No al carbone Alto Lazio

31 maggio 2010

Flaei CISL sempre schierata per gli interessi del padrone

Anche a Rovigo Flaei cisl (elettrici) scende in campo a sostenere la cause sporche di enel. Vedi qui (Rovigooggi.it)

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Savona alza la voce contro l'ampliamento della centrale a carbone di Vado

Fonte: Savonaeponente.com

"E’ ora di dire BASTA.

Ieri sera, al convegno tenuto a Spotorno sugli effetti della centrale a carbone sulla salute dei cittadini, sono emerse nuove allarmanti verità: dopo la relazione del dottor Paolo Franceschi, che ha ancora una volta ha portato dati scientifici inconfutabili e incontrovertibili (e per questo rigorosamente ignorati dalla nostra politica tanto ignorante quanto corrotta e corruttrice) sugli immensi danni che la centrale STA GIA’ CAUSANDO alla nostra salute, e che peggiorerebbero in modo esponenziale se venisse ulteriormente ampliata, perché quello che sostiene Tirreno Power sui presunti “miglioramenti” è tutto palesemente FALSO, ha preso la parola il professor Wurtz dell’università di Genova, che ha evidenziato in modo altrettanto scientifico e inconfutabile il modo con cui le emissioni della centrale finite in mare non si limitano a depositarsi in profondità, ma vengono riportate in superficie e al massimo “spostate” a destra e a manca dalle correnti, dai canyon e dai vortici che caratterizzano la nostra costa.

La nostra aria è avvelenata, il nostro mare è avvelenato. NON C’E’ OMBRA DI DUBBIO su questi dati e chi dice il contrario MENTE (solitamente perché pagato o minacciato, o entrambe le cose).
A Savona e provincia la gente si ammala MOLTO DI PIU’ rispetto alla media regionale (che è già altissima rispetto a quella nazionale, perché insieme alla Lombardia siamo la Regione più inquinata d’Italia).
Non importa quanto la gente “muoia”, perché i dati di mortalità sono legati allo sviluppo della scienza medica e quindi sono, per fortuna, in costante diminuzione in tutto il mondo: e Savona non fa eccezione.

Ma… A VOI FA PIACERE AMMALARVI DI TUMORE, PUR SAPENDO CHE FORSE SOPRAVVIVERETE PERCHE’ LA MEDICINA HA FATTO DEI PASSI AVANTI? VI FA PIACERE PENSARE CHE IL VOSTRO BAMBINO ABBIA UN 30% IN PIU’ DI POSSIBILITA’ DI AMMALARSI RISPETTO A UNO CHE NON VIVE A SAVONA, ANCHE SE FORSE NON MORIRA’ PER QUESTO?

Se la risposta è “sì”, allora arrangiatevi: no problem.
Lasciate pure che costruiscano la piattaforma Maersk (che solleverà dal fondo marino quantitativi di inquinanti sufficienti ad inquinare tutte le acque – e quindi tutto il pesce che mangeremo – da qui alla Francia), lasciate pure che amplino la centrale Tirreno Power… e buona fortuna.

Se la risposta è NO, allora sappiate che è il momento di AGIRE.
Non è più quello di “informare”, perché ormai chi ha voluto sapere SA, eccome (compresi imprenditori e politici che sanno e se ne fregano). Non è più quello di fare azioni “non demagogiche” e “politically correct”, atteggiamento che comprendo e condivido…ma che va, purtroppo, a scontrarsi con una realtà incontrovertibile: queste azioni si sono già fatte e non hanno funzionato.
SIAMO IN EMERGENZA. Emergenza vera, grave, indiscussa: chiunque ci racconti che l’aria di Savona “si respira a pieni polmoni” MENTE SAPENDO DI MENTIRE. Prendetene atto.
Mentono – per ovvi motivi – gli industriali che vogliono continuare a speculare sulla nostra pelle; mentono i politici, che hanno grossi interessi in ballo; mentono i giornali e i media in generale, pagati dagli industriali e/o minacciati dai politici.
Ma la cosa peggiore è che mentono – o tacciono – anche le vittime.
Mente o tace il gestore dei bagni marini, preoccupato per il suo lavoro: “Stiamo zitti, per carità, altrimenti qui non ci viene più nessuno”.
Mente o tace il ristoratore, altrettanto preoccupato: “Se si sapesse che diamo ai clienti pesce pieno di piombo o di mercurio, chi verrebbe più a mangiare da me?”
Mente o tace il sindaco del piccolo comune che vive di turismo, e purtroppo mente o tace anche il sindaco a cui hanno promesso sostanziosi introiti nelle casse comunali “purché la smetta di rompere sui temi ambientali”.
Mente o tace chiunque abbia interessi diretti e chiunque possa subire ritorsioni e pressioni dirette o effetti indiretti dell’informazione VERA E REALE sul proprio lavoro, specie se questo rientra nell’ambito turistico.

MA IL SILENZIO NON E’ LA RISPOSTA.
Anche perché le cose succedono davvero: non sono soltanto dati su carta.
Succede che i turisti vengano a fare il bagno in provincia di Savona e si sentano misteriosamente male. Succede che bambini e adolescenti vengano colpiti da patologie vascolari o cerebrali in misura paurosamente maggiore di quella che sembrerebbe essere la normale media per la loro età. E la gente parla, il passaparola striscia (“la notizia” striscia un po’ meno, da queste parti: ma il sospetto, almeno quello, striscia eccome): il turismo savonese non sta calando “perché c’è la crisi”, ma perché la gente, quando proprio va di lusso, pensa che Savona e provincia portino sfiga. Se poi si informa solo un po’ (e grazie alla rete è possibilissimo farlo, anche se i giornali sono asserviti ai poteri forti), scopre la verità. Toh! Credevo fosse sfiga, invece era carbone.

ALBERGATORI, RISTORATORI, BAGNI MARINI: COSA PREFERITE?
Continuare a fingere di non sapere (ed essere quindi complici di questa immensa porcata, anche se è comprensibilissima la paura: ma non è con quella che si vince), facendo ogni anno i conti con quelle dieci-venti persone in meno che stanno raccontando a tutti gli amici, parenti e conoscenti che Savona è pericolosa per la salute?
OPPURE FARE IN MODO CHE PERICOLOSA NON LO SIA PIU’? Che possiate dire a cuor sereno e con la coscienza pulita “venite a mangiare, a fare il bagno, a divertirvi da noi?”
Scegliete, signori: ma scegliete ora, subito. Perché domani sarà già troppo tardi.

