No al carbone Alto Lazio

19 ottobre 2010

Carbone a Saline Joniche: quando il "no" politichese significa "sì (ma non diciamolo apertamente)"

Da 'NtaCalabria.it

"Gli ultimi risvolti a Saline Joniche intorno al progetto della Sei riguardano soltanto l’ennesima tappa di una vicenda che avuto inizio nell’estate 2007 a Pentidattilo quando a parlare per prima sul “pericolo” fu Nuccio Barillà, di Legambiente.

Nel 2008 giunse il progetto per la costruzione della centrale a carbone da 1320 Megawatt al comune di Montebello Jonico e agli altri comuni interessati, così come a tutti gli altri enti. L’allora sindaco di Montebello Jonico Loris Maria Nisi si mobilita subito coinvolgendo gli altri sindaci per il “no” al carbone. Nisi nomina un suo esperto, il professore Vincenzo Piccione, il quale consegna una relazione con la richiesta di determinate integrazioni.

Intanto, il 17 settembre del 2008 a Roma viene convocata la prima conferenza dei servizi dove tutti i sindaci dichiarano il proprio “no” alla centrale. I rappresentanti della regione Calabria lasciano sui tavoli romani una relazione a firma del presidente Agazio Loiero alla quale a novembre, su richiesta del ministero, viene allegato l’atto ufficiale nel quale la regione chiarisce che non intende avere sul proprio territorio una centrale a carbone.

Continuano le battaglie per il “no”. Lo stesso Nisi convoca in piazza il consiglio comunale dove scaturisce, anche, la notizia che c’erano 50 milioni di euro per la riqualificazione dell’area di Saline che punta all’eco-sostenibilità.

La Sei S.p.a, nel frattempo, chiede una sospensione della procedura autorizzativa. Ad ottobre del 2008 viene sospesa per un periodo di sessanta giorni anche il procedimento VIA. A gennaio del 2009 la Sei aveva provveduto ad inoltrare parte della documentazione integrativa allo studio di impatto ambientale riservandosi l’inoltro degli elaborati progettuali entro tempi brevi. A febbraio veniva completato l’inoltro di tutti i documenti e così viene riavviato il procedimento.

Intanto le urne a Montebello Jonico portano al comune Antonino Guarna grazie ad una campagna elettorale improntata sul “no” al carbone. Tuttavia, dopo poco tempo dall’insediamento si notano le prime discrepanze in quanto non viene data risposta alle integrazioni alle osservazioni fatte dall’allora consulente dell’amministrazione che sarebbero dovute passare al vaglio per eventuali altre controdeduzioni e che al professore Piccione non sono mai giunte.

Il 15 dicembre arriva un fax al protocollo del comune di Montebello. L’ente è invitato ad essere presente giorno 17 alla commissione AIA per il parere istruttorio tramite il proprio esperto, il professore Piccione, il quale non viene invitato neanche a Roma. Il sindaco Guarna spiega che l’assenza era legata alla ristrettezza dei tempi.

Per i mesi successivi si assiste ad un silenzio sulla vicenda fino agli ultimi giorni quando si capisce che la società svizzera Sei è intenzionata a portare avanti il proprio progetto. Infatti, nel comune di Melito, in forma privata, ed in quello di San Lorenzo, gli incaricati della multinazionale si incontrano con gli amministratori dell’area per presentare le “modifiche strutturali” del progetto. Nello stesso tempo a Montebello Jonico il sindaco Guarna informa la minoranza, durante il consiglio comunale, che non esistevano al momento sulla paventata nomina della commissione interuniversitaria che deve valutarne l’impatto ambientale. Pochi giorni fa, invece, i sindaci dell’area grecanica, tranne Curatola e Sapone per protesta, si riunivano in gran segreto per firmare un protocollo d’intesa con la nomina di una commissione per valutare l’impatto ambientale che la centrale a carbone avrebbe sul territorio. La notizia ha fatto aumentare ulteriormente la preoccupazione della popolazione e dei politici provinciali e regionali, tra i quali Minniti, Nucera e Giordano, che esternavano a mezzo stampa il loro voto contrario.

Arriviamo al consiglio comunale del 18 ottobre 2010 dove la minoranza ha chiesto alla maggiornaza di revocare il protocollo d’intesa per la nomina di una commissione d’esperti per il progetto della centrale a carbone ottenendo il voto contrario da parte dell’amministrazione Guarna.

