No al carbone Alto Lazio

11 settembre 2010

Cattura e stoccaggio CO2 = costosa idiozia. Che pagheranno i contribuenti

Follìa pura.
Le CCS (cattura e stoccaggio della Co2) sono tecnologie morte e sepolte ancora prima di poter trovare spazio su larga scala. Costi vertiginosi (1 miliardo di euro ogni 300 MW) e dispendio energetico sono i prezzi da pagare, e quindi a quale privato converrà mai affrontare un investimento simile?

"A nessun privato!" è la risposta, infatti la politica si prepara a caricare questi costi sulle nostre tasche.

Tutto questo perché il business sporco del carbone possa continuare in futuro con un alibi: questo ectoplasma delle CCS consente di tenere in vita false e viziose speranze sulla realizzazione un carbone a basso impatto ambientale. Un alibi falso e sporco, come il carbone pulito.

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10 settembre 2010

Dopo la combustione del carbone: centinaia di milioni di tonnellate annue di ceneri residue, e dove finiscono?

Si parla spesso dell'impressionante quantità di Co2 che le centrali a carbone emettono annualmente nell'atmosfera, un'ammontare insostenibile per l'equilibrio del Pianeta.

Ma delle ceneri del carbone, vogliamo parlarne? La Environmental Protection Agency (EPA) statunitense ha appena indetto sette audizioni pubbliche in tutto il Paese per sondare l'opinione pubblica sulla sua proposta di regolamentare la gestione delle ceneri prodotte dalla combustione del carbone nelle centrali elettriche.
Queste ceneri rappresentano un rischio sanitario e ambientale. Si vedano le catastrofi ambientali del 2008 a Kingston (Tennessee)



e quella del 2000 a Martin County Kentucky



anche se causate da un tipo di impianti con gestione delle ceneri differente da quelli nostrani).

Eppure in molti Stati la loro gestione è ancora svincolata da disposizioni specifiche, e in Italia sono considerate rifiuti speciali non pericolosi e utilizzate nei calcestruzzi, nonostante la loro radioattività e la presenza di metalli pericolosi per la salute umana. Ricordiamo ai nostri lettori come l'industria del carbone abbia da sempre fatto pressione affinché questa assenza di regolamentazione rimanesse tale, poiché uno smaltimento in discariche speciali avrebbe costi piuttosto alti.

E' così che una grande parte di questi residui prodotti dalla combustione del carbone, che ammontano a centinaia di milioni di tonnellate annue in tutto il mondo, finisce ad alimentare cementifici (come quello che si vorrebbe costruire a Tarquinia e che consumerebbe 8 Megawatt di energia per smaltire le ceneri di TVN. Come dite? C'è già un grosso cementificio a Montalto di Castro? Lo chiamano progresso, lo chiamano sviluppo.)


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Appalachia Rising: grande mobilitazione contro l'estrazione del carbone



Il 25, 26 e 27 settembre Washington, DC (USA) sarà teatro di una vasta mobilitazione per contrastare la distruzione dei territori che subiscono il "mountaintop removal", tecnica estrattiva del carbone che consiste nel far saltare intere montagne.

I cittadini del Kentucky e della Virginia chiederanno che la tecnica del Mountaintop Removal sia proibita per legge, e più in generale, che le fonti rinnovabili prendano il posto del carbone. Con loro manifesteranno organizzazioni di Ex minatori in pensione, Veterani del Vietnam, Figlie dei minatori del carbone, ambientalisti, politici.

Sono previsti convegni, workshop, e una marcia non violenta che concluderà l'evento. Clicca qui per il sito dell'iniziativa, che contiene anche numerosi contributi di artisti e testimonianze dei cittadini residenti nelle aree interessate.

Altri siti sul problema del Mountaintop Removal:
friendsofblairmountain.org
ilovemountains.org
mountainjustice.org
Stop-mountaintop-removal-mining

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9 settembre 2010

Legambiente sull'ampliamento della centrale di Vado

Legambiente Liguria entra nel dibattito sull'ampliamento della Centrale Tirreno Power. La sezione ligure di Legambiente ricorda che la Regione Liguria, con una delibera di Giunta della trascorsa legislatura, si è espressa in maniera ferma contro l'ampliamento a carbone della centrale.

