No al carbone Alto Lazio

12 settembre 2007

Ambiente: perché agire subito è importante

Dalla "Conferenza Nazionale sui cambiamenti climatici 2007", le stime del Ministero dell'Ambiente sulle priorità che il nostro paese si trova a dover affrontare in conseguenza dei cambiamenti climatici e del loro impatto sul nostro territorio e sulla nostra economia.

"...- Già ora la temperatura in Italia si aumentata quattro volte di più che nel resto del mondo: 1,4 gradi negli ultimi 50 anni mentre la media mondiale è di 0,7 gradi nell’intero secolo.

- Già ora le piogge diminuiscono (il 5% nell’ultimo secolo, oggi ci sono 14 giorni di pioggia in meno ogni anno nel sud), gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per la Sicilia, ma anche per la Pianura Padana.

- Aumenta il rischio idrogeologico soprattutto nell’Appennino meridionale e in parte di quello settentrionale, oltre che nelle Alpi occidentali: le zone più a rischio sono in Calabria, Campania, Liguria e nelle Langhe.

- Risorse idriche: i nostri ghiacciai alpini hanno perso metà del loro volume e il 30% della loro superficie in meno di un secolo. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche.

- Mare: un chilometro su 3 delle nostre coste basse è in arretramento e 33 aree costiere rischiano di essere sommerse dal mare nei prossimi decenni, la biodiversità marina, così come quella terrestre, cambia e nuove specie aliene si stanno insediando nel Mediterraneo.
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- Salute: un incremento dei decessi in Europa, a causa delle ondate di calore valutato tra 8 mila e 12 mila persone per anno e per ogni grado centigrado di aumento della temperatura media (DATI UE, PESETA).

- Soldi dei cittadini: i primi a pagare saranno agricoltori e operatori turistici. La produttività agricola, a causa dell’eccesso di caldo e della minore disponibilità d’acqua, potrebbe diminuire del 22%, (mentre quella del nord Europa potrebbe crescere fino al 70%). I danni sarebbero pari a 2/300 milioni di euro l’anno. Le regioni mediterranee diventerebbero piuttosto inospitali per il turismo estivo marino sia per mancanza d’acqua che per eccessivo calore, e il turismo invernale, specie quello alpino, subirebbe una considerevole riduzione. Nel nord Europa, viceversa, le opportunità di sviluppo turistico sarebbero notevoli. I danni potrebbero nel nostro paese potrebbero variare di cifra che va da 200 e 800 milioni di euro l’anno.

AGIRE SUBITO E’ NECESSARIO, ANCHE DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO
- Noi siamo, assieme a Spagna, Portogallo e Grecia, i più esposti ai danni dei cambiamenti climatici. Noi abbiamo la maggiore convenienza, tra i paesi industrializzati, ad agire subito.

- Riportando all’Italia le stime del rapporto Stern sull’inazione. Nell’ipotesi ormai ampiamente superata che la temperatura globale cresca solo di 1,5 gradi, nel nostro paese, i costi per far fronte ai danni prodotti dai cambiamenti climatici sono 50 miliardi di euro all’anno. Nella situazione più catastrofica prevista a livello globale dal rapporto (crescita di 6 gradi di temperatura), i costi arriverebbero a 200 miliardi di euro l’anno.

- Per mettere in campo le azioni che cui permettono di tagliare le nostre emissioni di gas serra, ci servono da 3 a 5 miliardi l’anno..."

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I falsi allarmi di Enel per spingere il carbone