La domanda naturalmente sorge spontanea. Se anche a livello nazionale il parere si è espresso negativamente ed anche i comuni erano d’accordo, che senso ha oggi nominare nuovamente una commissione di esperti, che costerà almeno 20 mila euro ad ogni comun?

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22 ottobre “Ma il cielo è sempre più blu” convegno a Vado Ligure


Da Albenga Corsara
"L’ampliamento a carbone della centrale Tirreno Power di Vado Ligure e Quiliano è al centro di un delicato confronto su scala provinciale che investe istituzioni, sindacati, partiti politici, associazioni, comitati, cittadini.

Per discuterne, per spiegare la propria posizione e avanzare delle proposte Rifondazione Comunista, insieme ai Giovani Comunisti e al ForumAmbientalista, ha organizzato per venerdì 22 ottobre una giornata dedicata al progetto di ampliamento. L’incontro che richiama nel titolo la nota canzone di Rino Gaetano “Ma il cielo è sempre più blu” vivrà di due eventi: al pomeriggio un convegno alla sera un concerto.

Dalle ore 15 presso la società Baia dei Pirati a Vado Ligure, infatti, si terrà l’incontro “Carbone, lavoro, salute. La questione Tirreno Power” che vedrà la partecipazione di: Federico Berruti (Sindaco di Savona), Attilio Caviglia (Sindaco di Vado Ligure), Alberto Ferrando (Sindaco di Quiliano), Simona Ricotti (Comitato No Coke di Civitavecchia), un rappresentante dell’Associazione Uniti per la Salute, Giorgio Bonorino (FIOM-CGIL), Maurizio Loschi (Segretario provinciale CUB), Federico Valerio (chimico, ricercatore), Alessandro Giannì (Direttore delle Campagne Greenpeace Italia), Marco Ravera Stefano Sarti (Presidente Legambiente Liguria), Ciro Pesacane (Presidente ForumAmbientalista), Franco Zunino (già Assessore all’Ambiente Regione Liguria) e Bruno Casati (già Assessore al Lavoro della Provincia di Milano).

Come si intuisce dal ricco elenco dei partecipanti, il convegno cercherà di affrontare tutti gli aspetti legati all’ampliamento (l’ambiente, la salute, l’occupazione), proverà a mettere in contatto realtà diverse, traccerà una strada alternativa.

Dalle ore 20, invece, presso l’Oratorio di San Lorenzo a Quiliano si svolgerà il concerto. Abbiamo lanciato un’idea che è stata raccolta: suonare per una giusta causa. All’iniziativa hanno aderito The Lonesome Pines, il Duo Pesenti, A Brigà e Claudio Bellato. Preciso che questi musicisti hanno accettato di suonare gratis e colgo l’occasione per ringraziarli pubblicamente.

Quindi quella di venerdì prossimo sarò una giornata da non perdere: parole e musica per dire no al progetto di ampliamento a carbone.

di Marco Ravera – Segretario provinciale Rifondazione Comunista"

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18 ottobre 2010

I punti critici di intervento per un futuro sostenibile secondo Unep

Riportiamo da Greenbiz
L’Unep (l’United nations environment programme) ha recentemente pubblicato un rapporto dal titolo “A brief for policymakers on the green economy and the millennium development goals” in cui vengono descritte le undici aree di intervento che consentono il passaggio ad un’economia verde, auspicato da molti Paesi. Non solo, secondo il rapporto, tale passaggio, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo si tradurrà in una sensibile diminuzione della fame e della povertà. 
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Progetto carbone SEI: news da Saline Joniche


