No al carbone Alto Lazio

16 maggio 2011

Ricorso al Tar contro l'ipotesi "Malagrotta II" ad Allumiere

Da Bignotizie.it
"Continua la protesta del comitato cittadino "Nomegadiscarica di Allumiere" che insieme al Forum Ambientalista, ha annunciato di aver presentato il 29 aprile scorso un ricorso al Tar per chiedere l'annullamento del protocollo d'intesa, firmato dal Ministro Ignazio La Russa e dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, e che vedrebbe la costruzione di una discarica e di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti, provenienti dalla capitale, con annesso gassificatore nel nostro territorio. Nel ricorso, gli avvocati, forniscono argomenti a favore della loro causa e fanno appello al rispetto delle norme comunitarie e dei vincoli a cui è sottoposta la zona. Vincoli, che come si precisa nel ricorso, erano a conoscenza dei contraenti visto che in un passo del protocollo si legge "l'immobile è inserito in un contesto paesaggistico caratterizzato da vincoli ambientali, essendo in parte inserito nella zona di Protezione Speciale di cui alla direttiva comunitaria "Uccelli". Le richieste del Forum non si fermano all'annullamento del protocollo, ma arrivano a chiedere una revisione del piano rifiuti promosso dalla Regione. "Nel novembre scorso – riporta il ricorso – la giunta regionale ha adottato un nuovo piano rifiuti che prevede una diversa organizzazione delle Ato. Ha creato un unico ATO che coincide con l'intero territorio regionale, diviso in cinque sub-Ato corrispondenti ai territori delle cinque province laziali, ognuno dei quali dovrà garantire l'autosufficienza, assorbendo il relativo ciclo dei rifiuti. In tale contesto normativo, il Comune di Roma e la Provincia vengono in sostanza ricondotte in un unico sub-Ato, mentre in precedenza la città di Roma costituiva di per se una struttura a parte, essendo tenuta a smaltire i suoi rifiuti necessariamente all'interno dei propri confini". Sull'argomento, comunque, ci sono già alcune novità che il comitato e il Forum presenteranno alla città giovedì alla Compagnia portuale.

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14 maggio 2011

IPCC - nuovo rapporto mostra l'enorme potenziale delle fonti rinnovabili

Da Ecoalfabeta

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"E' finalmente on line il nuovo rapporto IPCC sulle energie rinnovabili e i cambiamenti climatici.

Il rapporto, curato da una quarantina di scienziati da tutto il mondo (detto per inciso, tra questi non c'è neanche unitaliano) è piuttosto ottimista.

Come è possibile vedere dal grafico in alto ognuna delle diverse fonti rinnovabili potrebbe, da sola, soddisfare gli attuali consumi dell'umanità, sia elettrici che termici.

(1) A sinistra sono riportate le fonti utilizzabili per l'energia elettrica: geotermica, idroelettrica, mareale/ondosa, eolica: l'altezza della barra blu rappresenta l'incertezza sulla stima della potenzialità, mentre la linea rossa indica la domanda globale del 2008 (più o meno uguale a quella di oggi, a causa della crisi del 2009).

Sommando le potenzialità minime di queste quattro fonti, si ottiene un valore pari a 4,2 volte la domanda elettrica attuale (pari a 61 EJ, exajoule).

(2) Al centro il confronto è tra domanda termica e geotermico (altra tecnologia rispetto a quella di prima). La potenzialità potrebbe soddisfare da un minimo del 6% a un massimo del doppio della domanda.

(3) A destra infinie la domanda globale di energia (somma di elettrica, termica, trasporti ecc) di 492 EJ è confrontata con la potenzialità dell'energia solare diretta che potrebbe soddisfare da 3 a 100 volte i nostri consumi. L'IPCC ha messo nel grafico anche le biomasse, per le quali secondo me occorre molta prudenza, perchè, a causa delle storture di un mercato globalizzato e dominato dalla finanza, rappresentano una seria minaccia per l'agricoltura.

Allora cosa aspettiamo? Tutti gli investimenti dovrebbero essere in queste fonti, perchè il resto è roba del passato: basta trivellazioni nell'artico e nei mari, basta nuovo carbone, basta uranio.

