Comunicato stampa
"Il comitato “cittadini liberi – Porto Tolle”, esprime riconoscenza e gratitudine a tutti coloro, in primo luogo ai nostri legali avv.ti Matteo Ceruti e Valerio Malaspina, che dal febbraio 2002 (anno di nascita dell’associazione) hanno appoggiato sostenuto in varie forme l’azione di denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine Camerini, ritenuta lesiva nei confronti della popolazione residente nella piccola frazione del Delta del Po. All’indomani del verdetto della Suprema Corte di Cassazione avvenuto a seguito dell’udienza svoltasi in data di ieri, manifestiamo piena soddisfazione per la positiva conclusione del procedimento da noi intentato contro la società energetica che dal 1980 opera nel nostro territorio e che negli anni successivi si è resa responsabile di aver commesso gravi inadempienze nella gestione della più grande centrale termoelettrica del paese. In estrema sintesi la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi da noi presentati riconoscendo una condotta penalmente punibile sia degli amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, sia dei tecnici Zanatta e Busatto, in qualità di direttori dell’impianto nel periodo contestato.
Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria, la Suprema Corte, ha annullato la sentenza della Corte d'Appello di Venezia del 1999, nella parte in cui aveva escluso la responsabilità penale per gli amministratori delegati, accogliendo invece quanto stabilito dal giudice di primo grado ad Adria nel marzo 2006, riconoscendo una responsabilità del vertice della holding in relazione ai reati di emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico.
Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i danni patiti delle parti civili rimaste.
Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell’impostazione accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.
E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da semplici cittadini, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati dagli Enti preposti a tale compito, l’importante risultato raggiunto crea un precedente devastante per Enel, anche in considerazione dell’annunciata riconversione a carbone, recentemente autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico, in futuro i vertici aziendali non potranno più dire che non sapevano ciò che accadeva alla “periferia dell’impero”, negli impianti delle loro società, ma saranno chiamati a risponderne personalmente.
Giorgio Crepaldi - comitato “cittadini liberi – Porto Tolle”
16 gennaio 2011
Enel condannata per le emissioni a Polesine Camerini (Porto Tolle)
14 gennaio 2011
Civitavecchia 14/01/2011, Torrevaldaliga Nord a carbone
I cittadini non dormono e non tengono gli occhi chiusi, caro sindaco Gianni Moscherini.
Piccolo grande Mauro Mazzola
In un granello di sabbia puoi vedere l'infinito, scrisse William Blake. In un uomo piccolo come questo vedi tutto lo squallore della vicenda della riconversione a carbone di TVN. Comunicato stampa nocoke Alto Lazio- Tarquinia:
MAZZOLA CI HA TRADITI, LA STORIA DELLA NOSTRA CITTÀ E I NO COKE NON ASSOLVERANNO E NON DIMENTICHERANNO MAI LA SUA COLPA..
In questi giorni, sui giornali, sono apparse alcune delle tante dichiarazioni bugiarde di Mazzola: "sono FIERO di aver accettato il finanziamento della servitù energetica, ”se la centrale uscisse dai parametri farei qualcosa”.
Il sindaco dice di essere pronto a denunciare Enel qualora esca dai parametri, eppure Enel lo fa tutti i giorni con il suo beneplacito.
TVN è in attesa dell'AIA , l’ Autorizzazione Integrata Ambientale che prevede il ridimensionamento di tutti i livelli degli inquinanti e che non permetterebbe più ad Enel di bruciare il carbone con alto tenore di zolfo come fa ora, ma alla conferenza dei servizi c’erano solo i no coke a chiedere tutela per la salute.
Tutto il nostro sdegno e la nostra contrarietà ad accettare soldi dall'inquinatore trova conferma, oggi più che mai, nella cappa di fumo nero che la combustione del carbone ci regala ogni giorno, colorando in maniera funerea il nostro cielo.
MAURO MAZZOLA dovrebbe vergognarsi di dichiarare che il “no alle compensazioni” non lo aveva sottoscritto!
Noi cittadini ci sentiamo ancora più offesi se andiamo a rileggere quella serie di delibere approvate tutte all' unanimità dai consiglieri, allora di minoranza, CENTINI, CELLI, SCALET, RANUCCI,che lo smemorato sindaco non ricorda.