Fonte: 'NtaCalabria.it
“Discussione sulla proposta di realizzazione di una centrale a carbone sul territorio dell’ex liquichimica da parte della SEI .Verifica dello stato di attuazione dell’inciso sul tema inserito nelle linee programmatiche”. La questione del progetto della centrale a carbone a Saline Joniche finalmente arriva in consiglio comunale e riguarda la convocazione del civico consesso nel comune di Montebello Jonico con un unico punto all’ordine del giorno. Oggi pomeriggio alle ore 16 verrà discussa nei locali di via Portovegno una vicenda, quale quella del
progetto avanzato dalla società svizzera Sei, la cui trattazione da parte dell’attuale amministrazione comunale non convince a molti, soprattutto la minoranza composta da Giuseppe Cuzzucoli, Loris Maria Nisi, Ugo Suraci, Giovanni Foti e Giuditta Zaccuri. Il primo cittadino Guarna, dopo vari dietro front nel recente passato, si è trovato “costretto” a convocare un consiglio comunale ad hoc durante il quale l’intera amministrazione dovrà finalmente “giocare” a carte scoperte per rendere partecipi anche i cittadini che da tempo si trovano a venire informati di vari passaggi compiuti da alcuni sindaci dell’area grecanica soltanto attraverso le notizie della stampa, mezzo di comunicazione peraltro escluso da incontri privati tra le parti. Le varie incongruenze sin qui evidenziate anche dalla minoranza guidata dal capogruppo Cuzzucoli affondano le radici sin dalla campagna politica che ha portato alla vittoria di Guarna che campeggiava con cartelloni inneggianti al No al carbone. Tuttavia, dal suo insediamento, si è subito capito che qualcosa veniva tralasciato come quanto non veniva data risposta alle integrazioni alle osservazioni fatte dall’allora consulente della precedente amministrazione Nisi, Piccione, che sarebbero dovute passare al vaglio per eventuali altre controdeduzioni.

Intanto il 15 dicembre 2009 arrivava un fax al protocollo del comune di Montebello dove l’ente veniva invitato ad essere presente giorno 17 dello stesso mese alla commissione AIA per il parere istruttorio tramite il proprio esperto, il professore Piccione, il quale non viene invitato neanche a Roma. Intanto la minoranza apprendeva che il sindaco stava discutendo con altri amministratori sulla nomina di una commissione di esperti ai quali sottoporre il progetto presentato dalla SEI al fine di ricevere le loro valutazioni tecniche. Inoltre, il 07.08.2010, il sindaco incontrava altri amministratori per discutere in merito alla costituzione di una commissione di esperti che potessero dirimere ogni dubbio. La riunione veniva rinviata all’unanimità dei presenti al 4 settembre anche se l’incontro non si teneva senza nessuna comunicazione al capo gruppo Cuzzucoli che si presentava, invano, all’appuntamento.

Tuttavia, nel consiglio comunale dello scorso 27 agosto, Guarna, sollecitato da Cuzzucoli, rispondeva che non c’erano novità in merito alla proposta della nomina della Commissione di esperti ed anche sullo stato della procedura mentre, di li a poco, la stessa società svizzera Sei incontrava gli amministratori dei vari comuni grecanici in due incontri separati e direttamente a domicilio senza che nessuno fosse informato e con la stampa che non poteva partecipare a causa del divieto imposto dalla stessa Sei.

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I sonetti di Giancarlo Peris. "La pubblicità dell’ENEL"


Formidabile quel settore Comunicazione di enel, colosso malato che anche con 50 miliardi di euro debiti mai risparmia sul makeup pubblicitario, per ripulir bene l'immagine dei suoi business presso l'opinione pubblica.
Ecco il quarto sonetto del prof. Giancarlo Peris, a un mese dall'inizio di questa rubrica settimanale dedicata alle sue opere di poesia dialettale. Buona lettura e buona settimana a tutti.

"La pubblicità dell’ENEL" 18 ottobre 2010

Vedo ogni giorno a la televisione
‘No spot dell’ENEL tanto convincente
‘Ndove co’ sole, vento e co’ soffione
Produce ininquinabile corrente.


E so’ basito pe’ l’evoluzione
Che ha avuto ne ‘sti sessant’anni l’ENTE
Che emette aria pulita a profusione
Quanno ‘na vorta adera puzzolente.


E me sorprenno che co’ ciò ch’ha fatto
De granne pe’ abbelli’ ‘sto litorale
Co’ cielo terso e carbone pulito,


Su quelo spot ‘n appare tutt’a un tratto,
Su lo sfonno de un ber prato pulito,
La ciminiera e er fumo ornamentale.

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"Post carbon cities": affrontare l'incertezza energetica e climatica

Una lettura istruttiva: "Post Carbon Cities", tradotto in italiano dal team di Indipendenza Energetica cui va il nostro plauso per l'ottimo lavoro. Sul loro sito altre troverete altre pubblicazioni tradotte e liberamente scaricabili.

