No al carbone Alto Lazio

21 luglio 2009

Giulia Maria Crespi presidente del FAI: il piano casa, rovina irreversibile

l logica che permettiamo e quindi paghiamo noi cittadini dell'Alto Lazio è ormai sempre più diffusa come un morbo virulento.

Io credo che ormai circoli un ragionamento trasversale: fare soldi subito. E poi, dopo di me il diluvio



ROMA—«Stanno svendendo l’Italia solo per ricavare un utile immediato. Sul paesaggio, sul territorio italiani non c’è più da nutrire preoccupazione: ma autentica disperazione. Sarà una rovina irreversibile di cui soffriranno le nuove generazioni. E poi ne risentiranno il turismo, che abbandonerà il nostro Paese, e già sta avvenendo. Poi la salute, l’identità, le radici stesse degli italiani». Giulia Maria Crespi parla dalla sua casa in Sardegna, ma è in continuo collegamento con gli uffici del Fai, il Fondo ambiente italiano, trust privato che negli anni è riuscito a sottrarre straordinari beni culturali italiani alla speculazione e alla scomparsa. Un’esperienza citata in Europa come un modello di tutela in mano ai privati.

Qual è la ragione del suo allarme, signora Crespi?

«Prima di tutto la sorte del Codice dei Beni culturali, varato dal ministro Giuliano Urbani, in mezzo a mille difficoltà, sotto il precedente governo Berlusconi e concluso da Francesco Rutelli. Sandro Bondi mi aveva dato la sua parola d’onore davanti a quattro testimoni che la parte relativa al paesaggio sarebbe entrata in vigore a gennaio scorso, poi a giugno di quest’anno. Infine lo slittamento alla fine di dicembre... ».

Parla dell’articolo 146 che attribuisce ai soprintendenti il potere di esprimere un parere obbligatorio e vincolante sugli interventi nelle aree protette e che non è ancora andato in vigore? C’è un regime di proroga...

«Penso proprio a quel problema. I soprintendenti calano di numero e hanno sempre meno mezzi a disposizione. Ora c’è questa proroga che consente ai soprintendenti di pronunciarsi solo a cose fatte, a progetto varato. Intanto le regioni stanno approntando i loro piani. Il Veneto prevede la possibilità di intervenire nel 40% del territorio. La Lombardia nel 35% con la possibilità di intervenire anche nei parchi regionali. Allucinante. L’Umbria le sta seguendo. Altra tragedia: ora i comuni permettono ai costruttori di autocertificarsi l’idoneità del progetto. Sono insegnamenti che definirei di gravissimo scadimento morale dell’intero sistema italiano».

Bondi ha assicurato che la proroga finirà a dicembre...

«Spero. Anche se non ci credo più. Senza il Codice completo, il Piano Casa potrà avere effetti devastanti, purtroppo irreversibili sul paesaggio».

Dice però Berlusconi: con le nuove regole del Piano Casa verranno rimessi in circolazione tra i 70 e i 150 miliardi di euro ora inoperosi nelle banche. Non temete di apparire come ostacoli alla ripresa dell’economia?

«Questo è quello che dice Berlusconi, poi bisogna vedere se gli effetti economici saranno davvero quelli... Ma io guardo al futuro. Il Piano Casa prevede la possibilità di abbattere vecchi edifici, di aumentarne la cubatura, di stravolgere insomma interi panorami. Unico Paese in Europa: guardiamo cosa avviene in Francia o altrove. Ma qui non c’è solo il Piano Casa. È tutto un sistema... ».

A cosa si riferisce in particolare, signora Crespi?

«Ho tanti altri esempi che addolorano solo al pensarli. In Lombardia, nel cuore del parco del Curone, cioè della Brianza ancora ben conservata, un meraviglioso parco di 2.700 ettari, è pronto uno studio di fattibilità per permettere alla società australiana Australian Po Valley, per il 50% di proprietà Edison, di estrarre petrolio. Petrolio lì! Con conseguente emissione di acido solforico che avrà un’azione intossicante nell’arco di dieci chilometri, col problema dello smaltimento dei fanghi. Tutti i 21 comuni, di qualunque colore, e la provincia di Lecco protestano ma non hanno potere di bloccare il piano perché è stato dichiarato di pubblica utilità! Come si può solo immaginare tutto questo?».

Altri esempi che la preoccupano?

«Ho ancora un esempio legato alla Lombardia che, nel suo piano prevede la possibilità di intervenire addirittura nelle aree protette. Per esempio nel meraviglioso Parco Agricolo Sud: 47 mila ettari! Altro massacro che resterà indelebile che distruggerà un’area ricca di fontanili antichi, terreno ad alta fertilità, piena di antiche abbazie e cascine forzesche. Un polmone verde per i milanesi».

Se la prende con questo governo?

«Io credo che ormai circoli un ragionamento trasversale: fare soldi subito. E poi, dopo di me il diluvio. Lo disse Luigi XV, ma dopo ci fu la Rivoluzione francese. E dopo, per noi, ci sarà solo un territorio devastato per sempre. E qui nessuno è più sensibile. Non lo è la destra. Ma non lo è nemmeno la sinistra: neanche l’attuale opposizione colloca l’ambiente tra le sue priorità. Anzi, se ne disinteressa totalmente. Guardiamo cosa sta avvenendo in Toscana e presto in Umbria... Rimaniamo solo noi associazioni: Fai, Italia Nostra, Lipu, Wwf. Siamo visti da tutti come scomodi cretini. Poi, un giorno, forse qualcuno dirà che quegli scomodi cretini avevano ragione. Ma sarà troppo tardi. Un padre non svende la figlia per far cassa. Qui, lo ripeto, stanno svendendo la nostra Italia davanti all’indignazione del resto d’Europa».

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Firma per la raccolta differenziata

Comunicato
"Dopo soli tre giorni sono state raccolte più di 1 000 firme per la proposta di legge regionale di iniziativa popolare per una corretta gestione dei rifiuti nel Lazio.

Una proposta di legge fatta dai comitati dei cittadini della nostra regione per i cittadini. Una iniziativa che sbarra la strada all’incenerimento dei rifiuti perché costoso e dannoso. Una legge che estende in tutto il Lazio la raccolta differenziata “porta a porta”: unica pratica che permette una corretta selezione dei materiali dai quali ricavare forti vantaggi economici e ambientali.

Ad oggi hanno aderito all’iniziativa:

Comitato cittadino “Piazza Pulita”
Chiesa Cristiana Evangelica Battista di via dei Bastioni
IV circoscrizione
C.G.I.L. di Civitavecchia Camera del Lavoro Territoriale e Categorie
Gruppo Sinistra Arcobaleno Provincia di Roma
Verdi
Movimento per la Sinistra
Rifondazione Comunista
Comunisti Italiani
Lista Civica Ambiente e Lavoro
Italia dei Valori

Corre l’obbligo segnalare che il partito dell’Italia dei Valori ha aderito incondizionatamente a livello regionale, mentre a Civitavecchia ha una posizione apertamente ostile all’iniziativa. In particolare il rappresentante comunale dell’Italia dei Valori continua ad ostentare dichiarazioni a favore dell’incenerimento del C.D.R. (Combustibile derivato dai Rifiuti) e contro la raccolta differenziata dei rifiuti. E’ una contraddizione che non capiamo e di cui ci rammarichiamo.

Le cittadine e i cittadini potranno continuare a firmare per la proposta di legge regionale sui rifiuti i giorni:

Mercoledì 22 - Sabato 25 – Mercoledì 29 Luglio: Piazza Regina Margherita dalle 9.00 alle 13.00;

Sabato 1 Agosto: Piazza Regina Margherita dalle 9.00 alle 13.00;

Piazza Fratti (Ghetto) dalle 19.00 alle 23.00



Il Coordinamento Cittadino per il SI’ alla raccolta differenziata “porta a porta”

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Un popolo inquinato e proteso al “ panem et circenses “

"La controinformazione scientifica ( da parte delle Aziende produttrici d’energia elettrica )e normativa ( da parte delle Amministrazioni del comprensorio : sindaci e assessori all’ambiente in testa ) dilaga senza che la società civile e gli organi d’informazione s’impegnino nel contrastare questa subdola manipolazione mediatica . Da un decennio i Comitati per la difesa dell’ambiente e della salute si battono con

armi impari per quarciare il velo di connivenza fra il potere economico-industriale e quello politico. Si percepisce un’opprimente cappa censoria che fa male alla coscienza e alla sensibilità etica di molti professionisti e cittadini di buona volontà , tesi ad illuminare le menti obnubilate d’ un popolo inquinato e beatamente proteso al “ panem et circenses “ ( = divertimenti e cene collettive …purché gratuite ! ).
E’ ravvisabile un cinismo radicale nelle nuove generazioni di amministratori-politici che ambiscono a cariche ben remunerate senza minimamente considerare il bene comune .Nel caso dell’Osservatorio Ambientale Comprensoriale sembra che un manipolo di giovani tecnocrati ( affiliati a questo o a quel carrozzone partitico ) stia per essere arruolato nella gestione delle sezioni tecniche e sanitarie senza che nei Regolamenti attuativi dello Statuto sia tracciato l’identikit professionale specifico . Il neonato Comitato di gestione dell ‘ Osservatorio avrebbe già dovuto nominare i tecnocrati più valenti e affidabili per dirigere le sezioni operative ( impiantistico- ingegneristica e medico-epidemiologica ) ma i cinque Sindaci che detengono le leve del potere sono indaffarati a scegliere i “ fortunati “ da eleggere …..previo beneplacito dell’Enel ?
Nel frattempo – mentre gli attori coturnati e paludati si esibiscono sul proscenio tragicomico della politi -cuccia locale - la centrale di TVN continua imperterrita a funzionare “ extra legem “ ( o contra legem ) e nessuna Autorità di controllo centrale o periferica rende edotta la cittadinanza del comprensorio ( circa 100.000 italiani di serie B ) che nel chiuso della centrale di TVN si verificano fatti incresciosi : 1 . la movi- tentazione del carbone avviene a cielo aperto ( con dispersione di particolato che aggredisce i polmoni dei lavoratori malcapitati ) ; 2 . il trasporto di ceneri e gessi è condotto senza uno schema operativo conosciuto e controllabile ( eludendo le prescrizioni VIA incluse nel Decreto Marzano ); 3 .gli effluenti al camino non sono sottoposti a rilievi di tecnici terzi ( che la sezione scientifica dell’Osservatorio tarda a nominare ); 4.le rilevazioni degli inquinanti al suolo tramite le centraline dell’ARPA o di agenzie accreditate rimane una pia illusione ( nonostante gli accigliati richiami della Procura di Civitavecchia ).
Ieri ( 15.7.2009 )si è svolta la Conferenza dei Servizi al Ministero dell’Ambiente per valutare se l’autorizzazione all’esercizio della centrale sia scaduta nel giugno 2009 e se l’ENEL non sia in grado di garantire le migliori tecnologie disponibili per l’abbattimento degli inquinanti ( tra gli altri anche l’ossido di carbonio ) . Ne deriva che il Decreto Marzano del 2003 perderebbe validità e la centrale dovrebbe essere bloccata . Se i rilievi negativi denunciati ( per conoscenza ) alla Procura di Civitavecchia dal Movimento ambientalista dimostreranno un solido fondamento giuridico si riprodurrebbe qui una situazione analoga a quella gestita dalla Procura di Rovigo per la centrale a carbone di Porto Tolle,di fatto “ stoppata “ perché in difformità rispetto ad ogni norma autorizzativa e in lesione del principio di precauzione.
Se i mezzi di informazione - con uno scatto di coraggio e d’orgoglio - si impegnassero di più per la difesa del bene collettivo e ottemperassero con pervicacia all’etica professionale ( cosa che di solito fanno ) si aprirebbe una fase di rinascita del senso civico diffuso e la nostra città - a lungo devastata dalle incursioni saracene - cesserebbe di essere colonizzata dai nuovi barbari armati di CO2 , polveri sottili, piogge acide , metalli pesanti e ….tanto , tanto danaro !.


