No al carbone Alto Lazio

14 maggio 2010

Basta al cartellone selvaggio, a Roma iniziativa di civiltà

Sarà capitato a molti di restare a bocca aperta per l'insudiciamento feroce cui sono esposte le città in periodi elettorali, con le brutte facce della politicaglia ritoccate al fotosciop, i loro slogan da quattro soldi urlati da centinaia di migliaia di manifesti, molti abusivi, a rendere ancora più brutte le città. La prima cosa che un cittadino assennato pensa è: questo il rispetto che dimostri, farabutto ipocrita, per la città a cui ti rivolgi? Neanche sei stato eletto e già rovini il luogo in cui vivo? Naturalmente è solo un piccolo esempio di un comportamento più vasto e diffuso, per questo
l'iniziativa "No a cartellone selvaggio":

"Alla crescente indignazione e protesta dei cittadini per la privatizzazione degli spazi pubblici per consentire ai privati di lucrare enormi profitti, quasi sempre al nero, sulla vendita della merce più cara in circolazione, la Pubblicità, la Giunta comunale presieduta dal Sindaco Gianni Alemanno risponde con vaghe promesse e dichiarazioni di intenti dei suoi Assessori, con e provvedimenti autopromozionali, spot “pubblicitari” si potrebbe dire, quali il recente progetto per la riduzione dell’impiantistica pubblicitaria a Piazzale Clodio, tesi
unicamente a ridurre “….l'impatto della pubblicità sull'ambiente circostante, con recupero del patrimonio storico, artistico ed architettonico …” unicamente in alcune piazze della città. evitando di assumere quei provvedimenti che possono realmente porre fine al dilagare dell’illegalità nella nostra città.

La Delibera d’Iniziativa Popolare promossa dalla Rete Romana di Mutuo Soccorso, Cartellopoli blog, Cittadinanza Attiva, con il sostegno di VAS, Italia Nostra Sez, di Roma, Legambiente Lazio, C.A.L.M.A., giornali e radio cittadine, chiede in generale alla Giunta Comunale di:

* procedere alla più sollecita abrogazione di tutte le disposizioni contenute tanto nella delibera n. 37/2009 quanto in tutte quelle che l’hanno preceduta e che hanno determinato il caos attuale nonché all’integrazione di quelle che hanno già generato una loro applicazione distorta.
* Redigere il “Piano regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari”.

Più in particolare con la stessa Delibera si chiede all’Amministrazione capitolina di:

- verificare tutti gli impianti a vario titolo installati fino ad oggi, esigendo la più sollecita rimozione tanto di tutti quelli vietati dal Codice della Strada quanto di tutti quelli ricadenti in aree vincolate con divieto di affissione;

- frenare immediatamente l’utilizzo speculativo delle procedure fin qui sfruttato dalle Ditte, contestualizzando d’ora in poi per tutti i tipi di cartelloni pubblicitari già installati abusivamente che si riesce a “censire” il provvedimento di immediata rimozione;

- obbligare comunque l’Amministrazione Comunale a sequestrare e oscurare immediatamente gli impianti abusivi in attesa della rimozione;

- approntare idonei elementi di riconoscibilità delle targhette autorizzate, comprensibili a tutti, come d’altronde già previsto dal Regolamento Comunale, che contengano oltre all’indicazione della tipologia dell’impianto, la data di rilascio del codice di autorizzazione, il numero di autorizzazione e la data di scadenza in conformità a quanto espressamente disposto riguardo alle “targhette di identificazione” dal Codice della Strada;

- perseguire e interdire dal prosieguo della propria attività nell’ambito del Comune di Roma quelle ditte che risultino ree più volte di installazione abusiva di impianti.

Allegato:

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Rispedita ancora al mittente la Rossano al carbone

Da Sibarinet.it
Corigliano - Anche la "Giovane Italia" di Corigliano interviene nel dibattito riguardante la paventata riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano.