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Una serata contro il nucleare



Mentre il governo Berlusconi si prepara ad attivare una centrale nucleare a Montalto di Castro, e forse anche a impiantarci un deposito di scorie sotto il culo, come documentato poco tempo fa dal Sole24Ore


 per stasera Greenpeace ha organizzato a Roma l'evento "Nuclear Emergency


"La decisione del governo Berlusconi di riaprire al nucleare è una scelta costosa, rischiosa e inutile. Ancora peggio: è una vera truffa. La verità è che il nucleare farà crescere i costi della bolletta elettrica. Persino negli USA senza finanziamenti pubblici il nucleare chiuderebbe. E perché mai l'Italia dovrebbe riprendere una scelta che altrove ha fallito? Chi ci guadagnerebbe? Certo non i cittadini!
Per questo abbiamo deciso di organizzare un evento per scongiurare il rischio di un futuro radioattivo. La serata “Nuclear Emergency” si aprirà con le note speciali dei Têtes de Bois, a seguire l’eco-comicità di Diego Parassole, in scena con lo spettacolo “Che Bio ce la mandi buona”.
Interverranno anche la cantautrice partenopea, Teresa De Sio che leggerà “La cattiva sorella. Lettera alle vedove dei liquidatori di Cernobyl” e Giovanni Soldini, il navigatore italiano delle imprese in solitaria.

La seconda parte sarà tutta musicale con l’eclettismo di Adriano Bono & Torpedo Sound Machine e l’hip hop del Piotta. L’evento si chiuderà sulle note di “NO AL NUCLEARE” il brano degli “Artisti contro il nucleare” ideato da Adriano Bono & Torpedo Sound Machine per la nostra “Nuclear Lifestyle” e cantato per la prima volta a bordo della Rainbow Warrior, lo storico veliero dell’organizzazione."

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17 ottobre 2010

Pasticcio ungherese in salsa d'arsenico


Galleria dell'orrore: clicca qui

Da Greenpeace.it
"Un'intera nazione è sotto lo scacco di una valanga di melma tossica. Oggi abbiamo pubblicato i dati sul livello di velenosità dei fanghi che lunedì scorso si sono riversati nelle strade, nei campi, nei fiumi dell'Ungheria. Un paese tinto di rosso, il colore di un mix micidiale, fatto di arsenico, cromo e mercurio.

Il 4 ottobre nell'impianto di lavorazione dell'alluminio della città di Ajka, nella parte occidentale dell'Ungheria, qualcosa non ha funzionato. Come un fiume in piena, tonnellate e tonnellate di fanghi tossici sono fuoriusciti dalla struttura, inondando presto tutta la zona. Il giorno successivo, nei pressi di Kolontar, abbiamo prelevato dei campioni di acqua e fango, e li abbiamo portati ad analizzare alla Austrian Federal Environment Agency di Vienna e al laboratorio Balint di Budapest.

Oggi i risultati delle analisi non fanno che accrescere l'allarme. La concentrazione di metalli pesanti riscontrata nei campioni prelevati è preoccupante. Basti pensare che il valore dell'arsenico disciolto in acqua (0.25 milligrammi per litro) supera di 25 volte il limite consentito per la potabilità. È appurato che questo metallo danneggi l'uomo, andando a colpire soprattutto il sistema nervoso.

Si stima che 50 tonnellate di arsenico siano state liberate nell'ambiente. Le conseguenze per gli ecosistemi acquatici, le falde e la salute pubblica potrebbero essere devastanti, anche sul lungo periodo. Anche il mercurio, che tende ad accumularsi nei pesci, facilmente può passare all'uomo attraverso la catena alimentare.

Dopo l'incidente avevamo effettuato subito dei rilievi, testando nell'immediato il PH dei fanghi. Anche in quel caso, l'esito dell'esame era stato molto negativo: PH 13, elevatissimo, indice di un alto livello di capacità corrosiva dei fanghi. Per ottenere uno studio più approfondito sarà necessario attendere ancora.

Denunciamo il tentativo di occultamento da parte del Governo ungherese: diamo per scontato che loro sappiano esattamente cosa c'è nel fango. Perché deve essere sempre Greenpeace a pubblicare dati sconcertanti e informare vittime e opinione pubblica sulla realtà dei fatti?