Investendo massicciamente nel rinnovabile si possono ottenere migliori risultati che grattando il fondo del barile delle vecchie fonti esauribili. Ma vallo a spiegare a chi ha solo una trivella in mano e conosce solo il verbo trivellare...

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Aver cura della Frasca conviene

Da TrcGiornale.it
"Si profila un'edizione record per la pulizia straordinaria della costa e della pineta della Frasca, organizzata per il sesto anno dalla sezione locale di Italia Nostra. L'appuntamento è per domenica alle 9 e già sono tanti quelli che hanno dato la loro adesione per una manifestazione che si prefigge più obiettivi. "Anche alla luce della recente approvazione del Pot - dichiara il presidente di Italia Nostra, Roberta Galletta - è ancora più importante difendere la Frasca".

"La Comunità Europea - continua Galletta - ha vincolato la costa della Frasca apponendo il vincolo di Sito di Interesse Comunitario, motivo per il quale è completamente fuori luogo e soprattutto non ha senso pensare di realizzare proprio qui il mega porticciolo turistico e il Terminal Cina/Asia, opere che comprometterebbero per sempre il naturale habitat marino vincolato e soprattutto la libera fruizione di questo ultimo, straordinario tratto di costa. Per questo l'associazione Italia Nostra invita tutta la popolazione a non credere a chi sostiene che alla Frasca il mare è morto, perché non è vero. Se domenica i civitavecchiesi saranno presenti alla Frasca potranno vedere con i propri occhi quale è la verità sullo stato di salute della Frasca. Fidatevi delle associazioni ambietaliste. Non mentono mai, perché amano veramente il nostro Paese. E la nostra città".

Domenica al fianco di Italia Nostra ci saranno Forum Ambientalista, Quarta Circoscrizione, Pro Loco, Scout Agesci, Città d'Incanto-Gli Antivandali, Buena Vista Social Bar, Mojoli, Ferramenta Fas, Seaport, Città Pulita e le pasticcerie Bocchi e Chalet del Pincio che offriranno la colazione a tutti i partecipanti. Ci saranno anche i subacquei dell'associazione I Tirreni, che esporranno le foto scattate lungo il tratto di costa della Frasca, tra coralli e molte specie marine protette.

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Dismissione del quarto gruppo TVS: un passo nella giusta direzione.

Tirreno Power non ottiene il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per il quarto gruppo della centrale di TVS.

Per due anni abbiamo seguito l’iter burocratico del rilascio dell’Aia, presso il Ministero dell’Ambiente, partecipando più volte alle conferenze dei servizi che per legge devono intervenire prima del rilascio.

Due mesi fa abbiamo scritto alla ministra Stefania Prestigiacomo chiedendo i motivi del ritardo nel rilascio dell’AIA, che consentiva a Tirreno Power di utilizzare il quarto gruppo di cui invece si chiedeva la dismissione.

Il 20 Settembre, infatti l’assessore all’ambiente Roscioni, del comune di Civitavecchia aveva prodotto in sede di conferenza dei servizi, una delibera del consiglio comunale risalente ad Aprile del 2010 N.5 prescrivendo per motivi sanitari il divieto di funzionamento della sezione TV4 di Tirreno Power, ritenendo pericoloso il funzionamento anche per un periodo transitorio della sezione medesima.

Da oggi l'aria che respiriamo avrà una fonte in meno di emissioni inquinanti, grazie alla disattivaazione del vecchio quarto gruppo di Torre Sud (quello, per intenderci, con il camino più alto).

Secondo il provvedimento ministeriale, entro sei mesi Tirreno Power dovrà presentare un progetto per lo smantellamento di quella parte dell'impianto che da oggi non è più autorizzata.

L’intervento del comune di Civitavecchia è stato determinante per ottenere questo ottimo risultato in termini di tutela ambientale e sanitaria.

Occorre qui dare il giusto risalto all’impegno dei cittadini che non hanno mai smesso di pretendere il rispetto della legalità in un territorio aggredito dalle servitù energetiche, ma anche per far riflettere sull’importanza ed il peso che ha un comune nella scelta di tutela di un comprensorio grande come l’Alto Lazio.

I cittadini ringraziano tutti coloro che hanno contribuito per questo importante risultato.

