No al carbone Alto Lazio

5 luglio 2008

"Il trionfo della morte"


Comunicato
Non dovremo più recarci al museo del Prado di Madrid per visionare il dipinto "Il trionfo della morte" di Peter Bruegel. La tristezza che ispira quell’opera oggi la possiamo ritrovare tutta nella nostra terra.

Nel quadro del pittore fiammingo sono rappresentati gli stati d’animo più disparati dell’uomo nei confronti della fine incombente: dall’elegiaca rassegnazione allo sgomento, dall’inutile ribellione all’incoscienza.
Sono purtroppo queste le sensazioni che albergano nei cuori di quanti per otto lunghi anni hanno lottato come leoni per vedere riconosciuto il loro diritto alla salute calpestato senza vergogna dai poteri forti e dalle istituzioni dello Stato. Ieri, 4 luglio, la morte era impersonata da quella stretta di mano fra il Governatore Marrazzo e l’Amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti, accompagnata dal sorriso sardonico del Governatore. Come nell’opera di Bruegel uno scheletro a cavallo semina terrore con la sua falce, nel nostro territorio l’inquinamento miete indiscriminatamente vittime innocenti e la latitanza delle istituzioni toglie ai disperati che tentano di salvarsi ogni via di fuga.
Ormai sono tutti contenti e soddisfatti. Il Governatore Marrazzo dice di aver trovato un “equilibrio tra territorio e politica” rinnegando le promesse fatte in campagna elettorale; l’ing. Conti giura che per tranquillizzare i cittadini ridurrà ulteriormente le emissioni “massiche” dalla ciminiera (sic!); i Sindaci torneranno dai loro concittadini con le tasche ricolme di soldi sporchi di “polveri fini” che andranno come manna dal cielo a riempire le vuote casse dei Comuni. Tutti sereni e sorridenti come se non ci fossero perdenti.
I perdenti invece ci sono e hanno il volto dei malati, dei bambini, dei vecchi e di tutta la povera gente che non ha voce in capitolo e che vede sacrificata sull’altare dell’interesse nazionale il proprio diritto alla difesa dell’ambiente e della salute.
Così va il folle mondo!
Civitavecchia, 5 luglio 2008
Coordinamento dei medici e dei farmacisti per la tutela dell’ambiente e della salute.

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"Centrale a carbone, dopo la denuncia contro l’ENEL il Comitato Cittadini Liberi diffida il sindaco di Tarquinia"


Comunicato
Il Comune di Tarquinia, fin da quando fu proposta la riconversione a carbone della centrale ENEL di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia, ha più volte deliberato all’unanimità la contrarietà a tale progetto, individuando nel carbone il combustibile fossile più pericoloso per la salute e l’ambiente. Infatti

con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 60 del 29.11.2006, approvata all’unanimità, il Sindaco e la Giunta si impegnano “ad esprimere in maniera inequivoca la contrarietà alla politica bieca delle “compensazioni” per i danni provocati al territorio dall’uso del carbone.” . Agli atti anche la deliberazione del Consiglio Comunale n. 1 del 12.04.07, approvata all’unanimità, che recita “…chiediamo ai partiti e alle coalizioni elettorali di Tarquinia che esprimano, con dichiarazioni pubbliche il loro impegno ad inserire nei propri programmi elettorali un no inequivocabile alla logica delle “compensazioni” : vanno rifiutati senza tentennamenti i soldi di chi ha scelto il carbone , per dare una mano a chi vuole mettere sotto silenzio le popolazioni inquinate accattivandosele con contributi per acquistare ambulanze, allestire centri per disabili, costruire campi sportivi, ecc,. non vogliamo i finanziamenti che puzzano di carbone” e, “impegna il Sindaco e la Giunta a rifiutare ogni tipo di contribuzione diretta ed indiretta volta a catturare il consenso con una sorta di monetizzazione del rischio a cui è sottoposta la popolazione dell’intero comprensorio”;
Considerato che le suddette deliberazioni sono tuttora vigenti e che ogni eventuale accordo sottoscritto costituirebbe libero arbitrio da parte del sottoscrittore in palese violazione di atti pubblici approvati dal Consiglio Comunale di Tarquinia nel suo ruolo di massima assise cittadina deputata a determinare gli indirizzi politico amministrativi dell’ente locale; i firmatari diffidano il Sindaco, o suo eventuale rappresentante, a sottoscrivere qualsiasi accordo e/o convenzione con la Regione Lazio, con ENEL S.p.a. e con qualsivoglia altro soggetto istituzionale e/o privato, che preveda da parte del Comune di Tarquinia l’accettazione di contributi economici comunque motivati, diretti o indiretti, correlati all’accensione o all’esercizio dell’impianto della centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia nella nuova conformazione a carbone.
La diffida è stata depositata oggi. Clicca qui per il testo integrale.

Comitato dei Cittadini Liberi
Per contatti: com.difesasalute@alice.it

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piero marrazzo e fulvio conti, davvero un bel quadretto


(Il buongiorno si vedeva dal mattino...)


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4 luglio 2008

Carbone pulito, mare pulito, politica pulita...Gli ossimori che gravano sulla nostra testa.

Leggete di seguito come ormai è ridotta la nostra -un tempo- bella terra.

"Mare pulito, il Lazio maglia nera. In Italia peggio soltanto la Campania. Ma i parametri Ue promuovono le coste" di Renata Mambelli (da Repubblica.it)

Una buona notizia e una cattiva, per i bagnanti di Roma e dintorni: la buona è che le acque dei mari italiani sono tra le migliori d´Europa, la cattiva è che il Lazio è al penultimo posto per la qualità del suo mare, superato, nel record negativo, solo dalla Campania.

Sono questi i dati che emergono dal rapporto "Acque di balneazione 2008" che è stato presentato ieri dal ministero del Lavoro, quello della Salute e quello delle Politiche Sociali. Un rapporto che si attendeva da tempo e che fa una fotografia delle coste e delle spiagge italiane abbastanza lusinghiera. La qualità del nostro mare risulta infatti in conformità ai parametri microbiologici indicati nella Direttiva Europea vigente e dei 5.170 chilometri di costa sottoposti a controllo, sui 7375 della costa italiana, 4.970 sono balneabili, il 96,2% del totale.