'Ci schieriamo a fianco dell’amministrazione coriglianese che pochi giorni fa, per bocca del sindaco Straface, aveva bollato come “incompatibile con le potenzialità di crescita del nostro territorio” una eventuale riconversione della centrale stessa dall’ attuale tipologia termoelettrica a quella a carbone. Ci troviamo totalmente d’accordo con quanto dichiarato dal sindaco e ribadito l’ undici Maggio dalla conferenza dei capigruppo che all’unanimità ha manifestato la volontà di esprimere in maniera decisa un netto dissenso rispetto la volontà da parte dell’Enel di effettuare la riconversione a carbone. Non possiamo accettare
passivamente le scelte che interessano direttamente il nostro territorio. La presenza di una centrale a carbone pregiudicherebbe sotto molti aspetti lo sviluppo di larga parte del nostro territorio. Per i nostri luoghi e per le nostre principali vocazioni, quali tra tutte il turismo, la pesca e l’agricoltura, questa ipotesi potrebbe rappresentare la condanna definitiva. Siamo pertanto orgogliosi e felici che il dibattito, come voluto e già annunciato dal sindaco Straface, si sia allargato alle associazioni di categoria calendarizzando già alcuni importanti appuntamenti per i prossimi giorni. Occorrerà prestare massima attenzione al tema, realizzando il miglior approfondimento necessario, in sinergia con gli amministratori dei territori limitrofi, con le associazioni ambientaliste, con gli operatori del settore agricolo, turistico e marinaro. Siamo infine certi che l’amministrazione farà di tutto per tutelare l’interesse della totalità dei cittadini, richiedendo all’Enel ulteriori chiarimenti che giustifichino quello che è stato finora il leit motiv proposto dall’azienda energetica: “carbone a tutti i costi”

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Firma a Civitavecchia per l'acqua bene pubblico



"Da domani il Comitato per l’acqua bene comune di Civitavecchia inizierà anche a Civitavecchia la raccolta firme per i tre quesiti referendari per mantenere l’acqua pubblica promossi dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua. L'appuntamento è per domani e per sabato 22, 29 maggio e 5 giugno dalle 10 alle 13 a via Duca degli Abruzzi, a fianco alla scaletta - e dalle 17 alle 20 a corso Centocelle, di fronte al teatro Traiano. Il 19 e 26 maggio e il 9 giugno, invece, dalle 10 alle 13 a via Duca degli Abruzzi e a viale Nenni, all' altezza del mercatino. Il 2 giugno dalle 17 alle 20 a corso Centocelle di fronte al Traiano. Infine il 20 e 27maggio e il 3 e 10 giugno dalle 17 alle 20 alle Conad Le Terme e Il Mare. (Da Civonline.it)

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Criminalità organizzata nel Lazio: risposta a Mazzola

L’assemblea generale della 'Caponnetto': 'ed ora il Sindaco denunci tutti noi', L’Associazione antimafia risponde al Sindaco di Tarquinia.
Fonte: maremmaoggi.it

"L’Assemblea Generale dell’Associazione Regionale per la lotta contro le illegalità e le mafie “A. Caponnetto”, riunita a Latina il 25 Aprile 2010, ascoltata e condivisa le relazione del suo Presidente Regionale, ha preso in esame, in particolare, la gravissima situazione in cui si trova il territorio della Regione Lazio alla luce delle più recenti azioni investigative e giudiziarie che attestano l’aggravarsi del fenomeno di espansione continua della criminalità organizzata in tutti i settori dell’economia, della società, della politica e delle istituzioni, così come comprovato dal provvedimento di scioglimento per condizionamenti mafiosi dell’Am-ministrazione comunale di Nettuno, in provincia di Roma, e dai risultati dell’inchiesta della DDA di Roma denominata “ Damasco” relativa a quella di Fondi, in provincia di Latina, autoscioltasi, com’è noto, proprio per evitare un analogo provvedimento governativo di scioglimento.

A fronte di tale inquietante situazione, sconcerta l’atteggiamento di molti amministratori pubblici ed esponenti politici del Lazio.

