Il frastuono cupo di stanotte ha riportato alla memoria l'esplosione avvenuta ormai venti anni fa all'interno della vecchia centrale situata all'ingresso di Fiumaretta, rileggiamo dell'accaduto in un articolo dell'epoca.
Fonte
'LA CENTRALE DI CIVITAVECCHIA NON DEVE MAI PIU' RIAPRIRE'
"Repubblica — 11 settembre 1990 pagina 21 sezione: CRONACA
ROMA Carabinieri e magistratura indagano sull' incidente e hanno messo sotto sigillo gli impianti incriminati, ambientalisti e gruppi di cittadini manifestano la loro rabbia in piazza, l' Enel tace. Quanto al sindaco, ha fiutato l' aria, ha riflettuto e, pressato da un clima ormai incandescente, ha disposto ieri l' immediata chiusura della centrale di Civitavecchia. L' esplosione di sabato notte a uno dei tre impianti termoelettrici della cittadina, quello di Fiumaretta, nel cuore del centro abitato, ha accelerato la rottura di equilibri già compromessi da tempo. Alle 22.30 di un tranquillo giorno di week-end la vecchia centrale ha vomitato pezzi di lamiera roventi. Una pioggia infernale di oggetti contundenti e di sottile, insidiosa lana di vetro, quaranta minuti di rumore assordante, come il rombo di un aereo impazzito. Rottura del tubo da sei pollici nel corpo cilindrico della caldaia della centrale (terzo gruppo) con conseguente emissione di vapore saturo, spiegano off records i dipendenti dello stabilimento. Immediata la reazione dei verdi, alimentata dal malumore degli incolpevoli vicini di casa della centrale. L' esplosione non ha provocato danni ma poteva farlo. I pezzi di metallo incandescente e materiale coibente sono finiti sulla statale Aurelia, fortunatamente deserta. Già domenica mattina i verdi, capitanati dal consigliere provinciale del Lazio Athos de Luca, avevano radunato le loro truppe in città, chiedendo al sindaco comunista Fabrizio Barbaranelli di scegliere: O ti dimetti urlavano o fai chiudere una volta per tutte quell' impianto inquinante e obsoleto. Ieri riunione straordinaria della giunta e controffensiva del primo cittadino. Barbaranelli, che accusa esplicitamente l' Enel di non aver provveduto, com' era stabilito in accordi firmati e sottoscritti con il Comune di Civitavecchia, ai lavori di manutenzione dell' impianto, ha deciso di accelerare i tempi del divorzio. Della centrale coinvolta nell' esplosione, e in grado di sviluppare fino a 240 megawatt, si sarebbe dovuto parlare a fine anno per deciderne il destino. Ma il sindaco ha emesso ieri, a tutela dell' incolumità pubblica, un' ordinanza che risolve il rapporto. Dopo questo gravissimo incidente, considero l' impianto definitivamente dismesso ha detto ieri Barbaranelli l' amministrazione ha ora gli argomenti tecnico-giuridici per decidere la chiusura, avendo l' incidente stesso dimostrato lo stato di obsolescenza e pericolosità dell' impianto. L' Enel dunque non è più chiamata a migliorare la qualità di Fiumaretta. Troppo tardi, ormai. L' Enel, anzi, è inibita dall' intraprendere qualsiasi lavoro atto al ripristino della funzionalità dell' impianto stesso. Sorridono soddisfatti i verdi. Civitavecchia, una delle zone a più alta produttività energetica d' Italia, da dove, non a caso, Giovanni Paolo II lanciò tre anni fa un forte appello ambientale, è da tempo teatro di proteste e denunce. Athos De Luca ha appena presentato una denuncia nei confronti del presidente dell' Enel, Viezzoli, per attentato alla pubblica incolumità ma non è contento: La chiusura dell' impianto di Fiumaretta è un primo risultato positivo della vertenza. Ma è una cosa che chiedevamo da anni. Il sindaco arriva tardi. Incidenti del genere sono frequenti. L' anno scorso nell' altro impianto di Civitavecchia, a Torre Valdalica Sud, ci fu un' esplosione uguale a quella di sabato, lo scoppio improvviso, le caldaie squarciate. Già nell' 89, il 90 per cento della cittadinanza si era espresso in un referendum per la metanizzazione delle centrali ma il risultato di quella consultazione è a tutt' oggi ignorato. L' Enel, accusata dal sindaco e dai verdi, non parla. A chi insiste per una reazione viene assicurato ufficiosamente che la chiusura decisa dal sindaco non crea poi tanti problemi. La centrale di Civitavecchia sarebbe stata chiusa da qui a poco, in fondo è successo prima quello che sarebbe successo dopo..."