Nella delibera del consiglio n. 60 del 29 11 06: “Il consiglio vota all’unanimità la contrarietà alla politica bieca delle “compensazioni” per i danni provocati al territorio dall’uso del carbone.” e in quella del consiglio del 12 04 07: mozione a firma del consigliere Daniele Scalet: “si ribadisce che “vanno rifiutati senza tentennamenti i soldi di chi ha scelto il carbone, per dare una mano a chi vuole mettere sotto silenzio le popolazioni inquinate accattivandosele con contributi per acquistare ambulanze, allestire centri per disabili, costruire campi sportivi, ecc. Non vogliamo i finanziamenti che puzzano di carbone”.
I MEDICI CHE FANNO PARTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TARQUINIA NON SI SONO PIÙ PRONUNCIATI, COME FANNO I MEDICI DELL'ISDE, SUL PERICOLO DELLA COMBUSTIONE DEL CARBONE.
È evidente che i soldi delle compensazioni servono per tacere, a fare SILENZIO sugli effetti inquinanti dell’impianto a carbone, SILENZIO su tutte le di gravi omissioni nelle procedure di Enel , SILENZIO sulla mancata rilevazione dell' inquinamento a Tarquinia, SILENZIO sull’ aumento vertiginoso di malattie e morti per tumore, SILENZIO sui cieli sporchi, SILENZIO sul fumo nero del carbone.
Il binomio soldi-silenzio sui pericoli alla salute, fa delle convenzioni economiche una colpa omicida ed ogni malato ed ogni morto di tumore potrebbero dipendere dall’inquinamento senza controlli.
Tutela della salute?
MAURO MAZZOLA osteggia continuamente la credibilità del nuovo osservatorio ambientale dei medici (pilastri del Movimento no coke) che ne fanno parte, solo perché vorrebbe gestire l’altro osservatorio, quello FALSO, QUELLO dei sindaci a contratto INFARCITO DEL MILIONE DI EURO CHE ENEL VERSA OGNI ANNO, per controllarlo ed impedire misure contro sull’inquinamento.
I soldi del falso osservatorio,nessuno sa spiegare che fine abbiano fatto,visto che non hanno mai prodotto nulla,tantomeno dati per il controllo dell’aria.
Inoltre non è stato mai prodotto un documento serio su come siano stati spesi i soldi di ENEL a Tarquinia,(nessun consigliere comunale è mai riuscito ad averlo)e non è mai stato investito un centesimo di questi soldi per tutelare la nostra salute, visto che l’unico monitoraggio ambientale lo ha fatto IL COMITATO DEI CITTADINI LIBERI CON IL CONTRIBUTO DELLE AZIENDE E DEI CITTADINI.
Mazzola poteva e non ha istituito uno studio epidemiologico, non ha fatto screening sugli abitanti per l'arsenico e sui lavoratori a rischio, Non ha istituito un fondo per i malati di tumore che volessero analizzare il tessuto tumorale e risalire alla causa, Non ha istallato centraline di rilevamento dell’ inquinamento (quelle di ultima generazione sono mezzi mobili che possono andare ovunque...anche sotto la ciminiera!!!), Non ha tutelato per vie legali i cittadini che si dovessero ammalare, o perdere il lavoro a causa dell'inquinamento.
Le compensazioni hanno comprato il silenzio dei sindaci, ma noi, insieme a tutti i cittadini che lo vorranno, siamo decisi a non arrenderci."
2010, caldo record da 150 anni
Da Repubblica.it "2010, il più caldo in 150 anni - dalla Nasa allarme per il clima"
Nuovo record per la temperatura terrestre. Il 2010 ha superato il 2005 e il 1998 considerati (a secondo del tipo di misure eseguite) come gli anni più caldi dal 1880 ad oggi. Il dato è stato rilasciato dal Giss (Goddard Institute for Space Studies) della Nasa. La differenza rispetto al 2005 è di soli 0.01 gradi centigradi, ma nonostante ciò la Nasa è riuscita a determinare che l'anno appena trascorso è stato il più caldo dei precedenti. Dopo il 2005 e il 1998 seguono a ruota il 2002, il 2003, il 2006 e il 2007.
