Fonte: Brundisium.net
"La manifestazione indetta per il 19 giugno dalle associazioni ambientaliste di Brindisi, con la quale si rivendica l’autonomia del territorio nella definizione del modello di sviluppo locale e si chiede di investire per uno sviluppo sostenibile, è l’occasione per riflettere su ciò che oggi è Brindisi e la sua provincia, e su che cosa fare per reggere all’urto della crisi economica che rischia di indebolire ulteriormente il nostro sistema economico.
Il PD ritiene assolutamente inderogabile che lo sviluppo socio economico della provincia e della città capoluogo sia armonico e coerente con le naturali potenzialità del territorio, delle specificità industriali e produttive che si sono affermate nel tempo. Va superata la fase storica in cui era assente la partecipazione responsabile delle assisi democratiche e della popolazione. Un nuovo sviluppo fondato su progetti orientati ad una crescita che contemperi lavoro, ambiente e sicurezza che, come dimostra l’ultimo drammatico incidente mortale, sono imprescindibili per il nostro territorio.
In questa ottica nessun insediamento è pensabile in contrasto alle linee di recupero di una soggettività economica e sociale costruita nel territorio come è prioritario ridurre i fattori di inquinamento che questa realtà ha già subito e subisce tuttora.
La manifestazione è l’occasione per riproporre le questioni ancora aperte a partire dal rigassificatore, alla bonifica dell’ area industriale, alla riduzione del carbone e al ridimensionamento dell’attuale polo energetico brindisino.
Nel concreto è tuttora incomprensibile come il Governo nazionale abbia potuto rilasciare una VIA positiva alla costruzione del rigassificatore a Capobianco, come lo stesso Governo dia segnali di rilancio degli insediamenti energetici (nucleare, trivellazioni al largo delle nostre coste) senza alcuna considerazione dei programmi e delle esigenze dei territori interessati.
Per il PD è necessario riproporre il ridimensionamento del polo energetico brindisino, attraverso la sottoscrizione le Convenzioni con tutte le Aziende energetiche insediate a Brindisi, nella logica della significativa riduzione della quantità di carbone movimentato e bruciato, dell’attivazione delle opere di ambientalizzazione nonchè di una effettiva ricaduta sullo sviluppo delle aree interessate. In questo quadro il PD ha prospettato la necessità di una chiusura graduale della vecchia e ormai obsoleta centrale dell’Edipower. Scelta questa che consentirebbe di ridurre in maniera consistente il consumo di carbone e di riconsegnare alla città e al porto un’area portuale di pregio. Inoltre la non sottoscrizione delle Convenzioni ha contribuito in questi anni a peggiorare le situazione ambientale consentendo alle società elettriche di produrre senza regole e senza vincoli ambientali nonchè occupazionali.
Il territorio della provincia di Brindisi deve poter coniugare meglio le sue diverse capacità di crescita attraverso un ampio e diversificato assetto industriale, sempre più orientato a produzioni di qualità e di alto valore aggiunto compatibili con le condizioni socio-ambientali, all’agro-industria, al turismo, sino all’ efficace integrazione e qualificazione della piattaforma logistica che oggettivamente Brindisi rappresenta per l’Area Jonico Salentina e l’intera Puglia.
Il PD evidenzia che sarà sempre più complicato poter immaginare la ripresa dello sviluppo di una provincia meridionale come la nostra fin quando il Governo Nazionale continuerà a tagliare i fondi al Sud e alle Amministrazioni locali. La manifestazione dovrà far giungere un messaggio forte e chiaro al “Governo del nord” denunciando la sua politica marcatamente antimeridionalista e totalmente priva di un serio disegno di crescita complessiva del Paese.
Con queste convinzioni i gruppi dirigenti ed i simpatizzanti del Partito Democratico, pur se impegnati lo stesso giorno nella manifestazione nazionale del PD contro la manovra finanziaria del Governo e sulla ufficializzazione delle proprie proposte di risanamento e di sviluppo del Paese, parteciperanno alla Manifestazione del 19 giugno, a conferma della nostra volontà di riscatto di questa Provincia e di questa Città alla quale il PD ha contribuito ed intende contribuire come Partito locale e nazionale.
Infine il PD fa appello a tutte le Amministrazioni locali perché confermino il loro impegno di collaborazione istituzionale a sostegno di uno sviluppo equilibrato e sostenibile.
16 giugno 2010
Brindisi, manifestazione 19/6: aderisce il PD
15 giugno 2010
"La colata di cemento che distrugge l'Italia"
Riportiamo dal blog di Beppe Grillo
"L'Italia è come l'Amazzonia, sta scomparendo. Ogni settimana ettari di verde si trasformano in ettari di cemento. Un prato non è più un prato, ma un business. Ogni giorno appaiono gru, seconde e terze case, immobili mai abitati. Interi quartieri edificati senza necessità, senza inquilini. Il cemento uccide il turismo, toglie posti di lavoro, non li dà. Il cemento è riciclaggio di danaro sporco delle mafie nazionali che investono nel mattone. A Milano sorgono nuovi grattacieli quando un terzo della città è in vendita o alla ricerca di un inquilino in affitto. L'Expo 2015 è solo cemento. Il cemento non si mangia, ma sul cemento mangiano i politici, le amministrazioni locali e la criminalità organizzata. L'Italia che scompare sotto una colata, come Pompei seppellita dalla lava, fa compassione e rabbia. I comuni dovrebbero vietare la costruzione di ogni immobile non necessario e, nel caso, verificare l'esistenza di un immobile già esistente da ristrutturare. Bisogna lanciare una nuova industria, quella della decostruzione di immobili e capannoni disabitati. Con i soldi pubblici i nostri sindaci non devono più costruire un solo vano se non destinato a uso sociale. Cementificatori e riciclatori che leggete, ascoltatemi, costruire non è più un affare, investite in energie rinnovabili e nel turismo.
Intervista a Ferruccio Sansa e Marco Preve:
F. Sansa: "Sono Ferruccio Sansa, giornalista de Il Fatto Quotidiano. Con Marco Preve, de La Repubblica, abbiamo scritto insieme con altri colleghi - Andrea Garibaldi de Il Corriere della sera, Antonio Massari de Il Fatto, Giuseppe Salvagiulo de La Stampa - abbiamo scritto un libro che si intitola “La colata”, è un libro che vuole raccontare il rischio enorme che l’Italia sta correndo in questo momento di essere rovinata per sempre dal cemento. È un libro che ci è costato un anno di lavoro. Siamo in 5, è stato un lavoro veramente lungo e pesante, pensiamo che fosse solamente adesso questo il momento di scrivere un libro sul cemento in Italia, perché le conseguenze di quello che si sta decidendo, di quello che si sta facendo poi le pagheremo per sempre. Bisogna adesso, in questo momento preciso, decidere da quale parte stare, se vogliamo essere pro o contro il cemento. Qui non è soltanto una scelta per ambientalisti e radical chic. Anzi, non c’entra proprio niente. Questo è un alibi di chi vuole costruire, è una scelta che incide profondamente sulla qualità della nostra vita, la nostra e quella dei nostri figli, sul nostro presente e sul nostro futuro, qualità della vita vuole dire come viviamo se viviamo bene o male, l’Italia ha deciso, purtroppo di puntare sul cemento e sull’asfalto e questo avrà conseguenze pesantissime: perché è una scelta come noi dimostriamo in questo libro, dati alla mano, assolutamente antieconomica, crea dei danni irreversibili alla principale industria del nostro paese che è una delle principali che è il turismo, crea dei posti di lavoro che durano poco tempo e crea dei posti di lavoro poco qualificati, per cui economicamente non lasciatevi ingannare è una cosa poco vantaggiosa.
