogliono fare business sulla nostra pelle, o  a quelli incapaci di capire cosa sta succedendo,  quelli che sbavano dietro a qualche posto di lavoro senza capirne il costo reale?
Se cerchi di spiegare civilmente le tue ragioni, vieni snobbato.
Se  insulti, passi da fanatico isterico.
Se urli, passi da matto.
E infatti così ci trattano quelli che rifiutano di ascoltare i comitati; quelli che i medici li convocano “giusto per”  (e cioé: perché  l’Ordine dei Medici è una figura di una certa rilevanza politica, che quindi non si può ignorare del tutto come si fa con dei semplici rappresentanti dei cittadini), ma non si scomodano neppure a riceverli personamente, e ad ascoltarli ci mandano una giovane signora che palesemente non sa di cosa si stia parlando; infine, ci trattano come matti quelli che, un tempo, erano tra le espressioni più forti e più incisive della volontà (oltre che dei diritti) dei lavoratori, degli operai, del popolo…e  che adesso non si sa più bene cosa siano:  se  ingranaggi di questo sistema marcio che sta portando alla rovina il Paese, o semplicemente portatori sani di ignoranza galattica.
Cosa rimane?
Rimane la gran voglia di urlare “COGLIONI! Come potete non capire quello che state facendo a tutti noi, compresi i vostri stessi figli?“; ma non per insultare, come fanno gli anziani signori fuori di testa. Solo per attirare l’attenzione.
Perché sentiamo la necessità, l’urgenza di  informare, di aprire gli occhi, di far capire la reale gravità di un problema che viene regolarmente sottostimato.
Noi continuiamo a provarci: ma ci rendiamo conto che spesso parliamo al vento. Che continuiamo ad urtare contro un muro di gomma fatto di una democrazia ridotta a burletta, di interessi di pochi che travalicano l’interesse di tutti, di poteri che corrompono e/o  minacciano, di media asserviti, di politici imbavagliati o silurati.
Così  succede che, alla fine, da coglioni passiamo noi.

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3 novembre 2010

Autorizzazione A.I.A. per la centrale a carbone di Vado: nuove osservazioni inviate al Ministero dell’Ambiente

Nuove osservazioni inviate al Ministero dell’Ambiente dal MODA di Savona, in relazione all’autorizzazione A.I.A. per la centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure:
Vedi qui

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Carbone a Vado Ligure, i cittadini chiedono una presa di psizione netta

Da Savonaeponente.com
"Prendere al più presto una decisa posizione sul futuro della centrale di Tirreno Power. E’ la richiesta di numerose associazioni, comitati e singoli cittadini, savonesi e non, compresi diversi medici in campo nazionale che fanno parte dell’ Unione Associazione, Comitati e Cittadini per la Tutela dell’Ambiente in provincia di Savona.

“Dopo anni di riunioni, tavole rotonde, posizioni assunte e poi modificate, delibere, ricorsi e controricorsi, esposti, gli abitanti di Vado e quelli di tutta la provincia di Savona si ritrovano nell’identica, precisa situazione di trent’anni fa. Anzi, sotto alcuni aspetti la situazione è addirittura peggiorata” scrivono associazione e cittadini savonesi.

“Dopo aver studiato a lungo i moltissimi documenti prodotti dalla stessa Azienda, dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione Liguria, dai medici locali italiani, europei e mondiali, dalle amministrazioni locali e da tutti coloro che, nel corso di questi anni, si sono occupati dell’argomento “centrale a carbone”, crediamo sia venuto il momento di fare il punto della situazione. Un punto che verrà presentato anche all’Assessore all’ambiente regionale Briano, che ha promesso di “venire sul territorio” quanto prima per ascoltare il punto di vista dei comitati, delle associazioni e di tutte le realtà che rappresentano i cittadini e che quindi sono l’espressione forse meno “istituzionale”, ma sicuramente più “vera”, della democrazia” .