Torna puntuale il bombardamento mediatico di Enel sul rischio black-out, un pretesto per insistere sulla necessità di aumentare l'uso di carbone per produrre energia. Bersani raccoglie e rilancia col suo solito "mal comune mezzo gaudio": gli altri stati usano più carbone di noi, e giù con le solite mostruosità.
La risposta di Pecoraro Scanio a F.Conti (il Goebbels dell'Enel): «Credo che le aziende italiane dovrebbero preoccuparsi di come tagliare le CO2 invece di lanciare periodicamente il rischio black out. Bisogna ridurre gli sprechi per il rischio di black out ma il vero problema è il rischio di miliardi di euro di multe per il mancato rispetto del Protocollo di Kyoto. Le aziende italiane fanno allarmismo invece di fare innovazione».
Vero, ma il Ministro Pecoraro avrebbe potuto citare un'altra verità: "...Il potenziale di energia elettrica installata è di oltre 80 mila MW, più di quella che si consuma nel nostro paese. Quindi, se Enel vende energia, e quella in sovrappiù la esporta, il prezzo della stessa sale, la necessità di aumentare il potenziale energetico del paese rimane e, verosimilmente, aumentano i guadagni di Enel. Con il carbone..."


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"2030, dal Sole l'energia di mezzo mondo". E l'Italia?

Riportiamo un articolo pubblicato a pag.3 del quotidiano laRepubblica del 3/09/2007, intitolato "2030, dal Sole l'energia di mezzo mondo. Ecco il rapporto Greenpeace. Sarà utilizzata da 3 miliardi di persone."

"Vittorio Cianciullo

ROMA — Cresce da dieci anni a un tasso tre volte superiore ri-spetto all’incontenibile boom cinese. Catturerà 14 miliardi dieuro di investimenti entro il2010. Arriverà a 300 miliardi difatturato e a 6,5 milioni di postidi lavoro entro il 2030. È questa la fotografia del fotovoltaico scattata dal Solar Generation2007, il rapporto di Greenpeacee dell’Epia (l’associazione del-l’industria fotovoltaica euro-pea) che verrà presentato do-mani alla Fieradi Milano. Partito contutta calma,come applica-zione di lussoper le primeimprese spa-ziali, il fotovol-taico è scesonell’arena in-dustriale solonegli anni No-vanta, quandole preoccupa-zioni per ilcambiamentoclimatico han-no cominciatoad assumereconcretezzadrammatica.Secondo previ-sioni condiviseda importanticompagnie pe-trolifere, arri-verà all’appun-tamento con ildimezzamen-to delle emis-sioni serra fis-sato per il 2050 presentandosi come uno deiprotagonisti della riconversio-ne energetica: da oggi al 2030,grazie alla trasformazione di-retta dell’energia solare in elet-tricità, si eviterà di sparare incielo 6,6 miliardi di tonnellate dianidride carbonica, quello cheemette la Cina in un anno. Il timone di quest’industrianascente resterà nelle mani deipaesi di vecchia e nuova indu-strializzazione, ma una quotaimportante di clienti del foto-voltaico sarà localizzata neipaesi più poveri. Nello scenarioal 2030, 2,9 miliardi di personenei paesi in via di sviluppo use-ranno l’energia solare, saltandocosì l’ostacolo prodotto dallamancanza di una rete elettricacapillare. «Purtroppo l’Italia ha pensa-to bene di uscire da questo mer-cato proprio nel momento in cuistava decollando», ricorda Giu-seppe Onufrio, responsabiledelle campagne di Greenpeace.«Nel 1996 eravamo al quarto po-sto mondiale. Quando è statainaugurata la centrale di SerrePersano, all’epoca la più grandedel mondo, il 70 per cento deipannelli erano tecnologia ita-liana e il restante 30 per centorappresentava un campionariodella concorrenza che dovevaservire a progredire ancora. In-vece è arrivato improvviso l’alt: abbiamo smantellato l’industria fotovoltaica e quella eolica proprio quando partiva il business". Con gli incetivi per il fotovoltaico e il solare obbligatorio nelle nuove case, nei mesi scorsi il vento è cambiato e l'Italia prova a tornare in pista come attore industriale sulla scena delle fonti rinnovabili. Recuperare il distacco rispetto alla volata giapponese, tedesca, californiana, non sarà facile, ma il boom del mercato sta creando spazi sempre più ampi. Nel 2006 la potenza fotovoltaica installata nel mondo ha raggiunto i 6500 megawatt, ancora una goccia nel mare del fabisogno elettrico, ma comunque oltre cinque volte più dei 1200 megawatt installati nel 2000. Nel 2030 questo incremento progressivo farò si che il 9,4 % della richiesta globale sia soddisfatta grazie ai pannelli fotovoltaici. I prezzi infatti scendono rapidamente: tra il 2005 e il 2007 i costi dell'elettricità nell'Europa dei 27 sono aumentati del 16 % , mentre i prezzi del fotovoltaico continuavano la loro corsa verso il dimezzamento previsto per il 2020. E la crescente incertezza dello scenario energetico incoraggia l'uso di una tecnologia che diminuisce la dipendenza dall'estero, è estremamente flessibile, ha bisogno di scarsa manutenzione ed evita le incognite legate alla costruzione dei grandi impianti."