I politici fanno pressioni (bipartisan, purtroppo: devono mangiare tutti e quindi su questi temi vanno d’accordissimo, LORO… a differenza dei comitati e dei cittadini che stanno ancora lì a chiedersi se sia meglio scendere in piazza o salire sui tetti, fare il ricorso X o scrivere la letterina Y…e discutono tra loro su questo, mentre i bambini continuano ad ammalarsi e a morire). I politici! Quelle persone che sono state elette da NOI sperando – ma avrebbe dovuto essere “esigendo”, perché esigerlo è nostro diritto – che tutelassero i nostri interessi, compresa la salute che dovrebbe essere l’interesse primario per chiunque; queste persone che si permettono di minacciare i cittadini che li hanno votati.
Ma stiamo scherzando? Questa gente va denunciata SUBITO. Va portata davanti a un magistrato. Vanno chieste le immediate dimissioni da QUALSIASI incarico pubblico.
Se si ha un minimo di fiducia nella giustizia (e so bene che questa fiducia sta venendo meno negli italiani, ma questo significa solo perdere. PERDERE, dopo anni di battaglie!) non si può sottostare a pressioni e minacce.
Non da parte delle persone a cui abbiamo dato fiducia e che l’hanno tradita.
Perfino i sindacati…o si sono bevuti la palla dei 600 posti di lavoro (MAI DIMOSTRATI, ma solo sventolati a mo’ di slogan), dimostrando una profondissima ignoranza sui temi ambientali, o sono stati a loro volta comprati. Non lo so, non mi interessa. Quello che mi interessa è che i bambini continuano ad ammalarsi e a morire.
E i dati sono scientifici. Sono veri, reali, si toccano con mano. Non è “allarmismo” e non è “fanatismo ambientalista”: è la nostra quotidiana realtà, manipolata, imbavagliata, sommersa da valanghe di soldi e di fango affinché non emerga.
Ma siamo in tanti a conoscerla: siamo sempre di più.
L’unica cosa che forse non è chiara a tutti è che siamo in EMERGENZA ASSOLUTA: perché i lavori sono già iniziati. Sono già iniziate le gare di appalto per stabilire chi e come amplierà la centrale. Stanno già facendo i carotaggi per costruire la piattaforma (e d’altronde ce l’hanno detto pure in faccia: “A giugno iniziamo a costruirla, checché ne pensiate voi”. E’ stato ignorato un referendum popolare, è stato ignorato il clamoroso consenso che a Vado ligure ha portato all’elezione di un sindaco e di una giunta il cui UNICO tormentone elettorale è stato “combattiamo la piattaforma”… e la cui voce adesso non si sente più. Perché?)

Lo so che ci sentiamo tutti impotenti, piccoli piccoli di fronte ai colossi.
Ma ricordatevi questo: far tacere una singola persona è la cosa più semplice del mondo, specie se questa persona non è potente, non è miliardaria, è solo un padre di famiglia che deve arrancare per arrivare alla fine del mese.
Ma far tacere mille, duemila, diecimila persone è IMPOSSIBILE.
Non possono comprarci tutti, né minacciarci tutti, né ammazzarci tutti.
E’ vero: ci proveranno. Forse qualche vittima ci sarà.
Ma cosa fareste, voi, se vostro figlio fosse prigioniero in una casa in fiamme e se sapeste che cercando di salvarlo rischiereste la vita?
QUANTI DI VOI ENTREREBBERO IN QUELLA CASA, E QUANTI RESTEREBBERO A GUARDARE LE FIAMME BLOCCATI DALLA PAURA?

Bene, sappiate che Savona è una casa in fiamme. E i vostri figli ci sono dentro.
Certo, l’effetto è un po’ meno immediato: non si muore tutti insieme e tutti di colpo, ma un po’ alla volta. Ma non è che si muoia meno. Anzi.
E non solo si muore… perché tra gli effetti della centrale a carbone c’è anche la “pandemia segreta e silenziosa” di cui ha parlato il dottor Franceschi ieri sera: ritardi nello sviluppo, diminuizione del Q.I., autismo.
Tutti effetti collaterali del carbone che non rientrano in alcuna statistica epidemiologica, ma che sono stati studiati e confermati da più parti.
Ovviamente ai nostri “potenti” non frega nulla: anzi, saranno ben felici di avere generazioni di giovani savonesi dementi, visto che i dementi sono più facili da manipolare.

Sì, è vero: è uno scenario apocalittico.
E non ho romanzato niente, non ho aggiunto una virgola a quelli che sono i dati scientifici. DATI CHE HANNO SPINTO L’INTERA CALIFORNIA A DISMETTERE TUTTE LE CENTRALI A CARBONE.
Dati che hanno indotto il Texas a RIFIUTARE 17 PERMESSI PER NUOVE CENTRALI A CARBONE.
E dire che abbiamo sempre considerato gli americani degli ingenuotti, dei “tanardoni”… eppure loro hanno letto gli stessi identici dati che ci ha mostrato Paolo Franceschi ieri sera, e hanno fatto una rapidissima marcia indietro sul carbone.
Mica poi così scemi, dopotutto.

E noi? Vogliamo essere noi i “tanardoni”, per ignoranza, per paura o per avidità? Vogliamo essere noi quelli che continuano ad ammazzare consapevolmente i propri figli, oltre a se stessi?
OPPURE CI VOGLIAMO SVEGLIARE?

E sia chiaro che svegliarsi non significa più fare riunioncine, conferenzine, ricorsini contro questo o quello. Significa scendere in piazza.
NON CI SONO PIU’ ALTERNATIVE, perché NON C’E’ PIU’ TEMPO.
I lavori stanno iniziando. Sotto il nostro naso.
Chi ancora non lo sapesse, ora lo sa.
Il tempo è scaduto: o si agisce ORA, SUBITO, oppure la battaglia sarà persa per sempre. E chi la sta combattendo da vent’anni, questa battaglia, e adesso si sente chiuso all’angolo, spaventato o tentato dalle promesse degli inquinatori e assassini che occupano incarichi di più o meno rilevante importanza, deve sapere che non è solo.
Non deve pensare “di aver fatto il possibile, ma che ormai sia tutto perduto”… perché non è così. E non sarà così , se ci uniremo tutti.

I politici non sono dei. Sono persone che devono a NOI le loro cariche, e che NOI possiamo rispedire nel fango da cui li abbiamo tirati fuori per metterli sull’altarino di turno.
Neppure gli imprenditori sono dei: sono ricchi, sicuramente, e potenti. Come no. Uno contro uno, di fronte ai poveracci come noi, possono farci fuori tutti.
Ma mille contro uno, soccombono loro.

IO NON CI STO a farmi (ancora e sempre più) avvelenare da persone che non meritano l’incarico che hanno avuto anche grazie al MIO voto. Questa gente ha delle responsabilità verso chi l’ha votata: ha dei DOVERI PRECISI che dobbiamo sbattergli in faccia.

