No al carbone Alto Lazio

24 novembre 2008

"Di Carlo: un assessore alla vaccinara"

Comunicato stampa - riceviamo e pubblichiamo

La mondezza puzza, ma certa politica non è da meno

Fare verde chiede le dimissioni dell'assessore alla casa e ai rifiuti, si schiera contro il monopolio dei privati sui rifiuti e indica la soluzione nella raccolta porta a porta della differenziata.
ROMA, 23/11/2008 - La discarica più grande d'Europa, falde inquinate, aria irrespirabile, raccolta differenziata ai minimi termini, monopolio dei privati nella gestione dei rifiuti, uso di "nuove tecnologie" messe al bando nel resto d'Europa, produzione di diossina, mancanza di centraline, piani d'emergenza e controlli inesistenti.

Questa è la situazione dei rifiuti a Roma, portata all'attenzione nazionale dalla trasmissione Report. Una situazione che Fare Verde denuncia da anni, aggravata oggi dalle incredibili affermazioni dell'assessore regionale Mario Di Carlo.

“Dopo le gravissime affermazioni fatte nel corso dell'ultima puntata della trasmissione televisiva Report” - afferma Massimo De Maio presidente nazionale di Fare Verde onlus - “è inammissibile che l'assessore Mario Di Carlo possa continuare a gestire serenamente la propria delega ai rifiuti nella Giunta della Regione Lazio. In un contesto tragico come quello della gestione dei rifiuti, scoprire che i massimi responsabili pubblici delegano completamente le scelte all'imprenditore privato Manlio Cerroni fa inorridire, ma al contempo spiega la mancanza di qualsiasi politica seria sul problema rifiuti”.

“Le affermazioni di Di Carlo” - aggiunge Claudia Iacobelli, presidente regionale di Fare Verde Lazio - “sono gravissime nella misura in cui prima giustificano l'invio di materiali riciclabili all'incenerimento contro qualsiasi normativa europea e, subito dopo, confermano i propri personali legami con l'imprenditore interessato a bruciare e non riciclare i rifiuti di Roma. Di Carlo sostenendo in modo molto colorito che a bruciare "certo non poteva essere verdura", dimostra la totale inadeguatezza al ruolo che ricopre e fa emergere pesanti interrogativi sul perché la delega ai rifiuti sia stata assegnata a lui e non all'assessore all'ambiente che, di contro, ha recentemente lanciato progetti per la riduzione dei rifiuti.

Un capitolo a parte meritano le dichiarazioni del nuovo amministratore dell'AMA Panzironi che definendo la raccolta porta a porta dispendiosa offre un sostegno alle tesi di Di Carlo e apre la via al tutto in discarica/tutto da bruciare, tesi che fanno felice il monopolista Cerroni, ma non i cittadini romani”.

“Quanto dovremo aspettare,” - conclude Iacobelli - “per vedere Comune, Provincia e Regione costituirsi parte civile nei processi ambientali contro i gestori della discarica di Malagrotta, per avere le centraline e monitoraggi intorno a discarica e inceneritore, per avere amministratori, che si occupano di rifiuti tutelando gli interessi dei cittadini e non favorendo imprenditori privati?

Dopo il sequestro dell'inceneritore di Malagrotta, Roma deve avere il coraggio di aprire una nuova stagione nella gestione dei rifiuti. Per adesso, come segnale positivo, vorremmo vedere le dimissioni di Di Carlo”.


Per Informazioni: Claudia Iacobelli

presidente regionale Fare Verde Lazio

339 7632 885

Leggi tutto il post...

Le illusorie dichiarazioni dell’Enel ed il colpevole silenzio delle Istituzioni

Recentemente l’Enel produzione ha ribadito che ridurrà di un ulteriore 30%, rispetto al decreto autorizzativo alla conversione a carbone di TVN dell’allora ministro Marzano, le emissioni degli inquinanti nell’atmosfera, portando da 3.150 a 2.100 tonnellate l’anidride solforosa e da 390 a 260 tonnellate le polveri, grazie alla “introduzione di nuove migliorie tecniche oggi disponibili sul mercato”.

Tali trionfalistiche affermazioni forse saranno vere per la anidride solforosa, ma non certo per le polveri; si legge infatti nel sito www.enel.it del 12/05/2003 (di cui conserviamo copia): “il trattamento dei fumi sarà affidato ai nuovi filtri a manica che hanno una efficienza del 99,9%” . Forse che lo 0,01% corrisponde ad un abbattimento di 130 tonnellate annue di polveri? Rimaniamo in attesa di una illuminata risposta da parte della Società elettrica che chiarisca questo arcano! Come è possibile inoltre che, di fronte alla affermazione dell’Ente elettrico che nella atmosfera della nostra città verranno immesse 2.100 tonnellate all’anno (5,7 tonnellate al giorno) di anidride solforosa, non si sia udito nessun grido di allarme delle Istituzioni deputate alla salvaguardia dell’ambiente e dalla salute (Sindaco, ARPA, AUSL, Ministeri della Salute e dell’Ambiente)? Forse dobbiamo essere noi a ricordare a questi lacunosi Enti gli effetti deleteri sulla salute di quegli inquinanti?

Affinché nessuno abbia più alcun alibi, rammentiamo per l’ennesima volta che l’anidride solforosa è un forte irritante delle vie respiratorie e che un’esposizione prolungata a concentrazioni anche minime (alcune parti per miliardo) può comportare, congiuntiviti, faringiti, affaticamento muscolare e disturbi anche gravi a carico dell'apparato respiratorio.

È inoltre accertata una sinergia dannosa, in caso di esposizione combinata al particolato dovuta, probabilmente, alla capacità di quest'ultimo di trasportare il biossido di zolfo nelle zone respiratorie profonde del polmone.

Abbiamo quindi l’ennesima dimostrazione che gli interessi economicistici affossano senza alcuna remora etica i diritti inalienabili alla salute psicofisica e alla qualità della vita.

Coordinamento dei medici e dei farmacisti.

23 novembre 2008

Leggi tutto il post...

22 novembre 2008

Il nuovo tentativo di imbavagliare la rete, ad opera di Cassinelli

CASSINELLI, "SCRIVIAMOLA ASSIEME": LA TUA LETTERA DI DIMISSIONI DA NOSTRO DIPENDENTE
Dal blog di Beppe Grillo
L'Italia sta fallendo. Le famiglie arrivano alla terza settimana del mese prima. Due milioni di nuovi disoccupati entro un anno. E le nostre Marie Antoniette, prima Levi (PDmenoelle), ora Cassinelli (PDL) non hanno niente di meglio da fare che lavorare notte e giorno, PAGATI DA NOI, per mettere il bavaglio alla Rete.


Appena Levi ha "dichiarato" di aver ritirato la sua proposta ammazzablogger, ecco che s'avanza Cassinelli con una nuova legge fottiblogger. La differenza è sostanziale. Se Levi ammazzava i blogger, Cassinelli prima li fotte dicendo che li salva e poi li ammazza come spiega l'articolo di Punto Informatico.
Io veramente non capisco più questi politici. A quale punto di esasperazione popolare vogliono arrivare. Riusciranno a trasformare gli italiani in conigli mannari. Le aziende chiudono, i risparmi di una vita sono bruciati, tre assassinati sul lavoro al giorno. Mentre ciò avviene, questi irresponsabili discutono dell'ammazzablogger, di Villari e della sorveglianza RAI. Bisogna chiuderla la RAI insieme a Mediaset. Sono lezzo, CO2 mischiato a menzogne e a interessi privati.
Questa politica è tenuta in piedi dai media. Senza chiude in un giorno. Per questo si preoccupa della Rete e tiene sotto controllo la televisione. Cassinelli, non rompere i co....ni. La Rete non ha bisogno delle tue leggi. Non ha bisogno di nessuna nuova legge. E' in buona salute e sputtana ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo le porcate del tuo partito, di Forza Italia. Non ci rappresenti, nessuno ti ha eletto.
Invito i blogger a lasciare un commento alla proposta di legge di Cassinelli nel suo blog: http://robertocassinelli.blogspot.com o (se i vostri commenti non vengono pubblicati) una mail a: cassinelli_r@camera.it
No all'ammazzablogger. Il mandante ha cambiato nome. Da Levi a Cassinelli, ma si legge sempre Veltrusconi.
Loro non molleranno mai, noi neppure.

Leggi tutto il post...

21 novembre 2008

Umbria, problema "rifiuti": va tutto bene?


Riceviamo e con piacere pubblichiamo un contributo di riflessione di Roberto PIrani (www.buonsenso.info).

-----
10 novembre 2008

In Umbria negli ultimi giorni, è tutto un fiorire di dichiarazioni politiche acriticamente a favore di nuovi inceneritori da piazzare in primis a Perugia.

In una regione prevalentemente agricola dove piazzare industrie insalubri di 1 categoria, a termini di legge è perlomeno complesso, con la possibile violazione del D.gls. maggio 2001, n.228 “Orientamento e modernizzazione

del settore agricolo, a norma dell’art.7 della L.5 marzo 2001, n.57, che fa espresso divieto di allocare in terreni dove si producono prodotti agricoli e alimentari di qualità DOC, DOP, DOCG, IGT, impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti.

L’intero Consiglio regionale così si è espresso, all’unanimità (almeno a quanto è stato pubblicato sui giornali): SI a nuovi inceneritori.

Peccato che i “rifiuti” vadano gestiti, non smaltiti.

Secondo i Sindaci di Terni e Perugia, Locchi e Raffaelli e dell’Assessore ambiente della Regione Umbria, Bottini (tutti del PD ma la scelta è largamente bipartisan) “non c’è altra soluzione”.

Peccato che l’inceneritore di Terni sia concausa di una situazione che non ha permesso neppure di arrivare ai minimi di legge riguardo la raccolta differenziata (45% entro fine 2008 per tutti i Comuni, pena sanzioni) e le stesse persone in carica da anni parlino di “ritardi” come se la responsabilità fosse di altri e non la loro.

Inoltre, è quantomeno politicamente opinabile che colui che a Terni è sotto processo per un inceneritore, non si astenga da chiederne di nuovi, almeno per ragioni di opportunità.

Riguardo alle dichiarazioni dell’assessore regionale Bottini che appaiono a media unificati senza alcuna domanda di merito (esempio quanto costa, chi paga, cosa brucia in un inceneritore etc), si rileva che prima di spendere parole importanti come “partecipazione” l’assessore regionale dovrebbe avere la compiacenza e la responsabilità istituzionale, almeno, di leggere quanto decine fra persone, esperti e associazioni gli hanno fatto pervenire da molti mesi con un lavoro gratuito e collettivo. Un lavoro posto all’attenzione di tutta la politica regionale: nessuno ha posto la questione in termini di “politichese”, bensì di sistema regionale, di corretta organizzazione.

Quello di tanta società civile è un “Piano” coperto finanziariamente, basato sulle migliori esperienze nazionali e internazionali subito replicabili in Umbria (con grandi risparmi complessivi) che il TG3 regionale ha presentato con grande risalto, e che tuttora giace senza alcuna risposta da parte della Regione. Anche solo l’organico sarebbe fondamentale per sviluppare una agricoltura di qualità, traendo da uno scarto, il compost da sistemi di selezione moderni, un vantaggio collettivo.

In questo Piano non c’è spazio per alcun inceneritore, anzi, si prevede la riconversione di quelli esistenti, per ragioni economiche, sanitarie, lavorative e ambientali.
Forse la politica umbra preferisce non entrare nel merito, dal momento che non ha mai accettato un pubblico contraddittorio di fronte a telecamere per dirimere definitivamente la questione.

È comunque notorio per coloro che sono informati sul settore, che l’incenerimento è puramente una truffa già costata alla collettività 53 miliardi di euro dal 1992 al 2007 (documenti pubblici GSE - Ministero delle attività produttive), contro la Direttiva 2001/77/CE, e che non risolve per nulla i problemi bensì li aggrava.

Senza sussidi occulti nessuno costruisce inceneritori, fra tutte le pratiche di trattamento dei “rifiuti” la più immotivata, inutile, costosa e pericolosa.