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Porto di Civitavecchia: una "lavanderia di denaro sporco"

Da Centumcellae.it
"E dalla Campania arriva un’altra sveglia inquietante per il nostro territorio: i colleghi de “La Voce delle voci” dedicano al nostro porto addirittura la copertina del loro ultimo numero con un icastico articolo dal titolo “Il porto che Scotti – affari milionari per Vip & massoni nello scalo di Civitavecchia”, con tanto di foto sorridente del nostro primo cittadino.
Regista e direttore d’orchestra della vicenda raccontata sembrerebbe essere l’ex piduista e potentissimo Giancarlo Elia Valori; al centro degli affari in ballo “tutto ciò che fa appalto: dall’ex cementificio, allo scalo portuale, passando per termovalorizzatori”.
Perchè se “suscita appetiti smisurati e scatena una furia assassina un piccolo porto come può esserlo quello di Acciaroli, col sindaco di Pollica Angelo Vassallo crivellato di colpi camorristi. Figuriamoci che interessi possono concentrarsi in uno scalo cento volte più grande, con tutte le opere in fase di progettazione o realizzazione, come quello di Civitavecchia” leggiamo nell’articolo.
Elvio Di Cesare, presidente laziale dell’Associazione Caponnetto, avverte poi i lettori che “si registra un aumento esponenziale della presenza di nuclei familiari, manager e imprese provenienti dal casertano, ma anche dalla Calabria e dalla Sicilia, così come continue aperture flash di esercizi commerciali strani passaggi di terreni e proprietà immobiliari, aperture di sportelli bancari2. Insomma, “un’anomala, grande liquidità in netta controtendenza rispetto alla crisi economica attuale”. Rincara la dose Luigi Daga, ex assessore regionale Pci e vicepresidente della Caponnetto: “Il nostro territorio è diventato una maxi lavanderia a cielo aperto, una gigantesca macchina del riciclaggio dove la gran parte delle opere pubbliche sono finite nel mirino delle cosche. Solo qualche esempio. ‘Ndrine e Casamonica operano lungo la costa tirrenica fino a Montalto di Castro, i partenopei Di Lauro, big della coca a Secondigliano, li troviamo a Santa Marinella, i calabresi Pulvirenti, affiliati ai catanesi di Nitto Santapaola, tra Ladispoli e Cerveteri, i Rinzivillo hanno puntato soprattutto sul porto di Civitavecchia e la centrale Enel in fase di riconversione; e ancora i Gallo-Cavalieri da Torre Annunziata sono impegnati nei traffici illeciti tra Civitavecchia e Ladispoli”.
Ce n’è per tutti i gusti insomma; se le rivelazioni fatte dovessero trovare tutte riscontro “La Voce delle Voci” prefigura il nostro litorale in procinto di sprofondare in una piega nerissima e piena di melma.
Dettagliata e molto inquietante la presentazione che l’articolo fa del presidente di Sviluppo Lazio: Elia Valori viene definito “uno dei pochi uomini al mondo capace di tessere affari con israeliani e palestinesi al tempo stesso, piduista della prima ora (espulso da Licio Gelli in persona) e fervente opusdeista, amico di magistrati che contano e nel mirino di altre toghe. Per fare un paio di esempi: era al centro delle indagini targate Luigi De Magistris alla procura di Catanzaro, soprattutto per gli affari della sua Torno International; ed è tra gli indagati della cordata Alitalia-Cai”. E un bel giorno, sottolinea l’articolista, decide di sbarcare nel porto di Civitavecchia. “Tra i più accesi sostenitori dell’iniziativa – raccontano in ambienti marittimi locali – i sottosegretari Giuseppe Maria Reina e Vincenzo Scotti. E quest’ultimo a quanto pare avrebbe anche interessi economici nell’operazione Privilege”. E’ infatti al timone della Privilege Fleet Management Co spa, Scotti, il quale non ha mancato di aprire la manifestazione per la posa della prima pietra all’Hotel Regis di Roma, nonché di visitare ufficialmente il cantiere a fine settembre 2009, insieme a Reina e al presidente della commissione finanze del Senato Mario Baldassarri. Valori sarebbe quindi secondo l’articolo al comando del Consorzio SviluppoMediterraneo e di Centrale Finanziaria Generale spa , che hanno siglato con il Comune una sorta di intesa a tutto campo per “favorire un processo di sviluppo nell’area a nord della capitale” attraverso “uno studio di fattibilità delle infrastrutture a servizio della piattaforma logistica civitavecchiese”. E cioè (ne vengono citate alcune): “Aeroporto cargo e turistico a Tarquinia, distri-park tra Civitavecchia, Allumiere e Tarquinia, ampliamento della zona industriale del porto e dell’interporto di Civitavecchia, collegamenti infrastrutturali, in primis la linea ferroviaria Capranica-Orte e la superstrada Viterbo-Vetralla”.
