No al carbone Alto Lazio

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24 luglio 2008

"The story of stuff". Diffondete!

La storia dei prodotti che consumiamo ogni giorno, e le implicazioni di un ciclo che è autodistruttivo. Un documento chiaro, semplice, da diffondere e far conoscere.



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22 luglio 2008

Un presidente operaio per Torre Valdaliga Nord


E così, pare che nei prossimi giorni il Bassissimo abbia deciso di effettuare una discesa a Civitavecchia, in visita a Torre Valdaliga Nord. A sorpresa, per restare al riparo dalle contestazioni.
Visto che ormai siamo una delle città-pozzo nero d'Italia, Berlusconi sentirà certamente l'aria di casa, qui.
Fonte

PS.
Chissà che accoglienza preparerà il "Rappresentante degli operai" Benedetti, auto-appellantesi strenuo difensore del comunismo vero.

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Lorenzo Cherubini alias Jovanotti: ignoranza o malafede?

Un comunicato dei NoCoke Brindisi, che fa giustamente luce su una vicenda che alimenta dubbi sull'onestà intellettuale di Jovanotti.
Il nostro ha infatti accettato di farsi "patrocinare" dall'Enel il suo corrente tour italiano. La Società, infatti, promette di piantare N alberi per compensare le emissioni di CO2 provocate dal consumo energetico dei concerti del cantante.
In cambio, grazie all'esposizione in associazione con l'"equo e solidale" Jovanotti, ricava una bella "ripulita" all'immagine. In qualche modo, in senso lato e ovviamente non punibile dalla legge, si tratta di una dinamica assimilabile a quella del riciclaggio di denaro sporco.
Non sarebbe stato ben più coerente, meno paradossale, usare elettricità da energie rinnovabili?

"No Coke Brindisi: ma Jovanotti lo sa?"

Tutto è pronto per accogliere Jovanotti nella tappa di Brindisi del suo tour musicale “Safari".

Da un comunicato di Enel si apprende:

“L'Enel sostiene il Safari Tour di Jovanotti con un progetto ambientale, in collaborazione con AzzeroCO2, che prevede la forestazione di alcune aree urbane per compensare le emissioni prodotte dai concerti e la distribuzione di lampade a basso consumo…"

Ecco qui il beffardo paradosso, l'Enel pianta alberi (e pretende anche di farsi una pubblicità positiva) per far assorbire le emissioni che essa stessa produce.

Infatti, è appena il caso di ricordare che la società elettrica detiene ancora la MAGLIA NERA come maggior produttore, con la centrale di Brindisi Sud-Cerano, di CO2.

Di questo ne è a conoscenza Jovanotti?

“Il Safari Tour 2008 – continua il comunicato - è quindi un impegno concreto e tangibile di Enel e Jovanotti alla lotta al cambiamento climatico. Un nuovo modo di fare musica senza dimenticare l'importanza del rispetto per l'ambiente e l'amore per la natura."

Farebbe piacere a tutti che il famoso e bravo cantante dal palco di Brindisi - distante pochissime centinaia di metri da dove l'Enel scarica 8 milioni di tonnellate di carbone l'anno – lanciasse un monito anche al suo sponsor (l'Enel) che dal momento che annuncia i suoi molteplici impegni a favore dell'ambiente ed anche ad utilizzare “prodotti a basso impatto ambientale" lo facesse realmente, ad esempio, cominciando da Brindisi.

Ma lo sa Jovanotti che a Brindisi l'Enel e' il maggior inquinatore ed è da anni causa di gravi conflitti sociali come, del resto, ovunque ha le sue centrali?

Non si discute la bravura di Jovanotti artista e musicista, ma dall'uomo aspettiamo un segnale dal palco di Brindisi che è, del suo sponsor Enel, emblema e vittima della “invadenza" e mancanza di rispetto verso i cittadini del colosso energetico.

Brindisi, 20 Luglio 2008

NO_COKE_BRINDISI

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30 giugno 2008

" campeggio ambientale da 26 al 29 luglio al presidio No-Turbogas di Aprilia"

Il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano, l’assemblea Permanente No-Fly di Ciampino e la Rete cittadini contro la Turbogas di Aprilia stanno organizzando un campeggio all’interno del presidio permanente contro la Turbogas di Aprilia per rilanciare le mobilitazioni e per fare della socialità uno strumento utile alla lotta.

I tre movimenti che da
tempo si battono per la salvaguardia del territorio e per la salute dei cittadini intendono rafforzare i rapporti fin’ora coltivati tra di loro con un evento che superi qualsiasi concezione localista e che rilanci la mobilitazione “a tutto campo” contro l’attuale modello di sviluppo. Un evento che vuole prima di tutto parlare alle popolazioni locali e dimostrare che con la tenacia, la radicalità e la gioia nulla è perso. Finché ci sarà la gente che si organizza nei movimenti di opposizione che sialle politiche antidemocratiche dei governi tutto è ancora in gioco.
Che cosa è un campeggio ambientale? L’idea di un campeggio dei movimenti territoriale nasce in Val di Susa ormai più di dieci anni fà. Cittadini, associazioni e movimenti hanno deciso di sfruttare l’estate per dar vita ad un momento di riflessione di socialità e di gioia per far crescere la lotta in tanti aspetti. Vorremmo prendere spunto dalla loro esperienza. Vorremmo sfruttare il campeggio per vivere ed analizzare in pieno i diversi aspetti della lotta. L’analisi: con l’organizzazione di dibattiti, seminari e workshop, si puo ragionare sulle forme di organizzazione, sugli aspetti tecnici e su come rapportarci con il nuovo governo che ha promesso di difendere i siti “strategici” (come Chiaiano e la val di Susa) con l’esercito. L’informazione\comunicazione: con la divulgazione di materiale informativo, filmati e controinchieste, utili alla crescita collettiva. Studiare insieme nuovi linguaggi comunicativi nel tentativo di bucare il muro di gomma dei grandi media L’organizzazione: con la sperimentazione di forme decisionali alternative come assemblee partecipate e democratiche, gruppi di lavoro inter-movimento, rilancio delle reti regionali e nazionali tra le diverse esperienze territoriali come il Patto nazionale di mutuo Soccordo. La socialità: con la possibilità di vivere insieme per qualche giorno in piena armonia con la natura (anche quella umana) in modo sostenibile, rifiutando la combustione e gli sprechi. Il riciclo sarà un punto fisso del campeggio. In più stiamo tentando di organizzare dei corsi per imparare a costruire un pannello solare. La gioia: aspetto fondamentale delle lotte di movimento. Vorremmo organizzare eventi che “riempiano” il campeggio di emozioni, vero sale di ogni mobilitazione. Concerti, performance teatrali, corsi di educazione ambientale, mostre ,tornei sportivi e giochi per bambini. Questa è la nostra idea di società. Rifiuto della devastazione ambientale e sociale e rilancio di un modello compatibile, sostenibile e a misura d’uomo.
Perchè il campeggio si farà al presidio permanente contro la Turbogas? Ormai da un anno e mezzo cittadini di tutte le estrazioni sociali, politiche e culturale e di tutte l’età occupano un casale al centro del terreno dove la Sorgenia Spa vorrebbe costruire la centrale Turbogas (a ciclo combianto da 800 mgw) per opporsi con i propri corpi e le proprie intelligenze a questa decisione calata dall’alto che andrebbe a devastare un territorio gia gravemente colpito dall’industrializzazione degli anni 70. Ma oltre ad occupare per impedire qualsiasi inizio dei lavori, il Presidio è diventato un centro di socialità e di incontro di diversi cittadini. Assmblee, iniziative, manifestazioni, cene e feste hanno riempito e trasformato quel luogo abbandonato fino al 2006 in uno spazio aperto di confronto e di lotta. É per questo che i tre movimenti hanno deciso di organizzare l’evento li. Il presidio No-Turbogas sta diventando un simbolo per tutte le vertenze territoriali della zona.

