No al carbone Alto Lazio

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7 maggio 2009

Azione di Greenpeace al ministero dell'Ambiente

Nuova azione di Greenpeace:

http://www.greenpeace.org/italy/news/riconversione-porto-tolle

"Roma, Italia — Questa mattina abbiamo manifestato di fronte al Ministero dell'Ambiente per dire no alla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle. Oggi la Commissione di Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) discuterà il via libera alla riconversione che regalerà all'Italia altri 10 milioni di tonnellate di emissioni di CO2."

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29 aprile 2009

Tolle a Porto Balle...

Greenpeace risponde: "Riduzione delle emissioni a Porto Tolle? Balle spaziali"

Roma, Italia — “Respingiamo al mittente le accuse di disinformazione. Disinformazione la fa chi parla di ‘carbone pulito’, chi si lascia strumentalizzare dai grandi interessi industriali che non guardano in faccia a nessuno, tanto meno alla salute dei lavoratori. La verità è che le emissioni di CO2 della nuova centrale non saranno affatto ridotte ma aumenteranno passando da circa un milione e mezzo nel 2006 a oltre 10 milioni” così Francesco Tedesco, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace, risponde alle dichiarazioni del Comitato d’Azione dei Lavoratori della centrale Enel di Porto Tolle.

Greenpeace non rientra nel partito degli ambientalisti del “NO”, ma in quello degli ambientalisti del fare rispettando l’ambiente, e il carbone non lo rispetta. Sia perché la conversione della centrale verrà avviata in deroga alle leggi che proteggono l’ambiente, sia perché il passaggio di oltre 3000 chiatte all’anno per il trasporto del carbone in un Parco Naturale patrimonio dell’umanità per l’UNESCO è una vera mostruosità.

Greenpeace ricorda invece che alternative concrete e pulite al carbone esistono. L’impianto potrebbe essere “ambientalizzato” per ridurre le emissioni senza convertirlo a carbone, si potrebbe utilizzare il gas in arrivo dal nuovo vicinissimo terminal gasiero di Porto Levante, si potrebbe decidere di puntare sulle fonti rinnovabili creando molti più posti di lavoro sul territorio, come hanno fatto Austria e Germania, Paesi leader nelle rinnovabili.

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6 aprile 2009

Sadomasochismo al governo

COMUNICATO CONGIUNTO
Greenpeace - Legambiente -WWF

"Blitz inaccettabile per la riconversione di Porto Tolle a carbone"

Introdurre un emendamento approva centrali a carbone in un DL sugli incentivi anti crisi da sottoporre alla fiducia del Parlamento ? un inaccettabile inganno da prestigiatore contro le norme italiane ed europee. Invece che puntare sulle rinnovabili, come USA, Germania e altri Paesi leader nel mondo, l'Italia torna al carbone e al nucleare, una scelta di retroguardia che non tiene conto dello scenario internazionale di promozione delle tecnologie verdi in campo energetico e ambientale.



La conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, nel bel mezzo di un parco naturale patrimonio dell'Umanit? per l'UNESCO, comporter? impatti devastanti per il delicato ambiente del Delta del Po, come il passaggio di 3000 chiatte all'anno per portare il carbone all'impianto.

Con questo emendamento il Governo approva una deroga inaccettabile alla Legge Regionale che istituisce il Parco Naturale e che vieta espressamente l'utilizzo del carbone, permettendo la riconversione del nuovo impianto che aggiunger? 10 milioni di tonnellate di CO2 ai ritardi dell'Italia rispetto agli obblighi di riduzione previsti dal Protocollo di Kyoto.

Le 12 centrali a carbone attive in Italia hanno prodotto nel 2007 il 14% del totale dell'energia elettrica a fronte di un'emissione del 30% dell'anidride carbonica emessa per la produzione complessiva di elettricit?.