In particolare l’ Unione Associazione, Comitati e Cittadini per la Tutela dell’Ambiente in provincia di Savona punta il dito contro “il carbone responsabile di causare malattie e uccidere decine di persone all’anno”.

“L’atteggiamento della politica locale – prosegue l’Unione Associzione per la tutela dell’ambiente - partendo dai Comuni ed arrivando alla Regione, è sempre stato all’insegna dell’ambiguità. Partiti e singoli politici che hanno impostato le proprie campagne elettorali sul No forte e deciso al carbone hanno, in seguito, fatto una parziale o totale marcia indietro, o hanno completamente smesso di occuparsi del problema.Sembra lecito supporre che i sindaci vengano tenuti in scacco dalla possibilità di un’”emergenza rifiuti” sicuramente non lontana, data la situazione delle discariche locali, a cui si potrebbe profilare la soluzione tristemente presente nell’ultimo Piano Provinciale dei Rifiuti, ovvero quella di bruciare CDR nella centrale (con emissioni ancor più letali delle attuali, in quanto si aggiungerebbero quantità insostenibili di diossine e benzene).
Tutte le autorità locali, quando e se interrogate su questo punto, si sono sempre chiuse in un sospetto riserbo o nel totale silenzio”.

“Ma i cittadini non sono disposti ad accettare che questi compromessi vengano fatti sulla loro pelle, e per questo motivo non si ritengono sufficientemente rappresentati da istituzioni che, di fatto, appaiono condizionabili e ricattabili, oltre che non sufficientemente preparate dal punto di vista scientifico. Ma a rendere noto il punto di vista scientifico dovrebbe essere stato chiamato, fin dal primo momento, l’Ordine dei Medici della Provincia”.

“A fronte di tutto questo, ci chiediamo come sia possibile che questo impianto operi a tutt’oggi 24h/24, in modo indisturbato, nonostante esposti, mobilitazioni, inadempienze, silenzi e omertà. La nostra conclusione può essere una sola: basta morire per gli sporchi affari altrui. Basta carbone. Se i nostri amministrazioni arriveranno a conclusioni diverse, dovranno motivarle con argomentazioni ineccepibili: in caso contrario, per noi saranno colpevolmente consapevoli di non aver fatto nulla per impedire il dilagare di malattie e morti. E dovranno renderne conto alla cittadinanza e alla giustizia, oltre che alla propria coscienza.
Per tutti i motivi sopra esposti, i gruppi a carbone 3 e 4 (che producono più del’80% dell’inquinamento della centrale intera e non rispettano, superandoli di molto, i valori limite di emissione BAT della Ue), dovrebbero essere immediatamente chiusi . Infatti, anche se fossero ristrutturati, per dichiarazione dello stesso Ministero dell’Ambiente (vedi dichiarazione di VIA) non potrebbero MAI raggiungere mai le BAT richieste dalla Ue.
Non ha alcun senso che Sindaci e amministratori locali continuino a tergiversare in attesa dell’AIA, accettando magari qualche insignificante miglioria (controlli aria, nuovi esami epidemiologici, copertura dei parchi carbone ecc.)” concludono cittadini, comitati e associazioni savonesi.

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28 ottobre 2010

Vado Ligure, "Il punto sulla centrale a carbone Tirreno Power"

Da savonaeponente.com
"Dopo anni di riunioni, tavole rotonde, posizioni assunte e poi modificate, delibere, ricorsi e controricorsi, esposti e tutto quanto ha fatto – finora – spettacolo (e basta), gli abitanti di Vado e quelli di tutta la provincia di Savona si ritrovano nell’identica, precisa situazione di trent’anni fa. Anzi, sotto alcuni aspetti la situazione è addirittura peggiorata.