"Ci stupisce l'ambiguità dalla Regione Liguria che se da un lato ribadisce il no all'ampliamento, dall'altro sembra ventilare l'apertura di un tavolo di confronto con i vertici di Tirreno Power. Questo tavolo - commenta Stefano Sarti, Presidente di Legambiente Liguria - avrebbe senso solo se Tirreno Power ritirasse il progetto di ampliamento a carbone perchè se così non fosse, per la Regione Liguria significherebbe tornare indietro rispetto ad un approccio chiaro che la delibera di Giunta regionale della trascorsa legislatura affermava, opponendosi ad una scelta scellerata come quella proposta. Inoltre, è pendente un ricorso al tar presentato dalla Regione stessa, a cui si sono associati gli enti locali territoriali, che sono stati prevaricati e non ascoltati nella fase decisionale, in sede di Commissione nazionale di Valutazione di impatto ambientale, contro il permesso di concedere l'ampliamento. Riteniamo infine che un piano energetico serio, con un prospettiva ambientalmente sostenibile e che guardi alla tutela della salute dei cittadini dovrebbe favorire lo sviluppo di politiche energetiche rinnovabili , che escludano il carbone".

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Un Clean Air Act per fronteggiare il mutamento climatico

Da Repubblica.it "Global warming: nell'inquinamento la chiave del maltempo?, 15:25"

Calore intenso e inverni sempre più rigidi si stanno alternando negli ultimi anni, insieme ad eventi meteo di particolare intensità. Secondo l’indagine condotta negli Stati Uniti Global Warming and Extreme Weather: The Science, the Forecast, and the Impacts on America anche stavolta la responsabilità maggiore viene attribuita al cambiamento climatico che starebbe causando l’aumento e l’intensificazione di fenomeni meteorologici che prima erano più rari e meno distruttivi. Il futuro degli Stati Uniti, ma in generale quello del Pianeta, potrebbe quindi essere costellato di uragani, periodi di siccità e inondazioni “Dato che il riscaldamento globale non viene adeguatamente controllato alimenterà il maltempo, abbiamo bisogno dare un taglio all’inquinamento e al global warming da ora” ha riferito Nathan Willcox, Direttore del programma federale per il Global Warming di Environment America.

Oltre a riassumere gli eventi meteo che hanno portato maggiori danni al paese, il rapporto suggerisce norme più severe per la riduzione delle emissioni dannose che, aumentando l'effetto serra, sono la maggiore causa dell'innalzamento della temperatura globale. All'interno del documento sono chiari gli inviti ai senatori ad impegnarsi nel monitorare con precisione i soggetti inquinanti respingendo qualsiasi proposta di legge che vada ad interferire con quanto contenuto nel Clean Air Act, nato per far sì che la pulizia dell’aria dai gas nocivi e dalle polveri sottili non subisca rallentamenti e continui la propria lotta contro le centrali elettriche a carbone, una delle principali fonti di inquinamento presenti sul Pianeta e causa del riscaldamento globale.
“Enormi quantità di inquinamento nella nostra aria e nelle acque stanno alterando i modelli meteorologici in modalità che minacciano la nostra economia, il nostro ambiente e la nostra sicurezza” ha commentato detto il Senatore Benjamin L. Cardin sottolineando la necessità di difendere il Clean Air Act per diminuire il più possibile l’inquinamento e la possibilità che gli eventi meteo divengano sempre più distruttivi.

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Yunnan, nove le vittime in miniera

Fonte
Nove minatori sono morti nel sud-ovest della Cina a causa di un’esplosione dovuta a una fuga gas in una miniera di carbone, che ha provocato anche 12 feriti, alcuni dei quali gravi. Lo scrive l’agenzia Nuova Cina. L’esplosione e’ avvenuta nella miniera di carbone Maanshan, nella contea di Luxi, nella provincia dello Yunnan.

