No al carbone Alto Lazio

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29 agosto 2011

Manuedda: "E' intollerabile minimizzare sulla pericolosità dell'incendio a TVN"

Intervento del Consigliere A. Manuedda (Verdi Civitavecchia)

"ll tentativo di minimizzare la pericolosità dell’incendio sprigionatosi dal trasformatore della centrale di Torrevaldaliga Nord è intollerabile. A leggere le dichiarazioni di fonte Enel e di qualche esponente politico tranquillizzato, sembrerebbe che venerdì abbiamo semplicemente assistito all’ennesimo spettacolo elargito dall’Enel a Civitavecchia. Anche meglio dei soliti concerti e film di quinta visione, stavolta abbiamo avuto fiamme scenografiche e fumo innocuo da respirare, mancava solo Benigni che leggesse Dante!
Il direttore dell’impianto, ing. Molina, e l’Enel non devono rassicurare la popolazione. Il loro compito è quello di evitare che accadano incidenti simili, perché, specie in una centrale appena costruita, l’incendio di un trasformatore non si deve verificare (se non in caso di calamità naturali, attacchi militari, terroristici o extraterrestri).
Uno studio del 2004 del CESI (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano), quindi non un’associazione ambientalista ma una SpA ancora oggi partecipata al 40% dall’Enel, evidenziava come sia possibile ridurre il rischio di incendi sostituendo l’olio minerale nei trasformatori con refrigeranti a base di esteri, sintetici o, meglio ancora, naturali, resistenti al fuoco. Certo costava (e, probabilmente, costa) un po’ di più ma, secondo il CESI, sarebbero più elevati, in caso di incidente (come ad esempio quello di ieri), i costi relativi ai danni all’ambiente circostante, alla produzione, ai macchinari e (detto a Civitavecchia sembra surreale) i costi derivanti dal danno d’immagine per l’azienda.
Solo il caso, o, meglio, il vento, ha impedito che il personale della centrale e la città fossero direttamente investiti dalla nube nera, tossica per sua stessa natura, che, peraltro, ha trasportato il suo carico di veleni in giro per l’Alto Lazio, con effetti sull’ambiente e sulla salute forse attenuati dalla dispersione su un ampio raggio, ma senz’altro presenti.
È necessario sapere che tipo di olio e quali materiali siano bruciati per avere una reale stima di quali inquinanti e in quali quantità si siano dispersi nell’ambiente e per capire (al di là del fatto che, come al solito, le centraline non hanno rilevato superamenti dei limiti di legge) quale sia stato l’impatto dell’incendio e, magari, quale sarebbe stato se il vento avesse sospinto direttamente la nube verso il centro abitato.
Aspettiamo queste risposte dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA), ma sia chiaro che, qualunque sia l’esito delle indagini, qualcuno di noi ha respirato il prodotto di quella combustione incontrollata, qualcun altro lo assumerà attraverso il cibo e l’acqua. Forse nessuno morirà per effetto diretto di quelle esalazioni e di quelle polveri, ma si sarà aggiunto, una mattina d’agosto, un altro elemento a quel plotone d’esecuzione che a Civitavecchia e nel comprensorio è composto dalle migliaia di tonnellate all’anno di sostanze inquinanti riversate nell’aria dalle centrali, dal porto e dal traffico veicolare.
Inutile dire che, soprattutto in una situazione del genere, i dati registrati dalle varie centraline fisse di rilevamento della qualità dell’aria non rassicurano nessuno, se non ovviamente chi non vede l’ora di farsi rassicurare. Per inciso, sia la centralina Arpa (unica valida ai fini di legge) del Parco della Resistenza, sia quelle di S. Agostino e Allumiere gestite dal Consorzio dei Comuni che esiste grazie al milione di euro annualmente versato dall’Enel, hanno rilevato, nella giornata dell’incendio, il superamento della cosiddetta “soglia di informazione” per l’ozono. Non mi risulta che la popolazione sia stata informata, come, al contrario, la legge prevede.
In tema di prevenzione, sarebbe doveroso che l’Enel si disponesse quanto prima a utilizzare le migliori tecniche disponibili, come, nel caso dei trasformatori, i refrigeranti resistenti al fuoco e, soprattutto, è necessario che si faccia rapidamente piena luce, anche in relazione a quanto reso noto dal sindacato USB, sul rispetto nella centrale di TVN della normativa in materia di prevenzione degli incendi
Se poi l’Enel volesse finalmente programmare lo smantellamento di quella centrale offensiva per il territorio e per il XXI secolo e, magari, la realizzazione in zona industriale di un impianto per la produzione di pannelli fotovoltaici come ha appena fatto a Catania (meglio sarebbe se interamente alimentato da fonti rinnovabili come la Solar Fabrik di Friburgo), farebbe principalmente qualcosa nel proprio interesse, perché per quanto riguarda Civitavecchia sarebbe niente di più che un atto dovuto.
Quattrocento milioni di euro il costo dell’impianto realizzato a Catania, suddiviso tra Enel, Sharp, STM e fondi pubblici. Un quarto di quella cifra, un centinaio di milioni, i soldi iniettati dall’Enel, dal 2004 ad oggi, nelle casse del Comune di Civitavecchia e di quelli limitrofi per farci subire in tranquillità la riconversione a carbone di TVN. Cinquanta di quei milioni spesi dal sig. Moscherini per pagare la spesa corrente del Comune (stipendi, affitti, bollette, beni di consumo, ecc.).
Mi sembra evidente che se vogliamo tornare a respirare e a lavorare è altrettanto necessario smantellare, oltre alla centrale, una classe politica tranquillizzata, tranquillizzante e nociva, che da troppo tempo si nutre dell’inquinamento del pensiero e delle coscienze.

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26 agosto 2011

Incendio a TVN, il punto della situazione

l'incendio visto dal mare (centumcelae.it)
TVN, la combustione da vicino (immagine da Bignotizie.it)
L'incendio e TVN da alcuni Km di distanza
La nube sopra Tarquinia, inquadratura verso ovest / nord-ovest (sullo sfondo il Monte Argentario e la centrale termoelettrica di Montalto Marina)

Tentiamo qui un punto della situazione.

Non si registrano feriti. L'intervento dei VVF è effettivamente iniziato solo in tarda mattinata, in quanto per ragioni tecniche si è atteso prima che tutto l'olio presente venisse combusto. L'incendio è stato infine spento nel primo pomeriggio.

La nube prodotta dalla combustione si è inizialmente diretta verso Allumiere, poi il vento ha cambiato direzione e l’ha spinta verso Tarquinia Lido, dove è stata visibile per alcune ore. Infine la formazione nera si è spostata nell’entroterra della Tuscia, verso Viterbo.

Il direttore della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord G. Molina ha dichiarato che il secondo gruppo dei tre, quello interessato dall'incendio, resterà chiuso per accertamenti nelle prossime ore.

Grossi dubbi sui sistemi di sicurezza e sulle ricadute ambientali e sanitarie dell'episodio, ma l'arcinota pletora di sindacalisti corrotti e politici fedeli al padrone (compresi quelli insediati nell'Osservatorio ambientale abusivo di Moscherini) non ha tardato a lodare l'operato e la gestione dell'incidente da parte dell'Ente, e a ridimensionare l'accaduto.
Il Codacons ha sollecitato la Procura della Repubblica di Civitavecchia per l’apertura immediata di una indagine e il blocco eventuale della centrale.

Ricordiamo che il cantiere per la riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord è stato già teatro di tre infortuni mortali e di altri meno gravi, tra gli operai.