Dopo aver studiato a lungo i moltissimi documenti prodotti dalla stessa Azienda, dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione Liguria, dai medici locali italiani, europei e mondiali, dalle amministrazioni locali e da tutti coloro che, nel corso di questi anni, si sono occupati dell’argomento “centrale a carbone”, crediamo sia venuto il momento di fare il punto della situazione.
Un punto che verrà presentato anche all’Assessore all’ambiente regionale, dottoressa Briano, che ha promesso di “venire sul territorio” quanto prima per ascoltare il punto di vista dei comitati, delle associazioni e di tutte le realtà che rappresentano i cittadini e che quindi sono l’espressione forse meno “istituzionale”, ma sicuramente più “vera”, della democrazia.

A conti fatti e a documentazione esaminata con particolare cura ed attenzione, ad oggi risulta che:

PUNTO 1) il carbone fa ammalare/uccide decine di persone all’anno. Questa tesi è supportata da faldoni e faldoni di letteratura scientifica (intesa come scientificamente provata al di sopra di ogni ragionevole dubbio), producibile a chiunque ne faccia richiesta ed in qualsiasi momento.
Contro questa tesi si sono sentite, al contrario, solo chiacchiere e slogan propagandistici: né la Tirreno Power, né alcuna entità istituzionale (e non) si è MAI presentata con uno straccio di documentazione scientifica che confutasse le tesi esposte dalla scienza di tutto il mondo o che tentasse in qualche modo di sminuirne la portata.
Riteniamo quindi che questo punto non possa neppure più essere messo in discussione, ma che vada accettato come punto certo… almeno fino a che non verrà prodotta una letteratura scientifica contraria.
Al momento attuale, in base a TUTTA la letteratura scientifica attualmente in nostro possesso, noi sosteniamo con decisione:

a) che OGNI centrale a carbone equivalente a quella di Vado ligure provoca malattie e morti in misura direttamente proporzionale alla densità della popolazione locale (fonte: tutta la letteratura scientifica mondiale);
b) che una centrale a carbone di questo tipo, inserita in un contesto assimilabile a quello di Vado Ligure, abbia un costo sociale di ALMENO 140 milioni di euro annui (fonte: studio Externe dell’Unione Europea).
c) che i tanto sbandierati “limiti di legge”, anche qualora venissero rispettati, non sarebbero in grado di tutelare la salute dei cittadini, perché i limiti di legge italiani sono assurdamente elevati (fonte: Organizzazione mondiale della Sanità – OMS).

Più nel dettaglio:
nel 2005 (rapporto del 22/6/2005) l’OMS ha dichiarato che l’Italia, riducendo l’inquinamento atmosferico, risparmierebbe 28 miliardi di euro all’anno;

nel 2006 l’OMS ha indicato il PM2,5 come misura aggiuntiva di riferimento delle polveri sottili nell’aria. L’Europa ha recepito questa direttiva e l’Italia ha recepito a sua volta, almeno teoricamente, quella europea (il DM 60/02, sostituito da poco dal 155/10, richiedeva la misurazione del PM 2,5, pur non fissando ancora alcun limite di legge, e l’invio dei dati ai Ministeri Ambiente e Salute. Il DM 155/10 fissa invece i limiti di legge in 25 mg media annuale (per l’OMS il limite è di 10 mg) con 35 superi all’anno della media giornaliera (per l’OMS 3!).
Gli studi di Anderson HR WHO Regional Office for Europe 2004 – MISA Meta Analisi Italiana su otto grandi città italiane – Pope A.C., Journal American Association 2002 – Pope Circulation 2004 arrivano tutti alla conclusione che, per ogni incremento di 10 mg di PM 2,5, l’effetto sulla salute è il seguente:
Mortalità generale: + 6%
Mortalità per patologie cardiovascolari: +12%
Mortalità per cancro al polmone: + 14

Per questi motivi l’OMS ha abbassato i livelli di concentrazione massimi “consigliati” a 20 e 10 microgrammi/m³ rispettivamente per PM10 e PM2,5. Lo studio di POPE del 2009 dimostra che per ogni riduzione di 10 mg/m3 si avrebbe un aumento della speranza di vita media di 9 mesi: cioè, passando dai limiti italiani a quelli OMS si avrebbe un aumento di 13,5 mesi di vita medi (e scusate se è poco).