Al momento dell’esplosione nella galleria dove si e’ sprigionata la fuga di gas, lavoravano 29 minatori, dieci dei quali sono riusciti a mettersi subito in salvo. Le sette vittime sono avvenute per asfissia. Le autorita’ stanno indagando sull’origine della fuga di gas.

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Tanti saluti al quarto gruppo di Torrevaldaliga Sud

"Niente autorizzazione Aia, il quarto gruppo di Tvs va smantellato "
Fonte: Centumcellae.it

"Il quarto gruppo di Torre Valdaliga Sud deve interrompere il suo esercizio ed essere smantellato. Questo il verdetto della Conferenza dei Servizi svoltasi questa mattina a Roma presso il Ministero dell’Ambiente per esprimersi sull’autorizzazione Aia di Tvs, su cui è giunto un severo diniego. Una vittoria, finalmente, per la città in termini ambientali dopo anni di scelte inquinanti imposte dall’alto senza alcuna possibilità contrattuale per il territorio e i cittadini. Ma stavolta le cose sono andate diversamente, grazie anche ad un pronunciamento unanime del Consiglio comunale supportato con decisione dal Comune e ribadito oggi, per voce dell’Assessore all’Ambiente Leonardo Roscioni che, a supporto del dissenso già manifestato nei mesi scorsi dalla massima assise cittadina ha consegnato all’attenzione della Conferenza, così come richiesto per legge, anche una prescrizione specifica del Sindaco Moscherini. Presenti a Roma anche i rappresentanti dei Ministeri di Sviluppo e Ambiente, della Regione, della Provincia di Roma, dei movimenti ambientalisti ed ovviamente di Tirreno Power, i cui tentativi di convincere la conferenza circa il rispetto dei limiti inquinanti con l’esercizio del quarto gruppo sono fortunatamente andati a vuoto. Grande la soddisfazione per questo risultato da parte dell’Assessore Roscioni: “Abbiamo ottenuto un grande successo – il suo commento a caldo – dimostrando la piena volontà del Comune di difendere la salute dei cittadini e tutelare un territorio vessato ormai da troppi anni dall’inquinamento elettrico. Consentire l’esercizio del quarto gruppo avrebbe determinato un ulteriore aggravarsi di una situazione ambientale già critica e la Conferenza dei Servizi ha recepito in pieno questo principio”.
Disponendo peraltro nei confronti di Tirreno Power l’obbligo di presentare entro sei mesi un piano di smantellamento del quarto gruppo il che significherebbe mettere in modo definitivo la parola fine ad una vicenda che si trascina ormai da 15 anni.
E viene naturale sottolineare come l’unità di intenti, oggi, ha consentito di portare a casa un risultato storico, come riconosce lo stesso Roscioni: “Stavolta c’è stato un gioco di squadra da parte di tutti i soggetti in campo e l’abbraccio finale al pronunciamento della Conferenza con i rappresentanti delle associazioni ambientaliste è stato senz’altro la dimostrazione che, mettendo da parte gli antagonismi politici, si possono davvero difendere gli interessi dei cittadini”

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8 settembre 2010

Depositate le osservazioni No al carbone Alto Lazio / Forum Ambientalista su AIA Torrevaldaliga Sud

Per stamattina è prevista la terza riunione della Conferenza dei Servizi su Torrevaldaliga Sud, riportiamo le osservazioni che saranno depositate al Ministero:


Chiediamo all'Autorità Competente che nel procedimento in oggetto si tenga conto di quanto contenuto nelle presenti osservazioni e, in considerazione dell’urgenza delle problematiche evidenziate, auspichiamo che si proceda con una sollecita conclusione dello stesso.

Alla riunione sono stati invitati diversi Ministeri, come quello Economico e della Salute, il Comune di Civitavecchia, la Regione Lazio e la Provincia di Roma, oltre alla società Tirreno Power.