No al carbone / Nocoke Alto Lazio

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13 maggio 2011

Niente Autorizzazione per TVS - il vecchio gruppo va smantellato. Una conquista da difendere!

Comunicato di Alessandro Manuedda, consigliere comunale a Civitavecchia - Gruppo Verdi
"Il mancato rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alla centrale Torrevaldaliga Sud di Tirreno Power rappresenta una buona notizia per la città e per il comprensorio. Da oggi, infatti, l’aria che respiriamo avrà una fonte in meno di emissioni inquinanti, ovvero l’antico quarto gruppo di Torre Sud, quello, per intenderci, con il camino più alto.

Secondo il provvedimento ministeriale, entro sei mesi Tirreno Power dovrà presentare un progetto per lo smantellamento di quella parte dell’impianto che da oggi, come si è detto, non è più autorizzata.

Potrebbe essere l’inizio di una programmazione mirata a realizzare nei prossimi anni un tessuto economico diverso e non inquinante che possa consentire a Civitavecchia e al comprensorio di uscire da uno stato di sofferenza ambientale e sanitaria causata da decenni di sfruttamento demenziale.

Purtroppo il condizionale è d’obbligo, anche perché l’azienda ha tenuto subito a ribadire che presenterà un “progetto di rinnovamento e rilancio” del quarto gruppo, notizia, peraltro, ben nota e che rischia di vanificare il risultato ambientale ottenuto con la chiusura del quarto gruppo disposta dal Ministero dell’Ambiente.

Come era già emerso nei mesi scorsi si tratterà presumibilmente di produzione di energia tramite la combustione di carbone, combustibile da rifiuti e biomasse. In ogni caso, anche se si trattasse di altri combustibili, sarebbe comunque una proposta inaccettabile perché collocherebbe a Civitavecchia una nuova, importante, fonte di emissioni in un contesto dove tutti ormai hanno capito che bisogna ridurre drasticamente il carico inquinante.

Auspico che il Comune sappia resistere ad eventuali ricorsi amministrativi di Tirreno Power contro la dismissione del quarto gruppo e, soprattutto, alle probabili offerte di compensazioni economiche per accettare il nuovo impianto. Certo è che l’inquinamento economico dei bilanci comunali causato dagli accordi con Enel per il carbone a Torre Nord non mi rende particolarmente fiducioso.

È necessario che tutta la città difenda questo primo, significativo, passo verso un’aria più pulita. Da oggi, dal camino più alto di Torrevaldaliga Sud non potrà uscire più niente, né fumo, né “condensa” e, se qualcuno non svenderà per l’ennesima volta la nostra salute, tra qualche mese quel camino scomparirà, lasciando il ricordo di una strada sbagliata e l’indicazione di quella giusta."

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"Malagrotta II", si pensa al territorio di Fiumicino

Comunicato stampa dall'Ass. "Non bruciamoci il futuro"

"Nell'apprendere dell'ipotesi di una localizzazione della nuova discarica di Roma nel comprensorio di Castel Campanile - Fiumicino, ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a questa indicazione ed al Piano rifiuti adottato dalla giunta Polverini che, sulla stessa falsariga di quello precedente di Marrazzo, ricorre ancora una volta a discariche ed inceneritori.

Impianti oltretutto che ALEMANNO HA CHIESTO DI PIAZZARE FUORI DAL COMUNE DI ROMA, facendone pagare in termini di nocività ambientale e di salute pubblica il prezzo ai Comuni limitrofi.

Oggi sulla spinta di una situazione preemergenziale, DETERMINATA DALLA INCAPACITA' ED IMPOTENZA POLITICA, non si rispetta nè la legge italiana nè le direttive europee.

Infatti il nuovo decreto legislativo della ministra PDL Prestigiacomo n° 205/2010 (che recepisce la Direttiva 98720087CE) ribadisce in modo categorico la gerarchia di trattamento dei rifiuti in cui occorre fare PRIMA la riduzione/prevenzione, il riuso, la raccolta differenziata, il recupero ed il riciclo e SOLO POI lo smaltimento in discarica ed incenerimento.

Questo viene del tutto stravolto illeggittimamente da un Piano rifiuti adottato che se DESCRIVE solo teoricamente le fasi precedenti mentre DIMENSIONA di fatto gli impianto di smaltimento finali, arrivando a prevedere inceneritori per un milione di tonnellate/annue.

