No al carbone Alto Lazio

7 luglio 2007

Live Earth, per chiedere al mondo di aprire gli occhi

Obiettivo: promuovere la battaglia contro il surriscaldamento globale e richiamare l'attenzione sui pericoli rappresentati dai cambiamenti climatici. Nove concerti oceanici in altrettante metropoli mondiali per "dire al mondo intero di svegliarsi".

E intanto a Tvn proseguono i lavori per la riconversione a carbone sporco; Bersani, dal canto suo, non si esprime sulle nuove VIA e "Conferenza dei servizi" richieste dalle popolazioni dell'Alto Lazio e Roma, così come la sua collega Turco resta da mesi chiusa in un complice silenzio, evitando accuratamente di rendere pubbliche le conclusioni cui è giunta (?) la sua commissione tecnica, che avrebbe dovuto valutare tutti i documenti che dimostrano l'effettivo impatto sanitario che avrebbe il carbone.

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4 luglio 2007

carbone, clima, salute: qualche news

Brindisi, 03/07/2007: il carbone causa "qualche guaio" all'agricoltura.

Il Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti, con un ordinanza emessa in data 28 Giugno 2007 fa assoluto divieto, in via cautelativa, a tutti i conduttori di aree agricole situate del sito industriale e, in particolare, nei pressi del nastro trasportatore di carbone, di coltivare l’area detenuta in possesso a qualsiasi titolo e ordina di provvedere alla distruzione delle colture erbacee e delle produzioni di impianti arborei.n. reg. ordinanze 18 del 28.06.2007 prot. generale n. 49597 del 28.06.2007
Civitavecchia, intervento del dott. M. Di Gennaro: la campagna promozionale dell’Enel per recuperare credibilità non convince.
"...Non convince l’annuncio dei pochi posti di lavoro sbandierati a fronte delle centinaia che sono stati soppressi; non convince il fatto che, da sempre, abbia preferito trattare con pochi e non con la città per raggiungere i suoi scopi [...] ci preoccupano le sempre più numerose evidenze scientifiche che dimostrano come le polveri ultrafini prodotte dalla combustione, in primis, ma non solo, del carbone, sono rapidamente assorbite dal nostro organismo e, attraverso il sangue, si distribuiscono a tutti gli organi con effetti tossici legati non solo ai componenti strutturali ma anche alla presenza di inquinanti temibili come i metalli. [...] A fronte di questa incontestabile evidenza scientifica sui danni dei prodotti della combustione del carbone, noi riteniamo non eludibile, perché altrimenti illegale, una nuova Valutazione di Impatto Ambientale
(NDR: per carità, dott. Di Gennaro: lasciamo stare la maggior parte dei sindacati nazionali, il cui comportamento su questi temi è stato indegno.)

"La terra è in pericolo - ora un nuovo trattato"
Mentre in Italia si costruiscono centrali a carbone, l'ex-presidente degli USA Al Gore diffonde nel mondo la sua proposta di superamento del protocollo di Kyoto, chiedendo l'adozione di norme ancora più restrittive di quelle contenute nel trattato precedente per poter intervenire efficacemente sulla crisi del nostro pianeta.
"...NOI - la specie umana - siamo giunti ad un momento decisivo. È inaudito, e fa perfino ridere, pensare di poter davvero compiere delle scelte in quanto specie, ma è proprio questa la sfida che ci troviamo davanti. La nostra casa - la Terra - è in pericolo. Non è il pianeta a correre il rischio di essere distrutto, ma le condizioni che lo hanno reso un luogo accogliente per gli esseri umani. Senza renderci conto delle conseguenze delle nostre azioni, abbiamo cominciato a riversare nel sottile involucro di aria che circonda il nostro mondo quantità di anidride carbonica tali da arrivare letteralmente ad alterare l'equilibrio termico tra la Terra e il Sole. Se non ci fermeremo, e in fretta, la temperatura media crescerà a livelli che gli esseri umani non hanno mai sperimentato fino ad ora, mettendo fine al propizio equilibrio climatico su cui poggia la nostra civiltà..." Vedi: http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/ambiente/al-gore/al-gore/al-gore.html per l'intero intervento.