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10 settembre 2007

www.etruriaecofestival.it

Due giorni di Festival per l’Ambiente e la Salute, sedici artisti per quattordici ore di musica, proiezioni e collegamenti multimediali. Tre ettari di spazio tra il bosco e la spiaggia, stand artigianali e gastronomici.

* INGRESSO LIBERO PER TUTTI *
venerdì 14 e sabato 15 settembre - a partire dalle ore 18.00
Clicca qui per il programma dettagliato e indicazioni su come arrivare.

info: 335 61 78 478 - etruriaecofestival AT yahoo.it

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Comunicato. La svendita della salute pubblica

Sentiamo alzarsi alti lamenti dai fautori del carbone i quali scoprono solo ora che le ricadute economiche ed occupazionali della conversione di TVN sono solo briciole e “contentini” per il divertimento estivo dei civitavecchiesi.

Fanno la voce grossa reclamando più soldi dall’ENEL, ma si guardano bene dal rendere chiaro a tutti che si tratta di un mercanteggiamento che avviene sulla nostra pelle e la merce di scambio è la nostra salute, l’ambiente e l’economia produttiva dell’Alto Lazio che si regge sull’ambiente pulito.


Gli effetti della trattativa in corso sono già evidenti: l’Osservatorio ambientale, organismo competente per i controlli, non funziona e per ammissione dello stesso sindaco “non ha prodotto nulla”. Non si fa sentire neppure il governatore Marrazzo che aveva assicurato l’intervento della regione per garantire l’imparzialità della gestione e del sistema dei controlli dell’osservatorio, rispetto a possibili ingerenze e condizionamenti da parte dei controllati.

Intanto nessuno si preoccupa dei rischi che corrono i nostri polmoni a causa del grave inquinamento atmosferico che avvelena già oggi la città, con TVN inattiva. Le centraline di rilevamento della qualità dell’aria hanno registrato dall’inizio dell’anno oltre 35 superamenti del limite di tolleranza consentito per le polveri sottili PM10, numero massimo di sforamenti ammissibile. Ricordiamo inoltre che nonostante le proteste dei cittadini e le iniziative del comitato (perfino il digiuno e l’azione nonviolenta della “scalata” al Traiano, quest’ultima condivisa anche dai No coke civitavecchiesi) le tre centraline che in passato avevano evidenziato i dati più allarmanti rimangono ancora inspiegabilmente inattive mentre l’ulteriore stazione di rilevamento da posizionare all’interno del porto, come prescrive il ministero dell’ambiente, è inesistente.


Vengono invece annunciate nuove convenzioni con ENEL e TIRRENO POWER insieme a richieste di risarcimento dei danni. Perciò sapremo presto quanto è valutata la salute, il dolore e la sofferenza delle persone nello scambio della vergogna.


Civitavecchia, 10/9/2007


COMITATO NO AL CARBONE


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Cappellani: non c'è proprio un cazzo da ridere

Fuochi d'artificio di fine estate:
"Basta con i favori all'Enel"
"Snideremo gli amici dell'Enel"