Tutto bene, dunque? Non proprio. Perché nella nostra regione, il Lazio, questa percentuale vira verso il basso e scende al 93%, a pari merito con la Calabria. Peggio sta solo la Campania, che ha solo l´81% delle coste balneabili.

Si potrebbe obiettare che è, comunque, una buona percentuale, ma questo non è poi così vero visto che molte spiagge del Lazio hanno una fama di eccellenza, e che tra esse alcune sembrano non meritare del tutto questa fama. Per chi volesse andare a controllare da vicino lo stato della spiaggia dove prende i suoi bagni il Ministero della Salute ha da oggi messo a disposizione un sito, all´indirizzo: www. collaudo. portaleacque. it.

Spulciando tra i dati pubblicati in questo sito si può avere un´immagine veritiera della qualità delle spiagge laziali e romane in particolare. La premessa è che, naturalmente, parte della costa non è balneabile a causa dei porti, dei poligoni militari (come in una zona della spiaggia di Nettuno), delle centrali, come Torrevaldaliga, e infine delle spiagge presidenziali. Detto questo, però, ci sono 20 chilometri e mezzo di spiagge, nel Lazio, che non sono balneabili a causa dell´inquinamento.


Inquinamento che in molti casi è portato dai fiumi. Ed ecco che sono proibite ad ombrelloni e bagni a Cerveteri la foce del fiume Zambra, a Fiumicino la foce del Tevere, naturalmente, ma anche dell´Arrone, a Ladispoli la foce del Fosso Vaccina e a Santa Marinella, una delle spiagge più familiari per i romani, la foce del Fosso Quartaccio, del Fosso Santa Maria Morgana, del Fosso delle Guardiole.

La questione degli scarichi di questi fossi e fiumi non è da sottovalutare perché in realtà peggiora la qualità delle acqua limitrofe, anche se queste rientrano nei parametri di non inquinate. Anche Formia patisce gli scarichi di fossi senza depuratori, come Minturno, Ponza e Sabaudia, autentiche perle del mare laziale. Non va meglio, purtroppo, per quanto riguarda la balneabilità dei laghi: il problema delle foci dei fossi penalizza anche il lago di Bolsena e quello di Bracciano.

Ma se le spiagge del Lazio lasciano a desiderare, la stessa cosa non si può dire di quelle della capitale. Sono solo due le spiagge vietate alla balneazione per i romani, infatti: una è quella che confina col fosso Pantanello, l´altra è, appunto, la spiaggia privata del presidente della Repubblica.
(03 luglio 2008)

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3 luglio 2008

Nuova denuncia contro enel


CENTRALE A CARBONE DI TVN: IL COMITATO DEI CITTADINI LIBERI DENUNCIA L'ENEL

Nel mese di maggio si è svolta sull'Aurelia, nel comune di Tarquinia, la grande manifestazione contro il carbone, che ha visto la partecipazione di oltre 4000 persone e 250 trattori. Nei giorni precedenti, dopo che il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola ha dato la sua adesione alla manifestazione, l’Enel ha annunciato ufficialmente l’interruzione dei rapporti con il Comune etrusco. “L’Enel – riferiva la s.p.a. elettrica in un comunicato diffuso, – prende atto della decisione del sindaco di Tarquinia di partecipare alla manifestazione. Tale decisione è incompatibile con le modalità istituzionali di dialogo, pertanto, l’Enel interrompe il confronto con il Comune di Tarquinia, mentre prosegue il rapporto collaborativo con il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e gli altri comuni del territorio, con l’obiettivo di onorare gli impegni relativi ai “Tavoli della salute e dello sviluppo” stabiliti con il Governo e con la Regione”.

Come anche riportato a seguito dei Tavoli, su alcuni organi di informazione, per il Comune di Tarquinia si parlava di una compensazione di 15 milioni di euro. Appare chiaro che la concessione di una somma così ingente o di qualsiasi altra cifra è un tentativo di condizionare le scelte amministrative, ancora più evidente allorché l’esborso di denaro fosse subordinato alla mancata partecipazione del Sindaco di Tarquinia ad una manifestazione di liberi cittadini contrari alla conversione a carbone, e quindi tendente a far assumere al Sindaco di Tarquinia provvedimenti a favore dell’Enel s.p.a. in contrapposizione con i diritti primari dei cittadini, quali il rispetto della salute ed altro. Per questo il Comitato dei Cittadini Liberi si è rivolto al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia e al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma chiedendo di verificare se nei fatti riportati ricorrano ipotesi di reato nei confronti del Presidente dell’Enel s.p.a. o di chiunque altro, anche in concorso, quali la corruzione e/o l'istigazione alla corruzione e/o violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale (art. 336 cod. pen.) considerato che oggetto giuridico tutelato è il buon funzionamento ed il prestigio della pubblica amministrazione in relazione alla libertà dei funzionari nel compimento degli atti del proprio ufficio.
Comitato dei Cittadini Liberi

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Alcuni dati sul grave inquinamento proveniente dalle attività del porto di Civitavecchia

Porto di Civitavecchia: "la quantità emessa di inquinanti è molto elevata e potrebbe mettere a serio rischio la salute delle popolazioni del comprensorio di Civitavecchia, quella di tutti coloro che lavorano all'interno del porto stesso e la salute delle migliaia di turisti che sbarcano dalle navi crociera."


Civitavecchia 30/06/2008

Alla Procura della Repubblica di Civitavecchia
Al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo

Il Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio) e la Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente (ISDE - Civitavecchia) espongono quanto segue.

L'Osservatorio Ambientale di Civitavecchia (clicca qui per scaricare il documento) ha valutato le emissioni annuali di inquinanti, causate dall’attività portuale (rif. anno 2005), in:
NOx 3.784 ton/anno
SO2 3.648 ton/anno
VOC 121 ton/anno
Polveri 464 ton/anno.

La quantità emessa di inquinanti è molto elevata e potrebbe mettere a serio rischio la salute delle popolazioni del comprensorio di Civitavecchia, quella di tutti coloro che lavorano all'interno del porto stesso e la salute delle migliaia di turisti che sbarcano dalle navi crociera.

