No al carbone Alto Lazio

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13 aprile 2011

Aiuta Greenpeace per il suo World Record, e togli l'amicizia al carbone

Greenpeace ci chiede di partecipare a questo World Record, postando 50.000 commenti su Facebook in 24 ore. La pagina da commentare è quella della campagna per alimentare i server di Facebook con energie rinnovabili, e si chiama "Unfriend Coal" (trad. "togli l'amicizia al carbone") www.facebook.com/UnfriendCoal

"Vuoi aiutarci ad entrare nel nuovo Guinness dei Primati Mondiale commentando la scelta energetica di Facebok?

Segui questi passi:

  1. Per commentare questo post devi prima cliccare ‘mi piace’ sulla pagina www.facebook.com/UnfriendCoal
  2. Lascia un commento a sostegno delle energie rinnovabili
  3. Tagga (@ nome) 10 amici nel tuo commento per invitarli ad aderire al tentativo di record mondiale
  4. Ripeti! Si può commentare più di una volta. Tutti i tuoi commenti saranno conteggiati nel tentativo di record! (Attenzione ragazzi, dopo 30 commenti venite automaticamente bannati dal thread!)
  5. Condividi questa nota sul profilo e spargi la voce tra i tuoi amici!

Cosa devo scrivere? QUALSIASI commento conterà (ad esempio, "Vai Greenpeace"), ma siamo qui per un motivo: vogliamo che Facebook usi energia rinnovabile per alimentare i suoi data-center ENORMI, e che dica no ('Unfriend') a carbone e nucleare. Lascia un messaggio per il personale di Facebook, o dicci perché sei in favore delle rinnovabili – mostreremo i tuoi commenti in diretta fuori dalla sede di Facebook in California! Fai domande! Esprimi la tua opinione!

I 50 migliori commentatori di tutto il mondo riceveranno la nostra maglietta 'Facebook Unfriend coal”! Sceglieremo i migliori commentatori in base al numero di commenti postati (duplicati dei commenti sono permessi), il numero di amici taggati e la qualità dei commenti!

Per ulterior informazioni sulla campagna visita www.greenpeace.org/unfriendcoal

100% rinnovabile è possibile. Dai un'occhiata al nostro progetto di Energy [R]evolution: www.greenpeace.org/energyrevolution

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8 marzo 2011

La provincia di Reggio Calabria mobilitata contro il carbone a Saline

Il Comitato No Carbone di Saline J., ha indetto per sabato 12 marzo ore 10.00 presso l'Impianto Polifunzionale di Saline una seconda assemblea pubblica (dopo quella del 6 novembre scorso), per ribadire ancora una volta il nostro NO al Carbone e rilanciare la nostra "vision" di sviluppo per il territorio.

Il comunicato del Comitato N.C. di Saline:

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8 febbraio 2011

Savona, convegno nazionale sul carbone


Venerdì 18 febbraio, una serata… fin troppo importante per chi si occupa di ambiente e salute e per chi vuole risposte sui due “temi caldi” savonesi, ovvero centrale a carbone e piattaforma Maersk: infatti sono stati organizzati contemporaneamente due appuntamenti, il convegno al Chiabrera sul carbone (organizzato da Uniti per la Salute Onlus in collaborazione con la libreria UBIK) e quello alla SMS Baia dei pirati di Vado ligure sulla piattaforma (organizzato da Amare Vado).
Sicuramente una “svista” organizzativa, considerando il fatto che il target è quasi completamente sovrapponibile, perché quasi tutti i cittadini interessati a un argomento lo sono anche all’altro: ci auguriamo quindi che “Amare Vado” riesca a
spostare la serata sulla piattaforma, visto che per ovvi motivi sarebbe assolutamente impossibile rimandare l’appuntamento al Chiabrera (il teatro savonese è denso di impegni e occorrono almeno 3-4 mesi per programmare un evento in questa location).

Nella speranza che ci venga comunicata quanto prima una nuova data per la SMS Baia dei Pirati, ricordiamo che l’incontro pubblico al teatro Chiabrera di Savona, dal titolo “Potenziamento a carbone: punto di non ritorno?”, inizierà alle ore 21 e cercherà di dare risposte a tutte le domande che i cittadini si pongono da anni e a cui, molto spesso, non hanno avuto risposte soddisfacenti.
Interverranno il dottor Ugo Trucco, Presidente dell’Ordine dei medici di Savona, il dottor Marco Stevanin, esperto ambientale già membro della commissione nazionale VIA-VAS, il dottor Fabrizio Bianchi, ricercatore del CNR ed esperto in VIS, e in videoconferenza il dottor Giovanni Ghirga dell’ISDE, portavoce dei medici per l’ambiente del Lazio.
La scelta dei relatori è stata basata sull’esigenza di dare un respiro nazionale, e non solo territoriale, al convegno, che infatti vedrà anche la partecipazione di cittadini di tutta Italia che vivono in zone interessate dalle ricadute di centrali a carbone, tutti impegnati in una difficile lotta contro i poteri forti in difesa della propria salute.

ATTENZIONE: poiché gli interventi previsti sono molto numerosi, difficilmente ci sarà la possibilità di far seguire al convegno un dibattito pubblico, come si era sperato inizialmente: Uniti per la Salute invita quindi tutti i cittadini che hanno domande, dubbi, quesiti da porre di INVIARLI PREVENTIVAMENTE all’indirizzo e-mail unitiperlasalute@libero.it
TUTTE la domande saranno prese in considerazione e si cercherà di fornire una risposta esauriente a tutte, durante il convegno.
Una serata da NON PERDERE assolutamente, a cui dovrebbe partecipare l’intera popolazione della Provincia visto che siamo tutti interessati dalle ricadute ambientali della centrale.

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20 gennaio 2011

Art Mob contro l'ecomostro a carbone di Brindisi

Da Brundisium.net
"Oggi Giovedì 20 gennaio 2011 sulla spiaggia prospiciente la centrale "eco-mostro" Enel Federico II di Cerano prenderà forma un evento di denuncia singolare e dalla carica simbolica a dir poco suggestiva.
Un gruppo di artisti salentini e piemontesi (Pandemia 011, Franco G. Livera, Mina D'Elia) unendo le loro sensibilità artistiche darà vita ad un'originale e singolare Art Mob, un vero e proprio evento artistico di forte denuncia che prenderà vita alle ore 11.00 ai piedi dello sconcertante Orco di Cerano dispensatore di velenosissimi fumi per il Salento e la Puglia.