Ogni altra precisazione è rilevabile anche dal mio sito personale, alla lista documenti (tra cui il doc. con numero di protocollo del GSE, e l’Intero “Piano per l’Umbria”, liberamente scaricabili)
Roberto Pirani
www.buonsenso.info
Esperto in gestione e riduzione di materiali post utilizzo

(la gestione è impossibile col sistema a cassonetto stradale, così si ottiene solo moltissimo e ingiustificato smaltimento. Per coloro che affermano -senza sapere- “che i sistemi di selezione spinta sono attuabili solo in piccoli Comuni”, consiglio di fare un salto a Roma, quartiere di Colli Aniene. O a Novara o al Consorzio Priula a Treviso.

E magari, leggersi il raffronto/studio (dati pubblici) fra i Comuni della Regione Veneto e i Comuni della Regione Lombardia: almeno 6 milioni di abitanti in queste due sole regioni, praticano forme di selezione spinta dei materiali, con elevati benefici tariffari, e anche lavorativi)

NB - Le conclusioni di questo studio:

Raffronto fra Regioni Veneto e Lombardia (2° e 3° in Italia per Raccolta differenziata)

* La raccolta domiciliare con separazione secco/umido, presenta sempre in modo nettissimo i migliori risultati, perché:
* ha la minore produzione di rifiuti;
* ha le più alte rese di raccolta differenziata;
* ha i minori costi procapite del servizio di igiene urbana; (specialmente sopra 50mila abitanti!)

Dott. Natale Belosi Coord. Comitato Scientifico Ecoistituto di Faenza

Si ripete, per chiarezza: non sotto, sopra 50mila abitanti serviti, per ovvie economie di scala.

Anche questo complesso studio statistico è liberamente scaricabile.

I Comuni di Capannori e Ponte nelle Alpi si sono spinti ancora più oltre rispetto alla convenienza ottenuta per campioni statistici: tutto dipende dal mirare il sistema, a sottrarre il quantitativo maggiore possibile di materiali alla discarica (non le mere percentuali di raccolta differenziata, utili ma non sempre esaustive di corretta progettazione del sistema)

In conclusione, uno studio sociologico ad ampio spettro:

* Giorgio Osti, Sociologo all'Università di Trieste:
"IL COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI" (saggio del 2003)

* …"Pare proprio che gli ultimi a convincersi della bontà di forme di selezione spinta, siano le imprese a capitale pubblico (! nds). Se così fosse sarebbe un fatto molto grave, a cui si dovrebbe porre rimedio in sede politica."…



Per un riepilogo della nocività evitabile e i costi sanitari e di previdenza conseguenti, questo VIDEO basta e avanza:
http://video.google.it/videoplay?docid=5036343201869101344
Dott.ssa Gentilini, Isde Italia

Il video parla di fatti, non di opinioni. Se la politica in Umbria ha qualcosa da rettificare, si accetti un confronto nel merito, e prima si valuti il “Piano per l’Umbria”. O almeno, ci si astenga dall’usare a sproposito la parola “partecipazione” fino a quando dalle parole non si passerà ai fatti.

Leggi tutto il post...

"Il sindaco ideale per noi sarebbe quello che dichiara guerra agli inquinatori"

Comunicato stampa del Comitato della Difesa della Maremma Laziale e Toscana

MAREMMA: IL SINDACO IDEALE PER TARQUINIA E MONTALTO DI CASTRO E' QUELLO DI GELA CHE HA DICHIARATO GUERRA AGLI INQUINATORI

Il Sindaco di Gela, Rosario Crocetta che vive sotto scorta, noto per le sue battaglie contro la mafia, ha iniziato un'altra battaglia a fianco dei Consiglieri Comunali e dei cittadini del suo comune. In questi giorni sta predisponendo una corposa richiesta all'Eni per il risarcimento dei danni ambientali che l'inquinamento dello stabilimento petrolchimico ha creato al territorio. In base agli studi del Cnr, del ministero della Salute e dell'Universita' ''La Sapienza'' di Roma, Crocetta ha evidenziato che: ''C'e' l' inquinamento che si vede, come ad esempio il fumo delle ciminiere, e c'e' l'inquinamento che non si vede, che va ad insinuarsi nelle viscere della terra. Questo inquinamento che non si vede impregna l'insalata, si annida nella frutta e penetra nell'organismo umano''. Il Sindaco ha denunciato anche la presenza di mercurio nel latte materno di alcune donne che abitano nel territorio inquinato. Il Sindaco chiede piu' incisivi interventi di bonifica del suolo e del sottosuolo e l'apertura a Gela di un osservatorio permanente del Cnr.

Il consiglio comunale ha intimato all'Eni di non usare piu' il pet-coke come combustibile per produrre energia elettrica, perche' troppo inquinante, e crea gravi danni alla salute ed all'economia del comune e del comprensorio. Il Sindaco, con il sostegno dei Consiglieri Comunali e dei cittadini sta approntando un programma sul territorio denominato con la sigla ''5R'' per ottenere ''Riconversione, Risanamento, Recupero, Ristoro e Risarcimento''.

Invece il programma approntato nel territorio della maremma è quello di a tutto "SI", la nuova sigla dei Sindaci Industriali. E così si creano danni irreparabili che vengono perpretati non solo alla salute, ma a centinaia e centinaia di famiglie ed aziende che vivono con i prodotti della terra.

Comitato per la Difesa della Maremma Laziale e Toscana

Leggi tutto il post...

20 novembre 2008

Nubi nere dalla centrale A.Volta di Montalto di Castro (ed enel nega)

Parliamo di avvenimenti di cui chi scrive è stato più e più volte testimone, come tutti i montaltesi. E' sufficiente intervistare a caso un ragazzo, un pescatore, o chiunque altro abbia frequenti occasioni di passare di notte a Montalto Marina.
Seguono 3 articoli da "Il Tirreno"
"Fumate nere dalla centrale quando cala la sera a Montalto"
"Ho visto quegli sbuffi e li ho fotografati"
"Centrale, la Biagi vuole un’indagine Arpat Il direttore di Montalto: «Non escono fumi dalle nostre ciminiere"


Fumate nere dalla centrale quando cala la sera a Montalto

# MONTALTO DI CASTRO. Quando tutti dormono, dalla ciminiera della centrale di Montalto di Castro, che brucia gas e olii combustibili, si sprigiona «ogni tanto», una fumata densa e nera.
Gli avvistamenti risalgono alla primavera e all’estate scorsa. Ma i residenti della zona si chiedono se non accada anche in inverno, quando, a quell’ora è troppo buio per notare gli inquietanti sbuffi.
Gli ambientalisti della zona, a parlare è Simona Ricotti (nome storico del coordinamento nazionale del Forum e dei movimenti No Coke Alto Lazio), dice che «qui (Ricotti abita a Civitavecchia) tutti pensiamo che casi del genere si verifichino quando puliscono i filtri delle ciminiere, i condotti e le caldaie, con soffiature particolari». Ma Ma l’Enel ha sempre detto che si tratta di una procedura d’altri tempi, superata dagli elettrofiltri autopulenti. «Sì lo so - dice Ricotti - che l’Enel dice questo. Ma come la mettiamo con quelle nubi nere? Di che si tratta?».
E l’Enel risponde: «eventuale colorazione dei fumi, nelle prime ore della mattina, durante i riavviamenti, o le salite di carico dei gruppi, può correlarsi a fenomeni di natura ottica, legati alle posizioni relative di ossevazione; talora viene confusa la fumosità, con la presenza di condense e di vapore acqueo dalle valvole di sicurezza sui tetti di caldaia o della ciminieria, specie durante le prime ore della giornata, o se il tasso d’umidità dell’aria è elevato; le emissioni dei camini sono monitorate continuamente; non è stato rilevato alcun valore anomalo; la centrale ha ottenuto e tuttora detiene la certificazione Emas dal 2002 e invia mensilmente i dati delle emessioni rilevate al camino, e sul territorio, all’Arpa del Lazio; i valori delle emessioni sono sempre state al di sotto dei limiti di legge; dal mese di aprile, sino a novembre, la centrale ha utilizzato solo gas naturale».
Ma gli ambientali continuano a puntare il dito contro le nere fumate. «Prima di tutto - dice Ricotti - gli scienziati assicurano che non esiste filtro al mondo in grado di trattenere le nanoparticelle, le più pericolose per la salute umana, ma questo è un altro discorso. Rimaniamo a ciò che si vede: quando le emissioni hanno un colore particolare è lecito domandarsi cosa ci sia dentro a quel fumo. O no?».
Fa un esempio: «Tempo fa, su Civitavecchia, si è formata un’enorme fumata violacea. L’Enel rassicurò tutti affermando che era solo ruggine e la nube era rimasta sopra al cantiere. È difficile credere che una nube resti del tutto immobile in una zona dove i venti prevalenti, quelli che spingono verso Roma e verso Viterbo e la bassa Toscana, in condizioni favorevoli coprono anche 300 chilometri ogni 24 ore».
E tornando agli sbuffi della centrale di Montalto? L’ambientalista si augura, per sgombrare il campo da ogni dubbio, che «vengano posti limiti alle emissioni diverse dal normale esercizio (avviamento, arresti e guasti) così come stabilito dal decreto ’59 del 2005 che recepisce la direttiva Ipcc, ossia quella che regola le norme dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale)».
B. Z.
#

«Ho visto quegli sbuffi e li ho fotografati»


# MONTALTO DI CASTRO. «Sì, passando in auto vicino alla centrale, ho visto quelle fumate e le ho fotografate». Federico Veo, conferma, senza tentennamenti, che, alle prime luci dell’alba, dalla centrale di Montalto di Castro, spesso, escono sbuffi di fumo denso e nero. Non sa perché. Sa, soltanto, quello che ha visto. E non gli è piaciuto.
Signor Veo, quando ha notato il fenomeno l’ultima volta?
«Durante la primavera e l’estate scorsa».
A che ora?
«Circa alle 4 del mattino».
Cosa ha visto di preciso?
«Ho notato sbuffi di fumo denso e nero che, durante il giorno, non si vedono».
Come fa ad essere così sicuro che questo fenomeno si verifichi solo di notte?
«Semplice. Abito a poca distanza, nella zona di Tarquinia. La centrale di Montalto di Castro la vedo dal mio terrazzo e le posso assicurare che, né io, né mia moglie, abbiamo mai visto fumate nere nelle ore diurne».
Da quanti anni le capita di avvistare queste fumate nere all’alba?
«Almeno da quattro anni».
E le vede spesso?
«Ogni tanto. Non saprei dire con quale frequenza. Ma che capita, questo è certo, perché le ho viste coi miei occhi e con quelli del mio cellulare. Così come è altrettanto certo, perché è sotto gli occhi di tutti, che, spesso, al mattino, il cielo su Montalto di Castro e su Civitavecchia non è azzurro, ma di un colore che varia tra il giallo e il marrone. Non sono un esperto, non ne conosco le ragioni; sono un cittadino qualsiasi che, assistendo a questi fenomeni, non si sente tranquillo e se ne dispiace anche per chi vive nella bassa Toscana».
Perché?
«Perché ho visto il vento spingere il fumo nero della centrale di Montalto di Castro verso il sud della Toscana, una zona che ha terreni ben coltivati e colture pregiate. Non so se quelle fumate nere sono pericolose per la salute, ma se lo fossero, non mi sembrerebbe giusto che anche la Toscana debba sorbirsi ciò che accade nel Lazio. Sono convinto che non possiamo, non dobbiamo, stare zitti e fermi. Ci sono dovute spiegazioni sulle cose che riguardano la nostra salute e l’ambiente in generale».
E lei cosa fa per ottenerle queste spiegazioni?
«Come tanti altri ho deciso di far parte del Comitato Cittadini Liberi di Tarquinia, uno dei comitati che aderisce al coordinamento contro il carbone. Ma, soprattutto, racconto ciò che vedo e, quando posso, fotografo».
B.Z.
#


Centrale, la Biagi vuole un’indagine Arpat Il direttore di Montalto: «Non escono fumi dalle nostre ciminiere»


#
CAPALBIO. «Non ho avuto nessuna segnalazione, almeno sinora, di fumate nere che uscirebbero dalle ciminiere della Centrale Enel di Montalto in ore notturne. Comunque intendo chiedere ufficialmente un controllo da parte dell’Arpat, in modo da verificare se le segnalazioni fatte dal signor Federico Veo trovino davvero riscontro in situazioni che potrebbero essere preocupanti per gli abitanti dei territori a cavallo fra Lazio e Toscana». Il sindaco di Capalbio, Lucia Biagi, appare decisa. Anche se fino a questo momento non c’è nulla di ufficiale, il sindaco è sicuro: «Faremo comunque i nostri monitoraggi e chiederemo delle spiegazioni ufficiali». D’altra parte «i problemi della Centrale di Montalto sono storici - riflette il sindaco - e seppure il Comune di Montalto si è preso ogni vantaggio lasciando agli altri solamente i rischi, noi non intendiamo stare a guardare».
Sono più di quarant’anni che la Centrale di Montalto rappresenta, per Capalbio, un nervo scoperto e la gente della bassa Maremma è molto diffidente nei confronti di questo che venne definito a suo tempo un veo e proprio «mostro».
Assicurazioni assolute vengono invece dalla Centrale. E’ lo stesso direttore, ingegner Marco Favilla, che abbiamo contattato ieri per telefono, a smentire qualunque ipotesi di rischio».
«Niente da preoccuparsi. - dice Favilla - La combustione genera vapore acqueo e la mattina, in presenza di umidictà e di temperature fredde, si genera vapore che è bianco, e qualcuno lo confonde con il fumo. Niente di più. Purtroppo qualcuno si allarna troppo facilmente».
«Noi - aggiunge il ridettore - bruciamo gas naturale nella nostra centrale, e non c’è neppure la possibilità di fare fumo». Tutti tranquilli dunque? Il sindaco Biagi chiederà comunque l’intervento dell’Arpat. Poi vedremo.
C.B.
#

Leggi tutto il post...

