Presidio permanente sulla statale Aurelia in attesa che il prefetto di Viterbo sensibilizzi l'esecutivo e il ministro dello Sviluppo economico in merito alle richeiste avanzate dai liberi cittadini e dal Movimento Nocoke. Nell'attesa di un comunicato ufficiale riportiamo quanto pubblicato dalle agenzie (vedi qui).
Roma, 24 mag. (Apcom) - E' questo il risultato della manifestazione di protesta contro la riconversione della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord, svoltasi oggi a Tarquinia, nel viterbese, alla quale hanno partecipato numerosi cittadini e rappresentanti del mondo istituzionale ed economico.
Gli organizzatori annunciano che è stato costituito un presidio permanente formato da commercianti, semplici cittadini e diversi agricoltori, con i loro trattori, a ridosso della statale Aurelia, nella zona commerciale urbana di Tarquinia. "Passeremo, a turno, il nostro tempo qui fino a quando non ci sarà data una precisa risposta", dicono.
Inoltre, due torri di avvistamento con delle bandiere recanti il simbolo del colibrì sono state costruite all'inizio della strada Civitavecchia-Roma e l'altra allo svincolo sud della Aurelia in direzione Tarquinia. "Serviranno a tenere alta l'attenzione sul tema", spiegano gli organizzatori del Comitato cittadini liberi e del comitato No-Coke.
"Il prefetto - concludono - ha promesso che si farà carico di sensibilizzare il governo sul problema dell'inquinamento da carbone e, inoltre, sul perché alcuni organi di stampa locali non danno il giusto risalto a questo tipo di notizie".
25 maggio 2008
Presidio permanente finché non otterremo risposte dal governo
Primi resoconti sulla manifestazione
Riportiamo tre dei primi articoli apparsi in rete sulla manifestazione avvenuta sabato 24 maggio a Tarquinia, contro la riconversione a carbone della centrale TVN di Civitavecchia. (Presto pubblicheremo immagini dall'evento.)
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Da Civonline.it (link)
TARQUINIA - E’ tornata in piazza, come promesso, la protesta dei cittadini dei comuni dell’Alto Lazio contro il progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia.
Un cordone umano di oltre 3mila persone. All’inizio in piazza Matteotti, a Tarquinia, c’erano circa mille persone. Poi, quando il lungo cordone umano ha iniziato a sfilare per le vie della città, dirigendosi verso la statale Aurelia, la quantità di manifestanti ha raggiunto oltre tremila persone: tra agricoltori, politici, di destra e sinistra, mamme, papà, nonni e bambini seguiti da decine di trattori con le bandiere della Coldiretti e della Cia. Alla protesta, organizzata dai comitati no-coke, hanno aderito quasi tutti i sindaci del TARQUINIA MANIFESTAZIONE NO CARBONE MAZZOLAcomprensorio, c’era il sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta, quello di Cerveteri, Gino Ciogli, la Provincia di Viterbo e di Roma, gli assessori regionale e provinciale Luigi Nieri e Massimiliano Smeriglio, la Coldiretti, la Confesercenti e l’Ascom e una lunga lista di associazioni e movimenti. C’erano anche tanti esponenti del centrodestra, come la senatrice Laura Allegrini, i rappresentanti dell’opposizione di Tarquinia, Marco Fiaccadori di Fi e di Montalto di Castro, Fabiola Talenti (An).
Le richieste dei no coke. Sul palco di piazza del Comune hanno parlato prima i no coke che in breve hanno illustrato i punti salienti della piattaforma programmatica, ribadendo che i cittadini «rifiutano i soldi o qualunque altro accordo compensativo che non preveda il blocco della riconversione a carbone della centrale, e chiedendo al ministro Scajola di bloccare i lavori già in corso». In aggiunta anche altre tre richieste: quella di effettuare una nuova Via, quella di creare un registro dei tumori e quella all’Authority per la pubblicità, affinché venga sanzionato l’uso dell’aggettivo pulito in riferimento alla parola carbone.
La rabbia di Mazzola. Il primo ad arrivare in piazza Matteotti, pochi minuti prima delle nove, è stato il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola che con un’azione di coraggio degli ultimi tre giorni, ha deciso di scendere in campo e fare la battaglia contro il carbone al fianco dei suoi cittadini. Fischi dalla piazza nei confronti del sindaco di Tarquinia, che secondo i manifestanti: «non ha mantenuto un comportamento coerente con le promesse di lotta contro la riconversione della centrale fatte in campagna elettorale». Colto dalla rabbia, Mazzola si è sfilato la fascia tricolore ed è salito sul palco di piazza Matteotti, inveendo contro i no coke che non avevano nominato il Comune di Tarquinia tra gli aderenti alla manifestazione. Mazzola ha stigmatizzato l’assenza di tanti primi cittadini e speso parole di fuoco contro «la facile strumentalizzazione politica». Il primo cittadino etrusco ha poi attaccato il sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini, accusandolo di «connivenza con l’Enel». «Noi siamo per la tutela della salute e dell’ambiente - ha urlato a gran voce il sindaco di Tarquinia - quindi contro ogni forma di inquinamento. Facciamola finita con le strumentalizzazioni. Se l’obiettivo è unico, percorriamolo insieme. Noi siamo contro la centrale e siamo contro tutto quello che inquina, anche contro la centrale di Montalto, contro Tirreno Power e contro il porto. Io sono con i cittadini, mi dicano quello che devo fare e io faccio». Mazzola ha poi ribadito la richiesta di un incontro con il ministro Scajola.
Grillo e il bluff del carbone. La protesta è poi proseguita con un intervento via web del comico genovese Beppe Grillo che ha ribadito: «Il carbone pulito è un bluff, non esiste. Non fatevi infinocchiare. In tutto il mondo i governi stanno riducendo la produzione di energia con il carbone e stanno studiando strade alternative, solo da noi si vuole incrementare l’uso di un prodotto micidiale per la salute dei cittadini. Attraverso l’uso del carbone l’Enel, con la complicità dello stato e dei poteri forti, si accinge a devastare le produzioni agricole e le vocazioni turistiche dei territori». Il comico ha anche TARQUINIA MANIFESTAZIONE NO CARBONE MAZZOLAcriticato i provvedimenti del governo su Napoli.
Il caso di Gualdo Cattaneo. Sul palco degli interventi hanno preso la parola anche Raoul Maltini che ha testimoniato le gravi condzioni della comunità di Gualdo Cattaneo, in Umbria, dove è stata realizzata una centrale a carbone «nonostante le proteste di metà popolazione». «Questo è stato possibile – ha detto Maltini – grazie alla connivenza con l’Enel dell’allora sindaco Becchetti che ignorò le firme. Adesso il nostro comune è l’unico in Umbria che si sta spopolando».
Gli altri interventi. Hanno preso la parola anche l’assessore della Provincia di Viterbo Picchiarelli e l’ex ministro all’Ambiente Willy Bordon: «Da ex uomo di governo e da ex sindaco – ha detto - quindi abituato a conoscere le procedure, vi dico che l’autorizzazione concessa all’Enel per l’uso del carbone a Civitavecchia è illegittima e inaccettabile. Il governo deve disporre, una nuova Via». Bordon ha sostenuto che le affermazioni dell’Enel, secondo le quali con l’uso del carbone le emissioni verrebbero ridotte dell’85%, «non bastano a tranquillizzarci, l’abbattimento deve essere del 100%».
La battaglia contro l’Enel. «Boicottare l’Enel scegliendo un altro gestore per la fornitura di energia elettrica grazie alle possibilità offerte dalle privatizzazioni nel settore dell’energia». È questa la proposta avanzata dagli organizzatori del corteo.
Il blocco dell’Aurelia. Intorno alle 11 il corteo si è avviato verso l’Aurelia, scortato da un ingente spiegamento di forze dell’ordine: polizia di stato, stradale, carabinieri, finanza e polizia locale. Il traffico automobilistico è stato deviato all’altezza della località Spinicci. I manifestanti hanno percorso la statale per un chilometro e mezzo in direzione Civitavecchia, poi il corteo si è fermato all’incrocio con Villa Bruschi Falgari. I trattori hanno continuato il loro percorso fino all’imbocco dell’autostrada poi sono tornati indietro. Alle 17 la strada era ancora bloccata. I no coke hanno chiesto un incontro in strada con il prefetto di Viterbo Giacchetti che però gli ha dato appuntamento in Comune.
Lo sgombero forzato. I manifestanti hanno continuato a desistere: «Rimarremo qui fino a che il prefetto non scenderà in strada. Dall’incontro deve scaturire una nota ufficiale nella quale venga riconosciuto che non esiste carbone pulito». Le forze di polizia hanno poi iniziato a sgomberare la strada. Circa una sessantina di no coke che si erano seduti per terra, sono stati portati via di peso. «Se non hanno risposte convincenti ribloccheremo ancora l’Aurelia».