A fronte di questi dati, riconosciuti e validati dalla comunità scientifica ufficiale mondiale, IN TUTTA LA PROVINCIA DI SAVONA ESISTE UNA sola centralina per la misurazione delle PM 2,5 (e comunque per le polveri PM10 ne esistono solo 4 in tutta la provincia: mentre a Quiliano, sede della Centrale a carbone, non si misura nè il PM10, nè il benzene).

Ma ancora ci parlano di “limiti di legge”… dimenticando, forse, che gli stessi “limiti di legge” hanno permesso a decine di aziende di continuare per TRENT’ANNI ad utilizzare l’amianto, quando la medicina aveva ormai accertato la sua acclarata e conclamata cancerogenicità.
Oggi, come è noto a tutti, non solo la legge proibisce la lavorazione dell’amianto, ma prevede anche il risarcimento dei danni causati alle vittime.

Questi punti fermi siamo disposti a sostenerli in qualsiasi Tribunale, poiché ci risultano estremamente fondati ed inattaccabili.

Questi punti fermi riguardano LA COMBUSTIONE DEL CARBONE in ogni sua forma, a prescindere dalla tecnologia utilizzata: se la tecnologia è obsoleta (come nel caso dei gruppi 3-4 della centrale Tirreno Power ) il risultato sarà sicuramente più grave, ma le migliori tecnologie disponibili, allo stato attuale delle cose NON sono in grado di garantire una sufficiente tutela della salute. E lo prova tutta la scienza mondiale, mentre qualcuno dei nostri politici locali ancora sostiene che siamo “troppo allarmisti” (chi? Noi cittadini o la scienza?) e minaccia addirittura “denunce per procurato allarme”, dimenticando forse qualche sano principio che vedete espresso qui sotto:



Ma noi SAREMMO STATI BEN FELICI se qualcuno, oltre ad abbaiare alla luna, ne avesse mai presentato effettivamente una: in tal caso, infatti, sarebbe finalmente partita un’indagine seria da parte della Magistratura e si sarebbe arrivati a scoprire quella verità che noi siamo sicurissimi di conoscere già a menadito, ma per la quale veniamo costantemente additati come “fanatici” o addirittura “terroristi ambientalisti” (!) da coloro che la trovano scomoda.
Poiché questo non è mai successo, oggi sono i cittadini ad aver presentato un primo esposto alla Comunità Europea, chiedendo che si indaghi sulle evidenti mancanze istituzionali, mentre è in preparazione un secondo esposto alla Procura di Savona sulle responsabilità oggettive della stessa Tirreno Power.

PUNTO 2) L’atteggiamento della politica locale, partendo dai Comuni ed arrivando alla Regione, è sempre stato all’insegna dell’ambiguità.
Partiti e singoli politici che hanno impostato le proprie campagne elettorali sul NO forte e deciso al carbone hanno, in seguito, fatto una parziale o totale marcia indietro, o hanno completamente smesso di occuparsi del problema (rendendosi forse conto che, data la situazione attuale, l’ambientalismo non paga). Istituzioni che hanno presentato ricorsi contro il parere favorevole del Ministero all’ampliamento (basato, peraltro , su un assunto poi rivelatosi fallace, vedi punto 5), hanno oggi un atteggiamento possibilista o addirittura favorevole. Singoli professionisti (politici e non) sinceramente preoccupati per la salute pubblica si sono visti osteggiati e in alcuni casi addirittura minacciati di ritorsioni da potentati di vario genere che potevano influire – e in diversi casi hanno influito – negativamente sulla loro carriera professionale o politica.
Non possiamo fare pubblicamente i nomi perché, per assurdo, questo potrebbe nuocere ulteriormente alle stesse vittime di questi attentati alla democrazia e alla libertà di informazione, ma abbiamo prove CERTE che tutto questo sia accaduto.