Se siete d’accordo con me, se siete indignati quanto me, se anche voi volete urlare “sono incazzato nero e tutto questo non lo sopporterò più”… allora aiutatemi a diffondere questo articolo.
Fatelo girare su Facebook, pubblicatelo dove e quando volete (siete espressamente autorizzati dall’autrice fin da questo momento), fatene volantini e distribuiteli a tutti quelli che conoscete.
Intanto, con qualche altra persona che non ha paura (o meglio: che ha più paura di venire ammazzata dall’inquinamento che licenziata per pressioni fatte sul suo datore di lavoro) e che crede ancora che la DEMOCRAZIA sia il “governo del popolo” e non la dittatura di quattro stronzi – anche se eletti da noi – cercherò personalmente di organizzare, in tempi brevissimi perché i tempi lunghi non li abbiamo più – qualcosa di abbastanza vistoso da poter smuovere l’interesse nazionale, e non solo quello dei comprati e/o minacciati media locali.

PERCHE’ DOBBIAMO DIRE BASTA.
E chi vuole cominciare a dirlo può, tanto per cominciare, lasciare un suo commento qui sotto. O anche solo una firma di solidarietà.
Fatemi capire, fateci capire, che non siamo soli. Io ne sono già convinta, ma troppi altri no. Cominciamo a farglielo capire, e poi organizziamoci per dire un BASTA che faccia tremare non solo i muri, ma anche i cadreghini. Perché sono molto meno solidi di quanto non crediate. E soprattutto… glieli abbiamo dati NOI. E come glieli abbiamo dati possiamo toglierglieli.

E sia chiara un’ultima cosa: QUESTO NON E’ PROCURATO ALLARME.
Questa è legittima difesa contro tutti quelli che sanno benissimo che l’allarme è VERO, REALE E DRAMMATICO, ma vogliono insabbiarlo per i loro porci comodi. Sulla pelle nostra.
Questa è la tesi che sono disposta a sostenere in qualsiasi tribunale, di fronte a qualsiasi causa: e sapete una cosa?
Mi basterà mettere sul tavolo di quel tribunale la relazione letta ieri sera dal dottor Franceschi PER FAR TACERE CHIUNQUE.

Savonesi, cittadini avvelenati della nostra provincia e cittadini solidali di qualsiasi parte d’Italia e del mondo: la guerra è iniziata.
Ora è il momento di contare i soldati.

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Hunan (Cina): 17 morti in miniera di carbone

ANSA: "Diciassette operai sono morti e uno è rimasto ferito in un'esplosione all'interno di una miniera di carbone nella provincia dell'Hunan nella Cina Centrale. L'incidente, riportato dall'agenzia Nuova Cina, è avvenuto ieri pomeriggio alle 16 ora locale ma è stato reso noto solo oggi. La polizia sta investigando sulle cause dell'esplosione"

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Consiglio comunale congiunto Rossano-Corigliano: voto unanime sul "no al carbone"

UN INVITO AI CITTADINI CALABRESI: VEGLIATE ORA, NON ABBASSATE LA GUARDIA, NON FIDATEVI. ANCHE SE IN CONDIZIONI DIVERSE, NELL'ALTO LAZIO SIAMO STATI TRADITI DAGLI STESSI CHE ESPRESSERO UN NETTO "NO" NEL CONSIGLIO CONGIUNTO ROMA-VITERBO del 2007 (CLICCA)

Fonte: Sibarinet.it

"Rossano - Il Consiglio comunale congiunto Rossano-Corigliano riunito ieri sera nella sala consiliare del Comune di Rossano ha ribadito il proprio deciso "no" alla riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano.

Unanime il voto sull’ordine del giorno che sarà inviato a numerose autorità istituzionali e contenente le osservazioni di contrarietà sostenute anche dalla Provincia di Cosenza e dalla Regione Calabria rappresentate dal Presidente della Giunta provinciale Mario Oliverio e dal Consigliere regionale Giuseppe Caputo. Alla seduta hanno assistito numerosi cittadini e rappresentanti delle associazioni contrarie alla riconversione a carbone della centrale, e dei due comitati, quello del “No” e quello del “Sì” al progetto dell'Enel.

IL TESTO DELL'ORDINE DEL GIORNO APPROVATO ALL'UNANIMITA'

PREMESSO: che il destino del sito industriale Enel di Rossano è al centro


dell’attenzione della Pubblica Opinione e dei poteri locali relativamente alla sua ristrutturazione e conversione; che l’Enel, in modo unilaterale, ha inteso portare avanti un progetto denominato impropriamente “policombustibile”, ma che è fortemente sperequato sul combustibile carbone (95%), dando prova di non ascolto delle aspettative di un intero territorio, già contrario a quella ipotesi; che le Amministrazione Locali, di Rossano, di Corigliano, della Sibaritide e il mondo delle Associazioni di categoria, ambientaliste, culturali, dell’agricoltura, della pesca, del turismo e del commercio, il Comitato territoriale per la difesa e lo sviluppo sostenibile della Sibaritide hanno già manifestato totale avversione alla riconversione unilateralmente orientata sul carbone; che l’articolazione progettuale prevede la realizzazione di infrastrutturazioni che implicherebbero ulteriori penalizzazioni ambientali quali: • una banchina di 140 ml posta a mare di fronte alla centrale per l’attracco di imbarcazioni cariche di carbone e un pontile di 140 ml di collegamento della banchina alla centrale; • una boa posta a 3-5 miglia dalla costa in pieno Golfo di Corigliano-Rossano, dove dovrebbero ancorarsi le grandi navi carboniere oceaniche, dalle quali il carbone, mediante due benne, passerebbe su altre imbarcazioni o chiatte, che farebbero la spola con la terra ferma, per condurre circa 2 milioni di tonnellate di polverino di carbone annue, necessarie per il ciclo di alimentazione della mega Centrale e lo smaltimento di diverse migliaia di tonnellate di residui della combustione (250.000 T di ceneri, 90.000 tonnellate di gesso); • una quota di riserva di banchina del Porto di Corigliano, dove accumulare altre migliaia di tonnellate annue di biomasse, previo strasporto via terra (SS106) dal Porto alla centrale, con migliaia di camion da 20 tonnellate ciascuno, alle quali aggiungere altre migliaia di camion per l’approvvigionamento di calcare e di altre biomasse provenienti dalla Regione e da altre Regioni; • che una tale ipotesi rappresenterebbe contemporaneamente un vulnus per: gli interessi della flotta peschereccia di Corigliano, la seconda del Mediterraneo, nonché per la movimentazione di merci e di uomini sia via terra che via mare, quindi anche per il futuro assetto commerciale del Porto di Corigliano; per la qualità dell’ambiente e per il sistema dell’economia territoriale, vocato all’agricoltura d’eccellenza, la pesca, il turismo, l’artigianato, la piccola industria di trasformazione, il commercio che occupano già diverse migliaia di addetti; che a seguito del riavvio del Progetto di riconversione della centrale di Rossano, del procedimento di autorizzazione unica e della procedura del V.I.A (valutazione dell’impatto ambientale) ai diversi Ministeri competenti, di cui all’avviso pubblico del 29 aprile 2010, gli Enti Locali, le Associazioni di categoria, ambientaliste, culturali, del commercio, dell’agricoltura, del turismo, della pesca, nonché l’apposito Comitato per la Difesa e lo Sviluppo Sostenibile della Sibaritide hanno immediatamente avviato una seria consultazione ed un confronto, dai quali è emersa la totale contrarietà alla riconversione a carbone dell’impianto “senza se e senza ma” ; che il Consiglio Regionale della Calabria ha approvato, con Delibera n. 365 del 14/02/2005, il P.E.A.R. (piano Energetico Ambientale regionale), che subordina l’autorizzazione per la costruzione di nuovi impianti o il ripotenziamento degli impianti esistenti al ricorso esclusivo di fonti rinnovabili, escludendo quindi il carbone; che i Consigli Comunali di Corigliano e di Rossano, rispettivamente con le Delibere n. 5 del 24/01/2005 e n. 25 del 17/05/2005, si sono espressi, all’unanimità, per il fermo e irrevocabile “No” alla riconversione a carbone della centrale di Rossano; che il Consiglio della Comunità Montana Sila greca, con Delibera n. 6 del 24/05/2005, ha espresso la propria contrarietà all’alimentazione a carbone della centrale Enel di Rossano; che l’Amministrazione Provinciale di Cosenza con Delibera della Giunta Provinciale n. 168 del 20/05/2005, ha espresso parere contrario all’ipotesi di conversione a carbone della centrale termoelettrica Enel di Rossano, e con Delibera del Consiglio provinciale n. 14 del 05/05/2009 nell’approvare il P.T.C.P (piano Territoriale di Coordinamento provinciale) della Provincia di Cosenza recepisce il Piano Energetico Regionale; che i Sindaci e le Amministrazioni Comunali dei 57 Comuni della Sibaritide e del Pollino hanno espresso, in vari modi, la loro netta contrarietà all’uso del carbone per la riconversione del sito elettrico Enel di Rossano.

