No al carbone Alto Lazio

20 giugno 2008

Asian Development Bank: l'espressione "clean coal" ("carbone pulito") è ingannevole


Pochi giorni fa, nel corso del terzo Convegno Annuale "Asia clean energy" della Banca dello Sviluppo per l'Asia (Asian Development Bank, ADB), è passata una mozione per bandire l'uso dell'espressione "clean coal", carbone pulito.
Il vice presidente ADB, Bindu Lohani, a chiusura del Convegno è intervenuto affermando:
"Dobbiamo smettere di usare la locuzione 'carbone pulito', piuttosto chiamiamolo per quello che realmente è: 'more efficient coal'".
Cioè, semplicemente, tecniche per produrre energia col carbone in modo più efficente rispetto al passato. Il che non significa che il carbone sia pulito, anzi.
E' una grande notizia che un'organizzazione influente come l'ADB, giunga ad ammettere che l'espressione "clean coal" sia mistificante, in quanto indica una fonte di energia tra le più sporche e dannose per il pianeta intero.
Fonte originale (Businessmirror.com)

E' superfluo sottolineare che questa considerazione vale anche per le tecniche di produzione energetica utilizzate a TVN. L'ennesima dimostrazione delle balle che politicanti e affaristi ci somministrano giornalmente.

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19 giugno 2008

Sole24Ore: "L'aumento dei prezzi del carbone negli ultimi 12 mesi è sbalorditivo"

"Non conosce tregua la corsa al rincaro delle quotazioni del carbone cif Ara (franco consegna Amsterdam, Rotterdam, Anversa): in maggio si è registrato un incremento del 14,3% sulla media di aprile e anche le prime rilevazioni di giugno confermano il trend, con un'ulteriore crescita del 10% su base mensile.
Le quotazioni, ormai prossime alla soglia dei 180 $/ tonn, segnano un record dopo l'altro e il traguardo dei 200 $ non sembra più irraggiungibile. L'aumento dei prezzi del carbone negli ultimi 12 mesi è sbalorditivo: a giugno 2007 il cif Ara si assestava sui 77 $, mentre un anno dopo il suo prezzo è più che raddoppiato (+127%)" Fonte: Il Sole 24 Ore, vedi qui

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mistificazioni sistematiche sulle conclusioni del Ministero circa l'AIA


Comunicato stampa
Che l’ENEL usasse tutti i mezzi pur di portare acqua al suo mulino, elargendo contributi per ammorbidire la contrarietà al suo progetto da parte degli Enti Locali e, nel contempo, mistificando dati e informazioni per fiaccare l’opposizione delle popolazioni, era cosa nota a tutti.