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Raddoppio carbone a Vado Ligure: l'Ing. De Benedetti non risponde alle 10 domande, mentre la Chiesa si esprime in difesa dell'ambiente

Da Savonaeponente.it
di VALERIA ROSSI – La Chiesa prende posizione a favore delle energie rinnovabili. Sembrerebbe una notizia quasi banale, ma in realtà non è quasi mai capitato di leggere una posizione ufficiale della CEI su questo tema. Invece, il 1° settembre, in occasione della “5a giornata per la salvaguardia del creato”, si sono lette frasi come “l’incetta delle risorse naturali, che in molti casi si trovano proprio nei Paesi poveri, genera sfruttamento e frequenti conflitti tra le Nazioni e al loro interno“. E ancora: “costruire la pace nella giustizia significa orientarsi serenamente a stili di vita personali e comunitari più sobri, evitando i consumi superflui e privilegiando le energie rinnovabili“.
Una dichiarazione di intenti tutt’altro che da sottovalutare. Ma molto di più e molto meglio ha detto il Vescovo di Savona, Monsignor Lupi, che ha preso una posizione forte proprio nei confronti della Tirreno Power.
Citiamo testualmente dalla sua dichiarazione al “Letimbro“: La libreria Ubik ha raccolto numerose firme di personalità nazionali e del territorio in calce a una articolata lettera con dieci domande indirizzata all’ingegner De Benedetti (azionista della centrale). L’impatto mediatico è stato notevole: ripresa da molti quotidiani nazionali, la notizia ha suscitato enorme sensazione.
Le risposte non sono arrivate. La direzione della centrale è intervenuta dichiarando, ancora una volta, che pur con il potenziamento a carbone è in grado di ridurre le emissioni. Un’affermazione duramente contestata dagli oppositori, tra cui il referente scientifico dell’Ordine dei medici. Non pretendiamo, non avendo conoscenze mediche e tecniche specifiche, di dare giudizi inappellabili a riguardo neppure di entrare nel dettaglio delle argomentazioni. Tuttavia constatiamo che alle domande, pur con tono polemico, non è seguita alcuna spiegazione dettagliata, ma il solito refrain, che sa molto di slogan. Inoltre prendiamo atto che, a fronte di un progetto di ulteriore considerevole utilizzo del carbone, le amministrazioni locali, in primis molti Comuni del territorio e la Regione Liguria, si sono già fermamente pronunciati con delibere formali contro il potenziamento. Pare evidente che il parere delle amministrazioni locali in una società civile e democratica debba avere peso determinante. Vero che il Ministero dell’ambiente ha espresso un parere positivo, ma il ministero è a Roma mentre il problema è qui, sul nostro territorio. E proprio contro quella pronuncia ministeriale hanno prodotto formale ricorso la Regione Liguria, i Comuni di Vado e Quiliano, un’associazione di cittadini e, ad adiuvandum, il Comune di Savona.
Questa è la considerazione civile e sociale a cui, come anticipato, aggiungiamo anche quella più legata ai nostri valori introducendo il concetto di “prudenza”, necessaria davanti a una scelta così impattante su tanti cittadini e sul territorio. Nella dottrina cattolica la prudenza è la prima delle virtù cardinali e consiste, con l’aiuto dello Spirito Santo, nella capacità di discernere il giusto dall’ingiusto, il bene dal male.Un concetto cristiano che trova singolare riproposizione in chiave di ordinamento civile. Nella stessa Costituzione Europea c’è un preciso richiamo al “principio di precauzione: la politica dell’Unione in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela ed è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente”.