Seguendo una ritualità nata dalla rete degli ormai famosi Flash-Mob, vere e proprie performance artistiche di gruppo, artisti salentini e piemontesi costruiranno un ambiente decontestualizzato e di riappacificamento tra l'uomo e la natura ornando il territorio con ben 43 coloratissime cravatte che attraverso il gesto artistico, il simbolismo di innata eleganza e la potenza espressiva della vivacità e gioia di vivere dei loro colori daranno per la prima volta, dopo un lunghissimo periodo di buoi dell'anima e della sua felicità, un'autentica voce attraverso la performance a tutti quei cittadini che nel silenzio assordante delle Istituzioni e nell'arroganza delle Lobbies dell'Energia da anni subiscono ripetuti soprusi e angherie pagando pesantemente, sempre più spesso, con gravissime e letali patologie legate alla costante e devastante attività inquinante della Centrale elettrica a Carbone di Cerano, dispensatrice di fumi altamente tossici prodotti dalla combustione del Carbon Fossile, centrale devastante che si è meritata a livello internazionale lo sconcertante primato europeo di quantità di emissioni tossiche e inquinanti emesse, a seguito di emineti studi realizzati circa la tossicità ambientali e per questo oramai resa tristemente famosa quale l' "Orco di Cerano".
L'arte per pochi minuti ridarà vita purificando, concettualmente, quei luoghi di sofferenza e devastazione e dignità a tutti i cittadini salentini funestati e schiavizzati da questa "tirannia energetica" ridando dignità, bellezza e rispetto per una terra oramai divenuta luogo di scempio e di conquista da parte di disumane multinazionali dell'energia, sia essa energia prodotta da fonte fossile che energia prodotta da fonte rinnovabile selvaggia e industriale. Sarà proprio l'arte l'arma vincente di riscatto attraverso la quale far conoscere e dilvulgare tutte le sofferenze causate da scellerate politiche energetiche e industriali volute dalle tante Lobbies che hanno visto nella Puglia, e nel Grande Salento in particolare, quella terra tanto bella, quanto indifesa e vilipessa, abbandonata dall'intera classe politica e amministrativa pubblica, sempre più spesso collusa e in affari con gli scempiatori, che vede solo come suo obiettivo unico il nefasto "sviluppo" ad uso e consumo di pochissime Lobbies e potentati economici a totale danno di tutti i cittadini e di tutti i loro diritti e Beni Comuni, primo fra tutti il diritto alla vita e e il diritto alla salubrità del loro ambiente rurale, naturale e di vita.
L'esperimento di Art-Mob vuole essere, anche, un momento di contatto con tutti gli operatori della comunicazione e della Stampa affinché si sfati quell'ingiusta immagine che vuole redazioni e free-lance insensibili a temi di tale vitale portata sia per i cittadini la loro salute e la salubrità del loro territorio, pertanto si invitano giornalisti, redattori, cineoperatori, videoreporter, videodocumentaristi, fotografi, blogger, e chiunque abbia a cuore il futuro del nostro bellissimo Salento.

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25 novembre 2010

Agisci per la democrazia partecipata in Europa

Da Aavaz.org
Proprio ora l'Ue sta decidendo il destino di una riforma democratica rivoluzionaria che potrebbe cambiare la governance dell'Europa e contrastare così il potere degli interessi organizzati. Ma alcuni funzionari stanno cercando di far passare regole che impedirebbero la partecipazione dei cittadini. Firma la petizione per proteggere il nostro diritto d'intervenire nella formazione delle decisioni che influenzano la vita di tutti noi: http://www.avaaz.org/it/eu_citizens_initiative/
Proprio in questi giorni i funzionari europei stanno decidendo a porte chiuse il destino di una riforma democratica rivoluzionaria che potrebbe cambiare la politica dell'Ue, al momento dominata da un'élite composta da governi, aziende multinazionali e lobbisti.   

L'Iniziativa dei Cittadini europei costringe la Commissione europea ad agire quando questa riceve la richiesta da oltre 1 milione di cittadini. E' un'innovazione radicale nella governance dell'Ue che spaventa molti funzionari, che ora stanno tentando di seppellirla con una montagna di lungaggini burocratiche e barriere che ostacolino la partecipazione dei cittadini.

Molti parlamentari europei si stanno battendo con forza per proteggere l'Iniziativa dei Cittadini. Abbiamo l'urgenza di sollevare una denuncia enorme dei cittadini per sostenere i parlamentari e svergognare i governi e i funzionari che stanno ostacolando la democrazia diretta che i cittadini vogliono. Firma la petizione sotto - il parlamentare europeo Gerald Häfner, in prima linea nelle negoziazioni, presenterà la nostra petizione in ogni singolo incontro a Bruxelles in cui potrebbe fare la differenza:

http://www.avaaz.org/it/eu_citizens_initiative/?vl

Per decenni l'Unione europea è stata accusata di avere un processo decisionale troppo complesso e non democratico, che ha reso la politica europea inaccessibile ai cittadini. Ma ora, grazie all'Iniziativa dei Cittadini introdotta dal Trattato di Lisbona l'anno scorso, potremmo assistere a un vero cambio di direzione negli sforzi per rispondere al deficit democratico dell'Ue.

Alcuni stati membri, che hanno paura di una maggiore partecipazione dei cittadini nel processo legislativo, stanno insistendo affinché ogni firmatario dell'Iniziativa dei Cittadini europei lasci il numero della propria carta d'identità o passaporto, una richiesta che diminuirebbe incredibilmente la partecipazione. Organismi indipendenti per la protezione dei dati in Europa dicono che i numeri della carta d'identità non sono necessari per verificare i firmatari; raccogliere questi dati, infatti, è intrusivo e può incrementare il fenomeno del furto d'identità.

La Commissione europea ha inoltre proposto l'introduzione di termini temporali troppo brevi e di quote non necessarie per ogni paese, che escluderebbero di fatto molti gruppi di cittadini dall'avvalersi dell'Iniziativa. Il Parlamento ha controproposto obblighi fattibili: una scadenza di 18 mesi per la raccolta di firme e un quinto dei paesi membri dell'Ue per quanto riguarda le quote.

Avaaz sta già utilizzando l'Iniziativa dei Cittadini per migliorare la democrazia europea: abbiamo raccolto oltre 1 milione di firme e stiamo quindi consegnando la prima Iniziativa dei Cittadini di sempre per bloccare le coltivazioni OGM dall'entrare in Europa. Ma questa, come tante altre iniziative, potrebbe essere azzoppata se i funzionari riusciranno a mandare in porto le loro condizioni esageramente stringenti.

Le negoziazioni sono arrivate alla loro fase critica: cerchiamo di far decollare l'Iniziativa dei Cittadini e di mettere al lavoro l'Europa per noi. Firma la petizione ora, e inoltra questo messaggio a tutti:

http://www.avaaz.org/it/eu_citizens_initiative/?vl

Con speranza,

Luis, Benjamin, Alice, Paula, Alex, Ben, Pascal, Ricken e tutto il team di Avaaz.

FONTI:

European Voice, "I parlamentari europei si spendono perché le iniziative dei cittadini siano più fattibili" (in inglese):
http://www.europeanvoice.com/article/imported/meps-look-to-make-it-easier-to-launch-citizens-initiatives/69310.aspx

Iniziativa dei Cittadini europei, "Il Parlamento può ancora opporsi agli stati membri che ostacolano l'Iniziativa dei Cittadini europei" (in inglese):
http://www.citizens-initiative.eu/?p=374

Maggiori informazioni sulla "Campagna per l'Iniziativa dei Cittadini europei a portata di cittadino" (in inglese):
http://www.citizens-initiative.eu

Democracy International promuove la democrazia diretta, ed è l'organizzazione che sta sponsorizzando l'Iniziativa dei Cittadini europei:
www.democracy-international.org

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24 novembre 2010

350.org: immagini dall'evento

Una galleria di suggestive immagini dall'evento 10/10/10 organizzato da EARTH 350.org
Per vederla clicca qui

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20 novembre 2010

Gli USA si mobilitano per il problema delle ceneri da combustione di carbone

Da Greenreport
"Alla vigilia del termine del periodo di consultazione pubblica sulla "Toxic coal ash protections", le famiglie delle aree interessate dallo smaltimento e scorie delle centrali elettriche a carbone si sono riunite nella capitale Usa Washington per chiedere All'Environmental protection agency (Epa) di adottare le maggiori salvaguardie possibili contro le ceneri tossiche di carbone che contengono inquinanti che provocano il cancro ed altre malattie gravi.