Gli OGM mettono a rischio la fertilità?

Da Greenpeace.it
"Roma, Italia — Un’alimentazione a base di organismi geneticamente modificati potrebbe compromettere la capacità riproduttiva.
E’ quanto sostiene uno studio pubblicato dal governo austriaco, di una delle pochissime analisi di lungo termine mai condotte sul tema. La fertilità dei topi nutriti con mais OGM ne è risultata molto indebolita, rispetto a topi alimentati con alimenti naturali. Considerando la gravitá delle potenziali minacce riguardo la salute e la riproduzione umana, Greenpeace chiede il ritiro di tutti gli alimenti e i prodotti OGM dal mercato mondiale.


Lo studio, commissionato dal ministero austriaco per l’Agricoltura e la Salute, é stato presentato dal Dott. Jürgen Zentek, professore di medicina veterinaria presso l’Universitá di Vienna e coordinatore del progetto. Queste le scoperte: i topi nutriti con mais OGM hanno dato vita ad una prole nella terza e quarta generazione ridotta di numero e di peso, e tali differenze sono statisticamente rilevanti. I topi alimentati con mais non-OGM si sono riprodotti in modo piú efficiente.

“Il cibo OGM sembra agire come agente di controllo delle nascite, portando potenzialmente alla sterilità. Se questa non é una ragione sufficiente per chiudere completamente l’industria agroalimentare biotech una volta per tutte, non so che altro genere di disastro stiamo aspettando.- afferma Federica Ferrario, responsabile campagna OGM di Greenpeace Italia- Giocare alla roulette genetica con il nostro cibo é come giocare alla roulette russa con consumatori e salute pubblica”.

Di proprietà della Monsanto, la varietá di mais OGM (NK 603 x MON 810), testata in questo studio, é tollerante ad un erbicida e resistente ad un determinato parassita. É stato approvato per la coltivazione e l’uso come alimento in diveri stati, fra cui USA, Argentina, Giappone, Filippine e Sud Africa. In Europa e in Messico, é autorizzata per l’uso in alimenti e mangimi.

“L’Efsa ha dato luce verde per un OGM che ora é dimostrato essere una potenziale minaccia per la salute. Come é possibile affidarsi esclusivamente ai dati della Monsanto e dare l’ok all’autorizzazione? Il panel OGM dell’Efsa dovrebbe essere sospeso immediatamente e sostanzialmente riformato fino a quando sará realmente in grado di di valutare i rischi connessi agli OGM. L’Efsa dovrebbe trasformarsi in una agenzia che protegge i consumatori e non gli interessi economici della Monsanto.” conclude Ferrario.

Greenpeace chiede agli stati membri di attivare immediatamente le clausole di salvaguardia nazionale e il divieto all’importazione per il mais NK603 x MON810, l’ NK603 il MON810. Chiede che l’Unione europea sospenda tutte le autorizzazioni di prodotti OGM."

Leggi tutto il post...

19 novembre 2008

Acqua pubblica, riprendiamoci il futuro!

Acqua pubblica, riprendiamoci il futuro!

21 Novembre 2008
ASSEMBLEA del COORDINAMENTO NAZIONALE degli ENTILOCALI per L’ACQUA PUBBLICA
Roma - Sala della Pace dellaProvincia, ore 15.00-18.00 - Aprilia (LT)


22-23 Novembre 2008
SECONDO FORUM ITALIANO dei MOVIMENTI per l’ACQUA

Per informazioni:
www.acquabenecomune.org
Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Tel. 06.68136225
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org

Leggi tutto il post...

mancata partecipazione del pubblico al procedimento AIA e la non riduzione del 30% di emissioni dovuta da ENEL spa

Comunicato stampa

"Centrale a carbone di Civitavecchia: i comitati dei cittadini denunciano la mancata partecipazione del pubblico al procedimento AIA e la non riduzione del 30% di emissioni dovuta da ENEL spa."

I rappresentanti dei comitati dei vari comuni inquinati dalle centrali, riuniti nel Movimento No Coke Alto Lazio, ed il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia hanno denunciato, con una lettera aperta ai Ministeri Ambiente e Sviluppo Economico ed agli enti locali, il mancato rispetto della partecipazione del pubblico al procedimento di AIA per la centrale ENEL di TVN, opportunità che la legge europea ha voluto dare alle istituzioni e ai comitati dei cittadini come strumento di democrazia e partecipazione con lo scopo di tutelare il territorio e gli abitanti delle comunità limitrofe. I cittadini, nella lettera, evidenziano anche “il mancato impegno alla riduzione del 30% dei limiti di emissioni, come formalmente assunto dalla società ENEL verso il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Lazio, la Provincia di Roma ed i Comuni di Civitavecchia, Tarquinia, Santa Marinella, Tolfa e Allumiere. Chiedono con forza alle istituzioni di farsi garanti di quanto previsto nel provvedimento finale del Ministero dello Sviluppo Economico emesso ad esito della verifica della conferenza dei servizi e degli accordi da loro stesse sottoscritti. La riduzione delle emissioni non cambia la pericolosità dell' impianto, -sottolineano i cittadini - ma l'impegno disatteso dalla società elettrica rappresenta un’ ulteriore dimostrazione dell’arroganza con cui l’Ente Energetico si rapporta con le popolazioni, il territorio e le istituzioni che lo rappresentano. Altrettanto grave è l’assenza di reazione dei rappresentanti degli Enti locali, firmatari degli accordi con Enel, al mancato rispetto degli impegni assunti in tale sede; reazione che maliziosamente pensiamo sarebbe stata di ben altro segno se l’impegno non rispettato fosse stato quello economico. La definitiva resa dei primi cittadini a tutelare la salute delle popolazioni rappresenterebbe un danno immediato ed irreversibile per questa terra. Siamo certi che con il vostro silenzio sulle questioni rappresentate non vorrete rendervi complici dell’ennesimo sopruso nell’iter autorizzativo di TVN che, naturalmente, sarà nostra cura evidenziare nelle opportune sedi giudiziarie nazionali ed europee. Convinceteci – concludono- che non avete svenduto la nostra terra, la nostra salute e le nostre stesse vite per quattro sporchi denari.”

Comitato dei Cittadini Liberi
Movimento No Coke Alto Lazio

cittadiniliberi@yahoo.it

http://cittadiniliberi.blogspot.com/

www.nocoketarquinia.splinder.com

nocoketarquinia@yahoo.it

Leggi tutto il post...

"Analisi statistica dei dati di mortalità e morbilità a Civitavecchia"

Comunicato del Coordinamento dei medici e dei farmacisti di Civitavecchia.

Sulle pagine dei giornali locali, il 15.11.2008, è comparso un articolo sull’Analisi statistica dei dati di mortalità relativi all’area di Civitavecchia, riferiti al periodo 1981/2001.

Il contenuto fuorviante di tale articolo ci obbliga a valutazioni critiche articolate e puntuali.


1° Quando, nel 1999, ENEL Spa iniziò l’iter per ottenere l’autorizzazione alla conversione a carbone di TVN, si rivolse, per una consulenza di parte, agli epidemiologi dell’Università de L’Aquila affinché si valutasse l’impatto sanitario sulla popolazione del polo energetico più concentrato d’Italia (7000 MW). Gli epidemiologi universitari conclusero asserendo che non esisteva nel nostro territorio un surplus di patogeneticità (morbilità e mortalità) riferibile agli inquinanti emessi dalle varie fonti energetiche con particolare riferimento agli opifici energetici.

Già questa conclusione apodittica suscita perplessità perché nessuno poteva conoscere, negli anni 1981/2001, quale sarebbe stata l’analisi ISTAT in quanto non ancora resa pubblica.

2° Quando, poi, le Commissioni Wegner e Fara-Giovannozzi-Naso, nominate dal Comune di Civitavecchia, espressero un cauto (e fumoso) nulla osta alla riconversione a carbone di TVN, avanzarono anche più di un dubbio sull’esistenza e sull’incremento dei danni alla salute e all’ambiente, asserendo che tali danni si sarebbero manifestati in un prossimo futuro, stante il lungo periodo di latenza dei processi oncologici.

Le Commissioni consigliarono di attivare una catena preventiva di Medici sentinella che avrebbero dovuto segnalare ogni evento patologico attribuibile all’azione degli inquinanti da combustione di fossili.

3° Gli studi clinico-statistici condotti da équipes private (Conti Curzia di Civitavecchia ed epidemiologi del Policlinico Gemelli di Roma) e pubbliche (Osservatorio Epidemiologico della Regione Lazio) evidenziarono una morbilità specifica respiratoria, tumorale e degenerativa, in aumento nel nostro hinterland. Tali dati allarmanti furono recepiti nella V.I.A. e trasfusi nel Decreto Marzano… ma nessun Ministero si assunse l’onere di bloccare l’iter autorizzativo… e l’ENEL iniziò i lavori di riconversione a carbone.

4° Durante i confronti pubblici tra i consulenti epidemiologi dell’ENEL (rappresentati sempre dagli esperti dell’Università de L’Aquila) e i nostri esperti, mai fu esibita documentazione scientifica a favore delle tesi minimalistiche dell’Enel. Invece i dati epidemiologici allarmanti forniti dai nostri consulenti (anche in sede giudiziaria quali CTU nominati dal Tribunale di Civitavecchia) non hanno mai subito smentite da parte di Istituzioni Pubbliche regionali o nazionali.

5° I dati ISTAT di mortalità relativi alla nostra area geografica si riferiscono alla situazione esistente nel 1988/2001. Ebbene: in quel periodo il polo energetico Enel (Torre nord e Torre sud) era sicuramente fonte d’inquinamento ma il porto era in fase di graduale crescita e anche la quota di inquinamento autoveicolare e da riscaldamento domestico era in rapido incremento. Quindi: attualmente le fonti d’inquinamento sono esponenzialmente aumentate e aggressive sull’ambiente e sulla salute.



6° I dati ISTAT si riferiscono alle cause di morte dedotte dai certificati stilati dal Medico che constata il decesso. Ebbene: quando il paziente muore nei nosocomi romani o altrove NON viene computato nell’area statistica di Civitavecchia per cui i dati elaborati dai tecnici aquilani vanno corretti e rivalutati statisticamente.

7° Siamo tuttora in attesa del Registro locale dei tumori che traccerà l’andamento diacronico delle patologie neoplastiche (senza possibilità di errori od omissioni dei dati statistici e storici)… ma stiamo incontrando ostilità, veti e incomprensioni.

Concludiamo. Le tesi trionfalistiche degli esperti aquilani vanno retrodatate al 1981/2001 e non riferite alla situazione attuale che è totalmente mutata.