Di seguito i commenti all'accaduto, così come riportati nella stampa locale:


Fonte: Bignotizie.it
La prima presa di posizione ufficiale è arrivata da Cgil, Cisl e Uil i cui segretario - Caiazza, barbera e Di Marco hanno diffuso la seguente nota: "CGIL CISL UIL di Civitavecchia, relativamente all'incidente intervenuto questa mattina nella Centrale di Torrevaldaliga Nord, esprimono forte preoccupazione e chiedono ad ENEL di convocare tempestivamente le OO.SS., confederali e delle categorie che operano nella Centrale, per fare luce sull'accaduto. CGIL CISL UIL ritengono prioritario l'impegno per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei cittadini del territorio.
"L'episodio di questa mattina, che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi e drammatiche, comporta – comunque - problemi ambientali rilevanti in ragione dei fumi legati alla combustione dell'olio contenuto nel trasformatore che si è incendiato. Tale episodio - concludono le tre organizzazioni sindacali - deve costituire un campanello di allarme (da ascoltare attentamente) capace di indurre al massimo impegno per rimuovere tutte le possibili condizioni di rischio e di pericolo nel funzionamento dell'Impianto".

Poi c'è stata quella di Sinistra Ecologia e Libertà: "E' importante che in questa fase vi sia la massima trasparenza sulle cause e sulle conseguenze dell'incendio nella centrale Enel di TVN. La popolazione è sensibilmente scossa e preoccupata per un incidente che teme possa avere ripercussioni sull'ambiente e sulla salute. Per evitare quindi allarmismi e consentire alle autorità di indagare su quanto accaduto è indispensabile assicurare la massima prudenza e la massima informazione ai cittadini. In questo senso il Sindaco, in qualità di responsabile per la salute dei cittadini, giochi un ruolo centrale, ponendosi a garanzia della massima trasparenza. Un primo passo per la tranquillità di tutti è quello di lasciare la centrale chiusa fino a quando non venga fatta chiarezza, in modo particolare sulle conseguenze dell'incendio, sperando che davvero non vi sia nulla da temere per la citta' e il suo comprensorio".

Fare Verde Tarquinia. "Chiediamo agli organi competenti di emettere un provvedimento immediato di chiusura definitiva della centrale elettrica Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia all'interno della quale stamani si è sviluppato un grave incendio. La centrale è un pericolo per il territorio – prosegue Fare Verde – il Ministero dell'ambiente, la Asl di viterbo e l'Arpa devono urgentemente accertare se ci sono stati danni all'ambiente e alle persone che ignare di quanto stava accadendo affollavano il litorale tarquiniese. La nube di fumo si è prima diretta verso le colline, poi il vento ha cambiato direzione e l'ha sospinta verso Tarquinia Lido. La nube scura per alcune ore è stata visibile sul cielo del litorale tarquiniese. Poi, spinta dal vento, la striscia nera si è spostata nell'entroterra viterbese".

Stefano Giannini (Giovani Democratici). "Non è più il tempo di appelli all'indignazione a sé stante quando una cittadinanza è frustrata e stanca. Non è più il momento di gridare allo scandalo perché, purtroppo, la maggioranza dei Cittadini è assuefatta sia agli scandali che agli "urlatori". È il momento di pretendere una scelta politica chiara, netta e coraggiosa. Ad Aprile si andrà alle urne e i cittadini potranno scegliere chi secondo loro avrà le capacità per imporre finalmente un controllo adeguato e vincolante, non farzesco , dell'inquinamento della centrale Enel e di programmarne la cessazione dell'attività nel tempo adeguato. Sta diventando ormai un'abitudine per i civitavecchiesi vedere alzarsi del fumo nero da qualche punto della città. Stamattina, a provocare questa "boccata d'aria pulita", è stato l'ennesimo incidente a TVN. La centrale a carbone, che doveva essere all'avanguardia sia per l'emissione di polveri sottili sia per la sicurezza, ha dimostrato di essere di nuovo un tangibile pericolo. Se a tutto questo aggiungiamo i fumi neri che escono dalle navi ancorate al porto e l'assoluta mancanza di un sistema intelligente di trasporto urbano che possa limitare il traffico, ci troviamo davanti ad una situazione ormai gravissima e fuori controllo. Parallelamente l'esigenza di far luce su quanto accaduto alla centrale, chiediamo alle istituzioni di assumersi le proprie responsabilità e cercare una soluzione per salvaguardare la nostra salute. Ciò significa andare oltre la semplice ed isolata "visita di piacere" ogni qual volta accada qualcosa. I cittadini ormai sono stanchi delle chiacchiere, della propaganda e delle passerelle. Soluzioni. Fatti. Concetti da sempre teorizzati dall'Amministrazione, ma mai messi in pratica".

Udc. "L'incidente di stamane a TVN non ha avuto fortunatamente conseguenze drammatiche Esso ripropone, però, nella sua gravità inquietanti interrogativi in merito ad alcuni aspetti inerenti la sicurezza dell'impianto e l'impatto sulla salute e sull'ambiente che le varie attività produttive hanno nel nostro territorio. La relazione peritale effettuata dopo la morte di un operaio a TVN lo scorso anno ha sollevato alcuni dubbi strutturali sull'impianto , un impianto la cui complessità esige un accurato programma di manutenzioni per garantire la necessaria sicurezza lavorativa che non può mai essere sacrificata ad interessi economici. Non si può e non si deve risparmiare sulla sicurezza perché garantendo la sicurezza si difendono anche l'ambiente e la salute dei cittadini la cui tutela non può essere affidata al vento più o meno favorevole ( per noi ma non per altri ) che spira in quel momento . Lo stesso discorso vale per tutte le attività che insistono nel nostro territorio, ivi compreso il porto, ai cui responsabili si chiede il massimo sforzo per garantire alla città uno sviluppo ecosostenibile. Non è vera occupazione quella che non tutela salute ed ambiente , basta ricordarsi dell'amianto e delle sue dolorose conseguenze. E' per questo motivo che l'UDC continuerà a battersi perché le aride logiche speculative non prevalgano mai sull'interesse comune nella chiara consapevolezza ,però, che solo tutti insieme ce la possiamo fare. Auspichiamo, infine, che l'Enel informi tempestivamente , in maniera compiuta ed ufficiale, la città su quanto accaduto".

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Incendio di Torre Valdaliga Nord a carbone, altri video

L'incendio visto da Tarquinia


Dalla terrazza di un'abitazione: clic qui

...E dalla zona industriale

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Esplosione a Torrevaldaliga Nord, la centrale a carbone enel in fiamme

Il boato è stato infernale, probabilmente nessuno dei cittadini ha potuto non avvertirlo. Alle ore 10 circa di questa mattina, il rumore di un'esplosione proveniente dalla centrale a carbone TVN (enel) ha fatto saltare di spavento gli abitanti di Civitavecchia, e prima ancora di vedere il fumo nero che si levava dalla centrale, quasi tutti erano già certi della provenienza. Nelle volte precedenti tuttavia, ai boati di TVN non aveva fatto seguito (apparentemente) alcun incendio.
Stavolta è stato diverso. Una nube densa e nera si è levata sopra l'impianto e si è  ammassata su parte della città. A saltare sarebbe stato un trasformatore ad olio del secondo Gruppo. Nell'attesa di accertamenti la Asl ha diramato la comunicazione agli abitanti di Tarquinia, Tolfa e Allumiere di non uscire di casa (il vento ha spinto il fumo nella loro direzione).




Per gli abitanti di Civitavecchia niente timori, il peggio è già stato messo in peventivo per noi, sin dall'inizio.

Le immagini che seguono sono tratte dalle testata locale centumcellae.it




I cittadini tutti ringraziano Sua Emissione enel per questo spettacolo pirotecnico a sorpresa, e si chiedono cos'altro abbia in serbo per loro.

Poco dopo l'ora di pranzo le fiamme erano sotto controllo grazie all'intervento dei Vigili del Fuoco, ma pare che il sindaco Moscherini abbia speso parole di rammarico davanti ai vertici enel: "Che fretta c'era, potevamo bruciarci dentro un po' di rifiuti, con tutto quel nero chi se ne sarebbe accorto?!". Tuttavia l'ing. Molina, sornione, rassicurava il Primo cittadino sul futuro dei rifiuti di Civitavecchia e Roma: TVN è sempre pronta a diventare la loro casa.