«Come madre di due bambini piccoli, chiedo all'Epa di fare la cosa giusta e regolamentare le ceneri di carbone come rifiuti tossici - ha detto Maria Kadera, presidente del gruppo del Sierra Club di Mount Vernon - Troppi bambini sono esposti a queste sostanze pericolose, con conseguenze devastanti per la loro salute, l'istruzione e il benessere».

Nonostante questi pericoli, la toxic coal ash resta per lo più non regolamentata e nel 2008 la mancanza di salvaguardie federali è stata probabilmente la maggiore causa della fuoriuscita di oltre 5,4 milioni di metri cubi di ceneri di carbone da uno bacino di contenimento nei pressi di Knoxville, nel Tennessee, che devastò 300 acri e distrusse decine di case, uccidendo pesci e altri animali selvatici e avvelenato i fiumi Emory e Clinch.

Lyndsay Moseley, un abitante del Tennessee, responsabile coal ash di Sierra Club ha evidenziato a Washington che «I rischi sono chiari e molto reali . In tutto il Paese ci sono migliaia di discariche di ceneri tossiche di carbone regolamentate male o non regolamentate. Senza protezioni federali esecutive le famiglie vicine a questi siti rimarranno in pericolo».

Attualmente l'Epa sta valutando due opzioni per la regolamentazione federale delle ceneri di carbone: una proposta creerebbe forti salvaguardie per proteggere la salute pubblica dalle minacce delle ceneri di carbone, inclusi il monitoraggio obbligatorio della qualità delle acque, la tenuta dei registri e protezioni contro il deflusso; l'altro, sostenuto dalla lobby delle imprese elettriche, dai "King coal" e da altri grandi inquinatori, manterrebbe lo status quo e farebbe molto poco per garantire la protezione dell'acqua potabile e dela salute pubblica.

Dopo le elezioni di mezzo termine e la vittoria del partito repubblicano la seconda ipotesi è più forte, visto che i repubblicani vedono le decisioni dell'Epa contro l'inquinamento e le emissioni dio gas serra come un attentato contro la libera impresa, che spesso (come nel caso del carbone e del petrolio) coincide con gli interessi dei munifici finanziatori delle loro sempre più costose campagne elettorali.

Ma repubblicani, Big oil e King coal devono fare i conti localmente con sempre più agguerrite famiglie, spesso di antica tradizione conservatrice, che vogliono che l'Epa le salvaguardi dalle scorie e dall'inquinamento industriale. Ad oggi più di 110.000 persone hanno presentato osservazioni al regolamento attraverso il sito di Sierra Club e più di 6.000 hanno inviato "comment postcards" all'Epa. Almeno 2.000 persone, molte delle quali sono direttamente interessate dalle ceneri di carbone, hanno partecipato alle otto audizioni pubbliche organizzate sulle proposte di salvaguardia.

«Il tempo che questa gente ha preso dal lavoro e che le ha portate lontano dalle loro famiglie, spesso percorrendo lunghe distanze dà una chiara indicazione della portata della minaccia delle ceneri di carbone - ha detto Mary Anne Hitt, direttore della campagna Beyond Coal di Sierra Club - Le persone hanno parlato, ed in grande maggioranza si sono espresse per protezioni federali esecutive per questo tipo di rifiuti tossici. Invitiamo l'Epa ad ascoltarle».

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7 novembre 2010

Immagini dalla manifestazione contro il carbone a Saline Joniche (RC)








Un resoconto da TeleReggioCalabria
Un migliaio di persone hanno partecipato stamani, a Saline Ioniche, alla manifestazione indetta da associazioni, comitati e movimenti contro la realizzazione della centrale a carbone nell'area dell'ex impianto della Liquichimica. Nella palestra comunale si è svolto un confronto cui hanno partecipato vari rappresentanti, anche istituzionali. Oltre 630 sono state le firme di adesione al Comitato contro la centrale a carbone e mille magliette, con la scritta "No al carbone", realizzate dagli studenti di Melito Porto Salvo, sono state distribuite ai partecipanti. Tante le bandiere e gli striscioni, con slogan gridati in piazza prima dell'inizio del confronto. Numerosi i rappresentanti del mondo associativo presenti al dibattito, rappresentanti di partiti, consiglieri regionali e amministratori locali di tutti gli schieramenti. Al tavolo della presidenza i rappresentanti del Comitato contro la centrale, Mimmo Romeo, Lillo Barbaro e Nuccio Barillà, che è anche componente della direzione nazionale di Legambiente. In sala anche molti sindaci del comprensorio ionico ed alcuni rappresentanti dei Comitati del no alla riconversione della Centrale Enel di Rossano. Tra gli interventi quello del vice presidente della Provincia di Reggio Calabria Gesualdo Costantino che ha ribadito il no già da tempo espresso dall'Ente e illustrato le proposte alternative, come quella della realizzazione di un "parco acquatico naturalistico, che il Governo non ha nemmeno preso in considerazione". "La risposta dei cittadini a questa manifestazione spontanea - ha sostenuto Barillà concludendo i lavori - è un fatto significativo e benaugurante. Una spruzzata di energia pulita lanciata contro l'insano disegno di realizzare nel territorio di Saline una di quelle centrali a carbone bandite da tutte le convenzioni del pianeta: da Kyoto a Copenaghen e da tutte le nazioni del mondo. Dal pronunciamento corale dei cittadini è emerso come la lotta non è soltanto per il 'no', ma rappresenta la richiesta di avere investimenti non inquinanti e di qualità per quest'area, a cominciare dal recupero e dalla riconversione del porto, assieme a tanti altri investimenti innovativi. Questo il messaggio che da Saline abbiamo fatto partire nei confronti delle autorità regionali e nazionali". Domani, intanto, il centro di Saline Ioniche sarà una delle "100 piazze d'Italia per il clima". Nel corso della mattinata partirà una petizione a Parlamento e Governo contro il nucleare ed il carbone ed a favore della diffusione delle energie rinnovabili.

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3 novembre 2010

Riconversione a carbone della centrale enel di Rossano calabro: il Ministero rispedisce il progetto al mittente

Da Sibarinet.it "CENTRALE ENEL DI ROSSANO: IL MINISTERO RIFIUTA DI VALUTARE IL PROGETTO INTEGRATO DI RICONVERSIONE

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha riconfermato il proprio parere n. 438 dell’08 aprile 2010 circa il progetto di riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano ritenendo che le valutazioni espresse all’epoca mantengono integralmente la loro validità. Pertanto il Ministero decreta il pronunciamento interlocutorio negativo circa la compatibilità ambientale del progetto di riconversione prevalentemente a carbone della centrale presentata dalla Società Enel Produzioni S.p.A..