Stando ai dati in possesso della Nasa si può affermare che la temperatura del 2010 è risultata di 0,74°C superiore alla media ottenuta tra il 1951 e il 1980. Facendo analisi a più lungo periodo, secondo gli scienziati ora la temperatura si sta innalzando ad una velocità di circa un quinto di grado centigrado ogni 10 anni.
"Se le condizioni attuali continueranno a rimanere tali, ossia se non si diminuirà l'immissione di anidride carbonica nell'atmosfera, il 2010 conserverà per ben poco tempo il record acquisito", ha detto James Hansen del Giss. Il risultato prodotto dall'Istituto americano è quanto ottenuto dalla raccolta di dati di oltre 1.000 stazioni meteorologiche sparse per il mondo, di dati raccolti dai satelliti meteorologici, da osservazioni marine e da stazioni scientifiche poste in Antartide.
Secondo i ricercatori della Nasa la situazione emersa deve far particolarmente riflettere in quanto il 2010 è stato interessato, almeno per la seconda parte dell'anno, dalla Nina un fenomeno climatico che raffredda la superficie di una grande parte dell'Oceano Pacifico, che poi si riflette su tutto il pianeta.
"Se si epurano i dati della Nina e del Nino che l'ha preceduta si scopre che l'ultima decade si è riscaldata ad una velocità sicuramente superiore rispetto alle due decadi precedenti", ha spiegato Hansen.
Il ricercatore sottolinea come i due inverni particolarmente freddi che hanno interessato il nord del pianeta non devono quindi, lasciarci ingannare: l'aumento della temperatura terrestre prosegue senza sosta e il freddo è proprio una conseguenza di ciò. Al Polo Nord infatti, dove le temperature crescono più velocemente che in ogni altra parte del pianeta, si sono create delle situazioni meteorologiche anomale create dalla diminuzione dei ghiacci, le quali spingono verso sud venti freddi. Ma nulla più. Sul resto del pianeta le temperature non hanno mostrato diminuzioni di sorta in nessuna delle stagioni dell'anno.
(13 gennaio 2011)
13 gennaio 2011
Porto Tolle: condannati in via definitiva vertici enel
Aggiornamento: aggiunto sotto il comunicato dei Cittadini LIberi di Porto Tolle
Da Greenreport.it "Condannati i vertici di Enel per i danni provocati dalla centrale di Porto Tolle"
Gli ex amministratori delegati di Enel Spa Francesco Luigi Tatò e Paolo Scaroni, sono stati condannati dalla Terza sezione penale della Cassazione per i danni provocati dalla centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle (Rovigo), nel Parco del Delta del Po. Diciamo subito che la sentenza penale serve fondamentalmente in chiave futura considerato che i reati sono stati prescritti, mentre va avanti la causa in sede civile: la Corte d'appello civile di Venezia dovrà ora quantificare i danni.
A costituirsi parte civile erano stati enti pubblici veneti ed emiliani, il ministero dell'Ambiente e le associazioni Italia Nostra, Wwf e Legambiente. I reati imputati alla società erano di emissioni moleste, danneggiamento all'ambiente, al patrimonio pubblico e privato e la violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico. La notizia è stata accolta con grande soddisfazione da Greenpeace con l'auspicio che in qualche modo la sentenza possa pesare sul futuro della centrale.
Infatti Enel vorrebbe trasformare questo stesso impianto in una centrale a "carbone pulito" (con il via libera del ministero dello Sviluppo economico) e, a tale scopo, si è fatta anche finanziare dall'Ue un progetto per lo stoccaggio sotterraneo della CO2. Impatto sull'ambiente e incertezze tecniche rendono poco sostenibile questo progetto: tra l'altro il Delta del Po, informano da Greenpeace, è ai primi posti di ogni classifica mondiale sugli estuari a rischio, con un ritmo di abbassamento dell'ordine di 3 centimetri all'anno, a causa della subsidenza del suolo ma anche dell'innalzamento del livello del mare dovuto al cambiamento climatico.