Con questo "blitz" il Governo fa carta straccia degli impegni internazionali per la riduzione delle emissioni di gas serra, per i quali l'Italia ? gi? inadempiente, e dei nuovi impegni europei per lo sviluppo delle fonti rinnovabili al 2020. Una politica energetica ottusa e antistorica che riporta il Paese al medioevo energetico, proprio mentre il resto del mondo guarda con fiducia a una nuova rivoluzione tecnologica pulita, efficiente e rinnovabile per salvare il Pianeta dai cambiamenti climatici e per creare nuovi milioni di posti di lavoro verdi con cui affrontare la crisi economica. Greenpeace, Legambiente e WWF commentano cos? in una nota congiunta la norma che d? il via libera alla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle.
Roma, 3 aprile 2009


Gli Uffici stampa
Greenpeace
Ufficio stampa Greenpeace +39 06 68136061 (int.211)
Vittoria Iacovella, addetta stampa, +39 348 3988615
Francesco Tedesco, Responsabile Energia e Clima, +39 348 0856944

Legambiente (06.86268379-76-53-99)

WWF (06.844971)

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3 dicembre 2008

Inquinamento e distruzione del nostro ecosistema: vicini al punto di non ritorno, mentre enel spaccia altre menzogne sui suoi investimenti "puliti"

Sui media è in atto una campagna di enel che propaganda la necessità di una svolta nelle abitudini di consumo degli utenti, e soprattutto i suoi nuovi investimenti "puliti" per energia "pulita": quella prodotta tramite il carbone, ma usando la "cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica nel sottosuolo". Chi conosce il problema sa che si tratta per ora di UNA CHIMERA, UN FALSO, QUALCOSA CHE NON PUO' ESSERE REALIZZATO OGGI, e molti probabilmente destinato a non essere MAI REALIZZATO: per alcune difficoltà tecniche ancora insuperate, per gli altissimi costi e i bassi rendimenti eneregetici complessivi con l'uso di simili tecnologie, ancora in fase di studio.

Tutto per continuare a perseguire con ogni sporco mezzo lo sporco lucro, ma con la faccia ripulita di fronte all'opinione pubblica: come giustificare in un momento come questo il ricorso massiccio al carbone, altrimenti? La vergogna, crediamo, dovrebbe coinvolgere anche i responsabili dei canali mediatici che si prestano per l'operazione (certo ben remunerati). Un esempio è Radio Deejay, con Linus che recita un comunicato della cui tristezza probabilmente non è conscio...O almeno è quanto speriamo.

Intanto, alla Conferenza ONU sul clima, Greenpeace si presenta con una scultura di legno e carbone:

"Polonia — All’apertura della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, Greenpeace chiede che i governi riuniti a Poznan prendano misure urgenti e concrete per evitare cambiamenti climatici catastrofici. Attivisti dell’organizzazione hanno segnato l’apertura dei lavori presentando una scultura, di legno e carbone, alta tre metri raffigurante il nostro fragile Pianeta spazzato via da un’ondata di anidride carbonica. Il legno simboleggia la distruzione delle foreste tropicali, responsabile di circa un quinto delle emissioni globali di CO2. Il carbone è la prima singola causa del riscaldamento globale, con oltre un terzo delle emissioni provenienti dalla sua combustione. La scultura ‘Planet Earth: Tipping Point’ dell’artista Ruut Evers rimarrà esposta fino al termine delle negoziazioni per ricordare ai delegati che siamo prossimi a un punto di non-ritorno.

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Partecipa alla CYBER-AZIONE per un futuro libero dai rischi dell'OGM

"Il governo austriaco ha pubblicato uno studio molto preoccupante sui rischi sanitari legati agli OGM: topi nutriti con mais transgenico hanno mostrato effetti negativi sulla fertilità, generando meno prole rispetto a topi alimentati con mais non-OGM. Questo dimostra quanto poco sappiamo degli organismi geneticamente modificati e del loro impatto a lungo termine sulla salute e sull’ambiente. Dimostra anche quanto sia lacunosa l’attuale procedura di valutazione dei rischi a livello europeo.

Ora abbiamo un’occasione d’oro: il prossimo 4 dicembre i ministri dell’Ambiente europei si riuniranno per decidere se rafforzare o meno il sistema di valutazione dei rischi OGM."