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Da il manifesto.it
No coke contro il carbone: «Il futuro sono le fonti rinnovabili»
Migliaia di persone a Tarquinia per dire no anche al nucleare. Beppe Grillo interviene al telefono: «La politica energetica italiana è grottesca»
Giacomo Russo Spena
Tarquinia (Roma)
«Negli ultimi anni sono cresciute patologie respiratorie, allergie e tumori. I più colpiti sono i giovani». La popolazione di Tarquinia è «indignata» per la riconversione della centrale a carbone, di proprietà dell'Enel, nella vicina Civitavecchia. E ieri ha protestato: una manifestazione convocata dal movimento no coke (che tiene dentro associazioni, ambientalisti, produttori agricoli e tantissimi singoli) culminata con l'occupazione della strada statale Aurelia. «La nostra - spiegano i promotori - è una battaglia che va avanti da tempo. Diciamo no all'uso del carbone». Un rifiuto non ideologico ma scientifico: i danni alla salute, spiegano, sono provati.
Un'iniziativa cominciata alle 9 del mattino, nel centro di Tarquinia, con un dibattito tra i cittadini. «E' un grande successo - dichiara dal palco un no coke - la partecipazione è sorprendente». In queste zone non si vedono tutti giorni sfilare migliaia di persone. E in un modo così determinato. Presenti per l'occasione vari esponenti del Prc, l'ex senatore Rossi, Bordon dei Consumatori e la grillina candidata a sindaco di Roma Simonetta Monti. All'iniziativa fa una visita telefonica lo stesso Grillo: «La vostra è una protesta giusta. Rappresentate il futuro. La politica energetica del nostro paese è invece grottesca, sta ancora al carbone e al nucleare». E giù applausi.
Poi il corteo inizia a sfilare, caratterizzato da una partecipazione variegata: Coldiretti, Cia, Cobas, scolaresche con insegnanti, famiglie, tantissime donne e associazioni. Centinaia le bandiere «No carbone». Ad aprire e a chiudere la manifestazione i trattori degli agricoltori. Molti esponenti del movimento no coke indossano provocatoriamente la fascia tricolore: «Ci rappresentiamo da soli - spiegano - perché le istituzioni non lo fanno». La polemica è con il sindaco della città, reo di «non prendere una posizione netta». La fermezza con cui lo dicono i manifestanti fa intravedere una comunità «stanca di non esser ascoltata» dalle istituzioni: «Preferiamo autorganizzarci dal basso». Poi dai megafoni dicono che il loro no al carbone è affiancato al rifiuto del nucleare: «Il futuro sono le fonti rinnovabili». E molti di loro annunciano la presenza anche alla manifestazione milanese del 7 giugno per un nuovo clima.
Nessuna contrapposizione nemmeno coi lavoratori dell'impianto di Civitavecchia, «la soluzione è la conversione, non la disoccupazione». Gli agricoltori della zona invece restano i più danneggiati economicamente: uno studio dell'Enel, confermato dal governo, ha dimostrato la tossicità dei prodotti coltivati a meno di 60 km dall'impianto. Ai proprietari è stato «consigliato» la produzione no food, come i fiori. Belli ma poco redditizi. Un uomo alla guida del trattore ci dice: «Così non si può andare avanti. Oggi vogliamo smascherare anche la bugia sull'esistenza del carbone pulito». Intanto i manifestanti occupano l'Aurelia per qualche ora, con la polizia ferma a guardare. Poi ognuno a casa, con la consapevolezza che sconfiggere il gigante economico Enel non sarà facile. E di mobilitazioni toccherà farne molte altre.
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Da maremmaoggi.it (link originale)
TARQUINIA - E’ tornata in piazza, come promesso, la protesta dei cittadini dei comuni dell’Alto Lazio contro il progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia.
Un cordone umano di oltre 3mila persone. All’inizio in piazza Matteotti, a Tarquinia, c’erano circa mille persone. Poi, quando il lungo cordone umano ha iniziato a sfilare per le vie della città, dirigendosi verso la statale Aurelia, la quantità di manifestanti ha raggiunto oltre tremila persone: tra agricoltori, politici, di destra e sinistra, mamme, papà, nonni e bambini seguiti da decine di trattori con le bandiere della Coldiretti e della Cia. Alla protesta, organizzata dai comitati no-coke, hanno aderito quasi tutti i sindaci del comprensorio, c’era il sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta, quello di Cerveteri, Gino Ciogli, la Provincia di Viterbo e di Roma, gli assessori regionale e provinciale Luigi Nieri e Massimiliano Smeriglio, la Coldiretti, la Confesercenti e l’Ascom e una lunga lista di associazioni e movimenti. C’erano anche tanti esponenti del centrodestra, come la senatrice Laura Allegrini, i rappresentanti dell’opposizione di Tarquinia, Marco Fiaccadori di Fi e di Montalto di Castro, Fabiola Talenti (An) Maeco La Monica e Consolata Piras di FI.
Le richieste dei no coke. Sul palco di piazza del Comune hanno parlato prima i no coke che in breve hanno illustrato i punti salienti della piattaforma programmatica, ribadendo che i cittadini «rifiutano i soldi o qualunque altro accordo compensativo che non preveda il blocco della riconversione a carbone della centrale, e chiedendo al ministro Scajola di bloccare i lavori già in corso». In aggiunta anche altre tre richieste: quella di effettuare una nuova Via, quella di creare un registro dei tumori e quella all’Authority per la pubblicità, affinché venga sanzionato l’uso dell’aggettivo pulito in riferimento alla parola carbone.
La rabbia di Mazzola. Il primo ad arrivare in piazza Matteotti, pochi minuti prima delle nove, è stato il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola che con un’azione di coraggio degli ultimi tre giorni, ha deciso di scendere in campo e fare la battaglia contro il carbone al fianco dei suoi cittadini. Fischi dalla piazza nei confronti del sindaco di Tarquinia, che secondo i manifestanti: «non ha mantenuto un comportamento coerente con le promesse di lotta contro la riconversione della centrale fatte in campagna elettorale». Colto dalla rabbia, Mazzola si è sfilato la fascia tricolore ed è salito sul palco di piazza Matteotti, inveendo contro i no coke che non avevano nominato il Comune di Tarquinia tra gli aderenti alla manifestazione. Mazzola ha stigmatizzato l’assenza di tanti primi cittadini e speso parole di fuoco contro «la facile strumentalizzazione politica». Il primo cittadino etrusco ha poi attaccato il sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini, accusandolo di «connivenza con l’Enel». «Noi siamo per la tutela della salute e dell’ambiente - ha urlato a gran voce il sindaco di Tarquinia - quindi contro ogni forma di inquinamento. Facciamola finita con le strumentalizzazioni. Se l’obiettivo è unico, percorriamolo insieme. Noi siamo contro la centrale e siamo contro tutto quello che inquina, anche contro la centrale di Montalto, contro Tirreno Power e contro il porto. Io sono con i cittadini, mi dicano quello che devo fare e io faccio». Mazzola ha poi ribadito la richiesta di un incontro con il ministro Scajola.
Grillo e il bluff del carbone. La protesta è poi proseguita con un intervento via web del comico genovese Beppe Grillo che ha ribadito: «Il carbone pulito è un bluff, non esiste. Non fatevi infinocchiare. In tutto il mondo i governi stanno riducendo la produzione di energia con il carbone e stanno studiando strade alternative, solo da noi si vuole incrementare l’uso di un prodotto micidiale per la salute dei cittadini. Attraverso l’uso del carbone l’Enel, con la complicità dello stato e dei poteri forti, si accinge a devastare le produzioni agricole e le vocazioni turistiche dei territori». Il comico ha anche criticato i provvedimenti del governo su Napoli.
Il caso di Gualdo Cattaneo. Sul palco degli interventi hanno preso la parola anche Raoul Maltini che ha testimoniato le gravi condzioni della comunità di Gualdo Cattaneo, in Umbria, dove è stata realizzata una centrale a carbone «nonostante le proteste di metà popolazione». «Questo è stato possibile – ha detto Maltini – grazie alla connivenza con l’Enel dell’allora sindaco Becchetti che ignorò le firme. Adesso il nostro comune è l’unico in Umbria che si sta spopolando».
Gli altri interventi. Hanno preso la parola anche l’assessore della Provincia di Viterbo Picchiarelli e l’ex ministro all’Ambiente Willy Bordon: «Da ex uomo di governo e da ex sindaco – ha detto - quindi abituato a conoscere le procedure, vi dico che l’autorizzazione concessa all’Enel per l’uso del carbone a Civitavecchia è illegittima e inaccettabile. Il governo deve disporre, una nuova Via». Bordon ha sostenuto che le affermazioni dell’Enel, secondo le quali con l’uso del carbone le emissioni verrebbero ridotte dell’85%, «non bastano a tranquillizzarci, l’abbattimento deve essere del 100%».