«Spendere due miliardi e mezzo di euro per produrre dieci milioni di tonnellate di CO2 l'anno non sembra una scelta saggia. Enel - ha dichiarato Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia - dovrebbe smetterla di investire in tecnologie pericolose come carbone e nucleare e passare con decisione alle rinnovabili e all'efficienza: oltre a Greenpeace, anche la Commissione europea e vari gruppi di imprese hanno già definito scenari realistici per un'Europa 100% rinnovabile al 2050. Perché l'Italia ed ENEL- ha concluso Giannì- non dovrebbero accettare questa sfida che oltretutto genera molta più occupazione?»
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ENEL CONDANNATA PER LE EMISSIONI A POLESINE CAMERINI
12 gennaio 2011
Il comitato "cittadini liberi - Porto Tolle", esprime riconoscenza e
gratitudine a tutti coloro, in primo luogo i nostri legali avv.ti Matteo
Ceruti e Valerio Malaspina, che dal febbraio 2002 (anno di nascita
dell'associazione) hanno appoggiato sostenuto in varie forme l'azione di
denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine
Camerini, ritenuta lesiva nei confronti della popolazione residente
nella piccola frazione del Delta del Po. All'indomani del verdetto della
Suprema Corte di Cassazione avvenuto a seguito dell'udienza svoltasi in
data di ieri, manifestiamo piena soddisfazione per la positiva
conclusione del procedimento da noi intentato contro la società
energetica che dal 1980 opera nel nostro territorio e che negli anni
successivi si è resa responsabile di aver commesso gravi inadempienze
nella gestione della più grande centrale termoelettrica del paese. In
estrema sintesi la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi da noi
presentati riconoscendo una condotta penalmente punibile sia degli
amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, sia dei tecnici
Zanatta e Busatto, in qualità di direttori dell'impianto nel periodo
contestato.
Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può
già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria,
la Suprema Corte, ha annullato la sentenza della Corte d'Appello di
Venezia del 1999, nella parte in cui aveva escluso la responsabilità
penale per gli amministratori delegati, accogliendo invece quanto
stabilito dal giudice di primo grado ad Adria nel marzo 2006,
riconoscendo una responsabilità del vertice della holding in relazione
ai reati di emissioni moleste, danneggiamenti e violazione della
normativa sull'inquinamento atmosferico.
Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte
d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i
danni patiti delle parti civili rimaste.
Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell'impostazione
accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della
posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi,
che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase
processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla
centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.
E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto
dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da
semplici cittadini, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati
dagli Enti preposti a tale compito, l'importante risultato raggiunto
crea un precedente devastante per Enel, anche in considerazione
dell'annunciata riconversione a carbone, recentemente autorizzata dal
Ministero dello Sviluppo Economico, in futuro i vertici aziendali non
potranno più dire che non sapevano ciò che accadeva alla "periferia
dell'impero", negli impianti delle loro società, ma saranno chiamati a
risponderne personalmente.
Il comitato "cittadini liberi - Porto Tolle"
"La nuova storiella", di Claudio Vela
Dal Claudio Vela già autore di un piccolo simpatico componimento sul tema del carbone, pubblichiamo "La nuova storiella".
Come faccio a spiegare alla dolce mia Nonnina,
che mangiare l'insalata con amore coltivata,non è cosa genuina,
non capisce poverina,che nell'aria c'è qualcosa.
che si posa sulla terra,e la rende assai dannosa.
...Mi ripete con passione,è verdura del mio orto,
non c'è storia non c'è cosa,qui nessuno c'è mai morto.
Ieri e Oggi come vedi sò due cose differenti,
tanti anni son passati e sò cambiati i tempi,
respirare e mangiare è cosa faticosa,
hann cambiato la centrale ed è assai pericolosa,
il mercurio,il nickel,l'arsenico e il berillio,
il piombo e il polonio e non sò più come dirlo,
sò elementi radioattivi che ce fanno assai del male,
che s'incastrano nel corpo e non è cosa naturale,
se nascondono per anni per poi venire fuori,
ma quando ci svegliamo ormai sò dolori.
Perciò mia Nonnina, ora pianta solo fiori,
prega poi la Madonnina che non c'escano i tumori..
Questo è l'Oggi ,e poi chissa il Domani,
sogno un mondo assai migliore,
che finisca in buone mani
o in quelle del Signore,
o di persone che vedono, con l'occhio assai lontano,
e non persone ceche con i soldi nella mano...
E ci sentiamo di ripetere, come una Eco, questi ultimi due versi: "...o di persone che vedono, con l'occhio assai lontano, e non persone ceche con i soldi nella mano..."
