No al carbone Alto Lazio

11 giugno 2010

Negli USA le colture transgeniche falliscono, mentre l'EU tenta di approvarli

"COMUNICATO EQUIVITA 10/06/10 - 'GLI APPRENDISTI STREGONI NUOVAMENTE ALL’OPERA'
Mentre l’Unione Europea si appresta, a breve, a soddisfare le multinazionali biotech allentando i freni sulle procedure di approvazione degli OGM in Europa;
mentre i cittadini europei dovranno accettare un vistoso passo indietro su quelle posizioni - veramente minimali - di buonsenso, di previdenza nei confronti dell’ambiente e della salute e di tutela dei diritti, che 15 anni di lavoro indefesso delle ONG hanno ottenuto;
mentre a Bruxelles la Commissione sta definendo la proposta che verrà fatta agli Stati Membri riguardante la facoltà che essi singolarmente avranno di decidere se autorizzare o no gli Ogm, pur sapendo molto bene che l’impossibilità di coesistenza e la strategia del “fatto compiuto” (già oggi spesso attuata) finiranno col far vincere il transgenico (basti citare il recente incidente del mais NK603, non autorizzato e seminato in Germania su 3.000 ettari);

si alza ancora una volta il sipario, dall’altra parte dell’oceano, sugli effetti da tanto tempo preannunciati e osservati, ma oggi resi clamorosi, dell’introduzione delle colture transgeniche nell’ambiente. Negli USA, infatti, 5.000 ettari di terreno sono stati abbandonati e altri 50.000 messi in crisi, per la resistenza al glifosate (Roundup) sviluppatasi in tutte le varietà di erbacce più infestanti.

SI ASSISTE oggi dunque AL FALLIMENTO DEI TRANSGENICI: non lo dice un giornale di agricoltura, bensì il Wall Street Journal del 4.06.10

Sin dalla prima pianta transgenica commercializzata (la soia Roundup Ready, ovvero resistente al glifosate Roundup, brevettata dalla Monsanto, che vendeva il “pacchetto” Soia RR + Roundup), gli scienziati indipendenti di tutto il mondo hanno messo in guardia le aziende dal fenomeno della resistenza, che dalla soia poteva essere trasmesso ad altre piante dell’ambiente come pure essere causato da un uso ripetuto e costante dello stesso diserbante. Esso si è ben presto evidenziato e oggi ha raggiunto livelli di tragedia.

Una tragedia che nelle aziende biotech viene vissuta, secondo il Wall Street Journal, come un’opportunità straordinaria: si potranno creare nuovi Ogm, resistenti a qualche altro erbicida, da introdurre sul mercato. Si lavora dunque per sostituire soia e mais RR con atri tipi di piante resistenti ad altri erbicidi, ormai caduti in disuso, che potrebbero essere fonte di guadagni paragonabili a quelli ottenuti dalla Monsanto con il Roundup. Poco importa se ogni altro pesticida è ancor più tossico del Roundup!

Invece di riconoscere l’errore dovuto all’introduzione nell’ambiente di organismi geneticamente modificati, che sconvolgono gli equilibri di una selezione naturale operata nei millenni, invece di rispettare gli appelli che migliaia di scienziati hanno lanciato negli ultimi 15 anni per proteggere il patrimonio genetico del pianeta e la nostra stessa specie, gli scienziati pro-biotech continuano a spostare sempre più avanti la scadenza di un’ipoteca che non sono in grado di pagare …

Si legge, infatti, sul Wall Street Journal: Dow Chemical Co, Dupont Co, Bayer AG, BASF SE e Syngenta AG stanno insieme spendendo milioni di dollari per sviluppare soia, mais e cotone capaci di sopravvivere ad irrorazioni dei loro erbicidi vecchi di qualche decennio e rimossi dal mercato per colpa del Roundup. I costi saranno reintegrati con la riscossione annuale dei brevetti ... “Sarà un’opportunità molto importante per le società chimiche”, dice John Jachetta, scienziato della Dow AgroSciences e presidente
della Weed Science Society of America.

Noi ci limitiamo a chiedere al Presidente della Commissione Europea Barroso e al Commissario alla Salute Dally di esaminare attentamente le loro posizioni. Essi sono ancora in tempo per salvarsi dagli effetti dirompenti di una decisione sbagliata …

Comitato Scientifico EQUIVITA
Tel. + 39. 06.3220720, + 39. 335.8444949
E-mail: equivita@equivita.it
Sito internet: www.equivita.org

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Esposto alla Procura di Spoleto sulla centrale di Bastardo

Comunicato stampa - riceviamo e pubblichiamo:
Questa mattina, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto, è stato depositato un esposto-denuncia inerente all'attività della centrale a carbone "Pietro Vannucci" di Gualdo Cattaneo.