Inoltre è un animale che mangia sé stesso, perché l’Italia ha la sua principale ricchezza nella bellezza, se noi roviniamo la bellezza, perderemmo posti di lavoro nel turismo, perderemmo posti di lavoro in tantissimi ambiti della nostra economia che campano grazie proprio alla bellezza dell’Italia.
Le bugie dei costruttori
Non lasciatevi neanche ingannare quando vi diranno che si costruisce per le persone che hanno bisogno: non è vero. Lo sviluppo edilizio dell’Italia di questi anni va a beneficio soltanto dei potenti, dell’economia, della finanza e alcune parti della politica, perché intorno al mattone si consuma quell’intreccio perverso tra la politica e la finanza, centro-sinistra e centro-destra senza alcuna distinzione. In Italia, per farvi un esempio concreto - basiamoci sui dati, non sui discorsi - in Italia soltanto il 4% delle case costruite vengono destinate al social housing, alle case popolari, in Inghilterra si supera il 20%, non sono case per la gente che ha bisogno, sono case soltanto per arricchire gli impresari che fanno il loro mestiere e per dare delle case quando non c’è bisogno, perché andate a vedere quello che è successo in Veneto, negli ultimi anni il Ministro che si occupa tra l’altro di agricoltura, Galan, quando era presente della Regione Veneto è stato il più grande cementificatore degli ultimi decenni, ha costruito case per più di 700 mila persone quando nel Veneto la popolazione è aumentata soltanto di 288 mila persone, questo è una follia!
Ma soprattutto costruire in un modo così folle come si sta facendo in Italia adesso, con il Piano casa, adesso si parla del condono, si parlava della sanatoria degli immobili fantasma che neanche si capisce cosa voglia dire un giorno un Ministro dice una cosa e un giorno dice l’altro, questo è anche pericoloso per la nostra incolumità, andiamo a vedere ancora i dati, negli ultimi 50 anni in Italia ci sono state 430 mila frane, ci sono stati 3500 morti, è una vergogna che se ne parli soltanto quando ci sono i morti e poi ce ne dimentichiamo, 3500 morti, ognuno di questi secondo me è come un insulto in faccia a queste persone continuare a costruire in un modo così totalmente disordinato, privo di pianificazioni e premiando chi non rispetta la legge e non chiede i permessi, costruire negli alvei dei fiumi, noi abbiamo raccontato per esempio quello che è successo in Toscana, dove nell’alveo del fiume Arno, dove nel lago di Massaciuccoli si sta costruendo e si è costruito per centinaia di migliaia di persone.
Cronaca di un degrado civile e politico
Partendo di queste considerazioni generali abbiamo fatto un viaggio in tutta l’Italia, un viaggio che racconta queste storie purtroppo di degrado che sono di degrado ambientale, ma prima di tutto sono degrado civile e politico, perché il decreto ambientale è la conseguenza del degrado civile e politico e sono però, nella nostra speranza, anche delle storie di perché invece straordinarie che si stanno battendo per la loro terra è un libro che credo non vuole essere un libro pessimista, ma un libro che dà speranza perché racconta le storie di queste persone, parte dalle storie di queste persone, noi abbiamo raccontato l’Italia regione per regione. Siamo partiti dal Veneto che purtroppo ha il primato di questa devastazione grazie a quello che ha fatto anche la Giunta Galan nella riviera del Brenta, adesso c’è la città della moda, c’è l’autodromo di motor city, un autodromo di cui si è occupato molto anche Beppe Grillo, un miliardo di Euro per costruire un autodromo con ovviamente annesso centro commerciale nel momento in cui gli autodromi in Italia sono in crisi nera!
Questo in una delle zone più belle dell’agricoltura italiana che è la zona di Verona e di Mantova, ci sono centri commerciali ovunque, ci sono nella zona di Mira e di Dolo, sono zone meravigliose di cui ha parlato anche tanto Marco Paolini, ha parlato Gianantonio Stella, sono zone di cui scrivevano Meneghello, che sono state dipinte dei quadri di Tiziano, li stiamo devastando per sempre.
Abbiamo parlato della Lombardia, quest’ultima che ogni giorno perde 10/20 ettari di campagna, che si sta mangiando tanta campagna che aveva ancora, soprattutto nella parte sud della Lombardia, Milano ormai si è votata completamente ai grattacieli, city life, tutti gli altri progetti sembra che Milano si creda New York, Milano non è New York, Milano era una città stupenda quando c’erano ancora i Navigli, è stata una città molto bella nonostante le devastazioni della guerra, adesso si sta votando a questi grattacieli che sembrano quasi dei simboli fallici per dimostrare che Milano è una città, il celodurismo della Lega. Ma soprattutto Milano adesso ha il grandissimo rischio del parco sud, il parco sud è il vero polmone di Milano è quella macchia verde che vediamo sulle cartine geografiche che finora era stato risparmiato, invece adesso anche grazie al lavoro che si sta facendo in comune nelle a questo nuovo piano che prevede addirittura che possano eventualmente essere scambiate le zone agricole con quelle dove si può costruire, c'è chi ha messo gli occhi sul parco sud e questa è una storia incredibile perché uno dei più grandi proprietari di terreni agricoli a Milano sapete chi è? È Salvatore Ligresti quello che a Milano non è neanche più un nome ma è quasi un sostantivo, se Ligresti è il prototipo di chi costruisce e ha cementificato mezza Lombardia e mezza Italia, Ligresti che in molte società vede la famiglia La Russa presente, Ligresti adesso è il proprietario di decine e centinaia di appezzamenti di terreno e di cascine agricole, vuole diventare agricoltore? Difficile da credere, probabilmente vuole anche cementificare il parco sud di Milano.
La Lombardia dove si vogliono costruire 400 chilometri di nuove autostrade invece di puntare sulle ferrovie, sul trasporto pulito si punta ancora sull’asfalto, come se non bastasse quello che c’è, come se non bastasse l’inquinamento da record della Pianura Padana intorno a Milano che è peggio di Los Angeles per certi aspetti, dove il Pm10 ha dei livelli assurdi. Abbiamo parlato del Piemonte dove per esempio nelle Alpi si è costruita questa follia dove ci sono paesi desertificati dal cemento, dove fino a 8, 9 case su 10 in alcuni paesi sono seconde case, i pochi abitanti veri vivono in un paese fantasma, vuoto e deserto, questo è tutto l’arco alpino, soprattutto in Piemonte ma anche in Lombardia, Veneto, anche in località bellissime.