La battaglia contro l’Enel. «Boicottare l’Enel scegliendo un altro gestore per la fornitura di energia elettrica grazie alle possibilità offerte dalle privatizzazioni nel settore dell’energia». È questa la proposta avanzata dagli organizzatori del corteo.
Il blocco dell’Aurelia. Intorno alle 11 il corteo si è avviato verso l’Aurelia, scortato da un ingente spiegamento di forze dell’ordine: polizia di stato, stradale, carabinieri, finanza e polizia locale. Il traffico automobilistico è stato deviato all’altezza della località Spinicci. I manifestanti hanno percorso la statale per un chilometro e mezzo in direzione Civitavecchia, poi il corteo si è fermato all’incrocio con Villa Bruschi Falgari. I trattori hanno continuato il loro percorso fino all’imbocco dell’autostrada poi sono tornati indietro. Alle 17 la strada era ancora bloccata. I no coke hanno chiesto un incontro in strada con il prefetto di Viterbo Giacchetti che però gli ha dato appuntamento in Comune.
Lo sgombero forzato. I manifestanti hanno continuato a resistere: «Rimarremo qui fino a che il prefetto non scenderà in strada. Dall’incontro deve scaturire una nota ufficiale nella quale venga riconosciuto che non esiste carbone pulito». Le forze di polizia hanno poi iniziato a sgomberare la strada. Circa una sessantina di no coke che si erano seduti per terra, sono stati portati via di peso. «Se non hanno risposte convincenti ribloccheremo ancora l’Aurelia».
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Da Alice News (link originale):
Roma, 24 mag. (Apcom) - E' stata una protesta pacifica ma decisa per dire "no" al carbone. In 4mila hanno manifestato a Tarquinia, in provincia di Viterbo, contro la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord. La manifestazione, autorizzata come corteo fino alle 13.30, si è prolungata nel tempo diventando un presidio che ha bloccato per ore la statale Aurelia. La polizia, intorno alle 17, ha sgomberato la strada, dove la circolazione lentamente è ripresa. Gli agenti sono intervenuti per far alzare i molti manifestanti che si erano sdraiati sull'asfalto. Nessuna tensione.
La manifestazione ha avuto una ulteriore parentesi istituzionale nella sala consiliare del comune di Tarquinia dove il Prefetto e i rappresentanti degli operatori turistici e degli agricoltori che hanno partecipato alla manifestazione si sono incontrati. L'obiettivo è ottenere "un incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola", e una precisa presa di posizione sul fatto che alla centrale del territorio di Civitavecchia "non si usa il carbone 'pulito' - spiegano gli organizzatori - ma il carbone". Gli organizzatori non vogliono che la centrale a carbone sorga in un territorio in cui sono presenti due tesori dell'archeologia etrusca, patrimonio dell'Unesco, come Cerveteri e Tarquinia.
Secondo gli organizzatori del Comitato cittadini liberi, oltre ai 4mila manifestanti hanno preso parte anche circa 250 trattori in rappresentanza delle associazioni agricole del territorio. Le adesioni, tra enti e associazioni, sarebbero circa 100, tra cui le Province di Roma e di Viterbo, i comuni di Cerveteri, Ladispoli, Tarquinia. Hanno aderito alla manifestazione, organizzata anche dai comitati No-Coke, anche Confcommercio e Confesercenti, ma anche esponenti politici in quella che, a detta degli organizzatori, è stata una solidarietà "trasversale". Durante la manifestazione, il sindaco di Tarquinia, Maurizio Mazzola, ha dichiarato la sua netta contrarietà al carbone.
Per l'occasione è stata lanciata l'iniziativa "Buon Viaggio Enel", con cui si invitano i cittadini a staccarsi dall'Enel come fornitore di energia e a scegliere un gestore che non utilizzi il carbone sporco.
23 maggio 2008
Beppe Grillo apre la manifestazione.
Mentre compaiono comunicati dai contenuti colmi di arroganza e spirito antidemocratico da parte del gigante nudo golia-enel e delle sue milizie mercenarie, BEPPE GRILLO ha comunicato che aprirà con un suo intervento la manifestazione di domani sabato 24 a Tarquinia contro la riconversione a carbone di TVN - Civitavecchia.
"Michele Santoro ad Annozero ,che come le altre reti televisive ha ospitato i coraggiosi cittadini di Tarquinia e Civitavecchia , durante il lungo sciopero della fame,è di nuovo intervenuto sul tema della centrale. Infatti il noto conduttore, in chiusura di trasmissione, ha parlato dell'iniziativa popolare che si terrà domani a Tarquinia ,citando che si tratta di una manifestazione trasversale contro la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga nord .
La giornata di domani sarà aperta da Beppe Grillo che già lo scorso anno si era recato a Tarquinia elegiando i valorosi cittadini come fecero anche Maurizio Costanzo e Paolo Mieli e tante altre personalità in occasione del lungo e sofferto digiuno.
Con un collegamento web dal palco il famoso comico darà il suo contributo parlando dei problemi di questo territorio,per una informazione meno legata ai poteri forti.
Il carbone pulito non esiste,esiste un territorio meraviglioso e generoso,patrimonio dell'Unesco,da millenni votato all’agricoltura di qualità e al turismo,che và difeso dall’aggressione dell’inquinamento."
www.nocoketarquinia.splinder.com
nocoketarquinia@yahoo.it
Intervento della chiesa cristiana evangelica battista sulla riconversione a carbone di TVN
Riceviamo e con piacere pubblichiamo questo "Documento della chiesa cristiana evangelica battista di Civitavecchia (via dei Bastioni) sulla costruenda centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord."
Dopo cinquanta anni di attività incessante delle centrali elettriche di Civitavecchia, ci saremmo aspettati una proposta politica nel segno della tregua. Civitavecchia e le altre città del comprensorio interessate in prima battuta ai veleni sputati dalle ciminiere, avrebbero bisogno di sentire allentata la morsa dei prodotti di combustione che inquinano aria e terra. L'effetto cumulo di cinquanta anni di produzione di energia elettrica segnati da un incessante sbuffo di gas velenosi, particelle e nano particelle dannose alla salute, ha contribuito a trasformare lo stesso significato cultu ale della terra nell'immaginario comune. Da risorsa per la vita, dalle viscere della quale vengono da sempre i frutti e il nutrimento per gli umani e gli animali, a sinistro contenitore di veleni, che miete vittime, inquinando la vita con dosi quotidiane.
Ci saremmo aspettati una tregua e in un tempo in cui, quasi ogni giorno, si pubblicano studi che dichiarano la insostenibilità di questo modello di
sviluppo, ci saremmo attesi una svolta ecocompatibile. Invece, nel 2000, è arrivata la proposta, da subito passata in fase operativa, di convertire una delle centrali elettriche a olio combustibile, quella di Torrevaldaliga nord, a carbone.
Uno sviluppo insostenibile promosso con verità insostenibili, come quella che il carbone sarebbe ormai "pulito", garantito dalle nuove tecnologie di combustione. Non era forse venuto il momento di allentare la morsa su questo territorio e su questa popolazione? Non era forse venuto il momento di ripensare alla politica energetica complessiva valorizzando per davvero le forme di produzione a più basso impatto ambientale e promuovendo efficacemente un uso davvero più sobrio della energia?
Non si è neppure tenuto conto né del primo referendum del giugno 1989, né del secondo più recente (2003), in cui una stragrande maggioranza della popolazione ha affermato che questa centrale era "troppo", non la si voleva, e si era pronti a cercare soluzioni alternative.
Quando la politica non sa più ascoltare la voce dei cittadini e non sa sostanziarla di scelte conseguenti, che senso ha rammaricarsi della crisi della democrazia e biasimare coloro che mostrano disaffezione verso i partiti? Ma la cosa più crudele è il tentativo tuttora in corso, che appare deliberato, di scaricare sui cittadini che hanno espresso in forme nonviolente la loro resistenza a questa centrale, il carico morale e psicologico della eventuale perdita di posti di lavoro delle maestranze che operano nella centrale.
Questa insinuazione è paradossale e non tiene conto di cambiamenti epocali nella politica industriale del nostro paese. Inoltre, secondo questa logica, il nostro Paese non avrebbe neppure dovuto mostrare indignazione rispetto alla produzione, ad esempio, di mine antiuomo, che hanno avvelenato di violenza la terra di tanti paesi. Non c'erano anche lì in ballo tanti posti di lavoro di cittadini del tutto onesti? Non possiamo accettare la logica della guerra tra i poveri, lasciandoci intrappolare da tranelli ideologici mirati a separare e dividere i cittadini, per poi, più facilmente controllarne le scelte. Noi esprimiamo la nostra solidarietà alle maestranze che operano a Torrevaldaliga nord e la nostra lotta, deve essere intesa anche in difesa della loro salute esposta più che quella di altri ai veleni della centrale nonché ai posti di lavoro che necessitano contestualmente anche di una riconversione.