Poiché gravissime patologie cardiovascolari (infarto cardiaco o ictus cerebrale ischemico/emorragico) possono occorrere solo dopo poche ore dall'esposizione anche a livelli non particolarmente alti di polveri sottili (1) e ozono (2,3), il Coordinamento dei Medici chiede che sia installata all'interno del porto una centralina di rilevamento dei maggiori inquinanti.
Tale richiesta anticipa una delle prescrizioni contenute nella Valutazione di Impatto Ambientale per la conversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord che a pagina 32 cosi recita:

Prescrizioni relative ai limiti alle emissioni ed alla qualità dell’aria:
Stazioni di monitoraggio; dispositivi per il controllo delle emissioni diffuse di polveri: Dovrà essere messo in atto, secondo un protocollo da concordare con ARPA Lazio, l’aggiornamento delle stazioni di Monitoraggio gestite da ENEL secondo le specifiche riportate nello Studio di Impatto Ambientale; a queste dovrà essere aggiunta una stazione di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico finalizzata alla caratterizzazione dell’impatto sulla qualità dell’aria derivante dalle banchine carbone e calcare/gesso/ceneri, ed un sistema per il rilevamento in continuo, sulla sorgente costituita dal sistema di scarico di carbone dalla nave, delle emissioni diffuse di polveri.


Even Low Levels of Air Pollution May Pose Stroke Risk. Annals of Neurology, published online May 28, 2008.
Ozone Europea, Baseline Scenario for The Clean Air for Europe -CAFE – Feb. 2005.
Ozone modifies associations between temperature and cardiovascular mortality: analysis of the NMMAPS data Online First Occup Environ Med 2007; doi: 10.1136/oem.2007.033678).

Coordinamento Nazionale Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)
Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente (ISDE - Civitavecchia)


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Nel mondo continua la forte crescita delle rinnovabili.

(ANSA) - ROMA, 1 LUG - Un po' per le preoccupazioni per il riscaldamento globale, un po' per la crescita impetuosa del prezzo del petrolio, il mondo, e in maniera particolare quello economico, sta scegliendo sempre di piu' l'energia verde. Lo afferma il rapporto annuale dell'Unep, l'agenzia Onu per l' ambiente, secondo cui gli investimenti pubblici e privati in rinnovabili sono cresciuti del 60% nel 2007 rispetto al 2006, raggiungendo la cifra di 148 miliardi di dollari. Secondo il rapporto, il 23% di tutta la nuova energia installata lo scorso anno viene da fonti 'verdi', dieci volte di piu' di quella nuova ottenuta dal nucleare, e ormai le rinnovabili sono il 5,4% della produzione energetica mondiale.

''Queste cifre sono molto interessanti - commenta Carlo Manna, responsabile del centro studi dell'Enea - e conferma che l'industria nel mondo ha sempre maggior interesse verso l'eco-energia, mentre da noi si parla ancora troppo dei costi e troppo poco delle opportunita' da questo tipo di investimenti''. Ecco i principali numeri del rapporto: - CRESCONO EOLICO E SOLARE: la maggior parte dei nuovi investimenti riguarda l'eolico, con 50,2 miliardi di dollari, ma anche il solare sta crescendo impetuosamente, al ritmo medio del 254% all'anno dal 2004, e ha raggiunto i 28,6 miliardi di dollari. In particolare viene dal vento il 40% della nuova energia europea e il 30% di quella statunitense. In marzo e' stata superata la soglia dei 100 gigawatt totali ottenuti dal vento. Al terzo posto nella classifica dei nuovi investimenti, dietro a vento con il 43% e sole con il 20 ci sono i biocarburanti con il 17%, mentre al quarto le biomasse e l'energia dai rifiuti, con il 9% ma con un ritmo di crescita del 400% all'anno; - L'EUROPA SPENDE DI PIU': la fetta maggiore degli investimenti viene dall'Unione Europea, con quasi 50 miliardi di dollari, seguiti dagli Stati Uniti. In rapida ascesa India, Cina e Brasile, che insieme raggiungono il 22%. Ancora molto indietro l'Africa: pur avendo aumentato considerevolmente gli investimenti questi sono fermi a 1,3 miliardi di dollari. '''Lo sforzo dell'Europa e' necessario - spiega Manna - per recuperare rispetto a Usa e Giappone che investono da molto piu' tempo''; - ITALIA FANALINO DI CODA EUROPEO: il rapporto non presenta dati specifici sull'Italia: ''Abbiamo incluso nel rapporto solo le prime dieci nazioni per ogni tecnologia e per investimenti - spiega Eric Usher, uno degli autori del rapporto - e l'Italia non ne fa parte''. Il nostro paese e' ultimo nella Ue per investimenti: ''Da un rapporto che abbiamo stilato e che presenteremo a meta' mese emerge che siamo ultimi insieme alla Finlandia - spiega Manna - basti pensare che da noi si spende in ricerca e sviluppo qualche centinaio di euro, mentre la Germania ne spende quattromila. Da noi scontiamo il fatto di non avere ancora una 'road map' precisa di cosa fare, al contrario degli altri, e anche una certa farraginosita' nelle procedure burocratiche''; - PROSPETTIVE FUTURE: il trend positivo, secondo il rapporto, e' destinato a continuare: ''Dopo un rallentamento nei primi tre mesi del 2008 - si legge - nei secondi tre si e' avuto un aumento del 34%''. Tutti questi investimenti sono in gran parte privati, mnentre il pubblico contribuisce per circa il 20%: nel 2007 si sono raggiunti i 23,4 miliardi di dollari, una cifra raddoppiata rispetto all'anno prima. (ANSA). KYK Fonte
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2 luglio 2008

L'ozono sembra essere la chiave dell’aumento delle morti per cause cardiovascolari durante le ondate di calore

"CI SEMBRA INDISPENSABILE CHE LA POPOLAZIONE SIA INFORMATA CHE LE MORTI DURANTE LE ONDATE DI CALORE SONO DOVUTE IN PARTE AD UNA MAGGIOR TOSSICITA’ DEGLI INQUINANTI CAUSATA DALL’AUMENTO DELLA TEMPERATURA."

Secondo la direttiva 2003/4/CE, il non rendere disponibili al pubblico tali informazioni rappresenta la violazione di un diritto sancito dalla Commissione Europea.

Dal Rhenish Institute for Environmental Research at the University of Cologne ci giungono i dati sulle previsioni per l’ozono in Italia per oggi, domani e dopodomani.

In gran parte della penisola i livelli saranno molto alti.