Perché organizzare il campeggio insieme a gli altri movimenti? Perché insieme questi tre movimenti hanno gia percorso tanti passi. Hanno animato la rete regionale ambientale, un progetto nato da diversi movimenti del Lazio (oltre gli organizzatori ci sono i No-coke di Civitavecchia, il forum ambientalista di Colleferro e della valle del Sacco e altri movimenti romani) con l’obbiettivo di trovare degli obbiettivi comuni per una ampia campagna contro gli speculatori (guarda caso sempre gli stessi: Acea, Ama, Sorgenia, Enel ecc). Per uscire dalle accuse che il governo ed i suoi amici ci fanno, cioè di mobilitarsi solo per il nostro orticello ( la famosa sindrome di NIMBY), del nostro cortile di casa. Un’altro motivo per cui si sta organizzando il campeggio insieme è la contiguità territoriale delle vertenze. I cittadini della Pianura Pontina , dei Castelli Romani e di Caimpino, vivono in un territorio simile dove le contraddizioni che lo attraversano si incrociano con le vite degli abitanti, pensiamo al fenomeno del pendolarismo verso Roma.

Per far diventare il campeggio un vero evento senza precedenti nella zona pontina, chiediamo ai cittadini, le associazioni ed i movimenti limitrofi di aiutarci in questa impresa totalmente autorganizzata ed autogestita.
Che significa aiutarci. Significa partecipare alle assemblee preparatorie, aiutare durante l’allestimento del campeggio, durante tutto il periodo del campeggio. Sostenere questo progetto significa anche riempire gli spazi della giornata con delle attività: mostre, giochi per bambini organizzazione di tornei sportivi o di corsi creativi. Tutto ciò che puo arricchire l’evento. Ci sono mille modi per sostenere il progetto.
Portiamo la vita e la gioia al campeggio del Presidio No-Turbogas. Allontaniamo chi ci vuole portare solo inquinamento e morte.

Per info, per proporre iniziative o per aiutare i movimenti durante il campeggio:

3287478394 Marco
3487906062 Emiliano
marcostrike@gmail.com

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Sugli OGM prevalga la ragione

Roma, Italia — Da tempo l'industria biotecnologica prova a sfruttare la crisi alimentare e la fame nel mondo per imporre come soluzione gli OGM. È la più grande bugia del mondo biotech. Gli organismi geneticamente modificati, infatti, vengono utilizzati soprattutto per produrre mangimi animali che vengono esportati nei paesi ricchi. Inoltre gli Ogm non producono più delle colture convenzionali e non danno garanzie di salubritá a lungo termine.
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VOTATE E FATE VOTARE NO AL SONDAGGIO LANCIATO SUL TG1

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25 giugno 2008

Sentenza TAR: l'"allargamento" della base "Dal Molin" non può avere luogo

"Il TAR del Veneto si esprime sulla nuova base Usa di Vicenza: il progetto non è in regola, i lavori non possono iniziare. I veri illegali sono stati smascherati...
Fonte

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Autodistruttività


Dalla cronaca di ieri:
Momenti di altissima tensione all'aereoporto di Tel Aviv, durante la cerimonia per la partenza del presidente francese Nicolas Sarkozy, a conclusione della visita di Stato di tre giorni del presidente francese in Medio Oriente. Un soldato impegnato nel picchetto d'onore si è sparato. Ne ha dato notizia la radio israeliana. Il militare è morto sul colpo.
Fonte.
Ogni deriva distruttiva è anche autodistruttiva. Episodi come questo ci dicono molto su di noi, sulla natura umana. Forse qualcuno vorrà giustificare l'accaduto inventando squilibri e disturbi mentali del ragazzo "sottovalutati". Come se il suo stesso ruolo, quello di militare "a difesa della pace", non rappresentasse già di per sé un enorme paradosso, tale da costituire una fonte lacerante di contraddizioni insopportabili per un essere che sappia discriminare tra ciò che è bene e ciò che è male.
NB: naturalmente su tutte le testate giornalistiche si parla della paura dei VIP Sarkozy e Carla Bruni, nessun cenno alla significatività umana e psicologica dell'evento. Siamo questo.

Immagine:lestanzedinatan.myblog.it

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24 giugno 2008

Giappone: "Arrestati per aver scoperto la verità"

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23 giugno 2008

"S. Michele Arcangelo protettore delle rinnovabili"

"Una precisa richiesta che l'Associazione nazionale dei piccoli comuni intende sottoporre alla Conferenza episcopale italiana." Fonte: Parmaok.it

"La sfida epocale e strategica dell’energia determinante per il futuro stesso del pianeta ha la necessità ,di fronte alla miopia degli uomini, di una protezione superiore e divina - dichiara Virgilio Caivano, portavoce dei Piccoli Comuni - Le fonti energetiche rinnovabili come il solare e l’eolico, autentici doni del Signore, rappresentano l’alternativa vera ed utile per la salvaguardia del Creato.
Per queste ragioni chiederemo alla Conferenza Episcopale Italiana la possibilità di porre sotto la protezione dell’Arcangelo Michele le fonti energetiche rinnovabili ed in maniera particolare i parchi eolici e solari.
Alle aziende di tutta Europa produttrici di energia eolica e solare annuncia Caivano - chiederemo di dedicare i parchi energetici a San Michele Arcangelo”.

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17 giugno 2008

"Attenti al cellulare"

Da repubblica.it
Secondo i ricarcatori passiamo troppo tempo parlando al telefonino. La prima regola, condivisa da tutti, è: "Niente apparecchio ai bambini". L'appello di un pool di scienziati:

"E adesso spegnete il cellulare" L'appello di un pool di scienziati
PARIGI - Primo, siate brevi: non prolungate le conversazioni al cellulare, i possibili rischi sono proporzionati alla durata delle chiamate. Secondo, siate sintetici: usate gli sms o la email, diminuisce così l'impatto elettromagnetico. Terzo, non abbiate fretta: quando si tratta di comunicazioni professionali, amorose o comunque lunghe, prendete un momento per fermarvi a parlare da un telefono fisso. Quarto, siate prudenti: tranne che in casi urgenti, non date mai un cellulare a un bambino sotto ai 12 anni, gli organi in via di sviluppo sono quelli più sensibili alle onde elettromagnetiche.
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Sono alcune delle regole contenute nel nuovo "codice di condotta" pubblicato ieri da una ventina di scienziati internazionali specializzati nella lotta ai tumori, tra cui l'italiano Franco Berrino e il popolare autore francese del bestseller "Guarire", David Servan-Schreiber. Un appello che non vuole essere un allarme. "Siamo in un momento in cui la ricerca dibatte ancora sui rischi del cellulare" spiega Henri Pujol, presidente della Lega contro i tumori. "Proprio per questo bisogna essere prudenti". Non ci sono prove certe della tossicità dei cellulari, ma quasi tutti gli studi confermano che un'esposizione prolungata favorisce la comparsa di "glioma", ovvero tumori del tessuto del sistema nervoso centrale. I ricercatori però si dividono sull'incidenza di questo rischio: c'è chi lo considera "basso" e chi addirittura pronostica un raddoppiamento dei tumori.
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Certi punti di questo nuovo vademecum sembrano di difficile applicazione, come tenere sempre il cellulare a oltre un metro di distanza dal corpo (perché così l'impatto elettromagnetico diminuisce di cinquanta volte). La raccomandazione sui bambini forse è arrivata già troppo tardi: un bambino su cinque possiede il cellulare alle medie e quattro su cinque al liceo. Altri consigli sono facili da seguire: per esempio, verificare prima di comprare un apparecchio il codice Sar (Specific Absorption Rate) che misura l'assorbimento delle onde da parte del corpo. Minore è il Sar meno, in teoria, ci sono rischi. Altre regole, ancora, suggeriscono una piccola rivoluzione di vita e comportamento: chiamate brevi, niente telefono in treno o in macchina. "Non si tratta di demonizzare il cellulare. Nessuno di noi, tra l'altro, ci ha rinunciato" premette Servan-Schreiber, psichiatra all'università di Pittsburgh.
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Paradossalmente, l'unica cosa certa è che c'è incertezza sulla tossicità dei cellulari. Poche assicurazioni oggi coprono il rischio da onde elettromagnetiche e molti fondi d'investimento hanno richiesto maggiori informazioni sanitarie per misurare l'affidabilità delle società di telecomunicazioni quotate in Borsa. "Il nostro appello - spiega Thierry Bouillet, oncologo all'ospedale Avicenne di Bobigny - si rivolge ai produttori: avrebbero tutto l'interesse a limitare gli eccessi da telefonino".
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Un invito rivolto anche ai governi e ai ministeri della Salute, "troppo spesso conniventi con le lobby dell'industria" scrivono gli scienziati. "Oggi viviamo una situazione simile a quella di cinquant'anni fa, con l'amianto e il tabacco" conclude il documento. Meglio dunque adottare piccoli accorgimenti, sapendo che un rischio per la salute c'è. Se piccolo o grande si scoprirà in futuro.
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(16 giugno 2008)