La nostra lotta non è contro i lavoratori, ma in difesa della vita e di un modello di sviluppo più umano e sostenibile. La nostra comunità cristiana evangelica si è interrogata sull'argomento. Abbiamo dibattuto già da molto tempo sul tema della centrale e molti membri e amici della comunità, già da anni, si battono nel movimento ambientalista nominato no-coke. Questa lotta per la difesa del territorio ci riguarda? Interroga anche la nostra fede? La svolgiamo con la miopia di chi vorrebbe semplicemente spostare un po' più in là il problema? Abbiamo una parola alta e disinteressata da dire? Di recente, anche per effetto delle iniziative di occupazione della sala consiliare di Civitavecchia, da parte del movimento no-coke, si è fatta più stringente la necessità di rispondere a queste questioni. Non si contano ormai più i documenti ecumenici prodotti da assemblee delle chiese su "Giustizia, pace e salvaguardia della creazione" a partire da Basilea (Assemblea Ecumenica Europea 1989), Seul (Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese 1990), fino ai tempi più recenti Accra (Assemblea dell'Alleanza Riformata Mondiale 2004), che con analisi puntuali hanno focalizzato il nesso che esiste tra l'impegno dei cristiani per la giustizia e quello per la salvaguardia del creato. La giustizia sociale, la difesa dei diritti dei più deboli, deve coniugarsi con una giustizia che renda possibile la vita su questo pianeta anche per il futuro.
Il Signore chiama le chiese tutte a stringersi in un patto comune per una "diaconia della terra". E' necessario che nel recupero della dimensione teologica del limite della nostra esistenza, abbandoniamo modelli di sviluppo voraci di energia, deliranti nei consumi e che minacciano l'ecosistema. La questione perciò non è più semplicemente politica. Non riguarda solamente le scelte giustamente laiche della politica, mirate, come in ogni altra materia a valutare il rapporto tra costi e benefici. La questione diviene anche spirituale. L'ambiente, la natura, per noi è la buona creazione di Dio. Essa è stata data agli umani non perché ne sfruttassero irresponsabilmente le risorse, ma perché ne fossero i custodi (Genesi 2). Per noi l'ambiente è la Creazione, e l'essere umano ha il compito di dar voce e poi ascoltare il gemito della creazione che aspetta la manifestazione della gloria dei figli di Dio (Romani 8). Riteniamo quindi, in tutta coscienza, che la nostra comunità abbia un debito di testimonianza verso la terra. Siamo convinti che sia nostro dovere declinare la nostra fede evangelica anche per richiamare noi stessi e gli altri al rispetto del pianeta. Tutto vive in equilibrio. E la condizione della vita prima del peccato, nel giardino di Eden, era armonia nelle relazioni tra Dio, gli esseri umani e la creazione tutta. La frattura di una sola di queste relazioni, produce un turbamento anche in tutte le altre. Questo è il potere letale del peccato. I conflitti che contrappongono e avvelenano i rapporti tra gli umani e l'ambiente, sono, da un punto di vista teologico, della stessa natura di quelli che alimentano le guerre tra i popoli e le discordie tra le persone. Ci teniamo a dichiarare però che questa nostra opzione per l'ambiente, come quella per i poveri, non la proclamiamo da una cattedra di superiore giustizia o infallibilità. Sappiamo di essere parte del problema. Conosciamo le nostre contraddizioni e i nostri piccoli e grandi egoismi, coi quali abbiamo alimentato la crisi. Confessiamo perciò il nostro peccato. Desideriamo però manifestare i segni del ravvedimento. Desideriamo, con l'aiuto di Dio, ricercare stili di vita più sobri, tesi a valorizzare quel che è essenziale e mettendo al bando lo spreco e la logica dell'usa e getta. Desideriamo sperimentare modelli educativi e di formazione, che valorizzino il riciclaggio, e quindi la raccolta differenziata dei rifiuti, una netta diminuzione del consumo energetico, e quindi una preferenza al trasporto pubblico sull'uso smodato delle auto; una maggiore attenzione alle tecnologie che consentono risparmio energetico mediante, ad esempio, un più efficace isolamento termico delle abitazioni; una incentivazione all'uso anche domestico del solare.
Vogliamo dunque cominciare da noi, ma non possiamo rinunciare al livello politico che ha gli strumenti perché questa nuova sensibilità ecologica si affermi in maniera capillare per tutti. Con questo spirito quindi, desideriamo dare, ufficialmente, il nostro sostegno alla iniziativa presa già da diversi membri di questa chiesa a favore del movimento no-coke. L'idea di organizzare un digiuno a staffetta per mantenere alta l'attenzione pubblica sul problema e contribuire alla campagna dei no-coke dei comuni del comprensorio, ha la nostra approvazione e desideriamo sostenerla, unitamente ad altre iniziative che la nostra creatività ci consentirà via via di prendere.
"Il digiuno che io gradisco non è forse questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi e che si spezzi ogni tipo di giogo?
7 Non è forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne?
8 Allora la tua luce spunterà come l' aurora, la tua guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, la gloria del SIGNORE sarà la
tua retroguardia." Isaia 58:6-8
Dichiarazioni di adesione alla manifestazione di sabato 24/05/2008
Seguono alcune dichiarazioni di adesione alla manifestazione
Il Comune di Tarquinia
– afferma l’amministrazione comunale - ha il dovere e la volontà di tutelare la nostra salute e il nostro ambiente. Per farlo, però, ha la necessità di seguire la via istituzionale che consenta alla città, per la prima volta, di esprimere la propria volontà sulle decisioni energetiche che coinvolgono il nostro territorio”.
“Da decenni, infatti - continua -, subiamo passivamente senza avere la possibilità di scegliere. Per tale motivo dobbiamo sedere con gli stessi diritti di Civitavecchia e Montalto di Castro al Tavolo della Salute e al Tavolo dell’Ambiente.
In questo modo potremo auto-determinarci e far rispettare i nostri diritti, cioè svolgere un monitoraggio costante e rigoroso. Inoltre, il Comune di Tarquinia non può essere oggetto di strumentalizzazioni e l’unica strada che può percorrere per avere voce, ribadisco, è quella della via istituzionale, ottenendo gli strumenti legislativi indispensabili per bloccare ogni tipo d’impianto che produca emissioni inquinanti”.
“Solamente così – conclude - avremo la possibilità di non fare sconti e di mantenere una posizione di assoluta intransigenza che salvaguardi la salute della popolazione e l’intergità del territorio.
Sabato 24 maggio saremo in piazza tra i cittadini che parteciperanno alla manifestazione, per esprimere il nostro dissenso a una scelta che il Comune di Tarquinia ha sempre definito sbagliata”.
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Forza Italia
I Consiglieri Comunali di Forza Italia di Montalto di Castro, Consolata Piras e Marco La Monica parteciperanno sabato 24 maggio 2008 alla Manifestazione contro la riconversione a carbone della Centrale di Torvaldaliga Nord che si terrà a Tarquinia a partire dalle ore 9,00.
Aderiremo come gruppo politico, ma soprattutto in qualità di semplici cittadini e vorremmo farlo coinvolgendo tutte le persone che hanno a cuore la difesa della salute pubblica e la salvaguardia dell'ambiente e del nostro territorio.
Un invito a partecipare vorremmo rivolgerlo in modo particolare al Sindaco di Montalto di Castro, Carai, ed all'Amministrazione Comunale tutta, in modo tale da dissipare tutti i dubbi a riguardo la posizione poco chiara che hanno sempre assunto in merito a questo delicato argomento.
Vorremmo altresì che lo facessero anche per smentire le voci che insistentemente da un po' di tempo circolano nel nostro territorio riguardo ad una possibile intesa tra Comune di Montalto ed Enel per una futura riconversione a carbone della centrale che ospitiamo. Rabbrividiamo solo all'idea! Così, onde evitare equivoci e dubbi imbarazzanti saremmo ben felici della loro presenza alla Manifestazione di Tarquinia.
Ringraziamo sin d'ora tutti gli organizzatori di questo evento che tanto si sono prodigati in questi anni, in modo assolutamente pacifico, per divulgare e contrastare i pericoli e le sottili insidie che il "carbone pulito" comporta.
Forti e certi della massiccia partecipazione di sabato, confidiamo in una soluzione più vantaggiosa e più salutare rispetto a quella preoccupante che si sta prospettando a breve.
I Consiglieri Comunali
Consolata Piras
Marco La Monica
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Confederazione COBAS
La Confederazione Cobas di Civitavecchia fa appello alle lavoratrici, ai lavoratori, al popolo inquinato di Civitavecchia, Tarquinia e gli altri comuni del comprensorio dei paesi dell'Alto Lazio, di lottare con ogni mezzo per impedire lo scempio dell'entrata in funzione della centrale a carbone di TVN.