Ai fini della protezione della salute umana, secondo l’Unione Europea, i limiti dei livelli massimi di ozono, calcolati nella media di otto ore, non devono superare i 120 mg /m3.

L’esposizione all’ozono, un inquinante secondario, provoca: respiro rapido e superficiale, irritazione delle vie respiratorie, tosse, spasmo bronchiale, riduzione della funzionalità polmonare, riacutizzazione dell’asma, riduzione della capacità del sistema immunitario nel combattere le infezioni batteriche, riduzione della performance atletica, congiuntivite, nascite premature, neonati di basso peso, possibile morte improvvisa del lattante, malformazioni congenite, riduzione dello sviluppo polmonare, possibili “modificazioni” a livello del cervello che renderebbero in qualche modo più sensibile l’organismo all’azione degli inquinanti (U.S. EPA. Air quality criteria for ozone and related photochemical oxidants; 600/P-93/004aF).

L’ozono sembra essere la chiave dell’aumento delle morti per cause cardiovascolari durante le ondate di calore (Occup. Environ Med 2007).

L’ozono si forma dalla ossidazione di composti organici volatili (VOCs) in presenza di NOx e dei raggi solari.
I VOCs rappresentano il combustibile mentre gli NOx agiscono come una sorta di catalizzatori della reazione di ossidazione poiché non diminuiscono durante la reazione chimica che porta alla formazione di ozono. La fotochimica dell’ozono è un processo complesso e fortemente non lineare (European Commission - Ozone Position Paper).

Ad ogni aumento di un grado Celsius di temperatura corrispondono, negli Stati Uniti, circa 1000 decessi per inquinamento e circa il 40 % di queste morti è causata dall'ozono (GEO. RES. LETT, V. 35, L03809, doi:10.1029/2007GL031101, 2008).

CI SEMBRA INDISPENSABILE CHE LA POPOLAZIONE SIA INFORMATA CHE LE MORTI DURANTE LE ONDATE DI CALORE SONO DOVUTE IN PARTE AD UNA MAGGIOR TOSSICITA’ DEGLI INQUINANTI CAUSATA DALL’AUMENTO DELLA TEMPERATURA.

QUESTI DATI VENGONO NASCOSTI ALL’OPINIONE PUBBLICA CHE PENSA CHE IL PROBLEMA SIA ESCLUSIVAMENTE IL CALDO

IN BASE A QUESTE PREVISINI, SI RACCOMANDA DI NON PASSARE MOLTO TEMPO ALL’APERTO, SOPRATTUTTO NELLE ORE PIU’ CALDE, PER GLI ALTI LIVELLI DI OZONO.

LA RACCOMANDAZIONE VALE PRINCIPALMENTE PER I SOGGETTI PIU’ SENSIBILI COME GLI ANZIANI, I BAMBINI E GLI AMMALATI.


Giovanni Ghirga


Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)

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Grosseto - AUDITORIUM PARROCCHIA DELL'ADDOLORATA VENERDI 4 -7-'08 ORE 21


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1 luglio 2008

Il Consigliere Fortuna scrive a Marrazzo

"Centrale enel a carbone. Il consigliere Fortuna scrive al consiglio provinciale e bacchetta Marrazzo sulla scelta delle 'compensazioni." Fonte

All'attenzione del Consiglio Provinciale di Viterbo



e p.c. Al Presidente della Regione Lazio

On. Piero Marrazzo

Ai presidenti dei Gruppi Consiliari Regionali

Ai componenti la Giunta Regionale.

Al Sindaco di Viterbo, On. Giulio Marini



Marrazzo prometteva fuoco e fiamme contro il carbone a Civitavecchia, ma oggi -tre anni dopo la sua elezione- si avvia a firmare con ENEL l'accordo per le cosiddette 'compensazioni'.

Come se non bastasse invita una serie di sindaci fare lo stesso e a spartire una discreta quantità di soldi. Milioni di euro di cassa, convertibili in tutto ciò che questi primi cittadini ritengano utile a farsi rieleggere.

Porchette alle feste paesane, qualche marciapiede rifatto, qualche assunzione precaria in vista del voto, una fontana restaurata, oppure una rotatoria?

Si badi che a Tarquinia, ma anche altrove, una’ rotonda’ può arrivare a costare da sola una mezza milionata di euro, con ciò possiamo farci un'idea di come sia possibile finire in fretta persino 10 milioni.

Queste elargizioni, apparentemente ingenti, non possono compensare ovviamente le vite umane perdute, ma va tuttavia sottolineato che nemmeno si avvicinano a compensare i danni materiali che verranno prodotti dal carbone di TVN a discapito della collettività.

L'indotto di agricoltura e turismo nella Tuscia Litoranea si aggira attorno ai cento milioni di euro.

Il carbone ne determinerà un forte ridimensionamento, a cominciare dalle molte e pregiate coltivazioni alimentari, che verrebbero giocoforza rimpiazzate da coltivazioni 'no-food' ( 'no-cibo') per via degli inquinanti riversati sull'entroterra.

Per questa ragione, oltre che per la difesa della propria salute, le organizzazioni degli agricoltori si sono unite in blocco alla lotta degli altri cittadini contro il carbone a Civitavecchia.



La logica delle compensazioni

Anche se le elargizioni di ENEL vengono chiamate compensazioni, non mi pare che abbiamo a che fare con un meccanismo di (perversa) logica compensatoria del danno.

Non è la pretesa di 'compensare' morte e malattia con denaro, ma un calcolo più pratico che sottende le profferte ai comuni. Più che altro mi pare si tratti di iniettare liquidità nei bilanci di alcuni paesi, ciò dovrebbe facilitare i sindaci di ENEL a creare consenso elettorale intorno a sé.

Calcolo la cui validità è tutta da dimostrare, visto che in ballo c'è la salute della gente ed un movimento di presone forte e grande.

Fatto sta che di fronte a quei soldi, che per ENEL sono briciole, a molti viene subito l'acquolina in bocca.

Allo stesso modo il gigante elettrico sa chi conviene 'comprare' e quanto si può arrivare a pagare.

Leggendo la lista degli invitati al tavolo di Marrazzo saltano subito agli occhi due fatti, il primo è che sono davvero pochini, il secondo è che sono tutti sindaci di comuni che avevano palesato con un certo vigore la propria contrarietà al carbone. Come mai un invito non è pervenuto al primo cittadino di ogni comune interessato dall'impatto ambientale di TVN?