Sembra ormai accertato che quasi tutti i politici locali, con rarissime eccezioni, o perché non interessati all’argomento, o perché in altre faccende (od interessi) affaccendati, o perché incapaci di comprendere anche il linguaggio scientifico più semplice, abbiano mostrato fino ad oggi una totale, completa, crassa e beata IGNORANZA (in senso letterale) del problema dal punto di vista scientifico.
Sembra lecito supporre (tesi avallata anche dalla recente dichiarazione di un’esponente della CISL) che gli amministratori locali vengano tenuti in scacco dalla possibilità di un’”emergenza rifiuti” sicuramente non lontana, data la situazione delle discariche locali, a cui si potrebbe profilare la soluzione tristemente presente nell’ultimo Piano Provinciale dei Rifiuti, ovvero quella di bruciare CDR nella centrale (con emissioni ancor più letali delle attuali, in quanto si aggiungerebbero quantità insostenibili di diossine e benzene).
Tutte le autorità locali, quando e se interrogate su questo punto, si sono sempre chiuse in un sospetto riserbo o nel totale silenzio.
In compenso si sono però dimostrate estremamente sensibili sia alle pressioni del mondo industriale (compresi gli approcci di tipo economico, dalla sponsorizzazione di eventi all’accettazione di “contribuiti” di vario tipo), sia ai ricatti occupazionali.
L’unica presa di posizione ufficiale contraria all’accettazione di questo tipo di ricatti è stata finora quella del sindaco di Savona al convegno “Ma il cielo è sempre più blu”.
I Sindaci di Vado ligure e Quiliano, che hanno basato le proprie campagne elettorali sui due NO alla piattaforma Maersk e all’ampliamento della centrale, stanno oggi accettando i “forse” e i “purché si facciano i monitoraggi”, arroccandosi dietro alla frase: “ormai abbiamo fatto il possibile, bisogna scendere a compromessi”.
Ma i cittadini NON sono più disposti ad accettare che questi compromessi vengano fatti sulla loro pelle, e per questo motivo non si ritengono sufficientemente rappresentati da istituzioni che, di fatto, appaiono condizionabili e ricattabili, oltre che non sufficientemente preparate dal punto di vista scientifico.
E a rendere noto il punto di vista scientifico dovrebbe essere stato chiamato, fin dal primo momento, l’Ordine dei Medici della Provincia, che invece:

a) è stato convocato dopo sindaci, sindacalisti, Unione Industriali e azienda stessa;
b) è stato oggetto di domande al limite del ridicolo, come “ma siamo sicuri che il carbone inquini?”, o “ma non sapete che adesso c’è il carbone pulito?”; domande degne di una discussione da bar e certamente improponibili e dequalificanti per degli uomini di scienza.
Purtroppo, ogni volta che un medico, di fronte a questo genere di domande, reagisce con sacrosanto sdegno, porge il fianco ad ulteriori accuse di “fanatismo” e/o di “incapacità di rapportarsi con le Istituzioni”.
In realtà qualsiasi essere umano di questo mondo, di fronte ad un interlocutore che manifesti il misto tra ignoranza ed arroganza mostrato in diversi occasioni da chi avrebbe il dovere istituzionale di tutelare la sua salute, non può che reagire con sdegno e furore.
Gli unici ad abbassare la testa sono i servi del potere: ma i nostri politici sappiano che non soltanto i medici, ma anche gran parte dei cittadini NON INTENDE RICOPRIRE QUESTO RUOLO e non si sente rappresentato da chi, per scelta o per forza, lo ricopre.

PUNTO 3) La stampa locale non risulta all’altezza del suo compito di garantire ai cittadini un’informazione completa ed obiettiva, condizione essenziale alla democrazia stessa. L’evidente condizionamento, legato al fatto conclamato che la Tirreno Power sponsorizzi regolarmente una lunga serie di media, crea di fatto un conflitto di interesse che spesso rende l’informazione parziale e la verità distorta.