Abbiamo parlato della Liguria anche qui dove crescono dei grattacieli e le occasioni di recuperare città come La Spezia invece sono state utilizzate per costruire dei nuovi grattacieli, poi abbiamo raccontato il caso paradigmatico della Sardegna, dove Renato Soru era riuscito veramente a imporre delle regole nuove che avevano proposto un modello nuovo di sviluppo, ma era sviluppo perché si parlava di investire 500 milioni di Euro nei comuni nel recupero dei comuni dell’entroterra sardo, invece cos’è successo? Che il centro-destra che riunisce gli imprenditori del mattone ma anche dei giornali della Sardegna perché qui c’è anche un altro intreccio perverso tra la stampa e il mattone perché chi costruisce ha bisogno dei giornali non per arricchirsi, ma per pubblicizzare e per falsare l’informazione a favore del cemento.
Soru è stato battuto da queste persone e è stato tradito dal suo centro-sinistra perché se Soru fosse stato sostenuto dai suoi alleati, avrebbe probabilmente vinto di nuovo, invece Soru è stato abbandonato da una parte del centro-sinistra che si era alleato con il centro-destra per costruire.
Un Paese che non rispetta se stesso
Ma vi rendete conto che in Sardegna vicino a Cagliari la più grande necropoli fenicia, volevano costruirci intorno dei condomini? Adesso la battaglia è ancora in corso. Una cosa che in tutto il mondo sarebbe meta di centinaia di migliaia di viaggiatori ogni anno in Italia, neanche sappiamo che ce l’abbiamo? Abbiamo un capolavoro straordinario e cosa facciamo? Anche per rispetto delle persone che sono lì sepolte, nella necropoli fenicia intorno ci costruiamo i condomini, questo è il segno di un paese obiettivamente che non rispetta neanche sé stesso.
Così come a Capo Malfattano c’è un promontorio che è degno di essere tra i luoghi di mare più belli del mondo e qui si vogliono costruire degli alberghi, Benetton, Marcegaglia, così come la stessa Marcegaglia finirà per avere in gestione probabilmente quello che è stato fatto alla Maddalena, Soru aveva cercato di battersi contro queste cose e ha perso, ci chiediamo: ma in Italia chi si batte per l’ambiente perde? La popolazione con chi sta? Perché qui non bisogna soltanto puntare il dito contro i politici e i finanziari molto pregiudicati, bisogna chiederci: noi con chi stiamo, stiamo con o contro il cemento? "
Tutti i nomi dei responsabili
M. Preve: "Sono Marco Preve, Sono un giornalista di Repubblica e sono uno dei coautori de “La colata” in questo libro non c’è soltanto un racconto geografico dettagliatissimo regione per regione di quella che è la situazione del consumo del nostro territorio, dello sperpero anche di quello che è un bene pubblico, abbiamo affrontato l’argomento anche attraverso dei temi, soprattutto ci sono i nomi perché ricordate che quando si parla di speculazione edilizia, di bruttura del paesaggio, di ecomostri ci si limita a raccontare il posto e di cosa si tratta, quello che abbiamo fatto è andare a cercare chi c’è dietro, i nomi, le persone, chi ha preso le decisioni, chi ha dato le autorizzazioni.
Perché qua è fondamentale capire una cosa, che dietro a ogni piccolo o grande intervento in Italia, c’è quasi sempre l’imprenditoria, ma c’è soprattutto la grande finanza, ci sono le banche, quindi i grandi temi, troverete anche nel libro un lungo capitolo dedicato alla curia, perché la curia è diventata uno dei soggetti degli immobiliaristi più importanti in Italia, abbiamo provato anche a dare quale secondo noi è stato un momento di svolta, la presenza del Cardinale Bertone oggi segretario di Stato del Vaticano e un gruppo di imprenditori a lui vicini, quindi troverete anche qui un filo che lega comunque anche la Curia a importanti soggetti dell’imprenditoria e del mattone in particolare.
Poi naturalmente non potevamo lasciare fuori, perché è un capitolo fondamentale, la nascita del cemento, quello che rappresenta per le regioni meridionali e quindi per le regioni controllate dalla mafia e raccontiamo come la criminalità organizzata, sia assolutamente dentro la filiera del cemento, specie nelle sue prime fasi, specie quando parliamo del cemento vero e proprio, la materia prima e quindi con atti in questo caso giudiziari, soprattutto troverete un lungo racconto di come il cemento sia loro delle mafie. Però soprattutto siamo andati anche a cercare alcune situazioni particolari che dimostrano l’estremo spregio con cui vengono tenuti in conto determinate realtà, pensate Siena, la Toscana che viene sbandierata in tutto il mondo come eccellenza italiana, ambientale, culturale, scoprirete nel capitolo a essa dedicata, il tipo di intervento che viene fatto con la fortissima presenza anche in questo caso di alcuni progetti per un aeroporto, per un borgo, per superricchi che si chiama Lavagniaia, del Monte dei Paschi di Siena, il ruolo fondamentale delle banche nelle grandi operazioni.
Naturalmente poi raccontiamo anche delle grandi città, c’è un lungo capitolo dedicato a Roma, chi sono i veri re di Roma? Sono i costruttori, i sindaci per quanto si siano dati da fare sono delle comparse, i sindaci passano ma i costruttori restano, i Caltagirone, i Toti, mezza Roma, potete vedere nel susseguirsi degli anni di come abbiano dettato le linee anche politiche poi alla fine delle politiche urbanistiche, ma quindi delle politiche sociali, della vita di una città e poi però abbiamo scoperto anche delle cose incredibili, una vicenda cui anche Beppe Grillo, il suo blog, i Meet up hanno dedicato spazio, quella zona di provincia italiana dove si pensa non succeda mai niente, a Ivrea ai piedi della Serra Morenica che è una delle zone naturalistiche più importanti d’Italia, dove si portano i ragazzini a fare le gite, nella Serra Morenica esiste un progetto che si chiama “Mediapolis” che è un progetto per 600 mila metri quadrati, la storia che vi racconteranno è quella che deve essere un parco a tema legato ai temi della comunicazione, in realtà è un grandissimo centro commerciale, un enorme centro commerciale, dove si vogliono vendere delle merci, raccontiamo nel dettaglio chi sono coloro che vogliono fare questo progetto e troverete anche delle sorprese, ma soprattutto abbiamo rilevato quella che secondo noi è una sorta di contraddizione, perché vedrete che contro questo megaprogetto “Mediapolis” questo monster park l’abbiamo chiamato, il Fai (Fondo Ambiente Italiano) associazione assolutamente autorevole e molto severa ha fatto una battaglia durissima e scoprirete come il Fai in realtà abbia tantissime attività con soggetti importanti come Unicredit, Intesa San Paolo, Telecom che sponsorizzano delle sue attività che però guarda caso sono gli stessi soggetti a cui si appoggia il progetto Mediapolis per i finanziamenti.