MANCA 1 giorno AL VOTO DEL CONSIGLIO DELL’AMBIENTE EUROPEO!! SCRIVI SUBITO AI MINISTRI!

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"Contro i nuovi barbari del clima"

Da Greenpeace.it
Alla fine, comunque, gli inquinatori hanno vinto: la case automobilistiche restano libere di inquinare per altri 10 anni senza nuovi regolamenti e restrizioni.



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20 novembre 2008

Gli OGM mettono a rischio la fertilità?

Da Greenpeace.it
"Roma, Italia — Un’alimentazione a base di organismi geneticamente modificati potrebbe compromettere la capacità riproduttiva.
E’ quanto sostiene uno studio pubblicato dal governo austriaco, di una delle pochissime analisi di lungo termine mai condotte sul tema. La fertilità dei topi nutriti con mais OGM ne è risultata molto indebolita, rispetto a topi alimentati con alimenti naturali. Considerando la gravitá delle potenziali minacce riguardo la salute e la riproduzione umana, Greenpeace chiede il ritiro di tutti gli alimenti e i prodotti OGM dal mercato mondiale.


Lo studio, commissionato dal ministero austriaco per l’Agricoltura e la Salute, é stato presentato dal Dott. Jürgen Zentek, professore di medicina veterinaria presso l’Universitá di Vienna e coordinatore del progetto. Queste le scoperte: i topi nutriti con mais OGM hanno dato vita ad una prole nella terza e quarta generazione ridotta di numero e di peso, e tali differenze sono statisticamente rilevanti. I topi alimentati con mais non-OGM si sono riprodotti in modo piú efficiente.

“Il cibo OGM sembra agire come agente di controllo delle nascite, portando potenzialmente alla sterilità. Se questa non é una ragione sufficiente per chiudere completamente l’industria agroalimentare biotech una volta per tutte, non so che altro genere di disastro stiamo aspettando.- afferma Federica Ferrario, responsabile campagna OGM di Greenpeace Italia- Giocare alla roulette genetica con il nostro cibo é come giocare alla roulette russa con consumatori e salute pubblica”.

Di proprietà della Monsanto, la varietá di mais OGM (NK 603 x MON 810), testata in questo studio, é tollerante ad un erbicida e resistente ad un determinato parassita. É stato approvato per la coltivazione e l’uso come alimento in diveri stati, fra cui USA, Argentina, Giappone, Filippine e Sud Africa. In Europa e in Messico, é autorizzata per l’uso in alimenti e mangimi.

“L’Efsa ha dato luce verde per un OGM che ora é dimostrato essere una potenziale minaccia per la salute. Come é possibile affidarsi esclusivamente ai dati della Monsanto e dare l’ok all’autorizzazione? Il panel OGM dell’Efsa dovrebbe essere sospeso immediatamente e sostanzialmente riformato fino a quando sará realmente in grado di di valutare i rischi connessi agli OGM. L’Efsa dovrebbe trasformarsi in una agenzia che protegge i consumatori e non gli interessi economici della Monsanto.” conclude Ferrario.

Greenpeace chiede agli stati membri di attivare immediatamente le clausole di salvaguardia nazionale e il divieto all’importazione per il mais NK603 x MON810, l’ NK603 il MON810. Chiede che l’Unione europea sospenda tutte le autorizzazioni di prodotti OGM."

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27 ottobre 2008

Una rivoluzione per il nostro unico ambiente di vita possibile.

Greenpeace, Roma.
"Affrontare il cambiamento climatico attraverso una "rivoluzione energetica" pulita permetterebbe di risparmiare circa 14mila miliardi di euro nella spesa in combustibili fossili, oltre a sostenere l'occupazione. È lo scenario tracciato dal nuovo rapporto "Energy [R]evolution", presentato oggi da Greenpeace International ed EREC (European Renewable Energy Council)" Vedi la fonte originale e l'articolo di Repubblica.

