No al carbone Alto Lazio

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28 dicembre 2010

Civitavecchia, Alto Lazio: bilancio di una situazione critica

Pubblichiamo l'articolo di S. Ricotti "Perchè non va alterato il sistema ambientale", dal numero di Dicembre 2010 della rivista FuturaMente.

Civitavecchia, poco più di 50.000 abitanti, 71 Km2 di territorio.

Due centrali termoelettriche (ma fino a pochi anni fa erano tre) per un totale di 3500 MW di potenza installata, 110 Km di elettrodotti, un porto tra i più grandi del Mediterraneo, un cementificio, una boa petrolifera posta al largo del porto, sei depositi costieri per oli minerali di cui quattro sottoposti a direttiva Seveso, un centro chimico militare per lo smaltimento delle armi chimiche della prima guerra mondiale (in particolare iprite) e al cui interno vi è lo stoccaggio dell’arsenico utilizzato per inertizzare quest’ultime; due discariche per RSU in fase di post mortem, una in fase di esaurimento, due discariche per rifiuti speciali e pericolosi ed infine, a pochi Km di distanza, la centrale di Montalto di Castro, in odore di riconversione nucleare.

Un territorio dove il mare non è balneabile, se non per piccoli tratti, l’acqua è in deroga per superamento dei parametri di arsenico, fluoruro, vanadio e selenio da oltre tre anni, dove le percentuali di mortalità e morbilità per neoplasie all’apparato respiratorio, per leucemie e linfomi e quant’altro sono al di sopra delle medie regionali e nazionali e dove, a fronte del ricatto occupazionale utilizzato per sponsorizzare questi impianti veleniferi, la disoccupazione supera il 20 %.

Sono sufficienti questi pochi dati per comprendere quali siano le conseguenze del vivere nel raggio di azione di una servitù energetica e, nel contempo, come questa comunità, succube del ricatto occupazionale e considerata variabile dipendente dei bilanci aziendali delle varie lobby agenti sul territorio, prima fra tutte l’ENEL, sia condannata a logorarsi al proprio interno.

Narrare di Civitavecchia significa narrare la storia di una colonizzazione lunga anni, la storia di un territorio artatamente e metodicamente preparato ad essere aggredito, privato della sua anima e del suo futuro, inquinato nelle coscienze prima ancora che nelle sue risorse naturali, significa narrare dell’inerzia, quando non subalternità, delle istituzioni, Comune in testa, ma anche dell’intero ceto politico del comprensorio, che ha consentito che ciò avvenisse, abbagliato dai milioni di euro per compensazioni ambientali riversati nelle casse dei comuni.

Come un leitmotiv si sente ripetere che la politica si deve misurare con la vita reale dei cittadini.

Ebbene le vite reali e materiali dei cittadini in questo territorio, come in tanti altri, costituiscono la concretezza di quelle percentuali di mortalità e morbilità per tumore bronchiale e pleurico, per asme ed allergie, per insufficienza renale cronica etc…, aspetti sui quali è palesemente e colpevolmente lacunosa la Valutazione di Impatto Ambientale come dichiarato dal Ministero dell’Ambiente e da quello della Salute.

Le vite materiali sono quelle dei lavoratori del cantiere, quasi tutti precari, che, dopo il becero ricatto occupazionale usato per far digerire il progetto, come hanno a più riprese denunciato i Sindacati, sono stati costretti a ritmi di lavoro serrati e ad operare nella sovrapposizione di operazioni lavorative di diverso genere, pagando con decine d’infortuni, come quelli che sono costati la vita a Michele Cozzolino, ad Ivan Cuffary e a Sergio Capitani, la totale latitanza dell’Enel che, in qualità di committente, avrebbe dovuto invece garantire l’andamento in sicurezza dei lavori.

Vite materiali su cui, la riconversione a carbone falsamente definito “pulito”, riverserà tonnellate di veleni: basti sapere che ogni ora la centrale emetterà 6.300.000 mc di emissioni, per 17 ore al giorno e 6500 ore l’anno, che significheranno l’immissione nell’atmosfera di 3450 t/a di ossidi di azoto, 2100 t/a di anidride solforosa, 260 t/a di polveri, 24 t/a di metalli pesanti quali mercurio, vanadio, nichel, cadmio, cromo, ammoniaca etc (dati ENEL).

Una riconversione, quella a carbone, che ha contrapposto lavoratori e popolazione contraria, ed ha costituto, negli anni scorsi, il nodo della grave lacerazione del tessuto sociale di Civitavecchia che si ritrova solo quando, unita nel dolore, quando piange i propri figli, morti sul lavoro o per neoplasie di vario tipo.

Un territorio che, però, rischia di rimanere rinchiuso nel suo dolore e nelle sue contraddizioni; di non trovare più l’orgoglio di pretendere rispetto nemmeno quando deve salvaguardare i propri figli, accettando silente che, ad esempio, dopo l’altisonante annuncio del sindaco Moscherini della chiusura per quindici giorni dell’impianto di Torrevaldaliga Nord, a seguito della infortunio costato la vita a Sergio Capitani, il cantiere venisse riaperto dopo poco più di 72 ore, tempo certo non sufficiente né a verificare a fondo, né tantomeno a ristabilire le condizioni di sicurezza.

Gli occhi dei lavoratori velati di lacrime al funerale di Sergio, offuscati da rabbia mista a rassegnazione, narravano della loro paura/certezza che tutto sarebbe tornato, come è tornato, a girare come prima, in quel cantiere della morte e che le loro vite sarebbero continuate ad essere, come lo sono, sacrificabili sull’altare della ricerca smodata di profitto.

Dubbi non certo infondati visto il silenzio assordante delle istituzioni, primo fra tutti proprio il Comune di Civitavecchia, sulle tante irregolarità rilevate in quella centrale.

Nulla sulle reiterate denunce dei sindacati e dei lavoratori che, a più riprese, e da svariato tempo, avevano espresso le proprie preoccupazioni riguardo la sicurezza, legate ai serrati ritmi lavorativi imposti e alla sovrapposizione di operazioni lavorative di diverso genere, oltre al non controllo di maestranze fortemente variabili e precarizzate, nella totale latitanza dell’Enel che, in qualità di committente, avrebbe dovuto garantire l’andamento in sicurezza del cantiere.

Nulla sulle inquietanti nubi, a volte rosse a volte bianche, che si alzano dalla centrale e che Enel, con arroganza offensiva, si affretta ad assicurare essere composta, a seconda dei casi, di ruggine o vapore acqueo e comunque confinata (sic!) nell’area di cantiere, come se, peraltro fosse normale che cittadini e lavoratori del cantiere siano costretti a respirare aria satura di ruggine!

Nulla sul rumore sordo e continuo che da tutte le parti della città stanno lamentando.

Nulla sui cumuli di rifiuti pericolosi accatastati e forse interrati in aree non autorizzate, né sulla gestione e stoccaggio delle ceneri a cielo aperto (ma che il progetto prevede debbano essere trattate in impianti sigillati e depressurizzati); fatti denunciati dal Movimento con video consegnatigli in forma anonima, che hanno condotto la Procura della Repubblica a sequestrare diverse aree del cantiere e a richiedere il rinvio a giudizio di ben undici persone.

Nulla sulle diverse deroghe ai limiti emissivi e alla gestione dei materiali pulverulenti richieste da ENEL al Ministero dell’ambiente; deroghe, che è bene specificarlo, non costituiscono solo un fatto teorico ma un’ulteriore immissione d’inquinanti nell’atmosfera con relative ricadute sulla salute.

Nulla sulla mancata ottemperanza di buona parte delle prescrizioni disposte dal decreto di Valutazione d’Impatto Ambientale.

Nulla, infine, sul fatto che l’impianto di Torrevaldaliga Nord sia in esercizio dal 24 dicembre 2008 in assenza di autorizzazione, motivo per il quale, a seguito della denuncia del Movimento, è stato avviato un procedimento che ha condotto il procuratore Capo Gianfranco Amendola a richiedere il sequestro dell’impianto successivamente rigettato dal Giudice per le Indagini Preliminari Giorgianni e che, dopo una prima richiesta di archiviazione ed una nostra opposizione alla stessa, è ancora in itinere.

Fatti che pongono in evidenza come la scelta del carbone a Civitavecchia, rappresenti l'eccellenza di scelte dissennate, irrispettose delle esigenze dei territori, dei cittadini che li abitano e della stessa legalità. Scelte antistoriche, il cui fallimento è immortalato nell’immagine di un pianeta sull’orlo del collasso ambientale ed energetico, incapaci, per loro stessa natura, di sostenere nuove strategie economiche che sappiano affrontare il nodo improcrastinabile della via d’uscita dalla produzione energetica da combustibili fossili.