Il documento, articolato in 20 punti, richiama l'attenzione della magistratura non solo sull'aspetto ambientale e sanitario connesso con la presenza di quello che ai sensi di legge è un'impianto insalubre di prima classe, sui risultati dei due biomonitoraggi ambientali effettuati su commissione del Minstero dell'Ambiente e dai quali risulta che la situazione ambientale non è certamente delle migliori, sui disagi conseguenti all'inquinamento acustico e alla situazione dei carbonili scoperti, ma anche sulle problematiche connesse con la sicurezza dei lavoratori impiegati. Si chiede, ad esempio, se la centrale sia a norma dal punto di vista anstisismico e se i tecnici effettuino lo screening periodico degli inquinanti contenuti nel carbone, in particolar modo per l'arsenicosi cronica.
Inoltre viene chiamato in causa il sindaco Pensi il quale, nel gennaio scorso, ha espresso parere favorevole al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) senza tuttavia avvalersi del parere del tecnico appositamente nominato (con nomina all'epoca ancora in corso di validità, dato che è scaduto nell'aprile 2010) dalla precedente amministrazione (di cui Pensi era parte integrante) per lo studio dell'insorgenza di tumori e leucemie sul territorio in relazione all'inquinamento derivante dalla combusione del carbone, il Prof. Federico Valerio, chimico ambientale dell'Istituto Nazionale Tumori.
Si chiedono, fra l'altro, ragguagli circa la destinazione dei fanghi di risulta, sullo smaltimento delle ceneri, sui controlli delle acque prelevate e reimmesse nel torrente Puglia, sul trattamento delle acque reflue di scolo dei carbonili e sulla co-combustione delle ceneri inesauste da OCD provenienti da Montalto di Castro, ai sensi di legge classificate come rifiuto speciale ma che - cosa ampiamente documentata e verificabile - negli anni '90 sono state bruciate insieme al carbone presso la centrale di Ponte di Ferro.

Il Comitato intende porre l'accento sul fatto che, nel 2010, le alternative per la produzione energetica sono ormai una realtà consolidata, considerando anche il fatto che le eccellenze nella ricerca e nello sviluppo di simili tecnologie sono presenti anche sul territorio (basti pensare alla Angelantoni solo per citare un esempio).
Insistere sul carbone, con la connivenza miope delle amministrazioni locali e soprattutto dei sindacati confederali, significa voler ancorare il territorio al passato remoto. Ci si preoccupa di qulache posto di lavoro per persone prossime alla pensione e che in ogni caso non verrebbero di certo licenziate dal gestore del sito, ci si preoccupa degli interessi di una ristretta elite di autotrasportatori senza pensare a quante opportunità di sviuppo alternativo preclude la sola presena di una centrale a carbone, fra le più inquinanti d'Europa ed oltretutto l'unica in Italia situata nell'entroterra.
Voler mantenere il carbone ad ogni costo per tutelare l'interesse di venti camionisti sarebbe come boicottare la stampa digitale per non far perdere il lavoro ai produttori dei vecchi ciclostili girati a mano: o siamo in un'economia di mercato e ne accettiamo le regole, oppure si parli chiaramente e si dica che c'è un'aristocrazia da tutelare ad ogni costo. Costo che in ogni caso viene pagato dal contribuente, dal piccolo risparmiatore e dal giovane costretto ad andarsene a lavorare fuori per mancanza di alternative oltre all'asse centrale-trasporti.

Questo è un territorio che ha abbondantemente e pesantemente pagato il suo prezzo, in termini di inquinamento, di dequalificazione e di arretratezza derivante da un modello di sviluppo vecchio di sessant'anni. Basti pensare alla differenza del valore degli immobili fra Gualdo Cattaneo e Comuni limitrofi come ad esempio Todi o Bevagna. Basti pensare al fatto che, anche a livello internazionale, i consumatori iniziano a venire a conoscenza del fatto che l'olio extravergine d'oliva DOP ed il Sagrantino DOCG vengono prodotti nel raggio di pochi chilometri da una centrale a carbone costruita negli anni '60.