La domanda che nasce spontanea è: come si possono conciliare queste due cose? Da un lato si attacca un progetto con parole durissime, ma dall’altro si collabora in tanti piccoli progetti a sostegno di eventi culturali e ambientali. Non vorremmo che poi alla fine le grandi imprese, banche si lavassero la coscienza destinando importanti finanziamenti che però magari per loro sono briciole a attività culturali e ambientali e noi in questo viaggio in Italia, lungo le strade, le piste del cemento siamo stati aiutati da tantissimi comitati, è un fenomeno che ha sempre meno dell’antipolitica e sempre più del radicamento sul territorio del legarsi ai valori propri alle origini e non è assolutamente un atteggiamento leghista, è un atteggiamento di consapevolezza anche di chi magari è anche disposto a rinunciare a dei benefici mediati, speculativi, in cambio però di poter mantenere la sua qualità della vita perché poi è di quello che stiamo parlando, naturalmente tutti sappiamo oggi il ruolo dei comitati in alcune grandi battaglie, a Milano per l'Expo 2015, ma a Genova per esempio per l'enorme tema della gronda, la gronda che poi sarebbe una bretella autostradale che dovrebbe oltrepassare nelle parsi periferiche di Genova e ha suscitato naturalmente un dibattito fortissimo con un movimento di contrari.
Noi crediamo che sia importante per provare a fare qualcosa contro questa devastazione del territorio, acquisire qualsiasi cittadino dal primo all’ultimo, una mentalità e una consapevolezza. "
F. Sansa: "C’è una frase che credo riassuma lo spirito con cui abbiamo scritto questo libro, l’ha scritta Luca Mercalli che è infatti una persona che da anni si batte per l’ambiente e dice Luca: “Indignatevi rapidamente non lasciate che deturpino il vostro bene più prezioso, il territorio, chiamate a raccolta tutti!” è il momento di chiamarci tutti a raccolta quelli che sono contro il cemento in Italia, perché poi sarà troppo tardi!"
13 giugno 2010
Manifestazione a Rossano: no alla riconversione a carbone
Nella giornata di ieri si è svolta a Rossano calabro una manifestazione per gridare forte il no alla distruzione dell'economia e della salute di un territorio per opera dell'eventuale riconversione a carbone.
Fonte: TeleReggio.it
"Diciamo un no, forte e deciso, alla costruzione della centrale a carbone di Rossano: rischierebbe solo di pregiudicare l'equilibrio di una realtà che è una tra le più importanti del settore agricolo meridionale". Lo afferma in una nota il Presidente del Distretto Agroalimentare di Sibari, Renzo Caligiuri. "La sibaritide - aggiunge - ha una forte vocazione produttiva agricola che va implementata e sfruttata al meglio e che deve essere legate indissolubilmente alla prospettiva di energie biocompatibili. La centrale a carbone avrebbe effetti devastanti che non si sposerebbero con le necessità dell'intera area : le biomasse, l'eolico, il solare, sono invece segmenti seri che possono essere raggruppati in un progetto unico in grado di fornire energia autosufficiente per l'intera Calabria". "Bisogna chiedere - conclude Caligiuri - il consenso delle categorie produttive quando si fanno scelte di questo genere e credo che, nella fattispecie, difficilmente i produttori agricoli della sibaritide direbbero si all'ipotesi della centrale".
Sull'impatto delle attività legate alla centrale a carbone di Vado Ligure
Riportiamo da Savonanews.it un commento di M. Molinari sull'impatto delle attività legate alla centrale a carbone di Vado Ligure
"Nel buio di Cairo, fiammate.
Cairo Montenotte. Ieri sera.
Nella sala della SOMS si abbassano le luci.
La voce del Prof. Federico Valerio dell' Istituto Nazionale per la ricerca sul Cancro, è come una lama nel buio squarciato dalle slides proiettate. Racconta le analisi dell'inquinamento delle acciaierie di Cornigliano, ormai chiuse. Per decenni, quantità impensabili di Benzene e Benzopirene (dal triplo fino a 40 volte i limiti di legge) si sono riversate nell'aria. Le donne di Cornigliano morivano di cancro, ma non in silenzio.
La politica fu costretta a organizzare una rete di monitoraggio degli inquinanti. Quella vera. Le centraline, quelle vere, correttamente posizionate, non lasciarono dubbi. Dopo la chiusura degli impianti gli inquinanti scomparvero.
Fino ad allora, politica e industria dicevano: "sarà il traffico".
Il professore continua: Spiega ad una sala attonita che a Taranto non andò diversamente: "… la situazione laggiù era ancora peggiore, ma non se ne sapeva nulla. Le agenzie di tutela dell'ambiente non si sono mosse fino a quando non hanno potuto più far finta di niente." E poi: "Se avessimo aspettato la politica la cokeria di Cornigliano sarebbe ancora lì. Ci sono meccanismi che ostacolano l'attivazione dei controlli…" e chi vuol capire, ha capito.
Cairo Montenotte. A qualche centinaio di metri oltre le finestre della sala silenziosa e gremita, là fuori, la cokeria di Bragno, anche ora, produce. Distilla 1450 tonnellate di carbone al giorno / notte. H24. Sempre. Da oltre mezzo secolo.
I forni sono vecchi, e perdono gas, anche ora. Trecento tornellate di gas al giorno / notte, anche ora, secondo Maurizio Manfredi.
QUATTROMILACINQUECENTO TONNELLATE l'anno di BENZENE. Ma forse la stima è per difetto. Certo, invece, che il benzene provoca il cancro, come il cancro la morte, per bene che ti vada. Senza considerare le polveri.
E la rete di monitoraggio, quella vera, nell' anno 2010, dov'è? Non c'è.
Come, non c'è? Si, ma, forse. Decenni.
Nel 2004 la perizia del' Ing. Poggi incaricato dalla Procura della Repubblica di Savona accertava la vetustà degli impianti. Chiedeva interventi radicali per condizioni di lavoro ACCETTABILI, nella cokeria di Bragno. Chiedeva la sostituzione di tutte le porte dei forni, che perdono gas, in DUE ANNI. Il programma del' azienda lo prevederebbe, in VENTI ANNI.
Nel 2007 ARPAL rileva perdite di gas. Ufficialmente. Con un'indagine appositamente finanziata, si intende.
E la rete di monitoraggio? Parte l'appello dei comitati: Caro sindaco, ci regali la rete di monitoraggio. E' la sera di ieri, 11 giugno 2010. Siamo a questo punto.
Quello che invece c'è, nonostante tutto, è l'Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata in gran silenzio e sotto natale all'Italiana Coke. In punta di piedi.
Fanno rumore invece i ricorsi che partono, a tutto gas, verso il TAR Liguria e la Presidenza della Repubblica. A presentarli: WWF Italia, Associazione Rinascita Valle Bormida, Maurizio Manfredi, Nadia Bertetto, Alfio Minetti, ARE Vallebormida, Circolo Cairo Legambiente, CASV, Nicoletta Gallo ed Enrica Tarallo.
Interessante per i profani è la CONTROPARTE, oltre all' Italiana Coke:
- Provincia di Savona
- Comune di Cairo Montenotte
- Regione Liguria
- ASL2
- ARPAL
Uno pensa che questi soggetti istituzionali siano CON. Ma ti giri un istante, e li ritrovi CONTRO, negli atti. Semplificazione brutale? Forse.