I sonetti di Giancarlo Peris. " Papere e ciminiere" (a Vittorio Petrelli)
Civitavecchia. Alessio De Sio (ex sindaco), Enzo Berardozzi, Anita Cecchi, Manrico Coleine (osservatorio ambientale), Mauro Cosimi, Sandro De Paolis, Luigi di Marco, Simone Giganti, Franco Grassi, Claudio La Camera, Flavio Maliani, Graziano Marsili, Roberto Passerini, Vittorio Petrelli, Mauro Ranieri, Leonardo Roscioni, Renato Solinas, Dimitri Vitali, Enzo Zappacosta. Questi i benefattori che votarono sì al carbone. Molti di loro occupano tuttora scranni nel Consiglio comunale.
A uno di loro è dedicato il sonetto di oggi, a quel Vittorio Petrelli che non rinnega ancora, se interrogato in merito, la scelta di voto pro carbone. Buona lettura.
Papere e ciminiere 10 gennaio 2002
Petrelli che pe’ i tir, su li lenzoli,
Ce metti papere de Lega Ambiente,
E s’auspichi carbone su ‘sti moli
La ciminiera, simbolo dell’Ente,
Che intendi puli’ l’aria dar benzene
Pe’ faccela poi pregna de carbone,
Che voi leva’ via Isonzo da le pene
Pe’ intossica’ da Frasca a Marangone,
Che voi da’ sovvenzioni a l’ospedale
Di modo che chi poi se pia er tumore
Per fumo che je manna la centrale
Andrà dar padre eterno co’ più amore,
Lo disse già Aristotele e adè vero:
Nun poi esse ar contempo e bianco e nero.
12 gennaio 2011
11_1_11 palindromi velenosi a TVN
Grazie al monitoraggio dei cittadini che vegliano sul territorio e condividono i loro scatti!
Tranquilli è solo vapore®
11 gennaio 2011
Civitavecchia, torna il pericolo inceneritore al centro chimico-militare Nbc
Da BigNotizie.it
Si fanno sempre più insistenti le voci su un accordo tra il sindaco di Roma, Alemanno, e il Ministro della Difesa (proprietario dei terreni del centro chimico militare Nbc a Santa Lucia), La Russa per realizzare un inceneritore nell'area militare tra Civitavecchia ed Allumiere. Gino De Paoli (Sel): "L'avevamo detto da tempo". Il deputato del Pd Pietro Tidei ha presentato una interrogazione urgente al ministro. Sulla discarica il sindaco di Ladispoli Paliotta: "Se la facciano a Roma"
Puntare sul carbone è scommettere su un cavallo bolso
Intervista a Vanni Destro da RovigoOggi.it
"Secondo Vanni Destro, esponente del movimento 5 stelle rodigino, la firma del ministro Romani sul decreto autorizzativo di Polesine Camerini, è stata un atto dovuto che sarebbe arrivato anche prima se Scajola non avessero lasciato vacante il posto di Ministro dello Sviluppo Economico per oltre sei mesi.
Ben più pesante e, forse, meno scontato è stato il placet dato dal Ministero dell'Ambiente Prestigiacomo.
Ora, comunque, l'iter è concluso e l' Enel ha tutte le carte in mano per avviare i lavori della riconversione partendo dalla demolizione della vecchia centrale a olio.
Quella è un bel po' che comunque è in atto, se si considera che, più che in "riserva energetica", la centrale di Polesine Camerini, è una sorta di magazzino ricambi dal quale si prelevano pezzi per altre centrali in funzione.
Sempre secondo Vanni Destro tornando ai lavori che Enel dovrebbe avviare sorgono dubbi legittimi.
Nel Paese è in calo prolungato, il 6-7% rispetto ad un paio d'anni fa, la richiesta di energia elettrica e la situazione che ha portato alla riconversione a Civitavecchia, dove per altro funziona un solo gruppo, è abbastanza mutata da suggerire cautela rispetto a nuovi investimenti.
La riconversione a Civitavecchia ha, oltretutto, fatto emergere una serie di problematiche legate al mancato rispetto di norme previste in sede di progetto, come, ad esempio, il trasporto del carbone e dei residui post combustione che dovrebbero avvenire al chiuso e non all'aperto come in qualche caso pare sia avvenuto, a incidenti mortali o a casi di corruzione.