7 giugno 2010
Ricordando l'esplosione della vecchia centrale di Fiumaretta
Rombo TVN: un esposto era stato già presentato ad Arpa-Lazio in febbraio
Riportiamo di seguito l'esposto inviato nel mese di Febbraio all'Arpa relativamente al rumore ordinario della centrale di TVN. Interpellata dopo circa un mese e mezzo, l'Arpa ha risposto che stavano facendo tutti gli accertamenti, che comunque ENEL aveva inviato ed iniziato a realizzare degli interventi di insonorizzazione e che comunque i risultati del tutto sarebbero stati inviati al Comune di Civitavecchia che li avrebbe diffusi alla popolazione. Da allora il nulla.
Staremo a vedere se l'episodio eclatante della scorsa notte sarà sufficiente a portare l'attenzione delle Autorità sul problema, o se resterà il loro silenzio a fare da sfondo al "rombo pulito" di enel.
(Leggi oltre o scarica il documento)
"AL Sindaco
All’Assessore all’Ambiente
Comune di Civitavecchia
All’ARPA LAZIO Sez. Prov. Di Roma, Unità Acustica, Via Boncompagni 101, 00187 ROMA
OGGETTO: segnalazione relativa a rumori ambientali molesti
Con la presente, la sottoscritta Simona Ricotti, a nome e per conto del Forum Ambientalista, associazione di tutela ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente con sede a Roma, Via Sant’Ambrogio 4, ai sensi dell'art. 6, comma 9 della legge 349/86,
PREMESSO
che la scrivente Associazione ha tra i propri fini statutari la tutela e la valorizzazione dell’ambiente e del territorio, connesse anche con la tutela della salute dei cittadini;
SEGNALA
il rumore ambientale divenuto ormai persistente proveniente dalla Centrale ENEL di Torrevaldaliga Nord, al punto da arrecare disturbo ad un numero crescente di persone, turbando nel contempo la normale quiete pubblica.
Tale rumore, che viene unanimemente descritto come sordo, profondo e vibrante, viene segnalato durante l’arco dell’intera giornata, con un acuirsi nelle ore notturne, in varie zone della città: da quelle in linea d’aria più vicine all’impianto di TVN (Cimitero Vecchio, in Via Aurelia Nord, Via Ambaradam) a quelle proprie del centro urbano (Piazza Saffi, Caserma Steigher, Viale G. Baccelli, via S. Fermina – via Buonarroti -Via Calisse, Via Matteotti, Via Benci e Gatti) a quelle più lontane (Campo dell’Oro e località Boccelle).
Nell’allegare alla presente alcune segnalazioni, tra le più significative, tratte dalla stampa locale, la sottoscritta
CHIEDE
che vengano eseguite le necessarie rilevazioni fonometriche nonché i dovuti accertamenti in merito ad eventuali violazioni ravvisabili nei fatti come sopra descritti.
Richiede altresì, ai sensi della normativa vigente sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale, di essere messa a conoscenza dei risultati di detti rilevamenti.
Nel rimanere a disposizione per ulteriori chiarimenti, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.
Civitavecchia, 03.02.2010
Per il Forum Ambientalista
La Responsabile locale
Simona Ricotti
Per eventuali comunicazioni,
Forum Ambientalista,
c/o Simona Ricotti,
Via Terme di Traiano 9/b,
simona.ricotti@libero.it
Cosa accade dentro TVN? Rombo assordante nella notte
Il video che segue è stato registrato a circa 4 - 5 Km in linea d'aria dalla centrale, mediante un telefonino.
Dieci, quindici minuti nella notte, forse più. Segue la testimonianza di un cittadino:
"Alle ore 2,20-25 circa di oggi lunedì 7 giugno, il mio sonno è stato interrotto da un rombo forte abbastanza da svegliarmi pur con le finestre chiuse. Non saprei dire da quanto tempo durasse quando mi sono svegliato, ma è cessato all'improvviso alle 2,30 circa, dopo essere aumentato in intensità per alcuni secondi"
L'area da cui il rombo proveniva è quella in cui si trova la centrale TVN. Un rumore in qualche modo simile a quello che si può sentire dagli scarichi di una caldaia domestica in funzione, ma amplificato milioni di volte. Inquietante a dir poco. Come il pensare a tutto quanto accade nottetempo in impianti simili senza che nessuno sappia niente.
--
E' presto per fare ipotesi e mettere in relazioni avvenimenti, ma il pensiero va alla notte di quattro o cinque giorni fa, in cui l'aria della zona alta di Civitavecchia era piena di un odore come di plastica combusta.
Abbiamo il diritto di sapere, tutto questo riguarda la nostra salute.