Pochi minuti alle 23:00. Tavola rotonda. Tra gli altri l'imprenditore ed ex senatore Stanislao Sambin (DC), il consigliere regionale Maurizio Torterolo (Lega) e Stefano Quaini, presidente commissione sanità e membro commissione ambiente Regione Liguria, che dice: "come medico, ho visto tante neoplasie. Non transigiamo. Impegneremo Regione Liguria e presidente Burlando. Presenteremo un' interpellanza"
L'applauso è tiepido. Un po' meno Luciano Corrado, il Giornalista che con la collega Enrica Bertone modera l'incontro, che ricordando l'interrogazione di Sonia Viale sulle leucemie presentata senza esiti nel lontano 1997, non ha difficoltà a definire questi atti come inutili.
Quaini e Torterolo, all'unisono, si alzano e lasciano la sala. La gente si guarda. La serata prosegue. Il senatore Sambin prima che imprenditore tiene a definirsi cittadino e ambientalista.
Il prof. Federico Valerio spiega l'importanza dei campionatori passivi, nuova interessantissima frontiera low cost del monitoraggio ambientale.
Il dottor Morando spiega cosa significa fare il medico a Cairo Montenotte. Suo nonno era medico di fabbrica in cokeria negli anni 50. Già allora, le sue relazioni furono ignorate. Poi annuncia una raccolta dati sui casi di neoplasie a partire da lunedì prossimo.
Brilla l'assenza dei sindaci, incluso quello di Cairo. Forse avranno avuto di meglio da fare, chissà.
Marco Piombo, presidente di WWF Liguria, accenna finalmente la gravità della situazione ambientale tutta, a livello provinciale. Il rischio che le tanto decantate "biomasse" si trasformino magicamente in rifiuti CDR da bruciare in simil - termo "valorizzatori". L'azione penale è obbligatoria - ricorda - e la Magistratura deve procedere, in caso di violazioni. Due le diffide ad ottemperare inviate da WWF all'amministrazione locale. Ignorate.
Sull'avvocato Castagnetti piove la domanda del Cronista Corrado, che lo stima e non lo nasconde: "avvocato, lei come si sarebbe comportato se fosse stato sindaco di Cairo?"
Bella domanda.
L'avv. Castagnetti ringrazia, si scusa con i cittadini intervenuti per i politici che hanno abbandonato il dibattito. "Dopo quello che si è sentito stasera è necessario intervenire sulle Amministrazioni, e anche sulla Magistratura, per far rispettare le leggi." La risposta è in coda: "fossi sindaco, interverrei SEMPRE in riunioni come questa."
Già.
Nadia Bertetto iniziò a lavorare sul tema ambientale nel 2004 con una sua concittadina, morta di tumore. Suo marito si è salvato dal cancro per un soffio, e ha lasciato la Valbormida. "SeItaliana Coke è così sicura delle sue posizioni, perché non accetta analisi ai camini h24?"
Altra bella domanda. Ma la risposta non c'è, come l'Azienda, stasera.
"L' Autorizzazione Integrata Ambientale A.I.A. è semplicemente ridicola per impianti simili. Le analisi dei fumi ai camini non vi sono neppure menzionate" Poi ricorda quando l'ass. Marson le disse di non essere lui ad inquinare, e di chiedere al Comune le ragioni del temporeggiare su queste analisi.
Armando Chinazzo, medico veterinario di Legambiente spiega bene
1) le MELME di carbone: riciclate e bruciate all'interno degli impianti stessi. Secondo la cokeria sarebbero sottoprodotti di lavorazione, e non rifiuti da smaltire. Solo che le emissioni di idrocarburi, bruciandole, aumenterebbero fino a dieci volte. Ma questo si fa. Sull' A.I.A. : nessuna prescrizione.
2) le TORCE: sistemi di EMERGENZA per bruciare i gas. Di fatto, sempre accese. A.I.A.: nessuna prescrizione; solo una raccomandazione del tipo: "usatele meno".
3) le ACQUE DI DEPURAZIONE, usate per raffreddare il carbone incandescente che esce lavorato dai forni. Nelle fumate di "vapore", a cadenza oraria, inquinanti atmosferici che nessuno misurerebbe.
Cairo Montenotte. L'incontro termina tra gli applausi. Torniamo a Savona, passando da Bragno. Il colpo d'occhio sulla cokeria è impressionante, anche di notte. Qualche fiammata.
Tutto "funziona", come sempre, nel buio.
Ma entro questo mese (si prevede) il protocollo di intesa.
Mario Molinari
Brindisi manifestazione popolare 19/06/2010, adesione gruppo "No al carbone"
Comunicato stampa No al carbone Brindisi
"Il Gruppo No al Carbone aderisce alla manifestazione del 19 giugno indetta da numerose Associazioni Ambientaliste per l’Ambiente il Lavoro e la Salute a Brindisi.
Dopo la grande manifestazione del 23 Dicembre, con la quale cinquemila brindisini hanno chiesto una forte riduzione del carbone, occorre una nuova mobilitazione alla vigilia della riapertura del tavolo per la firma delle convenzioni con l’Enel e in attesa della ormai prossimo rilascio della VIA con la quale consentire alla LNG la realizzazione del rigassificatore.
Una città sempre più sotto assedio, un territorio che molti vogliono consegnare alle multinazionali dell’energia con le loro centrali elettriche a carbone, il rigassificatore che sequestra il porto, attraverso i nuovi progetti di centrali a biomasse e gasdotti con cui distruggere anche la costa nord di Brindisi.
Per rompere quest’assedio noi saremo ancora una volta in piazza il 19 giugno per chiedere una riduzione di almeno il 30% del carbone bruciato a Cerano, la bonifica dei terreni ed il giusto risarcimento per i danni causati dall’Enel, la conversione
della centrale Edipower a gas o la sua chiusura come previsto dalle convenzioni del 1996 con lo spostamento dei lavoratori a Cerano, per dire no al rigassificatore, in definitiva per dire basta a scelte calate dall’alto, per rivendicare il diritto a decidere in casa nostra, per un modello di sviluppo non invasivo fondato sulle nostre risorse agricole, sul turismo, sull’industria dell’alta tecnologia quale quella del settore aereonautico e meccanico che non può prescindere da una forte Università e un sistema ricerca da potenziare a partire dagli Enti pubblici di ricerca e le aziende presenti nella Cittadella della Ricerca.
Invitiamo quindi tutti i brindisini che hanno a cuore le sorti del loro territorio alla mobilitazione il 19 giugno per una Brindisi nuova in cui i lavoro non si debba contrapporre al diritto alla salute e all’ambiente.
Per preparare al meglio la giornata di mobilitazione,saremo ogni giorno in piazza Vittoria, fino al 18 giugno, per distribuire le magliette “No al Carbone”.
COMUNICATO STAMPA GRUPPO NO AL CARBONE
I Cobas di Savona: giusti i controlli per la tutela di salute e ambiente, non esiste carbone pulito
Riportiamo dal sito Ivg.it:
“Ben vengano inchieste ed ispezioni: non esiste il carbone pulito! Dai tempi delle assemblee organizzate dal Comitato ‘Liberare la Valbormida e la provincia di Savona’,in cui i massimi esperti nazionali ci spiegarono come non esista il ‘carbone pulito’ e come centrali e cokerie producono soprattutto malattie e inquinamento, siamo oggi ai tempi delle inchieste e delle ispezioni”.