Aggiornamento: aggiungiamo altre foto alla raccolta, provenienti dagli scatti di Ibelli, Colucci, Diottasi








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1 agosto 2011

Tangenti per il carbone di Porto Tolle, la P4 coinvolta

Pubblichiamo un articolo di grande interesse, dalla home page del FattoQuotidiano
"Servizi, mazzette e P4: le trame oscure intorno alla centrale Enel di Porto Tolle". Una lettura consigliata!
Un agente dei servizi viene arrestato a Padova per concussione. Il suo nome compare due giorni sui giornali locali. Poi il vuoto. I magistrati padovani che indagano sul caso chiedono informazioni su di lui alla procura di Rovigo, perché è lì che l’agente segreto vive. E il Procuratore Capo Dario Curtarello salta sulla sedia. Quel nome lo conosce bene. Ettore Mantovan, 57 anni di Porto Viro è conosciuto anche al pool del Pm Carlo Nordio, che ha condotto le indagini sulle coop rosse. E ora sul nome dello 007 incombe l’ombra della P4.

I giochi si compiono a Rovigo, capoluogo “depresso”, dimenticato da tutti quelli che non sanno nemmeno dove collocarlo sulla cartina geografica. Eppure è qui si gioca la doppia “partita energetica” del Paese: il rigassificatore a metano di Porto Viro (Edison), inaugurato dall’ex governatore Giancarlo Galan, e, a una manciata di chilometri, la centrale Enel di Porto Tolle, che dal funzionamento a olio combustibile, altamente inquinante, vuole passare al carbone, progetto fortemente voluto dalla Regione e dai sindacati, osteggiato dagli ambientalisti e, sul piano giudiziario, dalle consulenze della procura di Rovigo.

Ma all’ombra dei due “mostri” c’è un oscuro sottobosco tutto da svelare. Perché un anno fa Ettore Mantovan, agente segreto dell’Aisi (Agenzia italiana per la sicurezza interna, ex Sisde) avrebbe fatto pressioni sui pm di Rovigo che si permettevano di “andare contro” gli interessi dell’Enel a suon di consulenze sull’impatto ambientale dell’opera. Il caso finisce a Trento, procura competente per i magistrati veneti, che però archivia il caso. Poteva continuare la sua vita nell’ombra, Mantovan. Ma quattro mesi fa i carabinieri di Padova gli trovano nelle tasche 50mila euro in contanti. E’ una mazzetta appena estorta ad un imprenditore ittico. E ora sul tavolo dei due pm padovani che indagano si di lui, Paolo Luca e Roberto d’Angelo, arrivano i fascicoli dell’inchiesta P4 di Henry John Woodcock e Francesco Curcio. Ci sarebbe quindi un collegamento con le intercettazioni che hanno incastrato Bisignani-Milanese-Papa, gettato ombre sulla Guardia di finanza ed evidenziato possibili accordi “segreti” per le nomine e gli affari dei grandi enti statali, tra cui proprio l’Enel.

I magistrati padovani sono ora a caccia di possibili nessi tra l’inchiesta partenopea e i movimenti di Mantovan. Dal suo passato emergono infatti molti dettagli che, messi in uno in fila all’altro, potrebbero svelare un inedito interessamento dei Servizi agli interessi economici di Rovigo.

Sono le 17.30 del 29 marzo scorso quando il 57enne rodigino Ettore Mantovan viene arrestato dai carabinieri al casello di Padova sud: ha appena preso 50mila euro da Archimede Finotti, imprenditore titolare della Finpesca di Porto Viro. Ma il contestato reato di concussione non è che una deriva rispetto ad altri piccoli particolari che emergono ripercorrendo la carriera di Mantovan. Negli anni ’90 è in questura a Rovigo, fa l’ispettore. Ma è molto ambizioso, quel ruolo gli sta stretto. Si mette in mostra a Venezia, dove porta al pubblico ministero Carlo Nordio elementi determinanti in merito all’inchiesta sulle coop rosse. Il nome di Alberto Fontana, il famoso “compagno F” che manovrava tangenti per finanziare il Pci, arriva proprio grazie alle informazioni di Mantovan. L’ispettore ha le mani in pasta e lo dimostra chiaramente a tutti quelli che lo conoscono. Il suo obiettivo sono i Servizi. Più volte chiede alla procura veneziana di essere “segnalato” a Roma. Ma dal capoluogo veneto non parte alcuna spintarella. Lui non si arrende. Passa qualche tempo alla Dia di Padova. Alla fine ce la fa: dopo il 2000 entra nel Sisde, che poi diventa Aisi, ed è responsabile di zona per il Triveneto.

Il suo nome ricompare nel 2008. Scoppia il caso della riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. Il colosso che svetta nel fragile equilibrio del parco del Delta del Po funziona a olio combustibile, ma inquina troppo. Che progetti ha l’Enel? La riconversione a carbone. Gli ambientalisti promettono battaglia. E il caso arriva in Procura. Nel 2008 giunge sul tavolo del pm rodigino Manuela Fasolato la relazione dell’ Enel sulla riconversione: l’ente parla di emissioni non nocive, di polveri più sottili del temuto pm10. Ma una consulenza richiesta dalla pm e controfirmata dal procuratore capo Dario Curtarello dice che non è vero che quel tipo di polveri non comporta rischi, anzi potrebbe inquinare in modo più subdolo. Per L’Enel compare lo spettro dei sequestro preventivo.

Parallelamente, gli ambientalisti parlano del ‘controsenso energetico’: a una manciata di chilometri da Porto Tolle c’è il rigassificatore di Porto Viro, che porta alti gli interessi di Edison e di una ditta del Quatar che trasporta qui il metano in stato liquido. La domanda è quasi banale: perché la centrale Enel non può essere collegata al rigassificatore e funzionare a metano? L’Enel non risponde. Non risponde nemmeno la Regione Veneto, e sindacalisti si scontrano con Greenpeace, Legambiente e Movimento 5Stelle. Perché ai sindacati L’Enel promette soldi e lavoro, con il metano non ci sono né l’uno né l’altro. Peccato che la magistratura si metta di traverso. Lo pensa anche per l’ex pm ed ex parlamentare del Pd Luciano Violante. Violante guida una “lobby” che si chiama “Italia-decide”, che ha la missione di agevolare la ripresa economica del Paese. Piccolo dettaglio: tra i fondatori di della lobby c’è anche Enel.

Nell’inverno del 2010 Violante, in un pubblico salotto chic di Cortina d’Ampezzo, riprende il rapporto annuale di Italia-decide, che ha un capitolo dedicato proprio all’Enel e fa un commento che, a posteriori, appare come un anatema: si augura infatti che si trovi presto una soluzione alle perplessità dei magistrati che stanno bloccando la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle. Detto fatto. Violante chiama, Alfano risponde. Nel giro di pochi giorni il ministero della Giustizia manda gli ispettori in procura a Rovigo. E un cavillo lo trovano: quando ha richiesto la consulenza “ammazza-Enel”, il pm Fasolato si occupava contemporaneamente della commissione per gli esami dei neomagistrati. “Per legge” non si possono fare le due cose contemporaneamente. Il pm deve quindi spiegare questa sua “smania” di lavoro. Il procedimento disciplinare, nel quale è stato coinvolto anche il procuratore capo Curtarello, non è ancora chiuso.

Inaspettatamente, però, lo stop arriva dal Consiglio di Stato, che a metà giugno di quest’anno blocca i piani dell’Enel perché la legge sul parco del Delta limita le emissioni di Co2 in vicinanza dell’area protetta. La Regione Veneto di Luca Zaia risponde in meno di un mese approvando la modifica della legge “blocca-Enel”. Insomma questa riconversione s’ha da fare, a 5Stelle e ambientalisti restano solo le barricate.