Scelte che, al contrario, necessiterebbero di grande determinazione e forte radicalità politica, tale da superare le resistenze culturali di uno scientismo funzionale all'attuale sistema, i vincoli e i ritardi legislativi costruiti a difesa della filiera energetica da fonti fossili e la volontà tutta politica di garantire e perpetuare il modello di sviluppo.
Il vero partito del “No” non sono i territori che si contrappongono a scelte dissennate, ma il partito trasversale della “rinuncia”: la rinuncia a contrapporsi al pensiero dominante neoliberista e sviluppista, antidemocratico per definizione, vera causa della sofferenza di 4/5 dell’umanità e del processo galoppante di espulsione della nostra specie dal pianeta; quel partito che rinuncia a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e l’avvelenamento della terra per garantire una speranza di futuro.
A Civitavecchia come altrove.


Simona Ricotti

Movimento No Coke Alto Lazio



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18 dicembre 2010

Saluto a Luigi Daga

Da UnoNotizie parole di commiato a Luigi Daga, uno di noi.

"Sapevamo che da tempo era gravemente malato, ma noi tutti speravamo che alla fine la sua forza di volontà e il suo carattere avrebbero vinto anche questa improba battaglia.
Invece purtroppo non è stato così. Stavolta il buon Luigi, dopo aver lungamente combattuto come suo solito, non ce l'ha fatta.

Ieri un male terribile e spietato si è portato via Luigi Daga, da sempre attivo in politica sia alla Regione Lazio, che in Provincia di Viterbo, soprattutto nella sua amata Tarquinia. Le sue battaglie contro mafia e politicanti, le sue battaglie sociali e politiche resteranno per sempre memorabili e indelebili nei ricordi di tutti noi.

Luigi Daga era stato tra i membri più illustri del Comitato No Coke Alto Lazio e del Comitato Cittadini Liberi di Tarquinia con i quali condivideva tante meritevoli iniziative in favore della salute e della legalità nella Maremma Etrusca, in particolare a Tarquinia e nella vicina Civitavecchia, dove si era fatto anche qualche nemico, soprattutto tra sindaci e sponsor politici che lui aveva ben smascherato..."

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5 dicembre 2010

Tarquinia, sabato Italia Nostra con i cittadini a difendere il territorio

Comunicato
Un forte “legame” d'inutilità unisce l'autostrada Devasta-Maremma e il porto turistico progettato alla foce del Marta. Il concessionario della A12 non riesce a trovare i “piccioli” per costruirla. I pochi pedaggi previsti non bastano alle banche a garanzia del debito e lo stato soldi non ne ha. Le banche in più sanno che l'Alto Lazio smaschera sempre i ladri di salute, i distruttori di terre fertili, i deturpatori di paesaggi.
Emblematiche le vicende dell'Osservatorio Ambientale, del cementificio, delle centrale di Torre Sud e le tante denunce contro la centrale di Torre Nord, che non rispetta i limiti fissati dall'Europa e ci inquina.
All'autostrada vi è un' unica vera alternativa: la messa in sicurezza dell'Aurelia, da vent'anni lasciata a due corsie a sud di Tarquinia e a Capalbio, in tutto una ventina di chilometri, trappola a volte mortale per gli automobilisti.
Riassumendo: le banche non rischiano e l'autostrada alla fine non si farà, come ormai è quasi certo, ma intanto l'Aurelia resta pericolosa. E qui c'è l'analogia con il porto turistico alla foce del Marta, progettato per un sito reso pericolosissimo dai nuovi argini del fiume, che l'hanno chiuso in una buca, dove scorre un fiume maldestro, con un bacino imbrifero di 1100 kmq. capace di generare esondazioni devastanti.
Nessun tecnico regionale potrebbe avallare un porto destinato a soccombere sotto il fango perché, senza interventi che modifichino l'attuale assetto idraulico del corso d'acqua, non potrebbe resistere ad un evento eccezionale (in gergo tecnico “un tempo di ritorno di 200 anni”) qualora il mare impedisse il deflusso della piena.
Dal sito dei promoter del porto sembra di capire che un qualche assenso c'è. Allora occorre capire con un accesso agli atti che cosa è successo alla regione Lazio.
Resta il fatto che la cosa sconvolgente non è il tentativo del proprietario di aumentare il valore dei propri terreni di almeno 15-20 volte, quanto l'intensa e fervida attività amministrativa di maggioranze e opposizioni, che perdono tempo ad occuparsi delle opere inutili destinate a naufragare miseramente e non hanno poi il tempo di occuparsi dei veri problemi del territorio, dell'agricoltura e del turismo soprattutto.
Quasi tutti si dichiarano sviluppisti ma in effetti sono facilitatori d'affari, che ogni volta che devono crearsi un alibi, per aver alzato la mano e detto si alla distruzione di un altro prezioso fondo agricolo, ripetono stancamente che porterà lavoro e occupazione ma ormai tutti sanno che non è vero.
Per quale pro non si sa, sta il fatto che di coraggio i più ne dimostrano ben poco.
Tornando al porto giova ricordare che la regione Lazio, una decina d'anni fa, valutò in autonomia quale tipo di struttura fosse adatta per Tarquinia e si pronunciò per un “approdo”. La differenza fondamentale è che un porto è profondo 4 metri ed è pensato per grandi barche mentre un approdo è profondo 2 metri ed è quello che servirebbe per le barche da diporto che riempiono i rimessaggi di Tarquinia ma a nessuno stanno a cuore i diportisti di Tarquinia, a cui queste cose non vengono spiegate.
Il fiume Marta in tutto questo viene maltrattato, ridotto a fogna e canale, cementificato e snaturalizzato.

Di tutto questo si è parlato sabato 4 dicembre nel Convegno “Paesaggi Sensibili” presso la Sala Conferenze del Monastero delle Benedettine a Tarquinia, per iniziativa di Italia Nostra Lazio-Toscana.

Movimento No Coke Alto Lazio

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20 novembre 2010

Progetto Registro dei Tumori della Provincia di Vt. E la PREVENZIONE CONTRO I TUMORI CHI LA FA?

Comunicato stampa

Il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia e il Movimento Nocoke Alto Lazio hanno partecipato alla conferenza stampa di Giovedì 18 Novembre, giorno della presentazione del Registro Tumori provinciale presso la sede della ASL di Viterbo.

La loro presenza è stata immediatamente contestata da un Sindaco di Tarquinia intimorito e sgarbato, che in un comprensorio avvelenato da 7000 MW di corrente elettrica prodotta bruciando il peggior carbone, il peggior olio combustibile, un enorme porto, discariche e cementifici, ha cercato di spostare l’attenzione dalle sue responsabilità sottolineando nel suo intervento che occorra primariamente mettere a fuoco le responsabilità degli agricoltori, lasciando intendere che -a suo parere- il registro avrà questo tra i suoi obiettivi principali.

La cosa che il sindaco tarquiniese Mazzola non ha detto, ma i responsabili dei Comitati hanno prontamente messo in rilievo, è che lui, assieme ai sindaci dei Comuni di Civitavecchia, Santa Marinella, Allumiere e Tolfa, ha ricevuto e sta tuttora ricevendo soldi da enel (qui si scrive sempre tutto minuscolo, NdR) e i soldi dell’inquinatore non dovranno finanziare il Registro dei Tumori, così come non possono finanziare il nuovo Osservatorio Ambientale, nato per iniziativa del Ministero dell’Ambiente dopo le denunce di noi liberi cittadini.

Dopo aver attentamente ascoltato le parole del futuro responsabile del costituendo Registro dei Tumori, i rappresentanti del Comitato di Tarquinia hanno posto alcuni interrogativi ai responsabili del progetto del Registro, al fine di ottenere risposte concrete sull'operatività del nuovo organismo.

Dalle risposte ricevute è emerso che il Registro produrrà informazioni sul tipo di patologie diffuse nel comprensorio SOLO tra alcuni anni, durante i quali le centrali termoelettriche di Civitavecchia e Montalto potranno tranquillamente continuare a inquinare, indisturbate. I rappresentanti del Comitato hanno evidenziato come nel comunicato di invito alla conferenza si parlasse solo di diagnosi e terapie da mettere a punto in base alle risultanze del Registro, ma nulla si dice e nulla è stato detto circa le fonti dell'inquinamento, che oggi con gli strumenti della scienza possono essere individuati. Quello che manca per farlo è una volontà politica che indirizzi le indagini epidemiologiche in modo corretto e imparziale.

Nulla, invece, si è detto sulla prevenzione primaria contro i tumori, su come evitare le patologie legate all'inquinamento ambientale. Ci si limiterà piuttosto a contare i deceduti e i malati, ex post.