Per ulteriore informazione corretta e trasparente stigmatizziamo che:

* manca un programma di rilevazione e monitoraggio degli inquinanti (l’ARPA non funziona! il Comune latita! la Procura sembra indugiare… );
* manca una puntuale informazione alla cittadinanza sui tempi e i modi di avvio della nuova centrale a carbone;
* non sono rispettate le clausole dell’Accordo Pincio-Enel (interramento dei tralicci e creazione d’un bosco che attenui le emissioni di CO2);
* il tavolo della salute è inattivo da tempo e i Sindaci del comprensorio, beneficiari di compensazioni miliardarie, contano i trenta denari… in attesa del triste conteggio dei malati e dei morti per inquinamento!

Il Coordinamento dei medici e dei farmacisti di Civitavecchia.

16 novembre 2008

Leggi tutto il post...


Free Blogger

Leggi tutto il post...

9 novembre 2008

Operazioni di scarico del carbone irregolari. L'insulto sistematico di enel alle nostre popolazioni

Nota stampa dei verdi Civitavecchia sull'arrivo della prima nave carboniera a TVN. Clicca qui per leggere gli altri commenti sull'accaduto.

Le promesse di Enel – proprio come le bugie – hanno le gambe corte. E i cittadini di un territorio occupato sono nuovamente ingannati.

Che le operazioni di svuotamento delle navi carboniere e di trasferimento del carbone sarebbero avvenute in totale sicurezza (nastri trasportatori completamente chiusi e stoccaggio nei carbonili “dome” altrettanto sigillati) era fino a ieri una delle affermazioni di propaganda alle quali Enel affidava la propria credibilità, nell’ambito della falsa tecnologia del “carbone pulito”. La notizia di ieri – arrivo della prima carboniera e suo scarico attraverso tramorge, gru e camion – smentisce puntualmente anche quella minimale promessa.

Come volevasi dimostrare. Ad Enel la salute dei cittadini non interessa più di tanto, abituata com’è a contare sulla compiacenza di governanti che appaiono, come direbbe Berlusconi, “appecoronati”.

Soltanto un Sindaco che non fosse pesantemente “obbligato” nei confronti di Enel potrebbe fermare questo ennesimo schiaffo ai patti conclusi. Avrà la forza di farlo il sindaco Gianni Moscherini?

Quanto al Governatore del Lazio, ricordiamo bene l’impegno da lui dichiarato nella triste “inaugurazione” della contestata centrale il 30 luglio scorso: Marrazzo giurò che non avrebbe fatto sconti a nessuno, in tema di tutela della salute dei cittadini del nostro comprensorio. Pensiamo alludesse ad Enel, ovviamente. Non vorremmo scoprire, al contrario, che in questa circostanza, volgendo lo sguardo dall’altra parte, egli finga di non vedere, non ricordare e realizzi di fatto un primo forte “sconto” su una grave infrazione dei patti da parte di Enel…

I Verdi di Civitavecchia – 8 novembre 2008

Leggi tutto il post...

6 novembre 2008

La Frasca: esiti dell'incontro Ciani - Associazioni ambientaliste

"Si è svolto il 3 ottobre scorso, presso la sede dell’Autorità Portuale, l’incontro tra le Associazioni ambientaliste WWF, Italia Nostra e ForumAmbientalista, e il Presidente della Autorità Portuale, Fabio Ciani, per discutere del futuro della Frasca, degli irrazionali progetti di cementificazione, di cui talvolta si sente parlare, del Terminal Cina e dell‘istituzione del Monumento Naturale sul sito in questione.

Il Presidente Ciani ha ribadito l’impegno dell'Autorità per la tutela del Sito, la ferma contrarietà ad ogni ipotesi di cementificazione ed ha confermato l’individuazione della centrale di Torrevaldaliga Nord come limite naturale allo sviluppo del porto, dichiarando fermamente come le ipotesi di realizzazione di un fantomatico Teminal Cina per lo scarico di container è un'idea priva di qualunque fondamento tecnico ed inutile per lo sviluppo dello scalo commerciale di Civitavecchia.

Per la realizzazione del porticciolo turistico chiarissima è stata la posizione del Presidente che non intende avallare alcun progetto che interferisca con l'area della Pineta e la costa rocciosa e bassa de La Frasca e preveda cubature commerciali di vario tipo, ribadendo l’intento di dare assenso solamente ad un approdo con strutture amovibili a servizio dei diportisti locali, da localizzare in
corrispondenza dell'area industriale di Torre Valdaliga, e non oltre.

Il presidente Ciani ha infine illustrato il progetto, in fase di perfezionamento, di riqualificazione ambientale della Frasca che, in sintonia con gli indirizzi di Regione e Arsial, è articolato con un sistema di opere a verde e la messa a dimora di specie arboree ed arbustive coerenti con i caratteri fitoclimatici locali.

Fondamentale, infine, il riconoscimento, e il relativo parere positivo, da parte del Presidente, circa l'istituzione del Monumento Naturale quale strada perfettamente compatibile ed anzi necessaria per lo sviluppo razionale del Litorale Nord, al fine di garantire la fruibilità dell’area a TUTTA la cittadinanza ed evitare, in futuro, che l’area ritorni al degrado in cui l’incuria, più o meno voluta, l’ha gettata in questi anni.
"

Leggi tutto il post...

1 novembre 2008

Contratto Enel - Mazzola

Comunicato stampa del Comitato dei Cittadini Liberi
"Apprendiamo dai mezzi stampa che il sindaco Mazzola ha presentato ai capogruppo della maggioranza il contratto privato stipulato da Enel S.P.A. con il comune di Tarquinia per poi convalidarlo davanti alla giunta.


Mazzola non lo sa ma l’accordo è saltato, Enel lo ha già trasformato in carta straccia. Uno dei cardini dello scambio tra il diritto d’inquinare in contropartita delle compensazioni, era la riduzione di un terzo di alcuni degli inquinanti, non solo promessa ma oggetto di un impegno, formalizzato nell’accordo quadro Enel-Sindaci e nel documento finale della Conferenza dei Servizi che si è svolta a primavera presso il Ministero dello Sviluppo Economico, conclusa con la decisione del riesame dell’ A.I.A.della centrale a carbone di TVN.

Pochi giorni fa Enel ha richiesto il riesame e nei documenti forniti da Enel non c sarebbe traccia della riduzione degli inquinanti promessa. Per il Comitato dei Cittadini Liberi, che ha la presunzione di agire anche per conto di quanti sono distratti o soggetti alle pressioni del potere, non cambia molto, perché con le emissioni nei limiti di legge si muore lo stesso.

La mancata riduzione è un fatto gravissimo, che chiama in causa direttamente non solo il Sindaco Mazzola ma anche i Consiglieri Comunali

Valga un esempio molto concreto per comprendere che cosa significhi la loro resa: in questo momento è in corso anche il riesame dell’AIA della centrale di Torre Valdaliga Sud di Tirreno Power che ha chiesto di continuare a bruciare gas e olio combustibile.

Sia Enel che Tirreno Power hanno proposto un limite d’emissione dell’arsenico di 0,5 milligrammi per metro cubo ma le due ciminiere sono praticamente una, perché quasi attaccate e quel limite per noi diventa 1 milligrammo.

Significa che uno dei due impianti è fuori legge e non dovrebbe essere autorizzato. Visto che Tarquinia sarà colpita dalla quota massima d’inquinamento per effetto, sia della tipologia del filtraggio che dell’altezza della ciminiera di TVN, a cui per gli stessi motivi si sommerà anche una parte significativa degli inquinanti di Montalto.

Ci spieghi ora, il signor sindaco, che cosa vuole monitorare, se dobbiamo morire tutti!
Se arriverà fino in fondo ad onorare i suoi obblighi, assunti non certo nei confronti dei suoi concittadini, è bene che investa i soldi delle compensazioni per ampliare il reparto di oncologia dell’ospedale . Non è una battuta spiritosa! Ricordiamo, inoltre, che la maggioranza si è mossa a "botte" di maggioranza.

L'ammontare della cifra destinata come riconoscimento del danno è ridicolo paragonato alla gravità di quanto causato e di quanto Tarquinia e i suoi cittadini saranno costretti a subire. Il contratto e' stato scritto dalla stessa mano di Ene?

Ricordiamoci di chi a Brindisi ha provocato la non coltivabilità dei terreni e ricordiamoci le condanne di amministratori e dirigenti che hanno gravemente e pesantemente inquinato Porto Tolle, con seri danni alla salute dei cittadini. Nella clausola posta per l’interruzione del contratto si ammette già che i danni ci saranno. Per noi vale la pubblica promessa che quando gli verranno sottoposti dei dati allarmanti si dimetterà perché avrà dimostrato che i cittadini avevano ragione."

Comitato dei Cittadini Liberi http://cittadiniliberi.blogspot.com/

Comitato No Coke Alto Lazio www.nocoketarquinia.splinder.com nocoketarquinia@yahoo.it

Leggi tutto il post...

27 ottobre 2008

7 novembre 2008, Tarquinia: assemblea pubblica.

Comunicato del "Comitato dei Cittadini liberi" - Tarquinia
"La nostra associazione ha indetto un incontro pubblico per discutere alcuni temi di interesse generale, con particolare riferimento al settore dell’agricoltura e dell’ambiente.

Vi invitiamo pertanto a partecipare alla riunione che si terrà Venerdì 7 novembre 2008 alle ore 17.00, presso la sala riunioni della Coop. Pantano (g. c.).

Saranno presenti gli on. Roberto Musacchio e Francesco Aita, i parlamentari europei che si stanno interessando direttamente dei problemi che più ci riguardano da vicino.

L’on Musacchio riferirà sull’andamento delle procedure per la petizione popolare riguardante il carbone, presentata al Parlamento Europeo.

L’on. Aita si occuperà delle agevolazioni in agricoltura concesse dall’Unione Europea.

E’ gradita la Vostra presenza.

Tarquinia, 25 ottobre 2008

Il Comitato dei Cittadini Liberi

Leggi tutto il post...

ILVA - Taranto. Il ministero rimuove i tecnici che indagano sull´inquinamento, la Puglia protesta.

Da Repubblica.it
"Sul loro tavolo c´era il futuro del più grande stabilimento siderurgico
d´Europa, l´Ilva di Taranto. E la salute di centinaia di migliaia di
cittadini. Avrebbero dovuto decidere, infatti, se concedere o meno alla
fabbrica l´Autorizzazione integrata ambientale (Aia), una carta necessaria
per la prosecuzione dell´attività. Invece, non decideranno nulla. Il
ministro dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo, li ha rimossi: al loro
posto ha nominato tecnici di sua fiducia. «Una decapitazione del sapere
tecnico-scientifico che dà forte ragione di inquietudine» attacca il
presidente della Regione, Nichi Vendola.