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In Italia non esiste ancora un piano per Kyoto

Ci pare interessante riportare questo articolo da Newsfood - Legambiente:
A fronte della richiesta della Commissione Europea di tagliare di 13 milioni le quote assegnate ai settori industriali, le associazioni chiedono che scompaiano dal Piano Nazionale di Allocazione (PNA) i privilegi concessi al carbone, e che venga finalmente applicato il principio “chi inquina paga”.La richiesta di Greenpeace, Legambiente e WWF era già stata anticipata nelle scorse settimane con una lettera inviata ai ministri Bersani e Pecoraro Scanio, proprio in vista della riunione del Comitato nazionale sull’Emission Trading che si riunisce oggi per rivedere il PNA.Con la revisione del PNA, il Comitato decide se scaricare i costi su chi inquina, o se riversarli sul Paese senza sortire alcun beneficio ambientale.Le Associazioni ribadiscono che non ci devono essere sconti al carbone, il combustibile con le più alte emissioni specifiche di gas serra. Oggi non è così e gli impianti a carbone sono invece avvantaggiati.
In particolare, i nuovi tagli devono essere assegnati al comparto termoelettrico, il settore meno esposto alla concorrenza internazionale e che può sostenere obiettivi ambientali più ambiziosi.
Eliminare i privilegi al carbone è necessario anche per non incorrere in violazioni alla normativa europea sugli aiuti di Stato. Le quote destinate all’allocazione onerosa, circa 12 milioni di tonnellate (Mt), dovrebbero essere assegnate tramite asta a tutti gli operatori, sia impianti esistenti che nuovi entranti, e non riservate a “prezzo politico” ai soli impianti a carbone: in questo modo si regalano quote al combustibile più dannoso per l’ambiente. Esiste inoltre un problema di aiuti di stato anche per gli impianti CIP6, altro punto su cui la Commissione europea ha richiamato l’Italia. Il tentativo di sottrarre quote agli impianti CIP6 da destinare al termoelettrico rimane infatti una delle infrazioni più rilevanti. Greenpeace, Legambiente e WWF denunciano che gli impianti CIP6 potranno recuperarne i costi sostenuti per l’acquisto delle quote di CO2 direttamente dalla bolletta elettrica (componente A3, riservata alle fonti rinnovabili) e che questo rappresenta un ulteriore aiuto di Stato. L’attuale sotto-allocazione per gli impianti CIP6 costituisce un danno per i consumatori, che dovranno sostenere i costi di Kyoto due volte e senza beneficiare di alcuna riduzione in termini di CO2. È quindi necessario attivare un’azione legislativa per correggere al più presto l’anomalia del CIP6 che espone il Paese a un’infrazione e contribuisce ad allontanare l’Italia dagli obbiettivi di Kyoto.Su Kyoto l’Italia è in grave controtendenza e le emissioni di CO2 dei settori industriali soggetti all’Emission Trading invece che diminuire continuano ad aumentare. Nel 2006 è stato superato il tetto dei 227 Mt di CO2 (erano 225,8 Mt nel 2005) ed è più che raddoppiato il disavanzo rispetto al limite imposto, pari a circa 20 Mt nel 2006. Il risultato negativo è dovuto principalmente al settore termoelettrico, con Enel primo emettitore in Italia di gas serra. Le Associazioni sottolineano infine le gravi lacune create in Italia dalla mancanza di una strategia complessiva per la riduzione dei gas serra entro il 2012. Ad oggi non esiste un “Piano per Kyoto” organico, che individui misure concrete e tempi da rispettare per raggiungere gli obiettivi. Il Governo ha messo in campo una serie di iniziative per promuovere l’efficienza energetica che rimangono disarticolate tra loro e già si preannunciano ampi ritardi per la consegna in Commissione europea del “Piano d’Azione sull’Efficienza Energetica”. Manca una strategia seria per lo sviluppo delle rinnovabili al 2010, mentre il settore dei trasporti rimane completamente fuori controllo. E’ fondamentale che almeno lo strumento dell’Emission Trading non venga eluso, o l’Italia non sarà in grado di contenere le emissioni di gas serra.

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2 luglio 2007

La latitanza del Ministro Livia Turco

Signora Ministro Turco, i cittadini di Roma e dell'Alto Lazio attendono ormai da vari mesi un ufficiale pronunciamento del suo tavolo tecnico sui dati forniti dal Coordinamento dei Medici contro il carbone.
Purtroppo questa strategia del reinvio di volta in volta a date ulteriori per il pronunciamento ci è tristemente nota. Ma se questo governo (da cui Lei dovrebbe trovare il coraggio di dissociarsi in virtù del ruolo istituzionale che ricopre) trova giovamento da questo suo mancato pronunciamento, sappiate che non sarà quest'ennesima estate di rinvii ad insabbiare la nostra ferma e definitiva opposizione alle menzogne del carbone pulito, che già troppo hanno pagato le popolazioni di questo territorio in termini sanitari.
Il suo operato, cara Ministro, non può esaurirsi nell'adempimento dei dettami politici di una parte della sua maggioranza: per quanto fuori moda, ci chiediamo se l'espressione "Res Publica" sia ancora in grado di evocarle qualcosa di significativo circa il suo ruolo istituzionale.