Paolo Giardi Membro del direttivo di “ Civitavecchia C’è “ e portavoce del Coordinamento dei Medici.

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20 luglio 2009

"Differenziata, ecco chi ci riesce"

Da centumcellae.it
"Ecco i magnifici sei, i Comuni del Lazio che sono riusciti a superare la soglia del 45% di raccolta differenziata, guadagnandosi il titolo di “Comuni Ricicloni” secondo Legambiente: Oriolo Romano (Vt), Roccagorga (Lt), Acquapendente (Vt), Monterosi (Vt) Nepi (Vt) e Itri (Lt). Menzione speciale per Ciampino (Rm), per il buon avvio del

servizio di raccolta differenziata, entro l’anno estesa a tutti gli abitanti. Questa la sintesi per la nostra Regione di “Comuni Ricicloni 2009” il rapporto realizzato dall’Ecosportello Rifiuti di Legambiente, che valuta l’indice di buona gestione dei rifiuti utilizzando l’ultima base dati disponibile del 2007, in un quadro nazionale col Nord al top, il Sud in crescita ed il Centro fermo al palo.
.
Solo Itri (Lt) compare nella classifica dei Comuni Ricicloni sopra i 10mila abitanti per l’area centrale, piazzato al 6° posto, con un indice di buona gestione pari a 46,74 ed una percentuale del 49,1% di raccolta differenziata. Sono cinque, invece, i Comuni laziali nella classifica dei Comuni Ricicloni sotto i 10mila abitanti per l’area centrale: Oriolo Romano (Vt) si piazza al 3° posto, con un indice di buona gestione pari a 65,33 ed una percentuale del 62,6% di raccolta differenziata; a seguire Roccagorga (Lt), al 5°, con un indice di 64,79 e una raccolta differenziata che si attesta al 63,9%; al 7° posto Acquapendente con un indice di 60,05 ed una raccolta differenziata del 61,6%; segue all’8° posto Monterosi (Vt), con un indice di 58,40 ed una percentuale di raccolta differenziata del 63,9%; 11° posto per Nepi (Vt), con un indice di 54,24 ed una raccolta differenziata del 54,8%, segnalato anche per la raccolta degli imballaggi in plastica per l’area del centro Italia.
Menzione speciale per Ciampino (Rm), dove dal novembre 2007 è stata avviata la raccolta differenziata porta a porta, giungendo a fine 2008 al 75,5% di rifiuti separati e al 77% nell’aprile 2009, e quindi recentemente estesa con l’obiettivo di coprire l’intero territorio comunale entro la fine dell’anno. Altro premio speciale per il già citato Itri (Lt), premiato dal Consorzio Remedia come il migliore Comune nell’area dell’Italia centrale, per la raccolta di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), in particolare per i raggruppamenti R3 (Tv e monitor) e R4 (elettronica varia), con 5,57 kg per abitante, per un totale di 56,2 tonnellate raccolte.
Il Lazio, con una produzione pro-capite di rifiuti che nel 2007 ha toccato i 604 Kg all’anno, una percentuale di differenziata del 12,1% (arrivata al 20% nel 2008, secondo recenti dati della Regione), di incenerimento del 5,5% e di smaltimento in discarica dell’83% (dati Ispra 2007), viene in generale considerata una regione critica in questo settore. Nessuno dei capoluoghi entra, infatti, nella speciale classifica dei Comuni ricicloni, non superando il 45% di raccolta differenziata: secondo i dati 2007, a Latina la raccolta differenziata arriva al 29,4%, mentre a Roma al 19,49% (21,4% nel primo trimestre 2009, secondo recenti dati AMA); a Viterbo al 16,99%, a Frosinone al 12,15%, a Rieti addirittura si ferma al 9,89%.
Inutile dire che in queste graduatorie Civitavecchia ha il triste primato degli ultimissimi posti, con una percentuale di raccolta differenziata pari al 4,5% ben al di sotto anche di tutte le peggiori medie regionali. Evidentemente, come sostiene qualcuno dei nostri arguti amministratori, i cittadini civitavecchiesi non sono all'altezza di quelli di Roccagorga, Oriolo e Monterosi.

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"Canada stop al nucleare di 3° generazione"

Articolo da http://diritto-di-replica.blogspot.com/2009/07/canada-stop-al-nucleare-di-3.html
A oscillare violentemente non sono solo le quotazioni del petrolio. Per l’energia nucleare una sorpresa è venuta dal Canada. Aprendo le buste delle offerte per la costruzione a Darlington di due reattori ad acqua pesante da 1.200 megawatt si è scoperto che la proposta dell’AECL (Atomic Energy of Canada Limited) era 26 miliardi di dollari, 18 miliardi e mezzo di euro al cambio attuale. Troppo? Con la seconda busta, quella dell’Areva, il colosso atomico francese, è andata poco meglio: 23,6

miliardi di dollari per due Epr da 1.600 megawatt (ma con minori garanzie su possibili futuri extracosti). Siamo a un prezzo per chilowattora che è quasi tre volte quello su cui si è basato l’accordo per realizzare a Olkiluoto, in Finlandia, un reattore di terza generazione, la filiera che dovrebbe rilanciare il nucleare dopo la lunga stasi che ha visto 30 anni di blocco degli ordini negli Stati Uniti e una stagnazione nei paesi occidentali.
Il progetto finlandese procede a rilento provocando dispute giudiziarie e un forte innalzamento dei costi e queste difficoltà sono alla base della decisione dell’Edf, l’ente elettrico francese, di chiedere un aumento del 20 per cento delle tariffe. Ora anche in Ontario è arrivato un alt. Alle tariffe proposte il nucleare viene giudicato poco conveniente dal governo canadese che riteneva di poter chiudere il contratto attorno ai 7 miliardi di dollari e si è ritrovato una richiesta tre volte e mezzo più alta. Il premier Dalton McGuinty si è consolato affermando: «Se non altro lo abbiamo scoperto per tempo».

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18 luglio 2009

Pimby? Nimby? No: semplicemente, cittadini di buonsenso.

Questa testimonianza di civiltà arriva dalla Virginia, USA. Tutti i cittadini espongono nei loro giardini cartelli che esprimono il loro rifiuto per un nuovo impianto a carbone. E votano: No coal, semplice. Il video termina con l'auspicio che qualcuno consideri alternative più sagge per la produzione energetica.



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16 luglio 2009

«Un dipendente Enel all’osservatorio: scelta scellerata»

Da civonline.it

Allumiere. Umberto Di Pietrantonio e Carlo Amici attaccano il sindaco Battilocchio per la nomina di Alessandro Maestri.
La determina risale alla metà di giugno. Il Prc minaccia l’uscita anche dall’Agraria

"Un uragano chiamato ‘’carbone’’ sta sconquassando Allumiere. E’ fermento per la scelta del sindaco Augusto Battilocchio di nominare all’Osservatorio Ambientale, in qualità di rappresentante del Comune di Allumiere, Alessandro Maestri, un dipendente dell’Enel e sindacalista interno. «E’ roba da matti - esordisce Umberto Di Pietrantonio di ‘‘Allumiere nel cuore’’ - una scelta che non ha del normale: come si può mandare un dipendente Enel a controllare, nell’Osservatorio Ambientale, se l’inquinamento prodotto dalla centrale in cui lavora è sotto controllo o meno?

Questo nostro rappresentante non potrà di certo garantirci l’imparzialità, visto che è un soggetto facilmente ricattabile. Tutti in paese ci stiamo domandando in base a quali competenze a noi sconosciute sia stato scelto. E’ stato scelto a giugno e lo abbiamo saputo solo ora: ancora una volta quindi vige l’assenza di democrazia. Stavolta però spero che non sarà una scelta condivisa dalla maggioranza». Allibito e adirato anche il consigliere ormai di minoranza, Carlo Amici il quale considera questa scelta «davvero scellerata». «Non ci sono più parole per esprimere ciò che pensiamo: ogni giorno di più sulla questione carbone si tocca il fondo - spiega Carlo Amici - come si può pensare di farci rappresentare da chi lavora e quindi ‘’vive’’ con l’Enel. Capisco che questa scelta era una sua competenza ma poteva almeno far finta di interpellare il consiglio comunale. La determina è stata fatta intorno alla metà di giugno e nessuno ne sapeva nulla, si può continuare così? Per coerenza io e Brogi dopo poco essere stati eletti ci siamo dimessi proprio perché eravamo contrari al carbone sia prima che dopo e non accettiamo questa ‘’svendita’’ all’Enel, ma evidentemente qualcuno non la pensa come noi e con l’Enel ci va a braccetto». Molte le perplessità degli allumieraschi che esprimono dissenso e ribadiscono fortemente il loro ‘‘no al carbone senza se e senza ma’’.

ULTIM’ORA: UNIVERSITA’ AGRARIA, IL PRC LANCIA L’ULTIMATUM AL SINDACO. «O Battilocchio ritira la nomina oppure usciremo dalla maggioranza dell’Università Agraria». E’ il messaggio degli assessori Superchi e Ciucci e del consigliere dell’Agraria Baldini.
R.M.

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“L'Alto Lazio chiede giustizia”



Ancora una volta ieri alle 13,30, puntuale a lottare per la vita, è partito il bus dei cittadini dell’Alto Lazio verso il Ministero dell'Ambiente. Obiettivo: sostenere le ragioni della popolazione dell'Alto Lazio alla Conferenza dei Servizi indetta per decidere il livello di monossido di carbonio emesso dalla centrale a carbone di TVN. A bordo i medici, testimoni della sofferenza di chi s'ammala e muore per le centrali, due consiglieri comunali e gente di Civitavecchia e Tarquinia, supplenti del silenzio degli amministratori.
Chi ha versato milioni di euro ha voluto occhi chiusi, orecchie intasate e bocche cucite.
I rappresentanti del gruppo sono stati ascoltati dai rappresentanti del Ministero dell'Ambiente,della Regione Lazio, della Provincia di Roma e della Commissione IPCC (Integrated Pollution Panel Control) e hanno ribadito la necessità di spegnere TVN, che attualmente sta funzionando in assenza di autorizzazione, in nome di chi pagherà il massimo del prezzo per il suo funzionamento.
Hanno dimostrato, inoltre, documenti alla mano, che ENEL non ha diritto al limite che chiede, 3 volte maggiore del valore massimo fissato dagli organismi europei per impianti similari (30/50 mg) e che la legge sia italiana che europea non consente una tale deroga.
I medici hanno presentato studi scientifici recentissimi che legano in proporzione diretta il monossido di carbonio alla mortalità della popolazione adulta e a gravi malformazioni cardiache nella prima infanzia.
Ciononostante la Conferenza dei Servizi ha stabilito di concedere il limite di 130 mg, in contrasto con le norme italiane ed europee, nonché con la Valutazione d'Impatto Ambientale, dove è scritto che l'emissione annua di monossido di carbonio è zero.
E’ prevalsa, quindi, la volontà di agevolare ENEL
, società privata, per consentire la messa in esercizio della centrale nonostante le “lacune, omissioni e anomalie della Valutazione d'Impatto Ambientale” e dell’iter autorizzativo, nonostante non abbia mai funzionato l'Osservatorio Ambientale, nonostante non sia mai stata valutata la compresenza della centrale di Torrevaldaliga Sud che emette canna a canna, nonostante non sia stato attivato l'Organismo di Controllo del rispetto delle prescrizioni, nonostante la menzogna del “carbone pulito” ripetuta con sprezzante crudeltà dai pinocchio dell'ENEL.
Da oltre due anni i cittadini dell'Alto Lazio presentano diffide e denunce, determinando spesso l'agenda dei lavori delle amministrazioni coinvolte nell'affare TVN. Dopo ogni diffida o denuncia i burocrati si affannano per ricomporre un quadro di credibile correttezza formale nel tentativo di mettere al riparo da azioni giudiziarie le proprie omissioni, che hanno permesso all'inquinatore di agire indisturbato fuori dal quadro autorizzativo.
Nel frattempo la ciminiera continua a sputare veleni e il cielo ridiventa giallo come non mai. E, proprio per dare concretezza a tali affermazioni durante la conferenza sono state mostrate e fatte inserire agli atti le foto della centrale a “carbone pulito” con un denso pennacchio di fumo nero che esce dalla ciminiera.
Promemoria per amministratori e abitanti distratti: quell'aria gialla che sembra rimanere in cielo ci avvolge ed è ciò che respiriamo, respirate e fate respirare ai vostri cari.
Promemoria per i lavoratori della centrale: i vostri capi sanno già di cosa morirete, voi forse no!