- http://www.centumcellae.it/
- http://www.newtuscia.it/
- http://www.civonline.it/
- http://maremmaoggi.it/
- http://www.trcgiornale.it/
- http://www.unonotizie.it/
4 giugno 2010
"QUANDO I SOGNI VANNO IN FUMO, MORIRE DI INCENERITORE"
QUANDO I SOGNI VANNO IN FUMO, MORIRE DI INCENERITORE
Venerdì 25 Giugno, ore 21, Teatro Tendastrisce, via G.Perlasca 69 (Presso via P. Togliatti angolo via Collatina) 00155 Roma,
Costo del biglietto euro 10,00
Il 25 giugno prossimo al teatro Tendastrisce di Roma alle ore 21 sarà rappresentato lo spettacolo di denuncia scientifica “Quando i sogni vanno in Fumo”. Protagonisti David Gramiccioli, giornalista e conduttore radiofonico, e il Prof. Stefano Montanari, scienziato di fama internazionale da sempre impegnato nella ricerca medica, nonché Direttore Scientifico del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena, dove svolge studi e ricerche che collegano l'inquinamento da polveri inorganiche a patologie cliniche. La messa in scena prevede, inoltre, la partecipazione straordinaria degli attori della compagnia "Punto & Virgola", un'Associazione Culturale No Profit, protesa ad organizzare manifestazioni e spettacoli di tutti i generi. Gli interpreti dello spettacolo racconteranno, con documenti inediti, la drammatica relazione tra malattie mortali e polveri emesse dagli inceneritori di rifiuti che avviene attraverso l'unico mezzo che non fa distinzioni: l'aria che tutti respiriamo
per i biglietti:
3286368268
it.comunicazione@libero.it
oppure
Raduta Laura
radutalaura85@gmail.com
3332365729
3288326581
Skype:laura.raduta
"CIVITAVECCHIA DA RINNOVARE" Un libro degli studenti del CPFP di Civitavecchia sull´emergenza ambientale
Siamo tutti invitati a partecipare
Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia
Via Risorgimento n. 8, Civitavecchia
conferenza stampa di presentazione della pubblicazione
"CIVITAVECCHIA DA RINNOVARE"
Un libro degli studenti del CPFP di Civitavecchia sull´emergenza ambientale globale e locale
A cura di:
CPFP Civitavecchia
Associazione A Sud
CDCA - Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali
Comitati No Coke
Realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia
Intervengono:
Vincenzo Cacciaglia, Direttore Fondazione Cassa di Risparmio Civitavecchia
Franco Nardi, Preside CPFP Civitavecchia
Laura Greco, Presidente Ass. A Sud.
Rappresentanti dei Comitati no Coke di Civitavecchia
Partecipano:
Massimiliano Smeriglio, Assessore Lavoro e formazione Provincia di Roma
Gino De Paolis, Consigliere Provincia di Roma
Nell'ambito delle attività di educazione e formazione ambientale gli studenti del CPFP di Civitavecchia hanno realizzato per l'anno scolastico 2009-2010, un libro sull´emergenza ambientale del Pianeta Terra e in particolare sulle problematiche ambientali presenti sul territorio. La ricerca redatta da ogni classe si è svolta con il sostegno degli insegnanti e la supervisione dell´equipe FORM-I-C-A, (Formazione Interdisciplinare Cultura e Ambiente) di A Sud- CDCA (Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali) e con il sostegno dell'Assessorato alle Politiche del Lavoro e alla Formazione della Provincia di Roma.
Il libro è una raccolta di testi e contributi di varia natura (foto, disegni, ricerche) che raccontano l'emergenza ambientale globale e locale dal punto di vista dei ragazzi, strumento utile allo sviluppo di attività di sensibilizzazione, ducazione, cittadinanza attiva e responsabile e soprattutto per accrescere le capacità delle generazioni più giovani di pensare al futuro nella propria città e nel mondo.
info e contatti: lauragreco@asud.net
oppure: formazione@asud.net
3 giugno 2010
Carbone a Rossano calabro: il Pdl locale conferma il sostegno alla delibera contro la riconversione
Comunicato dall' On. Giovanni Dima, Pdl
Da Sibarinet.it
"I Consigli comunali di Rossano e di Corigliano, riuniti in seduta congiunta per discutere il progetto di riconversione della centrale Enel e per esprimere ufficialmente la propria posizione di merito, hanno approvato un documento
in cui hanno ribadito chiaramente la netta contrarietà ad un’ipotesi di riconversione a carbone ed al tempo stesso hanno invitato l’Enel, dopo aver ufficialmente ritirato il progetto, ad avviare un articolato ed approfondito confronto sul futuro di questo sito industriale. Questa decisione, che condividiamo nella forma e nella sostanza, assume particolare rilievo anche perché, finalmente, le più importanti questioni che riguardano lo sviluppo del territorio, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, l’avvio di politiche di sostegno alle attività produttive locali e la dotazione infrastrutturale a supporto delle comunità sono affrontate in una nuova cornice istituzionale e politica. Sempre più caratterizzata da uno spirito di collaborazione ed interlocuzione che continuerà a rafforzare il concetto di area urbana ed a riempirlo di contenuti di governo del territorio che, siamo convinti, produrranno ben presto i loro positivi effetti. Ma questa decisione è importante soprattutto perché, finalmente, le comunità locali, attraverso le loro articolazioni istituzionali, si riappropriano di temi, quali la valorizzazione delle risorse territoriali e lo sviluppo sostenibile, la cui trattazione non può più essere delegata ad altri ed assumono un ruolo da protagonista anche nel confronto con l’Enel sul futuro di un sito che ha contrassegnato, ormai da decenni, il comprensorio sia sotto il profilo fisico che culturale. Riteniamo, pertanto, anche alla luce dell’invito rivolto dai Comuni di Corigliano e di Rossano alla deputazione calabrese, di dover dare, nei limiti delle nostre responsabilità istituzionali, risposte chiare e nette al territorio. Come abbiamo già avuto modo di sostenere in tempi non sospetti, e cioè quando ancora l’ipotesi di una riconversione a carbone non era così concreta come adesso, che siamo assolutamente contrari ad un progetto che preveda l’utilizzo di questo fossile perché contrasterebbe con le decisioni assunte dalla Regione e dai Comuni in materia di approvvigionamento energetico e comprometterebbe definitivamente le vocazioni naturali e produttive del territorio. Al tempo stesso, però, riteniamo che sia necessario avviare con i vertici nazionali dell’Enel un confronto diretto ad individuare soluzioni alternative al tipo di riconversione prospettato nell’interesse del nostro territorio. E’ questa una sfida importante che siamo convinti riusciremo ad affrontare nell’interesse esclusivo delle nostre comunità in collaborazione con le istituzioni locali".