Tra i partner internazionali più interessati ai progetti del futuro, i cinesi. “E’ proprio Valori che ha guidato a Civitavecchia la visita del procuratore generale della Repubblica popolare cinese Jia Sun, neo ambasciatore in Italia, il quale ha incontrato il sindaco, visitato il porto e successivamente il comune di Tarquinia – prosegue l’articolo in questione – Si sono poi svolti vari incontri con la società Hna, pubblicizzata dal comune di Civitavecchia come il terzo gruppo cinese per importanza nei settori commerciale, turistico e logistico, incontri che si sono svolti nella sede della Centrale Finanziaria, dopo i quali gli stessi vertici municipali hanno deciso di inviare una propria delegazione all’Expo 2010 di Shanghai”. Del resto, si fa notare, è in cantiere la realizzazione di una maxi “Terminal Cina/Asia” per il carico e lo scarico di container previsto proprio all’interno dello scalo.
Altro attore di questa mega spartizione di appalti sarebbe secondo “La Voce delle Voci” il nostro primo cittadino Gianni Moscherini, di cui i colleghi partenopei ripercorrono le ardite acrobazie da una parte all’altra degli schieramenti politici per rimanere in sella al porto e la sua particolare acquiescenza verso l’Opus Dei. Emergono poi molte figure interessanti nel fitto gioco di relazioni che leggiamo nel pezzo e che aprono diverse ipotesi, cioè quella di Salvatore Barone, originario di San Piero Patti, con precedenti operativi nel porto di Gioia Tauro: “Non solo – si rileva – nelle aree portuali pullulano una sfilza di società a lui riconducibili ma a quanto pare la gran parte degli immobili che si trovano a ridosso delle mura del porto storico, fanno capo a sue società. Altro legame forte di Barone è quello con la potente famiglia messinese dei Franza. Un’altra sigla, Interminal, si occupa invece delle operazioni portuali delle navi Tirrenia e avrebbe intenzione – raccontano alcuni addetti ai lavori – di mettere a segno un colpo che fa gola a molti, un district park nell’area portuale. Interminal è controllata da un casertano, originario di Parete, Nicola Di Sarno, che con un’altra sigla – Interport – monopolizza i lavori gru nel porto di Gaeta. Un esponente di spicco del potente clan napoletano dei Nuvoletta era suo padre”.
Ma il quadro affrescato non finisce qua; tra i tanti progetti che ci sarebbero in ballo ci sarebbe anche “quello di una centrale a biomasse”; localizzazione prevista ‘Formicone’, piccola frazione tra Tuscania e Tarquinia. A “generare” l’idea è la Tuscania Bioenergia, amministrata da Valerio Bitetto, “ingegnere, ex dirigente Enel, massone, ma soprattutto arrestato e condannato per concussione nella Mani pulite milanese del ‘92: era infatti il collettore craxiano delle mazzette Enel. Bitetto è anche titolare del 60 per cento di azioni della società di progettazioni Tecnoplan, il cui 40 per cento fa capo a Sirco spa”. Ora stando all’articolo, soci di Sirco sarebbero Giorgio Ghiron, Massimo Ciancimino e l’avvocato Giovanni Lapis. Tutti condannati dal tribunale di Palermo, in primo grado, a 5 anni e 8 mesi per riciclaggio di danaro proveniente proprio dal “tesoro” dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino.
Last but not least verrebbe da dire. Leggiamo anche per Civitavecchia, di svariati percorsi di vita e affari relativi ai personaggi della tristemente nota “cricca” di Diego Anemone; si cita ancora nell’articolo l’operazione “Cobra”, indagine su un consorzio oscuro interessato ad appalti nei lavori pubblici del centro Italia (tra cui nel porto di Civitavecchia) che vide coinvolto il padre di Diego, Dino Anemone; non solo “Altro giro, altra impresa. – si continua incalzanti – Eccoci alla Elettrica Leopizzi srl, sul cui ponte di comando siede Marco De Santis, fratello di Fabio, il provveditore alle opere pubbliche finito in galera per Criccopoli (corruzione il capo d’accusa). Una Leopizzi a tutto campo, nel porto di Civitavecchia, capace di aggiudicarsi appalti, con regolarità, ogni anno. Nell’azionariato spicca una presenza, quella di una cooperativa a responsabilità limitata, Conegliano, che fa capo, guarda caso, agli Anemone. Soldi a palate ma ‘zeru risultati’ per una sigla che alcuni anni fa era intenzionata a gestire l’interporto di Civitavecchia, Icpl, con la benedizione di Ercole Incalza, altro protagonista della Cricca”. Si cita anche il nome dell’ex assessore ed ora dirigente Enzo De Francesco, che il giornalista indica come amico di un altro big della cricca, Valerio Carducci legatissimo a sua volta di Moscherini.
Un quadro, quello rappresentato, che può essere interpretato da molti delirante, da altri fantasioso, da altri verosimile, da altri veritiero. Difficile ricostruire e accertare la verità dei fatti raccontati. Ma tantissimi i dubbi che si insinuano nelle nostre menti.