Si precisa che un milione di tonnellate/annue di C.D.R. (Combustibile Derivato da Rifiuti in pratica CARTA+PLASTICA selezionate in discarica) EQUIVALE A TRATTARE ALMENO L'85% DEI RIFIUTI URBANI PRODOTTI, IN BARBA A QUALSIASI OBIETTIVO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA CHE SUPERI IL RESIDUO 15% ( livello attuale e probabilmente futuro FUORI LEGGE in quanto dobbiamo arrivare al 65% di raccolta diff. entro il 31/12/2012).

NBF ha costituito insieme a molte associazioni-movimenti-comitati-partiti un tavolo operativo che ha già presentato in merito un esposto alla C.E. e stà preparando il ricorso al TAR sulla base di quanto previsto dal Piano rifiuti adottato dalla giunta Polverini.

Segnaliamo inoltre che a breve si discuterà nel Consiglio regionale Lazio della nostra PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SUI RIFIUTI, che ha registrato oltre 10.000 firme valide, e che ESCLUDE pregiudizialmente L'INCENERIMENTO come sistema di smaltimento.
Abbiamo infatti predisposto un PIANO RIFIUTI ALTERNATIVO basato sull' avvio GENERALIZZATO della RACCOLTA PORTA A PORTA e su IMPIANTI DI RICICLO E DI COMPOSTAGGIO, esistenti da anni e perfettamente testati AD IMPATTO ZERO e con costi pari ad UN DECIMO di quelli previsti.


Associazione Non Bruciamoci il Futuro (NBF)

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11 maggio 2011

La città fantasma di Centralia

Centralia, Pennsylvania (USA), oggi paese fantasma a causa di un incendio avvampato nel 1962 nella vicina miniera di antracite (carbone puro). La combustione emise -ed emette tuttora- in atmosfera enormi quantità di gas velenosi e calore, tali da costringere gli abitanti all'evacuazione definitiva. Si stima che l'incendio sotterraneo non si estinguerà prima di qualche centinaio d'anni. Fonte

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"Non vi daremo tregua": il monitoraggio dell'aria documentato in un volume

Il 21 maggio a Tarquinia, presso il Palazzo dei Priori sede della STAS, verrà presentato il volume “NON VI DAREMO TREGUA”, che contiene i risultati del monitoraggio dell'aria realizzato per disporre di un termine di paragone precedente l'avvio della centrale a carbone di Civitavecchia. È quell'anno zero da tanti promesso e mai realizzato.

Un primo esito del monitoraggio è aver misurato un livello di polveri critico, già prima della messa a regime della centrale a carbone. Una situazione che peggiorerà perché il limite emissivo di TVN è superiore a quello comunitario, come afferma la risposta, pure inserita nel volume, del Parlamento Europeo alla petizione popolare. Il monitoraggio è stato finanziato con il sostegno finanziario di oltre 3000 famiglie, di cooperative agricole e imprenditori e del Consorzio di Bonifica, per denunciare chi inquina l'aria impunemente e danneggia la salute e l'economia agricola e turistica di questa terra, complice il silenzio degli amministratori che hanno scelto le compensazioni.

Il 21 maggio verranno proiettati dei video che mostrano il sindaco di Tarquinia che relativizza la centrale a carbone e mette sotto la lente d'ingrandimento gli agricoltori, che con l'inquinamento dell'aria hanno veramente poco a che fare. Quell'aria, che respiriamo 15.000 volte al giorno e che il carbone riempie di schifezze. Il sindaco di Tarquinia il 10 maggio andrà alla riunione dell'Autorità Portuale con il collega di Civitavecchia per chiedere che il porto industriale si sviluppi verso Tarquinia. Insieme si batteranno per una delibera che approvi il porto dei cinesi al posto delle opere di mitigazione ambientale della “Darsena Grandi Masse” e della centrale a carbone. Intanto marcisce a Tarquinia lo stabilimento per la lavorazione del pomodoro. I cittadini continuano a lottare per spegnere la centrale.

Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia

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10 maggio 2011

Dal comitato MODA Savona critiche a Burlando e ai sindaci di Vado e Quiliano

Da SavonaNews
"Esattamente come Tirreno Power il presidente della Regione (PD) propone il potenziamento a carbone della centrale di Vado - Quiliano. I sindaci dei due paesi interessati? Tollerano i gruppi obsoleti che dovrebbero invece immediatamente far chiudere. In 25 anni dimezzati i posti di lavoro ma nessuna protesta sindacale... Che dirà il futuro Sindaco di Savona capoluogo?

"Ormai tutti riconoscono che per la Legge Italiana e le Direttive della Ue "almeno" GLI OBOSOLETI GRUPPI A CARBONE 3 E 4 RISALENTI AGLI ANNI ’60 DOVREBBERO ESSERE SUBITO CHIUSI DALL’AUTORITA’ COMPETENTE (Comuni, Regione, Provincia, Ministeri competenti) in quanto ormai da almeno 5 anni funzionano senza la obbligatoria AIA (Autorizzazione integrata ambientale) la cui concessione è vincolata obbligatoriamente all’impiego delle BAT (Migliori tecniche disponibili)

Queste le normative in vigore che dovrebbero essere applicate:

La Legge Italiana vigente(art. 29-bis, comma 1 del D.lgl. 128/2010), pone precisi valori di emissione a camino per poter considerare un impianto esistente a carbone rispettoso delle BAT (Migliori tecnologie disponibili).

I valori di emissione al camino sono stabiliti da documenti della Commissione UE di Siviglia 2005 sulle BREF (Linee guida per le BAT), che sono punto di riferimento della Legge italiana (D.lgl. 128/2010) ed Europea.

OGGI NON VENGONO RISPETTATI DAI GRUPPI 3 E 4 A CARBONE I VALORI TABELLARI PER LE BAT CHE NON VERREBBERO NEMMENO RISPETTATI DAI GRUPPI 3 e 4 ANCHE SE VENISSERO RISTRUTTURATI (vedi allegato) E QUINDI L’AUTORIZZAZIONE AIA NON PUO’ ESSERE CONCESSA.

Articolo 29-decies (Rispetto delle condizioni dell'autorizzazione integrata ambientale). In caso di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie, o di esercizio IN ASSENZA DI AUTORIZZAZIONE (AIA), L'AUTORITA' COMPETENTE PROCEDE secondo la gravità delle infrazioni:

c) alla revoca dell'autorizzazione integrata ambientale e ALLA CHIUSURA DELL'IMPIANTO, …. IN CASO DI REITERATE VIOLAZIONI CHE DETERMININO SITUAZIONI DI PERICOLO E DI DANNO PER L'AMBIENTE.

CI CHIEDIAMO ALLORA

PERCHE’ la Regione propone apertamente di violare la legge consentendo a T. Power ancora per almeno 5 anni di far funzionare gli obsoleti gruppi 3 e 4 a carbone (fino a che non sia realizzato nel 2016 un nuovo gruppo a carbone da 460 mw), gruppi che invece dovrebbe immediatamente far chiudere perchè non a norma?

PERCHE’ Burlando in contrasto con quanto promesso durante la campagna elettorale vuole oggi potenziare la centrale con 2 gruppi da 460 Mw al posto di 2 da 330 Mw e quindi 260 Mw in più rispetto ad oggi?

PERCHÉ Burlando definisce "strategico" per Savona - Vado il carbone visto che non lo è per Genova dove invece lascia tranquillamente (e ci sembra con "piacere") chiudere la piccola centrale Enel a carbone del porto?

PERCHÉ i Sindaci di Vado e Quiliano insieme a Provincia e Regione vogliono contro ogni "logica" e contro la legge mantenere gli obsoleti gruppi a carbone che producono più dell’80% dell’inquinamento dell’intera centrale in un territorio devastato dall’inquinamento della combustione del carbone?

NON SARÀ MICA PER AVERE LA GARANZIA DI POTER BRUCIARE IL CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti) nei gruppi a carbone in quantità di 36.000 – 48.000 tonnellate/anno come pianificato da Provincia e Regione avendolo tranquillamente deliberato e approvato nel Piano Provinciale Rifiuti a pag. 170 con la pericolosissima formazione nei fumi di diossine e metalli pesanti?