"Terra" sul monitoraggio indipendente della qualità dell’aria tra Grosseto e S. Marinella
Da terranews.it
"Una lotteria per l’ambiente e per la salute. è l’idea che è venuta ai cittadini
interessati dal Polo energetico di Civitavecchia-Montalto di Castro, che hanno deciso di finanziare con i proventi dell’iniziativa un osservatorio ambientale in grado di fornire dati precisi e dettagliati sugli effetti per ambiente e salute di un polo in cui si produce la più alta quota pro capite di energia in Italia. «Sul territorio nazionale la produzione pro-capite annua di energia si attesta a circa 1,38 kwW mentre nell’Alto Lazio questa quota sale a 70 kW annui pro capite. Tra Civitavecchia e Montalto sono presenti tre centrali che costituiscono uno dei poli energetici più grandi d’Europa: Torre Valdaliga Sud con 4 gruppi energetici (uno da 200 MW e tre da 320 MW), Torre Valdaliga Nord (con 3 gruppi termo elettrici da 660 MW) a carbone e Montalto di Castro con 3.450 MW».
Raccontano a Terra i cittadini del movimento No-Coke dell’Alto Lazio che, lamentano una forte inerzia delle istituzioni che avrebbero dovuto tutelare i loro diritti. Da qui la necessità di avere dati indipendenti e precisi sulla qualità ambientale del territorio, per ovviare all’inattività dei «sindaci di Tarquinia, Civitavecchia, Allumiere, Tolfa e Santa Marinella» capaci solo di «firmare il contratto economico con Enel spa per la messa in esercizio dell’impianto a carbone, incassando soldi sporchi come il carbone, utili a chi inquina per ottenere il silenzio» e l’idea della lotteria ‘Fai la tua parte diventa protagonista del tuo futuro’ per l’autofinanziamento. Grazie alla partecipazione di «tanti cittadini, al contributo di aziende agricole e cooperative del settore agricolo e turistico sono stati raccolti oltre 70mila euro».
Il monitoraggio della qualità dell’aria è stato svolto nel periodo compreso tra l’inverno e l’estate 2009 utilizzando postazioni fisse e mobili sul territorio da Manciano (Grosseto) a Santa Marinella (Roma). Il lavoro, per il quale sono stati presi in esame tutti gli studi epidemiologici realizzati sul territorio e per il comprensorio di Civitavecchia, condotto da Terra srl con il contributo della Nanodiagnostic di Stefano Montanari, «rileva un tasso di mortalità del 26% più alto rispetto alla media di patologie neoplastiche, ponendoci al primo posto nel Lazio ed al terzo in Italia per mortalità per tumori ai polmoni, alla trachea e ai bronchi. Nei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, si riscontrano il 56,3 % (la più alta percentuale del Lazio) di sindromi respiratorie», denuncia il comitato No-Coke.
L’indagine, composta di una corposa documentazione tra analisi di laboratorio ed elaborati tecnici con perizia giurata in tribunale, «evidenzia nel territorio in questione, una condizione di qualità dell’aria molto complessa e tutt’altro che priva di criticità». I risultati del monitoraggio verranno presentati a Tarquinia sabato 19 giugno prossimo alle ore 17 in Via Umberto I, nel corso di un convegno a cura dei Comitato dei cittadini liberi di Tarquinia in cui verrà ribadita con fermezza la volontà di tutelare l’economia agricola e turistica dell’area.