Che a questo punto ha deciso di fare da solo: nelle prossime settimane il
governatore presenterà infatti al consiglio regionale una legge che
imporrà all´Ilva, così come a tutte le altre aziende che producono in
Puglia, la riduzione delle emissioni inquinanti. «Stabiliremo un
cronoprogramma: più passa il tempo - dice Vendola - e più dovranno
tagliare. Altrimenti saremo costretti a farli chiudere».
La decapitazione ministeriale dei tecnici è stata scoperta dai pugliesi il
15 ottobre. «Convocati a Roma ci siamo trovati davanti il nuovo presidente
del nucleo di coordinamento scelto dal ministro Prestigiacomo - spiega
l´assessore all´Ambiente, Michele Losappio - Stranamente, più volte e con
grande enfasi, ha voluto sottolineare come le emissioni dell´Ilva siano
tutte nei limiti dell´attuale normativa nazionale». «Per la prima volta
poi - continua il direttore regionale dell´Arpa pugliese, il professor
Giorgio Assennato - al tavolo c´erano anche i tecnici dell´azienda».
«Insomma l´aria sembra cambiata, almeno al ministero» dice invece Vendola,
proprio lui che appena insediato aveva fatto proprio un piano industriale
d´accordo con la famiglia Riva. L´Ilva effettivamente ha speso 300 milioni
di euro per modernizzare gli impianti e ha dimostrato la possibilità di
ridurre le emissioni. «Non ha mantenuto però molti degli impegni presi -
continua il governatore pugliese - E soprattutto nel piano presentato al
Ministero parla di riduzioni delle emissioni di diossina molto lontane
rispetto alla nostra pretesa: indicano limiti tre volte superiori rispetto
a quelli che noi chiediamo». Ecco perché la Regione Puglia ha già
annunciato che se le carte in tavola non cambieranno, esprimerà parere
negativo al rilascio dell´Aia. Ma il parere non è vincolante. Da qui la
decisione di intraprendere la strada della legge regionale. «Qui si vuol
far credere - spiega ancora il presidente pugliese - che in realtà non c´è
niente da fare. Che o c´è la fabbrica con tutti i suoi veleni, o c´è una
salubrità mentale assediata dalla disoccupazione. Ci si mette davanti
all´opprimente aut aut che o si muore di cancro o si muore di fame. Invece
investendo nelle tecnologie quelle riduzioni possono arrivare. In caso
contrario, meglio una vita da povero che una morte sicura». L´Ilva negli
ultimi quattro anni ha prodotto utili per 2,5 miliardi. «E approfittando
del vantaggio competitivo che deriva dal non avere i rigori normativi di
altre aree d´Europa farà sempre più utili» dice Vendola. «In qualsiasi
parte d´Europa, Slovenia esclusa, l´Ilva fosse stata, avrebbe dovuto
chiudere o abbassare le emissioni» spiega il professor Assennato.
«Soltanto in Italia esiste una legge con dei limiti così alti». Il governo
pugliese, in più riprese, ha chiesto di cambiare quella norma sia al
governo di centrosinistra sia a quello di centrodestra. «Mai abbiamo avuto
risposte. E ora mi trovo con i dirigenti cambiati, con Emilio Riva, il
padrone dell´Ilva, come socio della Cai e sempre lui come principale
beneficiario della processione anti Kyoto del governo Berlusconi. Io ho il
dovere di mettere tutti gli interlocutori di fronte alle proprie
responsabilità».
Questo scontro istituzionale arriva dopo un altro, violentis- mo, avvenuto
quest´estate. Per motivare la richiesta di diminu- zione degli inquinanti,
e in particolare del benzoapi- rene, l´Arpa pugliese aveva allegato una
serie di analisi dell´Uni- versità di Bari. Soltanto da due anni, infatti,
l´Agenzia regiona- le per l´ambiente sta monito- rando l´Ilva. Il
direttore regiona le del ministero, Bruno Agrico- la, ha sostenuto che «le
campagne effettuate non pos sono essere ritenute valide». I criteri di
rilevamento, nel 2005 e nel 2006, non avrebbero rispettato quanto previsto
da una legge del 2007. In sostanza, avrebbero dovuto prevedere il futuro."

Leggi tutto il post...

In vendita l'acqua, bene pubblico.

Leggi l'articolo di Peacelink.

Leggi tutto il post...

Scandalo Cossiga



Intervista di A. Cangini (23/10/2008) al Senatore Francesco Cossiga. Un documento che andrebbe fatto leggere in ogni scuola. Clicca qui.

Leggi il commento di Beppe Grillo, in "Cossiga fuori dal Parlamento".

Demenza senile? Sadismo, arroganza, ostentazione di potere? Oppure una bomba contro il modus operandi di cui è pregna la nostra marcia democrazia? Sono comunque parole importanti, importantissime.

Leggi tutto il post...

Una rivoluzione per il nostro unico ambiente di vita possibile.

Greenpeace, Roma.
"Affrontare il cambiamento climatico attraverso una "rivoluzione energetica" pulita permetterebbe di risparmiare circa 14mila miliardi di euro nella spesa in combustibili fossili, oltre a sostenere l'occupazione. È lo scenario tracciato dal nuovo rapporto "Energy [R]evolution", presentato oggi da Greenpeace International ed EREC (European Renewable Energy Council)" Vedi la fonte originale e l'articolo di Repubblica.

Leggi tutto il post...

Greenpeace: azioni contro il carbone in Sardegna e a Genova

Dopo la nuova tappa a Civitavecchia, Greenpeace ancora in azione in Sardegna (incassando un ottimo risultato a Fiumesanto) e successivamente a Genova, per il terzo assalto di questa nuova mobilitazione.

Leggi tutto il post...

24 ottobre 2008

Linux Day, festa del Software libero



"Basta portare un computer o una chiavetta usb per installare gratuitamente la distribuzione più adatta alle singole esigenze". Clicca qui per leggere l'articolo di Repubblica.

Leggi tutto il post...

23 ottobre 2008

Vota il sondaggio

Il quesito sul sito del Sole24Ore:

"Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?"

Clicca qui per votare

Ricordiamo che 2 giorni fa, mentre in Europa si discuteva della necessità di chiudere il pacchetto clima per tentare di ridurre la possibilità di futuri disastri ambientali planetari, in Italia i pòrci Scaroni e Conti rispondevano parlando di stoccaggio di anidride carbonica nel sottosuolo. Come dire che per risolvere i problemi della scuola italiana basterà inviare un cd-rom con esercizi a tutte le famiglie italiane. Ridicolo e offensivo.

Leggi tutto il post...

Per un futuro dell'Etruria senza cancellare l'Etruria

Comunicato stampa, riceviamo e pubblichiamo
Nel 1823 veniva stampata una raccolta di documenti intitolata "I Pascoli Comunali Cornetani". Il volume narra la lotta degli Agricoltori di Corneto (l'odierna Tarquinia) a difesa dell'uso civico a pascolo di cui godevano da tempo immemorabile. A partire dalla metà del '700 era iniziato l'esproprio, di fatto un latrocinio, di antichissimi diritti di uso civico da parte di potenti famiglie, romane per lo più, che invocando i principi della fisiocrazia ottenevano i decreti papali che le rendevano padrone assolute di terre prima destinate a pascolo comune.

Gli agricoltori, da una stagione all'altra, si ritrovavano a dover affittare, e a caro prezzo, i terreni di cui fino a poco prima erano stati comproprietari. Nel 2007 la Regione Lazio pubblica il volume 'L'agricoltura del Lazio - il nuovo Made in Italy'. Tarquinia è posta fra le aree rurali "a dinamicità socio-economica, con popolazione giovane, agricoltura intensiva e di qualità". La positività della classificazione è tutta negli aggettivi usati, fra i quali è importante sottolineare giovane. Popolazione giovane che è presente nel nostro Comune, impegnata nell'agricoltura, e non è andata via mantenendo vivo il lavoro difeso dagli Agricoltori nel 1823. Ma oggi non è possibile garantire a quella popolazione giovane lo stesso fertile terreno per l' agricoltura intensiva e di qualità, perché l'industrializzazione, l'inquinamento, le infrastrutture imposte, e non necessarie, degradano questo fertile territorio della Maremma. La storia si ripete. Oggi, come nel 1823, gli agricoltori, giovani e non giovani, si vedono di nuovo protagonisti di una strenua resistenza per difendere queste terre da un'aggressione nuova e molto più subdola. Oggi vi è un disegno strategico per industrializzare il territorio di Tarquinia dimenticando il monito degli scienziati: "è un errore snaturare la vocazione della vostra città da agricola e turistica, a industriale". Ma nel nostro Comune non si viaggia in questa direzione. Nel nostro Comune si compie l'esproprio dei terreni coltivabili. L'industrializzazione modifica profondamente le strutture economiche, favorendo l'infiltrazione mafiosa, come denunciato molto esplicitamente dal sostituto procuratore antimafia che si è occupato di questo territorio. Vi è la perdita di beni concreti o astratti ad alto valore umano e naturale, sostituiti da rumori, diossine, metalli pesanti, aumento del traffico di auto e tir, lavoro alienante, aumento significativo di popolazione attratta dal lavoro e non da un gruppo umano che si propone con i suoi stili di vita, le sue tradizioni, le sue bellezze naturali e culturali. La sfida è esattamente quella opposta: far crescere Tarquinia puntando sulla sua agricoltura nel modo corretto che i tempi richiedono. Al Polo Nord la temperatura in questo momento è di 5° sopra la norma, la botta sta arrivando e la crisi economica che è appena iniziata è solo un'avvisaglia di quello che ci aspetta: la recessione è iniziata e, considerato che uno dei principali motivi della crisi attuale è la questione del clima, come ha ben capito Obama, tutto quello che fa inquinamento sarà odiato. Tarquinia è un piccolo ecosistema da difendere: l'inquinamento, l'aumento del traffico, il divenire terra di conquista di famiglie mafiose la mortificano e rendono i luoghi della democrazia, vanto di questa città dall'epoca comunale, luoghi del baratto senza fine per facili carriere politiche e sanitarie, nelle grandi società energetiche, e carriere legate ad un successo amministrativo che ha bisogno di soldi, non importa da dove provengono quei soldi. Per questi motivi si approva la centrale a carbone, la zona industriale, la distruzione della Frasca e di S. Agostino, la centrale a finta biomassa a ridosso della Roccaccia e, ultima in ordine di tempo, l'autostrada, mentre non viene ingrandita e messa in sicurezza l'Aurelia dove la gente continua a morire. Oggi entrare nei luoghi della democrazia diventa sempre più faticoso, si respira un'aria pesante, cinica, ignorante, bocche che non si aprono e mani che si alzano e concludono contratti a tornaconto personale. Quando siamo andati a votare le clausole del contratto erano altre. Martedì 21 ottobre, ore 18.00, al consiglio comunale di Tarquinia tocca all'autostrada. Il Comitato dei Cittadini Liberi sarà lì, a denunciare il misfatto. Invitiamo tutta la popolazione a partecipare.

Comitato dei Cittadini Liberi

http://cittadiniliberi.blogspot.com/

www.nocoketarquinia.splinder.com

Leggi tutto il post...

20 ottobre 2008

"No carbone. Seconda tappa in Sardegna!"

Comunicato di Greenpeace Italia
"Caro/a amico/a,

Continua il tour dell’Arctic Sunrise contro il carbone. Seconda tappa, la centrale di Fiume Santo in Sardegna. Questa mattina, infatti, gli attivisti di Greenpeace hanno bloccato il nastro trasportatore dell’impianto, oggi proprietà di E.ON. La protesta è contro i piani di espansione del carbone della Regione Sardegna. Perché la vera alternativa è rilanciare l’eolico nell’isola, creando così oltre 7.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020.

Il “Quit Coal Tour” – cominciato giovedì scorso con un’azione alla centrale di Civitavecchia – punta a diffondere in Europa il messaggio di una rivoluzione energetica pulita in vista della Conferenza sui Cambiamenti Climatici dell’ONU del prossimo dicembre. Fonti rinnovabili ed efficienza energetica sono fondamentali per ridurre le emissioni di CO2 e creare nuove opportunità di lavoro.

La Regione Sardegna deve rivedere la proposta del suo piano energetico e togliere ogni limite all’eolico. L’ostilità del governatore Renato Soru all’energia prodotta dal vento blocca migliaia di posti di lavoro per far spazio al carbone. La Sardegna è una regione strategica per lo sviluppo dell’eolico in Italia. Secondo il rapporto presentato recentemente da ANEV, la Sardegna potrebbe installare – nel pieno rispetto del paesaggio e dell’ambiente – circa 1750 MW al 2020, dando occupazione a oltre 7.000 persone, producendo circa 3 miliardi di kilowattora (il 25% del consumo interno della regione). Prodotta con il carbone, questa energia emetterebbe oltre 2 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

Come sai, tutto ciò rischia di allontanare ulteriormente l’Italia dagli obiettivi italiani di riduzione delle emissioni di gas serra, previsti dal Protocollo di Kyoto contro i cambiamenti climatici. Il ritardo che il nostro paese ha finora accumulato, infatti, è pari a 50 milioni di tonnellate l’anno. Se non lo hai già fatto, firma la petizione di Greenpeace. per chiedere al governo una moratoria sulle centrali a carbone e una rivoluzione energetica pulita E invita tutti i tuoi amici a fare lo stesso.

Grazie per il tuo aiuto!

Francesco Tedesco
Campagna Energia e clima
Greenpeace Italia

PS: Spedisci questo messaggio a tutti i tuoi amici interessati a combattere i cambiamenti climatici."

Leggi tutto il post...