Il presidente del Consiglio comunale Cappellani gioca a fare il duro, probabilmente non renendosi conto di quanto ne abbiamo abbastanza di speculazioni e pagliacciate su TVN & Co. Si sta solo tentando di alzare la posta: la tangente che -forse- la banda Moscherini riuscirà a scucire all'Enel, servirà a nutrire altri mostri sul nostro territorio. Il tentativo è quello di monetizzare la salute nel modo più cinico (c'è chi dice pragmatico) possibile. Siamo stati venduti, ora si cerca di contrattare per l'ammontare dell'elemosina, e il ricavato di questa deprecabile operazione non riguarderà affatto Civitavecchia.
Ora attendiamo le mosse degli altri sindaci nel circondario...Dopo il momento di opportunismo politico in cui faceva comodo cavalcare il no al carbone a scopi elettorali, le autorità politiche dell'Alto Lazio attendono solo che venga il loro turno per raccattare il raccattabile. Stare al nostro fianco al momento del no era solo un modo per alzare la posta, da una parte, e incassare i voti nocoke -dall'altra.
Il Vaffanculo-Day è passato, ma sembra che nessuno si sia accorto di niente.

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7 settembre 2007

Conferenza Naz. sui Cambiamenti Climatici 2007: l'ipocrisia della sinistra

Mutamenti climatici e risorse idriche, agricoltura, suolo e coste, biodiversità e foreste: questi gli argomenti di discussione delle giornate. Clicca qui per tutte le informazioni sull'iniziativa.

Da notare che, tra i numerosi altri, converranno (tavola rotonda del 13/09) anche Tommaso Padoa Schioppa (Ministro dell’Economia e delle Finanze), Fabio Mussi (Ministro della Ricerca Scientifica), Pierluigi Bersani (Ministro dello Sviluppo Economico), Altero Matteoli (Componente XIII Commissione del Senato), Guglielmo Epifani (Segretario Generale CGIL), Raffaele Bonanni (Segretario Generale CISL), Luigi Angeletti (Segretario Generale UIL), Renata Polverini (Segretario Generale UGL), Emma Marcegaglia (Vicepresidente Energia e Coordinamento Politiche Industriali e Ambientali, Confindustria).

Che costoro vengano a parlare di ambiente fa davvero ridere. Che senso può avere la loro presenza in una simile occasione, dal momento che l'espressione "impegno per uno sviluppo sostenibile" non ha il benché minimo significato per costoro? Purtroppo per chi ha seguito finora l'evoluzione del "dibattito" sulla politica energetica italiana certe posizioni sono tristemente note, e non ci si può aspettare davvero alcunché di buono da certi personaggi.

Il punto è che la speculazione della sinistra su certi temi "di moda" non ha fine, come non ha limite la faccia di bronzo dei sopracitati. Questa sinistra ipocrita continua a tentare di intercettare il consenso di quanti sono ormai preoccupati per le sorti del nostro ambiente di vita. Poco importa se di fatto non si cambia strada rispetto al passato, ANZI!

Approfittiamo di questa occasione per gridare che il loro pessimismo cosmico deve restare un affare privato in cui non coinvolgere il Paese, che la loro inerzia non ci appartiene e non ci serve, e che se non sono all'altezza dei loro compiti istituzionali lasciassero libero il campo anziché restare avvinghiati ai loro scranni.

STOP AL CARBONE ORA o Bersani si dimetta.
MAI PIU' UN VOTO AI DS sino allo stop al carbone. FIRMA LA PETIZIONE QUI!

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31 agosto 2007

"Etruria EcoFestival"

Riceviamo e pubblichiamo:

Etruria Eco Festival, due giorni di ottima musica per diffondere la cultura del rispetto dell’ambiente e per uno sviluppo sostenibile

Venerdì 14 e sabato 15 settembre a Ladispoli un grande Festival multimediale per promuovere l’Etruria e per sensibilizzare su tematiche di grande attualità