TUTTO CI0’ PREMESSO E CONSIDERATO Il Consiglio Comunale

ESPRIME • netta e totale contrarietà alla riconversione a carbone della centrale Enel di contrada Cutura di Rossano; CHIEDE ALL’ENEL • il ritiro immediato del progetto di riconversione della centrale Enel di Rossano, del procedimento di autorizzazione unica e della procedura di valutazione dell’impatto ambientale (V.I.A.) presentati dall’Enel S.p.A ai diversi Ministeri il 29/04/2010,; DA MANDATO Al Sindaco di Rossano, di concerto con quello di Corigliano di attivare un tavolo interistituzionale di confronto con l’Enel ai livelli di direzione centrale, per la individuazione di una soluzione alternativa al progetto di riconversione presentato, che non configga con le vocazioni naturali del territorio;

INVITA • Il Presidente della Giunta Regionale della Calabria, On. Giuseppe Scopelliti, a confermare la delibera regionale n. 365 del 14 febbraio 2005 (P.E.A.R).

INVITA INOLTRE • Il Presidente della Giunta Provinciale di Cosenza, On. Mario Oliverio, a mantenere fermo il sostegno ai Sindaci, alle Amministrazioni Comunali, alle popolazioni del Nord Est della Calabria e il diniego alla riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano; • La rappresentanza parlamentare calabrese ad attivarsi nei confronti dell’Amministratore delegato dell’Enel per ricercare una soluzione alternativa di riconversione della centrale di Rossano, rispetto al progetto presentato al fine di salvaguardare un territorio fra i più ricchi della Calabria;

La presente delibera verrà inviata: al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi; al Ministeri competenti della Attività produttive, dell’Ambiente e dei beni Culturali; al Presidente della Giunta Regionale On. Giuseppe Scopelliti; all’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria; al Presidente del Consiglio Regionale; al Presidente della Commissione Attività Produttive dello stesso Consiglio; al Direttore generale dell’Arpacal; al Presidente della Giunta della Provincia di Cosenza Mario Oliverio; a tutti i Sindaci del Comprensorio; alla Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro; al Direttore generale dell’ASP di Cosenza; all’Amministratore Delegato della società Enel SpA; agli organi di informazione

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28 maggio 2010

Undici Associazioni per una Azienda Elettrica Ticinese (AET) senza carbone

Fonte: Ticinolibero.ch
"L’iniziativa popolare lanciata dai Verdi raccoglie un nuovo importante sostegno da 11 associazioni.

Si è costituito infatti oggi il comitato apartitico delle associazioni. Ne fanno parte 11
associazioni o gruppi: il WWF Svizzera italiana, Greenpeace Ticino, ACSI, Inter-Agire, Medici per l’Ambiente, l’Associazione Piano di Magadino a misura d’uomo, Bioticino, ConProBio, Pro Natura Ticino, SOS Mendrisiotto Ambiente e l’Associazione di costruzione bioecologica Ticino. Visto il variegato spettro di temi in cui si impegnano le varie associazioni i motivi per appoggiare l’iniziativa sono molteplici: ambientali, socio-umanitari ed economici.
Protezione del clima ed Inquinamento atmosferico
Una seria e lungimirante protezione del clima terrestre passa necessariamente per l’abbandono delle energie fossili ed in particolare – per quanto riguarda la produzione di energia elettrica – dall’uscita dal carbone che contribuisce a ben il 41% delle emissioni globali di gas serra. Alla luce dell’impellente necessità di limitare il surriscaldamento climatico globale di origine antropica al di sotto dei 2 gradi per evitare conseguenze insostenibili per l’umanità e gli ecosistemi (ad esempio quello alpino), un simile investimento è totalmente irresponsabile e interamente a scapito delle generazioni future. Invece di orientare finalmente la politica energetica cantonale verso l’efficienza energetica, magari tentando di
scrollarsi di dosso il triste primato nazionale di riscaldamenti elettrici, un assurdo spreco, oppure investendo nelle energie rinnovabili (ad esempio nel solare o nell’eolico in Svizzera e all’estero) si persevera nell’era fossile ormai totalmente anacronistica. L’aria nella regione dove sarà realizzato l’impianto è già pesantemente inquinata. Nonostante i previsti sistemi di filtraggio delle emissioni sui camini non esistono studi sulla loro effettiva efficacia sul lungo periodo. Alle associazioni che hanno aderito al comitato sembra inoltre assolutamente fuori luogo contribuire come ticinesi a notevoli
emissioni inquinanti in Germania. Inoltre, dal punto di vista dell’efficienza energetica, il rendimento della nuova centrale termoelettrica è miserabile e non raggiunge nemmeno il 45%.
Condizioni ambientali e di lavoro nei paesi di produzione del carbone
L’estrazione del carbone avviene in miniere a cielo aperto o in miniere sotterranee. Le miniere a cielo aperto sono quelle dall’impatto più devastante. Regioni molto estese vengono infatti private dei loro ecosistemi di superficie e le zone adiacenti diventano inabitabili per l’inquinamento. In molti paesi occidentali come la Germania, l’estrazione del carbone è diventata troppo costosa sia in termini di manodopera sia ambientali. Gran parte del carbone proviene quindi da paesi in via di sviluppo, dove
le condizioni di lavoro sono disastrose. Ad esempio a Jharia, in India, nei pressi di una delle più importanti miniere indiane, migliaia di persone vivono in condizioni terribili attorno a una miniera di carbone a cielo aperto che spesso è soggetta a processi di autocombustione. Prima della miniera, c’era una meravigliosa foresta abitata da alcune tribù indigene. La miniera colombiana di Cerrejón Zona Norte (la Colombia è il quarto esportatore mondiale di carbone) nella penisola di Guajira è la più grande miniera di carbone a cielo aperto, famosa per la ripetuta violazione dei diritti delle popolazioni
indigene e afro-colombiane. Centinaia di famiglie sono state spostate con la forza e senza compensi, distruggendo spesso sia i legami familiari che quelli collettivi.
Il fiasco economico dietro l’angolo
L’investimento nel carbone ha una redditività dimostrata solo e soltanto a cortissimo termine. In futuro la centrale potrebbe dover pagare delle tasse per le sue ingenti immissioni di CO2. In tempi di crisi economica le preziose risorse finanziarie destinate al carbone dovrebbero essere investite in Ticino
(nelle fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica finora in gran parte dimenticate dall’AET).
Il comitato apartitico delle 11 associazioni appena costituito (formato da WWF Svizzera italiana, Greenpeace Ticino, ACSI, Inter-Agire, Medici per l’Ambiente, l’Associazione Piano di Magadino a misura d’uomo, Bioticino, ConProBio, Pro Natura Ticino, SOS Mendrisiotto Ambiente e Associazione di costruzione bioecologica Ticino) invita tutti i cittadini ticinesi a firmare e far firmare l’iniziativa scaricabile dal sito www.noalcarbone.ch.