Neppure la Chiesa, dunque, a livello locale come a livello nazionale e internazionale, può restare ancora insensibile di fronte all’allarme che viene sollevato da tutta la comunità scientifica mondiale.
Eppure l’ingegner Gosio, intervistato stamattina da RAI 3, continua a non nominare minimamente la salute. Argomento scottante e quindi da evitare.
Dopo la riunione (segretissima! Forse vedremo un comunicato stampa, prima o poi…) tra vertici della TP e sindacati (non solo locali, ma anche nazionali), il direttore della TP dichiara senza mezzi termini che “o si amplia, o si chiude”.
Non serve commentare più di tanto: basta leggere la relazione di bilancio della Tirreno Power , pubbicato sul sito della stessa società, per rendersi conto del fatto che non si tratta proprio di un’azienda in crisi (anche perché, diciamolo, di solito le aziende in crisi non pensano di investire milioni di euro in progetto di ampliamento).
Il discorso economico/occupazionale, dunque, si riduce al consueto ricatto: “Volete meno inquinamento? Fateci ampliare”. Oppure (specie quando si parla coi sindacati e/o con i partiti): “Volete qualche posto di lavoro in più? Lasciateci ampliare”.
La dichiarazione di stamattina suona più allarmistica. Ovvero: “Non volete perdere i posti di lavoro che già avete a Vado? Lasciateci ampliare”.
Girala come vuoi, sempre di ricatto si tratta. Ricatto che cambia però forma e colore a seconda degli interlocutori e forse anche un po’ a seconda di come gira l’opinione pubblica.
La mancata risposta di De Benedetti alla lettera inviatagli dalla libreria Ubik di Savona, con firme di grande rilievo nazionale, ha suscitato sicuramente molto interesse anche nella popolazione più “assopita”, che adesso quelle risposte le vuole.
Ma siccome è impossibile che qualcuno le dia, quando si parla di salute (perché dovrebbero ammettere di danneggiarla gravemente), ecco che la conversazione si sposta sul tema del lavoro: insomma, “cambiamo discorso che passa la gente“.

Invece noi questo discorso vogliamo portarlo avanti: perché non può esserci lavoro, né guadagno, né null’altro senza la salute.
La salute deve essere un’assoluta PRIORITA’ e stamattina abbiamo avuto modo di spiegarlo anche ai microfoni di RAI3, rispondendo all’ ingegner Gosio pur senza averlo ancora sentito: non perché siamo preveggenti, ma perché intanto dice sempre le stesse cose.
Stasera, dunque, appuntamento su RAI3 (TG regionale) alle 19,30, dove verrà trasmessa un’interessante intervista al dottor Franceschi, con la partecipazione dei comitati cittadini, e dove verrà messa nuovamente in evidenza la priorità “salute” che si tende sempre e solo a dimenticare o a mettere in secondo piano.

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7 settembre 2010

Inquinamento industriale e malattie genetiche: l'indagine nel polo Augusta-Melilli-Priolo

...Il patrimonio genetico dei residenti sarebbe quindi attaccato da metalli pesanti, diossine e polveri finissime diffuse sull’atmosfera, responsabili dell’incremento di tumori, malattie croniche e malformazioni congenite...

...Sostituire le coltivazioni presenti con altre in grado di produrre, ad esempio, olio da impiegare nella produzione di biodiesel allontanando il pericolo di contaminazione di frutta e verdura causato dalle polveri emesse dai camini industriali. Vietare, inoltre, il pascolo, inoltre, per non alterare la catena alimentare e, parimenti, applicare un rigido controllo sul divieto di pesca dentro il porto...

"Augusta – Promossa da AugustAmbiente e Decontaminazione Sicilia una nuova indagine, condotta esaminando un campione di donne in età fertile, residenti all’interno del polo industriale Augusta-Melilli-Priolo, il cui esito ha ulteriormente confermato l’esistenza di una relazione causa/effetto tra l’inquinamento atmosferico e la diffusione di alcune malattie genetiche, la cui incidenza, in quest’area, raggiunge parametri completamente fuori controllo.

Lo studio dimostra l’esistenza di un fenomeno di intossicazione da metalli pesanti e da diossine, in parte determinato dalle “polveri sospese”, emesse dai camini industriali, e per l’altra parte dall’ingestione di sostanze nocive introdotte nella catena alimentare dal consumo di pesce catturato in tratti di mare inquinato.