Mentre accade tutto questo, dice oggi l’inchiesta, c’è un “movimento sotterraneo” che preme nella stessa direzione, un movimento che ha il nome di Ettore Mantovan. Lo 007 opera infatti delle velate pressioni in Procura affinché i magistrati abbassino le barricate nei confronti dell’Enel. Ma non lo fa in modo diretto. Si serve di un agente di polizia giudiziaria in servizio in Procura, che sarebbe stato incaricato di far arrivare il messaggio a Fasolato e Curtarello.

Perché uno 007 dovrebbe mettere il naso sugli interessi economici del paese? I due pm chiedono alla procura di Trento, competente per territorio sui magistrati veneti, di fare chiarezza. Mantovan viene sentito come persona informata sui fatti, e nega ogni pressione. I magistrati trentini archiviano, non ci sono elementi per individuare rati. Caso chiuso? Non ancora. Perché intanto Mantovan si fa pescare nel padovano a estorcere soldi agli imprenditori. Quando la notizia arriva a Rovigo, in Procura cominciamo a girare facce scure. Quell’uomo lo conoscono troppo bene. Passano i mesi, Mantovan sta in carcere e soprattutto sta zitto.

Nel frattempo esplode il caso P4. Bisignani e Papa, Bisignani e Milanese, la Guardia di finanza, le fughe di notizie. Ma soprattutto, ed è quello che più interessa ai magistrati padovani, ci sono le nomine e interessi degli enti statali, Enel compresa. Sospetti, indizi. Da qualche giorno è iniziata la caccia ai possibili collegamenti. I magistrati padovani sono convinti che Mantovan non abbia agito da solo. Un fatto è certo: i faldoni di Napoli sono a Padova. La verità sta in quegli intrecci. La verità la sa anche Mantovan. E i magistrati sono convinti che e non sia l’unico a saperla.

di Roberta Polese

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24 luglio 2011

Intervista sul carbone di Porto Tolle

Dal blog di Beppe Grillo un'intervista all'amico Vanni Destro

"Ci sono posti dove anche un respiro ha un sapore diverso. Ogni filo d'erba, ogni granello di terra, subisce inerme il dramma generato dall'uomo. A Porto Tolle, in Veneto, c'è una centrale Enel fra le più grandi d'Europa. La sua torre a strisce biancorosse si innalza verso il cielo e squarcia la pianura, sul delta del Po. Era alimentata a olio combustibile, ma adesso vogliono rinconvertirla in una centrale a carbone. Ci raccontano la favola del carbone pulito, nascondendo la realtà. Il carbone è fra i combustibili più inquinanti. E' vecchio 300 milioni di anni. Il suo rilascio di Co2 nell'aria è devastante. Però costa meno, garantisce maggiori profitti. E davanti al business non c'è ambiente che tenga.


Intervista a Vanni Destro del Comitato per la difesa della salute e dell' ambiente per la Provincia di Rovigo:

Il carbone pulito non esiste
Questa che è lì è ferma da quasi 6 anni è la vecchia centrale Enel a olio combustibile a alto contenuto di zolfo che è stata costretta a chiudere nel 2005, dopo aver funzionato 25 anni senza nessuna autorizzazione ministeriale, perché è troppo inquinante, si dice la più inquinante d’Europa
per cui ci sono anche delle condanne agli amministratori delegati dell’Enel e ai direttori della centrale, sono 4 gruppi di combustione a olio per un totale di 2640 megawatt di produzione. Quando è nata era la più grande centrale d’Europa, rappresentava all’epoca circa l’11% della produzione elettrica nazionale. Vorrebbe nell’ipotesi di Enel essere trasformata in una centrale a carbone tra i gruppi per un totale di 1960 megawatt, carbone cosiddetto pulito a uno dei 3 gruppi per effetto di un finanziamento di 100 milioni da parte dell’Unione Europea verrebbe applicato il sistema ancora sperimentale di cattura e sequestro di CO2, che bloccherebbe un milione di tonnellate di CO2 emessa, peccato che la centrale ne emette in totale 10,5 milioni. Di fatto l’anno scorso abbiamo sfiorato abbondantemente il record di emissioni di CO2 a livello antropico con 30,6 miliardi di tonnellate di CO2 emessa, non abbiamo bisogno di centrali, non abbiamo bisogno di elettricità in Italia, abbiamo bisogno eventualmente di far rispondere l’efficienza energetica. Come puoi vedere è abbastanza impressionante! I suoi bei danni li ha fatti, come di là si intravedono… quelle sono le cisterne di olio combustibile che insistono nella zona, l’Enel non ha mai preso in ipotesi quello che è prescritto anche per la legislatura del parco sull’Art. 30, cioè la riconversione a gasmetano, nonostante abbia sottoscritto un accordo nel 1999 con le autorità regionali e locali e i sindacati e l’Edison che all’epoca era una componente dell’opera, un accordo per utilizzare il gas del più grande rigassificatore offshore , fuori da terra, in mezzo all’acqua al mondo che si trova a poca distanza, circa 10 miglia, il punto più vicino alla terra è proprio la banchina dell’Enel, era stato fatto con questo scopo. Non vuole utilizzare il gas dell’Edison molto probabilmente per conflitti anche tra aziende concorrenti, di fatto questo accordo l’aveva siglato, è chiaro che il carbone costa meno, se basta mettere un aggettivo come pulito per renderlo più appetibile, poi la sostanza non cambia, è il più inquinante tra i combustibili fossili e dal punto di vista del riscaldamento globale è quello che incide molto di più essendo quello che emette più anidride carbonica di tutti! Questa è una zona tutta di bonifica, queste erano valli, paludi etc. e sono state bonificate tra l’inizio del '900 e il ventennio fascista. I lavori sono iniziati nel 1975/1976, se non erro, già tra moltissime polemiche. Il parco doveva essere nelle intenzioni del legislatore, si parla della legge del 1991, un unicum con il parco dell’Emilia Romagna perché una parte del delta è anche in Emilia Romagna, se non fosse diventato parco interregionale entro due anni, secondo il legislatore, sarebbe dovuto intervenire il Ministero dell’Ambiente e farne un parco nazionale, siamo ancora qua che aspettiamo.

ispettori Pdl e Pdmenoelle
Qui siamo a Boccasette, in una località dove si è sviluppato bene o mane un minimo di turismo balneare all’ interno della foce del Po’, ma più avanti c’è Alberella, Rosolina per un tipo di turismo più popolare.
Siamo qui perché proprio in fondo, proprio di fronte c’è il rigassificatore dell’ Adriatic LNG
che è stato costruito dopo un accordo che c’è stato tra Enel, Edison che era una componente del progetto rigassificatore e le autorità locali, i sindacati, con l’intento di alimentare la centrale di Polesine Camerini che si vede là in fondo. Infatti è il punto più vicino a terra dal rigassificatore, con l’intenzione di alimentarlo a gas, la cosa non è stata fatta perché Enel evidentemente il carbone costa meno e garantisce maggiori profitti, anche perché è più inquinante, si vanno a spendere soldi in tecnologie per limitare l’inquinamento, chiaramente diminuisce anche i profitti.
Di fatto questa centrale è stata oggetto di un sacco di indagini anche da parte della Procura, condanne una recente per inquinamento ambientale agli amministratori delegati Totò Scaroni e i due degli autori della centrale è un rinvio a giudizio recente del 28 giugno addirittura per l’ipotesi di disastro ambientale sempre a Totò Scaroni e a una serie di altri personaggi, una serie di indagini anche per il progetto di riconversione a carbone perché è stato riconosciuto un falso abuso d’ufficio nella presentazione del progetto, lì sono coinvolti anche i commissari della Via nazionale e della Via Veneta, la Commissione di valutazione di impatto ambientale. A fronte di questo cosa è successo? Che Luciano Violante, portavoce di "Italia Decide" parlamentare del PD, ex Presidente della Camera, l’Italia Decide è una fondazione cofondata e finanziata da Enel, ha denunciato che c’era una persecuzione da parte della Procura… Luciano Violante ha denunciato questa ipotesi di ipotetica persecuzione invocando da parte della Procura di Rovigo nei confronti di Enel che vuole riconvertire a carbone, invocando l’ispezione del Ministero della giustizia e quindi di Angelino Alfano che in perfetta sincronia bipartisan ha subito mandato gli ispettori. E pare che i pubblici Ministeri siano stati sanzionati, anzi è certo, perché pur di togliergli l’indagine al PM Manuela Fasolato l’avevano promossa a esaminatrice di una commissione per formare magistrati a Roma, ma riusciva a continuare a seguire le questioni ambientali che stava seguendo qui in Provincia di Rovigo.Quindi è stato detto che lavorava troppo, sostanzialmente non poteva fare una cosa e farne un’altra, sappiamo che la giustizia è molto veloce in questo paese, se c’è qualcuno che si dà da fare è giusto sanzionarla, Alfano lo sa bene e anche a questo punto il centro-sinistra e il PD lo sa che non conviene toccare il manovratore, chi tocca i fili muore! La centrale come dicevo prima emetterà metalli pesanti, le rilevazioni, verrà costituito un osservatorio nelle intenzioni del Ministero, dell’ Enel, dell’ autorità che l’ha costruita, che farà capo agli enti locali, è simile a quello di Civitavecchia, finanziato da Enel. Il Ministero dell’ambiente a Civitavecchia l’ha dichiarato illegale perché non coinvolge l’ ARPAV o altri enti di salvaguardia dell’ambiente del territorio. Cosa succederà? Che emetterà metalli pesanti in modo consistente, le polveri ultrasottili raggiungeranno aree molto, molto lontane, c’è uno studio del CNR anche in proposito, si parla di 60/70 chilometri di distanza.