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Necrofili in passerella: è la volta di Franco Marini

Mentre in tutto il mondo, preso atto dei drammatici effetti del mutamento climatico dovuto in gran parte alle emissioni di Co2, si moltiplicano di ora in ora iniziative per combattere la menzogna del carbone pulito (per citare le ultime in ordine di tempo: l'ex vice presidente degli USA Al Gore, impegnato nella campagna per istituire un nuovo trattato mondiale più restrittivo di Kyoto sulle emissioni di Co2 [vedi http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/ambiente/al-gore/al-gore/al-gore.html] e quella del gigante Google [vedi post del 22/6 http://noalcarbone.blogspot.com/2007/06/persino-google-contro-il-carbone.html#links]
...Ecco il nostro sempre sconcio presidente del senato Franco Marini che, tra un party e l'altro, trova il tempo di esternare sugli "sciagurati italiani" che gridano ancora NO al carbone pulito, NO al nucleare (dimentica ovviamente: SI, ORA, alle rinnovabili). (vedi ad. es. http://www.ilquotidiano.it/articoli/2007/06/29/74360/franco-marini-visita-teramo)

Saremmo davvero curiosi di poter intavolare un serio dibattito con il -ahinoi- Nostro, per apprendere su quali basi scientifiche Sua cotanta Autorità esterni con leggerezza su temi così delicati. Purtroppo abbiamo già dovuto tristemente constatare come il governo cui fa riferimento Franco Marini (ma potremmo associarvi un buon 95% della nostra classe politica), sia totalmente privo di conoscenze e competenze indispensabili per una valutazione attenta delle ragioni del nostro NO al carbone. NON SOLO: IL GOVERNO PRODI HA MANIFESTATO ORMAI PIU' E PIU' VOLTE IL SUO ESPLICITO DISINTERESSE IN MATERIA. L'unica cosa che importa -cari noi- sono i risvolti economici più immediati, i profitti economici -per pochi- che verranno da questo vergognoso "carbone pulito". Che importa se alla lunga i danni saranno ben più pesanti (sanità, ambiente, sanzioni): a quel punto l'attuale classe politica sarà già riccamente pensionata nei paradisi dove il carbone pulito non arriva.

Ma Franco Marini non frena qui l'impudica lingua: nel rallegrarsi per la discesa in campo dell'attuale sindaco di Roma Veltroni come leader del futuro PD, Marini sostiene che con la venuta del nuovo Salvatore (quanto durerà questa ennesima pantomima?) , l'Italia dei veti (definizone in cui sono inclusi i contrari al carbone) avrà vita difficile. Ovviamente a Marini non interessa sapere che il Consiglio Comunale di Roma ha già espresso ben due delibere contro la riconversione a carbone di Civitavecchia. Dobbiamo forse pensare che il Salvatore Veltroni non tenga in minima considerazione gli atti politici del proprio consiglio comunale? Che se ne dissoci, e che abbia dunque in serbo per l'Italia una bella proposta di dieta a carbone e nucleare? Oppure Marini parla a sproposito?

Ultimi dati (Repubblic/Eurisko): il consenso all'operato del governo scende -tra i suoi elettori del 2006- al 23%.

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28 giugno 2007

Dal solare all'eolico, tutte le opportunità: una crescita da record nei prossimi anni

La Repubblica di DeBenedetti -filocarbonaro proprietario di Sorgenia- fino ad oggi ha sempre passato sotto silenzio TOTALE ogni lotta dei nocoke -anche nella sua edizione locale di Roma, tacendo persino notizie oggettivamente assai rilevanti come il consiglio comunale congiunto del passato 21 aprile (almeno 20 quotidiani-giornali telematici ne hanno parlato).
Ebbene, strano a dirsi, stavolta questo quotidiano connivente con certi poteri forti, ha addirittura osato NOMINARE la parola "carbone" (pur non associato ad attributi di sorta) in un suo articolo dedicato alle opportunità provenienti dalle enerige rinnovabili.