Sabato 24 maggio ore 9 a Tarquinia (piazza Matteotti)
MANIFESTAZIONE CONTRO IL CARBONE
IL DANNO CHE VERRA':
DANNO PER L'ECONOMIA Se consideriamo i costi sociali della centrale a carbone, sono enormemente superiori ai profitti che andranno all'ENEL. I costi per la sanità dovuti all'aumento dei tumori e di patologie dell'apparato respiratorio, i costi dovuti ad un aumento esponenziale del traffico su gomma , i costi derivanti dai danni all'agricoltura, al turismo, al porto, all'industria di trasformazione, lo spopolamento della città, chi li pagherà?
DANNO PER L'OCCUPAZIONE I lavori di costruzione della centrale di Torre Valdaliga Nord hanno portato un'occupazione solo temporanea, subappaltata a piccole imprese che sfruttano il lavoro precario, facendo vittime tra i lavoratori per il mancato rispetto delle condizioni minime di sicurezza. A regime la centrale occuperà poche centinaia di lavoratori, ma quanti posti di lavoro andranno persi a Civitavecchia per il danno causato ad altri settori dell'economia locale (turismo, trasporti, agricoltura)? Grazie all'ENEL, che oggi crede di prenderci in giro con le sue menzogne sull'occupazione, Civitavecchia ha già patito la dismissione della Direzione Medio Tirreno, della Zona Distribuzione e il ridimensionamento del personale tecnico di TVS, TVN e Montalto.
DANNO PER LA POPOLAZIONE che risulterà ulteriormente danneggiata da carichi supplementari di nocività e inquinamento. Le patologie polmonari e tumorali aumenteranno a dismisura – e già oggi hanno una incidenza maggiore della media nazionale grazie all'inquinamento regalatoci dall'ENEL negli anni passati. I cittadini di Brindisi, dove è stata costruita una centrale analoga ci avvertono dei pericoli che si corrono… stiamoli a sentire!
DANNO PER L'AMBIENTE Mentre il mondo intero si affanna nella ricerca di nuovi modi di produrre energia da fonti rinnovabili, che non producano scorie ineliminabili, rischi per le popolazioni circostanti, e soprattutto non aggravino ulteriormente il problema del riscaldamento globale, in Italia si torna al Carbone – e alcuni cominciano addirittura a pensare al nucleare, immemori di Chernobyl. Il New York Times dedica un articolo a Civitavecchia proprio per denunciare questa strategia miope e suicida, che mette a rischio la sopravvivenza della stessa specie umana su questa terra nei prossimi decenni.
Siamo ancora in tempo per salvaguardare la nostra salute e quella delle future generazioni, e per impedire i danni provocati dalla centrale a carbone. La popolazione di Civitavecchia si è gia espressa in passato contro il carbone, ora è il momento ridimostrare all'ENEL che non può passare sopra la volontà dei cittadini!
CONFEDERAZIONE COBAS CIVITAVECCHIA
via Buonarroti, 188 Civitavecchia – tel. 076635935 – mail: cobas-civitavecchia@tiscali.it
sede nazionale: via Manzoni, 55 - Roma – tel. 0677591926 – 0670452452 – fax 0677206060 – mail: cobas@cobas.it
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CIA - Confederazione Italiana Agricoltori
La Confederazione Italiana Agricoltori della provincia di Viterbo e la CIA di Tarquinia aderiscono alla manifestazione indetta per sabato 24 maggio contro la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia.
L'obbiettivo della nostra partecipazione alla manifestazione è la tutela della salute dei cittadini e la difesa degli interessi delle imprese agricole del territorio.
La CIA vuole difendere gli interessi della comunità e dei cittadini della maremma laziale; un territorio già impegnato con alte concentrazioni di servitù energetiche che rischia un'ulteriore pesante penalizzazione.
E' importante, in un momento così difficile per la comunità di Tarquinia, mantenere l'unità delle forze sociali economiche ed istituzionali. La CIA è impegnata con convinzione a perseguire tale obiettivo e lancia un appello a tutti per realizzare una convinta e forte unità.
Invitiamo tutti gli agricoltori e i cittadini e a partecipare numerosi e compatti sabato 24 maggio alle ore 9,00 in piazza Matteotti antistante il Comune.
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Confesercenti della Provincia di Viterbo
"Non è possibile pensare al carbone in un territorio agricolo che fa dell'ambiente e della cultura il suo modello di sviluppo turistico".- fa sapere il Presidente della Confesercenti di Viterbo Vincenzo Peparello. Trasformare a carbone il più grande polo energetico d'Europa iniziando da Civitavecchia e pensando anche a Montalto di Castro, significa annullare irreversibilmente il processo di sviluppo del territorio della Tuscia viterbese, romana e della Maremma laziale. Modello di sviluppo che punta decisamente al grande patrimonio ambientale, agricolo, turistico e storico. "Senza dimenticare che le produzioni agroalimentari di qualità – riprende Peparello - sarebbero annientate (non solo commercialmente) dal carbone". Il tutto procurerebbe non solo un grave danno al settore della produzione agricola, ma anche al commercio. "Altro che carbone pulito come qualcuno vuole far credere. Basta vedere quello che accade in Italia, dove sono in funzione centrali a carbone, o all'estero, come in Germania, dove sul sito ufficiale dei locali comitati i cittadini, gli agricoltori, ed i commercianti maledicono il carbone per i gravissimi danni all'economia ed alla salute (www.bi-bigben.de). Per quanto riguarda la Tuscia "figuriamoci l'effetto negativo – sottolinea Peparello – sui riflessi specifici del turismo balneare e ambientale: chi verrebbe a fare il bagno sotto i fumi del carbone sporco?". "Come ne uscirebbe l'immagine del turismo culturale e archeologico di un'area UNESCO, patrimonio dell'Umanità ? In che modo potremo convincere quel 50% di turisti del mondo che mettono, nella scelta delle destinazioni, al primo posto la qualità della vita?. La Confesercenti della Provincia di Viterbo ha sempre espresso contrarietà alla riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia, abbiamo scritto anche al precedente Ministro, Bersani, senza purtroppo ricevere risposta, ed ora scriveremo al nuovo.
Per questo territorio, i suoi abitanti e la sua economia agricola e turistica sarebbe giusta e doverosa la progressiva uscita dal termoelettrico, per iniziare un periodo di generale disintossicazione. Qui, invece, arriva il carbone!| Per questo invitiamo tutti, e non solo i commercianti, a partecipare in massa alla manifestazione che si terrà sabato prossimo, 24 maggio, con inizio alle ore 9, in Piazza Matteotti a Tarquinia, di fronte al Palazzo Comunale. Tutti insieme per dire No al carbone.
Adesioni alla manifestazione contro la riconversione a carbone di TVN
Segue una lista provvisoria delle adesioni alla manifestazione che avrà luogo nella giornata del prossimo sabato 25/'5/2008, contro la riconversione a carbone della centrale a carbone di TVN.
- PROVINCIA DI VITERBO
- COMUNE DI CERVETERI (RM)
- COMUNE DI LADISPOLI (RM)
- COMUNE DI TARQUINIA (VT)
- Università Agraria di Tarquinia
- Consorzio di Bonifica Maremma Etrusca
- CIA Confederazione Italiana AgricoltorI
- Confagricoltura
- Coldiretti
- ALPO Ass. Regionale Produttori Ortofrutticoli
- Centrale Ortofrutticola Tarquinia
- Cooperativa Pantano
- Cantina Cerveteri Soc. Coop. Agricola
- Confesercenti Viterbo e Provincia
- Ascom Confcommercio Viterbo
- Ass. Commercianti “Tarquinia Viva”
- Ass. Gestori Centro Commerciale Top16
- Consorzio Insediamenti Comm.li Tarquinia
- SIB Sindacato Italiano Balneari Tarquinia
- PRO LOCO Tarquinia
- Tarquinia Città , Mensile di Informazione
- GREENPEACE
- Associazione ambientalista Fare Verde
- Accademia Kronos
- STAS Società Tarquiniense Arte e Storia
- Associazione PRO TARQUINIA
- Associazione Culturale “Ideazione”
- Ass. Culturale “Fontana di Piazza”
- Associazione ASUD onlus
- Associazione ALTURA
- MEETUP BEPPE GRILLO Civitavecchia
- MEETUP BEPPE GRILLO Cerveteri-Ladispoli
- MEETUP ROMA di BEPPE GRILLO
- MEETUP B. GRILLO Grotte di S. Stefano (Vt)
- MEETUP B. GRILLO Ostia - XIII Municipio Roma
- Movimento Cristiano Lavoratori
- Medici di base
- Coordinamento Alto Lazio dei Medici e
Farmacisti per la salute e l’ambiente
- ISDE - Medici per l'ambiente Cuneo
- Chiesa Evangelica Battista di Civitavecchia
- Movimento No Coke Alto Lazio
- Forum Ambientalista
- WWF LAZIO
- AGRITURIST LAZIO
- AGRITURIST VITERBO
- AGRITURIST RIETI
- Associazione “Amici di Tarquinia”
- COMITATO REGIONALE LAZIO
- ASSOCIAZIONE ANTONINO CAPONNETTO
- PER LA LOTTA CONTRO TUTTE LE MAFIE E LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA
- VERDI Sez. Civitavecchia
- Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardi
- Comitato contro il rigassificatore di Livorno e Pisa
Quelli che sì a tutto: Alberto Leopardo
Seguono alcune tra le risposte diffuse negli ultimi giorni rispetto alle basse provocazioni del dipendente enel Alberto Leopardo.