1 giugno 2010
Carbone a Rossano: l'arroganza di enel
Da Sibarinet.it
“Non bastano le delibere degli enti locali interessati che dicono no alla riconversione della centrale Enel di Rossano, non basta il piano energetico regionale che non consente su tutto il territorio calabrese l’uso del carbone come combustibile per produrre energia.
L’ENEL, in maniera arrogante e prepotente, continua l’iter burocratico per la trasformazione della centrale rossanese, promettendo posti di lavoro che non ci sono, o benefici economici inesistenti. Così facendo però, l’azienda elettrica un risultato l’ha ottenuto: ha innescato una vera e propria guerra fra poveri col risultato di non parlare mai delle conseguenze nefaste di tale piano per il territorio e per i cittadini. All’ENEL chiediamo, una volte per tutte, di ritirare il progetto di riconversione a carbone della centrale rossanese e, da multinazionale dell’energia quale è, di discutere seriamente del sito di Rossano. I mezzi, le strutture e le tecnologie in possesso del colosso elettrico fanno si che le scelte possibili siano diverse. Bisogna però avere un po’ di rispetto per questa parte dell’Italia che ha già contribuito, anche in maniera pesante, alle problematiche energetiche dell’intero Paese”. Il carbone, come tutti i combustibili fossili, è altamente inquinante ed è pertanto fra i principali responsabili della continua crescita di CO2 nell’atmosfera, il gas responsabile dell’inasprimento dell’effetto serra e dei mutamenti climatici. Inoltre è venuto il momento di sfatare alcune grandi bugie, su cui si regge il grande inganno di questa politica di rilancio del carbone come combustibile pulito e dai bassi costi: • non è vero che l'utilizzo del carbone è un risparmio per le famiglie italiane; • non è vero che le centrali a carbone rispettano l’ambiente; • non è vero che nonostante il carbone l’Italia rispetterà il Protocollo di Kyoto; • non è vero che acquistare carbone aiuta i Paesi del sud del mondo. Legambiente nazionale su queste problematiche ha prodotto, a febbraio 2010, un dossier dal titolo inequivocabile, “carbone: vecchio, sporco e cattivo”, col quale, dati alla mano, si smentiscono le mirabilie raccontate dai produttori di energia elettrica e si analizzano dettagliatamente le conseguenze di tali infauste scelte. Il dossier è da tutti consultabile sul sito www.legambiente.eu. “Il carbone è una scelta del passato e riproporlo oggi è solo un gigantesco spreco di soldi e di opportunità. In Italia dobbiamo andare verso il futuro, bisogna sfruttare al meglio il sole, il vento e le biomasse a filiera corta. La Calabria, più delle altre regioni, ha bisogno di novità in campo energetico: si realizzi un piano che arriva produrre il 50% di energia con fonti rinnovabili, e si sviluppino correttamente i distretti eolici e solari. L’energia è vita per i cittadini, non può essere solo speculazione e guadagno”. LEGAMBIENTE Circolo di Rossano
Presentazione del libro "IN PRIMA PERSONA" - Tarquinia, 4 giugno
Siamo invitati alla presentazione del libro "IN PRIMA PERSONA", scritto sulle storie di uomini e donne resistenti, che non si rassegnano e non si consegnano alle lobbies degli inquinatori e speculatori dei nostri territori.
Comitati e vertenze territoriali di città, paesi, quartieri. In lotta contro decisioni calate dall'alto, per difendere il "bene comune", la qualità della vita, il futuro dei figli, le proprie città, i diritti fondamentali. Storie di cittadini e cittadine che non si sentono più rappresentati e che in mancanza di tutele e privati del diritto al futuro scelgono di agire in prima persona. Dalla battaglia contro l'inceneritore di Albano alla No-Turbogas di Aprilia, dai comitati NoFly di Ciampino e Viterbo fino al No Corridoio Roma-Latina; dalla lotta per la casa fino alla difesa dei migranti o al comitato delle Madri per Roma città aperta. Un viaggio nella mobilitazione invisibile di Roma e Lazio, una mappa ragionata e raccontata di lotte esemplari, di persone in carne e ossa, che non trovano spazio nei media ufficiali ma che fondano le ragioni e le speranze.
Intervengono alla presentazione:
Daniele Nalbone e Ylenia Sina, autori del libro
Movimento no coke alto Lazio
Moderatore Luca Gufi
Con la partecipazione dei Movimenti del Lazio uniti contro le nocività
http://inprimapersona.wordpress.com/
Sul carbone di Tirreno Power a Vado Ligure
"di VALERIA ROSSI – Sulla nostra testata campeggia da qualche giorno un banner che sicuramente qualcuno definirà “allarmistico”.
E’ invece un grido di allarme, sì…ma basato sui FATTI.
E per chi ancora non lo sapesse, i fatti sono questi:
a) stanno per iniziare (e si parla di giorni) i lavori per la costruzione del più inutile, dannoso e distruttivo ecomostro che abbia mai appestato la nostra provincia: la piattaforma Maersk.
b) stanno per iniziare – nonostante i ricorsi e nonostante l’apparente posizione contraria di diversi Comuni e della Regione – anche i lavori per l’ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power.