Perché i sindaci non pretendono che vengano misurate continuamente le emissioni al camino di tutte le fonti più inquinanti per poterle mettere in relazione con le analisi sui tessuti tumorali dei nostri malati?

Chiediamoci tutti: perché il sindaco di Tarquinia non protegge gli interessi e la salute dei suoi cittadini?

Questa strategia ingannevole è smascherata ormai da tempo. Noi cittadini dell’Alto Lazio (e non solo: Brindisi docet) la combattiamo da anni: in una terra nuovamente violentata dalla recente riconversione a carbone di TVN, certe istituzioni deviate tentano di scaricare il grosso delle responsabilità dell'inquinamento sulle attività agricole. L'ipotesi del sindaco Mazzola tralascia in modo interessato di considerare i dati sulla qualità dell’aria del nostro territorio.

Le compensazioni economiche mendicate a enel da Mazzola dimostrano il loro nefasto potenziale inquinante: si calpesta la verità dei dati reali (vedi il Monitoraggio indipendente finanziato dai cittadini), e si permettono scempi del bene pubblico. Gli agricoltori non hanno pagato compensazioni e non hanno legami forti con appalti e politica: sin troppo facile bersaglio.

Movimento Nocoke Alto Lazio
Comitato cittadini liberi

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17 novembre 2010

Vittoria. "Il Consiglio Regionale boccia il carbone per la Calabria: più vicine le prospettive per uno sviluppo sostenibile per la Sibaritide"

Comunicato del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE (CO.DI.S3)
Il Consiglio Regionale nella seduta del 15 novembre 2010, alla presenza di una folta Delegazione del Comitato per la Difesa e lo Sviluppo Sostenibile della Sibaritide (CO.DI.S3) e
dei rappresentanti di Associazioni e Sindacati confederali di Montebello di Saline Joniche, ha
approvato all’unanimità la Mozione contro l’uso del Carbone come combustibile per Centrali Termoelettriche, da noi sollecitata, in conformità alle norme e disposizioni vigenti in Regione e in ossequio ai deliberati degli Enti Locali territoriali. Il CO.DI.S3 accoglie con piena soddisfazione tale Deliberato che mette la parola “fine” al progetto ENEL di trasformazione a carbone della Centrale Termoelettrica di Rossano e alla creazione di ogni altro impianto del genere in Calabria, nel pieno rispetto del PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) vigente, sottolineandone la valenza anche in relazione al ruolo determinante svolto dal Comitato stesso per la sua approvazione e acquisizione al procedimento ministeriale da ritenersi ormai concluso.

Il CODIS3 ringrazia quanti hanno concorso a questo risultato senza precedenti: in
primo luogo gli oltre 2000 sottoscrittori del documento “Osservazioni al Progetto Di
Trasformazione della Centrale Enel di Rossano (CS) C/da Cutura di cui alla pubblicazione
effettuata dall’ENEL Spa sul quotidiano “La Gazzetta del Sud” del 30 Aprile 2010”; i
responsabili di associazioni d’ogni tipo e collocazione; la Curia Arcivescovile; tutti i Sindaci del comprensorio della Sibaritide; la Provincia di Cosenza; la deputazione regionale e nazionale eletta nel territorio, soggetti tutti impegnatisi a bocciare quel progetto di riconversione dannoso e negativo per tutta la Regione. Tuttavia, Il Comitato rileva, che in questo lungo percorso si è dovuto registrare qualche ambiguità di troppo oltre che rimaneggiamenti anche poco eleganti da parte di qualcuno, nonché il defilarsi dei soliti opportunisti, talvolta infilati pure a rappresentare prestigiose categorie.

Ora per il CO.DI.S3 e per tutti i cittadini di buona volontà, è il momento di passare al
vaglio progetti di sviluppo veramente sostenibile per la Sibaritide, nel rispetto de le sue
vocazioni turistico-ambientali e culturali e per un’agricoltura di qualità. Occorre
preservare questo territorio da danneggiamenti e tenerlo pulito anche attraverso una politica
della gestione dei rifiuti opposta a quella attuale, privilegiando la raccolta differenziata e il riciclaggio e lavorando al fine di contrastare quel disordine edilizio spesso insito allo
sviluppo urbanistico attuale. Cruciale è avvicinare la Sibaritide all’Europa, in tal senso è
oltremodo giustificata la realizzazione di un aeroporto della Provincia di Cosenza che sia
posto a servizio del trasporto merci e passeggeri, soprattutto se gli operatori turistici già
abbastanza numerosi, si impegneranno ad aumentare e diversificare l’offerta in considerazione
della destagionalizzazione. Alcune instrutture già esistenti, quali il Porto di Sibari-Corigliano
ed il Porto turistico dei Laghi di Sibari, in perenne crisi di gestione, devono trovare
immediati interventi che ne valorizzino le possibilità. In tal senso, un piano di navigazione
costiera da diporto e per la pesca è essenziale per tutta la Calabria ma, in particolare per la
costa Jonica che è quella alla quale facciamo riferimento da Crotone a Taranto che, non
avendo isole, deve essere fornita di più porti turistici e di approdi semplici per poter consentire una navigazione costiera turistica. Necessario alla popolazione del nostro territorio e vitale per il buon collegamento con il resto della penisola è il completamento dell’ammodernamento della A3 con contemporaneo libro bianco sui motivi dei ritardi, che deve essere subito posto in essere, ricorrendo anche a tracciati paralleli. Deve finire lo scandalo dei lavori allo svincolo di Firmo dei cui ritardi va dato conto e ragione alle popolazioni ed agli operatori turistici, così come va completato l’aggiornamento della 106 Jonica con un tracciato non devastante, come è avvenuto fino ad ora. Infine, le Ferrovie dello Stato, le Autorità amministrative e le popolazioni locali, devono affrontare in maniera risolutiva il problema del futuro della Ferrovia Taranto-Crotone, promuovendo la realizzazione di collegamenti rapidi con Taranto e collegando la nostra area con quella pugliese adriatica ove hanno inizio le linee ad alta velocità, oltre a promuovere il potenziamento dei collegamenti trasversali con la linea tirrenica verso Paola.
Sfide e problematiche queste ed altre, rispetto alle quali il Comitato per la Difesa e lo
Sviluppo Sostenibile della Sibaritide intende rivolgere la propria attenzione, promuovendo il dibattito, l’informazione e la mobilitazione della cittadinanza e sollecitando le azioni opportune da parte del mondo istituzionale e politico.

COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE (CO.DI.S3)

IL SEGRETARIO DEL CO.DI.S 3
Ing. Pierluigi Colletti

L PRESIDENTE DEL CO. DI.S 3
Avv. Amerigo Minnicelli

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10 novembre 2010

Centrale a carbone TVN: nave carboniera rischia di provocare disastro

Comunicato Nocoke Alto Lazio
Domenica pomeriggio la nave "Garv Prem" diretta al molo di Tvn ha chiesto assistenza alla Capitaneria di Porto di Civitavecchia per il pericolo rappresentato dall’alta temperatura e dai livelli critici di saturazione di metano in due delle sette stive.

La notizia ha allarmato i cittadini i quali esprimono forte preoccupazione per l’eventualità di un’esplosione provocata dall’autocombustione del carbone trasportato nelle navi e di quello immagazzinato nei dome di TVN, uno dei tanti rischi di esplosione che gravano sulla zona circostante una centrale a carbone.

Poco tempo fa il Ministero dello Sviluppo Economico aveva ammonito la società elettrica in quanto deficitaria di alcuni dispositivi di sicurezza, tra cui la mancanza di un sistema sufficientemente sicuro di areazione del carbone in grado di scongiurare il rischio di autocombustione e una conseguente esplosione di dimensioni considerevoli.

L’ incidente di domenica scorsa ha confermato le paure dei cittadini, che non hanno mai abbassato la guardia sui pericoli del carbone.
Il pericolo di un’autocombustione è reale ed è stato ben descritto dai NOE, durante l’ispezione all’interno del cantiere di TVN, attraverso documenti dettagliati, gli stessi a cui si riferisce il ministero delle attività produttive nei confronti di ENEL.

Il silenzio dei sindaci, che non informano i cittadini dei pericoli che si corrono vivendo vicino ad una centrale a carbone, diventa ogni giorno più colpevole, soprattutto se si considera che la centrale di TVN si trova all’interno di un porto commerciale e crocieristico a pochi passi dalle abitazioni, adiacente alla linea ferroviaria dove ogni giorno transitano migliaia di persone e, soprattutto, vicino a 4 impianti A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE (vedi legge Seveso), che insieme potrebbero provocare un’ esplosione a catena.