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16 giugno 2008

Off Topic: capolavori del veltrusconismo

Non fosse che accade nel nostro Paese, sarebbe difficile da credere. Ecco, noi siamo anche questo, oggi. Da Repubblica.it

"Ci sono anche politici che tifano contro il proprio partito
Cracolici, a sinistra in Regione, ha fatto un comizio a favore della Cdl
Sicilia al voto, candidati double-face
Pd in Provincia, Pdl in Comune

di ANTONELLO CAPORALE
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Oggi si vota in 8 Province e 147 Comuni della Sicilia
PALERMO - Il campo di calcio ha una linea orizzontale che lo taglia al centro. Netta, chiara. Anche la politica avrebbe una linea di centrocampo: di qua la destra, di là la sinistra. In Sicilia, e per adesso fermiamoci all'isola, questa benedetta linea non c'è, e se c'è sembra sia a zig zag. Quindi accade quel che non dovrebbe essere possibile... Ecco le nuove figure che compaiono in campo: i politici transgender. Mezzo corpo di destra e mezzo di sinistra.
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Partinico è un paesone purtroppo conosciuto per fatti di mafia. Ha trentamila abitanti, dista poche decine di chilometri da Palermo. Oggi si va a votare come nel resto della Regione (quattro milioni alle urne per una importante tornata amministrativa). A Partinico 382 cittadini hanno accettato di candidarsi. Non sembra più attuale riferire il tasso di incompatibilità (siamo comunque sul cinque per cento) di coloro che non dovrebbero per carichi penali pendenti o altri accidenti, eppure lo fanno.
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Tra i tanti corre anche un militante e sindacalista della Cgil, Salvatore, detto Totò, Bono. Totò ha 35 anni, cura le faccende del patronato, pensioni, invalidità e infortuni, e ha una sincera fede politica. È di sinistra. Ambientalista e di sinistra. Infatti è candidato alle elezioni provinciali con i Verdi, in alleanza con il Partito democratico.
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Bono è uno dei tanti che raddoppia la candidatura: prova anche nel consiglio comunale della sua città di farsi valere. Ma qui è il bello: a Partinico il candidato verde indossa la casacca degli avversari. In poche parole: si è mobilitato, vota e fa votare contro il centrosinistra. "Dottore carissimo, la questione è chiara. Sono consigliere comunale uscente e col mio voto, dico anche col mio, ho contribuito a mandare a casa il sindaco del Partito democratico. Degnissima persona, un vero galantuomo, ma politicamente incapace. Tardo, lento, impacciato. Insomma: improponibile".
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Avendolo mandato a casa, Bono non riesce a capacitarsi su come avrebbe potuto resistere nella compagine d'origine. Anche il fatto che il candidato sindaco del Pd sia diverso da quello defenestrato non gli solletica nessuna riflessione: "Intendiamoci: il nuovo candidato è un altro amabilissimo combattente. Un vero democratico e una persona di grande moralità. Però non mi sembra il caso stare dalla sua parte dopo tutto quel che ho combinato".
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Infatti Bono, candidato multicolore, è l'uno e il suo opposto: giura fedeltà al Pd di Palermo ma tifa e corre con l'uomo che l'Udc candida alla poltrona di sindaco nel suo paese contro il Pd. L'Udc nella realtà siciliana fa parte della maggioranza di centrodestra. E allora? "A Partinico mi candido per far vincere chi ha nel suo programma il tema del lavoro. Anche nel mio c'è il lavoro. E il lavoro non è di destra né di sinistra. A Palermo è un'altra storia".
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Destra, sinistra. Tutto si assomiglia. E se tutto si assomiglia, allora l'impossibile diviene certo. Otto giugno, piazza principale di Polizzi Generosa, provincia di Palermo. Raggiunge il palco il deputato regionale del Pd Antonello Cracolici. Raggiunge quale palco? Dove va Cracolici? In una imperdibile relazione-denuncia inviata in queste ore a Walter Veltroni si riferisce "l'increscioso e inqualificabile comportamento. Cracolici ha tenuto un comizio a sostegno del candidato del centrodestra, in contrapposizione alla lista ufficiale del Partito democratico". La denuncia ha toni drammatici. Fa rilevare che, nientemeno, il candidato a sindaco spernacchiato dal deputato del Pd è il presidente dell'assemblea provinciale del Pd. E dunque l'appello conclusivo, con la richiesta della difesa "dei supremi valori cui deve essere improntato l'impegno politico inteso come missione civica".
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In un grandissimo qui pro quo è incappato persino Raffaele Lombardo. Un suo caro amico e fervente sostenitore, candidato a sindaco di Altavilla Milicia, roccaforte poco distante dal bastione dove re Lombardo opera e guida, gli chiede, per il tramite di un militante di grado superiore, un aiutino. Il presidente, molto sensibile, accetta e puntuale giunge sul palco. Sale e inizia però a stupirsi delle tante bandiere del Pd che lo circondano.
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Tutto è possibile, la Sicilia è la terra del Gattopardo, certo. E però... Quando inizia a parlare voci di popolo lo interrompono. Militanti di Forza Italia e Alleanza nazionale protestano e insistentemente rumoreggiano. Gli ricordano che hanno votato per lui e lui adesso parteggia con quegli altri. Quegli altri chi? "Ma dove mi avete portato?", chiede il frastornato presidente. Scopre che il suo candidato è sostenuto da una lista civica, chiamata Primavera altavillese, e già il nome è un programma. Pd-Rifondazione, l'accoppiata a sostegno del candidato amico di Lombardo. Il lucido conducator siciliano momentaneamente confuso ma non rassegnato con una improvvisa giravolta (che comunque denota vitalità fisica e prontezza di riflessi) si libera dai suoi amici - pro tempore avversari - e lascia il podio. Balzato in strada riconosce e stringe a sé il candidato avversario a sindaco, in realtà suo amico politico, e lo prende al braccio. L'incidente si chiude con una crudele sciabolata che Lombardo infligge al suo staff. E amen.
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Ma la Sicilia è isola nata per stupire. Ad Avola, provincia di Siracusa, si è pensato di non dare scandalo e fare un po' e un po'. Superlativa l'ipotesi messa in campo e poi realmente praticata dal Partito democratico. La prima squadra, chiamiamola Pd-uno, sta in giunta e piuttosto bene, confortando con la sua presenza l'attività del sindaco eletto, naturalmente di Forza Italia, in una vasta coalizione che raggiunge l'Udeur e l'Udc. Il Pd-due invece è sistemato in panchina, insieme ad An, che solo poche settimane fa montava i gazebo insieme a Forza Italia. Avete capito bene e siete confusi più di prima?"
(15 giugno 2008)

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15 giugno 2008

Off Topic: "Il lato chiaro"


Visualizzazione ingrandita della mappa
Ogni tanto possiamo permetterci parlare anche di cose che fanno bene all'umanità, oltre alle tante scelleratezze. La mappa (cliccaci per ingrandire) indica come raggiungere il luogo di proiezione del lungometraggio tutto civitavecchiese "Il lato chiaro", un thriller psicologico-esistenziale di preziosa fattura. Per informazioni sul film, VEDI QUI. Per prenotazioni: "Casa del disco", Civitavecchia, oppure chiama il numero 3333664755. Proiezioni tutti i giorni ore 21,30 dal 13/06/2008 al 29/06/2008. Su specifica richiesta è possibile realizzare anche proiezioni pomeridiane (ore 18,00).