Movimento No Coke Alto Lazio
Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia

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In scena il solito copione. TVN a carbone sporco potrà non rispettare i parametri europei per le emissioni.

"Un altro regalo all'Enel, aumentati i limiti del monossido"
La Conferenza dei servizi porta da 50 a 130 i mg di emissione. I no coke: "I burocrati hanno permesso all'inquinatore di agire indisturbato fuori dal quadro autorizzativo"
da centumcellae.it

Limiti di monossido di carbonio elevati a 130 mg anziché 50 come previsto dalle normative europee. E’ questa la decisione presa dalla Conferenza dei Servizi su Torre Valdaliga Nord svoltasi ieri a Roma. Decisione che, soprattutto dopo che i no coke avevano denunciato come l’impianto di Tvn, per stessa ammissione dell’Enel, non fosse in grado di rispettare tali limiti, sa tanto di favore alla spa elettrica in un momento in cui peraltro la centrale continua ad esercire senza l’autorizzazione integrata ambientale scaduta dallo scorso dicembre. Chiaramente imbufalito il Movimento no coke Alto Lazio, presente ieri alla conferenza, il quale ha ricordato come nessuna normativa europea ed italiana preveda deroghe ai limiti di 50 mg di monossido di carbonio e come tale sostanza sia causa di comprovata mortalità nella popolazione adulta e di gravi malformazioni cardiache nella prima infanzia.

"Ciononostante – affermano i no coke - la Conferenza dei Servizi ha stabilito di concedere il limite di 130 mg. E’ prevalsa, quindi, la volontà di agevolare Enel, società privata, per consentire la messa in esercizio della centrale nonostante le “lacune, omissioni e anomalie della Valutazione d'Impatto Ambientale” e dell’iter autorizzativo, nonostante non abbia mai funzionato l'Osservatorio Ambientale, nonostante non sia mai stata valutata la compresenza della centrale di Torrevaldaliga Sud che emette canna a canna, nonostante non sia stato attivato l'Organismo di Controllo del rispetto delle prescrizioni, nonostante la menzogna del “carbone pulito” ripetuta con sprezzante crudeltà dai pinocchio dell'Enel. Da oltre due anni i cittadini dell'Alto Lazio presentano diffide e denunce, determinando spesso l'agenda dei lavori delle amministrazioni coinvolte nell'affare Tvn. Dopo ogni diffida o denuncia i burocrati si affannano per ricomporre un quadro di credibile correttezza formale nel tentativo di mettere al riparo da azioni giudiziarie le proprie omissioni, che hanno permesso all'inquinatore di agire indisturbato fuori dal quadro autorizzativo. Nel frattempo la ciminiera continua a sputare veleni e il cielo ridiventa giallo come non mai. E, proprio per dare concretezza a tali affermazioni durante la conferenza sono state mostrate e fatte inserire agli atti le foto della centrale a “carbone pulito” con un denso pennacchio di fumo nero che esce dalla ciminiera. Promemoria per amministratori e abitanti distratti – concludono i no coke - quell'aria gialla che sembra rimanere in cielo ci avvolge ed è ciò che respiriamo, respirate e fate respirare ai vostri cari. Promemoria per i lavoratori della centrale: i vostri capi sanno già di cosa morirete, voi forse no!.

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Riesame AIA. enel, cittadini e Istituzioni finalmente d'accordo su un punto: il carbone sporco di TVN non può che inquinare molto

Da http://www.trcgiornale.it/news/content/view/30004/1/
"Riesame Aia, CO a 130 mg/N metro cubo "

Chiusa nella serata di ieri la conferenza dei servizi sulla centrale di Torre Valdaliga Nord, per quanto riguarda la definizione del Piano di Monitoraggio nell'ambito del riesame dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, in attesa dell'apertura della procedura per il rinnovo dell'autorizzazione unica, chiesta da Enel.

Pur mancando ancora l'ufficialità della firma del ministro, sembra comunque che il parametro relativo ai valori di monossido di carbonio - l'ultimo da definire - sia stato fissato a 130 mg/N metro cubo. Un valore che il Comitato no-coke contesta perché "essendo quello di Tvn un impianto sottoposto alla disciplina del decreto legislativo 59/2005, i limiti anche per il monossido di carbonio sono quelli stabiliti dal Bref/2006 (Bat Refrence Report, rapporto sulle migliori tecnologie industriali disponibili che ha valore di riferimento nei paesi membri per l'emanazione delle linee guida nazionali, previste in Italia proprio dall'articolo 4 del decreto 59/2005). Per il CO il valore è compreso tra 30 e 50". Quanto agli aspetti riferiti alle certificazioni Emas e Iso, i no-coke annunciano una denuncia alla Procura della Repubblica nel caso in cui "la Direzione Generale del Ministero dell'Ambiente non proceda a inibire l'esercizio della centrale".

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PD: Grillo stravince il sondaggio sull'Espresso come candidato Segretario

http://espresso.repubblica.it/sondaggio-risultati?idpoll=2104257

Questo è il risultato:

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14 luglio 2009

15 luglio 2009, Autorizzazione Integrata Ambientale per TVN: tutto da rifare (speriamo di no)

IL 15 LUGLIO TECNICI E I COMITATI CONTRO IL CARBONE SARANNO PRESENTI ALLA CONFERENZA DEI SERVIZI INDETTA PRESSO IL MINISTERO DELL'AMBIENTE PER RIBADIRE CHE TVN NON PUO' RIMANERE IN ESERCIZIO IN ASSENZA DELL'AUTORIZZAZONE INTEGRATA AMBIENTALE: LA LEGALITA' VA RIPRISTINATA.
Il lavoro di contrasto alla centrale a carbone stà producendo risultati importanti e nell'arco di un mese la popolazione ha potuto vedere la differenza tra un cielo di nuovo giallo, provocato dal "carbone pulito" che bruciava, e il cielo azzurro come in questi giorni a centrale spenta.
La continua presentazione di petizioni, diffide e denunce mantiene i riflettori accesi su tutte le illegalità di TVN.
La centrale è stata collaudata illegalmente e dal 24 dicembre scorso è priva di Autorizzazione Integrata Ambientale.
Costringere Enel a richiedere una nuova AIA significherà ridurre drasticamente molti inquinanti: vite salvate.
A noi non basta: sappiamo quanti veleni siano stati riversati sulla nostra terra negli anni delle vecchie centrali e che molte patologie attuali sono il risultato dell'inquinamento d'allora.
Domani al Ministero dell'Ambiente avrà luogo una conferenza dei servizi dove Enel ancora una volta chiederà una mano per taroccare Il valore fissato dalla competente Commissione IPPC per il monossido di carbonio (CO). La commissione lo ha limitato a 50 mg per metro cubo di fumo che esce dalla ciminiera; Enel chiede di emetterne 150, sostenendo che si tratta di un impianto all'avanguardia e 150 mg/mc di CO sono un effetto collaterale sotto il quale non si potrebbero far funzionare gli impianti. Ma il cielo giallo che siamo tornati a vedere nelle scorse settimane parla da solo su quanto sia sporco il loro "carbone pulito". Domani le popolazioni saranno di nuovo lì, dentro il Ministero a lottare per la vita di tutti. Si noteranno, come al solito, le ingombranti assenze dei sindaci di Tarquinia, Tolfa, Allumiere, Santa Marinella e Civitavecchia, sindaci che dimostrano ogni volta come la firma apposte agli accordi economici con Enel si siano tradotte in silenzio su tutto.
Loro non saranno mai perdonati dai cittadini che, invece, hanno saputo unire le loro forze per fare ciò che loro, nel loro ruolo di amministratori, avrebbero dovuto fare, commissionando un monitoraggio che non tiene conto dei biechi interessi di parte, ma usa la tecnologia e la scienza per produrre dati certi.
Il momento che viviamo ci invita a riflettere su ciò che abbiamo fatto e a prendere decisioni su ciò che faremo. E' un impegno che ci chiede capacità al dialogo per trovare soluzioni nuove, che sappiano tenere in considerazione tutti i punti di vista e costruire un futuro migliore di quello che possiamo immaginare ora.
Ci hanno dato respiro i risultati conseguiti in questi ultimi giorni, anche grazie all'azione della Procura della Repubblica che ha saputo riconoscere la fondatezza delle nostre argomentazioni, e la forte iniziativa di Greenpeace, fatta in tutta Italia contro il carbone e contro gli assassini del clima.
Per questo i cittadini, proprio nella giornata in cui si recheranno presso il Ministro dell'Ambiente, per la conferenza dei servizi, porteranno, presso la sede Romana di Greenpeace, dei prodotti della terra dell'Alto Lazio, da offrire allo staff a ringraziamento della loro azione .
Frutta, verdura e vino della nostra terra generosa e orgogliosa dei suoi millenari sforzi, per produrre ottimi prodotti agricoli, da cui migliaia di famiglie traggono reddito per vivere.
L'azione contro il carbone di Greenpeace, in occasione del G8, ci ha fatto sentire, una specie da proteggere: dagli inquinatori e dai killer dell'ambiente.
Grazie di cuore a Greenpeace.

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Sondaggio su l'Espresso: vota il tuo candidato per la Segreteria del PD

Sul sito de l'Espresso http://espresso.repubblica.it/polls.jsp?idpoll=2104257&ref=hpsond
un sondaggio chiede agli elettori del PD quale sia il candidato preferito, per ricoprire il ruolo di Segretario.
L'esito è piuttosto ovvio: Grillo schiaccia tutti gli altri. E il marciume fa quadrato.

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Sulla "centrale fallita di Montalto monumento simbolo della sconfitta della politica energetica..."

Da Maremmaoggi.it

"Ecco cosa scrive Sergio Rizzo sul Corriere della Sera a proposito della Centrale di Montalto di Castro.