COSA BISOGNA SAPERE SULLA CENTRALE A CARBONE:
1 – Non è la centrale di Vado a “illuminare Savona”: l’energia prodotta viene
convogliata nella rete elettrica nazionale di TERNA . L’energia DISTRIBUITA E’ SUPERIORE AL FABBISOGNO NAZIONALE. Tutto il resto è business non necessario a nessuno, se non a chi ci si riempie le tasche. TERNA ha chiuso il PRIMO TRIMESTRE 2010 con un UTILE NETTO di 107,1 Milioni di Euro. (Fonte: Terna Spa) Ampliare qualcosa che è già in esubero ha senso solo economicamente per chi ci guadagna, NON per i cittadini che ci rimettono la salute per i risultati di bilancio altrui
E la centrale a carbone…
2 – UCCIDE. Letteralmente, non per modo di dire. Dati scientifici incontrastabili e inconfutabili scrupolosamente catalogati dai Medici dell’ ISDE e tratti dalle più autorevoli pubblicazioni scientifiche internazionali (Lancet ed altre), dimostrano imparzialmente al di là di ogni ragionevole dubbio che in tutta la provincia di Savona, con dati che peggiorano quanto più ci si avvicina alla centrale, i tumori e diverse altre patologie vascolari, aumentano drammaticamente rispetto alla media nazionale – e perfino rispetto a quella regionale, che già si riferisce alla regione più inquinata d’Italia dopo la Lombardia. In particolare i tumori al polmone, vescica e laringe, le patologie cardiovascolari come infarti, emorragie cerebrali, ictus ed altre. Sarebbe inoltre provato che la centrale di Vado Ligure costa alla comunità 133 milioni di euro l’anno, di cui 40 MILIONI per danni alla salute e 93 MILIONI per danni agli ecosistemi e alle cose.
Perché pochi se ne interessano?
Perché pochi se ne interessano? Molto semplice: perché queste spese le sosteniamo NOI, mentre i guadagni se li spartiscono ALTRI.
ATTENZIONE: ricordiamolo bene… il problema NON è solo di Vado e/o Valleggia, ma di tutta la provincia. Le emissioni venefiche di una centrale a carbone ricadono in un RAGGIO di 50km dal punto di emissione.
Perché quasi nessuno ne parla?
Perchè gli interessi in gioco sull’Energia sono enormi, e passano per i maggiori gruppi industriali del Paese, anche quelli sotto inchiesta come Finmeccanica. Ansaldo energia (le turbine e i sistemi) Assocarboni (6 MILIARDI di euro di giro d’affari, sede a GENOVA)
Perché la cricca economico-politica che governa la nostra provincia ha messo in atto da decenni un fruttuoso meccanismo misto: da un lato corrompe (o più velatamente promette, “sostiene”, sponsorizza…) e dall’altro minaccia. Sono stati minacciati di ritorsioni di vario tipo (ti faccio licenziare, ti querelo, ti massacro politicamente) varie categorie di persone che avevano tentato di spiegare la verità. INCLUSI AMMINISTRATORI PUBBLICI, MEDICI E GIORNALISTI.
Per questo la maggior parte della gente NON SA quello che sta succedendo. Pensa che l’aria di Savona sia pulita. Pensa che “il vento porti via i veleni della centrale”, mentre in realtà il vento li diffonde.
I dati sull’inquinamento della centrale vengono misurati (in modo superficiale, obsoleto e assolutamente insufficiente) dalla stessa TIRRENO POWER. E i sedicenti esperti della Tirreno Power rifiutano qualsiasi confronto pubblico con i medici ambientalisti, perché loro vivono di slogan (“abbiamo la tecnologia”, “carbone pulito”, “ampliamo per migliorare l’aria”) facilmente smentibili dai dati scientifici. NON POSSONO accettare il confronto, quindi lo sfuggono.
Parlano solo con alcuni media: ovviamente quelli che sponsorizzano e che quindi pubblicano le loro bugie - spesso inconsapevolmente, vogliamo sperare – come se fossero verità.
I dati sull’inquinamento della centrale – rilevati da loro stessi – vengono poi in modo assai discutibile “certificati” da un azienda pubblica la cui dirigenza tutta è indagata dalla Procura della Repubblica di Genova (P.M. Dott.ssa Paola Calleri) per falso, turbativa d’asta ed altri gravissimi capi d’accusa.