Ad esempio il sindaco di Monte Romano, come quasi tutti gli altri, non vedrà un euro, forse perché non c'è bisogno di comprarlo? Evidentemente, già di suo, non costituisce un problema e perciò ENEL non sente la necessità di intervenire su di lui in modo consistente?

Le compensazioni, ancorché sbagliate, dovrebbero seguire un principio (appunto) compensativo per il territorio, invece per ENEL sembrano essere una sorta di ricompensa per amministratori pubblici che cambiano fronte, figlioli prodigi ai quale sacrificare l'agnello più grasso.

Il fatto che non abbiano pensato di 'compensare' tutti i comuni, con le somme sino adora offerte ai soli invitati di Marrazzo, conferma che stanno per essere monetizzati proprio gli sforzi e i patimenti dei cittadini contro il carbone.

Scioperi della fame, presidi sull'Aurelia, manifestazioni e petizioni, nella testa di qualcuno hanno fatto il tempo loro, ora per i 'machiavelletti' locali è arrivato il momento di trasformare tutto ciò in moneta sonante.

Per capire meglio meglio la natura e l'intensità degli appetiti scatenati dai 30 denari di ENEL, può essere utile considerare i precedenti.



Precedenti...

L’ultima volta che ENEL ha concordato delle compensazioni, eravamo negli anni ‘90 e in Provincia di Viterbo si parlava di Parco Storico Archeologico Ambientale d'Europa.

Incredibile “volano di sviluppo”, “mirabile progetto” e giù di retorica e pubblicazioni varie, questo parco doveva proiettarci all'attenzione dell'Europa, fornendo un'offerta turistica e culturale di prim'ordine.

Tra la fine degli anni ’90 e il 2005 si sono mangiati, in senso lato, qualche miliardo di lire, mentre una mezza miliardata se la sono mangiata in senso stretto, nel senso che è passata per l'esofago di un mucchio di gente, ovvero si è trasformata nelle porchette di cui sopra, ma anche in tante e tante cene in buoni ristoranti di Viterbo e Provincia.

C’era da mangiare un po’ per tutti: politici, funzionari, ospiti di riguardo, ma anche associazioni sportive intere e quant’altro (in Provincia ci sono i mandati di pagamento a testimonianza di quanto dico). Se non si fosse capito, nel nord del Lazio le elezioni si vincono anche con le porchette.

C’erano poi congressi in giro per il Mondo, in posti splendidi ovviamente, ai quali davvero non si poteva mancare e ancora tante altre cose, che ahimè approfondiremo un'altra volta.

La fine di questo 'precedente', però, temo si sia già intuita: il Parco Storico Storico Archeologico Ambientale d'Europa chi l'ha visto?

Da 9 miliardi di lire, fatti degli 'storni' iniziali, si è passati a 5,4 miliardi, centinaia di milioni sono passati appunto per svariati condotti digerenti, mentre il grosso dei soldi sono stati usati per le finalità più disparate. Si sono fatte regalie squallide e anche qualcosa di sensato, ma in entrambe i casi, purtroppo, il criterio pare essere stato più che altro l'utilità alla carriera politica di questo o quello.

In ogni caso le misure attuate sono al 90% estranee a qualsiasi sensata definizione di 'parco' e quasi mai le spese sono state lontanamente attinenti alla valorizzazione dei beni culturali della Tuscia.

I 5 miliardi e mezzo sono serviti per lo più ad accontentare la platea di pretendenti, che normalmente 'attorniano' i vari assessorati, cioè quei soldi sono stati dispersi nei mille rivoli della politichetta locale.

Stessa fine mi pare plausibile che facciano queste nuove somme messe sul tavolo da ENEL, la grettezza dei nostri gruppi dirigenti è la stessa di cinque e dieci anni fa, stesse le regole del gioco, persino molte facce e molti nomi sono i medesimi: qualche dubbio ce lo possiamo far venire, no?

Certo, tra i sindaci c'è chi sa di inimicarsi un bel pezzo del proprio elettorato, ma evidentemente spera di 'comprare' la fiducia di altri grazie alle disponibilità di cassa fornite dalla società elettrica, che per un bilancio comunale sono notevoli.

ENEL ha oramai compreso che ogni tot anni, iniettando un po' di liquidità nelle casse degli enti locali del nord del Lazio, può creare una 'sua' stabile classe dirigente... 'sua' di ENEL, ma eletta da noi!



...postumi

In quegli anni ruggenti, mentre del mirabile parco si perdeva la traccia, accadeva anche che venissero immessi nell’atmosfera del Nord del Lazio quasi 100 milioni di tonnellate di inquinanti. Materiale che dalle ciminiere di TVN ricadeva al suolo diventando parte integrante del nostro habitat e dei nostri corpi.

Tolte quella percentuale di sostanze che possono essere ‘smaltite’ nei lenti cicli biologici, gli altri agenti sono ancora tutti in noi, nel suolo, nelle piante. Stanno dove ENEL li ha lasciati, in attesa di incontrarsi coi nostri tessuti e di coniugarsi con cellule ospitali, dando così origine ad un nuovo corpo all’interno del nostro: il tumore.

Come più volte denunciato dal movimento No-Coke, anche sulla stampa nazionale : “Secondo studi e ricerche comparative, analisi di dati già disponibili e monitoraggi a lungo termine effettuati da tecnici, Enti di Ricerca, Associazioni ambientaliste e dall'Osservatorio epidemiologico della Regione Lazio, l'utilizzo del carbone come combustibile comporterà un aggravio ambientale complessivo irreparabile rispetto ad una situazione decennale già intollerabile. Si avrà la movimentazione e l'emissione di enormi quantità di materiale pulverulento, fra cui le dannosissime micropolveri, cui è già sottoposto l'intero comprensorio fino a Roma o Civita Castellana. Solo il dato relativo a Civitavecchia e Tarquinia rende bene la gravità della situazione: le due cittadine vantano infatti il triste primato laziale per incidenza di tumori alla trachea, ai polmoni, al sistema linfatico ed ematopoietico, dove si rileva un costante aumento di leucemie e linfomi cui si aggiunge un'allarmante frequenza di disturbi asmatici e patologie respiratorie soprattutto in bambini e soggetti deboli.”