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11 giugno 2008

Taranto. Inquinamento. La paura bambini nei loro disegni. MA PER NOI E PER I NOSTRI BAMBINI NON E' DIVERSO.



Alto Lazio come Taranto.
Riportiamo un articolo comparso su Repubblica.it (11 giugno 2008). Con la consapevolezza che un articolo simile la Repubblica non l'avrebbe mai pubblicato, sulla nostra situazione: perché l'affare energetico ha ramificazioni troppo profonde.

I bambini non vogliono morire. Il fatto stesso di parlare di morte per chi ha 8 o 10 anni, è da rabbrividire. "Io ho paura di morire" confessa Roberto. "Io perfino di uscire da casa o di mangiare" dice Sabrina. Gli alunni di sei scuole elementari di Taranto, circondata da polveri sottili e diossina, si occupano d'inquinamento. Scrivono, disegnano: pensieri e schizzi sono la narrazione di un incubo, materializzato da complessi industriali grandi come città: l'Ilva, il più imponente siderurgico d'Europa. "Ciminiere sbruffanti", sempre e ovunque, difficili da esorcizzare. "Potrebbe essere che la mia città è l'anticamera dell'inferno?".
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Dagli istituti Egidio Giusti, XXV Luglio, Europa, Gabelli, Gianni Rodari, Cesare Giulio Viola inondano di lettere e d'immagini colorate quanto strazianti come il sole soffocato dallo smog che grida "Aiuto", il presidente della giunta regionale Nichi Vendola.
Vendola che alla fine decide di farne un libro. Perché, spiega, bisogna "imparare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini".
Sono centinaia di pagine: l'abbecedario della disperazione. Il titolo è una speranza: "Sognando nuvole bianche". Come "quelle dei cartoni animati" scarabocchia su un foglio a quadretti il giovanissimo Stefano, che al governatore confida: "La prego, faccia qualcosa". Fabiola, 9 anni, insiste: "Il cielo è grigio, mi pare di vedere un lampadario spento. Ti prego, se puoi accendi la luce". Domenico Basile è impietoso: "Il verde non è verde, il blu è malato, gli animali sono pochi, l'uomo sta morendo a causa di tante malattie legate all'inquinamento. Ma avere un futuro è un nostro diritto".
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Parole semplici. E affilate come la lama di un rasoio. "Servono a fare chiarezza nei nostri programmi" avverte Vendola, che non rinuncia a ricordare tra il malinconico e l'indispettito: "Per anni la Puglia ha subìto crimini ambientali e forme di colonialismo economico. E' stata trasformata in un territorio 'a perdere', bucato eroso avvelenato spolpato". Ma non vuole arrendersi, il rivoluzionario gentile: "Noi abbiamo provato a reagire. A Taranto per la prima volta abbiamo imposto il monitoraggio costante delle diossine negli stabilimenti dell'Ilva.
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Quell'Ilva che dà lavoro e che dà la morte". Le neoplasie, quelle gravi all'apparato respiratorio, stringono d'assedio una comunità, ostaggio del terrore. Claudia Marino, 10 anni, azzarda una soluzione: "Proprio a causa di questa industria, molte persone muoiono di cancro. Le chiediamo di far chiudere l'Ilva e costruire piccole industrie, per occupare le persone che lavorano lì".
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Poiché "non bisogna barattare la vita con il posto di lavoro" avvisa Graziano Donotelli: "Mio padre lavora all'Ilva, però se qualcuno mi dovesse chiedere cosa preferisco tra la morte e la malattia sicura, io preferisco la vita di mio padre, le sue coccole".
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Le paure d'Italia passano da Taranto. "Noi la questione intendiamo risolverla" promette Vendola. Francesco veste i panni del novellista: "Chiedo a mio padre come mai le nostre nuvole sono così dense e scure? E mio padre mi risponde, caro figlio sono ricche di una sostanza dannosa e velenosa. Io chiedo a mio padre come si chiama questa sostanza e lui mi risponde figliolo non è il caso che io ti rispondo è cosa da adulti. Ed io adesso mi chiedo come mai questi adulti non sono ancora riusciti a risolvere questo problema? E come mai siamo stati chiamati noi bambini che di queste cose non dovremmo sapere niente?".

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10 giugno 2008

Prove tecniche di veltrusconismo

Diamo spazio ancora una volta a Marco Travaglio (dal Blog di Beppe Grillo, 09/07/2008). Vedremo se e in che modo PD e compari sapranno contrastare questo nuovo insulto alla democrazia, questa bordata reazionaria alla legalità. Ma prepariamoci al peggio, e quindi a doverci mobilitare ancora una volta come cittadini.
"Buongiorno a tutti.
Allora, sia nel blog di Beppe un certo Daniele mi chiede della legge sulle intercettazioni che è stata annunciata da Berlusconi al convegno dei giovani industriali a Santa Margherita Ligure – mi chiede e mi domanda se potrebbe essere incostituzionale o oggetto di un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea – sia sul mio blog, voglioscendere.it, Cle e Carla C. mi chiedono anch’esse di parlare di questa legge. E allora parliamone perché è il tema del giorno e credo che rimarrà il tema della settimana e forse del mese. Siamo alla prima legge vergogna.

che riguarda i processi di Berlusconi e che ha qualche speranza di passare, dopo quella per ora tramontata sul patteggiamento allargato che avrebbe spostato in là i processi al Cavaliere. Intanto vediamo quello che vuole fare Berlusconi, secondo quanto lui ha annunciato di voler fare. Lui ha detto: “divieto assoluto di intercettazioni, salvo per i reati di mafia, di camorra, di ‘ndrangheta, di criminalità organizzata e di terrorismo”. Per chi le fa, cioè per i giudici che le dispongono al di fuori di questi reati – ammesso che ce ne siano ancora, ovviamente – e per gli agenti che poi le realizzano assieme ai gestori telefonici che prestano il loro supporto: cinque anni di galera. Questa la pena massima prevista. Per i giornalisti che le pubblicano, cinque anni di galera anche a loro. Si corona così il sogno del Cavaliere di arrestare tutti coloro che lo dovrebbero controllare e che lo controllano ancora, cioè magistrati e giornalisti. Invece di arrestare le persone che vengono intercettate e hanno commesso dei reati, si decide di arrestare coloro che le hanno scoperte e coloro che lo hanno fatto sapere. Che già non è male, devo dire. In più prevede, dice lui, “una forte penalizzazione economica per gli editori che pubblicano questi articoli contenenti intercettazioni”. Quindi, in teoria, dovrebbe essere condannata anche la sua famiglia, visto che i suoi giornali hanno abbondantemente pubblicato intercettazioni - sempre quelle degli altri di solito, mai le sue. L’annuncio era già scritto nel programma della Casa delle Libertà, era già stato detto in campagna elettorale. Il problema è che Berlusconi ha questa grande fortuna: viene sempre sottovalutato. Si dice: “sì, lui dice così. Poi in realtà non è vero…”. No, in realtà è vero. E infatti, ciò che sembrava impossibile, il divieto di intercettazioni per tutti i reati che non siano di mafia e terrorismo – stando a quello che lui dice, sempre che non sia stato frainteso o non parlasse a titolo personale – sarà oggetto della prossima legge in materia di giustizia. E così sono serviti tutti quegli allocchi, magistrati, associazione magistrati, partito democratico, che pensavano di poter dialogare con un soggetto del genere. Per fortuna che a mettersi di traverso contro il dialogo è sempre Berlusconi poi, alla fine. È interessante il fatto che lui annunci tutto questo proprio mentre a Napoli e dintorni lui va predicando che con lui ritorna lo Stato, arriva il pugno di ferro, arriva la tolleranza zero, arriva la certezza della pena. Arriva il castigamatti, insomma, e bisogna rigare diritto. E annuncia una legge che va esattamente in controtendenza. Non è una legge “ad personam”, nel senso che non serve solo a lui. È una legge “ad personas” nel senso che serve a tutta la classe dirigente. È un altro cunicolo enorme scavato sotto le carceri e sotto i tribunali per farci passare naturalmente le solite pantegane grandi così, ma da quello stesso cunicolo passeranno anche topolini medi e piccoli, che sono poi quelli che vanno ad accrescere l’emergenza sicurezza, la percezione di insicurezza. Ragion per cui poi bisogna ritornare indietro e fare altri pacchetti sicurezza. È un continuo. È il pendolo che una settimana dopo le norme per la sicurezza, torna indietro e si mette a salvare i colletti bianchi, ma anche, come vedremo fra un attimo, le principali categorie criminali che rendono rinomato nel mondo il nostro Paese. Facciamo degli esempi. Per l’omicidio, ad esempio, non è più possibile intercettare, se ha un senso quello che ha detto Berlusconi. Perché l’omicidio non è né mafia, né ‘ndrangheta, né camorra, o meglio, ci sono anche omicidi che non fanno parte di quelle organizzazioni. Per l’omicidio semplice - cioè io ammazzo un tizio non essendo un camorrista, un mafioso, un ‘ndranghetista e nemmeno un terrorista – non mi possono intercettare. Di solito, per scoprire chi è stato ad uccidere una persona si mettono sotto intercettazione tutti quelli che fanno parte della sua cerchia: parenti, amici, conoscenti, colleghi di lavoro per cercare qualche attinenza tra la morte di quella persona e le conoscenze che ha. Non si potrà più fare. Quindi, molti più omicidi impuniti. Okay?
Rapine in banca. Mettiamo che per fortuna una telecamera abbia ripreso di sguincio uno dei rapinatori e che gli inquirenti illuminando bene le immagini riescano a intuire chi potrebbe essere fra le loro vecchie conoscenze, spulciando tra le foto segnaletiche. Bene, per trovare la prova che è veramente lui gli mettono il telefono sotto controllo, vedono se parla di bottino. Se ne parla con altri complici, arrestano anche i complici e si riesce a sgominare la banda. Non si potrà più fare. La rapina, se non è fatta da mafiosi, camorristi o terroristi, sarà impossibile, o quasi, da punire...