In quest’ottica, addolora il comportamento del Sindaco del PD di Tarquinia, in provincia di Viterbo, un comportamento che potrebbe essere interpretato come vera e propria censura del contenuto delle denunce fatte dal V. Presidente Regionale dell’Associazione, Luigi Daga, in ordine alla presenza ed alle attività sul territorio di Tarquinia, di Civitavecchia e della provincia di Viterbo di imprese provenienti da regioni, come la Sicilia, la Calabria e la Sicilia, storicamente infiltrate massicciamente dalle mafie.

Il V. Presidente della nostra Associazione sarebbe reo, secondo il predetto Sindaco, dei reati di diffamazione e di procurato allarme per aver messo in evidenza, senza aver mosso accuse specifiche nei confronti di chicchessia, alla stampa ed agli organi istituzionali competenti la presenza di imprese edili di Casal di Principe e del Casertano che si sono aggiudicati appalti dal Comune di Tarquinia e dalla Provincia di Viterbo e di aver chiesto, pertanto, le opportune verifiche.

Azione più che legittima e doverosa da parte di un’Associazione antimafia seria e non parolaia come la nostra che quotidianamente ed in tutto il Lazio assolve a tale compito.

Sul territorio di Tarquinia, Civitavecchia e nell’intero Viterbe-se da tempo si stanno concentrando presenze massicce di imprese, campane, calabresi e siciliane, un fenomeno in continua espansione e che sicuramente assumerà dimensioni maggiori in vista delle imponenti opere che si preannunciano con la realizzazione del progetto del “Terminal Asia” nel vicino porto di Civitavecchia.

Un progetto, quest’ultimo, verso il quale - secondo anche quanto accertato da indagini svolte dalla DDA di Reggio Calabria che ha già provveduto ad effettuare numerose azioni nei confronti di soggetti che si sono resi autori della costituzione di sodalizi misti fra cosche calabresi e clan laziali nel Porto di Gioia Tauro, - le medesime “famiglie “rivolgeranno sicuramente le loro attenzioni verso il Porto di Civitavec-chia, dove, peraltro, si sospetta anche la presenza della potente mafia cinese. Non va ignorato, inoltre, il forte interesse che hanno mostrato società provenienti, oltreché dalla Calabria, dalla Sicilia, a segmenti di territorio collocati sia a ridosso del porto di Civitavecchia che nel Comune di Tarquinia, dove, peraltro, già si sospetta un massiccio traffico di sostanze stupefacenti proveniente dal mare e di altri generi. Sempre a ridosso del comune di Tarquinia è in atto un’operazione economica volta alla costruzione di una centrale elettrica fra i cui attori ci sono soggetti rimasti coinvolti in serie vicende giudiziarie ad opera di alcuni Tribunali, fra cui quello di Palermo. Si tratta solo di alcuni esempi; quanto basta per allertare qualunque sindaco, anche fra quelli meno attenti a tali problemi.

A fronte di una situazione di tali gravità e pericolosità, in conseguenza della quale noi tutti siamo esposti a rischi di ogni genere (tanto che lo stesso Luigi Daga è stato già oggetto di iniziative giudiziarie, dal sapore intimidatorio, promosse nei suoi confronti da taluni di quei soggetti), il Sindaco di Tarquinia - espressione, peraltro, di una forza politica erede di martiri della mafia come Pio La Torre ecc. – mai avrebbe dovuto promuovere azioni che potrebbero essere interpretate come uno stimolo ad eventuali ritorsioni non solo ai danni di Gigi Daga ma di noi tutti.

Nel condividere quanto fatto al riguardo dal nostro V. Presidente Regionale e nell’invitare il Sindaco di Tarquinia ad estendere la denuncia fatta alla persona di Daga a noi tutti dell’Associazione, invitiamo i dirigenti regionali e nazionali del Partito Democratico –e, in particolare, la Presidente Nazionale del PD On. Rosy Bindi – a farci conoscere se condividono o meno l’azione ai nostri danni del Sindaco del PD di Tarquinia.