Che Robilotta, fido scudiero dell’ente energetico, svolgesse la sua funzione istituzionale per garantire interessi particolari quali quelli di ENEL, piuttosto che quelli delle popolazioni, seppur estremamente più grave sul piano etico, era comunque cosa altrettanto nota.
Ma raggiunge il paradossale lo sconvolgimento che entrambe fanno del provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico ad esito della Conferenza dei Servizi circa il riesame del decreto autorizzativo della riconversione a carbone di TVN.
Non corrisponde, infatti, assolutamente a verità che il Ministro Scaiola, pur convinto sostenitore della riconversione a carbone, abbia affermato che l’AIA sarebbe superflua, né tantomeno, come afferma Robilotta ''…..che l'autorizzazione unica rilasciata per la costruzione dell'impianto a carbone e' completa e quindi non c'e' bisogno di un'ulteriori autorizzazioni o di una nuova conferenza dei servizi''.
Ancora una volta a tale metodologia mistificatoria, che dimostra l’inaffidabilità dell’ente energetico e dei fautori della riconversione, contrapponiamo la realtà dei fatti e dei vari atti documentali che, seppur forzando a beneficio ENEL l’interpretazione delle norme, non hanno potuto fare a meno di affermare che: "La prevalenza delle posizioni espresse e la considerazione degli specifici interessi pubblici tutelati da ciascuna Amministrazione porta a ritenere che …si proceda ad un aggiornamento del provvedimento di autorizzazione unica per quanto attiene alla materia dell’AIA, suscettibile anche, come comunicato da codesto dicastero con nota prot. N. DSA -2008-0010465 del 15/04/2008 ….e come ritenuto più opportuno anche d’ARPA Lazio, a poter essere parte di una più esaustiva procedura di rinnovo del provvedimento di AIA."
In particolare la nota in questione sottolinea che: "Sul tema dell’individuazione degli inquinanti, si è rilevata la mancata indicazione nel provvedimento di autorizzazione di alcuni inquinanti ritenuti significativi nell’assetto di esercizio a carbone, con fissazione dei relativi valori limite” e che ” L’aggiornamento dovrebbe intervenire ed avere efficacia con specifico riferimento agli inquinanti ritenuti significativi nell’esercizio della centrale nel suo normale funzionamento con alimentazione a carbone – tra cui certamente l’arsenico, il cloro ed il fluoro, unitamente ai rispettivi composti – entro la fase di avviamento degli impianti nel nuovo assetto a carbone”.
Ed ancora nella conferenza dei servizi “è emerso che il produttore in data 16 aprile u.s. ( a conferenza dei servizi avviata ndr) ha presentato all’APAT il Piano di monitoraggio e controllo” e “che la stessa APAT intende procedere alla valutazione in concreto del Piano in questione, evidenziando anche quali eventuali aspetti dovranno essere recepiti nell’autorizzazione, in quanto non ricompresi in essa”.
E continuando, solo per citarli, si fa riferimento alla necessità di aggiornare l’autorizzazione, sempre in riferimento all’AIA, per quanto riguarda la partecipazione del pubblico al procedimento, cosi come alla necessità di dare seguito agli impegni assunti di riduzione del 30% dei limiti di emissione.
Unica notizia rispondente al vero è la legittimazione dell’ente energetico “a proseguire l’attività … sia per quanto concerne la realizzazione sia per quanto concerne la relativa fase di avviamento…”
Legittimazione che riteniamo non rispettosa della normativa vigente per quanto concerne la fase di avviamento e sulla quale ricorreremo nelle sedi competenti, perché sia chiaro ad ENEL e ad i suoi fautori che le popolazioni non demorderanno nella loro lotta a tutela della salute, dell’ambiente e dell’economia dell’intero Alto Lazio.
Tanto si doveva per amor di verità.
Movimento No Coke Alto Lazio – Civitavecchia

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Civitavecchia: a qualcuno conviene l'emergenza rifiuti

Da trcgiornale.it/news
Tra i tanti nodi irrisolti dalla giunta di centrodestra, riteniamo, in qualità di membri della Commissione Ambiente, quanto mai urgente rimarcare la questione dei rifiuti. Inizia così una nota stampa firmata da Alessandro Manuedda, Vittorio Petrelli e Roberto Bonomo.

“Dopo il dovuto intervento di proroga del conferimento in discarica, inteso come atto propedeutico all’approntamento di soluzioni definitive - scrivono i tre consiglieri comunali - il Sindaco si è impantanato sul caso “pirolisi” obbligando la città ad una pericolosa inerzia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: differenziata inchiodata al 7%, progetto di raccolta porta a porta ad Aurelia definitivamente abortito, gestione fallimentare di Etruria Servizi, discarica comunale con prospettiva di vita di circa due anni. Tale immobilismo - continuano Manuedda, Petrelli e Bonomo - è per noi motivo di grande preoccupazione, laddove appare chiaro che la scelta di procrastinare l’adozione dei necessari provvedimenti in tema di rifiuti rischia di innestare l’ennesima e inevitabile “emergenza”, con la conseguente imposizione di opzioni miracolistiche, tanto remunerative per qualche affarista, quanto nocive per la salute e l’ambiente. Quali, ad esempio, la sventurata ipotesi di bruciare i rifiuti, e non solo i nostri, nella futura centrale a carbone. Al contrario - sottolineano i tre consiglieri comunali - senza dannose perdite di tempo serve perseguire con vigore i tre obiettivi fondamentali individuati già da anni dal Consiglio Comunale: sviluppo della raccolta differenziata, avvio del compostaggio e realizzazione di un impianto di selezione/trattamento dei rifiuti volto al recupero delle materie prime seconde. Nessuno spazio quindi per produzione di CDR, pirolisi o trattamento termico dei rifiuti, né in inceneritori dedicati e né tanto meno in centrali elettriche. In tale ottica - affermano Manuedda, Petrelli e Bonomo - accogliamo positivamente la recente richiesta di finanziamento inoltrata alla Provincia per un impianto di trattamento della frazione organica, finalizzato a produrre compost di qualità. Si tratta in pratica dell’unica idea sensata partorita in materia da questa giunta, peraltro coerente alla programmazione regionale, che è tuttora, però, solo sulla carta. Detto questo, appare tuttavia indispensabile avviare la costruzione del previsto impianto di selezione della frazione secca, finito nel dimenticatoio per la sciagurata vicenda project financing/Beg: un tipo di struttura quanto mai necessaria per recuperare plastica, vetro, carta e quant’altro, che se in passato restituiva comunque un 30% di residui da avviare a discarica, in alcune significative esperienze (prima fra tutte quella di Vedelago, sempre più al centro dell’attenzione nazionale e internazionale) consente oggi di riciclare anche quest’ultima porzione di rifiuti con produzione di composti plastici e di sabbie artificiali per l’edilizia. In sostanza - concludono i tre consiglieri comunali - una soluzione “recupero 100%” a cui guardare con grande attenzione, che permetterebbe non solo la creazione di decine di posti di lavoro e una piena valorizzazione economica del rifiuto (ambientalmente opposta a quella legata all’incenerimento) ma soprattutto di risolvere definitivamente il problema discarica. Una questione che ci sembra di non poco conto”.