Mettiamo il classico caso del sequestro di persona a scopo di estorsione. Un gruppo di sbandati sempre più spesso capita, ormai non c’è più la grande “anonima sequestri”, ci sono gruppi di sbandati che si organizzano. Sequestri lampo. Prendiamo l’imprenditore. Ci facciamo dare il riscatto. Lo liberiamo. Di solito si mette sotto controllo il telefono della famiglia, i telefoni delle famiglie amiche, in modo che quando il sequestratore telefona per chiedere il riscatto si risale telefonicamente a lui e spesso lo si acciuffa. Con questo sistema sono stati sgominati moltissimi sequestri e restituiti alle famiglie tantissimi ostaggi. Perfetto. Non si potrà più fare. A meno che il sequestro non sia opera di mafia, camorra o ‘ndrangheta, però come sappiamo fanno i soldi in maniera diversa e molto più facile.
Prendiamo il molestatore che telefona, con telefonate oscene, alla ragazza. Tipico caso: la ragazza fa denuncia, mettono il telefono sotto controllo, risalgono al molestatore e il molestatore viene preso. Non si può più fare. Perché? Perché, o il molestatore è un mafioso, un camorrista, un ‘ndranghetista o un terrorista, cosa che di solito non è, oppure niente da fare.
Mettiamo una donna picchiata e violentata magari dall’ex marito o dall’ex fidanzato, o cose di questo genere. Trova il coraggio di denunciare. Mettono sotto intercettazione il presunto aggressore per vedere se è proprio vero ciò che dice la donna. Non lo si potrà più fare.
Prendiamo la ricerca dei latitanti. Tutti quelli che sfuggono alla giustizia. Non lo so… dal mago di Vanna Marchi che scappa in Brasile, a quelli che fanno le rapina, a quelli che fanno gli omicidi, ecc. Ecco, se non sono mafiosi o terroristi, non si potrà più usare lo strumento delle intercettazioni per andare a vedere dove sono scappati e riacchiapparli.
Finora non ho citato i reati finanziari naturalmente. Ci sono ancora le estorsioni. Pensate a quanta gente denuncia l’estorsore, quello che gli va a chiedere qualcosa, che li minaccia. Se non è un mafioso, non si potrà più controllare il telefono delle persone che ricevono queste richieste estorsive. Per non parlare delle truffe. Pensate a quante intercettazioni su Vanna Marchi ci hanno aiutato a scoprire le minacce che lei e la figlia facevano a quelle povere credulone che pagavano continuamente temendo chissà quali conseguenze negative, fino alla morte. Quelle telefonate non si potranno più, non dico utilizzare, non si potranno più intercettare e quindi ovviamente avremo molti più truffatori e molti più truffati perché poi alle vittime non ci pensa nessuno.
Non ho parlato ancora dei reati finanziari che sono in realtà la vera ragione per cui non si vuole più che si utilizzi da parte della magistratura lo strumento delle intercettazioni. E questo è ovvio. Dato che i reati finanziari sono i più nascosti e i più difficili da vedere, non solo non si sa chi li ha commessi, ma non si sa nemmeno chi li abbia commessi. Mentre l’omicidio, la truffa, il furto, quelli si vedono perché c’è una vittima dichiarata che li va a denunciare. La corruzione, chi la viene a sapere? Se non parla quello che ha pagato e non parla quello che ha preso i soldi, la corruzione non si sa. E poi il falso il bilancio, chi lo può notare che un bilancio è falso? Quindi sono i reati che hanno più bisogno di intercettazioni. Bisogna scoprire anche che sono stati commessi, oltre a dover scoprire chi li ha commessi. Anche per questi, silenzio di tomba. Non sapremo mai nulla.
Naturalmente, che cosa succede? Succede che tutti quelli che li commettono potranno commetterli liberamente. Quando passerà la legge, saranno molte di più le persone che li commetteranno perché a quel punto il rischio di essere scoperti e puniti è zero e quindi noi perderemo ancora più soldi con i reati finanziari di quelli che stiamo perdendo.
Io vorrei fare solo alcuni esempi di processi dei quali non avremmo saputo nulla. Processi che non si sarebbero mai aperti, quindi tutti imputati che non sarebbero imputati se fosse passata questa legge.
Il caso, per esempio, delle scalate bancarie. C’erano dei furbetti del quartierino che, contro la legge, cercavano di appropriarsi di due banche: Banca Nazionale del Lavoro, le cooperative rosse e l’Unipol di Consorte; Antonveneta, la Banca Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani; Rizzoli Corriere della Sera, cioè il più grosso gruppo editoriale indipendente non controllato dai partiti, che doveva finire nella mani di Ricucci il quale poi, secondo alcuni, l’avrebbe girato ai soliti amici di Berlusconi. Bene, queste tre scalate furono bloccate da Clementina Forleo e dalla procura di Milano, grazie a intercettazioni. Con questa nuova legge, niente intercettazioni, scalate a buon fine. Compreso il loro protettore massimo, cioè Antonio Fazio, che continuerebbe a essere governatore della Banca d’Italia non sospettato di niente. Sebbene, come abbiamo visto dalle telefonate, fosse colui che faceva il regista e il giocatore di queste partite, nelle quali avrebbe dovuto rimanere terzo distaccato e arbitro.
Nessuno saprebbe le cose perché nella legge si prevede anche che nessuno le pubblichi. Quindi, dato che il processo non è ancora partito, noi non sapremmo ancora praticamente nulla di Fazio. E quindi Fazio sarebbe doppiamente al suo posto, sia perché non sarebbe stato scoperto, sia perché, anche se l’avessero scoperto, nessuno avrebbe poi potuto raccontarlo.
Pensate ai riscontri che sono stati trovati sulle denunce di Stefania Ariosto sui giudici corrotti a Roma, con tutte le intercettazioni dell’enturage del giudice Squillante, dell’avvocato Pacifico, ecc.
Niente. La truffa di Milano di Poggi Longostrevi che faceva le ricette facili a spese della Regione, con i rimborsi gonfiati ecc. 150 medici condannati grazie alle intercettazioni. Niente. Non avremo più nulla di tutto questo. A Torino, l’amministratore delle Molinette arrestato grazie alle intercettazioni perché pigliava le tangenti in ufficio su ogni fornitura, Luigi Odasso, anche lui sarebbe ancora al suo posto. Pensiamo al Lazio, grazie alle intercettazioni hanno trovato i riscontri alle denunce di Lady ASL, quella che ha raccontato il grande scandalo della sanità, che poi è responsabile del grande buco della sanità del Lazio, che per fortuna si è tamponato grazie all’intervento della magistratura, non avremmo saputo quasi niente.
Pensate al caso di spionaggio. I casi di spionaggio illegale che abbiamo avuto in questi anni. Lo staff di Storace che fa spiare Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo alla vigilia delle elezioni regionali del 2005.
Il SISMI di Pollari e Pompa, che fa i dossieraggi sui giornalisti, i magistrati, i politici ritenuti pericolosi per Berlusconi. Il SISMI che, secondo l’accusa della Procura di Milano, collabora al sequestro di un cittadino egiziano, Abu Omar, a cui noi avevamo dato ospitalità per motivi politici e poi l’abbiamo fatto rapire dalla CIA e mandare in Egitto a torturare.
Nulla si saprebbe senza le intercettazioni, nemmeno ovviamente di quel caso patetico del giornalista Farina, alias Betulla, che lavorava a depistare le indagini sul sequestro.
Pensate ai dossieraggi della Telecom. I dossieraggi della security della Telecom. Migliaia e migliaia di dossier accumulati illegalmente da Tavaroli e i suoi uomini, tutto grazie alle intercettazioni. Non sapremmo nulla.