CIA "Si all’adeguamento della strada statale Aurelia,no all’autostrada"

Comunicato della Confederazione Italiana Agricoltori

"La confederazione italiana agricoltori di Tarquinia,da sempre attenta alle problematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente e per la sicurezza alimentare esprime la sua assoluta contrarietà al progetto di “autostrada” sul territorio di Tarquinia.
Siamo convinti,che tutte le battaglie fatte in passato contro l’autostrada ,non possano essere buttate nel dimenticatoio,le ragioni che univano le popolazioni il
mondo agricolo e quello politico siano ancora attuali. La proposta di approvazione da parte del comune di Tarquinia alla realizzazione dell’autostrada è un colpo di spugna che la politica vuole realizzare ai danni delle popolazioni di questo territorio,a cui si chiede ancora una volta di subire in silenzio una “servitù”,
troppo impattante per l’ambiente e per l’agricoltura.
Riteniamo che i cittadini di Tarquinia non siano stati sufficientemente informati sulla nuova proposta di “autostrada”,che utilizza ingannevolmente la parola adeguamento della strada statale Aurelia in autostrada di tipo “A”,di fatto propone una seconda arteria di 25,5 mt di sede stradale (da calcolare in più i metri di
distanza di sicurezza dall’autostrada) e di 4.00-7.00 mt di altezza rispetto
all’Aurelia.
Questo territorio deve essere difeso per poter esprimere ancora la sua vocazione agricola e turistica,ecco perché siamo contro le scelte scellerate come quelle della riconversione a carbone di Tvn a Civitavecchia,e quella dell’autostrada che per la sua realizzazione taglierà in due,la città riversando tonnellate di cemento su
centinaia di ettari di terreni agricoli. Noi eravamo e siamo convinti che si debba realizzare l’adeguamento dell’Aurelia in un’arteria più sicura e più efficiente rispetto al problema di mobilità del tratto Grosseto-Civitavecchia,tenendo sempre nel dovuto conto l’impatto sull’ambiente e il diritto di insistenza
degli agricoltori sulla propria terra,che con gli espropri verrebbe
meno.
La confederazione italiana agricoltori,comincia a chiedersi: ma cosa hanno deciso di fare di questo territorio?"

Leggi tutto il post...

"Riaperta l’AIA per la centrale ENEL a carbone di Civitavecchia. I cittadini presentano un esposto in Procura"

Presentato un esposto alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Civitavecchia, per verificare se nell'avvio della centrale ENEL di Torre Valdaliga Nord "ricorrano ipotesi di reato o comunque violazioni di legge e, in caso affermativo, procedere all'emissione di provvedimenti anche di natura cautelare ed alla sospensione della fase di avvio della centrale di TVN, a tutela della salute della popolazione e dell'ambiente, per ripristinare la legalità eventualmente violata".

Termina così l'esposto alla Procura di Civitavecchia, al Prefetto di Roma, ai Ministeri interessati (Ambiente e Sviluppo Economico) al Roan e al Noe, presentato dai rappresentanti dei cittadini di vari comuni inquinati raccolti nei Comitati dei Cittadini Liberi e nel Movimento No-Coke Alto Lazio. Tra i firmatari dell’esposto anche il delegato all’ambiente dell’Amministrazione Comunale di Ladispoli.

Al centro dell’esposto il fatto che “la centrale di Tvn è stata autorizzata dal decreto unico (55/2003) che non contiene in alcuna parte misure relative alla fase di avvio” avvenuta lo scorso 26 giugno 2008.

Nel procedimento unico autorizzativo (55/2003) erano comprese tutte le autorizzazioni, tra cui l'Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale), fino a quando non è stata recepita dall’Italia la direttiva comunitaria 96/61/Ce. Il recepimento è avvenuto con il decreto 59/2005, che individua gli impianti soggetti all’ autorizzazione integrata ambientale e disciplina le misure per le fasi diverse dall'esercizio e cioè avvio, emissioni fuggitive, arresto, ecc. Sono soggette all’AIA le "centrali termiche e gli impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 MW" e quindi l’obbligo è scattato per la centrale di TVN a Civitavecchia. Pertanto l'autorizzazione integrata ambientale per Tvn, a partire dal 2005, non è più ricompresa nel decreto del 2003; non è più valida e deve essere rivalutata rispettando la legge. Così nei giorni scorsi il Ministero dell'Ambiente (http://aia.minambiente.it/impiantiperterritorio.aspx?t=1&id=12) ha iniziato "il riesame del procedimento unico autorizzativo di Tvn in riferimento all'Aia, inserendo peraltro l’esposto firmato dai rappresentanti dei comitati cittadini e dal delegato all’Ambiente del Comune di Ladispoli tra le osservazioni pervenute.



Comitato dei Cittadini Liberi

Movimento No Coke Alto Lazio

http://cittadiniliberi.blogspot.com/
www.nocoketarquinia.splinder.com

Leggi tutto il post...

16/10/2008, Greenpeace ancora in azione a TVN

Per saperne di più: vedi il sito ufficiale di Greenpeace.
Qui l'articolo di Repubblica.it

Leggi tutto il post...

Avviamento TVN - Esposto alla Procura della Repubblica

Segue il testo dell'esposto presentato per l'avvio della centrale di Torre Valdaliga Nord.


Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia

Al Comando del Nucleo dei Carabinieri – Tutela Ambiente

Al ROAN di Civitavecchia

Al Prefetto di Roma – Dr. Mosca

Al Ministero dello Sviluppo Economico

D.G. Energia e Risorse Minerarie

Ufficio C2 – Mercato Elettrico

Via Molise 2

00187 ROMA

Al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

D.G. Salvaguardia Ambientale

Via C. Colombo, 44

00147 ROMA


I sottoscritti

RICOTTI Simona nata il 05.09.1963 a Civitavecchia (RM) ed ivi residente, Via Terme di Traiano 38;

MANUEDDA Alessandro nato il 28.09.1971 a Sassari e residente a Civitavecchia (RM), Via Bramante 3/A;

PUPPI Maurizio nato a Civitavecchia (RM) il 25.11.1951 ed ivi residente, Via Ravel 12;

DE CRESCENZO Gennaro nato a Civitavecchia (RM) il 29/06/1952 ed ivi residente, Via Monti Cimini 2;

AMICI Carlo nato a Allumiere (RM) il 06.07.1955 ed ivi residente, Via E. Berlinguer 2;

PUTERO Alessandro nato a Roma il 08.02.1966 residente a Ladispoli (RM), Via Fiume 43;

CESARINI Ernesto nato a Tarquinia (VT) il 23.11.1956 ed ivi residente, V.lo Storto 34;

MARZOLI Marzia nata a Roma il 20.07.1966 e residente a Tarquinia (VT), P.zza Cavour 9;

ESPONGONO QUANTO SEGUE

A Civitavecchia, in Provincia di Roma, Enel S.p.A. sta convertendo a carbone la centrale termoelettrica di Torre Valdaliga Nord (di seguito TVN) - 1980 Mw -.

Detta riconversione è stata autorizzata con decreto del Ministero delle Attività Produttive n°55/02/2003 del 24 dicembre 2003 (all.1), rilasciato a seguito di un procedimento unico, ai sensi dell'art. 1 del D.L. 7 febbraio 2002, n.7, convertito con le modificazioni in legge 9 aprile 2002, n.55.

Fino al recepimento della direttiva 96/61/CE tale autorizzazione comprende l'autorizzazione ambientale integrata (AIA) e sostituisce, ad ogni effetto, le singole autorizzazioni ambientali delle Amministrazioni interessate e degli enti pubblici territoriali come normato dal comma 2, art. 1, della Legge 9 aprile 2002, n. 55.

Detta direttiva 96/61/CE è stata recepita in Italia con d.lgs. 18-2-2005 n. 59;

Con nota prot. 0018828 del 11/06/2008 (all.2) l’Enel Produzione S.p.A. ha comunicato al Ministero dello Sviluppo Economico ed altri enti di competenza, in ottemperanza ai disposti del comma 5, art. 269 del D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “la messa in esercizio a gas dell’unità 4 della centrale di TVN presumibilmente a far data dal 26 giugno 2008”.

Messa in esercizio puntualmente posta in essere, come riportato dalla stampa (all.3), alle ore 24 del giorno indicato e tuttora in corso.

Il riferimento normativo contenuto in detta nota prot. 0018828 del 11/06/2008 di preavviso della messa in esercizio, però, non risulta pertinente.

Infatti, sempre nella Parte quinta del d. lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”, al medesimo Titolo I “Prevenzione e limitazione delle emissioni in atmosfera di impianti e attività”, l’antecedente articolo l’art. 267 – Campo di applicazione – al comma 3 detta: “Resta fermo, per gli impianti sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale, quanto previsto dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59; per tali impianti l'autorizzazione integrata ambientale sostituisce l'autorizzazione alle emissioni prevista dal presente titolo”.

Ed, infatti, in detto decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento” nell’allegato V, che elenca ”le categorie di impianti relativi alle attività industriali di cui all'allegato I, soggetti ad autorizzazione integrata ambientale statale”, al punto 2) sono indicate le “Centrali termiche ed altri impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 MW; “.

Che la normativa di riferimento sia quella del d.lgs. 18-2-2005 n. 59 è confermato anche dall’avvenuta conferenza dei servizi convocata con nota prot.0004292 del 04/03/2008 del Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi degli art 9, comma 4 e 17, comma 4 del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n.59 per verificare la necessità di procedere al riesame delle autorizzazioni alla realizzazione di centrali adottate ai sensi della L. n. 55/2002 con riferimenti agli aspetti inerenti la materia dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) il cui esito, contenuto nel Provvedimento prot. 0010746 del 13.06.2008 (all.4) stabilisce che per la centrale di Torrevaldaliga Nord “... si proceda ad un aggiornamento del provvedimento di autorizzazione unica per quanto attiene alla materia dell’AIA, suscettibile anche….omissis….a poter essere parte di una più esaustiva procedura di rinnovo del provvedimento di AIA.”

Orbene in detto d.lgs. 18-2-2005 n. 59 l’art. 7 comma 7 recita “L'autorizzazione integrata ambientale contiene le misure relative alle condizioni diverse da quelle di normale esercizio, in particolare per le fasi di avvio e di arresto dell'impianto, per le emissioni fuggitive, per i malfunzionamenti, e per l'arresto definitivo dell'impianto”.

Il decreto del Ministero delle Attività Produttive n°55/02/2003 del 24 dicembre 2003 autorizzativo della riconversione a carbone non contiene in alcuna parte misure relative alla fase di avvio.

Circostanza, quest’ultima, evidenziata da ARPA Lazio nella propria richiesta di riesame del decreto autorizzativo prot. N. 0026019 del 13/11/07 (all.5). che afferma testualmente che “per i malfunzionamenti, avarie e transitori di varia natura degli impianti della centrale non sono prescritti né la procedura per la gestione di tali eventi né eventuali limiti” e ben nota ai Ministeri in indirizzo.

Criticità evidentemente sottovalutata dal Ministero dello Sviluppo Economico che, nella nota di convocazione della Conferenza di Servizi prot 0004292 del 04.03.2008 (All.6) liquida tale questione affermando che “Per quanto riguarda i requisiti circa la gestione delle situazioni diverse dal normale esercizio, risulta che gli stessi siano contenuti negli elaborati dello studio di impatto ambientale, e sviluppati al livello di dettaglio richiesto dalla normativa al progetto preliminare. Nello Studio di Impatto Ambientale (SIA ndr), redatto da ENEL in occasione della presentazione dell’istanza, vengono analizzati i funzionamenti non previsti a progetto, suscettibili di provocare eventuali anomali e malfunzionamenti di rilevanza ambientale; per essi sono previsti sistemi di controllo, protezione e supervisione, attraverso l’uso estensivo di sequenze automatiche. I suddetti requisiti vengono puntualmente citati nelle premesse del decreto di compatibilità ambientale e costituiscono uno degli elementi di valutazione in base ai quali è stato emesso un giudizio favorevole.”