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Greenpeace: azioni contro il carbone in Sardegna e a Genova

Dopo la nuova tappa a Civitavecchia, Greenpeace ancora in azione in Sardegna (incassando un ottimo risultato a Fiumesanto) e successivamente a Genova, per il terzo assalto di questa nuova mobilitazione.

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20 ottobre 2008

"No carbone. Seconda tappa in Sardegna!"

Comunicato di Greenpeace Italia
"Caro/a amico/a,

Continua il tour dell’Arctic Sunrise contro il carbone. Seconda tappa, la centrale di Fiume Santo in Sardegna. Questa mattina, infatti, gli attivisti di Greenpeace hanno bloccato il nastro trasportatore dell’impianto, oggi proprietà di E.ON. La protesta è contro i piani di espansione del carbone della Regione Sardegna. Perché la vera alternativa è rilanciare l’eolico nell’isola, creando così oltre 7.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020.

Il “Quit Coal Tour” – cominciato giovedì scorso con un’azione alla centrale di Civitavecchia – punta a diffondere in Europa il messaggio di una rivoluzione energetica pulita in vista della Conferenza sui Cambiamenti Climatici dell’ONU del prossimo dicembre. Fonti rinnovabili ed efficienza energetica sono fondamentali per ridurre le emissioni di CO2 e creare nuove opportunità di lavoro.

La Regione Sardegna deve rivedere la proposta del suo piano energetico e togliere ogni limite all’eolico. L’ostilità del governatore Renato Soru all’energia prodotta dal vento blocca migliaia di posti di lavoro per far spazio al carbone. La Sardegna è una regione strategica per lo sviluppo dell’eolico in Italia. Secondo il rapporto presentato recentemente da ANEV, la Sardegna potrebbe installare – nel pieno rispetto del paesaggio e dell’ambiente – circa 1750 MW al 2020, dando occupazione a oltre 7.000 persone, producendo circa 3 miliardi di kilowattora (il 25% del consumo interno della regione). Prodotta con il carbone, questa energia emetterebbe oltre 2 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

Come sai, tutto ciò rischia di allontanare ulteriormente l’Italia dagli obiettivi italiani di riduzione delle emissioni di gas serra, previsti dal Protocollo di Kyoto contro i cambiamenti climatici. Il ritardo che il nostro paese ha finora accumulato, infatti, è pari a 50 milioni di tonnellate l’anno. Se non lo hai già fatto, firma la petizione di Greenpeace. per chiedere al governo una moratoria sulle centrali a carbone e una rivoluzione energetica pulita E invita tutti i tuoi amici a fare lo stesso.

Grazie per il tuo aiuto!

Francesco Tedesco
Campagna Energia e clima
Greenpeace Italia

PS: Spedisci questo messaggio a tutti i tuoi amici interessati a combattere i cambiamenti climatici."

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16/10/2008, Greenpeace ancora in azione a TVN

Per saperne di più: vedi il sito ufficiale di Greenpeace.
Qui l'articolo di Repubblica.it

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14 agosto 2008

Gravi irregolarità nella costruzione della centrale nucleare finlandese Olkiluoto 3. I lavori devono essere fermati.


Segue una traduzione sommaria dal testo originale di "Safety procedures in disarray at Finland’s Olkiluoto 3 nuclear construction site", un report di Greenpeace che spiega come siano state rinvenute gravi irregolarità nella costruzione della centrale nucleare di Olkiluoto 3: irregolarità che vanno a costituire una minaccia per la pubblica sicurezza, in quanto possibili cause di incidenti nucleari.
Secondo Greenpeace è tempo di bloccare i lavori di costruzione dell'impianto per far luce sulla vicenda.