panem, circenses e carbone
Le emissioni di CO2 in un paese che ha già un problema di deficit rispetto agli accordi a livello europeo, già sforiamo di 80 milioni di tonnellate, saranno incrementate di altri 10,5 milioni di tonnellate, anche se parlano di cattura e sequestro di CO2, al limite se proprio dovesse funzionare, secondo le loro dichiarazioni, riusciranno a catturarne sì e no un milione di tonnellate, continuerà a distruggere questo paesaggio che avete visto in parte e a minare la salute dei suoi abitanti che contano quasi tutti un malato, se non d’asma, di tumore in questa zona.
Sappiamo che in questa zona il potere dell’Enel e di chi ci lavora ha la mano pesante, non parlo di mafia o di minacce, però le persone purtroppo spesso parlano a mezza bocca della cosa, hanno sempre paura di ledere gli interessi di qualcuno, come si fa di solito per governare bene si lasciano prebende a un’associazione, piuttosto che a un’altra, si sistemano alcune cose, si sponsorizzano avvenimenti, si fa un po’ di panem circenses in questo, Enel sicuramente è molto brava! Di fatto sarebbe interessante che le persone sono parecchie e questo lo so per certo, che hanno un malato di tumore, piuttosto che di malattie respiratorie serie si facessero coraggio e denunciassero le cose in maniera tale che si vedesse qual è il reale impatto sulla popolazione del passato funzionamento della centrale e quali sono i reali pericoli per il futuro con un combustibile inquinante come il carbone.
Non c’è nel nostro paese, qui spesso leggiamo sui giornali che c’è la necessità di riconvertire a carbone questa centrale perché colmerebbe il deficit del 40% di mancanza di energia elettrica che c’è in Veneto. Non possiamo ragionare con il federalismo elettrico, è un’assurdità, la corrente viene prodotta in alcuni posti e viene portata in altri, sarebbe molto meglio fosse in filiera corta come tante altre cose perché non ci sarebbero dispersioni. In Italia non abbiamo bisogno di nuove centrali, è una dichiarazione di Fulvio Conti, non è mia, del 3 giugno. Abbiamo una produzione elettrica che può far fronte a qualsiasi tipo e livello di emergenza, si tratta solo di creare le reti adeguate per portare quell’energia che viene prodotta che so dall’eolico, piuttosto che dal fotovoltaico, portarla dove serve, un’efficienza energetica maggiore e soprattutto puntare sul risparmio energetico. Ci sono studi della facoltà di energetica del Politecnico di Milano che danno indicazioni di minima, attraverso le quali si potrebbe giungere a risparmiare entro il 2020 del 30% dell’energia consumata con semplici accorgimenti, senza stravolgere il nostro stile di vita. Ovvio che finché non si capisce che continuare a produrre energia da combustibili fossili, oltre che incidere sulle nostre tasche, incide sulla nostra salute e sul futuro dei nostri figli, non faremmo grossi passi da gigante. Purtroppo in alcune zone come questa si fa leva sempre sulla questione lavoro, ma di lavoro se si volesse seriamente impegnare con un po’ di coraggio nell’ambiente che ci circonda, in agricoltura, turismo, pesca e indotto ce ne sarebbe da vendere qui, solo che è più facile aspettare uno stipendio del 27 e questo lo posso anche capire, ma non giustifica il fatto di ammazzare gli altri, queste sono cose del Terzo Mondo.

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21 luglio 2011

Movimento carbone e balle a cielo aperto, La Spezia si interroga

Osservando una immagine simile viene spontaneo chiedersi...

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Cosa vedo nella foto? Una enel che non ha niente da nascondere (carbone movimentato a cielo aperto), o una enel agisce in modo scoperto, tanto nessuna politica di palazzo farà niente per contrastarla?

Qualcosa di simile se lo chiedono anche a La Spezia, leggi Speziapolis

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8 luglio 2011

Carbone a Porto Tolle, dove si spinge il lobbismo velenoso

Un contributo di Vanni Destro sulla scandalosa vicenda del carbone a Porto Tolle. Sul medesimo argomento anche Greenpeace e M. Scalia

"Niente da dire, il progetto di riconversione a carbone deve essere proprio buono. Talmente buono da richiedere l'impegno della Giunta, del Consiglio regionale del Veneto e addirittura del Governo in sede di Finanziaria per farlo procedere. E tutto ciò a fronte di un'indagine della magistratura a carico dei vertici Enel e di alcuni componenti delle commissioni VIA regionale veneta e nazionale per l’ipotesi di abuso d’ufficio per le procedure e i documenti che avevano permesso alle medesime di dare l’ok al
progetto di riconversione e di una sentenza del Consiglio di Stato che boccia la stessa.

Si, perché, oltre all'inutile, ai fini della riconversione, modifica dell'art. 30 della legge 36/97 istitutiva del Parco del Delta del Po, su cui si stanno avvitando in Regione Veneto perché pressati da sindacati, amministratori, politici vari e imprenditori privi di lungimiranza, ora spunta un emendamento in Finanziaria.

Riprendendo l'articolo del decreto incentivi 2010 che apriva, considerando sufficiente l'abbattimento del 50% delle emissioni rispetto alla centrale preesistente (a oliaccio combustibile, funzionante per 25 anni senza autorizzazione,dal 1980 a 2005, quando
fu posta in "riserva energetica", anche questa piena di condanne e pendenze), la strada al carbone, richiusa dal Consiglio di Stato che richiamava all'obbligo delle comparazioni con altri combustibili per definirne l'impatto, tale emendamento esonererebbe dall'obbligo
comparativo.

Non ci si dica che ciò viene proposto per i posti di lavoro, visto che nella stessa Finanziaria erano previsti tagli, fortemente voluti dal Ministro della semplificazione Calderoli, deli incentivi alle fonti rinnovabili con una perdita di 250000 posti di lavoro da qui al 2020 e
la distruzione dell'unico settore che "tira" economicamente con un giro d'affari corrispondente a quel punto di PIL che è pure la crescita prevista a livello nazionale per l'anno corrente.

Non ci si racconti che è per abbassare il costo dell'energia elettrica visto che l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha appena comunicato che in Italia, a fronte di un costo superiore in bolletta rispetto al resto d'Europa (per l'industria iil 26% in più, ad
esempio), se depurato dalle tasse, il costo di produzione è in linea con la media europea.