In effetti, a pag 11 del decreto VIA (All.7), totalmente ripreso da quanto affermato da ENEL nel SIA, si legge che “i sistemi degli impianti termoelettrici di ENEL Produzione, come la centrale di Torrevaldaliga Nord, sono realizzati con criteri di ridondanza tali da assicurare il corretto funzionamento anche in presenza di guasti o malfunzionamenti di singole apparecchiature. La probabilità di guasto alle apparecchiature ed ai sistemi è ulteriormente ridotta grazie all’utilizzo di componenti di elevata qualità e operando un’efficace manutenzione ed un corretto esercizio. Sono previsti affidabili sistemi di controllo, protezione e supervisione che sovrintendono al buon esercizio dell’impianto evitando, attraverso l’uso estensivo di sequenze automatiche, funzionamenti non previsti a progetto, inoltre la centrale è presenziata da personale in turno continuo avvicendato 24 ore su 24.”.

Affermazioni estremamente generiche, prive di qualsivoglia misura o parametro per la fase di avviamento come invece previsto dalla normativa di riferimento ovvero il già citato d.lgs. 18-2-2005 n. 59.

Peraltro nel resoconto verbale della conferenza dei servizi prot. 0009168 del 21.05.2008 (all.8) il Ministero per lo Sviluppo Economico afferma che “conformemente alle disposizioni normative vigenti in materia, durante le fasi di avviamento in cui si provvede alla messa a punto degli impianti e del ciclo produttivo nel suo complesso, le condizioni di esercizio non saranno soggette alle puntuali prescrizioni, dettate con l’autorizzazione, in termini di limiti alle emissioni per gli inquinanti ….omissis…“; affermazione che lascia pensare ad un probabile riferimento al comma 14, art. 271 del d.lgs. 152/2006 che, nella sezione relativa all’autorizzazione alle emissioni in atmosfera per i grandi impianti di combustione, non impone limiti emissivi; normativa che però, come si è visto, non è applicabile alla fattispecie in questione come chiaramente specificato dall’art. 267 dello stesso decreto legislativo 152/2006.

Per quanto sopra espresso e ripetuto


Considerato che la citata affermazione del Ministero dello Sviluppo Economico, di cui alla nota prot. 0009168 del 21.05.2008 (all.8), secondo la quale “conformemente alle disposizioni normative vigenti in materia, durante le fasi di avviamento in cui si provvede alla messa a punto degli impianti e del ciclo produttivo nel suo complesso, le condizioni di esercizio non saranno soggette alle puntuali prescrizioni, dettate con l’autorizzazione, in termini di limiti alle emissioni per gli inquinanti... omissis…“ è da ritenersi, come sopra evidenziato, fondata su un errato presupposto normativo;

Considerato che l’impianto di Torrevaldaliga Nord, essendo una centrale elettrica da 1980 Mw, è senza dubbio impianto soggetto ad A.I.A come normato dall’allegato V del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59;

Considerato che la normativa di riferimento per la fase di avviamento di TVN non può essere individuata, per i motivi sopra esposti, nel d.lgs. 152/2006 ma nel d.lgs. 59/2005, sia per quanto riguarda la comunicazione di messa in esercizio, sia soprattutto per quanto riguarda i limiti emissivi;

Considerato che l’art. 7, comma 7, 18-2-2005 del d.lgs. n. 59 dispone “L'autorizzazione integrata ambientale contiene le misure relative alle condizioni diverse da quelle di normale esercizio, in particolare per le fasi di avvio e di arresto dell'impianto, per le emissioni fuggitive, per i malfunzionamenti, e per l'arresto definitivo dell'impianto”;

Ribadito che dal 26 giugno u.s. è in atto la fase di avviamento del gruppo 4 di detta centrale;

Considerato che le fasi di avviamento interesseranno successivamente i due rimanenti gruppi;

Considerato che il decreto del Ministero delle Attività Produttive n°55/02/2003 del 24 dicembre 2003 autorizzativo della riconversione a carbone non contiene in alcuna parte misure relative alla fase di avvio;

Considerato altresì che tale evidente lacuna dell’autorizzazione unica relativamente alla fase di avvio dell’impianto configura, negli effetti, un esercizio in assenza di autorizzazione;

Considerato il pericolo per l’ambiente e la salute della popolazione derivante dalla messa in esercizio dell’impianto senza alcun limite emissivo in violazione di quanto stabilito dal già citato l’art. 7, comma 7, 18-2-2005 del d.lgs. n. 59;

Visto l’art.11 del d.lgs. n. 59: “In caso di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie, o di esercizio in assenza di autorizzazione, l'autorità competente procede secondo la gravità delle infrazioni:

a) alla diffida, assegnando un termine entro il quale devono essere eliminate le irregolarità;
b) alla diffida e contestuale sospensione dell'attività autorizzata per un tempo determinato, ove sì manifestino situazioni di pericolo per l'ambiente;

c) alla revoca dell'autorizzazione integrata ambientale e alla chiusura dell'impianto, in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in caso di reiterate violazioni che determinino situazioni di pericolo e di danno per l'ambiente.“

Visto il successivo art.16 del d.lgs. n. 59: “Chiunque esercita una delle attività di cui all'allegato I senza essere in possesso dell'autorizzazione integrata ambientale o dopo che la stessa sia stata sospesa o revocata è punito con la pena dell'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 2.500 euro a 26.000 euro.”

Ciò premesso e considerato, i sottoscritti

VOLGONO ISTANZA

Alle Autorità in indirizzo per verificare se nei fatti esposti ricorrano ipotesi di reato e/o comunque violazioni di legge ed, in caso affermativo, procedere secondo le competenze di ciascuna di esse alla emissione di provvedimenti anche di natura cautelare (sospensione della fase di avvio della centrale di Torrevaldaliga Nord) a tutela della salute della popolazione e dell’ambiente e per ripristinare la legalità eventualmente violata.

I sottoscritti chiedono espressamente di essere ascoltati e nominano quale difensore l’avv. Enrico Veneruso, presso il cui Studio in Civitavecchia Via Leopoli n.3 eleggono domicilio.

Si allegano in copia i seguenti atti e documenti:

1. Decreto del Ministero delle Attività Produttive n°55/02/2003 del 24 dicembre 2003
2. Nota Enel Produzione prot. 0018828 del 11/06/2008
3. Articolo del “ il Messaggero” del 26 giugno 2008
4. Provvedimento Ministero dello Sviluppo Economico prot. 0010746 del 13.06.2008
5. Richiesta ARPA Lazio prot. N. 0026019 del 13/11/07
6. Nota del Ministero dello Sviluppo Economico di convocazione della Conferenza di Servizi prot. 0004292 del 04.03.2008
7. Decreto VIA n.0680 del 6/11/03 - pag 11
8. Resoconto Verbale della conferenza dei servizi prot.0009168 del 21.05.2008 redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico

Civitavecchia,18 settembre 2008

RICOTTI Simona

MANUEDDA Alessandro

PUPPI Maurizio

DE CRESCENZO Gennaro

AMICI Carlo

PUTERO Alessandro

CESARINI Ernesto

MARZOLI Marzia

Leggi tutto il post...

12 ottobre 2008

Apprezzamento e sostegno dei cittadini alla posizione di fermezza della Provincia di Viterbo

Riconversione a carbone della centrale Enel S.P.A. “Torre Valdaliga Nord” di Civitavecchia: apprezzamento e sostegno dei cittadini alla posizione di fermezza della provincia di Viterbo per difendere la salute e il lavoro del territorio

"Il Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia e il Movimento No Coke Alto Lazio esprime grande apprezzamento e la più ferma approvazione per la posizione che la Provincia di Viterbo ha mantenuto fino ad oggi rispetto all’invito del Presidente della Regione Lazio, Marrazzo, di firmare l’accordo quadro tra Enel S.p.a. e Comuni delle due provincie,Roma e Viterbo.


La provincia di Viterbo ha scelto così di stare dalla parte dei cittadini del comprensorio che si stanno battendo per la tutela della salute e del lavoro agricolo e turistico di questa terra.

Condividiamo con voi che l’accordo quadro sottoposto da Marrazzo non può essere firmato in quanto prima di tutto è illegittimo sotto il punto di vista legislativo perche l’erogazione di contributi economici come stabiliti nei specifici accordi bilaterali Comuni/ENEL non trova riscontro nella normativa di settore in relazione alle misure di compensazione il D.L. 7 febbraio 2002, n.7 convertito in legge dall’art.1 Legge 9 aprile 2002 n. 55, in base al quale è stata approvata la riconversione a carbone della centrale Torrevaldaliga Nord, prevede, all’art.2 comma 3 “ l’individuazione di misure di compensazione e riequilibrio ambientale” ma all’art. 5 sospende l’efficacia dell’allegato IV al Dpcm 27 dicembre 1988, dell’articolo 15 della L. n. 393/75, e del regolamento di cui al Dpr n.53/98, che normavano gli interventi socio-economici connessi con la costruzione e l’esercizio di centrali e la corresponsione di contributi per le opere di urbanizzazione secondaria; sospensione che non rende possibili, quindi, nemmeno oneri per interventi di natura infrastrutturale e di riequilibrio economico e/o opere di urbanizzazione secondaria connessi con la costruzione e l’esercizio della centrale proposta, e quindi, tanto meno contributi non finalizzati.

La firma dell’accordo quadro in epigrafe, al di là delle vuote dichiarazioni d’intenti su tutela della salute, sulla volontà e l’impegno di favorire lo sviluppo ed incrementare la piccola e media impresa, di perseguire “ottimali condizioni di sicurezza” e favorire la formazione, mortifica ancora di più, semmai possibile, le popolazioni dell’Alto Lazio isolandole dagli Enti locali, ammorbiditi dai cospicui contributi economici e raggiungendo, attraverso la monetizzazione del rischio, alcuni importanti obiettivi che ENEL da anni tentava di raggiungere ovvero il riconoscimento della validità e della legittimità dell’iter amministrativo e l’imbavagliamento degli amministratori locali sulle gravi carenze della Valutazione d’impatto ambientale, sulle grave situazione di sofferenza sanitaria delle popolazioni .

Ricordiamo inoltre che il consiglio provinciale in data 14 Gennaio 2008 ha deliberato nella mozione presentata dai consiglieri Miccini e Fortuna la “necessità di rigettare in toto la logica delle compensazioni al danno ambientale e alle salute umana invitando quindi i comuni e gli enti locali del territorio a rifiutare proposte compensative in denaro,beni o servizi,da parte del soggetto produttore dell’impatto ambientale stesso”.

La firma della Provincia di Viterbo all’accordo quadro del presidente della Regione Lazio,rappresenterebbe dal punto di vista politico un atto di incoerenza incomprensibile agli occhi dei cittadini del comprensorio interessato dalla sciagurata riconversione a carbone di Tvn.

Al momento la Provincia di Viterbo è l’unica istituzione che ancora non si è piegata ai voleri dell’Enel mettendo in primo piano la salute dei cittadini e l’inestimabile patrimonio che proviene dal comparto agricolo e turistico poiché non vi è paragone tra il prezzo che paga Enel S.p.a. con le compensazioni e il valore reale del comprensorio in termini di produzione agricola e turistica.

Rimaniamo inoltre in attesa che vengano attuate tutte le richieste ancora attuali della delibera su citata come la richiesta di una nuova V.I.A. dell’intero comprensorio rispetto ai danni delle ricadute inquinanti e non solo su Civitavecchia, la valutazione del danno preventivo alla salute e all’economia del comprensorio.

Per migliorare le condizioni sanitarie ed ambientali di tutta la provincia di Viterbo è doveroso che si inizi un’inversione di tendenza dell’inquinamento a carico del territorio rispetto agli impianti già presenti e in esercizio perche non si dimentichi mai che l’Alto Lazio ha già installato sul territorio il polo energetico più grande di Europa già troppo sacrificio umano e ambientale per chiedere ancora posto ad altri impianti inquinanti come Tvn.

Nell’augurio che pressioni politiche verticiste non influenzino la vostra posizione rimaniamo a vostra disposizione per intraprendere iniziative comuni atte a salvaguardare la salute dei cittadini ed a trovare forme legali di contrasto.

Tarquinia, 8 ottobre 2008

Leggi tutto il post...

"Intervento critico del Coordinamento dei Medici sulla destinazione delle compensazioni economiche versate dall’ENEL alle casse comunali."

"Il “decisionismo”, a nostro parere brutale e autoreferenziale, praticato dalla Giunta Moscherini, è un metodo operativo basato sulla prevaricazione sistematica dei principi democratici, a danno del dibattito e del confronto costruttivo, nonché del conflitto propositivo fra maggioranza e opposizione in Consiglio Comunale.