"Greenpeace ha potuto prendere visione di documenti che mostrano come la compagnia francese Areva stia sostanzialmente lasciando irrisolti alcuni problemi riguardanti procedure di sicurezza di importanza fondamentale nell'impianto nucleare di Olkiluoto, in Finlandia.
Lo stesso impianto ormai sarà terminato con 2, 3 anni di ritardo rispetto ai tempi previsti, con una spesa del 70% maggiore a quella preventivata, con almeno 1500 errori tecnici occorsi durante la costruzione (finora), oltre a un incendio scoppiato nell'impianto: in questo quadro è difficile parlare di sicurezza al 100% del reattore.
I documenti in possesso di Greenpeace mostrano che durante la costruzione della struttura interna di acciaio che si trova alla base di questo che sarà il più grande reattore del mondo, i saldatori impiegati hanno lavorato per almeno un anno senza disporre di istruzioni precise riguardanti le saldature da effettuare, ed in più non c'è stato alcun tipo di controllo della qualità di quelle saldature.
Una ditta sub-appaltatrice della Areva, la Bouygues, non ha impiegato alcun supervisore per la qualità delle saldature effettuate per più di un anno, e tutt'ora è sprovvista di queste figure. Tutto ciò che il suo Staff direttivo ha avuto a disposizione sono state due settimane di addestramento specifico, e non vi figurano qualifiche elevate (lauree e/o riconoscimenti di livello internazionale) [...]
Area, l'autorità Finlandese per la sicurezza nucleare denominata STUK, e la compagnia energetica nazionale TVO sono state avvertite dell'esistenza delle suddette gravi problematiche, e nonostante questo non vi sono stati provvedimenti. Saldature mal eseguite nella suddetta struttura possono essere tra le cause di incidenti nucleari, visto che che sia il reattore che il suo sistema di raffreddamento vi sono interamente poggiati sopra.
Se queste sono le modalità con cui è stato realizzato l'impianto, certo non possiamo attenderci di meglio, ora che saranno montati i vari componenti del reattore, o i sistemi elettronici di sicurezza.
[...]
Ciò che è peggio è che tutto questo ricorda da vicino altre storie tristemente simili. Ispezioni effettuate presso l'impianto EPR a Flamanville, in Francia, hanno mostrato che un quarto almeno di quel tipo di saldature non erano a norma, in concomitanza con incrinature riscontrate alla base del reattore stesso. Quando sono venuti alla luce questi particolari, si è scoperto che sempre la sopra citata ditta Bouygues era la resaponsabile principale dei lavori; l'ente francese ASN a questo punto ha bloccato i lavori di costruzione.
Com'è potuto accadere tutto questo? In Finlandia (ma la nostra tradizione italiana è difficilmente battibile in questo territorio, NDR), sembra che all'origine di questi difetti ci sia il tentativo da parte delle compagnie costruttrici di riparmiare su materiali ed altro. Addirittura gli standard di qualità previsti nei contratti tra Areva e TVO sono a dir poco criticabili [...] ed è chiaro il fallimento di STUK e TVO nel far rispettare le procedure di sicurezza comunque previste, i lavori sono proseguiti, impedendo di verificare ed eventualmente correggere irregolarità che potrebbero avere gravi conseguenze.
[...]
Tutto questo mostra come sia fuorviante e ingannevole parlare di sicurezza degli impianti nucleari. L'INDUSTRIA DIMOSTRA UNA VOLTA ANCORA DI NON SAPER MERITARE LA FIDUCIA DEL PUBBLICO, DI NON PRATICARE UNA COMUNICAZIONE ONESTA (il grassetto è nostro, NDR).
[...]
Nessuno di noi vorrebbe mai volare in un aereo, guidare una macchina, o vivere in una casa in cui sappiamo esserci falle nella costruzione e nel rispetto di standard di sicurezza. Vista l'entità del rischio cui simili problematiche ci espongono -enormi, incalcolabili a salute, ambiente, economia, non possiamo permetterci di tollerare questa disonestà
[...] La pubblica sicurezza deve avere primaria importanza rispetto al profitto. I responsabili devono prendere su di loro la paternità e le conseguenze del loro cattivo operato, dove questo è appurato.

Ora i lavori di costruzione di Olkiluoto 3 devono essere bloccati."