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Tarquinia, 19/06/2008 - Consiglio comunale aperto

Tutti i cittadini dei comuni del comprensorio inquinato dalla riconversione a carbone della centrale di Tvn a Civitavecchia sono invitati a partecipare al Consiglio Comunale di Tarquinia, domani, giovedì alle 18.00. La richiesta del consiglio è stata fatta dai consiglieri di minoranza e da un consigliere della maggioranza; il tema è chiaramente il carbone e nella proposta di deliberazione si chiede:

  • la Riapertura della V.I.A (valutazione di impatto ambientale)
  • il Riesame dell' A.I.A. (autorizzazione Integrata ambientale)
  • la Richiesta ufficiale al sindaco Mauro Mazzola di rifiutare l'accordo con Enel per le compensazioni in denaro.
Il presidente del consiglio del comune di Tarquinia ha fissato la data dopo circa due mesi dalla richiesta; ha disposto poi la chiusura agli interventi del pubblico (durante il consiglio i cittadini non potranno prendere la parola, quando, invece, era stato chiesto un Consiglio Comunale aperto agli interventi) infine, nella convocazione ufficiale fatta sui manifesti cittadini, non viene chiarito l'oggetto del consiglio e cioè che si parlerà di carbone. Si nasconde così la verità e non si permette ai cittadini di capire.
D'altro canto i cittadini "non devono capire", visto che circola la notizia che i sindaci stiano ratificando l'accordo con Marrazzo ed Enel. Qualora fosse vero che il sindaco del Comune di Tarquinia stia firmando uno sciagurato accordo per compensazioni in denaro, in cambio del consenso, dovrà necessariamente rispondere delle sue responsabilità. I Consigli Comunali precedenti hanno deliberato all'unanimità il rifiuto alle compensazioni in denaro, con quale autorizzazione o delega viene firmato ora tale accordo? Ciò che desta ancora più sconcerto è che alcuni consiglieri comunali dell'attuale maggioranza, nel dicembre 2005, quando erano in minoranza, abbiano deliberato all'unanimità, durante un Consiglio Comunale Aperto, il rifiuto di ogni tipo di compensazione proveniente da Enel. Vorremmo oggi sapere quando, come, e con quale faccia, si sia provveduto, oggi, a cancellare tale unanime deliberazione o a cambiare idea su di una questione così importante e vitale per la città ed i suoi abitanti. Invitiamo tutti i cittadini del comprensorio inquinato a partecipare al Consiglio Comunale per supportare la causa che ci accomuna in questa battaglia contro il carbone e contro le "coscienze" sporche come lo è il carbone.
Comitato dei Cittadini Liberi

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"Arrakis"


Ci dicevano che l'amianto non era dannoso per la salute, ora conosciamo il prezzo pagato. Erano pazzi quelli che chiedevano attenzione, "allarmisti"...oggi gli allarmisti saremmo noi con il carbone. Ma finché non ci scappano i morti, magari nella propria famiglia, il mediocre non si mobilita. Prevenzione e principio di precauzione sono ancora utopie.
Da Rivistaonline.com:

"Andrea Di Nardo, ventisei anni, ha iniziato a lavorare ad Arrakis mentre si laureava a Milano: poco dopo ha capito che la sua ricerca meritava più di una tesi di laurea un po' sperimentale. Ha esplorato i relitti di molte fabbriche abbandonate nel nord Italia, sepolte e dimenticate tra le sterpaglie, ancora cariche di veleni invisibili: ne ha tirato fuori una breve, allucinata e sconvolgente odissea sul costo umano del progresso industriale del bel paese guidata dalla voce roca di Silvestro, operaio che in fabbrica ha lasciato le corde vocali. "Io sono morto", conclude Silvestro, sopravvissuto ad un tumore devastante che gli ha portato via la laringe, come sono morti i suoi colleghi e amici venuti a lavorare fino all'ultimo giorno per non mandare sul lastrico le famiglie, come sono morti, ignari, tutti quelli che hanno avuto la sfortuna di nascere e crescere accanto ad un altoforno o a un cementificio. "E tutti - grida Silvestro - dirigenti, sindacalisti, proprietari, tutti sapevano".
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Arrakis è un documento forte, scomodo e per nulla scontato: non è l'ennesimo servizio giornalistico d'effetto ma un vero documentario, lirico, che ti costringe a pensare a lungo. Per di più non ha alle spalle costose produzioni: grazie anche alle musiche firmate per l'occasione dal pianista Leonardo Marzagalia e alla voce e alla cetra del corso Xinarca, Arrakis non fa rimpiangere il cinema né tanto meno la televisione mainstream. Per questo Andrea ha dovuto risolvere il problema comune a chiunque abbia autoprodotto un lavoro di qualità: come farlo arrivare al pubblico? Andrea è partito dal basso e ha sfruttato la rete: ha contattato cinquanta bloggers italiani, famosi e non, chiedendo di dare una mano. Così a mezzanotte del dodici giugno quindici blog italiani si sono volutamente oscurati, trasformandosi in player per vedere gratuitamente Arrakis in rete. Ventiquattro ore dopo, grazie al passaparola, i blog oscurati erano diventati trenta. Non si tratta di grandi numeri ma di certo di successo per un'iniziativa che in Italia non ha precedenti, coronata nella notte da una diretta "pirata" dai blog oscurati con la toccante partecipazione di Silvestro. Alla fine Arrakis era stato visto da almeno duemila persone, era passato su Repubblica.it e su Rai News24 ed aveva sollevato un vespaio di commenti entusiasti nella blogosfera. E soprattutto aveva dimostrato la possibilità di fare giustizia sociale attraverso la rete senza passare dai canali tradizionali. Ora, spiega Andrea, Arrakis andrà avanti e sarà presto scaricabile in alta risoluzione (continua al link originale)".

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17 giugno 2008

"Attenti al cellulare"

Da repubblica.it
Secondo i ricarcatori passiamo troppo tempo parlando al telefonino. La prima regola, condivisa da tutti, è: "Niente apparecchio ai bambini". L'appello di un pool di scienziati:

"E adesso spegnete il cellulare" L'appello di un pool di scienziati
PARIGI - Primo, siate brevi: non prolungate le conversazioni al cellulare, i possibili rischi sono proporzionati alla durata delle chiamate. Secondo, siate sintetici: usate gli sms o la email, diminuisce così l'impatto elettromagnetico. Terzo, non abbiate fretta: quando si tratta di comunicazioni professionali, amorose o comunque lunghe, prendete un momento per fermarvi a parlare da un telefono fisso. Quarto, siate prudenti: tranne che in casi urgenti, non date mai un cellulare a un bambino sotto ai 12 anni, gli organi in via di sviluppo sono quelli più sensibili alle onde elettromagnetiche.
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Sono alcune delle regole contenute nel nuovo "codice di condotta" pubblicato ieri da una ventina di scienziati internazionali specializzati nella lotta ai tumori, tra cui l'italiano Franco Berrino e il popolare autore francese del bestseller "Guarire", David Servan-Schreiber. Un appello che non vuole essere un allarme. "Siamo in un momento in cui la ricerca dibatte ancora sui rischi del cellulare" spiega Henri Pujol, presidente della Lega contro i tumori. "Proprio per questo bisogna essere prudenti". Non ci sono prove certe della tossicità dei cellulari, ma quasi tutti gli studi confermano che un'esposizione prolungata favorisce la comparsa di "glioma", ovvero tumori del tessuto del sistema nervoso centrale. I ricercatori però si dividono sull'incidenza di questo rischio: c'è chi lo considera "basso" e chi addirittura pronostica un raddoppiamento dei tumori.
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Certi punti di questo nuovo vademecum sembrano di difficile applicazione, come tenere sempre il cellulare a oltre un metro di distanza dal corpo (perché così l'impatto elettromagnetico diminuisce di cinquanta volte). La raccomandazione sui bambini forse è arrivata già troppo tardi: un bambino su cinque possiede il cellulare alle medie e quattro su cinque al liceo. Altri consigli sono facili da seguire: per esempio, verificare prima di comprare un apparecchio il codice Sar (Specific Absorption Rate) che misura l'assorbimento delle onde da parte del corpo. Minore è il Sar meno, in teoria, ci sono rischi. Altre regole, ancora, suggeriscono una piccola rivoluzione di vita e comportamento: chiamate brevi, niente telefono in treno o in macchina. "Non si tratta di demonizzare il cellulare. Nessuno di noi, tra l'altro, ci ha rinunciato" premette Servan-Schreiber, psichiatra all'università di Pittsburgh.
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Paradossalmente, l'unica cosa certa è che c'è incertezza sulla tossicità dei cellulari. Poche assicurazioni oggi coprono il rischio da onde elettromagnetiche e molti fondi d'investimento hanno richiesto maggiori informazioni sanitarie per misurare l'affidabilità delle società di telecomunicazioni quotate in Borsa. "Il nostro appello - spiega Thierry Bouillet, oncologo all'ospedale Avicenne di Bobigny - si rivolge ai produttori: avrebbero tutto l'interesse a limitare gli eccessi da telefonino".
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Un invito rivolto anche ai governi e ai ministeri della Salute, "troppo spesso conniventi con le lobby dell'industria" scrivono gli scienziati. "Oggi viviamo una situazione simile a quella di cinquant'anni fa, con l'amianto e il tabacco" conclude il documento. Meglio dunque adottare piccoli accorgimenti, sapendo che un rischio per la salute c'è. Se piccolo o grande si scoprirà in futuro.
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(16 giugno 2008)

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"Le scelte energetiche per il futuro dell'Italia": il mondo scientifico italiano si mobilita.



Pubblichiamo integralmente il testo della lettera aperta, inviata al Governo dal comitato scientifico guidato dall'illustre prof. Balzani (Università degli Studi di Bologna), che raccoglie l'adesione di quasi 1400 esponenti del mondo scientifico italiano (clicca qui per il sito d'origine, clicca qui per scaricare il file in formato .pdf della lettera.)

"Uno dei problemi più delicati e più difficili che il nostro Paese ha oggi di fronte è
quello dell’energia; le decisioni che verranno prese a questo riguardo
condizioneranno non solo la nostra vita, ma ancor più quella dei nostri figli e dei
nostri nipoti. Per prendere decisioni sagge su un tema così complesso è necessaria
una forte collaborazione fra scienza e politica.
Siamo un gruppo di docenti e ricercatori di Università e Centri di ricerca e, in
virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione
della letteratura scientifica internazionale, abbiamo sentito il dovere di esprimere
la nostra opinione sul problema energetico con l’appello riportato sul sito:
www.energiaperilfuturo.it
L’appello, sottoscritto da più di milleduecento docenti e ricercatori, sottolinea
l’urgenza che nel Paese aumenti la consapevolezza riguardo la gravità della crisi
energetica e climatica, insiste sulla necessità del risparmio e di un uso più
efficiente dell’energia ed esorta il governo a sviluppare l’uso delle energie
rinnovabili ed in particolare dell’energia solare.
A nostro parere l’opzione nucleare non può essere considerata la soluzione del
problema energetico per molti motivi: necessità di enormi finanziamenti pubblici,
insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri
per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare,
possibile bersaglio per attacchi terroristici, aumento delle disuguaglianze tra paesi
tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari.
La più grande risorsa energetica del nostro pianeta è il Sole, una fonte che durerà
per 4 miliardi di anni, una stazione di servizio sempre aperta che invia su tutti i
luoghi della Terra un’immensa quantità di energia, 10.000 volte quella che
l’umanità intera consuma. Sviluppare l’uso dell’energia solare e delle altre
energie rinnovabili significa guardare lontano, che è la qualità distintiva dei veri
statisti. E’ un guardare lontano nel tempo, perché getta le basi per un positivo
sviluppo tecnologico, industriale ed occupazionale del nostro Paese, senza porre
pericolosi fardelli sulle spalle delle prossime generazioni. E’ un guardare lontano
nel mondo, perché, a differenza dei combustibili fossili e dell’uranio, l’energia
solare e le altre energie rinnovabili sono presenti in ogni luogo della Terra e,
quindi, il loro sviluppo contribuirà al superamento delle disuguaglianze e al
consolidamento della pace.
Saremo ben lieti di mettere a disposizione le nostre competenze per discutere il
problema energetico in modo approfondito nelle sedi opportune.
--
Il Comitato promotore
Vincenzo Balzani (Presidente), Università di Bologna
Vincenzo Aquilanti, Università di Perugia
Nicola Armaroli, Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna
Ugo Bardi, Università di Firenze
Salvatore Califano, Università di Firenze
Sebastiano Campagna, Università di Messina
Luigi Fabbrizzi, Università di Pavia
Michele Floriano, Università di Palermo
Giovanni Giacometti, Università di Padova
Elio Giamello, Università di Torino
Giuseppe Grazzini, Università di Firenze
Francesco Lelj Garolla, Università della Basilicata
Luigi Mandolini, Università La Sapienza, Roma
Giovanni Natile, Università di Bari
Giorgio Nebbia, Università di Bari
Gianfranco Pacchioni, Università Milano-Bicocca
Paolo Rognini, Università di Pisa
Renzo Rosei, Università di Trieste
Franco Scandola, Università di Ferrara
Rocco Ungaro, Università di Parma