Siamo così diventati il polo di produzione energetica maggiore d’Europa.

Questo il lascito di 50 anni di servitù energetica del Lazio del nord, una eredità che va ad aggiunge il suo peso a alle medie nazionali di tumori e patologie varie, la cui incidenza viene data per fisiologica all’interno di un modo di produzione (e di consumo) strutturalmente sciagurato.

Come se non bastasse, al nostro territorio a questo punto mancava solo di dover sopportare il più sporco e (non a caso) redditizio combustibile in circolazione: il carbone.

Di fronte allo sfacelo palpabile del pianeta (compreso il nostro orticello), l'Italia prima sottoscrive il protocollo di Kyoto, poi torna all’ottocento, ai primordi dell’era industriale, quando i tumori nemmeno li diagnosticavano.

Si peggiora dunque il peggiorabile, ma volendo ovviare al problema, si paga un ufficio stampa per definire “pulito” il carbone.

Tutto ciò per ENEL costituisce un affare colossale che pagheremo noi, cittadini italiani, in termini di salute, di spesa sanitaria e di sanzioni per lo sforamento provocato dall'Italia (per conto di ENEL) al protocollo di Kyoto.

Per la precisione già sappiamo che circa 200 milioni di euro occorreranno per accompagnare alla morte i futuri terminali, 100 milioni per le altre patologie provocate dalle emissioni.

500 milioni di euro il popolo italiano li dovrà tirar fuori perché i nostri governi prima sottoscrivono accordi internazionali e poi, spinti da chissà quali nobili intenti, ignorano gli stessi e mandano tutti noi in mora ...e alcuni di noi all'altro mondo. Altro che compensazioni.

La fonte di tali numeri è direttamente l'UE (www.externe.info).

Non sappiamo se ci siano valori negoziabili, sappiamo però che ce ne sono di non negoziabili: primo tra tutti la permanenza in vita di ognuno di noi.

Stando ai valori contenuti nella VIA per la conversione a Carbone di TVN-Civitavecchia, andranno in fumo non meno di 800 milioni di euro nostri, senza contare i danni agli indotti dei settori economici tradizionali della Tuscia.

Risulta insultante per la sua banalità la risma di motivazioni a favore dell'accordo. Alcuni dei Sindaci interessati ai soldi di ENEL vanno in giro coperti da una foglia di fico, senza rendersi conto di aver lasciato nudo (e in vista) il loro lato peggiore.

Nel prendere atto che la centrale si farà, ma soprattutto nell' apporvi la propria firma, questi piccoli Von Clausewitz sono riusciti ad ottenere qualcosa che ci dicono essere molto importante!

Verranno istituiti dei 'tavoli' della salute. 'Tavoli' che verificheranno se ENEL rispetterà, o meno, i valori della Valutazione d'Impatto Ambientale. Perché? Nemmeno quelli vuole rispettare?

Con amaro sarcasmo potremmo dire che se ENEL fa un solo morto in più del previsto, questi signori sbruffoneggiano di chiudere immediatamente la centrale, magari con un ordinanza comunale...

Loro che non hanno nessuna competenza diretta, che non hanno soprattutto nessuna voglia di battersi ora che la centrale è ancora spenta, proprio 'loro' saranno quelli che arriveranno a fermare l'attività dell'impianto, appena il conto dei morti o dei danni ambientali non tornasse più...

Questo lo possiamo considerare uno scherzo cinico e di cattivo gusto, mi domando se qualcuno di questi signori, in caso di sforamento dei valori previsti (o di dissesto di bilancio?), avrebbe il coraggio di atteggiarsi di nuovo a Pater Patriae, magari chiamandoci tutti a raccolta come nelle passate campagne elettorali, per poi ripassare di nuovo, agilmente, dal tavolo della 'salute' a quello delle compensazioni.



Contro il silenzio

Risulterebbe patetico limitarsi alle considerazioni che riguardano sindaci e amministratori locali, che in fondo sono le ultime ruote del carro nella pratica di egemonia di ENEL o di altri capitali.

Il problema vero è che c'è un parlamento intero ad assentire al carbone di Civitavecchia e c'è un presidente di Regione, che invece di essere l'ultimo baluardo è disposto a fare da padrone di casa per la stipula delle compensazioni.

Berlusconi e la sua parte politica hanno avviato il progetto e lo rivendicano con fierezza, il centro-sinistra, come al solito più ambiguo, ha delegato a Bersani il triste lavoro di proseguire sulla strada del centro-destra. Si è rivelata assolutamente inefficace l'opposizione interna al Governo Prodi fatta dalla Sinistra.

Ricordiamo che i ministri della Salute e dell'Ambiente chiedevano ufficialmente la riapertura della VIA (col sostegno di un enorme schiera di parlamentari ed enti locali), ma da parte sua Bersani diceva 'no' e discorso chiuso: se non è debolezza questa...

Non ho personalmente gran rimpianto per il tracollo dei dirigenti della Sinistra l'Arcobaleno, ognuno va incontro al suo destino, ma è bene fermarsi a riflettere sul fatto che alla fine, nella casa del 'grande parlamento' sono rimasti solo i 'carbonari'... questo credo che aldilà di tutto sia preoccupante. I gruppi parlamentari per i cittadini del comprensorio purtroppo a questo punto sono tutti ostili.

Per questa ragione mi pare naturale bypassare totalmente le organizzazioni nazionali e rivolgermi alle singole persone che, pur ricoprendo incarichi istituzionali e di partito, hanno sempre palesato contrarietà al carbone, alla faccia della linea del PD o del PDL. Che si esprimano, almeno loro, sulla vergogna del tavolo delle compensazioni.

Invito i rapprentanti istituzionali (innanzitutto quelli menzionati in capo alle presenti pagine) a non rimanere in silenzio, ma ad esprimersi pubblicamente prima che si appongano le firme.

Auspico che la stipula degli accordi non avvenga affatto e penso che a tal fine sia utile che Marrazzo e i 'suoi' sindaci trovino sulla loro strada, non solo i cittadini, ma anche singoli appartenenti alle varie parti politiche, ovvero tutti quelli che fino a ieri hanno tuonato in difesa della salute e del lavoro.