“Noi ci chiediamo, sulla base del recente convegno organizzato a Cairo Montenotte, come ha chiesto il dr.Paolo Franceschi: perchè la centralina Arpal di bivio Farina non misura le quantità di benzene presenti nella zona della cokeria; perchè la stessa centralina non misura le quantità di idrocarburi policiclici aromatici; perchè dichiara polveri sottili le PM 10, che sono invece polveri grossolane e non si attrezza alla misurazione delle PM 2.5; perchè non si controllano le emissioni ai camini di Cokitalia e Tirreno Power,con misuratori pubblici prodotti, ad esempio ,dal Politecnico di Torino e costi a carico delle aziende con notevoli profitti. La Confederazione Cobas ritiene che sia ormai l’ora di chiedere ufficialmente i danni da inquinamento in termini di malattie e di mortalità.La misura è colma”.
Confederazione Cobas Savona
11 giugno 2010
Negli USA le colture transgeniche falliscono, mentre l'EU tenta di approvarli
"COMUNICATO EQUIVITA 10/06/10 - 'GLI APPRENDISTI STREGONI NUOVAMENTE ALL’OPERA'
Mentre l’Unione Europea si appresta, a breve, a soddisfare le multinazionali biotech allentando i freni sulle procedure di approvazione degli OGM in Europa;
mentre i cittadini europei dovranno accettare un vistoso passo indietro su quelle posizioni - veramente minimali - di buonsenso, di previdenza nei confronti dell’ambiente e della salute e di tutela dei diritti, che 15 anni di lavoro indefesso delle ONG hanno ottenuto;
mentre a Bruxelles la Commissione sta definendo la proposta che verrà fatta agli Stati Membri riguardante la facoltà che essi singolarmente avranno di decidere se autorizzare o no gli Ogm, pur sapendo molto bene che l’impossibilità di coesistenza e la strategia del “fatto compiuto” (già oggi spesso attuata) finiranno col far vincere il transgenico (basti citare il recente incidente del mais NK603, non autorizzato e seminato in Germania su 3.000 ettari);
si alza ancora una volta il sipario, dall’altra parte dell’oceano, sugli effetti da tanto tempo preannunciati e osservati, ma oggi resi clamorosi, dell’introduzione delle colture transgeniche nell’ambiente. Negli USA, infatti, 5.000 ettari di terreno sono stati abbandonati e altri 50.000 messi in crisi, per la resistenza al glifosate (Roundup) sviluppatasi in tutte le varietà di erbacce più infestanti.
SI ASSISTE oggi dunque AL FALLIMENTO DEI TRANSGENICI: non lo dice un giornale di agricoltura, bensì il Wall Street Journal del 4.06.10
Sin dalla prima pianta transgenica commercializzata (la soia Roundup Ready, ovvero resistente al glifosate Roundup, brevettata dalla Monsanto, che vendeva il “pacchetto” Soia RR + Roundup), gli scienziati indipendenti di tutto il mondo hanno messo in guardia le aziende dal fenomeno della resistenza, che dalla soia poteva essere trasmesso ad altre piante dell’ambiente come pure essere causato da un uso ripetuto e costante dello stesso diserbante. Esso si è ben presto evidenziato e oggi ha raggiunto livelli di tragedia.
Una tragedia che nelle aziende biotech viene vissuta, secondo il Wall Street Journal, come un’opportunità straordinaria: si potranno creare nuovi Ogm, resistenti a qualche altro erbicida, da introdurre sul mercato. Si lavora dunque per sostituire soia e mais RR con atri tipi di piante resistenti ad altri erbicidi, ormai caduti in disuso, che potrebbero essere fonte di guadagni paragonabili a quelli ottenuti dalla Monsanto con il Roundup. Poco importa se ogni altro pesticida è ancor più tossico del Roundup!
Invece di riconoscere l’errore dovuto all’introduzione nell’ambiente di organismi geneticamente modificati, che sconvolgono gli equilibri di una selezione naturale operata nei millenni, invece di rispettare gli appelli che migliaia di scienziati hanno lanciato negli ultimi 15 anni per proteggere il patrimonio genetico del pianeta e la nostra stessa specie, gli scienziati pro-biotech continuano a spostare sempre più avanti la scadenza di un’ipoteca che non sono in grado di pagare …
Si legge, infatti, sul Wall Street Journal: Dow Chemical Co, Dupont Co, Bayer AG, BASF SE e Syngenta AG stanno insieme spendendo milioni di dollari per sviluppare soia, mais e cotone capaci di sopravvivere ad irrorazioni dei loro erbicidi vecchi di qualche decennio e rimossi dal mercato per colpa del Roundup. I costi saranno reintegrati con la riscossione annuale dei brevetti ... “Sarà un’opportunità molto importante per le società chimiche”, dice John Jachetta, scienziato della Dow AgroSciences e presidente
della Weed Science Society of America.
Noi ci limitiamo a chiedere al Presidente della Commissione Europea Barroso e al Commissario alla Salute Dally di esaminare attentamente le loro posizioni. Essi sono ancora in tempo per salvarsi dagli effetti dirompenti di una decisione sbagliata …
Comitato Scientifico EQUIVITA
Tel. + 39. 06.3220720, + 39. 335.8444949
E-mail: equivita@equivita.it
Sito internet: www.equivita.org
Esposto alla Procura di Spoleto sulla centrale di Bastardo
Comunicato stampa - riceviamo e pubblichiamo:
Questa mattina, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto, è stato depositato un esposto-denuncia inerente all'attività della centrale a carbone "Pietro Vannucci" di Gualdo Cattaneo.
Il documento, articolato in 20 punti, richiama l'attenzione della magistratura non solo sull'aspetto ambientale e sanitario connesso con la presenza di quello che ai sensi di legge è un'impianto insalubre di prima classe, sui risultati dei due biomonitoraggi ambientali effettuati su commissione del Minstero dell'Ambiente e dai quali risulta che la situazione ambientale non è certamente delle migliori, sui disagi conseguenti all'inquinamento acustico e alla situazione dei carbonili scoperti, ma anche sulle problematiche connesse con la sicurezza dei lavoratori impiegati. Si chiede, ad esempio, se la centrale sia a norma dal punto di vista anstisismico e se i tecnici effettuino lo screening periodico degli inquinanti contenuti nel carbone, in particolar modo per l'arsenicosi cronica.
Inoltre viene chiamato in causa il sindaco Pensi il quale, nel gennaio scorso, ha espresso parere favorevole al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) senza tuttavia avvalersi del parere del tecnico appositamente nominato (con nomina all'epoca ancora in corso di validità, dato che è scaduto nell'aprile 2010) dalla precedente amministrazione (di cui Pensi era parte integrante) per lo studio dell'insorgenza di tumori e leucemie sul territorio in relazione all'inquinamento derivante dalla combusione del carbone, il Prof. Federico Valerio, chimico ambientale dell'Istituto Nazionale Tumori.
Si chiedono, fra l'altro, ragguagli circa la destinazione dei fanghi di risulta, sullo smaltimento delle ceneri, sui controlli delle acque prelevate e reimmesse nel torrente Puglia, sul trattamento delle acque reflue di scolo dei carbonili e sulla co-combustione delle ceneri inesauste da OCD provenienti da Montalto di Castro, ai sensi di legge classificate come rifiuto speciale ma che - cosa ampiamente documentata e verificabile - negli anni '90 sono state bruciate insieme al carbone presso la centrale di Ponte di Ferro.