Due giorni di musica per diffondere il messaggio del rispetto per l’ambiente, del diritto alla salute e ad uno sviluppo economico sostenibile. Venerdì 14 e sabato 15 settembre, Ladispoli (RM) ospiterà l’Etruria Eco Festival, evento no-profit promosso dal Circolo del Cinema Luce a Cavallo con la collaborazione del Comitato No Coke Cerveteri-Ladispoli e il patrocinio della Provincia di Roma e del Comune di Ladispoli.
Le principali ambizioni di questa prima edizione dell’Etruria Eco Festival sono quelle di animare un grande evento multimediale capace di richiamare un pubblico quanto più ampio possibile per veicolare, attraverso la buona musica ed un'atmosfera piacevole, un chiaro messaggio per il rispetto dell'ambiente, degli animali e dei diritti alla salute e ad un'alimentazione sana, oltre che promuovere a livello artistico, culturale e gastronomico il territorio esteso tra Ladispoli, Cerveteri e S. Marinella.
Ben sedici artisti e gruppi musicali d’importanza nazionale e locale hanno scelto di partecipare al Festival a titolo gratuito: Ratti della Sabina, Andrea Ra, Concido, Rein, Wogiagia, Roberto Angelini, ecc. Le esibizioni musicali, che si svolgeranno dalle ore 19.00 a dopo la mezzanotte, saranno alternate nei momenti di massima affluenza di pubblico dal prezioso contributo di medici ed esperti del settore ambientale che presteranno il loro contributo alla tutela dell’ambiente e alla lotta all’inquinamento: ISDE - Associazione Medici per l'Ambiente, Coordinamento Medici per la Salute, GreenPeace, Rete Nazionale Rifiuti Zero, Comitato per l'Ambiente Gualdo Cattaneo, ecc. Per tutta la durata del Festival scorreranno su uno schermo immagini, video e diapositive inerenti a tematiche ambientali quali il clima, l’inquinamento atmosferico e delle acque, la gestione dei rifiuti, i problemi legati alle centrali elettriche a carbone, o inerenti alle bellezze del territorio denominato Etruria. Sono previsti, ma non ancora ufficialmente confermati, collegamenti in diretta wire-less e proiezioni di interviste esclusive rilasciate da altri grandi portavoce delle questioni dello sviluppo eco-sostenibile. Saranno presenti all’interno degli spazi del Festival con documenti e materiali informativi sulle proprie campagne in atto, le maggiori associazioni ambientaliste e culturali: GreenPeace, Italia Nostra, WWF, Legambiente, Agesci, ecc.
L’organizzazione dell’Etruria Eco Festival è stata diretta da una forte spinta etica e dalla volontà di produrre un impatto ambientale quanto più possibile debole. La promozione sarà fatta con materiali tipografici in carta riciclata, parte della fornitura elettrica sarà erogata da impianti fotovoltaici, verrà ridotta al minimo la produzione di rifiuti non riciclabili e non degradabili, saranno scelti alimenti e bevande genuini provenenti da realtà biologiche del territorio.
Per il grande impegno profuso dai volontari organizzatori dell’Evento e per l’importante contributo di testate giornalistiche quotidiane, periodiche, radiofoniche e televisive, e dai nuovi mezzi d’informazione on-line, l’Etruria Eco Festival ha certamente la speranza di valicare la dimensione territoriale della sua portata e richiamare un pubblico molto vasto. L’area che ospiterà l’Evento si presta particolarmente a questo obiettivo, trattandosi di un’area verde di circa tre ettari posta tra la spiaggia e il Bosco di Palo. L’apertura dei cancelli, su via dei Delfini a Ladispoli, è prevista entrambi i giorni per le ore 18.00 e non prevede alcun biglietto d’ingresso.


UFFICIO STAMPA
ETRURIA ECO FESTIVAL

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progetto TREC - Energia pulita dai deserti

Vedi all'indirizzo web:
http://www.trecers.net
http://www.trecers.net/yourvoice.html