Non è più semplice dire: li si usa il carbone perché così piace a noi e le leggi ce le tagliamo e cuciamo come vogliamo, chiaro? Anche certe leggi comunque sono impugnabili e chissà che in Regione Emilia Romagna, dove di carbone non ne vogliono sapere, qualcuno non ci stia già pensando...

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Bonanni (Cisl): il carbone è pulito. E le migliaia di operai morti ogni anno nelle miniere?

La cronaca dei morti nelle miniere di carbone cinesi è un rullo ininterrotto, ordinario racconto di un business che  molti continuano impunemente a definire "pulito". Persino il leader sindacale Bonanni (CISL) non ha avuto esitazioni nel definire la riconvertenda centrale di Porto Tolle come assolutamente pulita su tutti i fronti.

Purtroppo però anche oggi sono uscite notizie come queste:
Shandong: 28 minatori cinesi intrappolati a 255 metri sottoterra
Shanxi: 5 morti in un smottamento

Come per enel e per l'ex ministro Scajola in visita a TVN erano accettabili e messi in preventivo i tre operai morti nel cantiere di Torrevaldaliga (Civitavecchia), anche per Bonanni il tributo di vite dei lavoratori è scontato e accettabile, rientra nel bilancio "pulito" del funzionamento del nuovo mostro ecologico che incombe su Porto Tolle. 

Non parliamo poi delle morti per cause sanitarie connesse all'inquinamento da carbone, se non quando nominarle serve a sostenere il nucleare (leggi le parole di Chicco Testa pre-referendum)

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25 giugno 2011

L'Ass. "Fare ambiente" propone l'eliminazione di ogni limite di emissioni dalla legge del parco Delta del Po

"Fare ambiente" si chiama, ma si legge "Lobbismo mascherato". Ovvero come un soldatino dei poteri forti indossa una falsa maglietta ambientalista per servire il padrone.

"Renzo Marangon, in qualità di coordinatore di Fare Ambiente di Rovigo, ma anche ex assessore regionale all'urbanistica, propone l'abrogazione completa del primo comma dell'articolo 30 della legge costituiva l'Ente parco Delta del Po, quello che il DDL di Zaia intende modificare per spiianare la strada all'approvazione della riconversione a carbone di Porto Tolle.

La delibera di giunta secondo Marangon è infatti "troppo artificiosa" (SIC).

Fonte: Rovigooggi

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22 giugno 2011

Porto Tolle, se il carbone è fuorilegge si modifica la legge!

Modificato il regolamento del Parco regionale del Delta del Po. Nell'allegra combriccola tutti a cantar vittoria:

"Approvando la modifica dell’ articolo 30 della legge istitutiva del parco regionale del Delta del Po, la Giunta del Veneto ha mosso un passo decisivo per chiudere a favore della riconversione a carbone la centrale Enel di Porto Tolle (Rovigo) bloccata dal Consiglio di Stato. Lo ha annunciato oggi il presidente del Veneto Luca Zaia particolarmente soddisfatto per avere in tal modo salvaguardato «almeno il 90% della procedura fin qui attuata, vale a dire senza perdere ulteriori cinque anni di lavoro».
Secondo il governatore, che sulla questione ha provveduto a ricorrere al Consiglio di Stato, ora i tempi «saranno ravvicinati poiché abbiamo già trasmesso la delibera di modifica al consiglio regionale che con la massima velocità darà corso alla votazione». Zaia ha ricordato che «la partita è stata concordata con i massimi funzionari dei ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico. Ricordo che la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle vale 2,5 miliardi di opere e darà lavoro per cinque anni a tremila lavoratori». (Ansa, via Corriere.it)

Davanti agli affari dei potentati, il diritto non conta.

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18 giugno 2011

enel vuol portarci altro carbone

fulvio conti, ad enel, intervistato sul DowJones Newswires afferma che in Italia, a seguito del referendum sul nucleare "dall'attuale 14% il carbone salirà al 20% del mix energetico nazionale".

Scontato.

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17 giugno 2011

Estate 2011 a Civitavecchia, sponsorizza enel

Foto condvisa da liberi cittadini civitavecchiesi

Ricordiamo che il copioso "vapor acqueo", secondo enel, era causato dall'aria gelida del rigido gennaio? E poi di febbraio? E poi anche di marzo? E poi...Ops, siamo a giugno ma il "vapore" continua a incontrare aria gelida.

Ah, natura maligna che si dileggia nel mostrarci forme spaventevoli...

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Lobbismo velenoso in azione, il ministro Romani pronto a colpire l'interesse pubblico

Parole già sentite, sempre le stesse. Non hanno neanche l'accortezza di tentare di rinnovare i termini del copione, sono troppo sicuri della loro forza per preoccuparsi di dar conto al pubblico del loro operato. Il conto arriverà, come è arrivato per il nucleare.

Il ministro Romani prepara il raggiro

"Paolo Romani, dopo aver accontentato Confindustria sull'abbassamento degli incentivi statali all'energia fotovoltaica e aver tentato di accontentarla sull'energia nucleare (ma gli italiani si sono messi di mezzo con il referendum vinto dal sì), cerca ora di assecondare l'associazione degli industriali sul carbone.

E lo fa con una scorciatoia delle sue: durante l'ultima assemblea dell'Unione Petrolifera italiana, infatti, Romani ha trovato una soluzione al problema della riconversione della centrale Enel a carbone di Porto Tolle. Centrale che, al momento, ha serissime difficoltà ad ottenere le autorizzazioni, oltre ad un paio di inchieste giudiziarie a carico proprio per questioni autorizzative.

Autorizzazioni facili - Romani, candidamente, su Porto Tolle ha detto: "Occorre dare al Ministero dello sviluppo economico le competenze autorizzative per gli impianti strategici riguardanti la sicurezza energetica. E' importante che il Paese si doti di un sistema di decisioni che tenga conto della strategicita' di alcuni insediamenti", facendo esplicito riferimento alla centrale gestita dall'Enel.

In questo modo, in pratica, il ministro dello Sviluppo economico tenta di fare ciò che ha già fatto per il nucleare: togliere di mezzo le pastoie delle autorizzazioni ambientali, gestite dal Minsitero dell'Ambiente tramite i servizi Via e Aia, e inaugurare l'epoca dell'autorizzazione facile.

Confindustria chiama, Romani risponde - In merito alle lungaggini autorizzative di Porto Tolle, una decina di giorni fa, si era pronunciata la presidente di Condundustria, Emma Marcegaglia: "Porto Tolle è un investimento importante che può dare lavoro a molte persone e a molte imprese. Incredibile che si blocchi davanti all'ennesimo ricorso". Romani ha trovato la soluzione.

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8 giugno 2011

Ennesimo insulto alla popolazione: Moscherini designa un soldatino di enel a capo di "Civitavecchia infrastrutture".

Una mossa al limite dell'incredibile, ma perfettamente in linea con la politica vista dallo speculatore Gianni Moscherini, uno abituato a giocare d'azzardo con le vite della popolazione che amministra. Pubblichiamo comunicato di Simona Ricotti - Forum Ambientalista

Non intendo entrare nel merito della competenza delle scelte effettuate dal Sindaco Moscherini sulle nuove nomine relative alle partecipate comunali, anche perché difficilmente potrebbero essere peggiori ed avere effetti più gravi di quelli concretizzatisi con quelle del recente passato ( Romagnuolo docet).
Certo è, però, che la scelta di nominare l’ing Ennio Fano a responsabile di “Civitavecchia Infrastrutture” suona come uno schiaffo alla dignità di un’intera popolazione.

Ricordiamo solo che l’Ing. Fano ha ricoperto i ruoli, in successione, di Responsabile delle politiche ambientali e di Responsabile grandi progetti dell'Enel.

Proprio in tali vesti, oltre ad essere uno dei più grandi  sostenitori del progetto di riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord, si è reso protagonista di diverse affermazioni offensive non solo per la popolazione locale, ma anche per l’intelligenza umana.