E' quindi ora che si decida una volta per tutte se a Gualdo Cattaneo vogliamo il prodotto agroalimentare di pregio ed il turismo oppure vogliamo rimanere ancorati al Medioevo industriale. E' ora che gli amministratori inizino ad assumersi delle responsabilità invece di glissare nella speranza di scaricare tutto il peso di un'azione improrogabile sulle amministrazioni future. E' ora che i sindacati, da parte loro, inizino a tutelare realmente gli ineteressi dei lavoratori invece di esibirsi in comparsate mediatiche con proclami sensazionalistici per poi trattare sottobanco con le consorterie affaristiche.

In ogni caso noi contineremo la nostra battaglia a tutela del territorio, e ci dichiariamo pronti a ricorrere ad ogni mezzo lecito necessario, fino ai più alti gradi di giudizio, portando la nostra battaglia fino alla Corte Europea e sensibilizzando l'opinione pubblica a tutti i livelli.

Chi ci conosce sa che facciamo sul serio.

Enrico Cerquiglini e Raoul Mantini
Portavoce del Comitato per l'ambiente di Gualdo Cattaneo"

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Bonelli alla manifestazione contro il carbone di Rossano

Da DirittodiCronaca.it
"COSENZA - (Comunicato stampa) Alla grande manifestazione in programma per sabato 12 giugno a Rossano contro la conversione a carbone della Centrale dell’Enel di Rossano parteciperà anche il Presidente Nazionale dei Verdi, on. Angelo Bonelli che in mattinata, alle 12, presso la Sala degli Stemmi della Provincia, in piazza XV marzo a Cosenza, terrà una conferenza stampa insieme al capogruppo provinciale dei Verdi Mario Giordano e al componente dell’Ufficio di Presidenza Nazionale, Aurelio Morrone.
L’appuntamento sarà anche l’occasione per fare il punto sulle attuali condizioni della federazione regionale dei Verdi e sulle gravi condizioni ambientali in cui versano molti ecosistemi calabresi.
Nel corso dell’incontro con la stampa, inoltre, sarà presentato il nuovo percorso politico che i Verdi intendono portare avanti attraverso la costituente ecologista, per la costruzione di un soggetto ecologista autonomo.
Nel pomeriggio il presidente Bonelli, accompagnato dal Presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio si sposterà a Rossano dove parteciperà, insieme alle altre forze politiche, ai comitati, alle associazioni di categoria e alle istituzioni, alla grande manifestazione promossa dai Verdi per dire no alla riconversione a carbone della centrale Enel e proporre soluzioni alternative con fonti rinnovabili e non inquinanti.
Alla manifestazione hanno già aderito numerose delegazioni di ambientalisti, ecologisti, amanti della natura e dell’ambiente provenienti da ogni parte della Calabria e da altre regioni del Mezzogiorno."

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Elezioni Regionali Lazio 2010: l'oscuramento della Rete dei Cittadini

Da NewNotizie.it
"Le recenti elezioni regionali nel Lazio saranno ricordate come la sfida all’ultimo voto tra la candidata del centrosinistra Emma Bonino e la lady del centrodestra Renata Polverini. Eppure accanto a questi nomi, una terza donna compariva nella scheda consegnata agli elettori del Lazio. Parliamo di Marzia Marzoli sostenuta dalla Rete dei Cittadini, una associazione, senza grossi mezzi finanziari e estranea ai grandi gruppi di pressione, che è fautrice di una visione nuova politica. Una Politica non sinonimo di casta ma di lotta dal basso e coinvolgimento del cittadino. La Rete dei cittadini ha avuto scarsissimo spazio negli spazi televisivi elettorali e proprio da quest’oscuramente mediatico nasce una richiesta di annullamento del voto presentata (e dichiarata ammissibile) al Tar. Di questo e non solo si è parlato durante una lunga chiaccherata con Gianluca Palmara esponente della Rete dei Cittadini.

Gianluca Palmara, Rete dei Cittadini di Roma, sulla richiesta formulata al Tar per annullare le elezioni regionali del Lazio. Ci puoi spiegare cosa è successo?