"L’iniziativa TREC

La Trans-Mediterranean Renewable Energy Cooperation (TREC) è un’iniziativa nel settore delle energie rinnovabili promossa dal Club of Rome, dalla Fondazione per la Protezione del Clima di Amburgo e dal Centro Nazionale di Ricerca sull’Energia della Giordania (NERC).
Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 2003, si è proceduto allo sviluppo del progetto DESERTEC per la sicurezza dell'approvvigionamento di energia e di acqua e per la salvaguardia del clima in Europa, nel Medio Oriente (Middle-East) e nell’Africa del Nord (North Africa) (EU-MENA), la cui finalità è la promozione della cooperazione tra i paesi della “fascia del sole” con quelli della “fascia della tecnologia”. Attualmente TREC sta trasformando questo piano in realtà, coinvolgendo il mondo della politica, dell’industria e della finanza. Il cuore di TREC è una rete internazionale di scienziati, personalità politiche e altri esperti nel campo delle energie rinnovabili e nel loro sviluppo. I membri di TREC (circa 50, tra cui Sua Altezza Reale il Principe Giordano El Hassan bin Talal) sono in costante contatto con i governi nazionali e con gli investitori privati, con l’obiettivo di far conoscere i benefici derivanti dall’utilizzazione in comune dell’energia solare ed eolica, sviluppando a tal fine metodologie e progetti specifici in tale settore.

Due studi del DLR
TREC è stato fondato con la finalità di assicurare all’Europa e ai paesi della fascia del sole, rapidamente e a buon mercato, energia pulita mediante la cooperazione dei paesi dell’ EU-MENA. L’energia dal deserto, in aggiunta alle sorgenti europee di energia rinnovabile, è in grado di accelerare il processo di riduzione delle emissioni europee di CO2 e può contribuire alla sicurezza dell’approvvigionamento europeo di energia. Allo stesso tempo può assicurare posti di lavoro, profitti, acqua potabile e un miglioramento delle infrastrutture per i popoli del Medio Oriente e dell’Africa del Nord (MENA). TREC ha partecipato alla realizzazione di due studi che hanno stimato il potenziale delle fonti rinnovabili nei paesi MENA, le necessità energetiche e idriche tra la data attuale e il 2050, nonché lo sviluppo di una rete elettrica che colleghi i paesi europei con quelli della sponda meridionale del Mediterraneo (Collegamento EU-MENA). Questi due studi sono stati commissionati dal Ministero tedesco dell’Ambiente, della Protezione della Natura e della Sicurezza Nucleare (BMU) e sono stati svolti dal Centro tedesco di Ricerca Aerospaziale (DLR). Lo studio ‘MED-CSP’ è stato realizzato nel 2005, mentre lo studio ‘TRANS CSP’ è stato completato nel 2006. E’ attualmente in corso lo studio ‘AQUA-CSP’ sulle necessità, il potenziale e le conseguenze della desalinizzazione mediante energia solare nei paesi MENA"

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"Da Cerano a Civitavecchia. Storie distanti e problemi comuni (ENEL, PD e dintorni)"


Riportiamo parte del contributo a firma di Pino De Luca, apparso sul sito BrindisiSera a questo link

"...Mi ha scritto Mauro, da Civitavecchia, raccontandomi che legge Brindisisera (www.Brindisisera.it) e che anche a Civitavecchia l’ENEL si comporta come a Brindisi. E anche a Civitavecchia la stampa e le forze politiche si comportano come a Brindisi. E anche a Civitavecchia ci sono una miriade di movimenti che si oppongono alla megacentrale a carbone, ma che non cambia nulla.

Se tanto mi da tanto, caro Mauro, non dovremmo capire la ragione per la quale la gente si oppone ma le cose si fanno ugualmente? Non è difficile capirlo, io mi provo a spiegarlo ma forse non ci riesco per mio limite. Allora ci riprovo, per Mauro e per quanti possono aiutarci a capire. L’altra sera, a Campo di Mare, si è discusso del carbone della Centrale Federico II, le cronache riportano ampi stralci di quella discussione e anche le risposte dell’ENEL.

Premesso che non ho nulla contro l’ENEL e che giudico assolutamente legittimo che quella azienda persegua gli interessi suoi e dei suoi azionisti, è assolutamente legittimo che la classe politica, di governo o di opposizione, debba perseguire gli interessi collettivi anche a costo di sacrificare quelli dell’ENEL.