Premiamo questo "immane sforzo" linkando l'articolo: "L'energia pulita diventa business"Sarà un mercato da 2000 miliardi"
http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/ambiente/business-ambiente/business-ambiente/business-ambiente.html

Vale la pena dare un'occhiata.

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24 giugno 2007

23 giugno / Non vi daremo tregua

Civitavecchia, sabato 23 giugno: l'Alto Lazio e Roma ancora una volta insieme per gridare un NO chiaro e inequivocabile contro le riconversioni a carbone (in primis quella di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia) e a favore delle energie rinnovabili. Insieme, sempre più pieni di sdegno per le laide menzogne usate come armi dai potentati polito-economici interessati allo sfruttamento dell'energia prodotta col carbone, in barba al diritto alla salute di tutti i cittadini.
La manifestazione, cui hanno preso parte in modo massiccio anche gli esponenti delle varie amministrazioni locali (eccezion fatta, ovviamente, per il sindaco di Civitavecchia Moscherini) al fianco dei Movimenti, ha dimostrato, nonostante il disagio di una giornata caldissima, come la popolazione del nostro territorio sia convinta oggi più che mai di voler ottenere il blocco dei lavori di riconversione di TVN, richiedendo allo stesso tempo la riapertura della Conferenza dei Servizi e una Valutazione di Impatto Ambientale Strategica.

Durante il percorso della manifestazione, il coro gospel di fama internazionale "Firts Mount Zion", giunto in questi giorni dagli USA -iniziativa promossa dall’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia- per il cinquantenario della SCLC, la Fondazione del movimento nonviolento creata e presieduta da Martin Luther King, ha intonato in strada, in solidarietà col corteo del NoCoke, alcuni classici della tradizione gospel come "We shall Overcome", regalando ai cittadini manifestanti un momento di intensa emozione.
Thank you Negleatha Jones Johnson, thank you First Mount Zion!


La notizia su alcuni media:
http://213.203.143.124/provinciaroma/Rassegne/PROVINCIA DI ROMA/06/61994791.pdf
http://www.trcgiornale.it/modules.php?name=News&file=article&sid=16620
http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=16284
http://www.civonline.it/CivOnLineNotiziaStandard.php?IDNotizia=56883&IDCategoria=1
http://213.203.143.124/provinciaroma/Rassegne/PROVINCIA DI ROMA/06/62068832.pdf

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22 giugno 2007

Persino Google contro il carbone

Il gigante mondiale si muove contro il carbone e per l'energia pulita.

Vedi:
http://googleblog.blogspot.com/2007/06/carbon-neutrality-by-end-of-2007.html
e:
http://www.google.com/corporate/green/energy/

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MANIFESTAZIONE E CORTEO NO AL CARBONE

Sabato 23 giugno dalle ore 16:30, manifestazione e corteo NO AL CARBONE.
Si parte da piazza Vittorio Emanuele (cattedrale) a Civitavecchia.

Chiediamo l'immediata riapertura della Conferenza dei servizi, così come indicato dal Ministero dell'Ambiente, deliberato dalle Province di Roma e di Viterbo e deciso dall'impegno preso dal Presidente della Regione Lazio.Il Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi BERSANI:
- abbia il coraggio di riaprire la procedura V.I.A.
- tuteli la salute dei cittadini dell'Alto Lazio
- difenda l'economia del turismo e dell'agricoltura del territorio.
Se non ne è capace, si dimetta!

Aiutaci a diffondere la notizia nella tua città: stampa, fotocopia e distribuisci il VOLANTINO: http://nocoke.altervista.org/altolazio/downloads/2007-06_manifestazione_volantino-a4.pdf
La riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord si deve e si può fermare. Il tentativo di affermare che ormai la realizzazione è giunta alle ultime fasi è tesa solo ad ingenerare una rassegnazione in chi lotta per il diritto alla vita, come le popolazioni dell’Alto Lazio, della costa tirrenica e di Roma.
Non ci fermeremo, neanche innanzi ad atti intimidatori come l'incendio apposto al presidio nocoke permanente di Civitavecchia. Continueremo a combattere fino al minuto in cui la riconversione a carbone della centrale sarà scongiurata.
Il 23 giugno una nuova manifestazione animerà il nostro territorio. Saremo in piazza per dire al Ministro Bersani che la riapertura della conferenza dei servizi è un atto di responsabilità dovuto nei confronti di una popolazione che subisce una pesante servitù energetica da circa 50 anni, per ricordargli che è ora che si inizi a parlare di programmazione, a quantificare i fabbisogni energetici per affrontare la questione nei suoi termini reali; di efficienza e risparmio energetico, di programmi per un nuovo patrimonio edilizio con bassa dispersione e per lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, di investimenti per la ricerca e l’innovazione e per ricordargli che ogni scelta effettuata non può prescindere da quanto espresso dalle popolazioni interessate. Chiamiamo tutti a partecipare, ad aiutarci a combattere una scelta che vuole riportarci nel medioevo.