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29 luglio 2008

Australia, spettacolare azione di Greenpeace

clicca per vedere il video

Australia. Arrestati oggi dalla polizia 9 attivisti di Greenpeace per aver dipinto slogan contro il carbone su 10 navi, presso il porto australiano di Mackay, in Queensland (uno dei piu' grandi porti di esportazione di carbone al mondo, ma anche uno dei territori migliori al mondo per sviluppare energia da Sole, grazie alle le sue caratteristiche)
Clicca qui per saperne di più

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26 luglio 2008

Austria blocca mais ogm MON863. Intervento di Greenpeace

Roma, Italia — "Analisi di laboratorio mostrano chiaramente che il mais MON863 produce segni di tossicitá per gli animali, ció nonostante la Commissione europea continua a permettere l’ingresso di questo Ogm nella filiera alimentare." denuncia Federica Ferrario, responsabile campagna OGM di Greenpeace "È decisamnete preoccupante che il sistema autorizzativo europeo per gli Ogm non riesca a identificare questi pericoli, un chiaro segnale che una riforma radicale è quantomai necessaria."
L'articolo continua qui

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24 luglio 2008

Giappone, scandalo carne di balena: rilasciati gli attivisti di Greenpeace




Dal sito di Greenpeace.it
"Tokyo, Giappone — Junichi Sato e Toru Suzuki sono stati rilasciati su cauzione. I due attivisti di Greenpeace erano stati arrestati il 10 giugno. Per aver intercettato una scatola di carne di balena di contrabbando. Ora che gli attivisti sono liberi, una domanda resta senza risposta: quando verranno arrestati i veri colpevoli?

Agli inizi di quest'anno, lavorando sulle informazioni fornite da un operaio della Kyodo Senpaku - la compagnia che controlla le operazioni della flotta baleniera giapponese - Greenpeace aveva seguito lo scarico di carne di balena contrabbandata dalla nave Nisshin Maru alle abitazioni dei membri dell'equipaggio. Uno dei quattro scatoloni destinati allo stesso indirizzo privato era stato intercettato da Greenpeace per ispezionarne il contenuto.

Questo scatolone, contenente carne di balena di prima scelta per un valore di oltre 3 mila dollari - ma contrassegnato come se racchiudesse "cartone" - era stato mostrato in una conferenza stampa il 15 maggio, prima di venir consegnato al Procuratore Distrettuale di Tokyo che ha improvvisamente fermato la sua indagine il 10 giugno, il giorno dell'arresto dei due attivisti.

Junichi e Toru sono stati trattenuti per 26 giorni. La loro storia ha suscitato diverse azioni di denuncia. Più di 30 Ong hanno firmato una petizione in proposito. Lo scorso lunedì, Amnesty International ha inviato una lettera dai toni decisi al Primo Ministro giapponese chiedendo il rilascio di Junichi e Toru.

Quasi 250.000 persone hanno mandato un messaggio al Governo giapponese per il rilascio dei due attivisti e per la riapertura dell'indagine sullo scandalo del contrabbando di carne di balena. Richiesta supportata da proteste di Greenpeace in tutto il mondo di fronte alle ambasciate e ai consolati giapponesi. Anche in Italia."

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12 luglio 2008

La Thailandia in rivolta contro il carbone

Report dalla Rainbow Warrior, nave ammiraglia di Greenpeace: nella provincia del Prachuab Kiri Khan (PKK), in Thailandia, una flotta di imbarcazioni da pesca accoglie con manifestazioni di gioia l'arrivo della nave di Greenpeace. Le popolazioni locali sono impegnate in una mobilitazione sempre più importante, contro lo scempio dell'uso del carbone a scopi energetici.
"I cannot describe my feeling other than I am absolutely overwhelmed.

The Rainbow Warrior sailed to the province of Prachuab Kiri Khan (PKK), home to one of the strongest community oppositions against coal in Thailand. A fleet of over 30 fishing boats full of people wearing the movement’s green T-shirts greeted the Rainbow Warrior on its arrival. A fantastic welcome followed and you could literally feel what a symbol of hope the ship is. Over 1000 people had gathered from all over the province. These communities have a fantastic track record of success regarding shelving plans to construct coal fired power stations along their stunning coast.