Pensate a ministri, sottosegretari. Abbiamo il ministro Fitto, che è stato preso grazie a intercettazioni in un processo per le tangenti della famiglia Angelucci per le cliniche nella Puglia.
Abbiamo il sottosegretario Martinat che è sotto processo a Torino per gli appalti truccati del TAV e della Olimpiade Invernale del 2006.
Pensate al ministro Matteoli che addirittura è sotto processo per le fughe di notizie per abusi edilizi all’Isola d’Elba.
Tutte persone che non sarebbero ovviamente sotto processo. Come ovviamente non sapremmo niente del ruolo avuto, secondo la procura di Genova, dal capo della Polizia dell’epoca, Gianni de Gennaro, nei possibili depistaggi delle indagini sul G8. Come non sapremmo nulla della mega truffa sui farmaci appena scoperta da Guariniello a Torino. Come non sapremmo nulla della mega truffa sui rifiuti appena scoperta, coi 25 arresti dai magistrati di Napoli, per quanto riguarda la Campania.
Non sapremmo nulla quello che ha fatto Mastella, la sua famiglia e il suo partito, smascherati dall’inchiesta di Santa Maria Capoa Vetere, poi passata a Milano. Non sapremmo nulla delle ruberie sui fondi pubblici in Calabria, che De Magistris ha scoperto e infatti gli sono costate una dura punizione dal Consiglio Superiore della Magistratura, mentre alcuni colleghi gli stanno smontando le indagini. Ecco, da questo punto di vista Clementina Forleo e De Magistris con una legge come questa già in vigore da qualche anno sarebbero a posto, in una botte di ferro. Perché se la legge avesse loro impedito di scoprire gli scandali di bancopoli e della Calabria, loro non avrebbero pagato le conseguenze quindi, almeno dal loro punto di vista, questa legge li avrebbe lasciati lavorare in pace, proprio perché avrebbe impedito loro di lavorare e di scoprire alcunché.
Allora, quali sono i motivi con i quali ci viene indorata la pillola. Ci viene presentata questa legge come assolutamente urgente e necessaria. Oggi si sono mossi anche insigni tromboni per dare copertura questa legge vergognosa. La prima è che bisogna tutelare la privacy. Naturalmente la privacy è già tutelata da una legge, persino eccessiva, che è la Legge sulla Privacy che però ha una clausola assolutamente ovvia. Cioè che la privacy può essere tutelata, salvo esigenze di giustizia. Quando ci sono esigenze di scoprire reati e tutelare le vittime di quei reati, la privacy viene meno. Ciascuno di noi rinuncia a un pezzo della sua privatezza per consegnare allo Stato la possibilità di difenderci quando poi viene attaccata, non la nostra privatezza, ma la nostra vita, la nostra incolumità, il nostro patrimonio, i nostri interessi. La privacy non c’entra nulla. E del resto, quando si chiede: “ma quando mai è stata violata la privacy dalle intercettazioni o dalla pubblicazione delle intercettazioni?” rispondono sempre: “la povera Anna Falchi che si è ritrovata un sms sui giornali che diceva “ti amo”. A chi? A Ricucci. Che era che cosa? Suo marito. Pensate che violazione della privacy far sapere che c’è una moglie che dice “ti amo” a suo marito. Deve essere stato un danno irreversibile. Per il resto sono tutte balle.
Dicono che ci sono troppe intercettazioni. E qui non si sa rispetto a cosa. C’è un numero ideale, un numero perfetto di intercettazioni? Quale sarebbe? Il numero delle intercettazioni dipende dal numero dei reati che si commettono. In Italia ci sono quattro regioni nelle mani della mafia? Perfetto, avremo un po’ più di intercettazioni rispetto alla Finlandia o alla Danimarca.
E poi non è vero che abbiamo troppe intercettazioni rispetto agli altri paesi, perché negli altri paesi non si sa quante siano le intercettazioni. L’unico paese di cui con certezza si sa quante intercettazioni si facciano è l’Italia. Per quale motivo? Perché in Italia le può fare soltanto la magistratura e risultano tutte, dalla prima all’ultima, con tanto di autorizzazione di un giudice terzo. Mentre all’estero le fanno i servizi segreti, le forze di polizia, senza nessun controllo. Pensate, in Inghilterra le fa perfino il servizio ambulanze. Ci sono 156 enti, compresi gli enti locali, che possono fare le intercettazioni. In America le fa la SEC, che è l’equivalente della nostra CONSOB, solo che quella funziona e che controlla appunto le attività di borsa.
Quindi in Italia non è vero che ce ne sono di più, le controlliamo tutte. Mentre all’estero ci sono, ma non incontrollate, quindi non si sa quante sono.
L’argomento che fa più presa è che costano troppo. Costano troppo, ci dicono. E allora io vi do i dati. Due anni fa, l’ultimo anno dei quali abbiamo le statistiche, le procure italiane, che sono 165, hanno speso per intercettazioni 240 milioni di euro. Secondo altri calcoli il coso sarebbe pure inferiore. Ma prendiamo per buono il più grosso, cioè 240 milioni di euro. Che erano 40 in meno rispetto all’anno prima. Sono quattro euro per ogni cittadino. Quattro euro e qualcosa per ogni cittadino. La domanda è: “siete disposti da dare quattro euro all’anno, cioè quattro caffè all’anno, per sentirvi più sicuri e protetti contro reati di ogni genere?”. Penso che la risposta, se la domanda viene posta correttamente ai cittadini, sia sì. Potremmo risparmiare? Certo, potremmo averle gratis le intercettazioni. Sapete perché le paghiamo? Le paghiamo perché lo Stato, quando da la concessione alla Telecom, alla Vodafone e agli altri gestori telefonici potrebbero mettere una clausoletta nella quale c’è scritto: “voi siete concessionari pubblici dello Stato italiano. Perfetto. Avete un obbligo. Quando un magistrato vi chiede di tenere sotto controllo un telefono, voi lo fate gratis. Invece lo Stato italiano paga i gestori telefonici che sono suoi concessionari. Per cui li potrebbe tenere per le palle e fargli fare quello che vuole. Quando un magistrato chiede a una banca: “fammi quell’accertamento bancario”, la banca mica si fa pagare. Eppure la banca è un ente privato. Questi sono concessionari pubblici e lo Stato italiano paga loro ogni intercettazione. E in più, ad ogni indagine che deve fare, affitta un macchinario che non è proprio, da un’azienda privata. Basterebbe comprarli una volta, i macchinari per fare le intercettazioni e i costi verrebbero praticamente azzerati.
Quindi, vi stanno raccontando balle anche quando vi dicono che questa legge è per risparmiare sui soldi. No, questa legge è per risparmiare sui processi. A chi? A Berlusconi e alla classe dirigente. C’è un piccolo problema. Berlusconi naturalmente ha un processo in corso a Napoli, d’udienza preliminare, insieme al suo amico Saccà, direttore di Rai Fiction sospeso, perché? Perché al telefono gli prometteva aiuti per una sua attività privata, a Saccà, in cambio dell’assunzione da parte di Saccà di alcune ragazzine, di alcune ragazzine che interessavano in parte a Berlusconi, e in parte a un misterioso senatore dell’Unione che un anno fa, in cambio del piazzamento della ragazzina a Rai Fiction, a spese nostre, avrebbe fatto cadere il governo Prodi. Pare, come ha scritto Repubblica ieri, che ci siano altre telefonate ancora più sfiziose su questo vero e proprio uso criminoso della televisione pagata con i soldi pubblici.
E allora? Bisogna impedire che vengano fuori, con una legge che salverà migliaia di criminali, per salvare uno o due imputati.
Passate parola."