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La speculazione edilizia a Civitavecchia

"Circa 200 alloggi privati in vendita da agenzie immobiliari, quasi 350 nuovi alloggi in costruzione, oltre 180 alloggi nuovi invenduti, oltre 500 appartamenti sfitti. Tutto ciò in una città di 58.000 abitanti e con circa 21.000 nuclei famigliari. Sono questi i numeri impressionanti della realtà immobiliare cittadina tracciati dall’esponente del Pd Antonio Manunta, il quale, con queste cifre concrete, torna a porre un interrogativo già diffuso sul perché, a fronte di tanta disponibilità abitativa, in città si continui a costruire e a rilasciare concessioni edilizie. Sulla base di quali reali necessità residenziali? La risposta più naturale che viene è che in verite le esigenze siano soltanto economiche e legate al profitto di qualche palazzinaro e di qualche politico." Continua su Centumcellae.it

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13 maggio 2010

Sull'impatto del trasporto aeroportuale nel Lazio

Dal Comitato Fuoripista, riceviamo e pubblichiamo:

"Lettera aperta con richiesta di incontro in relazione all'impatto del trasporto aeroportuale (e delle strutture ad esso finalizzate) nel Lazio, e ad alcune iniziative che la Regione puo' assumere

Gentile Presidente della Regione Lazio,
gentili capogruppo del consiglio regionale del Lazio,

vi scriviamo in relazione all'impatto del trasporto aeroportuale (e delle strutture ad esso finalizzate) nel Lazio, e ad alcune iniziative che la Regione puo' assumere.
Vi scriviamo in forma assolutamente semplice, chiara e sintetica perche' vorremmo delle risposte altrettanto semplici, chiare e sintetiche.

1. Ciampino
E' dimostrato dagli studi istituzionali condotti da Arpa Lazio, dal Dipartimento epidemiologico regionale e dalle Asl competenti per territorio, che a Ciampino le norme di legge non sono rispettate e che la salute dei cittadini e' in pericolo. Per questo i cittadini di Ciampino, di Marino e del X Municipio di Roma hanno inviato quasi cinquecento esposti alla Magistratura per chiedere giustizia. I voli su Ciampino vanno immediatamente e drasticamente ridotti.
Chiediamo un impegno e un'iniziativa della Regione Lazio per la riduzione immediata dei voli (cosa intendiamo per immediata? Intendiamo: immediata).

2. Fiumicino
E' dimostrato che non solo non vi e' alcuna necessita' di ampliare il sedime aeroportuale di Fiumicino, ma e' anzi del tutto evidente che il progetto della societa' Adr (Aeroporti di Roma) che prevede la cementificazione di 1.300 ettari della Riserva del litorale romano e 1.066.000 mq di servizi commerciali, si configura sostanzialmente come una mera speculazione immobiliare e finanziaria, peraltro in palese conflitto di interessi, e come una grave aggressione all'ambiente, il tutto senza nessuna reale prospettiva occupazionale e di sviluppo del territorio.
Chiediamo un impegno e un'iniziativa della Regione Lazio contro ogni ipotesi di ampliamento del sedime aeroportuale di Fiumicino.

3. Frosinone
E' dimostrato che l’aeroporto di Frosinone-Ferentino non e' sostenibile nella Valle del Sacco, area dichiarata emergenza ambientale-socio-economica nel 2005. E’ del tutto evidente che il progetto della societa' Adf (Aeroporto di Frosinone S.p.A.), a seguito dell’avviso di esproprio di oltre 300 ettari di territorio (in gran parte agricolo e residenziale), senza attendere il parere favorevole della Vas, si configura come una speculazione immobiliare e finanziaria a danno dell’ambiente e dei cittadini . Visti i pareri negativi degli organi tecnici nella Conferenza dei servizi preliminare, chiediamo un impegno della Regione per il blocco del progetto e per il recupero dei finanziamenti pubblici fino ad ora messi in bilancio e destinarli nella bonifica e nel rilancio occupazionale della Valle del Sacco.
Chiediamo un impegno e un'iniziativa della Regione Lazio contro la realizzazione di un mega-aeroporto a Frosinone.