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30 giugno 2008

"Scelte illuminate"

Roma, Italia — Greenpeace presenta la classifica "Scelte illuminate" sull'impegno della grande distribuzione a rimuovere le lampadine incandescenti dai propri scaffali, prima del bando al 2011 approvato con la scorsa finanziaria. Perché aspettare il 2011 se la tecnologia sprecona può essere mandata in pensione subito? Il "10 e lode in efficienza" va a Leroy Merlin. Al secondo posto Coop e al terzo Ikea. In fondo alla classifica Esselunga.
CLicca qui per leggere l'articolo originale

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12 giugno 2008

L'irresponsabile speculazione di Enel su Mochovce.


Enel ha deciso di investire 1,9 miliardi di euro nel completamento dei due pericolosi reattori nucleari di Mochovce, in Slovacchia. Si tratta di reattori sovietici di seconda generazione anni ’70 che non hanno alcun guscio di contenimento in grado di proteggerli da incidenti gravi, come l’impatto di un aereo.
Questa mattina - in occasione dell'assemblea degli azionisti del Gruppo - attivisti di Greenpeace "in giacca e cravatta" hanno anche consegnato un “regalo” all’amministratore delegato Fulvio Conti: un plastico dei reattori di Mochovce distrutti dall’impatto di un aereo.
All'interno dell'assemblea degli azionisti è intervenuta Fondazione Culturale Responsabilità Etica che - con il sostegno di Greenpeace e CRBM (Campagna per la riforma della Banca Mondiale) – ha portato all'attenzione degli investitori un documento di forte critica alla politica energetica di Enel pro carbone e pro nucleare. È la prima attività di “azionariato critico” in Italia (vedi qui per approfondimento).

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30 maggio 2008

Siamo tutti con Greenpeace


29 Maggio 2008 - La nave ammiraglia di Greenpeace "Rainbow Warrior" nelle Filippine, in una nuova azione contro il carbone.

Roma, Italia — La nave ammiraglia di Greenpeace ha bloccato un carico di carbone nelle Filippine presso la centrale di Pigbilao. Obiettivo: protestare contro i piani di espansione dell'impianto e ricordare ai Ministri dell'ambiente dei Paesi del G8 riuniti a Kobe, in Giappone, che il carbone è la prima causa del cambiamento climatico. Lo stop al carbone per produrre elettricità dovrebbe essere tra i primi punti in agenda di tutti Governi.
Nonostante le Filippine siano il primo Paese al mondo per danni subiti dai cambiamenti climatici, il Governo ha intenzione di espandere la centrale a carbone di Pigbilao e aprire otto nuovi impianti.
La Rainbow Warrior ha bloccato per tre giorni la nave carboniera "Medi Firenze" nelle operazioni di carico e scarico del carbone presso la centrale, impedendo anche che la nave "Sam John Spirit" potesse avvicinarsi con un ulteriore carico. In seguito all'attività di Greenpeace diversi politici locali e senatori hanno supportato la richiesta di bandire il carbone e imporre una moratoria nelle Filippine sulla costruzione di nuove centrali a carbone. Per proteggere il clima.

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6 maggio 2008

Perché le tecnologie "carbon capture and storage" non rappresentano una via praticabile


Le cosiddette CCS (carbon capture and storage) tecnologie di stoccaggio dell'anidride carbonica nel sottosuolo, a dispetto di quanto dichiarato dalle lobbies del carbone, non potranno dare alcun contributo per preservare il nostro pianeta. I motivi sono chiari:

  • le CCS non saranno pronte (ammesso che lo saranno mai) prima di un decennio;
  • il dispendio energetico per mettere in pratica le CCS sarebbe enorme;
  • stoccare enormi quantità di gas nel sottosuolo è troppo rischioso;
  • le CCS saranno troppo costose;
  • le CCS distolgono l'attenzione dal veri problemi dello sviluppo e della produzione energetica;
  • l'unica via per il futuro (già dal presente!) sono le energie rinnovabili.
vedi qui per l'articolo originale di Greenpeace

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