13/07/2009 9.32.00 - CENTRALE NUCLEARE MONTALTO DI CASTRO SI O NO

Sprezzanti del ridicolo l'hanno pomposamente battezzata: «Centrale Alessandro Volta». Pensate! Dare il nome dell'inventore della pila, praticamente il padre dell'elettricità, a una centrale che sta quasi sempre spenta. Insomma, una specie di pila esausta. Benvenuti a Montalto di Castro: monumento gigantesco al fallimento della politica energetica italiana costruita sulle ceneri del nucleare, inutilmente costato almeno 250 euro a ogni italiano, lattanti e vegliardi compresi. E come sempre accade in Italia le responsabilità di un simile disastro si dissolvono in una nebbia impalpabile, dove tutti sono un po' colpevoli, quindi nessuno lo è. I politici della prima Repubblica, quelli della seconda, l'Enel, i petrolieri. Perfino gli ambientalisti che si battevano contro l'energia atomica. La centrale di Montalto di Castro è stata anzi la loro più grande sconfitta.

nella foto storica i lavori di costruzione della centrale nucleare di Montalto di Castro negli anni 80

A metà degli anni 80 erano agguerritissimi. Qualche anno prima c'era stato l'incidente di Three Mile Island che aveva dato spunto al famoso film Sindrome cinese e il movimento antinucleare si era diffuso in tutta Europa. Anche se non aveva molta udienza presso i governi. Per gli oppositori dell'atomo, in Italia, non andava molto meglio. Finché, nella primavera del 1986 a Chernobyl, in Ucraina, si verificò la catastrofe nucleare più grave della storia. E gli eventi precipitarono. Il governo del segretario socialista Bettino Craxi cavalcò immediatamente l'onda antinucleare. Ben presto furono superate anche le resistenze all'interno della Democrazia cristiana e dello stesso Partito comunista. E il referendum del 1987 passò con un consenso mai registrato prima. Di colpo, in Italia, i nuclearisti erano scomparsi. Era novembre, al governo Craxi era subentrato quello di Giovanni Goria: tutto avvenne con una rapidità impressionante, considerando i tempi geologici delle decisioni italiane. Con un paradosso, che gestire la frase di transizione toccò a un ministro, tra gli altri, Adolfo Battaglia, esponente dell'unico partito, quello repubblicano, che aveva sostenuto fino all'ultimo, contro tutto e tutti, la scelta nucleare. Per prima cosa la chiusura delle centrali in attività. I quesiti referendari non avrebbero in teoria obbligato l'Enel a fermare i reattori. Ma il Psi e la Dc, con l'appoggio del Pci, interpretarono così la volontà politica degli elettori. E fecero spegnere gli interruttori. E i lavori alla centrale di Montalto di Castro, quasi completata, vennero interrotti. A quel punto cominciò una danza a suon di quattrini. L'Enel e le imprese fornitrici rivendicarono innanzitutto i danni. E pure il pagamento dei pezzi ordinati e non consegnati, come appunto il reattore di Montalto di Castro. Poi la società elettrica, allora guidata da Franco Viezzoli, fece presente che si rischiava il blackout. Bisognava provvedere e il Parlamento, nel quale erano entrati anche gli alfieri del movimento antinucleare, come Gianni Mattioli, non alzò un dito. Non lo alzò quando le importazioni di elettricità prodotta con il nucleare in Francia esplosero. Ma non le alzò neppure quando si decise di costruire, accanto alla centrale nucleare di Montalto di Castro, già costata 7 mila miliardi di lire e che non fu smantellata perché si sarebbe speso troppo (sic!), un secondo impianto da ben 3.200 Megawatt, a policombustibile. Grande quattro volte di più e con una specie di sberleffo agli ambientalisti costituito da una orrenda ciminiera alta 150 metri che si può ammirare da decine di chilometri. Altri 7 mila miliardi di lire, per una centrale nata già vecchia (non era a ciclo combinato, come quelle che venivano costruite allora in tutto il mondo) e con costi di esercizio insostenibili. Tanto insostenibili che oggi una delle centrali più grandi d'Europa resta accesa soltanto 2 o 3.000 ore l'anno, sulle teoriche 8.600 ore, perché l'energia prodotta lì è troppo cara. Intanto i privati non se ne stavano con le mani in mano.



Molti italiani che avevano votato sì al referendum antinucleare erano stati convinti dalla promessa che si sarebbe abbandonata la strada dell'atomo per quella delle energie rinnovabili. Il governo approvò una delibera, la famosa delibera del Cip 6 che concedeva incentivi profumati ai produttori di elettricità pulita. Soltanto che ci infilarono all'ultimo momento, dopo «energie rinnovabili», le paroline «e assimilate». Spalancando un'autostrada agli industriali siderurgici ma anche ai petrolieri che intascarono migliaia di miliardi di contributi pubblici, bruciando i «Tar»: così si chiamano gli scarti della lavorazione del petrolio. Montedison, Falck, Riva, Moratti, fecero soldi a palate.



E le famose energie rinnovabili? Di quelle per vent'anni neanche l'ombra. Nel 2007 l'Italia produceva con il solare un cinquantesimo dell'elettricità prodotta in Germania attraverso il fotovoltaico. In compenso siamo diventati il Paese con il record mondiale del consumo degli inquinanti idrocarburi per la produzione di energia elettrica. Per non parlare dei costi. Quanti italiani dopo aver già sborsato 8 miliardi di euro per pagare all'Enel e ai suoi fornitori i danni dell'uscita dal nucleare, sanno che ancora pagano sulla bolletta elettrica un sovraprezzo destinato a una società pubblica, la Sogin, per lo smaltimento delle vecchie scorie? E che lo pagheranno ancora per una quindicina d'anni nella migliore delle ipotesi? Se la fallimentare operazione di Montalto di Castro è costata 250 euro a ogni cittadino italiano, 15 miliardi e mezzo di euro in tutto compresi i maggiori costi del petrolio rispetto a quelli dell'uranio, l'uscita dal nucleare è stata ancora più cara: 424 euro pro capite, cioè 25,5 miliardi di euro. E con quale risultato? Che siamo il Paese europeo più dipendente dal petrolio e dove l'energia costa più cara, che siamo il fanalino di coda delle energie rinnovabili, che abbiamo il primato delle importazioni e che ora abbiamo deciso di tornare al nucleare, per volontà di alcuni di quei politici che venti anni fa avevano persuaso gli italiani a uscirne. E Montalto? Tranquilli, ci sono buone probabilità che l'atomo torni anche lì. Secondo il presidente di Edf, il partner nucleare dell'Enel, Pierre Gaddonneix, quello è un posto ideale per una centrale nucleare. Come la chiameranno stavolta?


Sergio Rizzo Corriere della Sera

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L'impianto di TVN riconvertito a carbone può funzionare entro i parametri di legge? La Procura verifica

Da TcrGiornale.it/news
Certificazioni Tvn, la Procura verifica. Diffida al Ministero

di Katia Trombetta
lunedì 13 luglio 2009 19:08

La Procura della Repubblica ha avviato una serie di verifiche in merito alle certificazioni ambientali della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord, con specifico riferimento alla certificazione ISO 14001, dopo che la certificazione Emas era già stata sospesa in via cautelativa lo scorso 12 giugno 2009 proprio da parte del Comitato per l'Ecolabel e per l'Ecoaudit (sezione Emas Italia). La Procura, quindi, starebbe verificando se l'impianto termoelettrico può esercitare le sue funzioni in presenza della sola certificazione ISO, in assenza dell'Emas, sospesa perché sostanzialmente riferita non all'impianto riconvertito a carbone.
Se l'ISO non fosse quindi sufficiente a garantire l'esercizio di Tvn si potrebbe addirittura procedere al blocco della produzione. Un aspetto che è stato affrontato anche dal Movimento no-coke Alto Lazio, Forum Ambientalista e dai consiglieri comunali di Civitavecchia e Tarquinia, rispettivamente Manuedda e Tosoni, i quali hanno indirizzato una diffida al Ministero dell'Ambiente, e per conoscenza alla Procura della Repubblica. Nel testo si afferma che anche la certificazione ISO 14001 non era relativa all'impianto autorizzato nel 2003 nella sua configurazione a carbone, determinando quindi un tempo massimo per il rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale di 5 anni. Secondo la diffida Enel non si sarebbe attenuta a questo dato normativo (decreto 59/2005). Si chiede quindi l'inibizione dell'esercizio - comprese le attività di collaudo - della centrale fino al rinnovo dell'AIA.

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11 luglio 2009

TVN: la centrale è FUORILEGGE. Si fermerà la centrale o si cambierà la legge?



da TrcGiornale.it/news

"Aia Tvn, il 15 conferenza dei servizi. Nel mirino i monossidi d'azoto"

È fissata per il prossimo 15 luglio alle ore 15 a Roma, presso la Sala Europa del Ministero dell'Ambiente, una nuova seduta della conferenza dei servizi per il riesame dell'autorizzazione unica della centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord, limitatamente gli aspetti dell'autorizzazione integrata ambientale.


All'incontro, ovviamente, è convocato anche il comune di Civitavecchia che, viste le numerose assenze del passato, pare non sia particolarmente interessato all'argomento.
In realtà vale la pena ricordare che il nostro comune, come gli altri enti convocati, ha diritto all'espressione di un parere e che il suo pronunciamento potrebbe risultare determinante nelle decisioni che saranno assunte, trattandosi peraltro del comune nel cui territorio ricade l'impianto. Ma di cosa si parlerà il 15 luglio? Al centro del dibattito ci saranno i livelli di monossido d'azoto. Nel corso dell'ultima conferenza dei servizi dell'8 aprile, infatti, si era proceduto alla definizione del Piano di monitoraggio e controllo della centrale di Torre Valdaliga Nord e dei limiti di emissione di arsenico, fluoro, cloro e monossido di azoto. Rispetto a quest'ultimo inquinante il valore prescritto è stato di 50 mg/N metro cubo, quale media giornaliera. Enel però lo scorso giugno ha scritto al Ministero ribadendo che "l'obiettivo di contenimento del monossido d'azoto contrasta tecnicamente con l'altro forte obiettivo di contenimento della produzione di ossidi di azoto, decisamente perseguito sulle caldaie di Torre Nord con un avanzato sistema di bruciatori a bassi Nox". Enel spiega nel dettaglio che le caldaie, sebbene di ultima generazione, sono state progettate per valori più alti di 50, valori che comunque all'epoca della progettazione - spiega sempre l'azienda elettrica nella sua lettera - erano al di sotto dei limiti massimi di legge, poiché si perseguì "l'obiettivo della massima compatibilità ambientale della trasformazione a carbone". Enel allega anche una nota dei fornitori delle caldaie - Ansaldo-Babcock-Hitachi - i quali rispondono alla richiesta della società di reimpostare le caldaie per un limite di 50 giornaliero, affermando che non si può scendere sotto i 150 e che addirittura non ci sarebbero soluzioni alternative. Enel chiede quindi di riportare la prescrizione al limite di 150, facendo presente che in caso contrario si determinerebbe "la non esercibilità dell'impianto". Di tutto questo, come si diceva, si parlerà il 15 luglio a Roma.

NDR: come pensate che agirà Moscherini, dopo aver incassato i soldi di enel vendendo la nostra salute? Agirà per far rispettare la legge, nell'interesse della nostra comunità? O si batterà per gli affari del gigante velenoso?

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10 luglio 2009

"Le azioni di Greenpeace e la mistificante informazione di enel"

Comunicato

"Il Forum Ambientalista esprime tutta la propria solidarietà e sostegno agli esponenti di Greenpeace che hanno organizzato pacifiche manifestazioni di protesta in alcune centrali a carbone italiane, tra cui Civitavecchia, per porre in risalto l’inutilità di qualsiasi vertice contro i cambiamenti climatici, come quello che si terrà in occasione del G8, fino a quando le politiche energetiche non metteranno al bando l’uso del combustibile tra i più dannosi tra quelli fossili: il carbone.