Noi abbiamo deciso di confrontarci alle elezioni regionali del Lazio unendo diverse esperienze positive di lotta presenti nel territorio come I No Coke a Tarquinia (Comitato che si oppone alla riconversione a Carbone della Megacentrale Enel di Civitavecchia) e La Rete dei Cittadini ad Aprilia, oltre ad altre liste civiche. Questo perchè riteniamo che non ci sia più alcuna differenza tra destra e sinistra ed è proprio questo meccanismo che genera la disaffezione dei cittadini verso la politica. E’ giusto quindi, anche se riduttivo, parlare di casta ed è giusto proporre altri percorsi politici che apportano realmente dei contenuti e delle innovazioni. Ciò può avvenire solo se si parte dal basso. La Rete dei Cittadini si è presentata alle elezioni regionali del Lazio, dopo un’attenta lettura della difficile e bizzarra legislazione regionale, constatando immediatamente che che l’establishment politico non digerisce neppure la remota possibilità che il cittadino semplice possa interessarsi di politica. La Rete dei Cittadini è stata ostacolata in ogni modo e sopratutto oscurata mediaticamente. Riprova di questa situazione si è avuta dal comportamento dei maggiori media i quali hanno sempre parlato di due candidati per le elezioni Regionali del Lazio e mai di tre, tacendo la presenza della nostra Marzia Marzoli. Oggi la Rete dei cittadini ha circa 30000 simpatizzanti nel Lazio, ai quali abbiamo offerto un’alternativa ai due schieramenti. Resta il fatto che siamo stati penalizzati dal controllo dell’informazione da parte dei due schieramenti che, contro un’estraneo che non conoscevano, si sono coalizzati per attuare un silenzio mediatico. Si è quindi deciso, tramite singoli iscritti e non tramite la Rete dei Cittadini, di presentare una richiesta di annullamento delle elezioni e una richiesta di risarcimento danni. Ci è sembrata una forma di rispetto verso coloro i quali che pur sapendo di perdere le elezioni hanno comunque deciso di darci il loro voto, nauseati dalla classe politica attuale.

Gianluca, vuoi spiegarci schematicamente, quali sono i motivi su cui poggia la richiesta di annullamento?

I più grossi quotidiani nazionali e le reti sia pubbliche che private hanno oscurato la presenta di tre candidati alle elezioni regionali del Lazio: mai un accenno, mai una domanda e pochissime presenze in video. Quest’oscuramento noi lo avevamo già documentato durante le elezioni e avevamo già presentato un’istanza al Agcom. Alcune testate sono state multate per questo oscuramento. Queste multe hanno riconosciuto le ragioni di Rete dei Cittadini, stabilendo che la nostra associazione avrebbe dovuto avere una maggiore presenza nelle trasmissioni politico-elettorali. Proprio sulla base di queste sentenze dell’ Agcom abbiamo presentato un ricorso al Tar che ha esaminato la documentazione con i relativi minutaggi della presenza sui media. Il Tar ha dichiarato “ammissibile” il ricorso e ha rinviato la prima udienza ad Ottobre.

Visto e considerato che la Rete dei Cittadini non ha avuto, come diceva Gianluca, lo spazio mediatico che gli spettava, vediamo di capire quali sono i punti programmatici di questa associazione.

Ti ringrazio Enzo dell’ospitalità che ci dai ed è proprio quello che noi intendiamo quando parliamo di “unione delle buone pratiche” in ogni campo e quindi anche in campo giornalistico, come fate voi con Newnotizie, per portare un modo diverso di informare. Dobbiamo uscire da questa anomalia italiana che ha lasciato il nostro Paese fermo al medioevo. Sicuramente questa trasformazione non può essere fatta con chi ha creato tale anomalia. Ciò che noi proponiamo è anzitutto la valorizzazione delle buone pratiche come i Gruppi di acquisto Solidale, l’energia alternativa, gli esperimenti di partecipazione nei municipi, l’ascolto delle esigenze del cittadino, per permettere un controllo da parte dell’elettore sull’eletto. Queste sono solo alcune delle buone pratiche seguite da oltre dieci anni da diverse associazioni e da alcuni amministratori ma che putroppo restano inascoltate dalle forze politiche perchè quest’ultime sono controllate da poteri più forti di loro.

In quali aree geografiche è possibile trovare la Rete dei Cittadini?

Noi offriamo un servizio di consulenza legale e altri servizi di tipo operativo su tutto il territorio nazionale, sulla base di uno statuto innovativo che è stato recentemente approvato nel nostro primo congresso (tenuto il 22 maggio, dopo le elezioni regionali). Tale statuto è di supporto a tutte le varie forze che compongono la Rete dei Cittadini e che si riconoscono nel manifesto consultabile sul sito www.retedeicittadini.it, per formare delle liste autonome al di fuori di ogni partito.Questa è una conditio sine qua non per collaborare con la Rete dei Cittadini. Essendo una forza giovane noi aggreghiamo sopratutto nel Lazio, anche perchè il nostro obiettivo è avere un forte radicamento sul territorio, invertando la logica della politica italiana: non più decisioni dall’alto ma coinvolgimento dal basso.