Qual è la novità rispetto al passato, verrebbe da chiedersi? Il fatto nuovo consiste nell’aver messo a punto una terapia che consente di eliminare o comunque di ridurre la concentrazione di pericolosi minerali nel nostro organismo quali mercurio, piombo e alluminio e di aver elaborato una serie di proposte operative per prevenire l’intossicazione da diossine e organoclurati. Giacinto Franco, vicepresidente di AugustAmbiente, e Luigi Solarino, presidente di Decontaminazione Sicilia, hanno dettagliato l’esito della propria ricerca al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, al presidente della regione, Raffaele Lombardo, agli assessori regionali all’ambiente, alla sanità, al presidente della provincia di Siracusa e ai sindaci dei comuni di Siracusa, Augusta, Priolo, Melilli, Floridia e Solarino.

Capelli e latte materno veicoli di sostanze tossiche. Da diverso tempo, infatti, numerose osservazioni condotte sulla popolazione residente all’interno del triangolo industriale hanno rilevato elevate percentuali di mercurio e diossine nel latte materno e nei capelli delle puerpere. L’inchiesta “Mare Rosso”, basata sulle perizie del dottor Madeddu, esperto dell’Asp di Siracusa, portò alla luce concentrazioni di mercurio nei capelli delle donne megaresi con una media di 1,45 mg/g e presenza nel latte materno di PCBs nel rapporto di 7,29 ng/ml e di HCB pari a 0,31 ng/ml. Valori che risultarono nettamente superiori a quelli misurati nella vicina Catania. Il superamento dei livelli di tolleranza stabiliti si riscontra, secondo gli studiosi, nel preoccupante fenomeno delle interruzioni di gravidanza che, nella città di Augusta, ha un tasso doppio rispetto al resto della provincia e quadruplo a livello nazionale. Per buona parte di essi, circa un terzo, le cause sono da attribuire a malformazioni del sistema nervoso centrale e questo dimostrerebbe la correlazione con la presenza di mercurio.

Il mercurio, principale agente inquinante. Accertati da studi promossi dall’università di Catania e dall’Icram, i metalli pesanti, presenti tra i fondali della rada di Augusta, diventano alimento dei pesci pescati illegalmente all’interno del porto, che vengono immessi nel mercato alimentare. In alcune specie ittiche, come ricciole, pagelli e palamiti, sono state notate alterazioni della colonna vertebrale, scoliosi, ispessimenti abnormi e strutture a Y, oltre a malformazioni di pinne e coda. Decisamente allarmante la presenza di mutazioni del Dna per il Coris Julis, comunemente noto come “donzella”, un pesce diffusissimo nei nostri mari e facilmente catturato con semplici canne o lenze. Alterazioni non presenti tra gli esemplari che vivono lungo le rimanenti coste siciliane.

Il patrimonio genetico dei residenti sarebbe quindi attaccato da metalli pesanti, diossine e polveri finissime diffuse sull’atmosfera, responsabili dell’incremento di tumori, malattie croniche e malformazioni congenite, registrate in aumento nell’area del petrolchimico.
Il latte materno sarebbe divenuto così il principale veicolo di sostanze tossiche inconsapevolmente trasmessi al feto durante la gravidanza.
Si teme, infatti, che gli effetti dell’intossicazione possano espandersi in maniera esponenziale poiché non sono ancora note le conseguenze riportate sugli organismi delle donne in età fertile che non hanno ancora procreato.

Il mineralogramma del capello. Il punto centrale dello studio è stato costituito dal "Mineral test" a cui sono state sottoposte alcune giovani per ricavare indicazioni utili a costruire una strategia terapeutica in grado di riportare le concentrazioni tossiche entro valori tollerabili. E’ stato così eseguito il mineralogramma del capello, una tecnica sperimentata negli Usa che si basa su un esame chimico affrontato mediante uno spettrofotometro ad emissione atomica. I campioni sono stati esaminati presso laboratori certificati ISO ed hanno permesso di ricostruire un quadro completo dello stato metabolico intracellulare analizzando contemporaneamente 39 elementi diversi, tra oligoelementi essenziali e metalli pesanti. La verifica è stata effettuata prendendo in esame 23 persone: 10 da Augusta, 5 da Priolo e 8 da Melilli.