Ribadiamo che TVN non ha ancora adempiuto a tutte le norme a cui è sottoposta una centrale a carbone di taglia così grande.
Il rumore assordante delle caldaie durante la combustione, il fumo nero, che esce soprattutto la notte in modo da non essere notato, il pericolo di un’esplosione di dimensioni enormi causata dall’autocombustione del carbone, sarebbero motivi più che sufficienti per fermare la centrale o, comunque, per verificarne il reale livello di sicurezza.

Lo scorso 8 Novembre l’Enel ha inaugurato a Roma la Settimana Internazionale sulla Sicurezza 2010. “La sicurezza è il nostro obiettivo più importante” - ha detto l’amministratore delegato e direttore generale di Enel, Fulvio Conti (!)
La categoria più a rischio è quella dei lavoratori che sono costretti a stare vicini ad un impianto così pericoloso, è soprattutto per loro che bisognerebbe fare chiarezza sui dubbi contenuti nel documento del Ministero dello Sviluppo Economico.

Prima che sia troppo tardi, i cittadini chiedono che si facciano i controlli necessari per garantire una maggiore tutela della salute e della sicurezza di un comprensorio addormentato dalle compensazioni, nei confronti di un impianto industriale quale una centrale a carbone che ricordiamo essere adiacente ad un’altra centrale elettrica di notevoli dimensione, quella di Tirreno Power a TVS e a pochi chilometri dalla centrale elettrica di Montalto di Castro, formando uno dei poli energetici più grandi d’Europa.

Movimento no coke Alto Lazio
nocoketarquinia@yahoo.it
noalcarbone@blogspot.com
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Aggiornamento: "Ancora problemi per la motonave Garv Prem", la temperatura sale ancora ben oltre i 50 gradi

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12 ottobre 2010

Quel "fare" che non si declina mai come "far bene", che non riguarda mai il bene comune

Nel video: la Maremma nelle parole di Nicola Caracciolo

Comunicato del Comitato dei Cittadini liberi - Tarquinia (via UnoNotizie)

"Nell'Italia Centrale, a nord di Roma, vi è un luogo che può emblematicamente rappresentare l'Italia dei Berlusconi, delle "cricche", dei finti comunisti e dei chierici mancati.

Si chiama Tarquinia.

E' una terra che sembrava salva dalle grinfie degli speculatori anni '70. All'epoca il Partito Comunista stampava un adesivo con una grande conchiglia e la scritta "SALVIAMO SAN GIORGIO DAL CEMENTO" invitando a sottrarre 2 chilometri quadrati delle nostre migliori terre alla speculazione edilizia.

Oggi gli stampatori sono scomparsi. Hanno altro a cui pensare.

Oggi esistono "quelli del fare". Gli interessi delle ghenghe naturalmente, che non coincidono mai con quelli della comunità che dovrebbero servire e dove vivono. E come se la intendono con eredi e pupilli della melma che diede a Tarquinia il lustro dei primi politici in galera, precorrendo "Mani Pulite".

Quando entrano in azione "quelli del fare" hanno in genere bisogno di due cose: una maggioranza che non vede, non sente e non parla e una minoranza che puo' solo fare finta d'opporsi, perché molti affari riguardano anche gente vicina a loro.

Probabilmente la storia del cementificio a Pian dei Cipressi, quello delle carte fasulle, è roba di questo tipo. "Quelli del fare" in genere usano molto la parola "sviluppo" mentre bruciano la terra dove i loro figli forse non vorranno vivere.

I loro padroni di oggi sono le compagnie elettriche, i cementieri, i novelli palazzinari di San Giorgio, le combriccole di un'autostrada inutile: lo ha detto il Ministro Matteoli poco tempo fa, che la messa in sicurezza dell'Aurelia avrebbe reso inutile la A12 e possiamo credergli; una decisione balorda quella di realizzarla comunque, un "porcellum", come la legge elettorale di Calderoli, e per Tarquinia un'autostrada tra le case.

L'assalto ai nostri beni comuni prosegue, per depredare quel po' che è rimasto: chi insozza l'aria che respiriamo, chi deturpa il paesaggio costiero, chi fa carte false per costruire il cementificio, chi ha distrutto la foce del Marta con argini inutili che l'hanno trasformata da eccezionale micro-habitat in canale di servizio di un porto che non potrà funzionare, se non a prezzo di rendere il nostro mare ancora più lurido, dando il colpo finale all'economia balneare.

Gli argini si potevano evitare, ma senza argini sarebbe più difficile far approvare il porto.

Per non restare nel vago la messa in sicurezza degli abitati e anche dell'agricoltura si sarebbe ottenuta realizzando prima quello che è stato fatto poi, cioè il ripristino delle sezioni fluviali del 1965, abbinate a una cassa d'espansione in linea senza sbarramento in alveo, per moderare le piene ma questa roba qui ai servitori dei nuovi padroni non serve.

Ernesto Cesarini

Coordinatore del Comitato dei Cittadini Liberi"

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29 settembre 2010

TVN a carbone: in funzione un impianto fuorilegge


Comunicato stampa No al Carbone Alto Lazio

Siamo profondamente costernati dal constatare che avevamo ragione nel denunciare che la centrale Enel di Torrevaldaliga Nord, oltre ad essere un impianto antistorico per la tipologia di combustibile usato, è soprattutto in esercizio in violazione di molte delle norme vigenti e, finanche, delle prescrizioni inserite nel decreto autorizzativo.

Tutte le denunce e/o segnalazioni da noi presentate - da quella del gennaio 2009 relativo alla modalità di carico/scarico del carbone, a quella del novembre dello stesso anno circa i cumuli di rifiuti e ceneri presenti in aree non idonee e di lavoratori costretti ad operari in nuvole di material pulvirulento, a quella relative all’utilizzo di combustibile con contenuto di zolfo superiore allo 0,3% in difformità del piano di qualità dell’aria della Regione Lazio - hanno trovato riscontro.

La replica dell’ENEL che, negando l’evidenza, afferma di essere in perfetta regola, conferma, l’inaffidabilità dell’ente energetico che evidentemente spera di continuare impunito ad agire a proprio piacimento, mortificando il territorio, e la popolazione che in esso vive,

Sentiamo il dovere di ringraziare la Procura della Repubblica che con la propria sensibilità e determinazione, portando avanti una seria e competente azione di controllo, ha indotto gli enti competenti a farsi carico delle proprie responsabilità facendo si, nel contempo, che le popolazioni dell’Alto Lazio riacquistassero un minimo di fiducia nelle istituzioni e si sentissero meno sole in questa lotta impari per la difesa della propria terra.

Grave, invece, che il Ministero dello Sviluppo Economico, nonostante fosse ben edotto da tempo sulle violazioni e sul mancato rispetto delle prescrizioni poste in essere dall’Enel, abbia sentito il dovere di intervenire solo dopo le comunicazioni del Noe e della Procura della Repubblica.

E’ appena il caso di evidenziare, inoltre, che in materia di mancata ottemperanza delle prescrizioni il Codice dell’Ambiente - D.lgs n. 152/06 – all’art. 29 comma 3 recita “Qualora si accertino violazioni delle prescrizioni impartite …… tali da incidere sugli esiti e sulle risultanze finali ….di valutazione, l'autorità competente, previa eventuale sospensione dei lavori, impone al proponente l'adeguamento dell'opera o intervento, stabilendone i termini e le modalità. “dove per autorità competente si intende l’ente che ha rilasciato la Valutazione d’impatto Ambientale (Minambiente nds.) e, conseguentemente, impartito le prescrizioni. E vista la gravita delle prescrizioni non ottemperate, e le gravi ricadute che tale mancato rispetto può causare alla salute della popolazione, attendiamo che il Ministero dell’Ambiente, che non mancheremo comunque di richiamare alle proprie responsabilità, proceda in base alle proprie specifiche competenza ad emettere gli idonei e prescritti provvedimenti, anche di natura cautelare, quale la sospensione dell’attività della centrale.

Sconcertante, infine, l’inettitudine ad adempiere al proprio ruolo di “Primo responsabile della salute dei cittadini“ in primis del Sindaco Moscherini, ma anche dei suoi omologhi dei comuni limitrofi, in prima fila quando si è trattato di spartire le cospicue compensazioni economiche, ma assenti e silenti dinanzi alle reiterate denuncie di violazione delle norme esistenti, alla mancata ottemperanza delle prescrizioni e ai conseguenti possibili danni alla salute della popolazione e dei lavoratori addetti che da tali violazioni possono scaturire, finanche ora davanti alla presa di posizione del Ministero.

Personaggi squallidi, non degni di ricoprire il ruolo di rappresentanti della comunità e che, se mantenessero un minimo senso del pudore, dovrebbero avere il buon senso di dimettersi.