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19 giugno 2007

Martedì 19 Giugno, ore 12.30 @ Ministero attività produttive

Roma: ultima tappa per i cittadini di Tarquinia e dell’Alto Lazio che attuarono lo sciopero della fame contro il carbone,domani l’incontro con Bersani
100 KM a piedi contro il carbone
Sull’Aurelia decine di migliaia di automobilisti hanno salutato ed incitato in modo caloroso i digiunanti di Tarquinia,ormai conosciuti grazie ai media nazionali che si sono occupati del lungo digiuno contro il carbone.
Lungo il percorso si sono unite le altre rappresentanze dei no coke Alto Lazio che domani incontreranno il ministro.
Ancora molti gli incitamenti ricevuti dai “marciatori” no coke durante la terza tappa che prevedeva il trasferimento dall’oasi di Macchiatonda al bosco di Palo Laziale. All’arrivo gli esponenti dei comitati che si oppongono alla costruzione della centrale a carbone di Civitavecchia di Tor Valdaliga Nord sono stati ricevuti dai comitati di Cerveteri e di Ladispoli dove hanno ritrovato uno dei principali esponenti di questa lotta, l’ormai ex sindaco di Ladispoli e consigliere della Provincia di Roma Gino Ciogli.
Oggi si svolgerà la quarta tappa con partenza da Ladispoli ed arrivo a Roma Massimina, nei pressi del raccordo anulare. Domani alle in conclusione della 5°tappa invece i no coke entreranno a Roma dalla via Aurelia e dopo aver percorso alcune delle piazze più significative della capitale arriveranno in Via Veneto presso il Ministero dello Sviluppo Economico alle 12:30.
Dopo lo sciopero della fame dell’aprile e maggio scorsi, la marcia dei no coke rappresenta una nuova iniziativa pacifica per sostenere la causa del no al carbone, in gran parte costituita da motivazioni sanitarie: in coincidenza con l’ultima delle giornate della salute, svoltasi domenica a Roma con la partecipazione del Ministro Livia Turco, i comitati no coke, con la loro singolare iniziativa, intendono ricordare a tutti gli allarmanti studi sanitari compiuti già da molti anni da diversi istituti scientifici, i cui risultati sono stati ribaditi recentemente dalle indagini pubblicate sulla rivista “Epidemiologia e prevenzione”. I dati dei comitati no coke furono portati all’attenzione del Ministro della Salute il mese scorso; la Turco istituì un tavolo tecnico con il compito di analizzare e vagliare attentamente il materiale fornito dal Movimento. Ora ci si aspetta un veloce pronunciamento da parte del Ministro, visto che i lavori del tavolo scientifico si sono conclusi nei giorni scorsi. Le lacune presenti negli atti che hanno autorizzato la costruzione della centrale a carbone sono le principali motivazioni che hanno spinto i “marciatori” a partire a piedi per arrivare fino a Roma, con l’intento di dare visibilità al problema coinvolgendo tutto il litorale a Nord della capitale, che sarà il principale oggetto delle future emissioni inquinati dell’impianto di Torre Valdaliga Nord.
Appuntamento a Roma, domani Martedì 19 Giugno,ore 12.30 - Ministero attività produttive (Via Veneto angolo Molise)

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14 giugno 2007

ROMA: il consiglio comunale all'unanimità dice NO al carbone

No al carbone a Civitavecchia: questo il contenuto della mozione approvata all’unanimità nella seduta di oggi del Consiglio Comunale di Roma. La mozione impegna il sindaco «in qualità di primo responsabile della salute dei cittadini ad intervenire e sostenere presso il Governo progetti ad alta tecnologia finalizzati al risparmio energetico e alla produzione d’energia da fonti rinnovabili per la centrale termoelettrica di Civitavecchia, così come hanno richiesto congiuntamente i consigli provinciali di Roma e Viterbo».

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