Anche nel caso della destinazione dei tredici milioni di euro versati dall’ENEL (e perché non anche da Tirreno Power e altri?) quale quota di compensazione per i disagi arrecati (e arrecandi!) all’ambiente e alla salute, la Giunta Moscherini ha superbamente snobbato il passaggio obbligato del parere del Consiglio comunale (organo istituzionale invalicabile e incomprimibile…in un paese normale!).

Il decisionismo cieco e prevaricatore cozza contro il buon senso ma, ancor più, contro la corretta gestione delle norme democraticamente statuite. Infatti i tredici milioni di euro devono essere considerati quali compensazioni per danni pregressi, ed essere destinati ad opere pubbliche finalizzate sia a mitigare gli effetti nefasti delle emissioni inquinanti già emesse dalla combustione di olio combustibile nella ex TVN, sia a prevenire ulteriori danni all’ambiente e alla salute scientificamente previsti per la nuova TVN a carbone sporco. (Gli esperti della V.I.A. e i Periti d’Ufficio del Tribunale di Civitavecchia hanno ampiamente dimostrato quanto sia devastante la concentrazione di fonti inquinanti nel polo energetico più grande e più appetito dalle lobby economicistiche d’Italia).

L’unica voce parzialmente compatibile con la natura di tali compensazioni è quella dei cinque milioni di euro da destinare alla revisione della rete idrica in quanto le falde acquifere potenzialmente inquinate vanno monitorate con accuratezza e potabilizzate senza rischi per la collettività.

Tutte le altre vie di utilizzazione delle risorse finanziarie (variante di trincea, manifestazioni goderecce o culturali e copertura di “buchi” di gestione…) sono da considerare storno e dissipazione di danaro pubblico.

Noi Medici impegnati nella difesa dell’ambiente e della salute proponiamo una più congrua e legittima gestione del “ tesoretto – Enel”:

1° controllo scientifico e puntuale dei dati forniti dalle centraline di monitoraggio degli inquinanti, ora disseminate sul territorio senza un piano organico e senza un responsabile fisicamente identificabile;

2° supporto tecnico-amministrativo per strutture sanitarie pubbliche che si occupano di patologie correlate agli inquinanti (servizi broncopneumologici, cardiovascolari e oncologici; centri di elaborazione dati);

3° costituzione d’una “task-force” tecnico-giuridica impegnata nella difesa giudiziaria della collettività contro gli abusi di entità private (navi da crociera e navi da trasporto) o di omissioni e ritardi da parte di strutture pubbliche (Arpa, Asl, Ispettori Inail e Assessori alla sanità e all’ambiente).

Non chiediamo la luna. Ci accontentiamo di non degradare ulteriormente gli equilibri della nostra Madre Terra che sta subendo ferite immedicabili da parte dei cosiddetti “decisionisti” che, ai nostri occhi disincantati, appaiono come i “nuovi barbari” dell’era dello sviluppo ad ogni costo, ma di fatto INSOSTENIBILE per i delicati equilibri ambientali e sanitari.

Il Coordinamento dei Medici per la salute e l’ambiente.

Civitavecchia 11.10.2008

Leggi tutto il post...

10 ottobre 2008

"Come è stato fatto con l'amianto non ci raccontate che la combustione del carbone non fa male"

Comunicato dei Medici per l'ambiente:

"Ricercatori giapponesi del Department of Community Health and Epidemiology, Nara Medical University School of Medicine, Kashihara (Nara) Giappone, hanno affrontato il problema del rischio di mesotelioma (tumore maligno della pleura, membrana che avvolge i polmoni) per i residenti vicino a una fonte di emissione industriale di amianto [1].

Gli autori hanno studiato il rapporto tra il numero di casi rilevati di mesotelioma nella popolazione in esame e il numero di eventi invece attesi nella popolazione stessa.

La ricerca ha preso in considerazione i casi di mesotelioma occorsi nella popolazione a rischio che ha vissuto, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2006, vicino a un grande impianto di amianto-cemento situato ad Amagasaki City, Giappone.

Quale l’entità del rischio di contrarre il cancro della pleura e quale l’incidenza in rapporto alla distanza dallo stabilimento industriale hanno rappresentato l’obbiettivo dello studio.

I risultati hanno mostrato che di 73 casi di mesotelioma, rilevati in soggetti senza rischio occupazionale, la maggior incidenza era in coloro che risiedevano in un raggio di 300 metri dall’impianto e andava riducendosi con l’aumento della distanza dalla fonte inquinante. Tale aumento d’incidenza era ancora presente nei soggetti che avevano abitato entro un raggio di 2.200 metri lungo la linea dei venti prevalenti.

Le conclusioni degli autori dello studio sono molto preoccupanti: “L’esposizione non occupazionale all’amianto, può rappresentare un rischio molto importante per le persone che risiedono anche a chilometri di distanza da una fonte di emissione”.

La fondatezza delle preoccupazioni di questi ricercatori è confermata dai risultati di un’indagine effettuata dall’Università di Bari (Registro Nazionale dei mesoteliomi, Centro Operativo Regionale) [2] sull’incidenza di mesotelioma in pazienti non a rischio occupazionale che hanno vissuto vicino a un impianto di amianto-cemento. I ricercatori, infatti, hanno rilevato che l’incidenza di questo cancro aumenta in rapporto alla vicinanza della residenza alla fonte di emissione di amianto.

Recenti lavori scientifici di previsione dei casi di mesotelioma hanno stimato che l’aumento d’incidenza di questo tipo di tumore, legato al lungo periodo di latenza che intercorre tra l’esposizione all’amianto e l’insorgenza della malattia, continuerà per 10 – 15 anni e che, nei prossimi venti anni, il numero dei casi raddoppierà passando nell’Europa Occidentale dai 5.000 decessi del 1998 ai 9.000 del 2.018.

Ai risultati di questi studi dovrà seguire un processo di riconoscimento e relativo risarcimento anche per coloro che, pur non essendo a rischio di esposizione professionale all’amianto ma vivendo vicino a una fonte di emissione di questo materiale, si sono ammalati di mesotelioma. Dopo decenni dalla scoperta della tossicità dell’amianto, aumentano così a dismisura le preoccupazioni per l’enorme numero di nuovi soggetti a rischio di ammalarsi di cancro della pleura.

La combustione del carbone e dei rifiuti, così come altre importanti fonti d’inquinamento, causano l’emissione nell’ambiente d’inquinanti altamente tossici che possono provocare gravissimi danni alla salute.

Oggi questo è un dato scientificamente documentato e un domani non si potrà dire, come lo si afferma per l’amianto, che non c’era l’evidenza scientifica del danno.

Chi nega questa evidenza lo fa con grande consapevolezza ed un’avidità di interessi ancor più grande."





Dr. Giovanni Ghirga

Coordinamento Nazionale Medici per l’Ambiente e la Salute.



1) Am J. Respir Crit Care Med. 2008 Sep 15;178(6):556-7.

2) Int Arch Occup Environ Health. 2008 Sep 23. [Epub ahead of print]

Leggi tutto il post...

Nuove dall'Europarlamento

Fonte originale: Strill.it
di Claudio Cordova - La legge è legge è per quanto possa sembra strano, soprattutto a queste latitudini, va rispettata. Dopo il "no" della Regione Calabria, arrivano altre brutte notizie per la SEI S.p.A. Appena alcuni giorni fa strill.it aveva sottolineato come il percorso imboccato dall’Unione Europea fosse quello di ridurre sensibilmente le emissioni di gas serra e, in particolare, del biossido di carbonio (Co2) che è il principale tra questi.

Proprio ieri, infatti, la commissione Ambiente dell'Europarlamento ha approvato con 44 voti contro 20 (e 1 astenuto) la parte più importante e controversa del pacchetto dell'Unione Europea su clima ed energia, riguardante la nuova 'borsa delle emissioni' di gas serra (Ets) che funzionerà dal 2013 al 2020. L’Unione Europea si mantiene, al momento, coerente e con il proprio voto conferma l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 20% entro il 2020, che passerebbe automaticamente al 30% in caso di accordo internazionale alla conferenza di Copenaghen del dicembre 2009 sul periodo post-Kyoto.

Si tratta di un provvedimento che ha il sapore dell’ennesima mazzata per il progetto della SEI S.p.A. che vorrebbe costruire una centrale a carbone a Saline Joniche, dove al momento sorge una delle più grandi beffe calabresi: la Liquichimica. Le Regione Calabria, dopo aver espresso il proprio veto nel corso della Conferenza dei Servizi dello scorso 18 settembre, ha, finalmente, ratificato la propria decisione, negando l'intesa per la realizzazione della centrale a carbone di Saline Joniche, come comunicato dall'assessore all'Urbanistica e al Governo del Territorio, Michelangelo Tripodi,

Una brutta notizia per la SEI che, a distanza di poche ore, ne incassa un'altra dall’Unione Europea. Si tratta, forse, del colpo di grazia al progetto: con il voto di ieri, infatti, dal 2015 sarà proibito costruire centrali termoelettriche che emettano più di 500 grammi di Co2 per kilowatt ora generato. E’ vero che la conclusione del progetto iniziale della centrale a carbone di Saline Joniche sarebbe fissata per il 2012, ma è anche vero che il tempo, nel suo incedere inesorabile, non gioca a favore della società svizzera. E la disposizione della Commissione Ambiente dell’Europarlamento mette al bando, di fatto, le centrali a carbone, a meno che non siano dotate della tecnologia Ccs (carbon capture and storage), ovvero un dispositivo di "cattura" delle emissioni e il loro stoccaggio in un deposito geologico.

La tecnologia Ccs è un tipo di evoluzione ancora in fase embrionale (sperimentato, attualmente, solo in Germania), sul quale, però, con un voto separato su un altra sezione del pacchetto clima-energia, gli eurodeputati della commissione Ambiente hanno destinato il ricavato derivante dalla messa all'asta dei permessi relativi a 500 milioni di tonnellate di Co2 (pari a circa 10 miliardi di euro agli attuali prezzi di mercato).

La prossima tappa è fissata per dopodomani, 10 ottobre, quando si riunirà il Consiglio europeo dell’energia, ma il cerchio, per quanto riguarda la centrale a carbone di Saline Joniche, potrebbe essersi chiuso definitivamente.

Leggi tutto il post...

La Giunta Regionale calabrese delibera all'unanimità il "No al carbone a Saline Ioniche"

Fonte originale

Catanzaro, 06.10.08. - 'La decisione assunta oggi dalla Giunta regionale di non accordare l'intesa per la realizzazione della centrale a carbone di Saline Joniche rappresenta la conclusione positiva del percorso gia' avviato da tempo e conferma la chiara volonta' contraria della Regione, piu' volte espressa dal presidente Loiero, da me e dall'intera Giunta, nonche' dal Consiglio regionale contrario all'unanimita'''.
E' quanto ha affermato l'assessore all'Urbanistica e al Governo del Territorio della Regione Calabria, Michelangelo Tripodi, al termine dei lavori dell'Esecutivo, che si e' riunito in mattinata a Catanzaro nella sede di Palazzo Alemanni. ''La scelta compiuta - ha aggiunto Tripodi - e' in sintonia con la volonta' del territorio, visto che la Provincia di Reggio e i Comuni di Montebello Jonico, Bagaladi, Condofuri, Motta San Giovanni, Reggio e San Lorenzo hanno espresso un forte e motivato dissenso contro la realizzazione della centrale. Esprimo, pertanto, grande soddisfazione per la decisione presa e ringrazio l'assessore alle Attivita' produttive, Francesco Sulla, che ha abbracciato questa battaglia dimostrando una grande sensibilita' sui temi della difesa dell'ambiente e del territorio e sulla necessita' di promuovere lo sviluppo sostenibile dell'area di Saline Joniche''.

''Adesso si tratta di andare avanti - ha concluso l'assessore Tripodi - per costruire un progetto organico per il comprensorio, passando dalla bonifica e dalla rottamazione dell'ex Liquichimica, incentrato sulla riconversione produttiva e turistica del sito assieme a una sistemazione del porto di Saline, funzionale alle esigenze dello sviluppo turistico, commerciale e alle attivita' legate alla pesca''. (fonte ASCA)

Leggi tutto il post...