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27 agosto 2010

Etruria EcoFestival: il Coordinameno Nazionale No al Carbone ringrazia Cristicchi

Un viaggio nel “Grand Hotel” di Simone Cristicchi ha concluso il quarto “Etruria Eco-festival”, evento organizzato da un combattivo gruppo di giovani di Cerveteri e Ladispoli, coordinato da Alessio Pascucci. Gremita l’area eventi della Legnara per una serata gratuita di spettacolo, con agricoltura a Km zero e riuso/riciclo come temi principali degli stand attorno al palco.
Conduttore d'eccezione, Charlie Gnocchi ha aperto la manifestazione invitando sul palco Amnesty International e alcuni Comitati impegnati su legalità e sviluppo sostenibile. I rappresentanti del movimento “No al Carbone Alto Lazio” e del “Comitato dei Cittadini Liberi” di Tarquinia hanno informato sulla battaglia che prosegue da anni contro la centrale a carbone di Civitavecchia.
A nome del Coordinamento Nazionale dei comitati No al Carbone (CNNC), Lorenzo Fortunati di Civitavecchia ha rivolto un messaggio di gratitudine al coraggio di Simone Cristicchi, che lo scorso 7 agosto aveva disertato un concerto all'interno della centrale a carbone di Cerano-Brindisi, la più inquinante d’Italia. Un gesto che ha messo a nudo il cinismo degli inquinatori che a suon di euro e circenses tentano di trasformare le loro fabbriche di sostanze tossiche in allegri luna-park, nonostante i dati ambientali e le statistiche sanitarie.
L’Artista è stato ringraziato di persona dai rappresentanti dei Movimenti ed ha ricevuto il documento di lancio della campagna “Artisti fuori dalle centrali”, che chiede agli artisti di non prestare la loro immagine per subdole operazioni di makeup sugli ecomostri. Il documento è stato predisposto a più mani dai Comitati delle aree di Brindisi, Rossano calabro, Porto Tolle, Savona, Gualdo Cattaneo, Civitavecchia e Tarquinia.

CNNC Coordinamento Nazionale No al Carbone

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7 agosto 2010

Tragedia di Marcinelle: l'ipocrisia della commemorazione CISL

L'otto agosto di 54 anni fa 262 lavoratori perdono la vita in una miniera di carbone nei pressi di Charleroi, in Belgio. Per la maggior parte sono immigrati italiani.

Oggi la CISL commemora quelle vittime con un comunicato (leggi) che se messo in relazione con quella che è l'attuale azione politica del sindacato risulta pura ipocrisia. Infatti FLAEI/CISL (in buona compagnia di UILCEM e FILCTEM) non perde occasione per sostenere con una solerzia a dir poco sospetta, tutte le riconversioni a carbone o i progetti per nuovi impianti a carbone che vengono proposti in Italia.
Dallo stesso comunicato CISL: "...nella consapevolezza che questo dramma deve essere di monito per tutti, poiche' gli emigranti, come anche gli italiani all'estero, sono portatori di ricchezza, di valori culturali e di tradizioni. "

Chiediamo all'autore del comunicato: come mai dimentica le tante migliaia di lavoratori che muoiono ancora, ogni anno, nelle miniere di carbone, quello stesso che alimenta i "preziosi" impianti?

La risposta è tristemente scontata: sono vittime sacrificabili per il lucro dei potentati energetici; per le "morti bianche" nelle miniere di carbone attuali non c'è interesse o memoria, ricordarle striderebbe in modo evidente con l'azione del sindacato, piegato e asservito agli interessi dei padroni.

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23 luglio 2010

FUORI LA MUSICA DALLE CENTRALI!






Chiediamo agli artisti di disertare i concerti in luoghi come le centrali termoelettriche sporche, simboli di un mondo che deve tramontare, piaghe in territori che pagano a caro prezzo una politica energetica non più sostenibile.

Nelle città che ospitano impianti fortemente inquinanti, i cartelloni estivi richiamano volti noti, cantanti e band che si esibiscono coi soldi dell'inquinatore del luogo per imbonire le popolazioni, comprare la fiducia della gente. Alcuni concerti si tengono proprio DENTRO le centrali più inquinanti, perché le persone possano sentirli come luoghi belli e utili, anziché piaghe velenose.

Vogliamo promuovere nel mondo della musica una nuova consapevolezza rispetto all'inganno subdolo, all'offesa che questi eventi portano alle popolazioni interessate.

Artista, non prestare la tua faccia per rifare il trucco agli inquinatori, non aiutarli a coprire i loro abusi. Non ti chiediamo di politicizzare la musica, che tutto trascende. Ti chiediamo invece di non prestare la tua immagine pubblica per simili strumentalizzazioni. Chi si lava le mani, chi finge di non vedere, è complice.

Passate parola, e che questo diventi un nuovo tormentone per tutte le estati a venire!

LIBERA LA MUSICA, FUORI DALLE CENTRALI!

Coordinamento nazionale contro il carbone

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22 luglio 2010

Commento alla seconda conferenza dei servizi TVS

Comunicato stampa No al carbone Alto Lazio

Artificiosa la ricostruzione fornita circa quanto accaduto nella seconda riunione della conferenza dei servizi per il rilascio dell’AIA alla centrale di Torre Valdaliga Sud.

Infatti detta riunione ha segnato un ulteriore passo avanti nella dismissione del IV gruppo acquisendo il parere supplettivo della commissione IPPC che, contrariamente al precedente, ne determina non solo la dismissione, ma tempi certi per la presentazione di un cronoprogramma per la definitiva demolizione.

Ed è proprio per contrastare tale atto che Tirreno Power ha presentato le proprie ulteriori osservazioni, supportate peraltro da parere legale, circa la formale non idoneità del diniego al funzionamento di TV4 espresso dall’Amministrazione Comunale di Civitavecchia nonché sulla non corrispondenza di tale diniego rispetto a quanto previsto nel Piano Energetico Regionale; concetto quest’ultimo non corrispondente a verità e, comunque, riferito ad un Piano non vigente in quanto non ancora approvato dal Consiglio Regionale.

Il rinvio a settembre per l’atto definitivo è stato accettato su richiesta del Sindaco Moscherini ( e non di Tirreno Power) solo al fine di consentire a quest’ultimo di perfezionare il parere espresso dal Consiglio Comunale rendendolo formalmente rispondente a quanto previsto dagli art.216 e 217 del Regio Decreto 27 Luglio 1934, n.1265 che sanciscono che” Quando ….fabbriche, possono riuscire di pericolo o di danno per la salute pubblica” il Sindaco possa prescrivere “le norme da applicare per prevenire o impedire il danno o il pericolo e si assicura della loro esecuzione ed efficienza”.

Né l’impegno a presentare entro due anni un’alternativa di progetto che possa garantire un ulteriore miglioramento delle prestazioni ambientali, esplicitato con la lettera presentata in extremis (ovvero la sera prima della conferenza) da Tirreno Power), peraltro non costituente novità alcuna rispetto a quanto già prescritto nel primo parere della Commissione IPPC che prevedeva appunto, nelle more di necessari e prescritti miglioramenti impiantistici, una deroga di due anni ai limiti emissivi vigenti, ha modificato nulla di quanto stabilito. Tant’è che il parere IPPC non è certo stato rinviato in commissione per ulteriori valutazioni.

In tale contesto è risultato incomprensibile, e deprecabile, l’atteggiamento del sindaco Moscherini che, nonostante esprimesse posizioni condivise dai rappresentanti del Forum Ambientalista, del Movimento NoCoke e dai consiglieri Manuedda e Petrelli presenti in audizione nella conferenza dei servizi, preso da un accesso di sindrome del Marchese del Grillo, e peraltro dimostrando ignoranza non solo nei modi ma anche della legislazione vigente in termini di partecipazione del pubblico ai procedimenti, ha fortemente contestato tale presenza, lasciando allibiti il Presidente della conferenza e gli altri convenuti.

Vogliamo augurarci che tale atteggiamento sia legato alla ormai nota insofferenza alle pratiche democratiche che contraddistinguono il purtroppo per noi Primo Cittadino di Civitavecchia e non, invece, come l’eccessivo allungamento dei tempi potrebbe far sospettare, al tentativo di usare il diniego del consiglio comunale come leva per alzare il prezzo nelle trattative di monetizzazione del danno che Tirreno Power si è dichiarata pronta ad affrontare, magari propinandoci l’utilizzo del carbone o del CdR (combustibile da rifiuti) quale miglioramento impiantistico.

Come diceva un noto politico “a pensar male si fa peccato, ma molte volte ci si azzecca!”