Luoghi comuni e valore della democrazia (quelli che "Sì a tutto")
Per prima cosa lei compie un'azione del tutto disonesta quando etichetta quanti sono contrari alla riconversione di TVN come sbandieratori di "no a tutto". Tra noi contrari alla riconversione esiste una grandissima pluralità di opinioni, e soprattutto sosteniamo proposte alternative al carbone. Ovvio che a lei faccia comodo parlare del "no", prima che delle proposte alternative.
Peraltro esiste un problema speculare, che lei dovrebbe conoscere bene: quelli disposti a dire sempre "sì a tutto", ovviamente dietro ricompensa (che sia "risparmio di energie mentali", mancanza di assunzione di responsabilità per le proprie azioni, o altro).
Il lavoro
Forse una volta per tutte sarebbe il caso di finirla, di parlare come se il carbone di TVN fosse l'unico modo di impiegare lavoratori. In Germania il solo settore dell'"eolico" impiega attualmente ben 64.000 unità (fonte: fonte: DIW, Istituto Tedesco delle Ricerche Economiche). Basta col vostro terrorismo psicologico nei confronti dei lavoratori del cantiere di TVN, il cui impiego lì, e non dipende da me, ha comunque il tempo contato.
All'estero
Giacché lei cita casi esteri (che mostra di conoscere poco) di popolazioni che di buon grado accettano l'esistenza di impianti a carbone anche più inquinanti di TVN, io le ricordo che esistono anche persone disposte a vivere nei pressi di vulcani in attività, e ne accettano implicitamente o esplicitamente il rischio. E' una scelta, ma certo nessuno può pretendere che altri seguano il loro esempio.
E poi facciamo alcuni esempi di cosa sta accadendo in questo momento all'estero, rispetto al carbone: negli USA è ormai forte e diffuso il movimento di opinione contro il carbone (cercate in rete "no coal"): lì probabilmente non si costruiranno più nuovi impianti a carbone, mentre si stanno investendo migliaia di miliardi di dollari in ricerca e siluppo di tecnologia per sfruttare l'energia delle fonti rinnovabili. L'economia del futuro passa per lì, e noi stiamo perdendo un nuovo treno.
Il trend tedesco va nella medesima direzione, e se conosce la lingua tedesca può rendersi conto da solo se esista o no un movimento contro l'uso del carbone (cominci da qui: www.bi-bigben.de). Infine non sta scritto da nessuna parte che i nostri partners debbano sempre essere per noi un modello. Pare che in Germania, dal prossimo anno, a scuola non si boccerà più per risparmiare denaro. Come esperto in materia, non mi pare certo un esempio da seguire.
La democrazia ha un valore.
Che lei lo ammetta o no, questo territorio ha sopportato per troppi anni l'insistenza di varie fonti di inquinamento. Una parte maggioritaria dei cittadini dell'Alto Lazio, che ne porta addosso i segni, la pensa così, e ha pertanto deciso di opporsi alla scelta del carbone. Se una popolazione non vuole accettare il rischio e i costi di un impianto come TVN, ha tutto il diritto di manifestarlo, e anche di essere ascoltata. Civitavecchia, Tarquinia, Montalto di Castro, Allumiere, Santa Marinella, etc. "hanno già dato", chi ha la memoria corta veda questo filmato: http://youtube.com/watch?v=Jdv1ciQtMjg
Lei, Leopardo, sa bene quanto me che la stragrande maggioranza dei cittadini del comprensorio è contraria al carbone. Perché non continuano a scendere tutti in piazza? Principalmente perché molti di loro sono rassegnati, vivono già sulla loro pelle la quotidiana sopportazione dei privilegi dei "potentati" di turno, e hanno finito con il restare in silenzio di fronte a questa nuova vessazione: fino a cancellarne la percezione. Una dinamica psicologica auto-conservativa, per non essere quotidianamente obbligati a soffrire della consapevolezza di questo sopruso. Meglio dimenticare, non pensarci, è "normale". Convivere quotidianamente con la paura e la rabbia è ancora meno salutare del carbone, quindi scatta l'autodifesa.
Eppure non è molto edificante, in un regime democratico, che la popolazione sia pervasa dalla sensazione che le sue opinioni non contino alcunché. Neanche in merito a scelte che pure riguardano pesantemente il loro territorio. Lunga è la lista degli effetti nefasti di simili politiche. Il nuovo Decreto (Gazz. Uff. 16/04/08, n.90) che estende il segreto di Stato agli impianti di produzione energetica e non meglio precisate "strutture critiche" è, nella stessa direzione: la negazione dell'importanza di quelle pratiche partecipative che sole qualificano una società come democratica.
Leopardo e Benedetti.
I suoi interventi, così come quelli di Benedetti, paiono parte di una strategia più ampia. Presso la società civile, per quanto male o non informata, la diffidenza nei confronti di enel, nonostante tutto l'apparato mediatico dispiegato, resta. E allora persone come voi, "persone comuni", si schierano in trincea: hanno maggiori probabilità di essere ascoltati dal cittadino medio, possono parlare direttamente alla pancia (penso alla sua concezione di "sviluppo"), finanche possono sostenere a oltranza inesattezze senza essere attaccati da chi quelle inesattezze ha gli strumenti per rivelarle.
Su Rubbia: anche lei come il suo caro amico Benedetti tenta di distorcere a suo uso e consumo il pensiero di Rubbia. Perché non vi prendete la briga di rivolgere direttamente a Rubbia un'interrogazione, anziché citarlo a sproposito? Ma è inequivocabile la chiarezza con cui Rubbia si esprime contro l'uso che si fa oggi del carbone. Si badi bene: da chiarissimo uomo di scienza qual'è, il Nostro premio Nobel non si sogna di affermare che il "carbone pulito" non esisterà mai. Rubbia sottolinea invece come sia improprio definire puliti gli impianti attuali (TVN non fa eccezione), addirittura afferma (Repubblica, 30/03/08) "Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell'umanità". Oppure, dal Corriere della Sera (20/05/2007): "il carbone è il peggiore di tutti i materiali"
Ho motivo di ritenere che Rubbia giudicherebbe addirittura offensive le vostre strumentalizazioni. Ovvio che voi cerchiate a questo punto di screditare anche lui, in quanto promotore di proposte veramente alternative al carbone: solare termodinamico, fotovoltaico a concentrazione di nuova concezione, impianti combinati gas/solare, nucleare di seconda generazione (torio al posto dell'uranio).
Rubbia testimonia una volta per tutte che le alternative alla ricoversione a carbone di TVN ci sono, e anzi sono una necessità. Quello che i cittadini devono sapere è che queste nuove fonti, unitamente al risparmio energetico, sono il nostro unico futuro possibile.
"Divide et impera"
Io auspico che in questo clima vogliate vigilare affinché la solita vecchia guerra tra poveri non veda escalation di cui lei e Benedetti potreste essere in parte responsabili: i cittadini vessati, contrapposti agli operai precari. Lotta tra fratelli e sorelle per difendere i diritti fondamentali: salute e lavoro. A chi conviene? Io credo che i nostri sforzi debbano essere adoperati per cercare soluzioni che non siano negazione di una o dell'altra parte: perché quando ad essere minacciati sono i diritti fondamentali, la situazione si fa pericolosa.
Monitoraggio e compensazioni
Lei sa che NON esistono strumenti per il monitoraggio sanitario/ambientale nel nostro territorio. Ma è da sciocchi chiedere all'oste se il suo vino sia buono: a predisporli non dovrebbe certo essere enel, e neanche l'amministrazione comunale, visto che i 14 milioni che enel sbloccherà all'avvìo della centrale minano la necessaria imparzialità delle Istituzioni locali (lei, Leopardo, che ne pensa delle "compensazioni"?). Solo apparati di controllo sanitario-ambientale e responsabili scientifici indipendenti potrebbero garantire la validità di indagini simili. Se è vero che questa riconversione di TVN non ci porterà cancro, patologie e lutti, non ci sarà niente da nascondere, no? E allora cosa si attende, la conta delle vittime ex-post?