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16 giugno 2008

civitavecchia: sulla crisi politica dell'amministrazione Moscherini

Come dicevano i nostri padri, “la farina del diavolo finisce in crusca”. Così oggi la città assiste attonita alle diatribe che scompaginano la “coalizione delle grandi intese”: una coalizione raffazzonata dal grande macchinatore della politica locale quando, tramontato il regno sul porto, incoraggiò la caduta del Sindaco suo predecessore e si insediò al suo posto.
Ma umiliando i percorsi della democrazia si commettono gravi errori. (da centumcellae.it)

Fu un errore solidarizzare con De Sio, uno che da Sindaco aveva dimostrato ben poco affetto per la città gestendo come affar proprio la vicenda più drammatica di questi anni. Fu un errore prendere per buoni gli impegni di personaggi avvezzi a scorrazzare qua e là negli schieramenti politici, alla perenne ricerca di affermazioni personali. Fu un errore vantare capacità di “fare” le cose che la non meglio definita “gente” desidera, al di qua di chiari obbiettivi sociali e politici, di identità riconoscibili, di scelte condivise.
Oggi i conti non tornano e un altro anno è stato letteralmente “buttato” per una città amministrata senza trasparenza e con poca competenza.
Il Sindaco ci mette del suo in questo scempio della politica e della partecipazione. Ne sono recente dimostrazione le infelicissime espressioni da lui adoperate nei confronti dei Consigli di circoscrizione, trattati come organismi inefficienti, inutili, disobbedienti sol perché non più disposti ad assecondare un’Amministrazione cieca e sorda. Grave che il Capo dell’Amministrazione giunga ad auspicare la fine delle Circoscrizioni, i cui rappresentanti, eletti dal popolo, possano essere “gli occhi e le orecchie del Principe”. Grave che perfino il Consiglio comunale, con la connivenza del suo Presidente, venga umiliato e ignorato da un signore arrogante, dimentico di essere Sindaco “pro tempore”. Grave che dalle conferenze stampa si trasmetta la truculenta sicumera di chi abbia il mondo “in gran dispitto”.
E siamo alla sceneggiata dell’azzeramento-rimpasto, un rito proprio delle Amministrazioni traballanti. Quel rito induce in noi più di un sospetto. Ad esempio, l’annunciata scelta di abolire l’assessorato alle politiche ambientali ci sembra coerente con l’obbiettivo, in parte dissimulato, di gestire in proprio la complicata questione rifiuti. Appare chiaro: a) che la raccolta differenziata non interessa al Sindaco: in beffa di alcuni cittadini, il gruppo di volonterosi di “Piazza Pulita”, che si fanno in quattro per avviare in alcune zone della città la vera raccolta differenziata, quella vera, quella “porta a porta”; b) che la realizzazione alla quale Moscherini continua a puntare, la ragione stessa per la quale è stato aiutato ad insediarsi sulla poltrona di Sindaco, è l’inceneritore di rifiuti; c) che anzi rientra nella politica di lungo termine la destinazione di un gruppo Enel a grande combustore di CDR, insieme al carbone: una destinazione non inserita nella convenzione con Enel, ma probabilmente presente in tutti gli accordi “riservati”. Purtroppo per lui, Moscherini incontra opposizioni a quel disegno anche nella sua proteiforme maggioranza, ma quella è la strada che lui, il Podestà al servizio del Potere, intende percorrere. Tanto più ora, quando nella politica di governo e nelle campagne di molti media gli inceneritori sono diventati il toccasana nazionale. Con buona pace della salute dei cittadini e della Costituzione che la garantisce. E in barba alle tecnologie disponibili al servizio del triplice obbiettivo della Raccolta, del Recupero e del Riciclo dei rifiuti indicato nel testo base costituito dal Decreto Ronchi.
Con queste premesse, il vero azzeramento utile sarebbe quello di un programma di governo redatto, ancora una volta, in danno per la città.
I Verdi di Civitavecchia