Un azione, quella di Greenpeace, che mettendo in evidenza la grande quantità di emissioni climalteranti ed inquinanti legate alla combustione del carbone, va a colmare il silenzio delle istituzioni nazionali e locali dinanzi alle gravi carenze sul piano amministrativo ed ambientale che contrassegnano tali progetti, primo fra tutti quello della riconversione di TVN, di cui la recente sospensione della certificazione EMAS e l’imposizione del rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale sono testimonianza.
Grave è poi che ENEL, e quanti per esso, abbiano utilizzato anche questa occasione per continuare ad alimentare la sterile e dannosa contrapposizione tra lavoratori e cittadini che da anni lacera il tessuto cittadino e a propagandare una sequela di vere e proprie falsità quali definire l’impianto a “100% carbone pulito” o affermare che le emissioni di C02 saranno ridotte del 18% rispetto al vecchio impianto.
Carbone pulito che tanto pulito non è se, tanto per fare un esempio, non riesce nemmeno a rispettare i limiti di 50 mg/Nm3 imposti dalla Commissione IPPC per il monossido di carbonio sulla base di quanto previsto dai documenti europei circa le migliori tecnologie disponibili alle quali la centrale di TVN si dovrebbe attenere.
Si legge infatti nella nota ENEL prot. 22192 del 9 giugno 2009 che “…si richiede…venga rivalutato il limite di emissione di CO prescritto…” e che “Il mancato recepimento della presente richiesta…comporterebbe di fatto la non esercibilità dell’impianto”.
Come a dire che Torrevaldaliga Nord non può funzionare senza inquinare.
E’ appena il caso di ricordare che secondo L’Agenzia Europea per l’Ambiente l’esposizione al monossido di carbonio, anche a basse concentrazioni, rappresenta un pericolo per la salute umana che comporta un incremento del numero di decessi e un aumento delle visite cardiologiche, di angina ed infarto cardiaco, di attacchi ischemici transitori ed ictus cerebrali, di infezioni respiratorie e di visite per malattie dell’apparato respiratorio (in particolare la brocopneumopatia cronica ostruttiva, BPCO).
Così come la tanto sbandierata diminuzione del 18% di Anidride Carbonica (CO2), non trova riscontro in alcuno dei documenti ufficiali dove invece si legge che le emissioni di CO2 saranno pari a 10.730.000 T/a (DEC.MAP 55/02/2003) a fronte delle 7.338.833,7 T/a emesse dal precedente impianto ad olio combustibile (registro INES 2002).
Quantità enormi che, oltre a concorrere significativamente all’aumento dei gas climalteranti ed ai conseguenti cambiamenti climatici, porteranno l’Italia a sforare il tetto di emissioni consentite e, per questo, a pagare pesanti sanzioni.
Se a ciò aggiungiamo che il Ministero dell’Ambiente ha imposto il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, che, all’oggi, la centrale sta esercendo la propria attività in assenza di autorizzazione e che su tale evento l’ente energetico, così come le istituzioni, non hanno sentito alcun bisogno di informare la popolazione ci si rende conto di quale sia il tipo di informazione che piace ad ENEL: quella a un senso unico; il senso dei profitti aziendali.
Meno male che, però, c’è Greenpeace!


la Responsabile locale
Simona Ricotti

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Altro che inceneritori e CDR: inaugurazione del Centro Riciclo di Colleferro

LUNEDI' 13 LUGLIO dalle ore 16 si terrà l'inaugurazione ufficiale del Centro Riciclo di Colleferro il famoso impianto di trattamento dei rifiuti urbani differenziati che recupera i materiali e ne fà una fonte di reddito. Evitando di ricorrere ad inceneritori e discariche.

Come portavoce della Campagna pubblica SUI RIFIUTI "NON BRUCIAMOCI IL FUTURO" ANNUNCIO che LUNEDI' 13 LUGLIO dalle ore 16 si terrà l'inaugurazione ufficiale del Centro Riciclo di Colleferro il famoso impianto di trattamento dei rifiuti urbani differenziati che recupera i materiali e ne fà una fonte di reddito.....evitando di ricorrere ad inceneritori e discariche.

Il Centro di Colleferro è stato realizzato su una medesima progettazione di quello di Vedelago (TV), realizzato quindici anni fà da CARLA POLI e tuttora modello di efficienza e di sperimentazione ed all'avanguardia in Europa intera.

L'APPUNTAMENTO PER CHI VIENE DA ROMA E' ALL'USCITA DELL'AUTOSTRADA PER COLLEFERRO C'E' UNA ROTONDA CON UN MISSILE...EMBLEMATICO
E CHE NON SI PUO' NON NOTARE.

Il nostro amico Loris Talone, titolare del Centro, ci ha chiesto di provvedere ad invitare Cittadini - Comitati - associazioni che fanno riferimento alla nostra CAMPAGNA PUBBLICA NON BRUCIAMOCI IL FUTURO e gli organi di stampa per intervenire alla manifestazione e visitare l'impianto stesso.

L'inaugurazione sarà fatta alla presenza del Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, dell'assessore all'ambiente Piermichele Civita e della Giunta provinciale, dei Consiglieri Provinciali di Roma e dell'amm.ne comunale di Colleferro.

Saranno presenti Carla Poli, quale partner tecnologico dell'impianto ed il suo staff di Vedelago oltre agli inviti diretti che lo staff di Talone ha provveduto ad emanare.

INVITO A NOME DELLA CAMPAGNA PUBBLICA QUINDI TUTTI I COMITATI ED ASSOCIAZIONI DEL LAZIO, CHE SOSTENGONO LA TECNOLOGIA DELLA RIDUZIONE - RIUSO - RICICLO - RECUPERO QUALE UNICA E VERA ALTERNATIVA ALL'INCENERIMENTO, AD ESSERE PRESENTI PER CAPIRE REALMENTE IL PROCESSO INDUSTRIALE DALL'ENTRATA ALLO STOCCAGGIO.

IL PORTAVOCE

MASSIMO PIRAS 340 3719350

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Vergognosa "ltalia dei valori"

Nulla che ci sorprenda più di tanto, viste le passate dichiarazioni di Alvaro "Homer" Balloni: http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=24627%22
Ancora si inste per bruciare CDR nella centrale a carbone a TVN. Noi sappiamo che questo toglierebbe la patata bollente dalle mani di politici incapaci di risolvere altrimenti il problema "rifiuti". Per lo stesso motivo Piero "MarrAsshole" Marrazzo ha abbandonato la causa del no al carbone: nonostante le promesse elettorali e le mille menzogne ai danni degli elettori.

Per le cenerentole ricordiamo che il CDR di qualità si può produrre per mezzo di una una efficientissima raccolta differenziata, quindi mancano le più elementari precondizioni perché si possa parlare di una ipotesi simile. Comunque disastrosa per la nostra salute e il nostro futuro.

VERGOGNA!

Firma per la campagna NON BRUCIAMOCI IL FUTURO, una proposta VERA e PERCORRIBILE per il trattamento dei rifiuti conveniente e non autodistruttivo.

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Civitavecchia: Greenpeace e cittadini a TVN





Clicca qui per leggere la nota per intero: "Il Comitato Ecolabel Ecoaudit ha sospeso la certificazione EMAS della centrale di Torre Valdaliga Nord e, conseguentemente, il Ministero dell'Ambiente è stato costretto a sancire la necessità del rinnovo dell'autorizzazione". Lo rende noto con soddisfazione il Movimento no coke Alto Lazio, che chiede ora la sospensione dell'attività della centrale fino alla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. Leggi la nota.

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9 luglio 2009

Serve la tua firma per la campagna "NON BRUCIAMOCI IL FUTURO". Per una gestione intelligente dei "rifiuti" e contro gli inceneritori

CAMPAGNA NON BRUCIAMOCI IL FUTURO DELLA REGIONE LAZIO: DALL' 11 LUGLIO FIRMA A FAVORE DELLA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER UNA REGIONE LAZIO SENZA INCENERITORI.

PER INFO clicca qui.
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GLI AMICI DI BEPPE GRILLO raccoglieranno le firme a:

* ROMA: Piazza S. SONNINO (lato opposto al cinema Reale) dalle 18 alle 24
* ALBANO: Piazza SAN PIETRO dalle 11 alle 20
* VELLETRI: Via LATA 50 (festa tesseramento velletri a 5 stelle) dalle 19,30 in poi

altri banchetti a:

* ROMA: Piazza MASTAI dalle 16 alle 24
* CIVITAVECCHIA: Piazza REGINA MARGHERITA (zona mercato) dalle 9 alle 13 - Piazza FRATTI (zona il ghetto) dalle 17 alle 23
* ANAGNI: (Loc. OSTERIA DELLA FONTANA) davanti la Chiesa di San Giuseppe dalle 9,30 alle 22
* FIUMICINO: Mercato Via FOCE MICINA angolo Via DELLE OMBRINE dalle 9 alle 13
* CECCHINA: Piazza S. D'ACQUISTO dalle 21 in poi
* PAVONA: Piazza DEL MERCATO dalle 20 in poi

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Una figura da cretino

Berlusconi cerca di stringere la mano a Brack Obama, ignorato da quest'ultimo.




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Un messaggio per il G8: Greenpeace in azione nelle centrali a carbone italiane

Dopo aver "assaltato" già quattro impianti sul suolo italiano, Greenpeace artefice di un nuovo raid nel cantiere della centrale a carbone di Civitavecchia, con un messaggio per il G8 riunito: STOP THIS!

Leggi le news cliccando sui link qui sotto:

Secondo giorno: le centrali occupate salgono da quattro a cinque

G8 incapace di agire. Il caos climatico si avvicina

In azione in quattro centrali a carbone italiane. Messaggio di Greenpeace al G8 sul clima

I soliti servili sindacati non si sono fatti attendere per una contro-risposta, talmente scontata e in malafede che non merita di essere riportata. Purtroppo tutti sappiamo cosa siano ormai diventati, i sindacati italiani.

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7 luglio 2009

Continua il dibattito: il prof. Mattioli ribatte su Chicco Testa (aka "pimby col culo degli altri")

A Chicco Testa dal prof. Gianni Mattioli. Su Chicco Testa leggi qui.

"Nel dibattito sull'energia nucleare ospitato dai media, Giuseppe Alcetta mi ha invitato ad "approfondire con un ambientalista come il Dr. Testa le argomentazioni che lo hanno portato sulla nuova via": il sostegno all'energia nucleare.



Spiegai ad Alcetta che non mi pareva utile andare ad imparare alcunché da uno che aveva pubblicato un libro che, almeno su due questioni cruciali - le dosi di radiazioni per i lavoratori e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi - si limita a sostenere che il problema non c'è.

Aggiungevo anche qualche dubbio sul suo ruolo di ambientalista, dal momento che gli anni della sua presidenza dell'ENEL sono quelli che hanno visto l'Italia agli ultimi posti nell'impegno per il decollo delle energie pulite e rinnovabili.

Alcuni giorni dopo ho letto su un giornale una piccata risposta di Testa, contenente due affermazioni.


1) Impari Mattioli dal Premio Nobel della Fisica Chu che "inserisce il nucleare fra le fonti pulite".

2) Sotto la sua presidenza di Enel fu fondata Enel Greenpower.


Sul danno da radiazioni, avevo riportato quanto chiunque può leggere nelle pubblicazioni della Commissione Internazionale di Protezione dalle Radiazioni Ionizzanti, la più alta autorità internazionale in materia (In particolare: Pubblicazione 103 ICRP 2007).

Chiedere di valutare il danno sanitario delle radiazioni ad un fisico, sia pure premio Nobel, misura la cultura scientifica di Testa.

E quanto ai meriti di Enel in materia di fonti rinnovabili, qualsiasi tabella ci informa che solo negli ultimi tre anni è tardivamente avvenuto, anche in Italia, il decollo di fonti rinnovabili, sulla base di una legislazione europea di incentivi, tardivamente recepita dall'Italia.

Ma Testa è un Berlusconi in sedicesimo, per il quale basta affermare che il problema non c'è.


Gianni Mattioli

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SLEGALITALIA VINCE, FINE DEL PROCESSO INIZIATO DOPO ANNOZERO

Slegalitalia ha raggiunto un primo grande risultato. 2 luglio 2009, Alessio De Sio, uno dei padri della centrale a carbone di Civitavecchia, che da sindaco della città portuale aveva detto no, no, no e poi sì al carbone e pochi mesi dopo siedeva nel consiglio d'amministrazione di un'importante ente elettrico, ha ritirato la querela contro la donna di Tarquinia attivista del Movimento No Coke Alto Lazio che ad ANNOZERO, nell'aprile 2007, ospite da Michele Santoro, raccontò coraggiosamente il repentino “si al carbone” del primo cittadino di Civitavecchia e venne denunciata.