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27 maggio 2010

COMPLETATO IL PRIMO MONITORAGGIO AUTONOMO DELL’ARIA, UNA VITTORIA PER LE POPOLAZIONI

Comunicato Stampa

Il Comitato dei Cittadini Liberi, il Mondo Agricolo Unito e gli Enti che hanno promosso la raccolta fondi “FAI LA TUA PARTE DIVENTA PROTAGONISTA DEL TUO FUTURO" informano la cittadinanza che è stato completato il primo monitoraggio autonomo della qualità dell'aria nel territorio colpito dai fumi delle centrali termoelettriche di Civitavecchia e Montalto di Castro. Da alcuni giorni sono state giurate e depositate le perizie redatte dagli esperti incaricati dal Comitato, basate su due campagne di rilevamento, condotte a dicembre 2008 e a luglio 2009 e corrispondenti a due fasi distinte della riconversione di TVN: una ha preceduto l'accensione del primo gruppo a carbone e l'altra la messa a regime del secondo. A breve i risultati saranno presentati in un incontro pubblico. Il monitoraggio autonomo è una vittoria per le popolazioni che hanno atteso invano che altri se ne occupassero. Marrazzo avrebbe dovuto far rilevare la qualità dell'aria che respiriamo prima dell'accensione di TVN, ma non l'ha fatto. Analogamente l’Osservatorio Ambientale, istituito a Civitavecchia nel 2004, è stato capace di bruciare un milione di euro all'anno senza produrre un solo studio epidemiologico o di accertamento della qualità dell'aria prima dell'accensione di TVN. Solo grazie alle denunce dei comitati e all'azione della Magistratura il Ministero dell'Ambiente e la Regione Lazio hanno ripristinato la legalità dell'Osservatorio prescritto dalla VIA, scartando quello dei sindaci finanziato dall'inquinatore. Il nuovo funzionerà con fondi pubblici. Ma non ci fidiamo lo stesso. Troppe scelte delle istituzioni sono state orientate a “collaborare” con l'inquinatore più che a tutelare le popolazioni. In alcuni casi spostando l'attenzione altrove, come avvenuto con il piano regionale di risanamento dell'aria, che trascura il polo energetico Civitavecchia-Montalto di Castro responsabile della maggior parte degli inquinanti regionali di provenienza industriale, o come la scelta di A.R.P.A. Lazio di non collocare una sola centralina a controllo diretto a Tarquinia, che invece i fumi del carbone colpiranno gravemente a causa dei venti dominanti. Il primo monitoraggio autonomo è stato l'inizio di un percorso, continueremo a fare in proprio per difenderci. Chi fa da sé fa per te (e per tre!).

Comitato dei Cittadini Liberi

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Marea nera nel Golfo del Messico: per capire come agisce una multinazionale (profitto come unico obiettivo)





Il Governo Obama continua a lasciare che la compagnia petrolifera BP si occupi della risoluzione del disastro ambientale provocato dalla tristemente celebre falla della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Eppure si tratta del più grave disastro ambientale nella storia americana, e il comportamento di BP finora è stato vergognoso. Per capire meglio:

"Feroci polemiche da tutto il mondo della scienza contro il tentativo dei petrolieri di occultare le vere dimensioni della chiazza. Fino all'ultimo scandalo, la scoperta agghiacciante fatta dall'Environmental Protection Agency (Epa): i 650.000 galloni di detergente liquido sparsi in mare dalla Bp per dissolvere la chiazza sono "un prodotto inquinante, pericoloso, altamente tossico". Scatta il divieto immediato di utilizzarlo. Intanto si è scoperto che la vera funzione di quel detergente non era di eliminare il greggio, bensì ridurlo in particelle così piccole da impedire la rilevazione delle vere dimensioni della marea nera. Perché da quella misura può dipendere il conto finale che i tribunali imporranno alla Bp. Sono in gioco miliardi, l'unica cosa che sembra contare per il business del Big Oil."
Fonte

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26 maggio 2010

Consiglio congiunto Corigliano - Rossano: totale contrarietà alla riconversione a carbone della centrale Enel

Da Sibarinet.it
"Bozza del documento che sarà messo a votazione presso il Consiglio comunale congiunto Corigliano - Rossano:

Rossano - E' stato convocato per domani pomeriggio alle 18 il Consiglio comunale congiunto Rossano-Corigliano che si terrà nella sala consiliare del Comune di Rossano al fine di trattare la scottante questione relativa al progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano.