Sulla firma delle convenzioni con ENEL potrebbe non essere chiamato ad esprimersi il Consiglio Regionale, mentre in ogni caso non lo sarebbe la Giunta, ma ciò non cambia di un punto il fatto che il Presidente della Regione, in queste ore, sta definendo le sue pesantissime scelte.

Marrazzo ha vinto le elezioni anche col voto dei contrari al carbone, il suo dietro-front è delegittimante per sé stesso e per la sua maggioranza, ancorché silente.

Inutile trincerarsi dietro ai limiti delle rispettive competenze e funzioni istituzionali: la gente formula un giudizio chiaro anche di chi non si espone, i 'prudenti' non si illudano del contrario.

Tacere è una responsabilità che spero non si assumano né i favorevoli, né i contrari alla riconversione a carbone di TVN.

Riccardo Fortuna

Consigliere alla Provincia di Viterbo

per il Partito della Rifondazione Comunista

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30 giugno 2008

"Sulla tragica morte di Ivan."


Comunicato Stampa del 25/06/2008.
Seguono commenti dal mondo politico, e un articolo di M. Galice.
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Eventi di questo tipo impongono che si ascolti in silenzio quello che la vita ha da insegnarci. Se parole devono essere spese, debbono dimostrare di essere utili per migliorare la nostra condizione.

In primo luogo, e sopra ogni altra cosa, esprimiamo tutto il nostro grande, profondo cordoglio, viva partecipazione al dolore della famiglia e dei cari di Ivan, uno di noi. 24 anni di vita, di mestiere operaio, uomo come noi, la vita stroncata come sappiamo.

In questo momento di raccoglimento, e rabbia, dobbiamo fare i conti con i pericoli che su tutti noi incombono.

Decenni di vuote chiacchiere in favore della sicurezza sul lavoro, mentre nei cantieri l'unico valore è: il profitto dei padroni. Da questo assunto loro non retrocedono, salvo riempirsi la bocca di falsità in occasione di simili eventi luttuosi. Ma alla prova dei fatti, sembra che non faccia poi tanto scandalo la morte in cantiere, per i signori della speculazione: l'uomo, vivo o morto, è solo ridotto a un numero. Un valore meramente quantitativo che entra in un bilancio, previsto sin dall'inizio.
Per noi questi numeri restano cifre di un pensiero inaccettabile, disumano e disumanizzante. Da combattere.

Intanto, in noi, si fa strada una consapevolezza tanto amara da non poter essere digerita: daremmo qualsiasi cosa per poter sperare che altre morti legate a TVN siano evitabili. Ma è una sperenza vana.
Sulla nostra testa pende un destino ineluttabile, che non è quello della morte naturale. E' quello della morte, della sofferenza per le patologie legate all'inquinamento, riguardo al quale il nostro territorio non teme confronti. Altre morti verranno entro pochi anni, grazie al carbone di TVN.
E' scienza, è statistica, di nuovo: numeri per descrivere le patologie e le morti che l'inquinamento da carbone ci regalerà. Tanto è vero che sulle carte sono già quantificate anche in termini di risarcimenti economici.
Tanto per rinfrescare la memoria a tutti, le stime di externe.info (EU) parlano di centinaia di milioni di euro per le spese mediche nei 25 anni di esercizio della centrale a carbone. Del resto, come si motivano i milioni che enel scucirà all'amministrazione Moscherini e alle altre? Semplice: si pretende di aver comprato la nostra salute.

Come accade per tutte le lotterie, quella di morte di TVN non ci dice in anticipo chi sarà sorteggiato. Ci dà invece la certezza che tanti e tanti di noi e dei nostri figli dovranno soffrire e morire per le conseguenze dell'inquinamento da carbone: tutti parteciperemo all'estrazione.
Queste morti resteranno dolore privato delle famiglie colpite, perché giornali e necrologi pubblici non parlano dei morti per l'inquinamento, delle stragi lente. Porto, le vecchie centrali ad olio combustibile, TVS, Montalto di Castro, cementifici, etc: abbiamo già dato. E invece, su tutto questo si va ad aggiungere il carbone, col suo carico insostenibile.

Se non saremo tutti noi a gridare che vogliamo sì lavoro, ma pulito e non al prezzo della vita o della salute, rischiamo di conoscere da vicino il cordoglio che oggi colpisce terribilmente i cari di Ivan. La causa sembra diversa, ma in realtà è sempre la stessa: il profitto dei potenti. Ivan siamo noi.

Se ci uniamo per fermare il carbone possiamo lasciarci alle spalle rischi tragici che non vogliamo. Ricordiamo che la nostra vita non è di destra, né di sinistra o di centro: questo dolore e queste preoccupazioni ci riguardano tutti.

Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio


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Altre dichiarazioni dal mondo politico:

DI LAVORO IN ITALIA ORMAI SI MUORE OGNI GIORNO: MA LA MORTE DEL GIOVANE CIFFARY, VENUTO DA LONTANO AD IMMOLARE LA VITA AL PROFITTO ALTRUI, HA UN SAPORE PARTICOLARMENTE AMARO.

Quel sacrificio, per la seconda volta, si consuma in un cantiere che è il più terribile segno di contraddizione dei nostri tempi in questo nostro territorio. Rifiutata dalle popolazioni, quella mega-centrale in costruzione, portatrice delle incoerenze di un industrialismo non etico e preistorico, sembra vendicarsi già prima di entrare in funzione: solo che la sua vendetta colpisce i poveri e gli incolpevoli.

I VERDI di Civitavecchia sottoscrivono parola per parola il nobile comunicato firmato dal "Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio" che esprime in modo eccellente le considerazioni che tutti dovremmo scambiarci. Su quelle parole invitiamo tutti a riflettere, prima di scatenarci ancora in miserevoli tentativi giustificatori. Riflettere almeno un giorno, quando un'altra giovane vita viene sacrificata sull'altare del profitto, al di sotto di ogni ragionevolezza.