COSA C’E’ DA SAPERE SULLA PIATTAFORMA MAERSK:
1 – E’ DISTRUTTIVA in molti sensi:
a) perché distruggerà per ANNI ogni forma di turismo nei dintorni di Vado Ligure (e si intende dalla parte ovest di Savona e Spotorno e forse Noli): nessuno ama fare le vacanze su una spiaggia “vista containers”, né fare, per arrivarci, un’ulteriore coda (oltre a quella già fatta in autostrada) dietro a una colonna infinita di TIR puzzolenti;
b) perché distruggerà per SECOLI varie forme di vita marina, visto che i lavori di scavo (indispensabili per la costruzione di una piattaforma, anche se ci raccontano che la poggeranno delicatamente su “tavolini rovesciati”) solleveranno dal fondo marino tutti i veleni – metalli pesanti, ossidi di azoto e zolfo – scaricati dalla Tirreno Power (vedi sotto), che verranno immediatamente inglobati dal plancton marino e dalle piccole meduse gelatinose che, stando agli studi più recenti sulla biologia marina, costituiscono il vero anello principale della catena alimentare. Risultato? Tutta la fauna marina che si nutre di questi piccoli organismi risulterà inquinata, e così i pesci più grossi che mangiano i pesci più piccoli… fino ad arrivare all’uomo che mangia tutti i pesci, i molluschi ecc.
Da Savona a Imperia non si potrà più pescare/mangiare pesce non contaminato.
2 – E’ INUTILE, perché la piattaforma e tutto il conseguente traffico di containers rappresentano solo un “passaggio” nella nostra provincia; non vi è collegata alcuna attività né alcun indotto. Tutto l’ecomostro sarà in realtà solo un immenso “parcheggio” per containers che arrivano e ripartono, inquinando a dismisura ma senza apportare alcun beneficio al territorio.
La carota che è stata mostrata ai sindacati, convincendoli a dare parere favorevole, è quella dei 600 posti di lavoro che non risultano affatto attinenti alla realtà (e che infatti vengono sempre e solo ventilati, ma mai dimostrati). Inizialmente si parlava di 2000: poi di 500. Oggi di 600.
La verità è che nessuno lo sa con certezza: informazioni provenienti da esperti del settore dicono che una piattaforma di tali dimensioni, SE adeguata alla tecnologia più moderna, non potrà impiegare più di 150-200 persone. Ne potrebbe impiegare 600 solo una obsoleta, non sufficientemente tecnologica, che quindi verrebbe disertata dalle industrie interessate. Non solo questi posti di lavoro sono un’utopia, ma sono anche un’utopia a lungo termine: a parte i lavori di costruzione (che presumibilmente impiegheranno personale proveniente da ditte esterne e non savonesi), i veri posti di lavoro arriveranno solo a lavori terminati e a piattaforma funzionante…e gli stessi esperti ci dicono che ci vorranno da 6 a dieci anni prima che sia effettivamente operativa.
ECCO PERCHE’ BISOGNA DIRE NO. E non è un no “fanatico”, “antiprogrissista” o addirittura “medioevale”, come ha recentemente affermato il sindaco di Savona. E’ un NO basato su dati scientifici CERTI, frutto di decine di anni di studi in tutto il mondo.
I tromboni hanno paura, perchè NON hanno ragione. E NON curano l’interesse della collettività ma IL LORO.
HANNO LA CODA DI PAGLIA.
I VOTI, COME LA FIDUCIA, SI DANNO E SI TOLGONO. IL POTERE SI PERDE, VELOCEMENTE E MALE.
LO SPRECO E’ PUBBLICO, COME LE MALATTIE
GLI INTERESSI SONO PRIVATI.
NON CREDETE AD ALTRE MENZOGNE.
E lo ribadiamo: QUESTO NON E’ PROCURATO ALLARME.
Questa è legittima difesa contro tutti quelli che sanno benissimo che l’allarme è VERO, REALE E DRAMMATICO, ma vogliono insabbiarlo per i loro porci comodi. Sulla pelle nostra. LO SOSTERREMO IN QUALUNQUE TRIBUNALE.
Si ringrazia l’amico e collega Mario Molinari per la preziosa collaborazione alla stesura di questo articolo e per le “illuminanti” immagini a corredo.
APPENDICE: COSA EMETTE UNA CENTRALE A CARBONE
La combustione del carbone, come quella di ogni altro composto del carbonio, produce anidride carbonica (CO2), oltre a quantità variabili di anidride solforosa, a seconda del luogo dal quale è stato estratto. L’anidride solforosa reagisce con l’acqua, formando acido solforoso. Se l’anidride solforosa viene rilasciata nell’atmosfera, reagisce con il vapore acqueo ed eventualmente torna sulla terra in forma di pioggia acida.
Le emissioni della combustione di carbone in centrali elettriche rappresenta la più grande fonte artificiale di anidride carbonica, che secondo la maggior parte degli studiosi del clima è causa primaria del riscaldamento globale. Oltre a questo, nelle emissioni degli impianti sono presenti molti altri inquinanti. Inoltre, queste emissioni sono le principali responsabili delle piogge acide di alcune nazioni. Le centrali elettriche moderne utilizzano varie tecniche per limitare la nocività dei loro scarichi e per aumentare l’efficienza della combustione, anche se queste tecniche non sono utilizzate in molti paesi, visto che gravano sul costo degli impianti. Per ridurre le emissioni sono state proposte tecniche di “sequestro” della CO2, ma non in larga scala.