Il test ha confermato valori fuori limite di mercurio, piombo e alluminio e alta incidenza di altri metalli pesanti come stronzio, antimonio, argento e cromo, oltre a presenze squilibrate di rame, fosforo, magnesio, zinco e ferro. E’ soprattutto la percentuale di mercurio ad attirare l’attenzione dei ricercatori avendo rilevato valori medi tra 0,14 e 0,16 mg/100g nei capelli degli augustani rispetto a un riferimento normale attestato su 0,01 mg/100g. Il motivo sarebbe da ricercare nell’alimentazione a base di pesce contaminato.

La cura con una capsula al giorno per riequilibrare l'organismo. Ricostruito lo scenario, gli specialisti hanno proceduto all’elaborazione di una terapia personalizzata costruita a misura di paziente. I volontari sono stati sottoposti alla sperimentazione di un ciclo di cure, della durata di 90 giorni, consistente nell’assunzione giornaliera di una capsula contenente vitamine e alcuni minerali carenti in dosaggio inferiore alla dose giornaliera raccomandata, ad esclusione della vitamina C prescritta a dosaggi superiori. Terminata la cura, sono seguiti tre mesi di interruzione prima di praticare un nuovo “Mineral test” di controllo. Ma i valori ancora elevati hanno suggerito di ampliare l’intervallo di attesa a 6 mesi. Quindi un nuovo esame che ha dimostrato una soddisfacente eliminazione del mercurio, riportato a 0,02 mg/100g, e una parziale eliminazione di piombo, alluminio e altri metalli pesanti. Inoltre, in alcuni pazienti che presentavano disturbi come cefalee, astenia, insonnia, irritabilità, eccesso di forfora, crampi, è stata osservata la scomparsa dei fenomeni o comunque il netto miglioramento rispetto al passato.

Terapie non invasive, capaci di produrre beneficio alla spesa sanitaria per la riduzione delle malattie. Il costo dell’esame mineralogico è di 120 € e per la terapia di 30 €, mentre l’acquisto dei farmaci è a totale carico del paziente.

La mancanza dei necessari fondi per sostenere la realizzazione di alcuni test non ha consentito, poi, di affrontare lo studio dello diossine e degli organo clorurati, nonostante l’alta diffusione di alcune patologie come i tumori alla tiroide, l’infertilità delle coppie e l’ipospadia.
Evitare quindi il consumo di pesce proveniente soprattutto dall’area portuale e assunzione di farmaci specifici per ripristinare le condizioni di equilibrio dell’organismo in maniera da offrire concrete garanzie di assoluta tranquillità alle donne che intendono programmare la maternità.

Combattere l'inquinamento da diossine. Sul piano della prevenzione dalle diossine, gli studiosi hanno suggerito una serie di iniziative quali l’attuazione di uno screening di massa a carico del servizio sanitario per valutare la presenza degli agenti inquinanti tra le popolazioni interessate; sostituire le coltivazioni presenti con altre in grado di produrre, ad esempio, olio da impiegare nella produzione di biodiesel allontanando il pericolo di contaminazione di frutta e verdura causato dalle polveri emesse dai camini industriali. Vietare, inoltre, il pascolo, inoltre, per non alterare la catena alimentare e, parimenti, applicare un rigido controllo sul divieto di pesca dentro il porto. Procedere alle bonifiche delle discariche abusive e non utilizzare i vecchi serbatoi a fondo unico che, a causa della corrosione, spargono il loro contenuto nel terreno. Lo studio si conclude con la richiesta di ammodernamento degli impianti affinché vengano dotati di sistemi di controllo continuo di ogni tipo di emissione fino alle polveri finissime, come già in uso in altre industrie dell’Italia settentrionale e d’Europa.