PUNTO 4) Dopo varie riunioni ed incontri che hanno visto protagonisti sia l’Azienda stessa che le varie Istituzioni, il risultato finale sembra oggi quello di voler RICOMINCIARE DACCAPO un percorso che avrebbe dovuto essere espletato e concluso da almeno una ventina d’anni.
Ovvero, si parla nuovamente di avviare indagini epidemiologiche, di controllare lo stato dell’aria, di installare eventuali nuove centraline, insomma di tornare al punto di partenza… e non solo.
Si parla anche di affidare queste nuove (e presumibilmente lunghissime) indagini agli stessi Enti che già se ne sono occupati in passato, e cioè all’IST e all’ARPAL, già firmatari dello studio del 2007 che era stato presentato alla popolazione del savonese come estremamente tranquillizzante in diverse riunioni e conferenze stampa (sia in Provincia che in Regione), più volte amplificate dai media in modo roboante.
I risultati di tale studio erano stati presentati come prova della buona qualità dell’aria in provincia di Savona, e in particolare come prova che non esistesse una relazione importante tra centrale a carbone, inquinamento e mortalità.

PURTROPPO:
a) poche settimane fa la dottoressa Vercelli, citata dal giornalista di RAI3 Riccardo Tivegna, ha dichiarato che “l’analisi non era centrata su Vado, ma faceva la media tra le zone inquinate e non della provincia” (per i non addetti ai lavori, questo significa letteralmente che NON si trattava di un’indagine sul rapporto tra mortalità e inquinamento).
Più chiaro ancora il dottor Valerio Gennaro, l’epidemiologo dello stesso IST, che ha dichiarato di fronte alle telecamere che “non gli risulta sia mai stato eseguito alcuno studio epidemiologico eseguito nei corretti termini scientifici”.
In parole povere: lo studio IST-ARPAL non ha mai avuto modo di dimostrare alcuna correlazione tra salute ed inquinamento. Eppure ce l’hanno spacciato non solo come se l’avesse dimostrata, ma come se avesse anche assolto la centrale a carbone da ogni responsabilità.

b) a questa clamorosa rivelazione, che di fatto dimostra la malafede delle istituzioni nel presentare al pubblico lucciole per lanterne, NON è stata data alcuna rilevanza dai media. E’ passata quasi del tutto inosservata.
Ed oggi si parla di far eseguire nuovi studi a chi, già una volta, sfruttando l’ignoranza o la complicità (da stabilire) della nostra politica, HA MENTITO a tutta la popolazione del savonese.

Tra l’altro potrebbe non essere la sola volta, visto che, se da un lato l’IST ha presentato dati che NON potevano dare alcuna informazione sul rapporto inquinamento/salute, dall’altro lato l’ARPAL li ha avallati.
Ma 15 funzionari dell’ARPAL risultano al momento indagati dal pm Paola Calleri, titolare dell’ inchiesta affidata ai carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico), per ipotesi di reato che vanno dalla corruzione, alla turbativa d’asta, al falso.
In particolare il direttore generale Bruno Soracco, tuttora in carica, è indagato per falso ideologico, abuso d’ufficio e omissione, insieme ad altri dirigenti accusati di aver falsificato dati ambientali e modificato relazioni tecniche per favorire alcuni amministratori locali.

Non crediamo che si possa davvero chiedere ai cittadini di sottostare ad analisi e giudizi da parte di chi ha già dichiarato di aver mentito alla cittadinanza e da parte di entità indagate per aver falsificato dati ambientali.

Siamo tutti garantisti, ma non masochisti: PRIMA si concludano le indagini e si arrivi ad una sentenza, qualsiasi essa sia, e POI semmai si torni a dare fiducia ad Enti che, al momento, non riteniamo né affidabili, né attendibili per motivi talmente evidenti che non dovrebbe neppure essere il caso di discuterne.

