COMUNICATO STAMPA NO COKE BRINDISI
A quasi due anni dalla caratterizzazione dei terreni agricoli tra Brindisi e Cerano, lungo l’asse policombustibile attrezzato e intorno alla centrale, a un anno dalla conferenza di servizi di Roma che ha obbligato alla bonifica degli stessi, a più di sei mesi dall’ordinanza di divieto di coltivazione, tutto quello che Assessore Regionale all’Agricoltura ed ENEL avevano saputo produrre era un protocollo tra ENEL e agricoltori per la riduzione dell’impatto visivo della centrale di Cerano!
Con la grave responsabilità, pure, di aver messo in dubbio l’accertato inquinamento dei terreni dal centro studi di turno, che per fortuna in Italia nulla può contro le definizioni di legge di inquinamento, e le procedure di legge per la sua caratterizzazione.
Eravamo comunque contenti del fatto che gli agricoltori in questione avessero spuntato dall’ENEL qualche spicciolo, perché questo sono 6 milioni di fronte ad un mai reso noto maxiguadagno delle centrali.
Poi abbiamo appreso che l’ENEL non ci sta più, perché alcuni agricoltori hanno prodotto un esposto in Procura che circostanzia morti e malattie tra chi sotto il mostro, esposto alle polveri di carbone, vive da due decenni.
ENEL ha così certificato, per chi avesse ancora dubbi, che non voleva stringere un accordo commerciale, ma ancora per l’ennesima volta comprare il silenzio di chi da ENEL è danneggiato più di chiunque altro. Gli agricoltori hanno solo chiesto, legittimamente, alla Procura di valutare attraverso perizie ambientali ed epidemiologiche di conoscere il responsabile di un accertato inquinamento che potrebbe essere la causa delle malattie che hanno colpito tanti di loro. E noi ci auguriamo e ci aspettiamo che la Procura faccia completa chiarezza, visto che altri non riescono a farla!
Mettiamo dunque tutti in guardia dagli accordi con ENEL e, per questo, ringraziamo il Vescovo di Brindisi per aver involontariamente innescato qualche mese fa una gran polemica per i pubblici ringraziamenti ai regali dell’ENEL, da Lui definiti “segno del forte legame tra l’ENEL e la città”, davanti ai responsabili ENEL accorsi a “pregare” in prima fila.
Da allora tutti sanno che Brindisi quei regali non li vuole perché hanno un prezzo, come minimo il silenzio di fronte all’impatto ambientale gigantesco della più grande centrale a carbone d’Italia.
Di cui effettivamente il Vescovo in tanti anni non ha mai parlato e cogliamo tale occasione per permetterci di ricordare che proprio la Chiesa ha ultimamente “aggiornato” la lista dei peccati mortali e sociali, aggiungendoci quello dell’inquinamento ambientale. Chiediamo anzi alla stampa di verificare se per la visita del Papa la Curia non abbia di nuovo pensato di bussare alla porta dell’ENEL.
Invitiamo tutti, cittadini e istituzioni, a sostenere gli agricoltori brindisini in una battaglia che in realtà non è solo loro, ma di tutta la città.
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