Ritornando un attimo alla questione delle recenti regionali, poco prima di iniziare l’intervista mi raccontavi dell’incremento di accessi al sito www.retedeicittadini.it, proprio in coincidenza del voto, quando gli elettori hanno visto il vostro simbolo sulla scheda. Un fenomeno che è testimonianza dell’oscuramento mediatico che ha colpito la Rete dei Cittadini. Vuoi spiegare anche ai nostri lettori cosa è successo?

In pratica abbiamo fatto un piccolo sondaggio tramite i nostri militanti ai seggi elettorali, chiedendo agli elettori quanti fossero i candidati alla Regione Lazio. La quasi totalità degli intervistati ha risposto Bonino e Polverini. Questo è un dato inquitante che dimostra il potere discrezionale dell’informazione. Noi riteniamo che essendoci stato un astensionismo del 40% (in parte naturale e in parte di protesta), i partiti hanno pensato di oscurare la Rete dei Cittadini, in quanto questo voto di protesta avrebbe potuto portare ad una affermazione della nostra lista.

Newnotizie ha intervistato...Gianluca Palmara, 33 anni, calabrese, laureato in Economia a Pisa, ex militante dei Collettivi Studenteschi-Sinistra di Movimento, convinto sostenitore della necessità di una iniziativa politica che parta dal basso, è stato candidato come consigliere regionale nella lista Rete dei Cittadini. Da sempre impegnato nel sociale, è profondo sostenitore della teoria della decrescita economica ed esperto di Economia Territoriale e Ecologia Applicata. Dai mille interessi, è attualmente impegnato in una ricerca a tutto campo che spazia dalle Monete Locali alla realizzazione di un Ecovillaggio.

Enzo Lecci"

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Porto Tolle: il Tar dà il via libera al carbone, nonostante l'indagine in corso

Da EcoBlog.it
"Il Tar del Lazio si è pronunciato favorevolmente sulla riconversione da olio combustibile a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, in Veneto. Secondo la giustizia amministrativa, infatti, il ricorso presentato dagli ambientalisti (che temono un devastante impatto ambientale causato dal carbone in un’area naturalisticamente molto delicata) è privo di fondamento.

La decisione del Tar segue di pochi mesi l’accordo tra Enel e Regione Veneto, grazie al quale la regione attualmente governata dall’ex ministro dell’Agricoltura Zaia, e all’epoca guidata dall’attuale ministro Galan, si prenotò un assegno da circa 140 milioni di euro da parte di Enel.

Non si è ancora conclusa, però, l’inchiesta della magistratura di Rovigo in merito alla procedura di concessione della Via al progetto di riconversione: i magistrati, infatti, ipotizzano che la commissione Via del Ministero dell’Ambiente abbia dato l’ok al carbone senza prendere minimamente in considerazione l’opzione tecnologicamente ed ambientalmente migliore del gas naturale.

I lavori per l’adeguamento della centrale di Porto Tolle, quindi, ad oggi possono già iniziare. Ma non è escluso che, in un futuro non troppo lontano, vengano prematuramente stoppati dai magistrati."

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Riconversione a carbone a Rossano: spuntano le mele marce

Ci spiace dirlo, ma attendevamo da un giorno all'altro una notizia simile. Piccoli indizi ce l'avevano fatto presagire, e quante ne abbiamo viste ormai di vicende di questo tipo? Sappiamo ormai che per la politica contemporanea tutto è in vendita, e abbiamo visto come in tutti i casi di simili progetti, la corruzione è come una lenta marea mefitica che tutto appesta.

Cosa accade ora? Guai per la popolazione. Perché per partecipare al banchetto, un numero sempre maggiore di esponenti politici potrebbe far passare il messaggio che ormai, a causa di direttive provenienti dall'alto, non ci si può più far niente. L'avevamo già scritto agli amici calabresi: tenete sotto pressione i vostri amministratori.

Ma ecco la notizia, da Sibarinet:

"Rossano / Il Pdl accusa il Sindaco d'aver incontrato "segretamente" gli emissari dell'Enel

Rossano – "Avevamo ragione a dubitare, non solo della capacità, ma anche dell’affidabilità del Sindaco di Rossano nella gestione della vicenda Enel. A confermare l’ambiguità, l’incoerenza e, ancora una volta, l’auto-referenzialità di
Filareto, anche su questa complessa questione territoriale, è stata la stessa Enel.