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2 giugno 2008

Wall Street Journal: perché il nucleare in Italia è una scelta sbagliata e non conveniente

Dal Wall Street Journal del 30 maggio un articolo a firma Henry Sokolsky (Fonte)
Il Governo italiano, il cui debito pubblico, con i suoi 1.624 miliardi di euro, è già il terzo più grande del mondo, sembra desideroso di veder crescere ancora questa voragine. La scorsa settimana, l’appena rieletto Silvio Berlusconi ha dichiarato di voler rimettere l’Italia sulla strada dell’energia nucleare.

Sembrerebbe la cosa giusta da dire a un paese che vede il costo della benzina crescere ogni giorno ed è costretto ad aumentare le sue importazioni energetiche dalla Francia, eccetto per un piccolo dettaglio: è molto improbabile che le centrali atomiche promesse da Berlusconi saranno mai costruite.
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Il motivo? Costi di costruzione vertiginosi, tempi che si proiettano verso i due decenni e difficoltà nell’individuare aree di costruzione in cui i cittadini non facciano opposizione.
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Queste cupe previsioni anti-nucleari vengono dagli ambientalisti? Tutt’altro. Le ultime valutazioni industriali rese note da E.On, il gigante energetico tedesco che sta costruendo una centrale atomica in Finlandia, collocano il costo di un singolo impianto a 6 miliardi di euro. La Florida Power and Light, una delle maggiori imprese energetiche americane, fornisce gli stessi numeri. Si tratta di dieci volte il costo di una moderna centrale a gas con la stessa capacità energetica. Questi costi, va aggiunto, coprono solo la costruzione della centrale e non comprendo lo smaltimento delle scorie e le spese operative.
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Quando Berlusconi fu al governo, dal 2001 al 2006, investì molte risorse in opere pubbliche ma fallì ripetutamente nel rispettare i vincoli di bilancio della Ue. Oggi Berlusconi promette un una gestione più prudente delle finanze nazionali.
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Ciò non di meno i vertici dell’Enel, la società energetica a controllo pubblico che dovrebbe costruire e gestire questi nuovi reattori, la scorsa settimana hanno cripticamente fatto sapere che se si vuole procedere su questa strada, l’Enel ha bisogno di “nuove regole e forte consenso nel paese sulle nuove centrali”. Leggi: garanzie del governo, crediti e sussidi.
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Si potrebbe ritenere che un po’ di “deficit spending” potrebbe anche convenire all’Italia. Ma nel caso delle installazioni nucleari le probabilità sono davvero scarse. Perché? Perché serviranno decenni per capire se la scelta è stata giusta o meno. L’Italia non ha costruito o gestito centrali nucleari da quando le chiuse tutte dopo l’incidente di Chernobyl nel 1987. Questo non è di grande augurio per ripartire da zero rapidamente e senza incidenti.
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Gli atomo-entusiasti glissano su questo. La settimana scorsa, il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola ha detto alla Confidustria che il governo intende posare la prima pietra di una centrale di nuova generazione entro 5 anni. Tutto ciò suona bene. Ma i funzionari dell’Enel sembrano più cauti. Questi sostengono che ci vorranno “dai sette ai dieci anni” prima di mettere un reattore in pista. Il principale concorrente, Edison Spa, è stato anche più prudente: “la prima centrale avrebbe difficoltà a diventare operativa prima del 2020”.
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Infine i critici del nucleare sono ancora più scettici. Il reattore di 4° generazione a cui il governo sembra pensare, non è stato neppure interamente progettato e completarlo potrebbe richiedere dai 20 ai 25 anni.
Al fondo c’è però un’altra questione: le centrali nucleari saranno difficilmente una risposta adeguata alle esigenze energetiche che l’Italia si troverà ad affrontare nei prossimi 10 anni o più. Quale sarà la domanda e l’offerta energetica tra 10 o 20 anni e quanto questa energia costerà è la domanda che tutti si pongono. Di certo Berlusconi e il suo governo saranno finiti da un pezzo per allora, mentre gli alti costi e l’opposizione politica e pubblica per ogni singola centrale da costruire sono prezzi da pagare da subito.
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Perché allora Berlusconi ha fatto il suo annuncio nucleare proprio ora. Come la riduzione delle tasse su benzina e diesel – che il governo ha annunciato la settimana scorsa – anche questo serve a dare la sensazione che si sta facendo qualcosa contro l’aumento dei prezzi delle materie prime.

Gli esperti però sospettano qualcosa di più sinistro. L’annuncio potrebbe essere parte di un impegno di lungo termine delle maggiori imprese energetiche europee per mettere fuori gioco i concorrenti minori grazie ai massicci finanziamenti e sostegni pubblici per i programmi nucleari. Gli italiani e gli europei possono solo sperare che queste speculazioni si rivelino infondate.
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L’Unione Europea dovrebbe incoraggiare la competizione e l’eliminazione dei sussidi governativi nel settore energetico. Ma non ha mai avuto molta fortuna in questo campo. La Francia sostiene pesantemente i suoi programmi nucleari. I sussidi tedeschi sul carbone sono altrettanto noti. Gli aiuti di Francia e Germania al progetto del reattore finlandese che AREVA e Siemens stanno costruendo, sono stati ammessi dalla Commissione Europea contro numerose denuncie.
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La preoccupazione è che la Ue possa finire con il reprimere la competizione nel settore energetico proprio nel momento in cui l’Europa ne avrebbe più bisogno. Infondo l’Ue si dice impegnata nel ridurre le emissioni di anidride carbonica. La strada per questo è l’aumento dell’efficienza energetica al fine di ridurre la domanda complessiva e insieme promuovere le tecnologie col miglior rapporto costi-benefici.
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Non esiste sforzo di pianificazione che possa determinare come ottenere questo risultato riducendo le emissioni nel modo più rapido ed economico. Invece è certamente il rispetto dei meccanismi del mercato la migliore speranza dell’Europa per attraversare il groviglio di decisioni da prendere: scegliere tra sistemi di distribuzione elettrica centralizzati o diffusi, nuove tecnologie contro vecchie, quali differenti fonti di gas naturale e molto altro…
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E’ possibile che la competizione possa favorire il nucleare in futuro. Comunque, visto che la Ue prevede di chiudere ben 145 reattori nei prossimi 17 anni, la crescita netta della capacità nucleare europea, nella migliore delle ipotesi, dovrebbe collocarsi tra molti decenni a venire. Nel frattempo l’Italia e l’Europa farebbero cosa saggia nello stare lontane da investimenti energetici che nessuna banca privata farebbe senza il sostegno dei governi. Per il momento questi includono gli investimenti nucleari.
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Henry Sokolsky è il direttore del Nonproliferation Policy Center di Washington
Sul medesimo argomento vedi anche qui