Fu infatti l’ing. Fano che in diverse circostanze classificò come un “falso” i dati sui tumori del comprensorio sostenendo che questi, peraltro, sarebbero un fenomeno tipico delle città costiere (sic!).
E fu sempre l’Ing. Fano che in un’intervista, dissertando sulla vocazione turistica di Civitavecchia esclamò: “Ma quale turismo dal 1958 a Civitavecchia si parla solo di centrali, porto e sviluppo industriale. Una vocazione non si inventa dall’oggi al domani. E Civitavecchia – sentenziò l’ingegnere - la vocazione al turismo non ce l’ha”.

Un personaggio, quindi, che non conosce, né tantomeno ama, Civitavecchia e che ha mostrato più volte sprezzo per le legittime aspirazioni ad uno sviluppo altro del territorio e per le sofferenze dei suoi cittadini, le cui vite reali e materiali costituiscono la concretezza di quelle percentuali di mortalità e morbilità che con sfacciata impudenza ha definito “false”.
L’ing. Fano ha già dato il suo contributo negativo a Civitavecchia e, considerata la sua opinione sul turismo locale, ci auguravamo di non vederlo più in città, nemmeno per le vacanze estive.
Al contrario, grazie al Sindaco Moscherini, altra figura che certo non ha dato prova di grande stima per la città e per i cittadini, ce lo ritroveremo, nientemeno, alla guida di “Civitavecchia infrastrutture” ovvero la società che detiene e gestisce l’intero patrimonio comunale.

Una nomina che si inserisce a pieno titolo nel solco del rapporto morboso tra Comune ed Enel e che, a meno di un anno dalle elezioni, ci lascia presagire una campagna elettorale all’insegna del carbone e dei rifiuti da bruciare travestiti da eventi “incredibili” e populistici.

Civitavecchia, 7 giugno 2011

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29 maggio 2011

Incredibile enel?

Civitavecchia e dintorni,
dopo decenni di inquinamento enel ci ha regalato la riconversione a carbone. Ma anche:
Perdita di olio dai serbatoi del parco oli di Torre Nord.
Linee dell'alta tensione non interrate (pericolo per la salute).
Discarica abusiva nel cantiere di TVN.
Numerose violazioni delle prescrizioni VIA.
Operai morti e feriti nel cantiere.
Caporalato, appalti al massimo ribasso che rendono pericolo il lavoro degli operai.
Etc, etc...

Enel
E' tra i primissimi inquinatori italiani.
Ha ignorato la volontà del nostro territorio.
Ha promesso posti di lavoro oggi volatilizzati.
Mente sostenendo il falso scientifico del "carbone pulito", qualcosa di inesistente
Mente proponendo lo stoccaggio dell'anidride carbonica per sdoganare le centrali sporche
E' corresponsabile delle migliaia di morti nelle miniere di carbone.
E' corresponsabile del riscaldamento globale.
E' corresposabile della distruzione ambientale portata dalle miniere di carbone
Ha debiti spaventosi.
Paga artisti e volti televisivi per ripulirsi artificialmente la faccia
Crea pubblicità che parlano di energia rinnovabile mentre nel presente costruisce distruzione.
Frena l'economia sostenibile investendo in carbone e nucleare
Nasconde i veri costi del carbone (sanitari e ambientali)
Etc, etc...

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28 maggio 2011

Il greenwashing non ripulisce la sporca faccia di "mammaenel"

"Ieri pomeriggio, alle 16.30 circa, dei cittadini civitavecchiesi, spontaneamente, si sono incontrati a piazza degli Eventi alla Marina per manifestare contro l’iniziativa “Incredibile Enel” partita lo scorso giovedì 26 maggio e che terminerà domenica 29. Muniti di megafono, manifesti e materiale informativo contro il carbone, si sono posizionati davanti l’entrata dello stand illustrando alle persone che si avvicinavano curiose, l’incongruenza dell’Enel sulla sua attività quotidiana a Civitavecchia e quella della manifestazione. “Parlano di energie rinnovabili, per esempio, il ‘diamante’ che cattura i raggi del sole e li trasforma in energia – denuncia un manifestante – peccato che poi a Civitavecchia ci fanno respirare il carbone”. Esibendo le foto della centrale che la notte produce un ingente quantità di nubi non certo sane, ben visibili a occhio nudo la mattina presto, i dimostranti illustravano anche i motivi principali per i quali il carbone è uno dei combustibili fossili più pericolosi al giorno d’oggi. Dopo qualche minuto, però, la Polizia si è recata sul posto, contattata dal personale del padiglione espositivo, chiedendo ai manifestanti di allontanarsi da di fronte l’entrata dello stand, cosa che però non ha scoraggiato i cittadini che hanno continuato la loro camgna informativa."

"Con il tour “Incredibile Enel” arrivano anche le prime polemiche. Si sono, infatti, posizionati proprio all’ingresso dello stand dell’Enel, nella giornata di ieri, alcuni manifestanti che con cartelloni ritraenti le varie foto scattate nel corso dell’anno sui fumi emessi dalla centrale a carbone di Tvn hanno cercato di mettere in luce anche l’aspetto meno pubblicizzato dall’azienda elettrica, quello con cui la nostra città però, purtroppo, deve fare i conti quotidianamente.
“Una vera e propria provocazione – ha dichiarato Ismaele De Crescenzo, da sempre attivista nei vari movimenti NoCoke – Possibile che le uniche centrali e macchine alimentate da energie rinnovabili che Civitavecchia deve vedere sono quelle dei modellini giocattolo per i bambini in questi eventi? Ci vogliono prendere in giro?”. Indignati si sono detti anche Davide Stella, Valeria Barletta e Andrea, indignati anche molti cittadini che considerano quasi un’offesa l’organizzazione di questo evento dato l’abuso che l’Enel fa da decenni del nostro territorio. Scarsa, infatti, la partecipazione all’evento almeno per quanto riguarda la prima giornata.
In compenso mamma Enel ha trovato qualche fan pronto a lodarla, evitando qualsiasi commento sull’inquinamento, tra i “casaccari” del Consiglio comunale. I Consiglieri del Gruppo misto Daniel Perello e Luigi Di Marco hanno infatti espresso forte apprezzamento per l’iniziativa in corso a Piazza degli eventi...

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23 maggio 2011

Sentenza Porto Tolle, pressioni sui giudici rei di far rispettare la legge

Da Agenparl.it
"Con riferimento alla fiaccolata indetta per oggi alle 17:30 a Roma in Piazza Farnese dai lavoratori della Centrale Enel di Porto Tolle, Greenpeace e WWF ritengono che esercitare pressioni di piazza mentre il Consiglio di Stato scrive le motivazioni di una sentenza sia inaccettabile, e che costituisca un'azione intimidatoria da parte di soggetti disinformati che ancora credono alle bugie di ENEL sul carbone pulito.
Oltre che essere la maggiore fonte di inquinamento da mercurio, il carbone è il principale responsabile del cambiamento climatico che è tra i peggiori nemici del delta del Po. Secondo un rapporto pubblicato dal Vaticano la scorsa settimana, il cambiamento climatico causa due milioni di morti l'anno.
Le emissioni inquinanti della centrale del Po - 7 mila tonnellate di ossidi di zolfo e di azoto - si aggiungerebbero a un "panorama" tra i più inquinati d'Italia, che già oggi è responsabile di grave impatto sanitario nella popolazione di una vasta area. Questi gas sono all'origine del particolato ultrafine, la parte più pericolosa del PM10. Ben 30 delle 48 città fuorilegge per il PM10 sono localizzate nella pianura padana (tra esse: Rovigo, Venezia, Padova, Bologna e Ferrara) e sul tema l'Italia è oggetto di una procedura d'infrazione in sede comunitaria.
I rischi posti del carbone sono quindi evidenti, senza contare che il carbone è tra i fattori che ritardano il lancio, in Italia, di una seria politica di investimenti sulle rinnovabili e l'efficienza che secondo numerose stime (nazionali, internazionali e persino sindacali) porterebbe nel nostro Paese migliaia di posti di lavoro in più di questi pericolosi progetti di riconversione.
Le Associazioni e i comitati che si sono battuti contro il carbone sono certi della serenità dei giudici che hanno valutato la cosiddetta "compatibilità ambientale" della riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle avendo a disposizione la moderna letteratura scientifica internazionale e ridando una speranza a una delle aree più fragili del Paese dal punto di vista ambientale.