4. Viterbo
E' dimostrato che la realizzazione di un mega-aeroporto a Viterbo avrebbe come immediate conseguenze lo scempio dell'area del Bulicame e dei preziosi beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.
Chiediamo un impegno e un'iniziativa della Regione Lazio contro la realizzazione di un mega-aeroporto a Viterbo.

5. Il trasporto, questione locale
Occorre potenziare la mobilita' sostenibile, adeguata alle esigenze del territorio e della popolazione, con tecnologie appropriate e coerenti con un modello di gestione del territorio che valorizzi e non distrugga i beni ambientali e culturali, le autentiche vocazioni produttive locali, la salute e i diritti della popolazione.
Chiediamo un impegno e un'iniziativa della Regione Lazio per una mobilita' locale centrata sul trasporto ferroviario, pubblico e collettivo al servizio della popolazione, nel rispetto dell'ambiente e del diritto alla salute e alla sicurezza.

6. Il trasporto aereo, questione globale
Occorre contrastare il dissennato incremento del trasporto aereo a fini voluttuari, alla luce dell'eccesso di aeroporti in Italia e dell'eccesso globale di emissioni inquinanti.
Occorre ripristinare nell'ambito del trasporto aereo il rispetto di fondamentali regole e principii di legalita' e far cessare il favoreggiamento ad imprese speculative, inquinanti e violatrici dei diritti di cittadini e lavoratori.
Chiediamo un impegno e un'iniziativa della Regione Lazio contro il dissennato incremento del trasporto aereo a fini voluttuari, e per una regolamentazione del trasporto aereo che faccia cessare ogni favoreggiamento ad imprese dalla condotta inammissibile.

Gentile Presidente della Regione Lazio,
gentili capogruppo del consiglio regionale del Lazio,

vi saremmo assai grati di un tempestivo incontro su questi temi.

Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione e chiarimento, in attesa di un tempestivo positivo riscontro, vogliate gradire distinti saluti,

- Il Comitato aeroporto di Ciampino per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto
- Il Comitato Fuoripista di Fiumicino
- Il Comitato No aeroporto Ferentino-Frosinone
- Il Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Roma, 10 maggio 2010

Per approfondire
Vi segnaliamo alcuni siti che propongono utili materiali di riflessione e di documentazione:
a) su Ciampino:
www.comitatoaeroportociampino.it
www.no-fly.info
b) su Fiumicino:
http://comitatofuoripista.blogspot.com
c) su Frosinone:
http://noaeroporto-ferentino-frosinone.blogspot.com
d) su Viterbo:
www.coipiediperterra.org

Per informazioni e contatti:
info@comitatoaeroportociampino.it; comitatofuoripista@gmail.com; noaeroporto.fr@libero.it; info@coipiediperterra.org;

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Aereoporto di Ciampino: appello dalla popolazione

Dal Comitato per la Riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Ciampino, riceviamo e pubblichiamo.

"Appello al Presidente della Repubblica e alla Magistratura
Ciampino, Roma, Marino - 11 maggio 2010

Quasi 500 esposti alla Magistratura sono stati presentati a partire da ottobre 2009 dai cittadini di Ciampino, Marino e del X municipio di Roma massacrati dall'inquinamento prodotto dall'assurdo traffico aereo dell'aeroporto di Ciampino.

A partire dall'anno 2000, senza alcuna valutazione di impatto ambientale e senza dare corso a quanto previsto dalla legge quadro sull'inquinamento acustico (447/1995 e seguenti), è stato avviato a Ciampino un incremento dei voli che ha portato il traffico aereo da meno di 1 milione a 5 milioni di passeggeri all'anno. Cosa mai accaduta in tutta la storia centenaria di questo aeroporto.
Finalmente nel marzo del 2009 l'Agenzia Regionale per l'Ambiente del Lazio ha presentato i risultati dell'indagine ambientale (CRISTAL) sull'inquinamento acustico dell'aeroporto, certificando che questo aeroporto opera al di fuori della legge e che 14.500 cittadini vivono all'interno dell'area colpita.