Vi sono inchieste aperte dalle Procure di Roma e Civitavecchia che, assieme ad altri, hanno coinvolto l'ex sindaco di Civitavecchia e anche l'ex direttore di quella centrale e attuale direttore a Porto Tolle Ivano Ruggeri.
Pare addirittura che non esista un piano reale del costruito che sarebbe, come spesso accade, difforme rispetto al progetto e che la divisione di ingegneria stia lavorando a testa bassa per avere tutti i disegni tecnici aggiornati.
Stando ai dati in possesso al Movimento 5 stelle sulle questioni legate agli investimenti, sembra che l'attenzione di Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, sia principalmente rivolta alla riduzione del debito che ammontava, alla fine del 2009 a circa 51 miliardi di euro, vedremo per il 2010, pena il declassamento da parte delle agenzie internazionali di rating con un più complicato accesso a eventuali finanziamenti che, nel caso di avvio concreto del programma nucleare italiano, servirebbero come il pane ad Enel.
Non da ultimo vi è il fatto se un anno fa si incassavano circa 90 euro per MWh ora se ne incassano circa 60 il che significa tirare la cinghia e rinunciare alla cosiddetta manutenzione programmata per intervenire sui guasti.
Questo significherebbe che al momento Enel non sta investendo un euro in nuovi impianti e che in questo 2011 non si prevederebbero investimenti reali, al massimo la predisposizione del cantiere a Polesine Camerini, perchè i soldi non ci sarebbero.
La conclusione logica quindi è che la riconversione rimarrebbe al palo con buona o cattiva pace di chi ha puntato troppo su un cavallo bolso.
Il Movimento 5 Stelle di Rovigo, che è comunque contrario al carbone, vive l'amarezza di constatare la miopia collettiva della classe dirigente politica e imprenditoriale che insegue un miraggio e non investe nelle reali potenzialità del territorio polesano.
Riconversione a carbone di Porto Tolle, qualche retroscena
Da QualEnergia.it "L'avallo del Governo al carbone di Enel"
"L’Italia, in barba agli impegni sulle emissioni presi con il protocollo di Kyoto e a quelli di medio periodo, continua a puntare sul carbone, sotto la pressione di Enel e del ricatto occupazionale. La querelle sulla conversione a carbone della centrale di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, arriva dopo alcuni anni al capolinea con l’autorizzazione del Ministro Paolo Romani, dopo il giudizio di compatibilità ambientale e dopo il via libera di luglio della Conferenza dei Servizi (contraria solo l’Emilia Romagna).
Già nel marzo 2010 la Regione Veneto e l’Enel avevano sottoscritto un accordo di programma per la sua riconversione a carbone che prevedeva anche una serie di finanziamenti per diversi milioni di euro per compensazioni ambientali, la costruzione di un osservatorio e il risarcimento dei disagi provenienti dalla costruzione e dal funzionamento della centrale. Qualche briciola rispetto a un progetto di conversione che richiederà da parte di Enel un investimento di circa 2 miliardi di euro e porterà ingenti profitti.
La centrale, che attualmente brucia olio combustibile, si trova all’interno del Parco Regionale Veneto del Delta del Po, un'area ad alto pregio naturalistico, che comprende alcune riserve naturali di rilievo internazionale (il sito è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è Sito di Importanza Comunitaria all’interno dell’Unione europea, nonché zona umida protetta dalla convenzione internazionale di Ramsar). Il progetto potrebbe mettere sotto scacco ambientale un’intera area visto anche che l’approvvigionamento del combustibile e lo smistamento dei materiali avverrà principalmente per mare e per le vie fluviali, utilizzando un sistema di stoccaggio e movimentazione appoggiati su una nave “storage”, ancorata al largo del delta del Po.
La centrale, una volta ultimata la riconversione, funzionerà con tre sezioni alimentate a carbone e parzialmente a biomasse per una potenza elettrica lorda nominale complessiva pari a 1.980 MW. Attualmente è costituita da quattro sezioni da 660 MW elettrici ciascuna.