Al termine della seduta sarà posto in votazione un documento la cui bozza preliminare è stata diffusa poco fa da parte del Comune di Rossano. Eccone il testo integrale:

PREMESSO: che il destino del sito industriale Enel di Rossano è al centro dell’attenzione della Pubblica Opinione e dei poteri locali relativamente alla sua ristrutturazione e conversione; che l’ Enel, in modo unilaterale, ha inteso portare avanti un progetto denominato impropriamente “policombustibile”, ma che è fortemente sperequato sul combustibile carbone (95%), dando prova di non ascolto delle aspettative di un intero territorio, già contrario a quella ipotesi; che le Amministrazione Locali, di Rossano, di Corigliano, della Sibaritide e il mondo delle Associazioni di categoria, ambientaliste, culturali, dell’agricoltura, della pesca, del turismo e del commercio, il Comitato territoriale per la difesa e lo sviluppo sostenibile della Sibaritide hanno già manifestato totale avversione alla riconversione unilateralmente orientata sul carbone; che l’articolazione progettuale prevede la realizzazione di infrastrutturazioni che implicherebbero ulteriori penalizzazioni ambientali quali: • una banchina di 140 ml posta a mare di fronte alla centrale per l’attracco di imbarcazioni cariche di carbone e un pontile di 140 ml di collegamento della banchina alla centrale; • una boa posta a 3-5 miglia dalla costa in pieno Golfo di Corigliano-Rossano, dove dovrebbero ancorarsi le grandi navi carboniere oceaniche, dalle quali il carbone, mediante due benne, passerebbe su altre imbarcazioni o chiatte, che farebbero la spola con la terra ferma, per condurre circa 2 milioni di tonnellate di polverino di carbone annue, necessarie per il ciclo di alimentazione della mega Centrale e lo smaltimento di diverse migliaia di tonnellate di residui della combustione (250.000 T di ceneri, 90.000 tonnellate di gesso), da trasportare, via mare chissà dove; • una quota di riserva di banchina del Porto di Corigliano, dove accumulare altre migliaia di tonnellate annue di biomasse, previo strasporto via terra (SS106) dal Porto alla centrale, con migliaia di camion da 20 tonnellate ciascuno, alle quali aggiungere altre migliaia di camion per l’approvvigionamento di calcare e di altre biomasse provenienti dalla Regione e da altre Regioni; • l’emissione in atmosfera di migliaia di tonnellate gas altamente tossici e di polveri ultrafini, con un impatto ambientale, sulla salute delle popolazioni e sull’economia territoriale devastante; • che una tale ipotesi rappresenterebbe contemporaneamente un vulnus per: gli interessi della flotta peschereccia di Corigliano, la seconda del Mediterraneo, nonché per la movimentazione di merci e di uomini sia via terra che via mare, quindi anche per il futuro assetto commerciale del Porto di Corigliano; per la qualità dell’ambiente e per il sistema dell’economia territoriale, che si base sull’agricoltura d’eccellenza, la pesca, il turismo, l’artigianato, la piccola industria di trasformazione, il commercio che occupano già diverse migliaia di addetti; che a seguito del riavvio del Progetto di riconversione della centrale di Rossano, del procedimento di autorizzazione unica e della procedura del V.I.A (valutazione dell’impatto ambientale) ai diversi Ministeri competenti, di cui all’avviso pubblico del 29 aprile 2010, gli Enti Locali, le Associazioni di categoria, ambientaliste, culturali, del commercio, dell’agricoltura, del turismo, della pesca, nonché l’apposito Comitato per la Difesa e lo Sviluppo Sostenibile della Sibaritide hanno immediatamente avviato una seria consultazione ed un confronto, dai quali è emersa la totale contrarietà alla riconversione a carbone dell’impianto “senza se e senza ma” ; che il Consiglio Regionale della Calabria ha approvato, con Delibera n. 365 del 14/02/2005, il P.E.A.R. (piano Energetico Ambientale regionale), che subordina l’autorizzazione per la costruzione di nuovi impianti o il ripotenziamento degli impianti esistenti al ricorso esclusivo di fonti rinnovabili, escludendo quindi il carbone; che i Consigli Comunali di Corigliano e di Rossano, rispettivamente con le Delibere n. 5 del 24/01/2005 e n. 25 del 17/05/2005, si sono espressi, all’unanimità, per il fermo e irrevocabile “No” alla riconversione a carbone della centrale di Rossano; che il Consiglio della Comunità Montana Sila greca, con Delibera n. 6 del 24/05/2005, ha espresso la propria contrarietà all’alimentazione a carbone della centrale Enel di Rossano; che l’Amministrazione Provinciale di Cosenza con Delibera della Giunta Provinciale n. 168 del 20/05/2005, ha espresso parere contrario all’ipotesi di conversione a carbone della centrale termoelettrica Enel di Rossano, e con Delibera del Consiglio provinciale n. 14 del 05/05/2009 nell’approvare il P.T.C.P (piano Territoriale di Coordinamento provinciale) della Provincia di Cosenza recepisce il Piano Energetico Regionale; che i Sindaci e le Amministrazioni Comunali dei 57 Comuni della Sibaritide e del Pollino hanno espresso, in vari modi, la loro netta contrarietà all’uso del carbone per la riconversione del sito elettrico Enel di Rossano.

TUTTO CI0’ PREMESSO E CONSIDERATO Il Consiglio comunale

ESPRIME • netta e totale contrarietà alla riconversione a carbone della centrale Enel di contrada Cutura di Rossano; CHIEDE • il ritiro immediato del progetto di riconversione della centrale Enel di Rossano, del procedimento di autorizzazione unica e della procedura di valutazione dell’impatto ambientale (V.I.A.) presentati dall’Enel S.p.A ai diversi Ministeri il 29/04/2010, l’apertura di un tavolo interistituzionale esteso, teso a costruire un orientamento unitario e condiviso sul futuro del sito elettrico nel rispetto degli orientamenti espressi in documenti ufficiali da Regione Calabria, Provincia di Cosenza, dai due Consigli Comunali di Rossano e di Corigliano, dagli altri 55 Comuni della Sibaritide e del Pollino, dalle associazioni di categoria, ambientaliste, culturali, dell’agricoltura, della pesca, del turismo e del commercio, dalla società civile del territorio. IMPEGNA • il Sindaco a porre in essere ogni utile provvedimento per contrastare l’ipotesi di riconversione presentata dall’ Enel il 29 aprile 2010; • Il Presidente della Giunta Regionale della Calabria, On. Giuseppe Scopelliti, a salvaguardare la delibera regionale n. 365 del 14 febbraio 2005 (P.E.A.R) e di essere solidale con i Sindaci, le Amministrazioni Comunali e le popolazioni del Nord Est della Calabria impegnati ad opporre un netto rifiuto alla riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano; • I Presidenti dei Gruppi Consiliari e i Consiglieri della Regione Calabria a salvaguardare detta delibera da eventuali tentativi di stravolgere le finalità della stessa, tesa a impedire l’uso del carbone e a imporre l’utilizzo di energie rinnovabili nella riconversione di centrali termoelettriche nella Regione; • Il Presidente della Giunta Provinciale di Cosenza, On. Mario Oliverio, a mantenere fermo il sostegno ai Sindaci, alle Amministrazioni Comunali, alle popolazioni del Nord Est della Calabria e il diniego alla riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano; • La rappresentanza parlamentare calabrese ad attivarsi per contrastare il disegno neocolonialista dell’Enel S.p.A. di desertificare il territorio del Nord Est della Calabria uno dei più ricchi del Sud per storia e sviluppo economico sostenibile, minacciato dalla pretesa inaccettabile dell’Enel S.p.A. di convertire a carbone il sito elettrico di Rossano.