A dicembre 2009 il Dipartimento Epidemiologico Regionale del Lazio, insieme alle ASL Roma H e Roma E, hanno certificato (indagine SERA) che l'inquinamento prodotto da questo aeroporto sta danneggiando la salute dei cittadini di Ciampino e Marino.

Nonostante queste evidenze ufficiali e incontrovertibili nessuna delle autorità competenti e dei responsabili aeroportuali ha mosso un dito per tutelare subito i cittadini, a partire da Ministero dei Trasporti, ENAC, Aeroporti di Roma. E a tutt'oggi centinaia di voli continuano a partire ogni giorno a poche decine di metri dalle case di migliaia di cittadini.

Stando alle ultime risposte del ministro Matteoli alla interrogazione parlamentare presentata dal Senatore Della Seta, anche la recente Conferenza dei Servizi sull'aeroporto di Ciampino, convocata con 12 anni di ritardo a febbraio del 2010, rischia di trasformarsi nell'ennesima presa in giro e preludio ad altri anni di temporeggiamenti senza risultati.

Di fronte a questo totale silenzio ai cittadini non è rimasto che aspettare con ansia crescente un intervento rapido e risolutore della Magistratura.

Da sei anni i cittadini di Ciampino, Roma e Marino si stanno battendo contro questo sopruso e, dopo i 500 esposti presentati alla magistratura a fronte di dati incontrovertibili e ufficiali sul danno subito, aspettano che venga fermato subito dalla Magistratura il protrarsi del danno.

Ci appelliamo al Presidente della Repubblica, che siede a capo del Consiglio Superiore della Magistratura, e rinnoviamo il nostro appello ai Magistrati competenti perché venga finalmente resa giustizia e restituita la tranquillità, la sicurezza e il diritto alla salute alle migliaia di cittadini incolpevoli che vivono da decenni intorno a questo aeroporto.

www.comitatoaeroportociampino.it
info@comitatoaeroportociampino.it

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enel gola profonda vuole DUE centrali nucleari a Montalto di Castro?

Fonte: Reuters

"Due centrali a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo e una nell'area di Piacenza. Sono queste le preferenze di Enel per la localizzazione di tre dei quattro impianti nucleari che il gruppo elettrico ha in programma di costruire in Italia, insieme ai francesi di Edf.
Lo hanno riferito a Reuters due diverse fonti a conoscenza del dossier.

La prima fonte ha spiegato che nelle preferenze di Enel a "Montalto di Castro vanno due centrali, una nell'area di Piacenza".

In provincia di Piacenza, a Caorso, esiste già una centrale in decomissioning, ma la fonte non ha specificato se la nuova centrale sfrutterà il sito esistente.

La seconda fonte ha spiegato che "se si costruiscono vicine, come avviene anche in altre parti del mondo, si hanno delle sinergie, poi a Montalto esiste già la rete".

Un portavoce di Enel ha negato che l'ex monopolista abbia già espresso preferenze o selezionato i siti per le nuove centrali nucleari. Lo farà, ha spiegato, "una volta che l'agenzia per il nucleare avrà definito le aree idonee ad ospitare centrali nucleari".

La procedura di identificazione dei siti prevede che il ministero dello Sviluppo economico e la costituenda autorità per il nucleare si esprimano sulla rispondenza dei siti potenziali, scelti da Enel, ai criteri di sicurezza. La decisione finale è demandata alle aziende.

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12 maggio 2010

Brindisi terra appestata dal carbone

Attorno alla centrale enel a carbone di Brindisi, lo sapevamo, la terra non è più coltivabile per generi alimentari, e lo stesso accadrà anche qui a Civitavecchia.

E allora? Tutti contenti: pannelli solari sulla terra avvelanata altrimenti utilizzabile.