Il carbone contiene anche tracce di altri elementi, compresi l’arsenico e il mercurio, che sono pericolosi se rilasciati nell’ambiente. Il carbone contiene anche tracce di uranio e altri isotopi radioattivi naturali, che rilasciati nell’ambiente possono comportare una contaminazione radioattiva. Sebbene queste sostanze siano presenti solo in tracce, bruciando grandi volumi di carbone ne vengono rilasciate quantità significative. Una centrale a carbone, durante il suo funzionamento, se il minerale è contaminato può emettere nell’aria più radioattività di quella che emette una centrale nucleare di pari potenza.
Il carbone minerale, qualunque sia la sua qualità (litantrace, antracite, lignite, torba) e per quanto vagliato e polverizzato, essendo residuo fossilizzato di materiali lignei e vegetali, contiene sempre, oltre allo zolfo, anche se in differenti dosi, maggiori quantità rispetto ai derivati del petrolio di metalli pesanti (quali nichel, cadmio, piombo, mercurio, cromo e arsenico) e di alogeni, in particolare fluoro, cloro e loro composti. L’acido solforico e gli altri acidi forti, come quelli cloridrico (HCl), fluoridrico (HF) e nitrico (HNO3) non sono, peraltro, gli unici prodotti indesiderati della combustione che, se perfetta, dovrebbe generare solo acqua sotto forma di vapore e anidride carbonica (o biossido di carbonio – CO2). È infatti ben noto che un’ossidazione incompleta (e a maggior ragione lo sarebbe con un combustibile allo stato solido anziché liquido o gassoso) produce anche ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio (CO).
Fonte: Wikipedia"
Da Rossano parte una Campagna di boicottaggio contro enel
Da Sibarinet.it
Se ne fa portavoce il dirigente provinciale del Sindacato dei Lavoratori Pietro Altavilla
Rossano - "Siamo partiti in sordina dopo che da una telefonata ricevuta in piena notte del 26 aprile scorso, un funzionario di un Ministero a Roma ci avvisava sulle intenzioni di ENEL di carbonizzare la Piana di Sibari.
Abbiamo immediatamente e pubblicamente denunciato il tentativo di attentato che i vertici ENEL, con l’allora occulta complicità e garanzie di personaggi politici regionali e locali, aziende legate alla speculazione edilizia ed al movimento terra nonché gruppi di manovalanza propagandistica reclutati tra dipendenti della centrale e reali disoccupati o precari, stavano preordinando ai danni dell’economia della Sibaritide e della salute degli inconsapevoli cittadini. Con pochissime
forze, soprattutto giovanili, si è costituito il Comitato “NO CARBONE” e localizzato il “quartier generale” presso il centro turistico “IL SALICE” di Corigliano, mentre i Partiti ancora discutevano sulla bontà o meno del carbone. Discussione lunga, la loro, talmente lunga che solo ieri, dopo un mese di mobilitazione del Comitato, si è appresa la posizione, ora comoda ed opportunistica, della Federazione della Sinistra (Rifondazione e Comunisti Italiani) che si dicono, bontà loro, contrari al carbone, dopo che tutte le Istituzioni, i Sindaci, le associazioni, le categorie economiche e professionali, i medici, la cultura, l’opinione pubblica tutta si sono espressi con tempestività e decisione per il NO. Ora, comunque, siamo più ottimisti sulla vittoria contro il carbone, perché è il popolo che non lo vuole, altro che referendum. E su questa proposta vogliamo essere altrettanto chiari e netti: siamo contrari perché già le Assemblee elettive, alla unanimità, si sono espresse, e chi lo pone ora, oltre a non specificare se deve essere cittadino o territoriale, offre indubbiamente e forse inconsapevolmente, l’ultima sponda o possibilità alle mire neocolonialiste dell’ENEL. Ma noi vogliamo andare oltre la vittoria: l'ENEL voleva boicottare l'economia della Sibaritide e la salute dei suoi abitanti, ma noi ora boicottiamo l'ENEL. Impugnare il nostro diritto di scelta e cambiare operatore è un altro modo di ribellarsi a tutto questo. Forse il modo che fa più effetto contro chi produce energia inquinante in Italia e nucleare all’estero. Vogliamo lanciare, una grande campagna regionale di boicottaggio, assieme al Forum Ambientalista calabrese, per convincere le famiglie a cambiare gestore, e chi scrive lo ha già fatto, e a non investire in obbligazioni ENEL. E’ anche per questo che, come Comitato, andremo avanti nella raccolta delle firme, che sono già diverse migliaia e regolarmente certificate con documento d’identità di tutti, almeno fino alla grande manifestazione popolare del 12 giugno".
Pietro Altavilla, dirigente provinciale Sindacato dei Lavoratori COSENZA - Comitato “NO CARBONE ROSSANO”