Per la prima volta, infatti, veniamo a sapere, oggi, ufficialmente, dei diversi incontri con l’Enel sul progetto di riconversione, incontri “pubblici” (per l’Enel) perché svoltisi in Comune, di fatto trasformati in incontri “segreti” a tanti. FILARETO ha dunque mentito, ai rossanesi ed al territorio. Il Sindaco di Rossano ha incontrato, in più occasioni, i responsabili regionali dell’Enel, alla presenza di qualche rappresentante regionale, con molta probabilità l’ex consigliere del PD Franco PACENZA. In quelle occasioni a porte chiuse, delle quali nessun consigliere comunale né di Rossano né di Corigliano è stato mai informato, FILARETO a quanto pare non è stato categoricamente contrario al carbone come pure oggi vorrebbe presentarsi. Egli ha interloquito rispetto agli investimenti proposti dall’Enel, chiedendo integrazioni. – L’aspetto più grave – e che conferma la profonda incoerenza di questo Sindaco – è che alle richieste di coinvolgimento territoriale sulla questione, espressamente avanzate dall’Enel, in quegli incontri è stato risposto negativamente. Tradotto: l’Enel voleva coinvolgere, sin da subito, la Città di Corigliano ed il territorio, mentre FILARETO era contrario, perché – così riferisce l’Enel – il Sindaco di Rossano dichiarava di farsi promotore, successivamente, dell’allargamento della presenza a tutte le amministrazioni interessate. Come è noto, così non è stato. – FILARETO, per circa un anno, ha proceduto, volutamente da solo, con incontri segreti con l’Enel, senza alcun dialogo, né coinvolgimento di nessun tipo, né con il Comune di Corigliano, né con tutti gli altri comuni del territorio, ai quali soltanto di recente, quando ormai la pentola era stata scoperchiata, ha fatto demagogico appello all’unità contro il carbone. Ma di carbone e di riconversione, FILARETO ha parlato per mesi, nel chiuso delle stanze comunali, in più occasioni. Dov’erano i cittadini in quei momenti? E le associazioni ambientaliste? Dov’era l’Area Urbana di cui tanto si riempie la bocca? Dov’era il dialogo e l’unità territoriale? Siamo di fronte ad un atteggiamento vergognoso da tutti i punti di vista, soprattutto se confrontato alla prosopopea pavoneggiata dal Sindaco nelle ultime settimane, presentandosi come il paladino dell’ambiente. – La dichiarazione diffusa stamani dall’Enel è tanto chiara quanto grave rispetto alla mancanza di fiducia, correttezza e trasparenza della quale si è reso protagonista il Sindaco di Rossano nei confronti, anzi tutto del Sindaco di Corigliano, tenuto volutamente fuori dal tavolo di trattative – così come si capisce dalla replica Enel – e coinvolto soltanto in seguito all’invio ai 2 comuni del progetto di riconversione, già in esame nell’ambito della procedura di verifica della compatibilità ambientale presso il Ministero. Allo stesso modo, istituzionalmente scorretto, FILARETO si è comportato con tutti gli altri sindaci dei comuni dell’hinterland, coinvolti soltanto da ultimo ed in modo parolaio e demagogico. – Per tutte queste ragioni, dopo aver lasciato che l’Enel facesse praticamente da sola per tutti questi anni, dimostrandosi incapace di contrattare alla pari con i vertici aziendali della Spa per una diversa riconversione del sito rossanese, FILARETO oggi non ha più la credibilità necessaria per essere considerato soggetto istituzionale a rappresentare, in futuro, questa città (tradita e offesa!) a qualsiasi tavolo di concertazione inter-istituzionale per la riconversione della centrale". Pdl Rossano

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10 giugno 2010

"RUMORE e SALUTE", un intervento del dott. G. Ghirga

"A pieno sostegno dell’importantissimo intervento della Procura della Repubblica di Civitavecchia che ha aperto un fascicolo per rumore molesto dopo il forte “botto” sentito praticamente dall'intera città la notte tra domenica e lunedì scorsi e riportato dalla stampa locale, rendiamo pubblici i danni da rumore alla salute umana che la scienza ha messo in evidenza a tutt’oggi:

RUMORE e SALUTE

I danni causati dall'esposizione cronica al rumore, con particolare riguardo al rumore notturno, sono stati messi recentemente in evidenza nel documento pubblicato nel 2009 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: “Night Noise Guidelines for Europe”.

Il rumore è responsabile di patologie che colpiscono prevalentemente soggetti a rischio quali i bambini, i malati cronici e gli anziani.

Nel documento dell’OMS l'insonnia è riportata dagli esperti come il disturbo più importante e frequente nei soggetti esposti al rumore per un periodo
prolungato.