Ma nell'estate 2009 il denunciante non ha avuto il coraggio di sostenere l'accusa ed ha cercato la rapida chiusura del processo, trasformato dai cittadini in un'opportunità per accendere ancora di più i riflettori sul mostro in costruzione. Ogni giorno che passa la centrale di TVN ha bisogno di un'illegalità in più per continuare a funzionare. Chi vuole lucrare bruciando il combustibile fossile più inquinante che esiste, nonché killer del pianeta per le emissioni di CO2, sente che le protezioni di destra e di sinistra non bastano più a coprire lo sporco del carbone; non basta chiamare carbone pulito quei cumuli neri tolti alla vista, ma che finiranno bruciati eliminando sostanze velenossime; si vorrebbero emettere alcuni composti tossici in quantità maggiori anche di 10 volte i limiti europei rivendicati e ottenuti dai cittadini con una presenza assidua e assillante al Ministero dell'Ambiente per il riesame dell'AIA. È questo il caso dei 39.000 quintali di acido cloridrico, che si volevano riversare su Tarquinia e dintorni ogni anno, in nome della “possibilità di accesso ad importanti aree di mercato”. Ma non è finita qui, ENEL ci riprova, confidando nel silenzio dei politici locali, e non solo, anche di quelli che ogni giorno rinnegano il giuramento d'Ippocrate.



In questo momento la sostanza tossica che marca l'illegalità è il monossido di carbonio, quello che ammazza la gente nel sonno: la società elettrica ne vorrebbe emettere 58.500 quintali l'anno, tre volte oltre la soglia da norme europee. Stavolta ENEL afferma che se non potrà emetterne 58.500 quintali l'anno, dovrà spegnere l'impianto. Messaggi in codice per i politici? La gallina dalle uova d'oro non ne farà più? I rubinetti si potrebbero chiudere? Sta nascendo un'Italia senza feudatari e sanguisughe, corrotti al punto di dare in pasto anche i propri figli pur di esserci a spartire; un'Italia senza parassiti millenari.



I cittadini dell'Alto Lazio ringraziano per la solidarietà ricevuta i fratelli di Vicenza, della Val di Susa, di San Pietro di Donà, della Valle di Ledro, di Fossano, di Brindisi, di Gualdo Cattaneo, di Albano, di Acerra e tanti altri che hanno avuto la pazienza di ascoltare un dramma come il loro. Il 4 luglio saremo col cuore a Vicenza dove i cittadini stanno per affrontare un altro processo per aver difeso la propria libertà. Qualcuno di noi cercherà di esserci anche fisicamente.



Slegalitalia a tutti.



Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia

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6 luglio 2009

il Ministero dell’Ambiente impone all’ENEL il rinnovo dell’AIA della centrale a carbone di TVN

Movimento no coke Alto Lazio: Grazie alla determinazione dei cittadini, il Ministero dell’Ambiente impone all’ENEL il rinnovo dell’AIA della centrale a carbone di TVN che sta funzionando a pieno regime pur in assenza di autorizzazione. Si ripristini la legalità,la centrale va fermata!


A seguito della diffida circa la non validità della registrazione EMAS da noi presentata nell’ultima Conferenza dei Servizi svoltasi presso il Ministero dell’ambiente e grazie all’impegno della Procura della Repubblica che ha riconosciuto valide le argomentazioni da noi addotte,avviando un inchiesta,il Comitato Ecolabel Ecoaudit ha sospeso la certificazione EMAS della centrale di Torrevaldaliga Nord e, conseguentemente, il Ministero dell’Ambiente è stato costretto a sancire la necessità del rinnovo dell’autorizzazione.

Un fatto che rende giustizia alle nostre reiterate denunce di carenze e lacunosità nell’iter autorizzativo e che è stato reso possibile da cittadini e consiglieri comunali (molto pochi in verità) che si sono trasformati in tecnici per tutelare la salute e l’ambiente della propria terra e colmare la latitanza dei Sindaci del comprensorio, primo fra tutti Moscherini, che, proni davanti ai milioni di euro elargiti da ENEL, hanno abdicato al loro ruolo di garanti della salute dei cittadini.

La richiesta di rinnovo dell’autorizzazione, peraltro, evidenzia come l’accordo quadro stipulato tra la Regione Lazio, la provincia di Roma e i Comuni del comprensorio, propedeutico alla concessione dei contributi economici aveva la sua ragione di essere nella sola volontà di imbavagliare gli amministratori locali sulle gravi carenze della Valutazione d’impatto ambientale e dell’iter amministrativo della centrale, sulle grave situazione di sofferenza sanitaria delle popolazioni, sulle indecenti condizioni di mancanza di sicurezza sul cantiere e sulla non rispondenza delle modalità di carico e scarico dei materiali pulverulenti rispetto a quanto previsto nell’atto autorizzativo.

Ma la sospensione della certificazione EMAS, e la conseguente presa d’atto della necessità di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale sancisce anche, e soprattutto, quanto da noi più volte denunciato: dal 25 dicembre u.s la centrale sta funzionando, peraltro dal 7 giugno u.s. a pieno regime, in assenza di autorizzazione.

Ora la legalità deve essere ripristinata e il Ministero dell’Ambiente, autorità competente in materia, deve agire di conseguenza e, anche in virtù delle tante anomalie che emergono dai relativi carteggi, sospendere l’attività della centrale fino all’avvenuto rinnovo dell’Autorizzazione all’esercizio della centrale.

Le popolazioni dell’Alto Lazio continueranno a vigilare attentamente, pronte a denunciare ogni irregolarità e/o omissione sarà posta in essere sia da ENEL che da quanti sono istituzionalmente deputati al controllo.

L’arroganza di ENEL che ha definito il provvedimento del Ministero “illegittimo e gravemente lesivo degli interessi di ENEL produzione” non ci fermerà.

Ad oggi i fatti parlano chiaro: di illegittimo ci sono solo i tanti tentativi dell’ente energetico di aggirare norme, prescrizioni e limiti autorizzativi; gli unici interessi lesi sono quelli della popolazione privata del diritto di vivere in un ambiente che non venga ulteriormente avvelenato dalla combustione del carbone.

Quella centrale non deve entrare in funzione: sappia ENEL che su questo, in nome del futuro dei propri figli, le popolazioni dell’Alto Lazio non daranno tregua.



Movimento No Coke Alto Lazio

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"Comune Civitavecchia: Moody's taglia rating da A1 ad A2"

Interessante notizia, riportiamo integralmente da MF DOw Jones - Borsa Italiana.

Comune Civitavecchia: Moody's taglia rating da A1 ad A2

ROMA (MF-DJ)--Moody's ha rivisto al ribasso il rating dell'emittente e sul debito del Comune di Civitavecchia da A1 ad A2. L'outlook e' stabile.

La valutazione, spiega l'analista di Moody's, tiene conto del deterioramento della performance di bilancio e del crescente indebitamento dell'amministrazione comunale. Negli ultimi anni il Comune di Civitavecchia ha registrato importanti risultati finanziari, sostenuta da contributi straordinari da Enel legati alle conseguenze ambientali della conversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord. Escludendo questi contributi straordinari, la performance operativa della citta' appare debole. red/ren



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July 01, 2009 12:15 ET (16:15 GMT)

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Gianni Mattioli a Giuseppe Alcetta: Chicco Testa sostiene il ritorno al Nucleare non certo da posizioni “Ambientaliste”.

Gianni Mattioli a Giuseppe Alcetta: Chicco Testa sostiene il ritorno al Nucleare non certo da posizioni “Ambientaliste”.


"Temo che i lettori non siano più molto appassionati alla lettura di un dibattito – quello tra me e Giuseppe Alcetta – che ormai rischia di scadere nello scambio di punzecchiature tra due vecchi tignosi.



Non ho certo la presunzione luciferina di convincere Alcetta e, se sono intervenuto, lo ho fatto per la opportunità che la stampa ci dà, di far circolare un po’ di informazione.

Ma, se vogliamo portare avanti, pure da sponde opposte, questo nobile obiettivo, dovremmo attenerci al tema e fornire, appunto, osservazioni puntuali.

A che serve, allora, l’inno a Chicco Testa con cui Alcetta apre il suo ultimo contributo? Prenda esempio Mattioli – questo è il messaggio – da un ambientalista come Testa che ha guidato la lotta antinucleare ed ora dichiara – nel suo libro “Tornare al nucleare?...” - di essersi pentito. Ma lo ha letto, Alcetta, il libro di Testa? Immagino di no, altrimenti non mi inviterebbe ad “approfondire con Testa le argomentazioni che lo hanno portato sulla nuova via”. Mi limito a due esempi.

Ancora nel 2007 la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni ionizzanti (ICRP), nella sua pubblicazione 103, dopo aver ricordato che dosi comunque piccole di radiazioni possono causare tumori e danni genetici, indica ai governi la dose massima ammissibile di radiazioni per i lavoratori e per le popolazioni dei siti nucleari, valide in condizioni di routine: si tratta di dosi alle quali – come spiega ICRP - è associato un rischio ben determinato, ma esse non possono essere abbassate, a meno di rinunciare alle attività nucleari. Quale rischio? Se questo rischio fosse legittimato in altri settori, si avrebbe che, ad esempio, alla Fiat si avrebbero 50 morti all’anno. Come tratta questo argomento cruciale Testa nel suo libro?

“Argomento sparso a piene mani dalle campagne antinucleari. Il modo più semplice per verificare questa ipotesi mi è parso quello di domandare ai miei ex-colleghi di EDF i dati sulla mortalità dei lavoratori nelle centrali nucleari francesi”. Su una problematica su cui lavorano gruppi di ricerca di radioprotezionisti di tutto il mondo, Testa inaugura un nuovo metodo di ricerca scientifica: andare a chiedere ai dirigenti di EDF quanti sono i morti per tumore tra i lavoratori.

E ancora, in materia di stoccaggio affidabile di rifiuti nucleari. E’ problema per il quale non esiste oggi nessuna soluzione e negli USA o in Francia è in atto un grande sforzo di ricerca fondamentale, ma Testa scrive: “Da tempo i diversi Stati, che utilizzano l’energia nucleare e le organizzazioni scientifiche, sia nazionali che internazionali ad essi collegati, hanno individuato le soluzioni idonee.”

Non voglio avanzare supposizioni sui motivi che hanno indotto Chicco a cambiare posizione, ma prego Alcetta almeno di non propormelo come modello di scientificità.

Certo , che in quegli anni alla presidenza di Enel vi fosse un ambientalista, nessuno se ne è accorto e Chicco resta per il posto che occupava, uno dei massimi responsabili dell’enorme ritardo accumulato dall’ italia nel decollo di energie rinnovabili.

Per il resto, prendo atto 1) che Alcetta convenga con me che in Francia il consumo pro capite di petrolio è maggiore che in Italia (ma non doveva il nucleare ridurre significativamente i consumi di combustibili fossili?) e 2) che il contributo dell’intero programma nucleare del Governo inciderà più che marginalmente (5%) sui nostri consumi, ma distogliendo lo sforzo del Paese da quella corsa per le fonti rinnovabili che già vede protagonisti l’Europa e Obama. 3) Quanto a Di Maio, mi pare di aver già indicato il fraintendimento che Alcetta fa delle sue parole.

E ricordo infine ad Alcetta la visita che facemmo con la commissione al cantiere di Montalto di Castro. Si trattava dell’edificio Reattore, nel quale ci furono mostrate vistose discontinuità della gettata. Non ricorda?

Gianni Mattioli

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23 giugno 2009

Civitavecchia: CNCMAS sull'inquinamento dell'acqua

Civitavecchia 22/06/2009

Al Sindaco di Civitavecchia

Gianni Moscherini

e.p. conoscenza


Alla Procura della Repubblica di Civitavecchia

Al Comando dei Carabinieri della Stazione di Civitavecchia


Il CNCMAS/L e l’ISDE/C, nel rispetto della direttiva sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale (dir. 2003/4/CE – d.l. 19/08/2005/195), chiedono a Lei, tutore per eccellenza della salute pubblica, di informare prontamente la popolazione sulla natura dell’inquinamento (batteriologico o chimico/industriale) responsabile dell’emergenza relativa alla non potabilità dell'acqua in alcune zone a nord di Civitavecchia, interessate anche dal divieto dell'uso dell'acqua per il lavaggio e per la cucina.