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Off Topic: capolavori del veltrusconismo

Non fosse che accade nel nostro Paese, sarebbe difficile da credere. Ecco, noi siamo anche questo, oggi. Da Repubblica.it

"Ci sono anche politici che tifano contro il proprio partito
Cracolici, a sinistra in Regione, ha fatto un comizio a favore della Cdl
Sicilia al voto, candidati double-face
Pd in Provincia, Pdl in Comune

di ANTONELLO CAPORALE
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Oggi si vota in 8 Province e 147 Comuni della Sicilia
PALERMO - Il campo di calcio ha una linea orizzontale che lo taglia al centro. Netta, chiara. Anche la politica avrebbe una linea di centrocampo: di qua la destra, di là la sinistra. In Sicilia, e per adesso fermiamoci all'isola, questa benedetta linea non c'è, e se c'è sembra sia a zig zag. Quindi accade quel che non dovrebbe essere possibile... Ecco le nuove figure che compaiono in campo: i politici transgender. Mezzo corpo di destra e mezzo di sinistra.
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Partinico è un paesone purtroppo conosciuto per fatti di mafia. Ha trentamila abitanti, dista poche decine di chilometri da Palermo. Oggi si va a votare come nel resto della Regione (quattro milioni alle urne per una importante tornata amministrativa). A Partinico 382 cittadini hanno accettato di candidarsi. Non sembra più attuale riferire il tasso di incompatibilità (siamo comunque sul cinque per cento) di coloro che non dovrebbero per carichi penali pendenti o altri accidenti, eppure lo fanno.
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Tra i tanti corre anche un militante e sindacalista della Cgil, Salvatore, detto Totò, Bono. Totò ha 35 anni, cura le faccende del patronato, pensioni, invalidità e infortuni, e ha una sincera fede politica. È di sinistra. Ambientalista e di sinistra. Infatti è candidato alle elezioni provinciali con i Verdi, in alleanza con il Partito democratico.
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Bono è uno dei tanti che raddoppia la candidatura: prova anche nel consiglio comunale della sua città di farsi valere. Ma qui è il bello: a Partinico il candidato verde indossa la casacca degli avversari. In poche parole: si è mobilitato, vota e fa votare contro il centrosinistra. "Dottore carissimo, la questione è chiara. Sono consigliere comunale uscente e col mio voto, dico anche col mio, ho contribuito a mandare a casa il sindaco del Partito democratico. Degnissima persona, un vero galantuomo, ma politicamente incapace. Tardo, lento, impacciato. Insomma: improponibile".
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Avendolo mandato a casa, Bono non riesce a capacitarsi su come avrebbe potuto resistere nella compagine d'origine. Anche il fatto che il candidato sindaco del Pd sia diverso da quello defenestrato non gli solletica nessuna riflessione: "Intendiamoci: il nuovo candidato è un altro amabilissimo combattente. Un vero democratico e una persona di grande moralità. Però non mi sembra il caso stare dalla sua parte dopo tutto quel che ho combinato".
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Infatti Bono, candidato multicolore, è l'uno e il suo opposto: giura fedeltà al Pd di Palermo ma tifa e corre con l'uomo che l'Udc candida alla poltrona di sindaco nel suo paese contro il Pd. L'Udc nella realtà siciliana fa parte della maggioranza di centrodestra. E allora? "A Partinico mi candido per far vincere chi ha nel suo programma il tema del lavoro. Anche nel mio c'è il lavoro. E il lavoro non è di destra né di sinistra. A Palermo è un'altra storia".