In sostanza il Ministero dell’Ambiente ha valutato le integrazioni progettuali trasmesse dall’Enel il 23 aprile 2010 come un nuovo progetto. Sulla base di ciò, scrive il dottor Mariano Grillo, Direttore Generale del Ministero, non si ritiene di dover procedere alla valutazione del nuovo progetto, nell’ambito della procedura di VIA avviata in data 26/04/05, ritenendo che siano bastevoli le valutazioni espresse nel parere dell’08 aprile 2010. Lo stesso Direttore Generale notifica chiaramente all’Enel il concetto che la nuova documentazione, definita integrativa, configurerebbe un nuovo progetto. In conseguenza di ciò l’Enel dovrà, secondo le norme in vigore, attivare formalmente un nuovo procedimento ai fini della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). Viene messo a segno in questo modo un primo risultato positivo in favore della battaglia che il Comune di Rossano sta conducendo insieme ai cittadini, ai comitati, alle associazioni di categoria, ai 57 Comuni del territorio, alla Provincia e alla Regione e che ha come condizione esclusiva il “no al carbone”. Il Sindaco Franco Filareto nel manifestare la propria soddisfazione per l’atteggiamento del Ministero dell’Ambiente rilancia sull’immediata attivazione di un tavolo interistituzionale in grado di definire il destino dell’importante sito produttivo di Rossano. Un impianto del quale non si disconosce l’importanza nell’ambito del sistema energetico nazionale. Occorre approfittare dello stop imposto dal Ministero dell’Ambiente per riannodare i fili di un dialogo che il Comune non ha mai voluto interrompere e che l’Enel ha stoppato sull’arroccamento di un’alimentazione prevalentemente a carbone. Ci sono tutte le condizioni per l’attivazione del tavolo e sono convinto – ha dichiarato il Sindaco Filareto – che Regione, Provincia, i 57 Comuni e tutti i soggetti interessati non si sottrarranno ad un confronto che accantoni per sempre ogni pretesa neocolonialista di trasformazione dell’Enel a carbone e avvii un processo concertativo di riconversione del sito elettrico basato su energie pulite e rinnovabili.

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2 ottobre 2010

Presentazione del libro “L’ANTICASTA: L’Italia che funziona”

"Nei giorni 22 e 23 ottobre 2010 in alcuni comuni laziali si terrà, grazie all’iniziativa di diverse associazioni socio-culturali, la presentazione del libro “L’ANTICASTA: L’Italia che funziona” di Michele Dotti e Marco Boschini.

Un appassionante viaggio – arricchito anche da un DVD - nei comuni virtuosi, alla scoperta di persone e progetti che se non fossero veri sembrerebbero incredibili. Un libro per quanti sognano ancora di “cambiare il Paese”, piuttosto che di “cambiare Paese”.

“Uno schiaffo all'immobilismo della politica e agli sprechi della CASTA, l'esempio concreto che un altro modo di fare politica non solo è possibile, ma si sta già facendo. Realtà straordinarie dal punto di vista del risparmio energetico ed economico, della mobilità sostenibile, della produzione di energia da fonti rinnovabili, della gestione dei rifiuti, dell'acqua e del territorio...

Successi indiscutibili che mostrano la concretezza di scelte alternative divenute possibili attraverso un grande coinvolgimento della popolazione, chiamata a partecipare attivamente alle decisioni che riguardano l'intera comunità. Migliaia di cittadini impegnati nella costruzione di un domani migliore… un'altra Italia, fatta di tante persone oneste - non solo nella società civile, ma anche nelle istituzioni locali - che si battono ogni giorno per un paese migliore e che stanno già dimostrando con i fatti che le alternative concrete esistono. Il cambiamento, ancora una volta nella storia, non può che partire dal basso. E per fortuna questo sta già accadendo!”

Il libro contiene contributi di Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi, Franca Rame, Maurizio Pallante, Jacopo Fo, Andrea Segré, Edoardo Salzano...

Michele Dotti e Marco Boschini saranno venerdì 22 ottobre a Zagarolo e Albano Laziale e sabato 23 faranno tappa ad Aprilia, Labico, Genzano di Roma e Ostia.

L’iniziativa è organizzata da Lilith, Liberidanubi, Salviamo il lago Albano, Per il bene comune, Labicocca, Rete dei cittadini per Aprilia, Amici di Beppe Grillo-Genzano, Amici del Movimento 5 Stelle XIII Municipio Roma, Ostia che cammina. Ad Aprilia l’evento sarà patrocinato dall’amministrazione comunale.

Tutta la società civile, le istituzioni e gli organi di informazione sono invitati a partecipare e a diffondere l’iniziativa.

Maggiori informazioni su http://www.anticasta.it, http://www.comunivirtuosi.org/

Video trailer
http://www.youtube.com/watch?v=ruSsOCfVWZg&feature=player_embedded

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Ufficio stampa RETE DEI CITTADINI
Responsabile: Tiziana D'Amico
rdclazio@gmail.com
www. retedeicittadini.it

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1 ottobre 2010

McKibben: il riscaldamento globale è reversibile, agire possibile

Da TerraNews.it

"E' uscito il nuovo libro di Bill McKibben. L’abbiamo incontrato per fare il punto della situazione e per raccogliere l’invito per la nuova campagna 10/10/10 concepita dall’organizzazione 350.org.

'Il riscaldamento globale non è più un’ipotesi scientifica ma una consapevolezza globale. Da anni non abitiamo più lo stesso pianeta, non la cara vecchia terra, ma un posto più inospitale, ostile, con un nuovo nome Terraa. E questo neologismo, assonante con un grido dall’allarme, è il titolo del nuovo libro di Bill McKibben, Terraa - Come farcela in un pianeta più ostile, in uscita il 29 settembre per i tipi di Edizioni Ambiente. Attivista e scritttore americano, McKibben è autore di La fine della Natura, uno dei primi testi di denuncia di quel fenomeno che allora si chiamava effetto serra, oggi conosciuto come riscaldamento globale, e uno dei punti di riferimento dell’attivismo ambientale globale.

Vent’anni fa suonava il campanello d’allarme intuendo la catastrofe. Oggi invece, davanti al fatto compiuto e alla dimostrazione scientifica prende atto del mondo “globalmente riscaldato”, come lo chiama lui, e spiega quali procedure d’urgenza adottare per salvarci. «Perché il fenomeno è reversibile se si agisce ora, e agire è possibile», testimonia lo stesso McKibben con la sua campagna 350.org, che lo scorso anno ha mobilizzato milioni di persone in 190 stati in tutto il mondo intorno al numero 350, la soglia massima di parti per milione di CO2 nell’atmosfera per evitare l’innalzamento della temperatura. Terra (il nostro giornale con una A sola) l’ha incontrato per farsi raccontare il suo nuovo libro, i suoi piani di attivista e per discutere del futuro di “Terraa”.

«Ho scritto il primo libro sul cambiamento climatico 20 anni fa. Allora già sapevamo i fondamenti, che i combustibili fossili producono CO2 che a sua volta genera l’effetto serra. Quello che non sapevamo era quanto velocemente questo processo stesse sviluppandosi. Negli ultimi 20 anni i cambiamenti sono avvenuti molto più rapidamente di quanto ci aspettassimo. Terraa è basato dunque sul fatto che siamo già dentro il mondo “globalmente riscaldato”. La prima parte del libro insiste sullo stato attuale, sul fatto che il global warming non è un problema del futuro ma sta succedendo adesso. È una parte molto cupa, che mostra la nostra realtà ambientale. Il resto del libro cerca invece soluzioni alla questione: dato che abbiamo creato questo nuovo mondo, dobbiamo trovare nuove abitudini per viverci e affrontare quanto sta succedendo. Per questo servono sistemi economici più piccoli e decentrati, meno interdipendenti, seguendo la via tracciata da movimenti local come Slow food, per riformare l’agricoltura. E dobbiamo cambiare il nostro sistema per generare energia, passando da enormi centrali elettriche concentrate in alcuni luoghi a sistemi per generare energia localmente, impiegando solare ed eolico».