Nel frattempo, o si cambiano i vertici o si cambia l’ARPAL: ma si prenda anche atto, una buona volta, di tutto quanto dichiarato al punto 1). Perché i casi possono essere solo due: o lo si contesta (e in questo caso esigiamo che vengano presentate prove scientifiche validate), oppure lo si accetta.
Ma se lo si accetta, permettere che i gruppi a carbone 3 e 4 della centrale Tirreno Power continuino a funzionare, anche per un solo giorno, significa accettare consapevolmente di mettere a repentaglio la salute e la vita dei cittadini.

PUNTO 5) Last but not least:
a) La centrale TP ha lavorato negli ultimi cinque anni in assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale (prevista dal 2005 e richiesta dall’azienda nel 2007), potendo contare su continue deroghe governative che sono alle base del già citato esposto presentato alla UE;
b) La centrale TP ha avviato nel 2007 il gruppo a ciclo combinato, pur non ottemperando a tutte le prescrizioni previste con l’esenzione della procedura di VIA: anzi, ha ripresentato alcune di esse come nuove condizioni per ottenere il potenziamento a carbone. Lo stesso Ministero Ambiente aveva chiesto, ancora nel 2009, la verifica dell’ottemperanza a dette prescrizioni e lo stesso Comitato tecnico regionale nella seduta del 5/06/07 ha riconosciuto di non avere riscontri della completa ottemperanza a parecchie di dette prescrizioni.

Su questi ed altri argomenti sono già stati depositati esposti alla Procura della Repubblica, che risultano al momento in via di elaborazione e di indagine. Un esposto in particolare era stato accantonato dall’allora Procuratore Dr. Scolastico proprio in attesa dello studio IST/ARPAL di cui solo oggi è stata smentita la validità come rapporto tra inquinamento e salute.
Infine, l’autorizzazione V.I.A. è stata rilasciata dal Ministero dell’Ambiente basandosi sull’assunto presentato nel progetto della Tirreno Power, secondo il quale l’ampliamento avrebbe portato una diminuizione delle emissioni: tale assunto è stato smentito da una perizia giurata della ditta TERRA (perizia pagata da un’Associazione Onlus di semplici cittadini) che ha rilevato come la tematica “sia stata affrontata in modo poco trasparente. Non è stata utilizzata la situazione più metodologicamente corretta per lo scenario emissivo post operam e sono stati utilizzati dati non omogenei (essendo i due scenari riferiti a differenti ore di funzionamento) senza adeguate motivazioni”.
La conclusione è stata la seguente: “Si ritiene che non sia attendibile il miglioramento ambientale generalizzato connesso all’ampliamento e alla modifica della centrale, anzi appare che lo scenario post operam sia peggiorativo delle condizioni ambientali e sanitarie”.

A fronte di tutto questo, ci chiediamo COME SIA POSSIBILE che questo impianto operi a tutt’oggi 24h/24, in modo indisturbato, nonostante esposti, mobilitazioni, inadempienze, tra silenzi ed omertà.
La nostra conclusione può essere una sola: basta morire per gli sporchi affari altrui.
Basta carbone.

Se i nostri amministrazioni arriveranno a conclusioni diverse, dovranno motivarle e motivarle con argomentazioni ineccepibili: in caso contrario, per noi saranno colpevolmente consapevoli di non aver fatto nulla per impedire il dilagare di malattie e morti.
E dovranno renderne conto alla cittadinanza e alla giustizia, oltre che alla propria coscienza.

P.S.: questo articolo – lettera aperta verrà inviato ai media e a tutti gli amministratori locali, dai Sindaci ai Presidenti di Provincia e Regione.
Chiediamo ai cittadini che volessero sottoscriverla di dare la propria adesione nello spazio dei commenti o di inviare una e-mail a redazione@savonaeponente.com, con oggetto “Aderisco alla protesta contro la centrale a carbone” indicando il proprio nome e cognome.