Secondo la direttiva 2003/4/CE, il non rendere disponibili al pubblico tali informazioni rappresenta la violazione di un diritto sancito dalla Commissione Europea e riconosciuto dallo stato italiano (decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195).

Questa richiesta riveste un carattere di estrema urgenza poiché queste zone sono tra quelle già oggetto di un’ordinanza comunale del febbraio 2009 (Borgata Aurelia - Agricasa, Carcere Aurelia, Zona Ente Maremma Pantano - Sant’Agostino, La Scaglia, Enel – Area Portuale – Zona Industriale, Cimitero Vecchio – Via Tarquinia - Centro Storico – Zona Bassa della Città, Punton de Rocchi – Santa Lucia – Cimitero Nuovo) di avviso alle gestanti, ai soggetti di età inferiore ai 14 anni ed ai pazienti affetti da patologie conclamate a carico del fegato, reni ed apparato cardiovascolare, di evitare il consumo dell’acqua distribuita dal Comune di Civitavecchia per uso di bevanda a causa del superamento nella stessa del contenuto massimo ammissibile di arsenico.


Il portavoce


Dott. Giovanni Ghirga


CNCMAS/L

Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute / Lazio



ISDE/C

International Society of Doctor for Environment / Civitavecchia


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Civitavecchia, la barzelletta dell'Osservatorio Ambientale: Manrico Coleine presidente

Coleine eletto presidente dell’ Osservatorio Ambientale: Marrazzo e i sindaci del comprensorio fanno tutelare la salute all’ ex consigliere comunale che nel 2003 ha detto si al carbone.

La nomina di Manrico Coleine a Presidente dell’Osservatorio Ambientale rende ancor più evidente, semmai ce ne fosse stato bisogno, di quanto poco rassicuranti, se non esplicitamente in mala fede, siano le garanzie fornite da Marrazzo e dai Sindaci circa le azioni di monitoraggio, controllo e tutela dell’ambiente del territorio e della salute dei cittadini che saranno poste in essere dallo stesso Osservatorio.

Senza in questa fase entrare nel merito del ruolo e dell’organizzazione di quest’ultimo, è infatti indubbio che gli atti politici passati del Dr. Coleine, inizialmente fra i più convinti oppositori alla riconversione a carbone ma dopo brevissimo tempo ravvedutosi (fu tra i consiglieri che votarono favorevolmente la riconversione a carbone di TVN) non costituiscono un curriculum che tranquillizza.

Se a ciò si aggiunge che lo stesso Coleine è stato, fino al 2005, vicedirettore di quello stesso Osservatorio Ambientale che il sindaco Moscherini ha più volte additato come emblema di inefficienza, che il Ministero della Salute ha definito un organismo improduttivo, che ha persino attirato l’interesse della procura della Repubblica allarmata dalla mancanza di controlli, non si comprende a quali specifici meriti sia da attribuire tale nomina (si fa per dire, NdR).

Una nomina che suona come un premio all’inefficienza fin qui dimostrata, una promozione per essere riuscito ad evitare che si realizzasse qualsivoglia studio o iniziativa sulla reale condizione ambientale e sanitaria del comprensorio,.

Riteniamo che dopo l’oltraggio della riconversione a carbone la popolazione dell’Alto Lazio abbia diritto a controlli sull’ambiente che siano rigorosi e credibilmente imparziali.

E quale imparzialità può garantire un Osservatorio presieduto da uno dei padri della riconversione a carbone?

Di tutto ciò: di un osservatorio inutile e fantoccio alla guida del quale è stato posto, all’unanimità, uno dei responsabili della riconversione a carbone di TVN, della mancanza di controlli e di garanzie per la salute della popolazione, di quanto sta avvenendo ed avverrà come conseguenza della manipolazione e della combustione del carbone, i Sindaci del comprensorio portano una responsabilità piena e totale, alla quale non ci stancheremo di richiamarli in ogni dove.

Il re è nudo: le colpe dei Sindaci, acceccati dal potere e degradati dai soldi, dimentichi di ogni etica e del proprio ruolo di massimi tutori della salute pubblica, sono sotto gli occhi di tutti.

Nessuno può, né potrà, dire di non sapere; alcun alibi è più consentito.

Movimento No Coke Alto Lazio


www.nocoketarquinia.splinder.com

www.noalcarbone.blogspot.com


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21 giugno 2009

Torrevaldaliga Nord fuorilegge

Comunicato stampa del Movimento No Coke Alto Lazio

"A seguito della diffida circa la non validità della registrazione EMAS da noi presentata nell'ultima Conferenza dei Servizi svoltasi presso il Ministero dell'ambiente e grazie all'impegno della Procura della Repubblica che ha riconosciuto valide le argomentazioni da noi addotte, avviando un inchiesta, il Comitato Ecolabel Ecoaudit ha sospeso la certificazione EMAS della centrale di Torrevaldaliga Nord e, conseguentemente, il Ministero dell'Ambiente è stato costretto a sancire la necessità del rinnovo dell'autorizzazione.

Un fatto che rende giustizia alle nostre reiterate denunce di carenze e lacunosità nell'iter autorizzativo e che è stato reso possibile da cittadini e consiglieri comunali (molto pochi in verità) che si sono trasformati in tecnici per tutelare la salute e l'ambiente della propria terra e colmare la latitanza dei Sindaci del comprensorio, primo fra tutti Moscherini, che, proni davanti ai milioni di euro elargiti da ENEL, hanno abdicato al loro ruolo di garanti della salute dei cittadini.

La richiesta di rinnovo dell'autorizzazione, peraltro, evidenzia come l'accordo quadro stipulato tra la Regione Lazio, la provincia di Roma e i Comuni del comprensorio, propedeutico alla concessione dei contributi economici aveva la sua ragione di essere nella sola volontà di imbavagliare gli amministratori locali sulle gravi carenze della Valutazione d'impatto ambientale e dell'iter amministrativo della centrale, sulle grave situazione di sofferenza sanitaria delle popolazioni, sulle indecenti condizioni di mancanza di sicurezza sul cantiere e sulla non rispondenza delle modalità di carico e scarico dei materiali pulverulenti rispetto a quanto previsto nell'atto autorizzativo.

Ma la sospensione della certificazione EMAS, e la conseguente presa d'atto della necessità di rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale sancisce anche, e soprattutto, quanto da noi più volte denunciato: dal 25 dicembre u.s la centrale sta funzionando, peraltro dal 7 giugno u.s. a pieno regime, in assenza di autorizzazione.

Ora la legalità deve essere ripristinata e il Ministero dell'Ambiente, autorità competente in materia, deve agire di conseguenza e, anche in virtù delle tante anomalie che emergono dai relativi carteggi, sospendere l'attività della centrale fino all'avvenuto rinnovo dell'Autorizzazione all'esercizio della centrale.

Le popolazioni dell'Alto Lazio continueranno a vigilare attentamente, pronte a denunciare ogni irregolarità e/o omissione sarà posta in essere sia da ENEL che da quanti sono istituzionalmente deputati al controllo.

L'arroganza di ENEL che ha definito il provvedimento del Ministero "illegittimo e gravemente lesivo degli interessi di ENEL produzione" non ci fermerà.

Ad oggi i fatti parlano chiaro: di illegittimo ci sono solo i tanti tentativi dell'ente energetico di aggirare norme, prescrizioni e limiti autorizzativi; gli unici interessi lesi sono quelli della popolazione privata del diritto di vivere in un ambiente che non venga ulteriormente avvelenato dalla combustione del carbone.

Quella centrale non deve entrare in funzione: sappia ENEL che su questo, in nome del futuro dei propri figli, le popolazioni dell'Alto Lazio non daranno tregua"

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Gianni Mattioli sulle dichiarazioni di G. Alcetta

Il professor Gianni Mattioli corregge alcune inesattezze di Giuseppe Alcetta sul nucleare e carbone.

Ringrazio la stampa per lo spazio prezioso che rende disponibile, per far circolare un po' di informazione su scelte di grande importanza per tutti noi, come quelle in materia di energia.

Perciò approfitto ancora una volta dell'ospitalità per rispondere alla nota di Giuseppe Alcetta,


che contiene affermazioni inesatte e di ciò torno a stupirmi per il ruolo tecnico che ha rivestito, come egli stesso ci ricorda.

1) Nucleare ed emissioni di CO2 : è al corrente Alcetta che il consumo pro-capite di petrolio in Francia è superiore, nonostante il massiccio ricorso al nucleare, a quello che si ha in Italia?

2) Carbone e nucleare: è al corrente Alcetta che l'intero programma nucleare previsto dal governo per la produzione di elettricità apporterebbe nel 2020 un contributo ai nostri consumi di energia pari ad appena il 5%, contro il 40% che, per quella data, dovremo ottenere, secondo gli impegni contratti con l'Europa, da fonti rinnovabili e uso efficiente dell'energia? Per quella data, inoltre, noi dovremo ridurre la emissioni di CO2 del 20%: pensa Alcetta di farlo sostituendo impianti a gas con impianti a carbone, quando per produrre un kWh a carbone si ha un'emissione doppia di CO2 ?

3) Chi autorizza Alcetta a sostenere che Di Maio confonda energia e potenza? Il termine "produrre potenza" è ampiamente usato nel gergo degli elettrotecnici.

4) Posso comprendere la veemenza di Alcetta: capita a tutti noi di difendere il ricordo di un ruolo che ci ha impegnato in una fase della nostra vita. Fu la stessa veemenza che portò Edoardo Amaldi a darmi dell' "imbecille" durante quella notte televisiva nei giorni di Chernobyl: per uno, che aveva passato alcuni decenni tenendosi chiusi dentro i rimorsi per aver collaborato con Fermi a ricerche che avrebbero portato all'orrore di Hyroshima, il nucleare civile - "atoms for peace" - era stata una nuova prospettiva di vita! E ora arrivavano questi fisici giovinotti a dire che neppure questo andava bene! Suggerisco però prudenza ad Alcetta sull'orgoglio per il cantiere di Montalto di Castro: avendo io fatto parte della commissione per la sicurezza nucleare per quel cantiere, devo ricordargli i problemi sulla struttura delle gettate di cemento? Non è meglio tacere?


Gianni Mattioli

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18 giugno 2009

Amazzonia: primi risultati della campagna di Greenpeace

"Sono passate solo due settimane dal lancio del nostro rapporto “Amazzonia, che macello!” e dalla cyberazione con la quale abbiamo chiesto a marchi globali come Geox, Timberland, Clark’s, Adidas e Nike di non acquistare pelle che proviene dalla distruzione dell’Amazzonia. In queste due settimane sono successe diverse cose di cui ho piacere di mettervi a parte e Greenpeace ha già ottenuto dei successi importanti: vi chiedo quindi di leggere quanto segue, e, se possibile, di continuare a sostenerci, magari anche con una donazione.


In seguito alle denunce di Greenpeace, l’International Finance Corporation, l’agenzia della Banca Mondiale che sostiene gli investimenti privati nei Paesi in via di sviluppo, ha cancellato il prestito di 90 milioni di dollari concesso al gigante brasiliano Bertin. Come dimostriamo nel rapporto, questa azienda acquista carne e pelle da allevamenti illegali in Amazzonia, deforestando, occupando territori indigeni e impiegando i lavoratori come schiavi.

La giustizia brasiliana ha aperto un'indagine e si appresta a richiedere a Bertin e ai proprietari degli allevamenti illegali un indennizzo milionario per danni ambientali. Le principali catene di supermercati in Brasile – come Wal Mart, Pao de Azucar e Carrefour – hanno cancellato i propri contratti con Bertin in seguito a una azione civile del Ministerio Publico Federal, che ha imposto multe di circa 200 euro per ogni chilo di carne proveniente dalla distruzione dell’Amazzonia.