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9 maggio 2008

Off Topic: tra i ministri del governo Berlusconi

Onorevole Carfagna, neo Ministra per le pari opportunità

Come al solito la realtà supera la fantasia, e vediamo materializzarsi eventi e cose che difficilmente l'immaginazione avrebbe saputo evocare. E' così che ci ritroviamo con una Ministra per le pari opportunità ex valletta televisiva. Potrebbe sembrare una barzelletta mal riuscita, eppure la dott.ssa Carfagna, che vediamo in foto,

da valletta, sexy-sciocchina, testimonianza incarnata del maschilismo televisivo più rozzo, va ad assumere la titolarità (solo nominale, probabilmente) del Ministero "per le pari opportunità". Non servono commenti.
Istruzione: l'incubo Bondi è finito. Avevamo sudato freddo, implorato gli dei che il nome di Bondi ne restasse il più lontano possibile. Forse diffondere voci di una sua possibile investitura su quella poltrona, era stata solo un modo per farci sentire sollevati quando lo si fosse sostituito con chiunque altro. Insomma, la vecchia storia dell'operaio sventurato il cui unico piacere nella vita è, alla sera, togliere le scarpe di tre numeri troppo strette. Ecco, in questo senso è un vero piacere apprendere del nome della Gelmini.Certo, poi passata l'ebbrezza, ci si chiede: ma chi è costei? E allora si scopre che si tratta di un Avvocato 35enne con nessuna esperienza e conoscenza minimamente associabile al mondo della scuola o della formazione. In compenso rappresenta una delle fedelissime del Nanocavaliere. Visto che nell'istruzione risiede il luogo fondamentale per la crescita culturale ed il futuro di un Paese, la Gelmini è proprio ciò di cui avevamo bisogno. Non che si possa rimpiangere Fioroni, per carità. Ma un Ministero dato a una INCOMPETENTE nel senso proprio del termine, resta difficile da comprendere. Non dimentichiamo che le vie della politica sono infinite. Tutto quello che è saccheggiabile, violabile, vessabile, sfruttabile, sfondabile, tutto ciò che può rappresentare un attacco sadico al bene comune, la politica italiana lo esprimerà in modo mirabile.

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15 aprile 2008

OT - Due Italie (speriamo?)

Berlusconi III

Qualche commento dopo l'esito delle elezioni.

L'Italia non era sazia. L'Italia? 13 milioni di elettori. Il sospetto è che di fatto esistano due Italie, sempre più distanti ad ogni istante che passa. Da un punto di vista quantitativo, distanti quasi quanto i lontani cugini yankees Alabama e New York.
All'estero, in queste ore, la stampa esprime sconcerto, sbigottimento, incredulità, sarcasmo sull'esito delle nostre elezioni 2008. E si interrogano sulle cause che possono trovarsi alla base di una simile anomalia. Leggi in proposito l'articolo del confindustriale Sole24ore.it
L'Italia, almeno una delle due, vive con la testa fuori dall'Europa; stupisce la cristallizzazione, la fedeltà nonostante tutto della quota maggioritaria dell'elettorato del centrodestra italiano: telepersuaso, ignorante, cattolico.
All'opposto, se cos' si può dire, accade qualcosa di davvero interessante: Sinistra Arcobaleno suicidata/vampirizzata? Evidentemente s'era resa inutile e anacronistica, nel ruolo che s'è ritagliata negli ultimi anni. E se per anni si fa politica "uniti contro", è ovvio essere svuotati in favore di Veltroni, se questo è l'unica (apparente?) alternativa a Berlusconi, in termini di possibilità di governo. Era una sinistra spaesata, lenta, che vedeva uno dei pochi motivi di novità nell'esplicito apparentamento coi verdi.

Intanto W interviene sui commenti di SuaEmittenza all'indomani del voto: a quanto pare sente «forte esigenza di una grande offensiva culturale. Troppo a lungo abbiamo accettato passivamente che ci fosse uno spirito del tempo a cui adeguarsi. Dobbiamo sferrare una grande offensiva culturale intorno al tema dei valori». Accidenti! Serviva la discesa di Berlusconi 3, perché qualcuno accendesse il cervello. Vedremo. Per ora non mi pare molto credibile.

Stefano Montanari e "Per il bene comune": 119.420 consensi. Avanti tutta ora, il percorso è solo all'inizio. Per qualche italiano poter esprimere un voto a favore di PBC ha rappresentato la prima volta senza naso turato: in piena condivisione di programma e approccio alla politica.

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12 aprile 2008

Sul "voto utile"

VEDI:
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per il bene comune
IL BLOG DI STEFANO MONTANARI - venerdì 11 aprile 2008
© IL BLOG DI STEFANO MONTANARI

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(quanto segue NON è da considerarsi rappresentativo del Movimento Nocoke, ma è espresso a titolo personale dal redattore del Blog)

L'espressione "voto utile" non può essere utilizzata solo in relazione alla spendibilità del proprio voto per determinare direttamente la formazione di un governo.
Un dibattito politico dovrebbe essere fondato su proposte chiare, centrato sulla discussione dei problemi e delle sfide di maggior rilevanza. L'opposto di quanto è avvenuto in questa campagna-farsa, dove si è fatto di tutto perché la scelta dei cittadini fosse incanalata in sensi obbligati davvero poco alternativi tra loro: V o B. Davvero l'unico voto utile è quello dato ai due sconci gemellini?
Non lasciamoci infarcire la testa di sciocchezze.

Esiste la possibilità di utilizzare il proprio voto come investimento lungimirante, per far sì che venga introdotta in parlamento una forza portatrice di quelle idee che si vogliono sostenere. Ovvio che una decisione simile trova senso contestualizzata in date circostanze, e cioè io credo che in questo momento votare V o B destìni il Paese a una sorte non tanto diversa, e significa affidarsi a chi finora ha tradito in modo quasi sistematico la fiducia e le aspettative degli elettori.

Secondo questa prospettiva un voto utile può essere indirizzato verso la Lista "Per il bene comune": il suo programma è semplice, chiaro e pragmatico, oltre che del tutto condivisibile per chi scrive. In esso non si trova distanza tra i princìpi ispiratori e i propositi di azione (trasparenti).

I dubbi restano, certo.

Sul blog di Beppe Grillo nel giorno 10 aprile è apparso un post intitolato proprio così, "Il meno peggio" (vedi qui), che pur colmo di slogan facili e semplicismi, contiene anche alcune solide "verità": a forza di andare avanti col "meno peggio" l'Italia affonda.



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1 aprile 2008

Berlusconi: "Mi spiace ma non conosco internet, forse sono davvero troppo vecchio per governare"


Fai clic sull'immagine per vedere il video

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27 marzo 2008

Off Topic: petizione contro la nuova antenna a Parco della Resistenza

Articolo comparso oggi su centumcellae.it:

Ancora una dichiarazione di guerra contro le antenne per telefonia mobile. Si è infatti costituito lo scorso 19 marzo, al termine di un incontro tra i residenti, un nuovo Comitato spontaneo contro l'ennesima antenna selvaggia: è il caso di quella in procinto di essere installata al Parco della Resistenza, sopra gli edifici che ospitano gli uffici comunali, secondo indiscrezioni individuati come sito idoneo nel Regolamento per le installazione di antenne in procinto di essere approvato dall'Amministrazione comunale. Una ipotesi che ovviamente ha fatto sobbalzare i residenti della zona, che nell'arco di poche decine di metri, oltre a centinaia di famiglie, ospita anche un centro anziani e due scuole materne.
Si è deciso di dare vita ad un comitato che si è fatto promotore di una petizione, chiedendo all’A.C. di escludere il sito di Parco della Resistenza da quelli indicati per le antenne, e soprattutto di volerlo considerare “sito sensibile” in quanto troppo vicino (meno di 150 metri) a strutture come scuole e centro anziani>.
La raccolta delle firme è stata affidata a volontari che, per le case, nei vicini esercizi commerciali
e fuori le scuole, hanno già raccolto oltre 150 adesioni.

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