La presente delibera verrà inviata: al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi; al Ministeri competenti della Attività produttive, dell’Ambiente e dei beni Culturali; al Presidente della Giunta Regionale On. Giuseppe Scopelliti; all’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria; al Presidente del Consiglio Regionale; al Presidente della Commissione Attività Produttive dello stesso Consiglio; al Direttore generale dell’Arpacal; al Presidente della Giunta della Provincia di Cosenza Mario Oliverio; a tutti i Sindaci del Comprensorio; alla Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro; al Direttore generale dell’ASP di Cosenza; all’Amministratore Delegato della società Enel SpA; agli organi di informazione".

I presidenti dei consigli comunali di Corigliano e Rossano, Antonio Loria e Pasquale Pellegrino - I sindaci Franco Filareto e Pasqualina Straface

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Terranova da Sibari contro la riconversione a carbone di Rossano

Fonte: Dirittodicronaca.it
"Il Movimento Civico Popolare scende in campo contro la riconversione al carbone della centrale di Rossano

«La paventata possibilità di convertire a carbone la centrale Enel di Rossano è una questione che riguarda tutti i paesi e le comunità che ricadono nella grande area della Piana di Sibari e non solo». Ad affermarlo sono i consiglieri comunali del Movimento Civico Popolare di Terranova da Sibari, Luigi Lirangi, Antonio Quintieri ed Eugenio Pugliese, i quali offrono il proprio “sostegno” alle battaglie intraprese dalle città di Rossano e Corigliano “per affrontare un situazione estremamente grave”.
«Se la centrale dovesse essere riconvertita- scrivono- i danni in termini di salute per i cittadini, per l’agricoltura che ancora oggi rappresenta il motore economico di questa parte di Calabria, per la pesca e quant’altro, sarebbero inimmaginabili».

E nel ricordare il “disagio finanziario estremamente allarmante” del territorio, quelli del Mcp fanno notare: «In Italia abbiamo diversi esempi di centrali a carbone e le conseguenze determinate dalla combustione di tale “materia prima” sono state profondamente deleterie per i territori interessati e per i cittadini che lì vivono. È importante, inoltre, ricordare come la centrale Enel in questione si trova in un’area a forte vocazione turistica che verrebbe inevitabilmente danneggiata dalla conversione a carbone».
L'invito ai politici è quello di “essere compatti nel mobilitarsi affinché non venga perpetrato un atto che rappresenterebbe un vero e proprio scempio”.
«Il Movimento Civico Popolare di Terranova di Sibari -aggiungono- è pronto a sostenere con forza, attraverso iniziative popolari e politiche, le ragioni del Comitato per il No al carbone, dei Sindaci Straface e Filareto, della Provincia di Cosenza e di tutti coloro che hanno realmente a cuore l’interesse della propria gente e della propria terra».
In quest'ottica gli stessi hanno proposto all’Amministrazione comunale di Terranova guidata dal sindaco Eugenio Veltri di convocare un “Consiglio comunale ad hoc, esteso anche ai Comuni limitrofi (Spezzano Albanese, Tarsia e San Lorenzo del Vallo), per discutere della questione, così da produrre un documento unico di ferma condanna all’ipotesi di conversione della centrale”.

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2035: boom dei gas serra

Fonte: Reuters
Le emissioni globali dalla combustione di carbone, petrolio e gas naturali dovrebbero aumentare del 43% entro il 2035, ostacolando gli accordi internazionali per la riduzione dei gas serra, ha detto oggi la Energy Information Administration (Eia) americana.

Secondo l'agenzia americana, le emissioni globali di anidride carbonica da combustibili fossili dovrebbero aumentare da 29,7 miliardi di tonnellate nel 2007 a 42,4 miliardi di tonnellate nel 2035.

L'aumento delle emissioni si realizzerà per lo più nei paesi ad alto tasso di crescita come Cina e India, dove la domanda di elettricità dovrebbe aumentare.

In assenza di politiche nazionali sulle emissioni e di accordi internazionali vincolanti per contrastare il cambiamento climatico, il consumo globale di carbone dovrebbe aumentare secondo la Eia del 56%, raggiungendo 206 quadrillioni di Btu nel 2035.

Le nazioni industrializzate e i paesi in via di sviluppo hanno avuto problemi a raggiungere un accordo che possa tagliare le emissioni di gas serra e limitare il riscaldamento globale, la siccità, le ondate di caldo e le alluvioni.

La proposta di legge americana sul clima, ancora in stallo, potrebbe contribuire a trovare un punto d'accordo all'interno della comunità internazionale se dovesse passare nonostante l'opposizione dei produttori di carbone e di petrolio. Gli Usa emettono una quantità di gas serra seconda soltanto a quella della Cina.

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24 maggio 2010

Tutti gli schieramenti politici fanno muro contro il carbone a Rossano. O almeno così pare

Riportiamo l'articolo

"PD e PDL uniti per il no alla riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano?" di cui condividiamo sicuramente il punto interrogativo, alla luce dei tradimenti plurimi subìti dal nostro territorio dell'Alto Lazio.


Da infooggi.it

CORIGLIANO (CS) - Si è svolto venerdì al Centro Vacanze il Salice in Corigliano, l’incontro – dibattito sul tema “Centrale ENEL Rossano: dopo 40 anni di olio combustibile, altri 40 anni di carbone? FACCIAMO PREVALERE IL CORAGGIO DELLE SCELTE. NO AL CARBONE, SI ALLA CONURBAZIONE” che ha visto la partecipazione di un foltissimo pubblico rappresentato da privati cittadini, associazioni civiche e di difesa dell’ambiente e del territorio, sindacati, associazioni di categoria del comparto agricoltura, commercio, turismo e industria intervenuti all’assemblea organizzata dal COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE, ormai impegnato in una capillare campagna di sensibilizzazione e contro il progetto di riconversione a carbone della centrale ENEL di Rossano.