Gli aspetti più frequenti con i quali l’insonnia si manifesta sono la difficoltà ad addormentarsi ed i continui risvegli notturni.

L'insonnia è causa non solo di un aumento dell'uso di sonniferi e sedativi, soprattutto negli anziani, ma anche di turbe psichiatriche (ansia, depressione), possibili problemi cardiovascolari (ipertensione), riduzione della capacità cognitiva (concentrazione), sonnolenza e stanchezza durante il giorno.

L'esposizione prolungata al rumore può inoltre contribuire direttamente all'insorgenza della maggior parte dei disturbi sopra citati.

Coordinamento Nazionale dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)

International Society of Doctors for Environment (C.Vecchia)

(Portavoce Dr. Giovanni Ghirga)

C.Vecchia 09/06/2010"

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Come si smaltiscono le scorie delle centrali nucleari.

Su LA7 la trasmissione "Exit files" si occupa dello smaltimento delle scorie radioattive.

Clicca per vedere il video

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Manifestazione contro il carbone a Rossano

Fonte: quotidiano Strill.it

"Numerose delegazioni di Verdi, ambientalisti, ecologisti, amanti della natura e dell’ambiente provenienti da ogni parte della Calabria e da altre regioni del Mezzogiorno hanno già annunciato la loro partecipazione alla grande manifestazione democratica ed unitaria che si svolgerà il 12 giugno prossimo a Rossano contro il progetto di riconversione a carbone della centrale termoelettrica.
“Nei giorni che ci separano dalla manifestazione del 12 –si legge in una nota dei Verdi- bisogna creare un vasto movimento unitario per contrastare con efficacia ogni tentativo in direzione della realizzazione del progetto dell’Enel di riconversione a carbone della Centrale di Rossano. Un progetto che è in netta contraddizione con il sistema produttivo dell’intera Piana di Sibari che ha il suo perno fondamentale nel sistema agroalimentare di qualità che vede protagonisti migliaia di agricoltori ed interessate migliaia di famiglie il cui reddito sarebbe gravemente compromesso ed è nemico di ogni prospettiva turistica dell’intera costa ionica”.
“Alla manifestazione del 12 giugno prossimo -conclude la nota- hanno già aderito associazioni ambientaliste di varia ispirazione, forze sociali, sindaci e amministratori locali, il presidente della Provincia di Cosenza, consiglieri provinciali e parlamentari, rappresentanti della Chiesa, del mondo universitario e della cultura hanno fatto sentire chiara la loro voce contro il progetto del’Enel.
Ora bisogna mettere in campo ogni sforzo per scoraggiare definitivamente quanto pensano di poter realizzare ciò che vogliono contro e al di sopra della volontà dei cittadini”

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9 giugno 2010

Il carbone pulito (Mountain top removal)

Eccolo qua, il carbone, com'è pulito.
In alcune regioni degli States per estrarre il carbonenon si scavano gallerie: si demoliscono direttamente montagne. più precisamente si toglie la sommità dei giacimenti con l'esplosivo. "Mountain top removal", rimozione della sommità della montagna, proprio così è definita la tecnica. più di mille parole varrà questo video.





Sono all'ordine del giorno iniziative per fermare questo scempio, che oltre all'ambiente distrugge anche le piccole comunità disseminate nelle zone estrattive.

Take Action On Ison Rock Ridge è l'ultima in ordine temporale, e cerca di salvare dalla distruzione una zona della Virginia. Potete dare un piccolo contributo anche voi compilando il form come richiesto.

Quando investite i vostri soldi, sappiate che a volte negli interesssi che (se) vi tornano, c'è complicità con business di questo genere.

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M.O.D.A. Savona ricorda i perché del no al carbone. Ma non c'è peggior sordo...

Da Savonaeponente

"Ampliamento Tirreno Power: il M.O.D.A replica a Miceli e Burlando

Dopo le pericolose esternazioni del consigliere regionale del PD Miceli che apre a Tirreno Power per l’ampliamento a carbone della centrale di Vado affermando “Ampliamento solo con riduzione emissioni” e del Presidente regionale Burlando che si preoccupa “…se l´ente regionale farà parte o meno del tavolo che dovrà dare il via libero definitivo” compiendo così un vergognoso voltafaccia rispetto agli impegni elettorali che invece esprimevano un netto no al potenziamento a carbone, il MODA ribadisce quanto segue:

1. Non esiste il carbone pulito come più volte da noi dimostrato scientificamente dati alla mano. A livello locale la centrale Tirreno Power di Vado nel suo assetto attuale emette ogni anno nell´aria circa: 5 milioni di tonnellate di Anidride Carbonica (CO2); 5.500 tonnellate di Ossidi di Zolfo (SO2); 4.000 tonnellate di Ossidi di Azoto (NOx); Complessivamente circa 6.500 tonnellate di polveri sottili secondarie cancerogene e cardiotossiche (stimate per i gas emessi in atmosfera).