Anche in Europa, Greenpeace ha lavorato perché il rapporto e le nostre richieste vengano presi considerazione dalle aziende coinvolte. Di seguito la situazione nel momento in cui ti scrivo:

Geox: dopo l’azione diretta a Milano, abbiamo incontrato Geox nella nostra sede, presentando una lista di punti da chiarire e obiettivi da rispettare; l’azienda si è impegnata a rispondere entro cinque giorni a partire da oggi.

Clark’s: continua a non rispondere alle richieste di Greenpeace, nonostante abbia inviato a tutti quelli che hanno partecipato alla cyberazione una mail nella quale, mentendo, asserisce di averci cercato per trovare una soluzione.

Adidas, Nike e Timberland: hanno partecipato a un incontro insieme a Greenpeace e Bertin nel corso del quale si sono detti sensibili ai problemi sollevati dal nostro rapporto; dall’incontro, però, non è ancora scaturito nessun tipo di impegno formale.

Noi, e spero anche voi, crediamo invece che Clarks, Geox, Nike, Timberland, Adidas e Reebok debbano interrompere immediatamente i loro rapporti commerciali con le aziende che deforestano, fanno uso di lavoro schiavile e occupano territori indigeni.

Queste aziende devono decidere se vogliono essere parte del problema o parte della soluzione. E anche voi potete fare la vostra parte per convincerle a prendere la decisione giusta. Come? Partecipando alla cyberazione, se non l’avete già fatto, e inviando questo messaggio ai vostri amici!

Continueremo a tenervi informati su quanto facciamo e riusciamo a ottenere per la difesa dell’Amazzonia e delle foreste in genere. Vi ricordo che questo è l’anno della Conferenza di Copenhagen, nella quale si decideranno le misure per combattere i cambiamenti climatici. E niente come le foreste antiche svolge un ruolo positivo per stabilizzare il clima del pianeta.
Chiara Campione
Responsabile campagna Foreste

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Da oggi l'atmosfera è considerata un patrimonio di interesse mondiale.

Lettura consigliata:
Atmosphere named world heritage site
Un atto politico fondamentale.

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Sarkozy: il nucleare è morto

Lettura consigliata:
Herald Tribune: secondo Sarkozy il nucleare non fa parte del futuro

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Italiadecide: affari e politica stanno dalla stessa parte



http://archiviostorico.corriere.it/2009/maggio/04/tavolo_Egidio_con_Violante_Tremonti_ce_0_090504025.shtml

Difficile immaginare qualcosa di peggiore,qualcosa di più dannoso per la nostra fragile democrazia. Infrastrutture, appalti, cemento, inceneritori: i grandi affaristi e i maggiori attori della politica italiana stanno da una parte sola.

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Appello del coordinamento Nazionale contro il Carbone

Sono anni che i medici, preoccupati per la salute dei cittadini e per l'ambiente, chiedono alle istituzioni preposte, dove siano state conservate le ceneri e i fanghi della combustioni delle centrali elettriche di Civitavecchia (presenti circa dal 1950)e Montalto di Castro.

Visto cosa è accaduto per le ceneri e i fanghi della Federico II, dove "I rifiuti tossici, provenienti dalla più grande centrale termoelettrica d'Italia a carbone e una delle più grandi d'Europa, venivano occultati in una cava di argilla adiacente un'industria di laterizi nella preziosa area sottoposta oltretutto a vincolo idrogeologico e paesaggistico. Gli scarti, classificati come rifiuti pericolosi, venivano declassificati e trasformati, con certificati di analisi ad hoc, in rifiuti non pericolosi ed avviati, apparentemente, al recupero per la produzione dei laterizi".



I cittadini del comprensorio, anche se orfane delle istituzioni, continuano la loro ricerca della legalità.

Commissario dell'Agenzia regionale protezione e ambiente (Arpa Lazio)
e p.c. conoscenza

Alla Procuratore della Repubblica
Dott. Gianfranco Amendola di Civitavecchia

Al Comando dei Carabinieri della
Stazione di Civitavecchia

Al Presidente della Regione Lazio

All’Assessore all’Ambiente della
Regione Lazio

Alla Commissione Europea


Gli esponenti come di seguito generalizzati:

Nel rispetto della direttiva sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale (dir. 2003/4/CE), i firmatari di questo documento chiedono a codesta Agenzia Regionale per l'Ambiente la sede e le modalità di messa in sicurezza, la eventuale corrispondenza con le quantità dichiarate dal gestore dei luoghi del conferimento, delle decine e decine di milioni di tonnellate di fanghi e ceneri, generate dalla combustione dell’olio combustibile nelle centrali elettriche di Civitavecchia e di Montalto, dal momento della loro entrata in esercizio a tutt’oggi.


In seguito al traffico illecito di rifiuti pericolosi provenienti dalla centrale termoelettrica dell'Enel Federico II di Brindisi (La Repubblica 12 maggio 2009) che ha portato recentemente all'arresto di dieci persone nell'ambito di una vasta operazione del Corpo forestale, la popolazione del comprensorio di Civitavecchia è preoccupata e chiede di conoscere dove può aver trovato posto una quantità cumulativa così enorme di rifiuti tossici prodotti dal polo energetico di Civitavecchia.


Chiedono inoltre di essere messi a conoscenza del destino delle migliaia di tonnellate di fanghi tossici prodotte ogni anno dalla combustione del carbone nella centrale di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia (V.I.A.).

Secondo la direttiva 2003/4/CE, il non rendere disponibili al pubblico tali informazioni rappresenta la violazione di un diritto sancito dalla Commissione Europea e riconosciuto dallo stato italiano (decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195).

Nel rispetto della suddetta normativa, i dati richiesti devono essere consegnati ai firmatari non oltre un mese dalla presente.


Qualora ciò non avvenisse, si procederà alla richiesta della riparazione del torto per violazione del diritto ambientale all’ente od alla persona fisica che ne sarà responsabile (dir. 2003/4/Ce - dl 19/08/2005/195).

Indirizzo dove ricevere la risposta:
Comitato cittadini liberi di Tarquinia
Piazza Matteotti 13
01016 Tarquinia VT
comitatocittadiniliberi@yahoo.it

Tarquinia 21 Maggio 2009

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Esposto del CO.RE.Ri. sull'inceneritore di Acerra

Esposto del CO.RE.Ri. sull'inceneritore di Acerra
Comunicato Stampa
Brucia rifiuti non a norma, probabilmente anche quelli speciali pericolosi ; non ha nessuna delle autorizzazioni previste dalla normativa comunitaria (né l'AIA, né una vera e propria VIA; funziona da quasi tre mesi in "esercizio provvisorio" senza scadenza e senza collaudo e senza tutti i necessari sistemi di monitoraggio dei fumi; produce ceneri pericolose che al momento non sappiamo dove vengano smaltite. Per questo il CO.RE.Ri dopo il ricorso straordinario al Capo dello Stato ha deciso di rivolgersi anche alla magistratura penale.


16 giugno 2009 - Coordinamento Regionale Rifiuti

Brucia rifiuti non a norma, probabilmente anche quelli speciali pericolosi (che molto spesso sono stati abusivamente "infilati", con la compiacenza di chi doveva controllare, nelle oramai famose ecoballe campane); non ha nessuna delle autorizzazioni previste dalla normativa comunitaria (né l'AIA, l'Autorizzazione integrata ambientale, concessa "legislativamente" in deroga, senza consultare la popolazione interessata, né una vera e propria VIA, Valutazione d'Impatto Ambientale); funziona da quasi tre mesi in "esercizio provvisorio" senza scadenza e senza collaudo e senza tutti i necessari sistemi di monitoraggio dei fumi; produce ceneri pericolose che al momento non sappiamo dove vengano smaltite. D'altro canto gli unici dati disponibili sulle concentrazioni di inquinanti nell'aria, rilevate nei primi due mesi di funzionamento dell'inceneritore dalle centraline ARPAC di Acerra e San Felice a Cancello, dicono che su 60 giorni di funzionamento (teorici, visto che diversi sono stati in questi mesi i giorni di fermo dell'impianto) ci sono stati ben 17 sforamenti.

Comitati e associazioni ambientaliste campane già da anni denunciano l'inadeguatezza e la pericolosità dell'impianto di Acerra, ma oggi, dopo meno di tre mesi dalla farsesca inaugurazione in pompa magna, il dato è lampante.

Per questo il CO.RE.Ri (Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania), dopo il ricorso straordinario al Capo dello Stato contro le ordinanze che, in deroga al parere VIA del 2005, hanno illegittimamente autorizzato la combustione di qualsiasi tipo di rifiuto, in luogo del CDR, ha deciso di rivolgersi anche alla magistratura penale affinché faccia luce, una volta per tutte, sulle responsabilità di chi ostinatamente ha voluto la realizzazione di quell'impianto, nonostante sapesse che era del tutto incompatibile con la realtà del territorio acerrano, sproporzionato, obsoleto, pericoloso per la salute della popolazione; questo al solo scopo di lucrare parassitariamente sui finanziamenti pubblici CIP6, concessi nel 1992 dal governo italiano, in violazione della normativa europea, a chi dovrebbe produrre energia bruciando rifiuti, generando di fatto una distorsione del libero mercato che ha penalizzato il riciclo dei rifiuti e ha boicottato la raccolta differenziata.

Stamattina, dunque, tramite lo Studio legale Adinolfi di Caserta, punto di riferimento ormai irrinunciabile in Campania per le azioni giudiziarie a difesa dell'ambiente, è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Napoli l'esposto che diversi cittadini campani hanno sottoscritto a nome del CO.RE.Ri.

Ci aspettiamo che la magistratura napoletana tutta, lasciando da parte le preoccupazioni sull'impatto “politico” dell'emergenza rifiuti, sappia trovare la serenità necessaria per accertare le responsabilità fino ai più alti livelli di governo disponendo, nel frattempo, il sequestro preventivo dell'impianto.



CO.RE.Ri. - Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania
Sito: www.rifiuticampania.org

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17 giugno 2009

Il formidabile masochismo dei civitavecchiesi


Al civitavecchiese medio occorre dire proprio tutto. E neanche serve.


Otto gennaio 2008, il Coordinamento Nazionale dei Medici per l’Ambiente chiede INVANO l’istituzione di un Registro dei Tumori. La sua istituzione permetterebbe di legare alla residenza la raccolta dei dati relativi al numero dei casi di cancro. In questo modo la casistica ottenuta rifletterebbe la reale condizione del nostro territorio e permetterebbe di conoscere l'incidenza, la prevalenza, la sopravvivenza e la mortalità per neoplasie di anno in anno.


Tre febbraio 2009, avviso alle gestanti, ai soggetti di età inferiore ai 14 anni ed ai pazienti affetti da patologie conclamate a carico del fegato, reni ed apparato cardiovascolare, di evitare il consumo dell’acqua distribuita dal Comune di Civitavecchia per uso di bevanda a causa del superamento nella stessa del contenuto massimo ammissibile dell’arsenico.

Quattro febbraio 2009, il Coordinamento Nazionale dei Medici per l’Ambiente presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia perché in questo comprensorio l’ozono, inquinante molto tossico, avrebbe dovuto e dovrebbe essere monitorizzato. I dati ottenuti sulle sue concentrazioni avrebbero dovuto e dovrebbero essere messi regolarmente a disposizione del pubblico


Giugno 2009, il Ministero della Salute informa sulle numerose aree della costa di Civitavecchia ove vige il divieto di balneazione.

Ci hanno levato l’aria, l’acqua e adesso neanche un tuffo per rinfrescarsi.

Ma quanta è la pazienza, la sottomissione, la rassegnazione, l’abitudine al sopruso della popolazione di questo comprensorio e, soprattutto,

cosa rimane della speranza che un domani per i nostri figli le cose cambino in meglio?

La sporca striscia di inquinamento che tutte le mattine si mostra a noi all’orizzonte, sembra ammonirci di prepararsi al peggio

Giovanni Ghirga

Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)

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