Può funzionare, o sono azioni destinate solo ad alleggerire la coscienza dei singoli?
Beh questo non servirà interamente a raffreddare il pianeta – seppure spero possa aiutarci – ma quello che importa è la lotta politica per fermare il flusso di CO2 nell’atmosfera, una battaglia che stiamo perdendo in questo momento».

Quindi c’è speranza, come vuole la seconda parte di Terraa?

La buona notizia è che oggi conosciamo molte tecnologie che ci potranno aiutare nella lotta contro i cambiamenti climatici. Io sono appena tornato da un viaggio alla Casa Bianca in cui portavo un pannello solare che era stato posto 31 anni fa sul tetto della residenza presidenziale da Jimmy Carter e che ancora oggi funziona benissimo (per ragioni politiche lo staff di Barack Obama ha rifiutato il dono, temendo l’associazione con Carter, uno dei presidenti più impopolari della storia americana, ndr). Noi però possiamo farne e installarne migliaia di pannelli e in maniera economicamente sostenibile. Lo hanno capito i cinesi che stanno sviluppando al massimo questo tipo di industria. Lo stanno sviluppando in maniera velocissima, installando sistemi per energie rinnovabili più velocemente di qualsiasi altro paese sulla terra.

Cosa si può fare invece nel campo dell’economia politica?
Quello che ci manca è un sistema di prezzi sulle energie rinnovabili che ne incentivi l’uso. Dobbiamo sconfiggere il netto vantaggio del prezzo di carbone e petrolio, nel quale non vengono conteggiati i costi legati alla distruzione del pianeta. Se fossimo capaci di innalzare il prezzo dei combustibili fossili, le nuove tecnologie pulite potrebbero ricevere un grande stimolo.

Non può essere rischioso in un momento di instabilità economica?

Può esserlo, ma nulla è più rischioso di innalzare la temperatura terrestre di vari gradi. La fonte energetica più pericolosa sono le centrali termoelettriche a carbone, e da li a scendere. Le rinnovabili hanno rischi limitati, per i pannelli solari dobbiamo semplicemente avere un piano economico di sviluppo ordinato. Dobbiamo imparare a convivere con queste tecnologie. Per esempio io ho un pannello solare sulla mia casa, e quindi per certe azioni quotidiane, come passare l’aspirapolvere, aspetto che ci siano giornate di sole, in modo da essere sicuro da avere sempre a disposizione l’energia che necessito. Dobbiamo solo prestare un po’ di attenzione al mondo intorno a noi.

Cosa ne pensi dei biocarburanti?
La prima generazione, quelli basati sul mais, è stata una stupidata. Adesso stiamo sviluppando nuovi tipi. Ma la cosa importante per i biocarburanti è chiedersi costantemente: è questo l’impiego migliore che si può fare di questo appezzamento di terra?

La geoingegneria, ovvero le super-opere a grande scala, come gli scudi solari e il controllo meteorologico saranno in futuro una soluzione che molti governi adotteranno per fermare il global warming. Panacea o truffa?
Per molti è una soluzione facile. Ma queste tecnologie non dovrebbero essere la prima scelta, visto che molti dei progetti in questo campo sono a dir poco folli. Come riversare grandi quantità di zolfo nell’atmosfera attraverso vulcani. I modelli informatici mostrano che queste tecnologie potrebbero anche non funzionare. Inoltre gli effetti collaterali potrebbero essere immensi, come ad esempio monsoni in aree che non hanno mai subito questo tipo di fenomeni. Sono progetti così, che potrebbero mettere a rischio milioni di persone. Dobbiamo fermare l’emissione di Co2 nell’atmosfera non aggiungere altri elementi chimici nell’atmosfera.

Quindi la tua prossima mossa da attivista?
Beh tra pochissimo! Si chiama 10/10/10 [10 ottobre 2010], giorno di azione globale dove si svolgeranno migliaia di azioni di volontariato per fermare il riscaldamento globale. Ci sono azioni nuove ogni giorno, ad esempio in Zambia verranno distribuite migliaia di pentole ad energia solare. Ad Auckland, Nuova Zelanda, stanno insegnando a migliaia di persone a diventare ciclisti. In Michigan stano scavando orti urbani di fronte a decine di case abitate da famiglie a basso reddito, in modo da mostrare l’importanza del cibo locale. Il 10 Ottobre non resta che rimboccarsi le maniche!

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29 settembre 2010

TVN a carbone: in funzione un impianto fuorilegge


Comunicato stampa No al Carbone Alto Lazio

Siamo profondamente costernati dal constatare che avevamo ragione nel denunciare che la centrale Enel di Torrevaldaliga Nord, oltre ad essere un impianto antistorico per la tipologia di combustibile usato, è soprattutto in esercizio in violazione di molte delle norme vigenti e, finanche, delle prescrizioni inserite nel decreto autorizzativo.

Tutte le denunce e/o segnalazioni da noi presentate - da quella del gennaio 2009 relativo alla modalità di carico/scarico del carbone, a quella del novembre dello stesso anno circa i cumuli di rifiuti e ceneri presenti in aree non idonee e di lavoratori costretti ad operari in nuvole di material pulvirulento, a quella relative all’utilizzo di combustibile con contenuto di zolfo superiore allo 0,3% in difformità del piano di qualità dell’aria della Regione Lazio - hanno trovato riscontro.

La replica dell’ENEL che, negando l’evidenza, afferma di essere in perfetta regola, conferma, l’inaffidabilità dell’ente energetico che evidentemente spera di continuare impunito ad agire a proprio piacimento, mortificando il territorio, e la popolazione che in esso vive,

Sentiamo il dovere di ringraziare la Procura della Repubblica che con la propria sensibilità e determinazione, portando avanti una seria e competente azione di controllo, ha indotto gli enti competenti a farsi carico delle proprie responsabilità facendo si, nel contempo, che le popolazioni dell’Alto Lazio riacquistassero un minimo di fiducia nelle istituzioni e si sentissero meno sole in questa lotta impari per la difesa della propria terra.

Grave, invece, che il Ministero dello Sviluppo Economico, nonostante fosse ben edotto da tempo sulle violazioni e sul mancato rispetto delle prescrizioni poste in essere dall’Enel, abbia sentito il dovere di intervenire solo dopo le comunicazioni del Noe e della Procura della Repubblica.