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1 luglio 2010

COORDINAMENTO NAZIONALE CONTRO IL CARBONE

Nasce il Coordinamento nazionale dei comitati contro il carbone e per le
fonti rinnovabili

Dal 1° luglio 2010 sarà attivo il Coordinamento Nazionale dei comitati italiani che si battono contro le centrali a carbone e per le fonti rinnovabili. La decisione per un organismo unico di coordinamento e supporto legale e scientifico è stata presa a Tarquinia (Viterbo) dai rappresentanti dei comitati veneti, liguri, umbri, laziali, pugliesi e calabri, nell'ambito del convegno di presentazione dei risultati del 1° "Monitoraggio autonomo della qualità dell'aria", pagato interamente dai cittadini per fare in proprio dove le istituzioni hanno fallito.

Tarquinia è colpita dagli inquinanti rilasciati dalla centrale a carbone di Civitavecchia. Obiettivo dichiarato del Coordinamento Nazionale è far emergere le responsabilità politiche e penali che rendono ancora possibile in Italia l'uso del peggiore combustibile fossile, che libera sostanze tossiche pericolosissime anche
quando sono nei limiti di legge. Il Coordinamento varerà anche un programma
di sostituzione delle fonti fossili con fonti rinnovabili, per soddisfare i
fabbisogni energetici delle proprie comunità.

Coordinamento Nazionale No Coke

Per ulteriori notizie e informazioni: 329.7924124 335.8272742

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17 giugno 2010

Presentazione del Monitoraggio indipendente della qualità dell’aria

Sabato 19 giugno alle ore 17.00 presso il Monastero delle Benedettine in via Umberto I a Tarquinia,

la popolazione potrà conoscere i risultati del monitoraggio dell’aria effettuato autonomamente dai cittadini del comprensorio. Complessivamente sono stati raccolti e utilizzati circa 80.000 euro per finanziare due campagne di monitoraggio svolte nel 2008 e nel 2009 ed è solo l'inizio,un esempio di risposta civica da parte di un territorio condannato da oltre 50 anni di servitù energetica che ora pretende di conoscere cause ed eventuali responsabilità.

L’evento, eccezionale nel nostro territorio, è la prova concreta di quali risultati sia possibile raggiungere quando si vuole portare la propria lotta fino in fondo, contando solo sulle proprie forze, senza allearsi con gli inquinatori e senza scendere a compromessi. Si tratta solo dell’inizio di un percorso di approfondimento che ha lo scopo di fornire solide basi alle legittime rivendicazioni dei cittadini nella tutela della propria salute e di sviluppare la consapevolezza dei danni provocati da scelte industriali scellerate, di cui siamo cavie e che non possono essere mai compensate con somme di denaro.
Lo studio è stato effettuato da Terra srl con il contributo della Nanodiagnostic del dott. Stefano Montanari, due aziende all’avanguardia negli studi ambientali.ed epidemiologici.

Responsabile della Società TERRA srl di San Donà di Piave (Ve) è il dott. Marco Stevanin, la sua è una società di consulenza ambientale, ingegneria forestale e pianificazione.. La Nanodiadiagnosticsrl è un’azienda di consulenze scientifiche la cui attività principale è il rilevamento, tramite una tecnica innovativa di microscopia elettronica ambientale, di micro e nano particelle inorganiche in tessuti biologici, alimenti, campioni ambientali ed altro.

Lo studio, composto di una corposa documentazione tra analisi di laboratorio ed elaborati tecnici con perizia giurata in tribunale, evidenzia nel territorio in questione, una condizione di qualità dell'aria molto complessa e tutt’ altro che priva di criticità.

In occasione della presentazione del monitoraggio ambientale autonomo del Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia e del Mondo agricolo unito, il Movimento No Coke Alto Lazio annuncia il primo raduno del Coordinamento nazionale contro il carbone. Il 19 Giugno saranno presenti i Comitati di Tarquinia, Civitavecchia, Gualdo Cattaneo e Vado ligure, il Comitato Uniti per la Salute di Savona, il Comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle, i Comitati contro il carbone di Brindisi e Rossano Calabro.

Dopo anni di lotta i comitati possono unire le proprie esperienze e le proprie forze per una battaglia comune, contro chi minaccia la salute e il territorio sotto lo sguardo di amministratori e politici che, dietro laute compensazioni hanno rinunciato completamente a difendere la propria gente. Sono cittadini oggi più forti, che possono contare su medici e tecnici di rara capacità e onestà, sono cittadini che hanno sviluppato grandi capacità di resistenza e conoscenze tecnico-legali che saranno messe a disposizione di tutti i comitati, formando una rete per agire con ancora più forza. La lotta contro gli inquinatori e i cattivi amministratori va avanti.

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27 maggio 2010

COMPLETATO IL PRIMO MONITORAGGIO AUTONOMO DELL’ARIA, UNA VITTORIA PER LE POPOLAZIONI

Comunicato Stampa

Il Comitato dei Cittadini Liberi, il Mondo Agricolo Unito e gli Enti che hanno promosso la raccolta fondi “FAI LA TUA PARTE DIVENTA PROTAGONISTA DEL TUO FUTURO" informano la cittadinanza che è stato completato il primo monitoraggio autonomo della qualità dell'aria nel territorio colpito dai fumi delle centrali termoelettriche di Civitavecchia e Montalto di Castro. Da alcuni giorni sono state giurate e depositate le perizie redatte dagli esperti incaricati dal Comitato, basate su due campagne di rilevamento, condotte a dicembre 2008 e a luglio 2009 e corrispondenti a due fasi distinte della riconversione di TVN: una ha preceduto l'accensione del primo gruppo a carbone e l'altra la messa a regime del secondo. A breve i risultati saranno presentati in un incontro pubblico. Il monitoraggio autonomo è una vittoria per le popolazioni che hanno atteso invano che altri se ne occupassero. Marrazzo avrebbe dovuto far rilevare la qualità dell'aria che respiriamo prima dell'accensione di TVN, ma non l'ha fatto. Analogamente l’Osservatorio Ambientale, istituito a Civitavecchia nel 2004, è stato capace di bruciare un milione di euro all'anno senza produrre un solo studio epidemiologico o di accertamento della qualità dell'aria prima dell'accensione di TVN. Solo grazie alle denunce dei comitati e all'azione della Magistratura il Ministero dell'Ambiente e la Regione Lazio hanno ripristinato la legalità dell'Osservatorio prescritto dalla VIA, scartando quello dei sindaci finanziato dall'inquinatore. Il nuovo funzionerà con fondi pubblici. Ma non ci fidiamo lo stesso. Troppe scelte delle istituzioni sono state orientate a “collaborare” con l'inquinatore più che a tutelare le popolazioni. In alcuni casi spostando l'attenzione altrove, come avvenuto con il piano regionale di risanamento dell'aria, che trascura il polo energetico Civitavecchia-Montalto di Castro responsabile della maggior parte degli inquinanti regionali di provenienza industriale, o come la scelta di A.R.P.A. Lazio di non collocare una sola centralina a controllo diretto a Tarquinia, che invece i fumi del carbone colpiranno gravemente a causa dei venti dominanti. Il primo monitoraggio autonomo è stato l'inizio di un percorso, continueremo a fare in proprio per difenderci. Chi fa da sé fa per te (e per tre!).

Comitato dei Cittadini Liberi

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19 maggio 2010

Osservatorio Ambientale: finalmente chiarezza

Comunicato stampa

Con Determinazione della Regione Lazio B1757 del 25.03.2010 è stato istituito l'Osservatorio Ambientale previsto quale prescrizione nel decreto V.I.A. n°680/2003 relativo alla centrale a carbone di Torrevaldaliga nord.

La Regione Lazio, inoltre, ha proceduto nella nomina dei componenti dell'osservatorio che sarà attivato entro il mese di Maggio 2010 ed avrà lo scopo di analizzare lo stato ambientale del comprensorio attraverso l'analisi dei livelli complessivi degli inquinanti dell'area provocato dalle diverse fonti e studiarne le ricadute sulle popolazione; monitorare i parametri di qualità dell'ambiente derivanti dall'esercizio della centrale; gestire gli eventuali fenomeni di criticità ambientale derivanti dall'esercizio della centrale; ricercare soluzioni tecnologiche per l'ulteriore abbattimento degli inquinanti ed infine, ma non per importanza, informare i cittadini sui risultati degli studi e delle misure effettuate.

Un risultato non scontato, ottenuto grazie alla costante azione portata avanti sin dal 2008 dalla Procura di Civitavecchia, che vogliamo ringraziare pubblicamente, e che non solo rende merito alle tante delle denunce dei comitati, ma soprattutto rende palese ancora di più, semmai ce ne fosse bisogno, l'illegittimità del Consorzio per la gestione dell'Osservatorio istituito dai Sindaci del comprensorio, su spinta del Sindaco Moscherini, nel 2009.