Purtroppo questo non accade perché gran parte della classe politica, qui, preferisce curare gli interessi dell’ENEL piuttosto che quelli collettivi. Anche ciò è assolutamente legittimo ma basta dirlo, non si può la mattina agitare la bandiera della tutela ambientale e la sera fare gli interessi della lobby del carbone, prendere i voti della popolazione giurando e spergiurando sulla difesa della salute e dell’aria e dell’acqua e del territorio e della verde valle, e poi usare gli stessi voti per sostenere i tutori di un modello di sviluppo legittimo ma opposto a quello per il quale si chiedono i voti.

Un esempio. Le istituzioni locali (Provincia e Comune), qui a Brindisi, sono amministrate da Centrosinistra la prima e Centrodestra il secondo. Sulla riduzione del carbone alla Federico II vi è accordo. Il punto è che su questa storia vi è il parere pesante del Ministro Bersani che invece ha una visione diversa, fosse per lui si raddoppierebbe la produzione di energia da combustibile fossile e si farebbe pure un bel rigassificatore e magari anche un po’ di policombustione con i rifiuti campani.

Bersani ha una idea e la esprime. Qui, nella sua area politica che appoggia il governo della Provincia, si esprime il parere opposto. Normali dinamiche nella dialettica politica? Ma nemmeno per sogno. Il fior fiore della politica brindisina dei DS, nello schierarsi per le elezioni del leader nel nuovo PD, ha scelto Bersani come punto di riferimento!!!

Ci sarà una ragione per la quale il PD entusiasma zio Mino ma non convince Mario?

Per completare il quadro, qualche giorno fa il Coordinatore Provinciale di AN, Sen. Euprepio Curto, denunciava alla stampa di “oscure manovre nella vendita sottocosto di terreni ENEL” a esponenti politici. Se pensate che era un attacco alla sinistra vi sbagliate, gli esponenti politici coinvolti in questa denuncia erano e sono di Forza Italia.

Caro Mauro, a te, impegnato come medico e come cittadino per una società più vivibile, chiedo se non sia possibile anche una società più chiara e più esplicita anche nelle forze in campo. Non sarebbe il caso che i movimenti di Civitavecchia e di Brindisi ragionassero insieme di un modello di sviluppo diverso, magari più orientato alla vita di tutti piuttosto che al dominio di pochi?..."

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24 agosto 2007

L'ecatombe nelle miniere di carbone

Spaventose le cifre dei morti nelle miniere di carbone, ogni anno. Solo in Cina si viaggia sulle 20.000 annue (Fonte: AsiaNews, ANSA, vedi qui).
Una tremenda emorragia di vite umane che evidentemente è tollerata senza che si sollevi alcun problema: si tratta dei costi previsti dal business delle lobbies e dalle amministrazioni politiche conniventi e corrotte, come il nostro governo Prodi. Insomma, un prezzo che è stato già messo in conto. Direbbe qualcuno: inutile stupirsi, "siamo realisti", "il progresso deve andare avanti". Tornano in mente le parole dell'ingegnera ambasciatrice Enel in "Anno Zero" di Santoro (16/05/07), i suoi occhi che brillavano allucinati descrivendo il "progresso" e il cuore scosso per il fatto che i presenti non stessero afferrando quelle che per lei erano chiare evidenze (ma supportate da cosa?).
Solo uno spaventoso abbrutimento delle coscienze può essere all'origine di espressioni come quelle appena ricordate: questi riferimenti al "realismo" (cinismo è il termine appropriato) che rinunciano a proporre qualcosa di ulteriore rispetto all'esistente non scandalizzano nessuno. Ma non trovo motivo di consolazione nel fatto che quanti si abbandonano a simili sconcezze non hanno in genere la benché minima idea di cosa i termini "progresso" e "realtà" significhino. Di quante derive di senso possano mostrare questi termini, e della scelta etico-razionale che c'è (o meno) dietro. Espressioni che sentiamo proferire tutti i giorni, con una leggerezza disarmante, come se bastasse un flebile riferimento implicito al senso comune per chiarirne il significato: è solo un modo per mascherare la propria responsabilità.
Dipende da noi scegliere cosa i termini progresso e realtà significhino, con un impegno quotidiano che traduca in azione concreta il senso con cui sostanziamo quelle parole.

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