E’ appena il caso di evidenziare, inoltre, che in materia di mancata ottemperanza delle prescrizioni il Codice dell’Ambiente - D.lgs n. 152/06 – all’art. 29 comma 3 recita “Qualora si accertino violazioni delle prescrizioni impartite …… tali da incidere sugli esiti e sulle risultanze finali ….di valutazione, l'autorità competente, previa eventuale sospensione dei lavori, impone al proponente l'adeguamento dell'opera o intervento, stabilendone i termini e le modalità. “dove per autorità competente si intende l’ente che ha rilasciato la Valutazione d’impatto Ambientale (Minambiente nds.) e, conseguentemente, impartito le prescrizioni. E vista la gravita delle prescrizioni non ottemperate, e le gravi ricadute che tale mancato rispetto può causare alla salute della popolazione, attendiamo che il Ministero dell’Ambiente, che non mancheremo comunque di richiamare alle proprie responsabilità, proceda in base alle proprie specifiche competenza ad emettere gli idonei e prescritti provvedimenti, anche di natura cautelare, quale la sospensione dell’attività della centrale.

Sconcertante, infine, l’inettitudine ad adempiere al proprio ruolo di “Primo responsabile della salute dei cittadini“ in primis del Sindaco Moscherini, ma anche dei suoi omologhi dei comuni limitrofi, in prima fila quando si è trattato di spartire le cospicue compensazioni economiche, ma assenti e silenti dinanzi alle reiterate denuncie di violazione delle norme esistenti, alla mancata ottemperanza delle prescrizioni e ai conseguenti possibili danni alla salute della popolazione e dei lavoratori addetti che da tali violazioni possono scaturire, finanche ora davanti alla presa di posizione del Ministero.

Personaggi squallidi, non degni di ricoprire il ruolo di rappresentanti della comunità e che, se mantenessero un minimo senso del pudore, dovrebbero avere il buon senso di dimettersi.

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10 settembre 2010

Appalachia Rising: grande mobilitazione contro l'estrazione del carbone



Il 25, 26 e 27 settembre Washington, DC (USA) sarà teatro di una vasta mobilitazione per contrastare la distruzione dei territori che subiscono il "mountaintop removal", tecnica estrattiva del carbone che consiste nel far saltare intere montagne.

I cittadini del Kentucky e della Virginia chiederanno che la tecnica del Mountaintop Removal sia proibita per legge, e più in generale, che le fonti rinnovabili prendano il posto del carbone. Con loro manifesteranno organizzazioni di Ex minatori in pensione, Veterani del Vietnam, Figlie dei minatori del carbone, ambientalisti, politici.

Sono previsti convegni, workshop, e una marcia non violenta che concluderà l'evento. Clicca qui per il sito dell'iniziativa, che contiene anche numerosi contributi di artisti e testimonianze dei cittadini residenti nelle aree interessate.

Altri siti sul problema del Mountaintop Removal:
friendsofblairmountain.org
ilovemountains.org
mountainjustice.org
Stop-mountaintop-removal-mining

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4 settembre 2010

Facebook : 500.000 "no al carbone" per l'energia che alimenta il social network

Da ZeroemissionTV.it

2 settembre 2010 – Noblesse oblige, dice un antico detto francese. Anche quella ottenuta repentinamente da una visibilità planetaria forte di oltre 500 milioni di utenti. Parliamo naturalmente di Facebook, il social network più amato e cliccato del web, al quale Greenpeace alcuni mesi fa ha sbattuto in faccia l’ ‘obbligo’ di convertirsi alle fonti di energia rinnovabile. Per l’enerme flusso di informazioni, streeming video e foto condivise, che la attraversano ogni giorno, la creatura di Mark Zuckerberg è infatti costretta a divorare quantitativi di energia sempre maggiori: anche se Facebook non confessa quanta energia consuma, agli attuali ritmi di crescita, i data center e i network di telecomunicazione, due componenti ‘chiave’ della nuvola informatica da cui il social nework dipende, consumeranno, secondo i calcoli di Greenpeace, 1.963 ore miliardi di kWh entro i prossimi dieci anni, più del triplo del loro attuale consumo e più dell’attuale consumo di Francia, Germania, Canada e Brasile messi insieme.

Un problema evidenziato dall’associazione ambientalista nel rapporto pubblicato di recente Make IT Green, in cui si sottolinea tra l’altro che i servizi web sono spesso alimentati ancora con fonti fossili: per questo il ‘cloud computing’ si sta rivelando una vera e propria bomba climatica a orologeria, che può essere disinnescata solo passando a forme di energia pulita. Proprio Facebook, che dovrebbe dare il buon esempio “per la sua posizione unica in grado di esercitare una reale influenza e guidare la rivoluzione energetica sul web” – attacca Greenpeace – fa invece un grande affidamento sulle fonti fossili inquinanti. La sua scelta di rifornirsi dalla Pacific Power, società dell’Oregon che produce elettricità prevalentemente dal carbone, è finita al centro delle polemiche dopo l’annuncio a febbraio della decisione di costruire sempre in Oregon, a Prineville, il più grande centro dati del mondo. A poco sono servite le garanzie offerte dal social network sull’uso delle tecnologie più efficienti attualmente disponibili: la campagna lanciata da Greenpeace per convincere Facebook a passare alle rinnovabili sta avendo un enorme successo. Anche perché è combattuta con le sue stesse armi: un gruppo lanciato sul social network che ha raggiunto ormai 500mila persone. E che non fa sconti: l'amato Facebook deve funzionare con energia 100 per cento rinnovabile."

Questa la risposta di Facebook

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22 agosto 2010

Stasera tutti all'ETRURIA ECOFESTIVAL

Cari amici, oggi è la serata conclusiva dell'Etruria Ecofestival, e anche noi ci saremo. Una delegazione del "No al carbone Alto Lazio" sarà presente per far sentire ancora la sua voce, lanciare la Campagna "Artisti fuori dalle centrali", e ringraziare Simone Cristicchi (artista principale nella serata) che pochi giorni fa, a Brindisi, ha deciso di essere sabbia e non olio, negli ingranaggi del business sporco: il cantante ha infatti disertato il cartellone by Enel che lo aveva ingaggiato per esibirsi a fianco di Irene Grandi all'interno della centrale a carbone di Cerano.

Di seguito riportiamo il programma. Sul sito dell'Etruria Ecofestival trovate anche la mappa per raggiungere l'evento. Accorriamo numerosi!

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8 agosto 2010

S-concerto e contestazione a Cerano



Aggiornamento: disponibili atri due video





RepubblicaBari racconta la mobilitazione

"Accoglienza assordante, come promesso. Il popolo dei manifestanti sotto le insegne del “No al carbone”, almeno duecento, non ha mancato l’appuntamento con il concerto organizzato alla centrale Federico II di Cerano, armato di vuvuzelas, ma anche fischietti e tamburelli.

I fan di Irene Grandi e Patty Pravo, le due artiste che hanno declinato l’invito degli ambientalisti a non cantare per Enel, sono stati ricevuti dal presidio armato delle infernali trombette, già schierato intorno alle diciannove di ieri all’ingresso della centrale. Le vuvuzelas hanno continuato a suonare fino all’arrivo dell’ultimo fan. Per quelli che sono arrivati sprovvisti, ma intenzionati a ingrossare le fila dei manifestanti, nessun problema: erano in vendita su un banchetto appositamente allestito, disponibili al prezzo minimo di sette euro l’una, di contributo volontario, naturalmente.