2. Con il folle progetto di potenziamento a carbone aumenterà l’iniquinamento del comprensorio di Savona-Vado e di tutta la Provincia di Savona: 7,5 milioni di t/anno CO2; 5.900 t/anno SO2; 4.500 t/anno di NOx; complessivamente circa 7.000 tonnellate di polveri sottili secondarie.

3. Il problema dell’aumento di mortalità ed i costi esterni: ormai tutto il mondo si è accorto, ma non gli Enti pubblici locali ed alcuni industriali, che siamo arrivati ad una svolta epocale. Non è più razionalmente proponibile produrre energia con fonti energetiche non rinnovabi e soprattutto con il carbone che, come è noto, a parità di energia erogata, produce il massimo dell´inquinamento possibile con costi esterni altissimi per malattie, danni ambientali ed eccesso di CO2. A partire dagli attuali valori di inquinamento i costi esterni stimati dalla Comunità Europea ( fonte ExternE) sarebbero almeno di circa 140 milioni di euro ogni anno e graverebbero quasi interamente sulla comunità del Savonese e della val Bormida.

Rimane purtroppo ben documentato da studi internazionali che una centrale come quella di Vado produce attualmente una mortalità prematura di circa 20 morti/anno e che tale impianto in 30 anni circa di funzionamento totalmente a carbone (anche con 4 gruppi) ha prodotto una mortalità cumulativa di circa 3.400 morti.

4. La centrale nel suo assetto attuale non è tollerabile e si impone chiusura dei gruppi 3 e 4 a carbone non ristrutturabili e non a norma per la legge italiana e la normativa europea. Addirittura i due Sindaci di Vado e Quiliano nel 2009, ma solo a fine del mandato elettorale, in base ai commi 10 e 11 dell’Art. 5 D.lgs. 59/05, avevano chiesto ufficialmente la chiusura dei 2 gruppi a carbone perché in contrasto con la normativa Ippc 96_61 della Ue e relativo decreto legislativo 4 gosto 1999, n.372. Perché i Sindaci di Vado e Quiliano e della Provincia oggi non intervengono quando tali gruppi sono fuorilegge, e quando senza l’obbligatoria autorizzazione AIA non potrebbero funzionare? Oltretutto con un sistema di controlli ambientali della qualità dell’aria negli anni del tutto inadeguati.

E cosa dire poi della opportunità di bruciare il rifiuto CDR, tecnicamente possibile solo sui gruppi a carbone, previsto a pag. 170 del Piano Provinciale Rifiuti approvato dalla Regione Liguria ma vietato dalla Comunità Europea, che produrrebbe in aggiunta all’inquinamento da carbone e da gas anche un pericoloso inquinamento da diossine e metalli pesanti?

Chi ci ripagherà degli immensi costi esterni del carbone e dei morti prodotti dall’inquinamento della centrale a carbone in questi 30 anni? I sindaci di Vado, Quiliano, Savona, Cairo e della provincia devono imporre quindi con urgenza per questa “centrale in città” almeno la chiusura dei vecchi gruppi 3 e 4 a carbone che a causa della loro obsoleta tecnologia, anche se ristrutturati, hanno bassi rendimenti, altissimo inquinamento e non rispettano la migliore tecnologia disponibile prevista per gli impianti termoelettrici dalla direttiva della comunità europea ippc 96_61 e relativo decreto legislativo 4 agosto 1999, n.372.

Ricodiamo infine che depotenziamento e completa metanizzazione richiesta dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Commissione Scientifica di Spotorno, con la chiusura al carbone per la centrale di Vado e lasciando il gruppo da 760 MW a turbogas in funzione dal 2007, votato nel 1990 dai Comuni di Vado e Quiliano, nel 1993 e 1996 dalla Provincia di Savona e di recente nel 2007 dal Comune di Savona, è la posizione espressa non solo dal MODA, dal WWF, dagli Amici di Grillo, da Greenpeace e da Legambiente ma oggi anche autorevolmente sostenuta dall´Ordine dei Medici della Provincia di Savona.

Dr. Virginio Fadda (Biologo)
Dr. Agostino Torcello (Medico pneumologo)
M.O.D.A. Savona

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