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16 ottobre 2010

Yuzhou, Cina: 37 morti nella miniera di carbone (aggiornamento)

"ANSA: Esplosione in miniera cinese: 21 morti, 16 intrappolati (aggiornamento)
Almeno 21 morti e 16 persone intrappolate. E' il bilancio ancora provvisorio dell'esplosione avvenuta questa mattina in Cina nella miniera di carbone della citta' di Yuzhou, nella provincia centrale dell'Henan. Una squadra di 70 soccorritori si e' precipitata sul posto dopo le notizia dell'esplosione, e in queste ore e' corsa contro il tempo per salvare i superstiti. Le sedici persone intrappolate sarebbero state localizzate, ma le notizie arrivano confuse e non si conosce a quale profondita' siano rimasti bloccati i minatori.

Secondo i media locali, al momento dello scoppio - le 6 del mattino ora locale -

c'erano nel sottosuolo 276 operai, 239 dei quali sono riusciti a mettersi in salvo. Le operazioni di salvataggio vanno avanti da ore, con i soccorritori che stanno combattendo contro tonnellate di polveri di carbone, rischi di frane e un livello altissimo di gas ancora presente all'interno della miniera: il 40%, ha riferito la China Central Television, ovvero 40 volte eccedente il normale livello, stimato attorno all'1%.

La tragedia, l'ennesima che si verifica in Cina, arriva a pochi giorni di distanza dal clamoroso salvataggio di 33 minatori cileni, che hanno trascorso piu' di due mesi sottoterra. La miniera appartiene alla Pingyu Coal & Electric Co. Ltd ed e' lo stesso impianto in cui nel 2008 persero la vita 23 minatori per un incidente analogo. Le morti nel sottosuolo non sono purtroppo un'eccezione in Cina. L'industria mineraria del Paese e' gestita infatti da imprenditori spesso improvvisati che non si curano delle piu' elementari norme di sicurezza.

Lo scorso anno piu' di 2.600 minatori hanno perso la vita in incidenti causati da esplosioni, crolli e inondazioni. Quest'anno, secondo la stampa cinese, il governo ha chiuso d'autorita' piu' di 1600 miniere illegali e ha varato una nuova legge per cercare di responsabilizzare i proprietari delle miniere, obbligandoli a scendere con i propri dipendenti nel sottosuolo e ad effettuare anche personalmente delle ispezioni.

Ma le cose non sembrano migliorare, anche perche' i proprietari, a scendere sottoterra, non ci pensano affatto e spesso mandano al loro posto assistenti o manager. Sono loro cosi' a rimetterci la pelle, come e' successo oggi: due manager sono morti per asfissia in una miniera di rame nella regione autonoma del Guangxi. Hanno perso la vita a 800 metri di profondita', mentre facevano proprio un'ispezione."

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Colombia, due probabili vittime nelle miniere di carbone

ANSA 14 Ottobre
"Due minatori sono intrappolati da oltre 48 ore a circa 60 metri di profondita' di una miniera di carbone colombiana. Ma una nuova esplosione di gas grisu' avvenuta all'alba di oggi, rende ancor piu' difficili le possibilita' di salvarli. Lo rende noto la radio Caracol precisando che sul posto, a Tasco, circa 200 km da Bogota', i soccorritori stanno scavando un tunnel parallelo per raggiungerli, mentre i familiari sperano che si ripeta 'il miracolo del Cile'."

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