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21 ottobre 2010

"IL CARBONE, LA PRIMA MINACCIA PER IL CLIMA DEL PIANETA"

A Savona mostra fotografica di Greenpeace, da Savona e Ponente.comDa domani, giovedì 21 ottobre, alla libreria Ubik di Savona mostra fotografica di Greenpeace Italia sul tema: “IL CARBONE, LA PRIMA MINACCIA PER IL CLIMA DEL PIANETA”.
Il carbone è il primo nemico dell’equilibrio climatico del Pianeta: oltre un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono all’uso di carbone, che è il combustibile fossile con le più alte emissioni specifiche di gas serra, circa il triplo del gas.
La battaglia per salvare il Pianeta dalla crisi climatica è dunque una battaglia
contro il carbone. Tuttavia, agli attuali tassi di sviluppo, le emissioni dalla più sporca fonte fossile sono destinate ad aumentare del 60% al 2030. Se così fosse, non avremo alcuna speranza di limitare gli effetti più devastanti e irreversibili dei cambiamenti climatici!
Il momento di intervenire è ora, e il carbone è alla base del problema. Ogni nuova centrale a carbone (o ogni ampliamento, come per il caso di Vado Ligure) è un atto contro la sopravvivenza della vita stessa sul Pianeta.
Occorre abbandonare al più presto la nostra dipendenza da questo combustibile fossile, a favore di una rivoluzione energetica basata su fonti rinnovabili ed efficienza energetica.

In tutto il mondo gli uffici di Greenpeace sono dunque impegnati in attività contro l’apertura di nuove centrali, e nel denunciare i danni causati dal carbone. Dall’estrazione alla combustione, il carbone è causa di impatti devastanti per l’ambiente e per la salute delle persone. Ad esempio in Cina si stima che la combustione del carbone sia la prima fonte di inquinamento atmosferico, responsabile di 350-400 mila morti ogni anno. L’industria del carbone non sta sostenendo i costi economici di questi impatti, che ricadono sulle comunità locali e sulla società in genere.
Nel rapporto “I Veri Costi del Carbone” Greenpeace ha messo ben in evidenza che il carbone è il combustibile più economico solamente perché il suo prezzo di mercato non comprende i “costi esterni” connessi ai gravi impatti per l’ambiente e per le persone, ma solo i costi legati all’estrazione del minerale, al trasporto, tasse e profitti. (LINK al rapporto TCC)
I gravi impatti non si devono solo alle emissioni di gas serra, ma comprendono anche la deforestazione e la distruzione di interi ecosistemi per le miniere, la contaminazione di suoli e di acque superficiali e di falda, la violazione di diritti umani sia dei lavoratori che delle comunità che vivono nei pressi delle miniere di estrazione del carbone, i prodotti di scarto delle lavorazioni che veicolano nell’ambiente composti tossici come mercurio e arsenico.
Se tutti questi “costi esterni” venissero conteggiati nel prezzo di mercato del carbone, la convenienza economica di realizzare nuove centrali verrebbe meno, a vantaggio delle fonti rinnovabili. Il rapporto di Greenpeace stima che i costi esterni del carbone sono ammontati a circa 356 miliardi di euro nel 2007.
Nonostante questo, l’industria del carbone sta tentando di presentare il carbone come “pulito”, sostenendo che sarebbe possibile, con tecniche di “cattura e stoccaggio” (CCS), confinare le emissioni di CO2 sottoterra. In realtà stoccare la CO2 sottoterra è solo un’illusione. Il CCS è una tecnologia estremamente costosa, rischiosa e immatura, e non potrà essere commercialmente disponibile prima del 2030. Fino al 2030 il “carbone pulito” rimarrà una sporca bugia per consentire la costruzione di centrali che continueranno a emettere CO2 per i prossimi vent’anni.

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