I Verdi di Civitavecchia - 25 giugno 2008

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Consigliere provincale G. De Paolis:
Testimonianze private di giovani lavoratori precari del cantiere lamentano di lavorare in condizioni inumane e a ritmi elevatissimi perché la centrale entri in funzione il più presto possibile: la politica, le Istituzioni, la gente comune non può restare indifferente a quello che accade. Dobbiamo intervenire con cose concrete e con controlli serrati a difesa dei lavoratori, prima che quel mostro che è la centrale mieta altre vittime, ancor prima di entrare in funzione


Il Partito Democratico
Il cantiere di TVN ha già mietuto troppe vittime senza che si sia intervenuti efficacemente per l’attuazione delle prescrizioni di legge sulla sicurezza e senza dare sufficiente formazione a chi è comandato a lavorare in situazioni di rischio. E’ altrettanto grave che “per fare presto” vengano accelerati oltre misura i ritmi di lavoro. Si aumentano poi le ore lavorate sottoponendo così i dipendenti ad uno stress continuo che accentua le possibilità di incidente. Tutto questo perché si antepone la produzione al valore della vita. Esprimiamo la nostra partecipazione al dolore dei familiari e dei colleghi di Ivan Ciffary, la cui dedizione al lavoro fino al sacrificio della propria vita fa giustizia di tante inopportune valutazioni sulla presenza di stranieri nel nostro Paese


Consigliere regionale Enrico Luciani
La causa di questo tragico incidente è dovuta alla fretta con cui si vuole terminare la centrale dell'Enel. Questa fretta mette in grave pericolo l'incolumità delle persone impiegate nel cantiere, a scapito di una sicurezza tanto decantata nelle parole, ma inesistente nei fatti. Questi episodi sono l'ennesima dimostrazione dell'insufficienza dei controlli nei luoghi di lavoro. Ora mi aspetto maggior chiarezza su quanto accaduto e spero che almeno questa volta le responsabilità vengano individuate.

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“E fino a quando, o Catilina, abuserai della nostra pazienza?”. Seguendo la rabbia e l’istinto di queste ore, e sostituendo senza irriverenza i vertici dirigenziali dell’Enel a Catilina, l’incipit della più celebre delle orazioni ciceroniane potrebbe ben rappresentare lo stato d’animo della città di fronte alla tragica morte di Ivan Ciffary. Una città sfiancata, stremata, quasi stuprata socialmente ed ambientalmente da oltre 30 anni di servitù Enel, a cui è lecito domandare cos’altro vuole ancora in sacrificio da Civitavecchia per alimentare i suoi profitti aziendali. Tutto quello che è stato dato in questi decenni in termini di salute e di morte ancora non basta? Fino a che punto si dovrà assistere ancora al dazio delle vite umane e allo sfruttamento del nostro territorio? Sappiamo già cosa accadrà nelle prossime ore: il cordoglio dell’azienda elettrica nei confronti della famiglia di Ivan Ciffary, l’avvio della solita indagine interna per “accertare le cause dell’accaduto”, la conclusione dell’indagine che non accerterà mai responsabilità oggettive (come accaduto nel caso di Michele Cozzolino), alcuni giorni di sciopero dei lavoratori e dei sindacati, il fermo del cantiere per una settimana o poco più, le promesse dell’Enel sul rispetto della sicurezza e l’impegno ad incrementare il rispetto delle norme sul lavoro, ecc. ecc…e poi dopo pochi giorni assisteremo alla normale ripresa dei lavori ed al ricordo dell’ennesima vittima sul lavoro che “per fortuna” si affievolisce sempre più. Chi si ricorda ancora, infatti, di Michele Cozzolino, chi si sta ricordando della sua famiglia? Accadrà questo anche per Ivan. Tutto riprenderà dunque come prima, per ultimare al più presto i lavori di riconversione di Tvn ed accendere infine quell’agognato bottone, con la speranza che non avvenga più nessuna disgrazia a turbare la gioiosa realizzazione della “centrale a carbone più avanzata del mondo”. A voler essere cinici fino in fondo va ricordato che, dopo la morte di Cozzolino, qualcuno tra gli operai del cantiere vociferò che le previsioni aziendali per la realizzazione della centrale prevedevano tre possibili decessi tra gli operai. Previsioni macabre ma quasi rispettate. Siamo già a due ed è dunque lecito attendersi il terzo. Nella migliore delle ipotesi ci si potrebbe fermare a due e dire paradossalmente che le cose sono andate fin troppo bene, nonostante si sapesse benissimo a cosa si andava incontro. Fino a quando, dunque, Civitavecchia potrà avere tanta pazienza? Fino a quando sarà possibile tollerare tutto ciò? Forse, guardando la storia politica della città, la risposta è che sarà possibile tollerare tutto ciò per sempre. Perché maledire l’Enel e rivoltarle addosso le cause della morte di Cozzolino e Ciffary e lo stato di inquinamento del nostro territorio può essere un valido esercizio di sfogo mentale, ma inutile e rivolto al destinatario sbagliato, perché è storia risaputa, dai tempi di Carlo Marx, che l’impresa (si può usare ancora la parola capitalista?) cura i suoi interessi, bada al profitto e per raggiungerli non si ferma davanti a nulla, se non c’è nulla che la fermi. E a Civitavecchia, purtroppo, non c’è mai stata una classe politica in grado di opporsi allo strapotere Enel. Per questo la morte di Ciffary, dopo quella di Cozzolino, è la più evidente sconfitta della classe politica cittadina. Una classe politica che non è mai riuscita a contrattare seriamente con l’Enel, che non è mai riuscita a farsi rispettare, che non si è mai unita nel momento del bisogno, che non ha mai anteposto l’interesse della città alla piccola polemica di bottega o alla sterile visibilità sugli organi di stampa, che non ha mai voluto ascoltare realmente i cittadini nel momento delle scelte cruciali per il destino della città, che ha regalato il suo splendido territorio alla legge del profitto, che non ha saputo imporre la tutela ambientale del comprensorio, che non ha ricavato alcun guadagno reale dalla riconversione a carbone, che non ha saputo imporre il rispetto della sicurezza dentro Tvn, che dopo la morte di Cozzolino si è preoccupata solo di sottoscrivere una Convenzione per accaparrarsi qualche milione di euro in grado garantire la stabilità amministrativa, che si è accontentata in sintesi di quattro denari. E’ la classe politica cittadina la vera responsabile delle morti bianche a Tvn e dell’affossamento sociale, ambientale e culturale della città. Una classe politica che ha fallito e che chissà per quanto tempo ancora dovrà leccarsi le ferite.

Marco Galice (indirizzo originale)

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Aggiunta di mercoledì 23/07/08: vedi questo link, "Morti bianche, il libro"

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