Un impegno forte per migliorare lo stato delle cose.
A differenza di lei, esistono persone che tutti i giorni lavorano con passione e sacrificio per contribuire alla crescita armonica e sostenibile del nostro mondo, anziché accontentarsi dello stato esistente delle cose. E' un lavoro ingrato, perchè il risultato lo vedranno, forse, le generazioni successive. Ma nella storia, il ricordo delle persone che hanno affondato nel futuro il loro sguardo, resta vivo, mentre dei mediocri che in vario modo si attestano sul mantenimento dell'esistente, non c'è memoria. Il carbone di TVN è il passato che non deve tornare. Noi ci batteremo perché si sappia.
Senza grandi idee regolative, l'uomo resta fermo. Lei si assume la reponsabilità di agire come uno di quelli che che le grandi idee le contrastano, ma possiamo ringraziarla ugualmente: senza contrasto non c'è crescita.
PS: visto che la tecnologia per il clean coal o carbone pulito è ancora in fase sperimentale e NON utilizzata a TVN, il suo motto è anch'esso una speranza per il futuro?
Lorenzo Fortunati
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I Medici del Coordinamento per la difesa dell’ambiente e della salute rispondono al Signor Leopardo Alberto
L’aggressività verbale a tutto campo del Dipendente Enel, nonché membro del Movimento politico “l’Officina”, ci obbliga all’ennesima precisazione scientifica e storica.
Il Nostro s’avventura in una elucubrazione viscerale, ai limiti dell’irrazionalità, in difesa fideistica della riconversione a carbone di TVN. Egli è vittima d’un pensiero dicotomico (cioè d’un doppio metodo di pensiero, irrispettoso delle ferree regole del sillogismo aristotelico). Infatti: ogni presupposto razionale deve basarsi su argomentazioni scientifiche e su dati certi. Eccoli, i dati certi!
- L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), già negli anni 90 emise indicazioni valide per tutti i Governanti della terra e cioè: “Ogni maxipolo energetico, comunque alimentato, specialmente se installato in prossimità di centri antropici, determina un grave impatto negativo sia ambientale sia sanitario”. Da questa premessa discende un corollario stringente: “ NON si devono costruire maxipoli e, se esistono, bisogna dismetterli trasformandoli in minipoli, meno inquinanti”. L’Enel (e con essa i Governi succedutisi dal 1999 ad oggi) non ha recepito l’indicazione dell’OMS e, invece di rottamare la obsoleta TVN ad olio combustibile, ha ottenuto dal Ministro Marzano il Decreto autorizzativo al mantenimento del maxipolo Civitavecchia-Montalto di 7000 MW. (dicembre 2003).
- La Corte Costituzionale (anno 2005) ha emanato un “principio di precauzione” che obbliga moralmente, ancor prima che giuridicamente, TUTTE le Istituzioni pubbliche ad opporsi all’installazione di opifici anche soltanto potenzialmente inquinanti!... Nessuno parla mai di questo punctum dolens perché è un vulnus alla credibilità giuridica e alla legittimità morale delle Istituzioni democratiche.
- L’art. 32 della Costituzione Italiana (Rapporti etico-sociali; tutela della salute) è prevalente rispetto all’art. 43 (Rapporti economici; fonti di energia a fini di utilità generale)… e tutti abbiamo constatato la sudditanza del Ministro della salute al Ministro delle attività produttive!
- L’art.5 del codice deontologico obbliga tutti i Medici all’impegno attivo nella difesa dell’ambiente perché non può esistere tutela della salute in un microclima inquinato e patogeno. Purtroppo, alcuni Medici vivono in modo colpevolmente marginale questo dettato professionale e civico!
Noi del coordinamento dei Medici NON siamo ciecamente organici ai movimenti NO COKE, anche se affianchiamo la loro sacrosanta lotta ideale, distinguendoci e dissociandoci da ogni forzatura o strumentalizzazione ideologico-partitica e a contrapposizioni miopi ed egoistiche.
Secondo Noi, TUTTE le Istituzioni (non esclusi i Presidenti della Repubblica che permettono ai Governi di tutte le colorazioni politiche di trattare la nostra collettività alla stregua di “figli di secondo letto” sfruttati da decenni, colonizzati e perfino seviziati) sono venute meno ai compiti di salvaguardia democratica e di difesa delle minoranze.
Scendiamo, ora, nei particolari della V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), recepita acriticamente nel famigerato Decreto Marzano . Gli esperti della VIA hanno asserito che:
- l’hinterland di Civitavecchia è già stato sottoposto per decenni ad un’aggressione selvaggia di inquinanti emessi dalle centrali a carbone e ad olio combustibile grezzo per cui gli effetti patogenetici non hanno ancora manifestato tutta la loro aggressività ambientale e sanitaria;
- nei territori già inquinati non si potranno più coltivare prodotti agroalimentari ma soltanto fiori!
- i metalli pesanti sfuggiti ai miracolosi filtri a manica continueranno ad inquinare le falde acquifere e le acque marine compromettendo i pascoli e quindi il mercato del latte e derivati e quello ittico.
Quanto, poi, allo sfrontato uso della limpida figura di Rubbia non avete captato l’ironia di quell’espressione “carbone ECOLOGICO” che non significa “pulito e innocuo” perché il nostro Premio Nobel conosce meglio di Voi quanto riportato dall’Enciclopedia libera Wikipedia. Andate sul sito Internet e scoprirete che “dal 2003 negli USA si studia la tecnologia IGCC per gassificare il carbone e produrre da esso IDROGENO” (tecnologia in fieri, che darà risultati tangibili, forse, fra dieci anni) e che proprio di Voi si parla quando si stigmatizza che, a Civitavecchia, si sta impiegando la tecnologia PCC, ossia la combustione del carbone polverizzato, inquinante e certamente NON pulito. E quindi da usare con parsimonia e in piccoli impianti.
Noi Medici vogliamo opporci sia alla “demenza masochistica” delle Autorità tedesche (parliamo del borgomastro di Colonia) che tollerano i maxi-insediamenti energetici a carbone “sporco”, sia “l’ambientalismo idiota” dei fautori del NO a tutto e a prescindere:. Noi, invece, difendiamo i progetti energetici che attuano la corretta diffusione sul territorio di minicentrali (comunque alimentate) e di siti di smaltimento dei RSU, previa raccolta differenziata, costituiti da minipirolizzatori o impianti analoghi. Pretendiamo l’istituzionalizzazione di sistemi di controllo rigidi e dedicati, gestiti dall’Arpa, Anpa, ASL., Osservatori ambientali ed epidemiologici con assunzione di responsabilità diretta da parte delle Dirigenze tecniche (Ingegneri, Medici, Tecnici rilevatori etc…). Per Noi l’imperativo etico è contenuto nell’articolo 5 del codice deontologico e solo ad esso ubbidiamo.
Non abbiamo alcuna aspirazione alla persecuzione, al vittimismo, al martirio. Vogliamo essere semplicemente dei Professionisti che tutelano, per libera scelta, la salute: cioè LA VITA.
Il portavoce del Coordinamento dei Medici Dr. Giardi Paolo
Civitavecchia 21.05. 2008
22 maggio 2008
21 maggio 2008
"Alto Lazio come Brindisi" in onda su TRC
Il film-dossier "Alto Lazio come Brindisi" andrà in onda sul'emittente locale TRC - TeleRadioCivitavecchia:
- mercoledì 21/05/08, ore 21,10;
- giovedì 22/05/08 ore 19,00
- venerdì 23/05/08 alle ore 15.50
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20 maggio 2008
Cartoline dallo "sporco quadrifoglio della lignite".
Una risposta alle dichiarazioni vergognose che vengono dal vicensindaco di Tarquinia e da E. Mazzetti, al ritorno dalla gita nella ridente località tedesca. Ma nel frattempo non dimentichiamo che in Germania sono occupati 64.000 lavoratori nel solo settore della produzione di energia eolica.