I No al carbone hanno preso letteralmente d’assalto le auto che si approssimavano alla centrale, cariche soprattutto di famigliole e irriducibili aficionados delle due star della canzone italiana, nel tentativo di dissuadere il pubblico e dirottarlo nelle fila della protesta. Quasi tutti hanno reagito all’assalto rispondendo con un sorriso paziente malgrado il frastuono, leggendo i volantini e fermandosi a parlare con i manifestanti. Qualcun altro ha tirato dritto infastidito, premendo sull’acceleratore e aprendosi un varco nella folla, anche grazie alle forze dell’ordine, oltre l’ingresso. A questi ultimi è toccato defilarsi in mezzo a un coro di “vergogna, vergogna”, al quale si è unito anche qualche senatore della Repubblica, come Giuseppe Caforio di Italia dei Valori, in prima fila contro quella che è stata ribattezzata la “centrale della morte”.
Manifestazione numerosa, rumorosissima, ma anche pacifica, a dispetto del sarcasmo sferzante di slogan e striscioni. Gli ambientalisti, a dirla tutta, sembrano aver risparmiato la signora Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo, alla quale è toccato aprire le danze della tappa brindisina del tour “Correnti musicali”. Non si capisce se per riguardo alla lunga carriera o altro. Quella colpita al cuore dall’ironia dei No al carbone, non è stata lei. Ad avere la peggio è stata l’artista senese, ribattezzata dai manifestanti “Irenel”, con appendice di messaggi del tipo “Bruci la città”, facendo eco a uno dei refrain che hanno reso famosa la Grandi. Ma anche, in schietto dialetto brindisino: “Campagna avvelenata, no vi putimu tirare mancu li pumbitori”. Il riferimento è all’ordinanza del sindaco, che vieta la coltivazione nei campi intorno a Cerano, causa inquinamento. Di Simone Cristicchi, l’unico ad opporre il gran rifiuto di suonare per Enel, accogliendo l’invito degli ambientalisti, è rimasto solo il nome, scritto sulle magliette e le brochure in mano al service del concerto.
Di tutto questo, nessuna eco sotto il palco della centrale, dove le artiste sono state accolte da un pubblico di almeno 1.200 partecipanti. Folla delle grandi occasioni dunque, fuori ma soprattutto dentro.

Leggi anche_ Trentinoweb.it

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7 agosto 2010

Cerano: concerto di Vuvuzelas VS sconcerto enel

Amici: FIATO ALLE TROMBE!


Vedi anche Brundisium.net

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5 agosto 2010

WWF e IdV manifesteranno a Cerano contro il concerto pro-carbone

  • "Concerto Enel: Italia dei Valori sostiene la protesta", leggi qui: Brundisium.net

  • "Il WWF partecipa alla manifestazione del 7 agosto a Brindisi per chiedere l’immediata riduzione del 30% dell’utilizzo di carbone nella centrale di Cerano"  - comunicato stampa del WWF, fonte

"Anche il WWF prenderà parte alla manifestazione organizzata il 7 agosto presso la centrale Enel Federico II a Brindisi, in assoluto una delle centrali più inquinanti d’Italia, in contemporanea con il concerto “correnti musicali” promosso dalla stessa ENEL a cui, tra l’altro, ha rinunciato il cantautore Simone Cristicchi proprio per le crescenti polemiche sull’attività della centrale, che è responsabile
annualmente dell’emissione di circa 15.000.000 di tonnellate di CO2.
Dei giganti inefficienti, tra cui primeggiano le centrali a carbone, la centrale Federico II assorbe da sola circa il 10% di tutte le quote di emissione disponibili per il settore termoelettrico ed è la capofila nella quantità di emissione di CO2 in Italia emettendo, nelle migliori delle condizioni, CO2 in misura più che doppia rispetto a quella di una centrale a ciclo combinato a gas di pari potenza, oltre ad essere tra le principali responsabili delle emissioni di mercurio, arsenico, polveri fini ed altri pericolosi inquinanti.

Il WWF ritiene che solo l’applicazione urgente della riduzione del 30% del carbone, come previsto nel Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) della Puglia, porterà ad un miglioramento delle condizioni ambientali e sanitarie.

Il WWF chiede, quindi, che gli operatori del settore termoelettrico siano spinti ad innovare le tecnologie offrendo soluzioni compatibili con l’emergenza clima. Ed è fondamentale che questo avvenga a costi ambientali noti e pienamente contabilizzabili, aspetti che non sembrano collimare con il presupposto programma di “sequestro della CO2”, tanto più che il sequestro della CO2 non risponde alle esigenze immediate di riduzione delle emissioni, trattandosi di opzioni ancora puramente sperimentali che diverranno forse operative tra alcuni decenni.

Manifestazioni quali “correnti musicali”, attraverso le quali forse l’ENEL vorrebbe acquietare le coscienze della popolazione locale, non possono far dimenticare le promesse ripetute da oltre 20 anni e ad oggi sostanzialmente inattuate, come la dismissione della vecchia centrale a carbone da 640 MW che l’Enel stessa ha ceduto all’Edipower, la copertura dei carbonili (depositi di carbone), l’utilizzo del calore prodotto dall’impianto, e la garanzia della cessazione della dispersione delle polveri lungo il nastro trasportatore oltre all’adozione di adeguate misure d’investimento per la riduzione (seria) degli inquinanti.

Il WWF quindi auspica che le amministrazioni locali trovino un’adeguata intesa finalizzata alla sottoscrizione delle nuove convenzioni con le società energetiche senza svendere il territorio alle vecchie logiche del passato dove, da sempre, i grandi gruppi industriali frappongono il diritto alla salute e alla tutela ambientale al mantenimento dei livelli occupazionali nel più classico dei ricatti.

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2 agosto 2010

Impatto sanitario dell'inquinamento, i cittadini di Andria chiedono risarcimenti milionari

Fonte: Andrialive.it
Inceneritori e cementifici nella Bat, "I cittadini-cavie chiedano 2mln come risarcimento danni" Clamorosa iniziativa del Coordinamento comitati per Città sana di Andria

"Un certificato di buona salute che, in caso di malattia diventa una sorta di assicurazione per il risarcimento del danno. L'idea-appello ai cittadini dei comuni di Barletta, Andria e Trani è del coordinamento delle associazioni "Andria città sana".

Una presa di posizione forte che le associazioni riassumono così: «Cavie umane involontarie che riceveranno due milioni di euro se si ammaleranno di cancro. A pagare saranno i responsabili degli impianti inquinanti e gli amministratori locali che ne avranno permesso l'attività, compresi i consiglieri che votano a favore degli stessi».

«Invitiamo - si legge nella nota sottoscritta da Giovanni Del Mastro, Antonio Carbone, Roberto Ria, Domenico Damiano Piscardi, Antonio Caldarone, Riccardo Pugliese e Dino Leonetti - i cittadini di Andria, compresi quelli della frazione di Montegrosso, di Trani, di Barletta, di Canosa, di San Ferdinando e di tutte le città in cui sono previsti carichi inquinanti dovuti a cementifici, inceneritori, impianti a biomasse e industrie chimiche a dotarsi di un "certificato di buona salute" e di farlo registrare dal proprio medico di fiducia documentandolo con esami ematochimici e altri esami strumentali».