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17 maggio 2011

Il Consiglio di Stato blocca la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle

Fonte: qualenergia.it (da comunicato WWF) Leggi anche qui

"Il Consiglio Stato ha annullato il decreto con cui il 29 luglio 2009 il ministero dell'Ambiente aveva dato parere positivo sulla compatibilita' ambientale al progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. La Sesta sezione del Consiglio di Stato, presieduta dalla Dott.ssa Rosanna De Nictolis, ha annullato il decreto firmato dal Ministro Prestigiacomo, accogliendo un ricorso presentato dal WWF Italia, Greenpeace, Italia Nostra e numerose associazioni di operatori economici e del turismo della zona di Porto Tolle. La sentenza del Consiglio di Stato ha ribaltato l'esito della decisione del Tar del Lazio, che il 6 giugno 2010 aveva invece respinto il ricorso delle associazioni ambientaliste e degli operatori del turismo .

In attesa di leggere le motivazioni della sentenza il WWF intanto dichiara, con grandissima soddisfazione, che finalmente sono state accolte le argomentatissime ragioni giuridiche ed ambientali portate dinanzi al giudice amministrativo dall’Avv Matteo Ceruti di Rovigo, quelle stesse ragioni che avrebbero dovuto indurre il Ministro dell’Ambiente a dire di no alla compatibilità ambientale della riconversione a carbone di Porto Tolle.
Ora dovrà essere revocato anche il successivo decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 5 gennaio 2011 recante Autorizzazione Unica alla società ENEL che consente l’apertura dei cantieri per la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle.

“Il carbone è il combustibile fossile che maggiormente contribuisce alle emissioni di anidride carbonica e, quindi, ad aggravare il fenomeno dei cambiamenti climatici –ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia- E’ inoltre molto dannoso per la salute della popolazione e per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo. E’ ora che la politica energetica italiana si affranchi dagli interessi di parte, che siano il nucleare o il carbone. Il futuro è nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili”.

LA STORIA
La centrale termoelettrica Enel situata a Porto Tolle - una delle più grandi d’Europa e nel cuore di una delle aree naturali più importanti delicate quali il Delta del Po - ancor prima del progetto di conversione a carbone è già stata oggetto di condanne penali per gravi episodi di inquinamento attraverso due processi in cui i vertici amministrativi e tecnici dell’Enel sono stati condannati per violazione della normativa in tema di tutela delle risorse idriche e per danno ambientale.

Si tratta di una vicenda grave, poco chiara, in cui ancora una volta a prevalere erano stati gli interessi leciti ma privati di un’azienda l’Enel - che peraltro non ha neanche più il monopolio in Italia sulle questioni energetiche – a grave danno dei ben più rilevanti interessi pubblici – salute, ambiente, scelte energetiche oculate - che dovrebbero essere tutelate dal Governo ad iniziare dal Ministro dell’Ambiente. Neanche la crisi economica (accompagnata dal solito ricatto occupazionale per i dipendenti della centrale) può giustificare una scelta così miope. Ed ancora una volta , solo grazie alla mobilitazione di associazioni ambientaliste (unite ai cittadini ed agli imprenditori locali) si è riusciti a bloccare un progetto nefasto per ambiente, salute ed economia


I 4 punti ‘dolenti’ della vicenda Porto Tolle secondo il WWF:

- UNA CENTRALE ‘SOTTO OSSERVAZIONE DELLA PROCURA’ - La Procura di Rovigo ha avviato nuove indagini anche sul progetto di riconversione e ha disposto una consulenza-perizia, inviata nel giugno 2008 dalla Procura al Ministero dell’Ambiente. La perizia ha evidenziato numerose e gravi carenze nel progetto in ordine agli impatti ambientali (aria, acque, rifiuti, biodiversità per le ricadute negative sull’area naturale e Parco delta del Po). Il documento critica aspramente la scelta dell’Enel per il carbone, giustificata perché il carbone è “economicamente competitivo” rispetto ad altre scelte possibili (ad esempio gas-ciclo combinato).

- VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE INEVITABILE: Le perizie della Procura sono così dettagliate ed articolate, ed evidenziano tali contraddizioni e lacune da far ritenere sorprendente che la Commissione VIA presso il Ministero dell’Ambiente potesse sostenere argomenti contrari ,vista l’evidente incompatibilità ambientale del progetto.

- RISCHIO VIOLAZIONE NORME UE: Il Governo inoltre ben conosceva i problemi che potrebbero sorgere con l’Unione Europea, che potrebbe pronunciarsi se il progetto dovesse essere andare avanti , poiché molte aree del Delta del Po sono vincolate da direttive comunitarie.

- IL CARBONE PULITO NON ESISTE: Il WWF, che segue da anni le vicende processuali ed amministrative della centrale Enel di Porto Tolle , ritiene che la riconversione di Porto Tolle a carbone sia del tutto sbagliata perché questo è tra i combustibili fossili quello che presenta le maggiori emissioni di anidride carbonica, il gas ad effetto serra maggiormente responsabile del riscaldamento climatico globale. Occorre infatti rammentare che anche avvalendosi delle migliori tecnologie gli impianti a carbone hanno emissioni più che doppie rispetto a quelle di un ciclo combinato a gas: all’atto pratico per ogni kWh di energia elettrica prodotta da carbone si emettono oltre 770 gCO2 contro i 365 di un ciclo combinato a gas. Il nostro Paese che già sta andando in direzione opposta rispetto al Protocollo di Kyoto e ai nuovi impegni di riduzione delle emissioni (di almeno il 20% entro il 2020) farebbe meglio a investire in efficienza e fonti rinnovabili di energia che non solo ci permetterebbero di affrancarci dalla dipendenza energetica ma permetterebbero un rilancio dell’economia in chiave sicuramente più sostenibile rispetto al puntare su combustibili fossili e nucleare.
Peraltro tutte le performance ambientali di una centrale a carbone sono estremamente più negative: dalle emissioni di sostanze inquinanti (ossidi di zolfo, ossidi d’azoto, polveri fini, mercurio, arsenico, ecc. ecc.), consumi di acqua e materie prime, produzione di rifiuti, ecc., a dimostrazione che il carbone pulito non esiste…"

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19 aprile 2011

TVN: perdita di olio nel terreno, durava da almeno un mese. Indagata enel

Da BigNotizie.it
"La procura di Civitavecchia ha aperto un'indagine sulla perdita di olio combustibile da un serbatoio del parco oli di Torrenord. La magistratura inquirente ha iscritto sul registro degli indagati uno dei responsabili Enel, addetto al parco oli, per inquinamento ambientale e inosservanza delle normative sulla sicurezza sul lavoro. A scoprire la fuoriuscita sono stati i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe), nel corso di un sopralluogo presso lo stesso parco della centrale di Tvn.

In uno dei serbatoi è stato notato un evidente sversamento, con l'olio che finiva nella cassa di contenimento ma che, secondo i carabinieri, non era impermeabilizzata a regola d'arte. L'olio, oltre che altamente inquinante, è logicamente infiammabile, e quindi non poteva restare all'aperto per troppo tempo, perché sono facilmente immaginabili i rischi di un eventuale incendio. Lo sversamento, peraltro anche molto consistente, visto che i carabinieri, al momento del sopralluogo, avrebbero trovato nella cassa di contenimento circa quaranta centimetri di olio. La perdita inoltre, sempre stando al controllo effettuato dal Noe, durava da circa un mese. Solo dopo l'intervento della procura, a quanto pare l'Enel è intervenuta per risolvere il problema. Da qualche giorno infatti, sarebbero iniziati i lavori per la riparazione della perdita e la raccolta dell'olio uscito dal serbatoio.

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