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Destra, sinistra. Tutto si assomiglia. E se tutto si assomiglia, allora l'impossibile diviene certo. Otto giugno, piazza principale di Polizzi Generosa, provincia di Palermo. Raggiunge il palco il deputato regionale del Pd Antonello Cracolici. Raggiunge quale palco? Dove va Cracolici? In una imperdibile relazione-denuncia inviata in queste ore a Walter Veltroni si riferisce "l'increscioso e inqualificabile comportamento. Cracolici ha tenuto un comizio a sostegno del candidato del centrodestra, in contrapposizione alla lista ufficiale del Partito democratico". La denuncia ha toni drammatici. Fa rilevare che, nientemeno, il candidato a sindaco spernacchiato dal deputato del Pd è il presidente dell'assemblea provinciale del Pd. E dunque l'appello conclusivo, con la richiesta della difesa "dei supremi valori cui deve essere improntato l'impegno politico inteso come missione civica".
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In un grandissimo qui pro quo è incappato persino Raffaele Lombardo. Un suo caro amico e fervente sostenitore, candidato a sindaco di Altavilla Milicia, roccaforte poco distante dal bastione dove re Lombardo opera e guida, gli chiede, per il tramite di un militante di grado superiore, un aiutino. Il presidente, molto sensibile, accetta e puntuale giunge sul palco. Sale e inizia però a stupirsi delle tante bandiere del Pd che lo circondano.
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Tutto è possibile, la Sicilia è la terra del Gattopardo, certo. E però... Quando inizia a parlare voci di popolo lo interrompono. Militanti di Forza Italia e Alleanza nazionale protestano e insistentemente rumoreggiano. Gli ricordano che hanno votato per lui e lui adesso parteggia con quegli altri. Quegli altri chi? "Ma dove mi avete portato?", chiede il frastornato presidente. Scopre che il suo candidato è sostenuto da una lista civica, chiamata Primavera altavillese, e già il nome è un programma. Pd-Rifondazione, l'accoppiata a sostegno del candidato amico di Lombardo. Il lucido conducator siciliano momentaneamente confuso ma non rassegnato con una improvvisa giravolta (che comunque denota vitalità fisica e prontezza di riflessi) si libera dai suoi amici - pro tempore avversari - e lascia il podio. Balzato in strada riconosce e stringe a sé il candidato avversario a sindaco, in realtà suo amico politico, e lo prende al braccio. L'incidente si chiude con una crudele sciabolata che Lombardo infligge al suo staff. E amen.
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Ma la Sicilia è isola nata per stupire. Ad Avola, provincia di Siracusa, si è pensato di non dare scandalo e fare un po' e un po'. Superlativa l'ipotesi messa in campo e poi realmente praticata dal Partito democratico. La prima squadra, chiamiamola Pd-uno, sta in giunta e piuttosto bene, confortando con la sua presenza l'attività del sindaco eletto, naturalmente di Forza Italia, in una vasta coalizione che raggiunge l'Udeur e l'Udc. Il Pd-due invece è sistemato in panchina, insieme ad An, che solo poche settimane fa montava i gazebo insieme a Forza Italia. Avete capito bene e siete confusi più di prima?"
(15 giugno 2008)

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15 giugno 2008

Off Topic: "Il lato chiaro"


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Ogni tanto possiamo permetterci parlare anche di cose che fanno bene all'umanità, oltre alle tante scelleratezze. La mappa (cliccaci per ingrandire) indica come raggiungere il luogo di proiezione del lungometraggio tutto civitavecchiese "Il lato chiaro", un thriller psicologico-esistenziale di preziosa fattura. Per informazioni sul film, VEDI QUI. Per prenotazioni: "Casa del disco", Civitavecchia, oppure chiama il numero 3333664755. Proiezioni tutti i giorni ore 21,30 dal 13/06/2008 al 29/06/2008. Su specifica richiesta è possibile realizzare anche proiezioni pomeridiane (ore 18,00).

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