Riguardo poi all’occupazione, invocata oggi dai Sindacati a favore del potenziamento a carbone, ricordiamo il disastro occupazionale avvenuto durante il passaggio della centrale da ENEL (1985) alla T. Power (2006) con un crollo di occupati da 556 a 224 unità. Perché allora non si è levata nessuna protesta sindacale, mentre oggi certi sindacati sono alleati di Tirreno Power nel difendere il potenziamento, svendendo la salute pubblica, in cambio di una manciata di posti di lavoro?

Vogliamo infine ricordare a certi sidacati schierati con l’Unione Industriali e Tirreno Power quanto ci costa questo degrado ambientale sull’occupazione principale di questa provincia savonese che è basata sul turismo già in fase di grave crisi, sull’agricoltura di qualità e sui prodotti ittici i cui settori verranno irrimediabilmente colpiti (come già avviene oggi) dalle ricadute degli inquinanti sul territorio (vedi ad es. il ciclo di mercurio, cromo, nikel in pesci, frutta, ortaggi e vegetali, piogge acide sui boschi, mutamenti sul clima locale con aumento documentato dei giorni di nuvolosità ecc. ).

Ma a proposito dei "costi esterni" (per malattie, morti, eccesso di CO2, danni alle coltivazioni ecc.) dovuti all’inquinamento oggi prodotto dalla centrale a carbone e valutati secondo i criteri della Comunità Europea in almeno 140 milioni di euro/anno (vedi allegato) ….chi li paga alla comunità savonese?

La T. Power o la Regione Liguria visto che non solo ha permesso alla T. Power di funzionare nonostante le norme Europee ed italiane ma addirittura oggi si dichiara pericolosamente a favore del carbone e del relativo potenziamento voluto da T. Power?

Intanto i Savonesi (vedi delibere dei Comuni di Vado, Quiliano, Spotorno, Pietra L., Savona , Provincia ecc.) attendono da più di 20 anni il

DEPOTENZIAMENTO E LA COMPLETA METANIZZAZIONE

di questa "CENTRALE IN CITTÀ" come richiesto autorevolmente dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Ordine dei Medici della Provincia di Savona e come sostenuto con coerenza e determinazione dagli "Amici di Grillo" di Savona…ma al contrario i Sindaci Caviglia di Vado e Ferrando di Quiliano "solidarizzano" con Burlando: ma non erano anche loro contro il "potenziamento"?

Che cosa racconteranno ai loro concittadini?

Infine cosa potremo aspettarci dal futuro Sindaco di Savona?"



Com. MODA Savona,

Agostino Torcello, Medico Pneumologo

Virginio Fadda, Biologo

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Carbone e sfruttamento minorile nelle miniere

Pierluigi Zanchi (Verdi), consigliere comunale a Locarno. Fonte: Ticinolibero

"Basterebbe chiederci se, invece di mandare i nostri figli a scuola, saremmo disposti a farli lavorare nelle miniere di carbone del Terzo Mondo in cambio di energia sporca (sotto tutti i punti di vista), sovente inutilmente sprecata. Allora il 5 giugno prossimo un netto si all’iniziativa e un altrettanto netto no al controprogetto sarebbero la risposta giusta, inequivocabile, al nostro interrogativo di cittadini, elettori, ma soprattutto di papà e mamme. Dopo tutto quei bambini sono in qualche modo anche figli nostri.

E’ francamente vergognoso che si è disposti a sacrificare sull’altare delle creature, per qualche milioncino di franchi perso in un investimento che non avrebbe mai dovuto essere fatto e manco votato dal Gran Consiglio; politici che hanno fatto di tutto per non decidere in tempo, sapendo di perdere quei milioni, ora messi sul tavolo quale scambio insulso e vergognoso a scapito di piccole vite umane.

Quei milioni che, se investiti in Ticino, avrebbero invece potuto permettere ai nostri giovani, in cerca di una formazione o di un impiego, di trovare un posto di lavoro in settori delle energie rinnovabili e del risparmio energetico.

Ci vantiamo di vivere nell’era moderna e della tecnologia ma continuiamo, malgrado le possibilità esistano, a fare scelte da medioevo tecnologico, accompagnate da una sensibilità umana pari a quella dei dinosauri.