Il Comitato intende porre l'accento sul fatto che, nel 2010, le alternative per la produzione energetica sono ormai una realtà consolidata, considerando anche il fatto che le eccellenze nella ricerca e nello sviluppo di simili tecnologie sono presenti anche sul territorio (basti pensare alla Angelantoni solo per citare un esempio).
Insistere sul carbone, con la connivenza miope delle amministrazioni locali e soprattutto dei sindacati confederali, significa voler ancorare il territorio al passato remoto. Ci si preoccupa di qulache posto di lavoro per persone prossime alla pensione e che in ogni caso non verrebbero di certo licenziate dal gestore del sito, ci si preoccupa degli interessi di una ristretta elite di autotrasportatori senza pensare a quante opportunità di sviuppo alternativo preclude la sola presena di una centrale a carbone, fra le più inquinanti d'Europa ed oltretutto l'unica in Italia situata nell'entroterra.
Voler mantenere il carbone ad ogni costo per tutelare l'interesse di venti camionisti sarebbe come boicottare la stampa digitale per non far perdere il lavoro ai produttori dei vecchi ciclostili girati a mano: o siamo in un'economia di mercato e ne accettiamo le regole, oppure si parli chiaramente e si dica che c'è un'aristocrazia da tutelare ad ogni costo. Costo che in ogni caso viene pagato dal contribuente, dal piccolo risparmiatore e dal giovane costretto ad andarsene a lavorare fuori per mancanza di alternative oltre all'asse centrale-trasporti.
Questo è un territorio che ha abbondantemente e pesantemente pagato il suo prezzo, in termini di inquinamento, di dequalificazione e di arretratezza derivante da un modello di sviluppo vecchio di sessant'anni. Basti pensare alla differenza del valore degli immobili fra Gualdo Cattaneo e Comuni limitrofi come ad esempio Todi o Bevagna. Basti pensare al fatto che, anche a livello internazionale, i consumatori iniziano a venire a conoscenza del fatto che l'olio extravergine d'oliva DOP ed il Sagrantino DOCG vengono prodotti nel raggio di pochi chilometri da una centrale a carbone costruita negli anni '60.
E' quindi ora che si decida una volta per tutte se a Gualdo Cattaneo vogliamo il prodotto agroalimentare di pregio ed il turismo oppure vogliamo rimanere ancorati al Medioevo industriale. E' ora che gli amministratori inizino ad assumersi delle responsabilità invece di glissare nella speranza di scaricare tutto il peso di un'azione improrogabile sulle amministrazioni future. E' ora che i sindacati, da parte loro, inizino a tutelare realmente gli ineteressi dei lavoratori invece di esibirsi in comparsate mediatiche con proclami sensazionalistici per poi trattare sottobanco con le consorterie affaristiche.
In ogni caso noi contineremo la nostra battaglia a tutela del territorio, e ci dichiariamo pronti a ricorrere ad ogni mezzo lecito necessario, fino ai più alti gradi di giudizio, portando la nostra battaglia fino alla Corte Europea e sensibilizzando l'opinione pubblica a tutti i livelli.
Chi ci conosce sa che facciamo sul serio.
Enrico Cerquiglini e Raoul Mantini
Portavoce del Comitato per l'ambiente di Gualdo Cattaneo"
Bonelli alla manifestazione contro il carbone di Rossano
Da DirittodiCronaca.it
"COSENZA - (Comunicato stampa) Alla grande manifestazione in programma per sabato 12 giugno a Rossano contro la conversione a carbone della Centrale dell’Enel di Rossano parteciperà anche il Presidente Nazionale dei Verdi, on. Angelo Bonelli che in mattinata, alle 12, presso la Sala degli Stemmi della Provincia, in piazza XV marzo a Cosenza, terrà una conferenza stampa insieme al capogruppo provinciale dei Verdi Mario Giordano e al componente dell’Ufficio di Presidenza Nazionale, Aurelio Morrone.
L’appuntamento sarà anche l’occasione per fare il punto sulle attuali condizioni della federazione regionale dei Verdi e sulle gravi condizioni ambientali in cui versano molti ecosistemi calabresi.
Nel corso dell’incontro con la stampa, inoltre, sarà presentato il nuovo percorso politico che i Verdi intendono portare avanti attraverso la costituente ecologista, per la costruzione di un soggetto ecologista autonomo.
Nel pomeriggio il presidente Bonelli, accompagnato dal Presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio si sposterà a Rossano dove parteciperà, insieme alle altre forze politiche, ai comitati, alle associazioni di categoria e alle istituzioni, alla grande manifestazione promossa dai Verdi per dire no alla riconversione a carbone della centrale Enel e proporre soluzioni alternative con fonti rinnovabili e non inquinanti.
Alla manifestazione hanno già aderito numerose delegazioni di ambientalisti, ecologisti, amanti della natura e dell’ambiente provenienti da ogni parte della Calabria e da altre regioni del Mezzogiorno."
Elezioni Regionali Lazio 2010: l'oscuramento della Rete dei Cittadini
Da NewNotizie.it
"Le recenti elezioni regionali nel Lazio saranno ricordate come la sfida all’ultimo voto tra la candidata del centrosinistra Emma Bonino e la lady del centrodestra Renata Polverini. Eppure accanto a questi nomi, una terza donna compariva nella scheda consegnata agli elettori del Lazio. Parliamo di Marzia Marzoli sostenuta dalla Rete dei Cittadini, una associazione, senza grossi mezzi finanziari e estranea ai grandi gruppi di pressione, che è fautrice di una visione nuova politica. Una Politica non sinonimo di casta ma di lotta dal basso e coinvolgimento del cittadino. La Rete dei cittadini ha avuto scarsissimo spazio negli spazi televisivi elettorali e proprio da quest’oscuramente mediatico nasce una richiesta di annullamento del voto presentata (e dichiarata ammissibile) al Tar. Di questo e non solo si è parlato durante una lunga chiaccherata con Gianluca Palmara esponente della Rete dei Cittadini.
Gianluca Palmara, Rete dei Cittadini di Roma, sulla richiesta formulata al Tar per annullare le elezioni regionali del Lazio. Ci puoi spiegare cosa è successo?