Apprezziamo particolarmente che sia stato sottolineato che il funzionamento dell'Osservatorio debba avvenire senza fondi ENEL, che la partecipazione dei rappresentanti delle varie istituzioni sarà a carico di quest'ultime, al fine di evitare che i fondi erogati dal controllato, ovvero l'ENEL, possano influenzare i controllori e che a tal fine ci sono già fondi a disposizione presso il Ministero dell'Ambiente.

Inquieta, invece, e non poco, che i Sindaci della corte di Moscherini, in un azione congiunta, nonostante formale richiesta inoltrata dalla Direzione Regionale Ambiente, non abbiano provveduto alla designazione di propri componenti in seno all'Osservatorio, quasi a lasciar trasparire che piuttosto che le attività di monitoraggio ambientale e sanitario sulle ricadute della centrale su territorio e popolazione, il vero fine perseguito fosse la gestione dei fondi previsti nella convezione per il funzionamento dello stesso.

Diventa ora improrogabile che il carrozzone sin qui rappresentato dal Consorzio per la Gestione dell' Osservatorio venga immediatamente sciolto e che finalmente venga spiegato ai cittadini come si sono stati impegnati i fondi ad esso destinati.

Nell'auspicare che l'istituzione dell'Osservatorio comporti finalmente l'avvio di concreti e stringenti controlli sugli effetti ambientali e sanitari della centrale, come da anni i comitati stanno chiedendo, ci auguriamo che l'azione della Procura prosegua anche nel verificare l'ottemperanza concreta delle tante altre prescrizioni inevase dall'ENEL, una per tutte l'interramento degli elettrodotti e la realizzazione del cosiddetto "Parco dei Serbatori", ovvero il bosco di 40 ettari che dovrebbe sorgere in aree limitrofe alla centrale.

I cittadini continueranno nella loro azione di denuncia delle tante carenze ed omissioni amministrative ed autorizzative e chiederanno ai competenti organi di controllo, quali ad esempio la Corte dei Conti, di verificare la correttezza delle modalità e finalità di utilizzo dei fondi ENEL destinati all'Osservatorio.

E questa volta i Sindaci, loro malgrado, dovranno fornire risposte convincenti!

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15 aprile 2010

"L’assessore Ranucci di Tarquinia prende un granchio"

Comunicato stampa
L’assessore Ranucci del comune di Tarquinia raccoglie l’ennesimo Tapiro, per la meritata brutta figure nei confronti dei cittadini-elettori di Tarquinia.

Non solo replica in maniera plateale al contenuto di un post di un blog, ma ne stravolge il contenuto per giustificare le sue basse insinuazioni e dare sfogo alla furia cieca di un politico che si realizza nel denigrare e sporcare con bugie la rispettabilità degli altri, meritata sul campo.
Il movimento no coke è stato rigorosamente rispettoso degli eventi che hanno

riguardato l’incidente alla centrale Enel, non ha pubblicato mai una riga sui giornali per doveroso rispetto umano del lutto, è stato invece presente in tutti i momenti importanti come lo sciopero dei lavoratori davanti ai cancelli della centrale di Torrevaldaliga Nord e, silenziosamente, tra le tante persone che sabato volevano essere presenti ai funerali.

I cittadini non hanno mai perduto l’obiettivo della difesa della salute e dell’ambiente, per questo anche se orfani dell’impegno del consiglio comunale di Tarquinia, presenziano a tutti gli incontri istituzionali in cui è possibile incidere a favore della salute del territorio, come è successo per l’eliminazione del quarto gruppo della centrale di Torrevaldaliga Sud.

A quell’ incontro noi c’eravamo, Ranucci non c’era, non c’è mai stato neanche in passato.

Spiegasse ai suoi elettori quante iniziative ha intrapreso personalmente, ma anche in maniera collegiale, considerando che il consiglio conta ben tre medici, per salvaguardare la salute e difendere il territorio e i suoi abitanti; nessun ministero ha mai visto nessuna relazione o documento e nessun tribunale ha mai ricevuto denunce su temi ambientali da parte della nostra amministrazione.

Basta con le diffamazioni dettate dalla viltà di chi esercita il potere con arroganza. Non ne possiamo più della politica che annaspa per rimanere a galla a tutti i costi, che cerca consensi con autocelebrazioni e non capisce che la necessità di iniziare a decidere in prima persona possa nascere da sentimenti estranei al profitto, al protagonismo, al proprio tornaconto.

In chiusura, per quanto concerne le accuse di anonimato, consigliamo all’assessore Ranucci di rileggere la querela che a suo tempo ha firmato nei nostri confronti e vedrà, se la memoria e la sincerità, per una volta, lo assistessero, che ci conosce uno per uno.


Movimento nocoke

nocoketarquinia@yahoo.it
www.nocoketarquinia.splinder.com

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9 aprile 2010

Niente carbone e dismissione per il quarto gruppo di TVS

Comunicato stampa

NEGATIVO ILPARERE ISTRUTTORIO AI FINI DEL RILASCIO DELL'AIA PER IL QUARTO GRUPPO DELLA CENTRALE ELETTRICA DI TVS E RICHIESTO UN PIANO DI DISMISSIONE

Giovedì 8 aprile presso il Ministero dell’Ambiente alle ore 15.00, si è svolta la Conferenza dei Servizi per la richiesta di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) alla società elettrica Tirreno Power, proprietaria della centrale di Tvs con 3 gruppi a gas ed un quarto gruppo policombustibile.
La conferenza si è conclusa con l'accoglimento delle osservazioni di Simona Ricotti del Forum Ambientalista, Alessandro Manuedda, consigliere comunale di Civitavecchia e Marzia Marzoli del Movimento Nocoke Alto Lazio ,nell'ambito dello spazio riservato alle audizioni preventive ai fini del parere istruttorio della commissione ippc per il rilascio del'AIA per TVS.
Sono state ribadite le posizione di sempre,ossia che il quarto gruppo di TVS era fuori legge e che non poteva ottenere l'AIA e che andava per questo dismesso. Torrevaldaliga sud di Tirreno

power era autorizzata per una potenza installata, totale dei soli tre gruppi a gas a ciclo combinato,mentre il quarto gruppo fuori dai limiti consentiti dalla legge in fatto di inquinanti,continuava l'esercizio nonostante la commissione VIA avesse a suo tempo espresso un parere sulla dismissione del quarto gruppo di TVS.
La sorpresa della conferenza dei servizi e' stata la presenza del sindaco di Civitavecchia e della delibera comunale della mattina stessa,che esprimeva il suo parere sfavorevole al rilascio dell'AIA del quarto gruppo e la sua completa dismissione.
Per la prima volta Moscherini si e' trovato sulla stessa linea dei comitati e associazioni ambientaliste,posizione apprezzata dalle associazioni e dai comitati a meno che,il no, sia un punto fermo e che la posizione sia mantenuta,anche qualora si dovesse costituire un tavolo per un'eventuale convenzione economica tra la società' elettrica e il comune di Civitavecchia.
Grande la soddisfazione dei movimenti che da anni si battono per il rispetto e la tutela del territorio, preoccupati per la possibile riconversione a carbone del quarto gruppo di Tvs,di cui si parlava in maniera esplicita anche dai consiglieri comunali di Civitavecchia, dopo la irresponsabile autorizzazione concessa alla vicina centrale Enel di Torrevaldaliga Nord,sarebbe stata una catastrofe.
Le rappresentanti del Forum Ambientalista e del Movimento Nocoke ed il consigliere Manuedda hanno inoltre denunciato ai tecnici del ministero che la presenza di serbatoi di olio combustibile e ammoniaca all’interno di TVn richiederebbe il ricorso alla direttiva Seveso che riguarda gli impianti ad alto rischio di incidenti rilevanti. Pur se la quantità contenuta in tali serbatoi non risulta tale da dover essere sottoposta a tale direttiva, la sua applicazione sarebbe
giustificata dalla presenza intorno all’impianto di altri serbatoi, della stessa tipologia, sottoposti a tali legge. Questo ne aumenterebbe la pericolosità. Sarebbe inoltre auspicabile adottare qualsiasi precauzione possa contribuire a prevenire incidenti come quello avvenuto il sabato di Pasqua presso il cantiere Enel.
I sindaci del comprensorio erano assenti alla conferenza dei servizi perché' non hanno chiesto di essere invitati,come può il sindaco di Tarquinia lamentarsi proprio di questo?
La legge non prevede la presenza alla conferenza dei servizi di altre istituzioni oltre al comune ospitante l'impianto in esame,poteva pero' partecipare come hanno fatto i cittadini (ma era questa l’intenzione?) che hanno chiesto,semplicemente, un audizione ai margini della conferenza.
Invece di ingannare i cittadini con scuse improponibili,se volesse il sindaco Mazzola protestare per non essere stato invitato,lo facesse ai suoi riferimenti partitici, proponendogli una legge sulla maggiore partecipazione alle conferenze dei servizi dei sindaci dei comuni limitrofi.
Il movimento no coke Alto Lazio si rende disponibile a tutti i sindaci del comprensorio che vorranno partecipare alla prossima conferenza dei servizi di TVN,per il rilascio dell’AIA.
Potrebbe essere l’occasione per ribadire il no al carbone e un’adeguamento ambientale piu severo,oppure le compensazioni economiche che stanno incassando da tre anni faranno desistere i sindaci alla partecipazione?.
Speriamo che ci contattino al piu presto,per credere ancora che sia interesse politico dei sindaci difendere la salute dei cittadini e del territorio.