Ci indigniamo se vengono venduti bambini per asportarne gli organi, per prostituirli o perché usati come carne da cannone; ma ci va bene che li usiamo per spalare carbone affinché possiamo permetterci di continuare a sprecare energia.

Non siamo nemmeno disposti a pensare che potremmo pagare facilmente la corrente elettrica (pulita e rinnovabile), senza sovrattassa, riducendo semplicemente la metà dei consumi con facili soluzioni, praticabili e alla portata di tutti. Nessun cittadino ci perderebbe; e una parte di quei soldi potrebbero pure essere usati per migliorare le condizioni esistenziali di migliaia di bambini meno fortunati dei nostri figli.

Votare si all’iniziativa “contro il carbone” è un atto prima di tutto umanitario; votare no al controprogetto è un atto civile, responsabile dal punto di vista del referente cristiano, coerente sindacalmente siccome si oppone allo sfruttamento minorile; infine manda un messaggio chiaro dal punto di visto politico.

Cerchiamo allora di accendere le nostre coscienze, affinché il futuro sia veramente luminoso e pulito per tutti, sotto ogni punto di vista.

Pierluigi Zanchi
consigliere comunale Locarno
membro comitato cantonale dei Verdi
ma soprattutto un papà

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Gli operatori turistici del Basso Jonio Reggino rigettano l'ipotesi carbone

"Fino a questo momento abbiamo ascoltato in silenzio tutta la vicenda ed il relativo dibattito sulla proposta della multinazionale svizzera di realizzare una centrale a carbone sul suolo della Ex Luichimica di Saline Joniche. Alla luce di quanto fin qui accaduto mi sembra che tutte le riunioni e i convegni politici che ci sono stati sul territorio si siano rivelati inutili ed inconcludenti per il semplice motivo che ancora oggi la Sei sta portando avanti la sua “geniale” idea di investire sul carbone nel nostro territorio. Questa è una scelta scellerata che tutti gli imprenditori turistici del territorio condannano nella maniera più assoluta. Appare parimenti strano, poi, che dall’estero si venga ad investire una montagna di denaro in questa area. Se la “Sei” ha intenzione di investire nella nostra “Area Grecanica” può ben farlo magari risparmiando anche un po’.

Proprio in quella stessa area potrebbe essere realizzato un grande villaggio turistico dal nome “La Sei turismo Area Grecanica”; noi come imprenditori ci proponiamo di veicolare la proposta presso le sedi istituzionali e la Regione Calabria per rendere l’area a destinazione turistica. Penso che solo su questo possiamo ragionare altrimenti vi chiedo personalmente e a nome di tutti gli imprenditori del basso Jonio di mollare questa idea. Ho una figlia di quattro anni e non ho intenzione di lasciarle in eredità una terra invasa dal carbone. Stranamente, durante questa campagna elettorale, ho notato che sono pochi i politici che parlano della centrale a carbone. Capisco che ci sono in ballo tanti soldi e che si agita il miraggio dello sviluppo in una terra segnata dall’arretratezza ma temiamo fortemente che, alla fin della fiera, non resterà che terra bruciata. Io penso al futuro dei nostri figli e credo fermamente nel turismo quale volano di sviluppo. Insieme alle istituzioni regionali e provinciali si possono realizzare quelle basi per fare crescere, sotto questo punto di vista, il nostro territorio. Puntare sul turismo che è la vera vocazione del nostro territorio: è questo l’appello che lanciamo. Salutiamo con piacere le azioni concrete che sta portando avanti il Governatore della Calabria che ha annunciato, ad esempio, nuovi voli da e per l’aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria. Certo, questo non basta per far decollare turisticamente la nostra area. Serve maggiore attenzione sulla statale 106 i cui lavori di ampliamente restano fermi in quel di Palizzi, e non riusciamo a capire il motivo. Occorre fare presto, serve la collaborazione da parte di tutti, istituzioni locali in testa, prima che anche questa ultima speranza di crescita, all’insegna del turismo tramonti definitivamente sulla nostra terra sola, arretrata e dimenticata.

Condofuri 08.05.2011

Massimo Nucera

Responsabile Provinciale Assobalneari

Segretario Associazione Imprese Turistiche Basso Jonio Reggino “Magna Grecia”

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