Fonte

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M.O.D.A. Savona: in risposta a quei sindacati che "carbone = posti di lavoro"

Da Savonaeponente.com

"Con l’intervista al sig. Rossello della CGIL (“Il Secolo XIX” del 3 Settembre 2010), che sostiene il progetto di T. Power per un ampliamento a carbone della Centrale di Vado con un nuovo gruppo da 460 MW, abbiamo capito che siamo tornati all’industrialismo di terz’ordine di staliniana memoria che distrusse i paesi dell’Est.
La CGIL accettando l’ingannevole tesi di Tirreno Power (più potenza e meno inquinamento), di fronte a pochi ipotizzati posti di lavoro legati per lo più ai lavori di ampliamento a carbone, apre la strada alla definitiva distruzione del territorio savonese e a danni irrimediabili alla salute pubblica (All 1) con incremento di malattie tumorali, cardiocircolatorie e respiratorie. Segnaliamo che in Provincia di Savona gIà ADESSO la mortalità standardizzata per tumori totali nel 2005 supera la media nazionale ed è più alta di tutte le regioni italiane (all. 4)….FIGURIAMOCI DOPO IL PROGETTATO AMPLIAMENTO A CARBONE !
E’ molto “originale” che un sindacalista difenda questo radicalismo antieconomico e contro la salute dei savonesi che ha già fatto perdere più del 50% degli occupati nella centrale di Vado. Infatti i sindacati hanno accettato in silenzio il drammatico calo dell’occupazione nella centrale di Vado che dopo il passaggio da Enel (anno 1985) ai privati di Tirreno Power (anno 2006) è letteralmente crollata da 556 a 224 unità . Per quanto riguarda poi il metano, già questa “centrale in città” in parte va a metano con una realtiva produzione di energia che è almeno 3 volte superiore a quella consumata in Provincia di Savona e invece di potenziare a carbone chiudiamo gli ormai obsoleti gruppi 3 e 4 a carbone non a norma con le Direttive Ue investendo sul rinnovabile e sul risparmio energetico e creando così molti più posti di lavoro, cosa che il sig. Rossello sembra ignorare.
Ricordiamo al sig. Rossello che qui fin dal Maggio 1988 per questa “centrale in città” le conclusioni “radicali” dell’Istituto Superiore di Sanità e di studiosi dell’Università “La Sapienza” di Roma avevano richiesto l’abbandono del carbone con il depotenziamento per la centrale di Vado. Vogliamo ancora ricordare al sig. Rossello che anche quei “radicali” degli Enti locali savonesi (Comuni di Vado, Quiliano e Spotorno con la Provincia di Savona) avevano richiesto e votato per il depotenziamento e la metanizzazione di questa “centrale in città”. Ma anche il “radicale” Comune di Savona non solo si è espresso contro l’ampliamento a carbone, come dichiarato oggi dal Sindaco Berruti, ma ha votato all’unanimità il 31 Luglio 2007 anche per il totale abbandono del carbone. Ma anche quei “radicali” dell’Ordine dei Medici di Savona hanno richiesto il depotenziamento e la metanizzazione, posizione condivisa oggi anche dal Sindaco Volpara di Spotorno .
All’ “illuminato” sig. Rossello inoltre vogliamo ricordare la frase per noi un po’ inquietante riguardo alla ristrutturazione ancora a carbone della centrale “… si è fatto qualcosa, ma dietro Tirreno Power c’è De Benedetti che finanzia alcune correnti politiche.” (Il Secolo XIX del 28/05/2004 ) .

In conclusione:
1. Considerato che la Tirreno Power è “interlocutore affidabile” facciamoci intanto restituire i costi esterni della centrale ( valutati dalla Comunità Europea almeno 140 milioni di euro all’anno ) e riguardanti i danni ambientali e le mortalità precoci causate dalla centrale in tutti questi anni…oppure questi costi ha intenzione di pagarli Lei ed il suo sindacato (all. 2 e all. 3)?

2. Per quanto riguarda la piattaforma Maersk attendiamo che vengano bonificati i fondali di Vado dopo anni di inquinamento prodotto da industrialismo selvaggio che ha scaricato senza alcun controllo in mare rifiuti di ogni tipo compreso le pericolosissime diossine..

3. Apprezziamo il comportamento di quei Sindacati che riflettono e ripensano sugli errori del passato per progettare un futuro migliore con un’economia che sia veramente il riflesso di uno sviluppo sostenibile.

Savona, 6 Settembre 2010

Dr Virginio Fadda (Biologo)
Dott. Agostino Torcello (Medico pneumologo)
M.O.D.A. Savona

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