Si stima che la centrale a carbone, che potrebbe essere ultimata in 6 anni, produrrà annualmente circa 10,3 milioni di tonnellate di CO2, oltre ad altri inquinanti, come ossidi di azoto e zolfo, particolati, nichel, piombo, cromo, cloro, arsenico, mercurio, ecc. Nel 2005 la centrale aveva emesso 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Insomma la messa in opera di questo grande impianto ci porterà sempre più lontani dai target climatici (Qualenergia.it, Il carbone nello stivale, un ritorno al passato).
Ai margini di questa, peraltro scontata, decisione del Ministro Romani, vanno ricordati due fatti.
Il primo riguarda la sentenza del TAR del Lazio che il 14 ottobre 2010 ha respinto il ricorso presentato da associazioni ambientaliste e di categoria di pescatori e operatori turistici. Una decisione che smentisce che la conversione a carbone della centrale, con tutte le infrastrutture necessarie a tale intervento, abbia conseguenze negative al territorio del delta e all’ambiente. Per i propugnatori del ricorso questa è una sentenza che risulterebbe impugnabile perché non risponde, sulla base di motivazioni omissive e illogiche, a quasi tutte le censure formulate.
Il secondo fatto riguarda due magistrati, il Pubblico Ministero Manuela Fasolato e il procuratore Dario Curtarello, che sono stati recentemente sottoposti a procedimento disciplinare in seguito alle indagini da loro condotte sulla centrale Enel di Porto Tolle. Già un anno fa ispettori ministeriali, guidati da Arcibaldo Miller (attualmente indagato per l’inchiesta sulla nuova P2), erano stati inviati dal Ministro della Giustizia Alfano per far luce su presunti rallentamenti all’iter della nuova centrale. I magistrati stavano indagando sui legami tra le emissioni della centrale e l’aumento dell’incidenza di malattie nei territori circostanti.
Secondo alcuni comitati di cittadini e sezioni locali di partiti politici questa ispezione, fortemente criticata, ma appoggiata dai lavoratori della centrale, nascerebbe da una richiesta pubblica di Luciano Violante del Partito Democratico, che in qualità di Presidente dell’Associazione “Italia Decide”, aveva proposto di avviare un’ispezione nella Procura di Rovigo per “capire se un’autorità giudiziaria può compiere un atto di questo genere, intimidendo sostanzialmente quelli che dovrebbero prendere la decisione”. Non è superfluo andarsi a vedere chi c’è tra i Soci fondatori di questa associazione. Già, proprio Enel SpA.
Il procedimento disciplinare ai due magistrati si basa su tre capi d’accusa che possono essere sintetizzati nell’ultimo: “l’aver impedito, mediante un’indebita ingerenza nelle attività degli apparati amministrativi, la commissione di reati, quando ancora non erano stati acquisiti sufficienti e concreti indizi della consumazione di fatti di rilievo penale, interferendo e condizionando in questo modo le attività degli organi amministrativi stessi, determinandone il rallentamento”.
Ma ci chiediamo: il vero atto intimidatorio è quello dei magistrati, come dice Violante, o piuttosto quello del Ministro della Giustizia? E’ ancora possibile in questo paese sottoporre a critica o a valutazioni tecnico-scientifiche le iniziative e gli interessi di Enel, e dell’industria in generale, senza che i rappresentati del Governo e dello Stato ne prendano sempre e incondizionatamente la difesa, il più delle volte a detrimento degli interessi dei cittadini e delle condizioni ambientali che invece dovrebbero tutelare?
Si sta scatenando in Italia un’assurda campagna denigratoria nei confronti di impianti a fonti rinnovabili che deturperebbero territori e ambiente, mentre passano troppo spesso sotto silenzio i gravissimi danni sanitari che impianti energetici e industriali causano alle popolazione e all’ambiente di vaste zone del paese, spesso in maniera irreversibile.
La forte lobby energetica italiana, a volte con l’appoggio compiacente di autorevoli personalità, prova a mistificare o a nasconde la diffusione di dati scientifici e medici su questi impianti. E quando qualcuno osa contestare queste asserzioni ne paga le conseguenze o viene tacciato di anti modernismo. Quando va bene, questa lobby ama bombardarci di spot molto green e politically correct o di spot sul nucleare ammantati di una fasulla equidistanza.
LB
10 gennaio 2011