Movimento Nocoke Alto Lazio

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23 febbraio 2010

6 marzo - MANIFESTAZIONE UNITARIA DEI MOVIMENTI CONTRO LE NOCIVITA’E LE DEVASTAZIONI AMBIENTALI DEL LAZIO

Il 6 marzo prossimo siamo chiamati a partecipare a una giornata di mobilitazione per uno sviluppo sostenibile.

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COMITATI UNITI DEL LAZIO PER LA DIFESA DELLA SALUTE, DELL’AMBIENTE E L’ AUTOGOVERNO DEI NOSTRI TERRITORI

Siamo donne e uomini che in questi anni hanno resistito all'aggressione dei loro territori da parte di chi vuole far profitto sulla salute e sull'ambiente. Siamo coloro che si sono opposti alla politica piegata agli interessi dei privati, quella politica che schiaccia i bisogni e le volontà delle popolazioni per favorire industriali e imprenditori che fanno profitto con lo sfruttamento della terra e dell’ambiente.

In questi ultimi anni le istituzioni comunali, regionali e nazionali hanno imposto con arroganza e autorità: centrali turbogas e a carbone, inceneritori e nuove discariche, la privatizzazione dell'acqua, mega aeroporti, mega autostrade, la TAV e come se non bastasse oggi si riparla di energia nucleare e a questo proposito il Lazio dovrebbe ospitare alcune centrali e siti per lo stoccaggio delle scorie.
Le popolazioni locali hanno risposto a tutto questo autorganizzandosi in Comitati e lottando in prima persona contro le multinazionali che si nascondono dietro ogni grande opera: ENEL, ENI, COLARI, CALTAGIRONE, AMA, ACEA, SORGENIA, IMPREGILO, ANSALDO...

Le nostre non sono solo battaglie in difesa della nostra salute e dell'ambiente, la nostra è una lotta per restituire il potere decisionale sui territori ai cittadini che vi abitano.

Non abbiamo bisogno di nuove centrali, inceneritori, autostrade, discariche, porti, aeroporti, centrali nucleari...
I nostri territori vanno risanati da mondezza e dai veleni, vogliamo una mobilità basata sul ferro, la nostra acqua deve essere pubblica, per questo scenderemo in piazza anche il prossimo 20 Marzo.

La volontà popolare deve essere rispettata, nulla deve essere deciso sulla nostra testa.

Per tutte queste ragioni chiamiamo le reti sociali, i coordinamenti territoriali, le assemblee permanenti, i comitati di quartiere i/le tanti/e cittadini/e che in questi anni si sono mobilitati contro le scelte sbagliate della Regione Lazio ad una

MANIFESTAZIONE UNITARIA DEI MOVIMENTI CONTRO LE NOCIVITA’E LE DEVASTAZIONI AMBIENTALI DEL LAZIO
Sabato 6 Marzo ore 15:00 in Piazza Santi Apostoli a Roma


Assemblea permanente NO FLY Ciampino, Comitato Fiumicino Resiste NO AL PORTO, Comitato NO COKE Alto Lazio, Comitato NO CORRIDOIO ROMA-LATINA, Comitato RISANAMENTO AMBIENTALE Guidonia, Coordinamento CONTRO L'INCENERITORE d'Albano, Rete dei Cittadini NO TURBOGAS Aprilia, Rete per la TUTELA della VALLE DEL SACCO

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14 febbraio 2010

Istituzioni assenti nella lotta all'inquinamento

"Non entriamo nel merito degli aspetti burocratico-amministrativi della gestione “politica “ della sanità regionale. Però non si può sottacere l’evidenza della cronica incapacità degli organi gestori a tracciare un percorso snello ed essenziale – senza sprechi e sacche di passività ed inefficienza – che penalizzano il malato e le famiglie incolpevoli.
Il Direttore generale della RmF Dr. Salvatore Squarcione ha individuato la causa primaria del disservizio sanitario esprimendosi senza infingimenti politichesi: “Non si conoscono a fondo i bisogni di sanità della popolazione

...La parola d’ordine da seguire è fare prevenzione...promuovere salute e prevenzione sul territorio: questa è la via da seguire!”. La collettività civitavecchiese e comprensoriale non è disposta a subire asserzioni di principio alle quali – sistematicamente - non segue una prassi operativa efficace e decorosa.
Rammentiamo al Dr .Squarcione le seguenti ovvietà concettuali e programmatiche: le Istituzioni sanitarie (anche la RmF) non sempre rispettano le norme applicative né stimolano i propri servizi di prevenzione e profilassi per la diagnosi e la susseguente terapia per le malattie da inquinamento (diffuso e professionale); nessuna Istituzione rispetta il dovere di informare la cittadinanza dei rischi, sia cronici sia acuti, diffondendo i dati epidemiologici rilevati da organismi pubblici scientifici (ci riferiamo ai vari Osservatori regionali, provinciali e comprensoriali).
I Sindaci del nostro comprensorio sono i detentori del potere statale che li responsabilizza in prima persona rispetto alla tutela del diritto alla salute della collettività. E’ lampante la cronica omissione di questo dovere da parte delle autorità amministrative comunali verso (o contro) le quali non c’è potere repressivo che muova un dito!
Il Direttore Dr . Squarcione – invece – nella duplice veste istituzionale e professionale medica (art 5 del codice deontologico) dovrebbe pretendere a gran voce i controlli sui tassi d’inquinamento indotti dagli opifici energetici, dal traffico navale e veicolare, dalle effusioni dei depositi costieri di carburanti, dai miasmi e dai percolati delle discariche pubbliche etc..
La prevenzione delle patologie indotte dalle sostanze inquinanti inizia dalla conoscenza in tempo reale delle fonti che disseminano tossici aeriformi poi ricadenti al suolo o sui bacini idrici, percolando nel terreno e aggredendo i prodotti alimentari. Se non si monitorizza il grado della pervasività inquinante non si può iniziare nessuna vera prevenzione e si sarà travolti dalle patologie cardiorespiratorie, neoplastiche, mutagene, che richiederanno risorse economiche ingenti e spesso poco efficaci perché tardive.
La prima cura è la prevenzione. La prevenzione poggia sulla metodica conoscenza dei fattori di rischio. E’ bagaglio conoscitivo di ogni essere consapevole. E allora: perché non stimolare l’Osservatorio epidemiologico regionale e il Servizio tutela aria–energia della Provincia di Roma a fornire dati statistici sull’incidenza delle malattie da inquinamento se è vero che la Sua Asl non ha compiti specifici di controllo della qualità dell’aria o delle ricadute degli inquinanti al suolo? Perché non indagare a fondo sulla veridicità dell’assunto che “numerosi studi epidemiologici dimostrano una presenza – nella popolazione di Civitavecchia – di malattie di origine occupazionale e ambientale in eccesso rispetto alla popolazione regionale?”. Perché (se – come asserisce il nostro Sindaco Moscherini – il vero Osservatorio ambientale risiede al Tavolo della salute regionale) non si pretende dalla Regione Lazio un impegno concreto – in uomini e mezzi – per istituire centri territoriali idonei a fare prevenzione e cura delle patologie broncopneumologiche, cardiovascolari, oncologiche e genetiche scientificamente correlate alle fonti d’inquinamento?
Ci domandiamo – delusi e offesi nei nostri elementari e irrinunciabili diritti – “Chi è responsabile dei mancati controlli sull’impatto ambientale e sulla prevenzione delle malattie da inquinamento?”. Noi, che siamo parte integrante della società civile e vorremmo credere ancora nello Stato di diritto, ci appelliamo alle Istituzioni di garanzia perché vorremmo che l’art.32 della Costituzione non continui ad essere un pleonasmo giuridico o un mito per poeti e visionari.

Coordinamento dei comitati contro il carbone"

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