«Le cavie siamo noi cittadini - aggiungono - esposti alle polveri cancerogene del cementificio di Barletta, che ha chiesto di poter bruciare una maggiore quantità di gomme e plastiche, ad esempio. Le cavie saremo noi quando entrerà in funzione il nuovo cementificio che verrà costruito a poca distanza da Andria (4,5 km) , Trani (4,5 km) , Barletta (7 km) e Corato (12 km). Le cavie saremo noi cittadini di Montegrosso, di Canosa, di Andria e di Trani, di San Ferdinando e di altre comunità in cui sorgeranno impianti a biomasse. Prepariamoci a questo assalto del territorio e della nostra salute, assalto vissuto tra l'indifferenza (quasi totale) degli amministratori e l'ignoranza (totale) delle popolazioni».

Ma cosa farne di questo certificato di buona salute? «Informiamo i cittadini - spiegano nella nota - che abbiamo un’opportunità: chiedere il risarcimento dei danni. Con i nostri "certificati di buona salute" redatti in data precedente all'esposizione e con quelli redatti in data successiva alla stessa, che invece attesteranno l’eventuale malattia, sarà possibile addebitare all'attività industriale la causa della patologia senza l'onere della prova e uno studio di verifica. L’ European Commission Environment ha prodotto, infatti, una relazione sulle stime delle esternalità per l'inquinamento atmosferico nell'UE, fornendo i costi esterni in termini di euro/ton per SO2, NOx, COV, ammoniaca e particelle. Questa sorta di "tariffario" stabilisce l'ammontare del risarcimento dei danni dell'inquinamento alla salute, dunque».

«Qualche esempio: cancro (mortale o no) due milioni di euro; morte prematura un milione di euro; valore per ogni anno perso a causa di una malattia mortale cinquantamila euro. Tutto questo è stato recentemente dichiarato anche dalla dott.ssa Gentilini dell'Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente (ISDE) su http://www.aamterranuova.it/article3227.htm. Facciamoci fare i certificati, dunque, visto che non possiamo essere certi di fermare l'inquinamento».

«Ricordiamo - conclude la nota - che su questo fronte abbiamo già organizzato dieci conferenze cittadine, di cui cinque ad Andria , due a Canosa, una a Minervino, una a Trani ed una a Bisceglie, siamo intervenuti in due convegni a Barletta, abbiamo fatto parte dell’Altro Forum per l’Energia a Barletta con manifestazioni e cortei lungo le strade di Barletta, abbiamo promosso uno studio epidemiologico per la ricerca di diossine nel latte materno, abbiamo chiesto ed ottenuto un invito di moratoria sugli impianti inquinanti da parte del Presidente dell’Ordine dei Medici dott. Delvecchio, abbiamo avuto un incontro con il Sindaco di Andria ed uno con quello di Barletta, abbiamo dato una serie di contributi agli organi di informazione».

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Concerto alla centrale a carbone di Cerano (Brindisi): diffida di Italia Nostra

"Italia Nostra onlus venuta a conoscenza dell’organizzazione di un concerto pubblico da tenersi in data 07/08/2010, evento dal titolo “Correnti musicali”, promosso dall’Enel e da realizzarsi all’interno della sua Centrale Termoelettrica “Federico II” ubicata in contrada Cerano in agro di Brindisi,

DIFFIDA
l’Amministrazione comunale e tutti gli altri Enti territorialmente competenti dal consentire lo svolgimento di detto concerto per le sotto elencate motivazioni, tutte concernenti problematiche legate alla sicurezza pubblica e al principio di prevenzione.

Chiede PERTANTO
al Sindaco di Brindisi, sig. Domenico Mennitti, in qualità di massima autorità sanitaria locale, di emettere urgente ordinanza di revoca di ogni autorizzazione, eventualmente già imprudentemente concessa, in merito all’iniziativa.

PER LE SEGUENTI MOTIVAZIONI

Senza volere entrare nel merito di questioni prettamente concernenti il dibattito relativo alla connessione tra l’attività industriale di Cerano e l’aumento dell’incidenza di malattie tumorali e altre gravi patologie a carico degli abitanti del circondario, e le polemiche sorte in questi giorni tra ambientalisti ed Enel, ente gestore della centrale, in merito all’iniziativa ludico-musicale giudicata da molti inopportuna e discutibile, ci preme sottolineare, per motivi di pura sicurezza pubblica, tutta l’alta pericolosità che la sede prescelta per tale evento comporta intrinsecamente, dato che si tratta di un’area ricadente nel perimetro stesso di un impianto industriale, più precisamente in una centrale termoelettrica di enorme potenza (circa 3 GW).

Alla pericolosità per la salute delle persone legata all’inquinamento elettromagnetico e all’inalazione delle sostanze tossiche comunque presenti in quei luoghi 24 h su 24 h e che saranno presenti durante lo svolgimento del concerto, dato che l’impianto, di importanza strategica nazionale, non potrà essere certamente spento durante il tempo necessario per lo svolgimento di tutto l’evento, si devono aggiungere tutti quegli altri elementi di pericolosità legati ad eventi accidentali, che sono altamente probabili all’interno di un tale vasto impianto industriale e che, pur in condizioni normali, potendo alcuni di essi risultare di lieve entità, possono divenire facilmente origini di problematiche dagli effetti catastrofici data l’eccezionalità dell’evento-concerto mai a priori presa in considerazione in nessuna delle progettazioni, né nei piani di sicurezza dell’impianto industriale medesimo.

Il drammatico evento recentemente accaduto in Germania, a Duisburg, dove un pubblico concerto, organizzato per altro in uno spazio già predisposto ad ospitare concerti pubblici, si è trasformato in una trappola mortale per decine di giovani, e questo soltanto come conseguenza di una cattiva gestione dovuta ad una sottostima logistica dei luoghi, ci spinge a chiedere al Sindaco e a tutte le altre Autorità per la pubblica sicurezza e per la prevenzione cui inviamo questa diffida, di intervenire con la massima urgenza a scopo preventivo per evitare che anche altre famiglie salentine, e non, debbano piangere i loro cari, e invitiamo, infine, il Sindaco, di concerto con Enel, a concordare una differente sede per il medesimo evento; sedi opportune potrebbero essere piazze, palazzetti dello sport, stadi, o l’ampio spiazzo che ha adeguatamente ospitato Sua Santità Papa Benedetto XVI, non certamente le aree industriali attive progettate per tutt’altra destinazione proprio al fine di tutelare l’incolumità dei cittadini, né tanto meno l’interno stesso di industrie di connaturata alta pericolosità (scariche elettriche, incendi, fughe di sostanze tossiche, crolli, esplosioni, rottura di silos, autoclavi, etc.) quale proprio la Centrale di Cerano; meraviglia come agli studenti universitari durante le visite guidate alla centrale sia vietato aggirarsi lungo tutti gli spazi coperti o meno all’interno del perimetro della stessa senza indossare rigorosamente gli elmetti protettivi forniti negli spazi della portineria, mentre, durante l’evento del concerto, nei medesimi luoghi, a sole poche decine di metri dalle caldaie, dagli alternatori, dalle cabine elettriche di trasformazione, dai cavi di alta tensione, dalle condutture forzate e dalle alte ciminiere sia consentita liberamente la presenza, senza alcun elmetto e altra protezione, a migliaia di persone, bambini, donne e uomini, giovani e anziani, molti dei quali totalmente ignari dell’alta pericolosità del sito e del tutto impreparati ad affrontare eventuali situazioni di emergenza e/o di semplice panico potenziale causa di calche e resse.

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Intanto "La fabbrica di Nichi" (Vendola) aderisce alla manifestazione che si terrà la sera del concerto a Cerano, vedi qui

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