"...prima l'ordinanza e poi i rilievi fatti sul sottosuolo, hanno dimostrato che la produzione non potrta' mai essere per beni alimentari.Ed allora perché' non allargare l'ipotesi di interventi e prevedere che quei terreni possano anche ospitare altri insediamenti ecompatibili come ad esempio impianti fotovoltaici, eolici ,e non solo per la produzione di beni per centrali a biomasse o per la floricultura? E' una ipotesi per altro ribadita proprio nella bozza delle nuova convenzione quando e' stata inserita questa nuova strada .Tutti sarebbero ben felici di vedere realizzato un bel parco fotovoltaico su quei terreni..." Fonte: PugliaTV

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Nuove iniziative contro il carbone a Rossano

Da Sibarinet.it gli ultimi aggiornamenti:

Da Strill.it Cosenza: Giordano (Verdi) su centrale a carbone di Rossano 

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    Alto Lazio polo nazionale dell'energia sporca

    Da terra.it

    "Sperimentare energia sporca. Questa potrebbe diventare la vocazione dell’Alto Lazio nel giro di pochi anni. Mentre si avvia a diventare pienamente operativa, non senza problemi visti i ripetuti incidenti anche mortali, la centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord, diventano sempre più consistenti le ipotesi che vedono Montalto di Castro diventare il più grande polo nucleare in Italia, con l’installazione di due reattori Epr, per un totale di 3.300 MWe.

    E che la prima pietra del nucleare in Italia sarà posata proprio a Montalto lo indicano diversi indizi, come la disponibilità della rete elettrica, la disponibilità d’acqua e delle prese a mare già realizzate per i due vecchi reattori nucleari, la bassa, ma non nulla, sismicità del sito, la, relativamente, scarsa
    densità di popolazione, e la disponibilità dei terreni da parte di Enel. Poi è arrivata anche la benedizione del numero uno di Edf, Pierre Gadonneix, che durante un tour per osservare i possibili siti nucleari italiani ha commentato: «Montalto è un ottimo sito per una centrale nucleare. Le centrali italiane sorgeranno innanzitutto accanto a quelle “storiche” ed è un peccato vedere i resti dei due reattori di Montalto non terminati». Ma l’offensiva delle vecchie energie nella zona non si ferma qui.

    Ci sarebbe il tentativo di riattivare il gruppo rimasto inattivo di Torrevaldaliga sud, di proprietà di Tirreno Power, convertendolo a carbone, mentre troppo spesso si affaccia l’ipotesi di far funzionare gli impianti a carbone anche con i rifiuti. E a tutto ciò si aggiungono le ipotesi di sequestro sotterraneo della CO2 in zona, i cui studi di fattibilità sono già partiti, ma sulla cui affidabilità sono molti a puntare il dito visto che si tratta di una tecnologia mai utilizzata prima, costosa e sulla cui sicurezza non c’è nessuna certezza. L’Agenzia per la sicurezza nucleare, organo che in altri paesi fa le pulci ai progetti, bloccandoli come è successo nella filonucleare Francia, è a oggi un’entità astratta, finanziata poco e male e che non si sa quando vedrà la luce.

    E i costi del nucleare aumentano anche sul fronte del combustibile. Se da un lato le stime circa le riserve accertate, le uniche su cui si può contare effettivamente, ci dicono che queste basteranno solo per i prossimi trenta anni, da un altro punto di vista si punta sull’estrazione assolutamente ipotetica di uranio dall’acqua marina, dalle rocce e, questa è la novità, dalle ceneri delle centrali a carbone come quella di Civitavecchia. E ovviamente, come in molti aspetti del nucleare, non si a quali costi. Comunque vadano le “nuove tecnologie” nucleari, sulle quali il mondo della finanza, Moody’s, Fitch e Citigroup in testa, è molto scettico, sembrano guidate più da un’armata brancaleone che da una strategia energetica degna di questo nome.

    Prova ne è l’agitarsi della principale azienda nucleare francese, l’Areva, che dopo aver litigato in casa propria, esattamente per le questioni di prezzo legate al combustibile atomico con Edf, ora è alla disperata ricerca di nuovi mercati dove piazzare i propri ingombranti e pericolosi reattori, dopo aver perso in nazioni come il Sud Africa e gli Emirati Arabi. E purtroppo, per ora, uno dei luoghi dove l’atomo ha trovato un sito è proprio Montalto di Castro, ma la partita non è ancora chiusa.

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