Noi abbiamo deciso di confrontarci alle elezioni regionali del Lazio unendo diverse esperienze positive di lotta presenti nel territorio come I No Coke a Tarquinia (Comitato che si oppone alla riconversione a Carbone della Megacentrale Enel di Civitavecchia) e La Rete dei Cittadini ad Aprilia, oltre ad altre liste civiche. Questo perchè riteniamo che non ci sia più alcuna differenza tra destra e sinistra ed è proprio questo meccanismo che genera la disaffezione dei cittadini verso la politica. E’ giusto quindi, anche se riduttivo, parlare di casta ed è giusto proporre altri percorsi politici che apportano realmente dei contenuti e delle innovazioni. Ciò può avvenire solo se si parte dal basso. La Rete dei Cittadini si è presentata alle elezioni regionali del Lazio, dopo un’attenta lettura della difficile e bizzarra legislazione regionale, constatando immediatamente che che l’establishment politico non digerisce neppure la remota possibilità che il cittadino semplice possa interessarsi di politica. La Rete dei Cittadini è stata ostacolata in ogni modo e sopratutto oscurata mediaticamente. Riprova di questa situazione si è avuta dal comportamento dei maggiori media i quali hanno sempre parlato di due candidati per le elezioni Regionali del Lazio e mai di tre, tacendo la presenza della nostra Marzia Marzoli. Oggi la Rete dei cittadini ha circa 30000 simpatizzanti nel Lazio, ai quali abbiamo offerto un’alternativa ai due schieramenti. Resta il fatto che siamo stati penalizzati dal controllo dell’informazione da parte dei due schieramenti che, contro un’estraneo che non conoscevano, si sono coalizzati per attuare un silenzio mediatico. Si è quindi deciso, tramite singoli iscritti e non tramite la Rete dei Cittadini, di presentare una richiesta di annullamento delle elezioni e una richiesta di risarcimento danni. Ci è sembrata una forma di rispetto verso coloro i quali che pur sapendo di perdere le elezioni hanno comunque deciso di darci il loro voto, nauseati dalla classe politica attuale.
Gianluca, vuoi spiegarci schematicamente, quali sono i motivi su cui poggia la richiesta di annullamento?
I più grossi quotidiani nazionali e le reti sia pubbliche che private hanno oscurato la presenta di tre candidati alle elezioni regionali del Lazio: mai un accenno, mai una domanda e pochissime presenze in video. Quest’oscuramento noi lo avevamo già documentato durante le elezioni e avevamo già presentato un’istanza al Agcom. Alcune testate sono state multate per questo oscuramento. Queste multe hanno riconosciuto le ragioni di Rete dei Cittadini, stabilendo che la nostra associazione avrebbe dovuto avere una maggiore presenza nelle trasmissioni politico-elettorali. Proprio sulla base di queste sentenze dell’ Agcom abbiamo presentato un ricorso al Tar che ha esaminato la documentazione con i relativi minutaggi della presenza sui media. Il Tar ha dichiarato “ammissibile” il ricorso e ha rinviato la prima udienza ad Ottobre.
Visto e considerato che la Rete dei Cittadini non ha avuto, come diceva Gianluca, lo spazio mediatico che gli spettava, vediamo di capire quali sono i punti programmatici di questa associazione.
Ti ringrazio Enzo dell’ospitalità che ci dai ed è proprio quello che noi intendiamo quando parliamo di “unione delle buone pratiche” in ogni campo e quindi anche in campo giornalistico, come fate voi con Newnotizie, per portare un modo diverso di informare. Dobbiamo uscire da questa anomalia italiana che ha lasciato il nostro Paese fermo al medioevo. Sicuramente questa trasformazione non può essere fatta con chi ha creato tale anomalia. Ciò che noi proponiamo è anzitutto la valorizzazione delle buone pratiche come i Gruppi di acquisto Solidale, l’energia alternativa, gli esperimenti di partecipazione nei municipi, l’ascolto delle esigenze del cittadino, per permettere un controllo da parte dell’elettore sull’eletto. Queste sono solo alcune delle buone pratiche seguite da oltre dieci anni da diverse associazioni e da alcuni amministratori ma che putroppo restano inascoltate dalle forze politiche perchè quest’ultime sono controllate da poteri più forti di loro.
In quali aree geografiche è possibile trovare la Rete dei Cittadini?
Noi offriamo un servizio di consulenza legale e altri servizi di tipo operativo su tutto il territorio nazionale, sulla base di uno statuto innovativo che è stato recentemente approvato nel nostro primo congresso (tenuto il 22 maggio, dopo le elezioni regionali). Tale statuto è di supporto a tutte le varie forze che compongono la Rete dei Cittadini e che si riconoscono nel manifesto consultabile sul sito www.retedeicittadini.it, per formare delle liste autonome al di fuori di ogni partito.Questa è una conditio sine qua non per collaborare con la Rete dei Cittadini. Essendo una forza giovane noi aggreghiamo sopratutto nel Lazio, anche perchè il nostro obiettivo è avere un forte radicamento sul territorio, invertando la logica della politica italiana: non più decisioni dall’alto ma coinvolgimento dal basso.
Ritornando un attimo alla questione delle recenti regionali, poco prima di iniziare l’intervista mi raccontavi dell’incremento di accessi al sito www.retedeicittadini.it, proprio in coincidenza del voto, quando gli elettori hanno visto il vostro simbolo sulla scheda. Un fenomeno che è testimonianza dell’oscuramento mediatico che ha colpito la Rete dei Cittadini. Vuoi spiegare anche ai nostri lettori cosa è successo?
In pratica abbiamo fatto un piccolo sondaggio tramite i nostri militanti ai seggi elettorali, chiedendo agli elettori quanti fossero i candidati alla Regione Lazio. La quasi totalità degli intervistati ha risposto Bonino e Polverini. Questo è un dato inquitante che dimostra il potere discrezionale dell’informazione. Noi riteniamo che essendoci stato un astensionismo del 40% (in parte naturale e in parte di protesta), i partiti hanno pensato di oscurare la Rete dei Cittadini, in quanto questo voto di protesta avrebbe potuto portare ad una affermazione della nostra lista.
Newnotizie ha intervistato...Gianluca Palmara, 33 anni, calabrese, laureato in Economia a Pisa, ex militante dei Collettivi Studenteschi-Sinistra di Movimento, convinto sostenitore della necessità di una iniziativa politica che parta dal basso, è stato candidato come consigliere regionale nella lista Rete dei Cittadini. Da sempre impegnato nel sociale, è profondo sostenitore della teoria della decrescita economica ed esperto di Economia Territoriale e Ecologia Applicata. Dai mille interessi, è attualmente impegnato in una ricerca a tutto campo che spazia dalle Monete Locali alla realizzazione di un Ecovillaggio.
Enzo Lecci"
Porto Tolle: il Tar dà il via libera al carbone, nonostante l'indagine in corso
Da EcoBlog.it
"Il Tar del Lazio si è pronunciato favorevolmente sulla riconversione da olio combustibile a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, in Veneto. Secondo la giustizia amministrativa, infatti, il ricorso presentato dagli ambientalisti (che temono un devastante impatto ambientale causato dal carbone in un’area naturalisticamente molto delicata) è privo di fondamento.
La decisione del Tar segue di pochi mesi l’accordo tra Enel e Regione Veneto, grazie al quale la regione attualmente governata dall’ex ministro dell’Agricoltura Zaia, e all’epoca guidata dall’attuale ministro Galan, si prenotò un assegno da circa 140 milioni di euro da parte di Enel.
Non si è ancora conclusa, però, l’inchiesta della magistratura di Rovigo in merito alla procedura di concessione della Via al progetto di riconversione: i magistrati, infatti, ipotizzano che la commissione Via del Ministero dell’Ambiente abbia dato l’ok al carbone senza prendere minimamente in considerazione l’opzione tecnologicamente ed ambientalmente migliore del gas naturale.
I lavori per l’adeguamento della centrale di Porto Tolle, quindi, ad oggi possono già iniziare. Ma non è escluso che, in un futuro non troppo lontano, vengano prematuramente stoppati dai magistrati."