Su invito di Enel, il Vicesindaco di Tarquinia ha visitato la centrale a carbone di Niederaussem in Germania, poi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Si tratta di una realtà completamente diversa dalla nostra, qui i progetti vengono concertati dall'inizio, diventano parte integrante del territorio, per questo le genti del luogo non si sconvolgono nemmeno quando devono abbandonare le loro case per far posto agli scavi.” Parole che non lasciano dubbi: il “secondo” cittadino di Tarquinia è stato in un luogo di sofferenza e non ha visto niente. Il sito web del comitato civico che si batte contro l'ampliamento di Niederaussem, www.bi-bigben.de, apre con le foto di 4 centrali a carbone titolate: Das "dreckige" Braunkohlekleblatt” (“Lo ''sporco'' quadrifoglio della lignite”). Sotto le foto un testo di tre righe sintetizza la tragedia di Niederaussem: “Le quattro centrali sono vicine tra loro e circondano i nostri piccoli paesi. Le loro dannose emissioni si sommano in un'unica nuvola. E tutto intorno le voragini delle miniere di lignite si perdono a vista d'occhio”. Poco oltre si legge: “Le promesse dell'azienda [si tratta della RWE] di smontare i vecchi impianti si sono dimostrate carta straccia. Inizialmente i vecchi impianti dovevano essere spenti dal 2004, successivamente diventato 2007, poi 2009. ...”. Incredibile la somiglianza con la promessa di Enel di riconvertire a gas la centrale a carbone “Federico II” a Brindisi entro il 2003. Carta straccia. Più avanti vengono elencate le conseguenze del carbone per la comunità cittadina: “inquinamento dell'aria, formazione d'ombra fino a 6 ore, variazioni di temperatura, danni all'agricoltura, riduzione di valore degli immobili, effetti negativi per la salute e per la qualità della vita, spreco di territorio, sviluppo negativo del territorio, spopolamento.”. Sarà stato tutto concertato tra RWE e popolazioni? Ad aprile il periodico tedesco Stern ha pubblicato un reportage di Matthias Jung dedicato alle centrali a carbone attorno a Niederaussem, dal titolo “Verdammte Kohle (Maledetto carbone)”. Il pezzo inizia con la foto di una manifestazione popolare sotto una delle 4 centrali e la commenta così: “Qui cresce un movimento come in passato contro l'energia atomica...”. Ricordiamo che il programma nucleare tedesco è stato bloccato e tra poco il governo spegnerà le centrali ancora in funzione. A conclusione ci occupiamo di Ermanno Mazzetti, della Coldiretti di Viterbo, che ha dichiarato a proposito di TVN dopo la visita di Niederaussem: "Una maggiore concertazione e una migliore informazione eviterebbe il conflitto sociale. La popolazione ha bisogno di essere tranquillizzata e serve quindi uno sforzo informativo. Accanto a questo è necessaria una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell'Enel nei confronti dei territori coinvolti”. Caro Mazzetti, La popolazione non vuole essere tranquillizzata, vuole essere informata! La centrale che è stata visitata come fosse una gita fuori porta, guarda caso offerta a Tarquinia e a Porto Tolle dal buoncuore di Enel, è secondo la classifica del WWF la terza più inquinante d’Europa, ma questi dati ufficiali non sono stati di certo allegati ai documenti di viaggio del gruppo. La manovra diversiva di un vicesindaco senza autorizzazione e di un delegato Coldiretti anch’esso non autorizzato ad andare in Germania invece di guardare in faccia la cruda realtà di Brindisi è molto grave, perché di fatto è servito solo a spalleggiare Enel, a pochi giorni dalla manifestazione del 24 Maggio condivisa da tutta la popolazione. La centrale di TVN ha i piedi di argilla perchè è stata costruita sulla menzogna del “carbone pulito”, come affermato in più recenti occasioni dal Prof. Rubbia, Nobel per la fisica, e lo ha dimostrato il Tribunale di Civitavecchia con una perizia che inchioda i vertici Enel e le lobby di governo a responsabilità spaventose. La centrale verrà fermata per evitare i morti causati dall’uso del carbone, danno messo in evidenza dalla Commissione Europea che, (anche se la vita umana ha un valore inestimabile), valuta in oltre 200.000.000 di euro la spesa per le persone che moriranno in seguito all’esposizione da emissioni durante alcuni anni di funzionamento di TVN. Mazzetti chieda ad Enel e a chi la sostiene di tranquillizzarci su questi argomenti. Per quanto riguarda la seconda parte della dichiarazione, da leggere “date i soldi agli agricoltori”, è vero che i soldi hanno un grande potere ma gli agricoltori vogliono quelli del proprio reddito agrario, non quelli sporchi del carbone. Quello che le popolazioni e l’economia di questo territorio si augurano è che si metta un cappio intorno alle bugie sul carbone pulito, ma soprattutto che le società elettriche spendano i loro utili per investirli nella produzione di energia pulita se vogliono il consenso popolare, così da porre fine per sempre al mercato illecito di sindaci e silenzi. I cittadini e gli esperti del Comitato di Niederaussem, sono in collegamento con il movimento no coke Alto Lazio e hanno dato la propria disponibilità per interviste verità. L’unica verità è che il 24 Maggio saremo in piazza per una manifestazione a favore dell’energia pulita, per togliere il carbone sporco e spezzare le catene della schiavitù energetica. Cambiare si può!
Comitato dei Cittadini Liberi e Movimento no coke Alto Lazio
J. Hansen, NASA: "Il carbone ci ucciderà". Occorre chiudere le miniere e non costruire più centrali a combustibile fossile per non autodistruggerci
La prossima estate saranno trascorsi 20 anni da quando James Hansen, scienziato della Nasa, si prodigò affinché la questione del cambiamento climatico fosse inserita nell'agenda internazionale, testimoniando davanti al Senato degli Stati Uniti che il riscaldamento globale causato dall'uomo aveva già avuto inizio. Fino a quel momento - dichiarò Hansen - l'aumento della temperatura era ancora modesto, ma qualora non si fosse proceduto tempestivamente a ridurre le emissioni di biossido di carbonio (CO2) e di altri gas serra, sarebbe diventato un pericolo. La comunità internazionale sentì, ma non passò all'azione.
Hansen ha appena elaborato con altri esperti un nuovo studio che ancora una volta esorta a intervenire: pubblicato il mese scorso sulla rivista online 'arXive.org', questo studio sostiene che le emissioni globali di gas serra debbano essere ridotte molto più radicalmente di quanto qualsiasi governo, gruppo di industriali, e perfino ambientalisti, abbia finora ipotizzato. Hansen e gli altri autori dello studio sostengono che gli esseri umani devono diminuire le concentrazioni di biossido di carbonio nell'atmosfera terrestre, portandole a 350 parti per milione (ppm) o meno ancora. In caso contrario, dicono, ci saranno esigue speranze di evitare un irreversibile scioglimento delle calotte polari con il conseguente probabile innalzamento del livello dei mari di 25 metri, con la maggior parte delle città del pianeta spazzate via dalle acque.
Le implicazioni politiche sono enormi: più e prima di ogni altra cosa, le emissioni da carbone - il combustibile fossile più usato, più economico e più inquinante - devono cessare completamente. "È opportuna una moratoria internazionale sulla costruzione di impianti energetici tradizionali alimentati a carbone entro il 2010 e una progressiva eliminazione degli stessi entro il 2030", ha detto Hansen in un'intervista prima di aggiungere che l'addio al carbone "deve essere globale". Ciò significa che anche Cina e India vi dovranno rinunciare, pur avendo asserito che per loro bruciare ingenti quantità di carbone è vitale per salvare dalla povertà le rispettive popolazioni.
Il nostro pianeta ha già superato la soglia proposta da Hansen di 350 parti di CO2 per milione: il livello attuale, infatti, è di 385 ppm. Lo scienziato afferma che un periodo di superamento della soglia è inevitabile, ma dovrà essere il più breve possibile: "Se elimineremo progressivamente ma completamente il carbone entro il 2030 e se promuoveremo migliori pratiche agricole e di selvicoltura, potremo tornare ai 350 ppm entro il 2100".
La buona notizia è che togliere dalla circolazione il carbone non è più così impensabile come si riteneva un tempo. Il ricorso al carbone è già ora in rapido declino negli Stati Uniti, dove molti impianti energetici alimentati a carbone sono stati chiusi l'anno scorso in seguito a precise disposizioni in merito di tribunali o del governo, o dopo le proteste dell'opinione pubblica e le preoccupazioni di Wall Street sulla possibile futura redditività del carbone. In controtendenza, invece, i paesi europei stanno programmando di costruire nei prossimi cinque anni 50 nuove centrali elettriche a carbone e la sola Italia conta di aumentare la propria dipendenza dal carbone dall'odierno 14 per cento del fabbisogno energetico complessivo al 33 per cento.
Ma il terreno di battaglia fondamentale è la Cina, il cui programma energetico alimentato a carbone è tale da rendere quello dell'Europa pressoché insignificante. Hansen tuttavia è ottimista: "Il carbone sta rendendo l'aria della Cina la più inquinata e irrespirabile del mondo: dobbiamo dimostrarle che è possibile invertire la situazione".
Coloro che continuano a consigliare il carbone affermano che è possibile 'sequestrare' le emissioni di CO2 e interrarle dove non avranno alcun effetto sull'atmosfera. In realtà la tecnologia necessaria alla cattura e al sequestro del biossido di carbonio è lontana una decina di anni almeno dall'attuabilità e non ci sono certezze assolute che possa funzionare.