“Questa sera siamo qui per ascoltare pubblicamente le posizioni delle forze politiche e dei rappresentati istituzionali che sono stati chiamati a relazionare sul tema della riconversione a carbone”, così l’Avvocato Amerigo Minnicelli, moderatore dell’incontro, ha aperto i lavori dell’assemblea, alla quale sono intervenuti il sindaco di Rossano Franco Filareto e quello di Corigliano Pasqualina Straface, i neo eletti consiglieri regionali Giuseppe Caputo, Gianpaolo Chiappetta e Mario Franchino, gli Assessori provinciali Pietro Lecce (Ass.to al Turismo), Leonardo Trento (Ass.to all’Urbanistica e Territorio) e Giovanni Forciniti (Ass.to ai Trasporti ); oltre all’On. Giovanni Dima - Camera de Deputati, Renzo Caligiuri, Presidente del Distretto Agro-alimentare di Sibari e Franco Pacenza – Segreteria Regionale Partito Democratico. Assenti all’appuntamento poichè impegnati in altri incontri, l’On. Marini – Camera dei Deputati, il Sindaco di Cassano allo Ionio Gialuca Gallo e il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio che hanno inviato messaggi di solidarietà all’iniziativa.

La tutela della Sibaritide in termini di salute pubblica, di salvaguardia ambientale e di attuale modello di sviluppo economico fondato su un’agricoltura di eccellenza, su un settore ittico in espansione e su un turismo in crescita, sono elementi di per sé in assoluta contraddizione con qualsiasi riconversione non eco sostenibile dell’impianto ENEL di Rossano. Tale tesi è stata ribadita più volte negli interventi dei rappresentanti istituzionali e delle forze politiche intervenute all’incontro, che convergono quindi per il NO all’introduzione del carbone. I Sindaci di Corigliano e Rossano hanno convenuto per l’indizione, il 27 maggio prossimo a Rossano, di un Consiglio Comunale congiunto per deliberare per il NO alla riconversione a carbone, mentre anche altri Sindaci del territorio intervenuti all’assemblea hanno espresso l’intenzione di riunire i propri Consigli Comunali per allinearsi a tale posizione.

La Provincia di Cosenza, attraverso il proprio Presidente Mario Oliverio, si era già espressa negativamente nei confronti del piano ENEL e ieri ha ribadito il pieno appoggio al COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE dichiarandosi anche pronta a farne parte. Il neo consigliere regionale PDL Caputo ha assicurato che “Enel non attuerà mai un progetto di riconversione che sia ostacolato e non voluto dalla popolazione locale”, parimenti l’On. Dima ha assicurato che da contatti avuti col Governatore della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, egli non favorirebbe mai un progetto di riconversione contro il quale gli enti locali abbiano espresso parere negativo.

Durante l’incontro, oltre alla questione della paventata riconversione a carbone, è emerso il problema che la centrale ENEL di Rossano dovrebbe essere risolto ormai una volta per tutte, avviando una fase nuova per l’impianto che deve andare in una direzione chiara e precisa, evitando di far sopravvivere un sito ormai obsoleto e sotto utilizzato, che da tempo giace in stato di semi abbandono. Si dovrebbe quindi profilare l’ipotesi o di un rilancio dell’impianto, che sia compatibile con il territorio circostante e con le esigenze produttive di ENEL e più in generale del piano energetico nazionale, oppure si dovrebbe definitivamente optare per la chiusura e lo smantellamento della struttura, scenario che porterebbe con sé nuove problematiche derivanti dall’onere organizzativo ed economico legato alla eventuale dismissione e alla bonifica del sito.

Nel corso dell’Assemblea, è stato presentato anche alla platea coriglianese il documento “OSSERVAZIONI AL PROGETTO DI TRASFORMAIONE DELLA CENTRALE ENEL DI ROSSANO (CS) D/DA CUTURA DI CUI ALLA PUBBLICAZIONE EFFETTUATA DALL’ENEL PRODUZIONE SPA SUL QUOTIDIANO LA GAZZETTA DEL SUD DEL 30 APRILE 2010” preparato dal COMITATO per sostenere le ragioni del NO al CARBONE, che verrà presentato ai Ministeri competenti e alla Regione Calabria entro il 30 maggio prossimo, corredato dalle firme di associazioni, istituzioni e privati cittadini.

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"Gli interessi politici di Claudio Scajola a Civitavecchia"

Da LIBERAZIONE "L’acqua marcia che piace a Scajola - Gli interessi politici di Claudio Scajola a Civitavecchia", di D. Nalbone

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Così scrisse Seneca nelle Lettere a Lucilio.
Così è riportato sul sito del Porto di Imperia.
Di certo, il marinaio Claudio Scajola sa bene da che porto salpare e in quale approdare. Da Imperia, sua cittadina natale, a Civitavecchia.
Con lui, compagna di viaggio inseparabile, Beatrice Parodi Cozzi, figlia di Piergiorgio Parodi, il più importante costruttore di Imperia, e vedova dell’onorevole Gianni Cozzi.
Insieme, hanno portato gli interessi della famiglia Parodi dal porto ligure a quello dell’Alto Lazio.
Il percorso inverso, invece, lo ha compiuto Francesco Bellavista Caltagirone e la sua Acqua Marcia Spa. Gli interessi politici di Claudio Scajola nel comune di Civitavecchia, infatti, non si limitano solamente allo studio del notaio Gianluca Napoleone, dove è stato registrato l’atto per l’acquisto scontato della sua casa vista Colosseo, ma si spingono fino alle banchine del porto storico dove la società Porto del Tirreno srl, di cui è amministratrice la signora Beatrice Parodi, al 57,5% di proprietà della Giacofin
(azienda di famiglia Cozzi) e al 42,5% dell’Acqua Marcia Spa, mira a realizzare una marina yachting, da
sommare a più di 30mila metri cubi di edificazioni tra appartamenti (un centinaio), un hotel di lusso e
un’area commerciale.
Che la famiglia Scajola, il più importante casato politico di Imperia, che annovera tra le sue fila ben tre ex sindaci, l’ex ministro Claudio, suo padre Ferdinando e suo fratello Alessandro, e la famiglia Parodi, ricca dinastia imprenditoriale, siano molto vicine è cosa risaputa. La novità, dal 2005, è l’ingresso
nel redditizio settore turistico-portuale della società Acqua Marcia e della famiglia romana dei Caltagirone, nella persona di Francesco Bellavista, che entra nel settore con la realizzazione delle opere di terra del nuovo approdo di San Lorenzo a Mare, centro turistico a 25 chilometri da Imperia. Nello stesso anno, attraverso una società controllata, la Acqua Mare, il gruppo Acqua
Marcia acquisisce il 33% delleazioni della Porto di Imperia Spa, società impegnata nella costruzione
del “vecchio pallino” di Claudio Scajola, il nuovo porto turistico di Imperia, di cui fu a capo della commissione incaricata dei collaudi per le nuove banchine uno dei vertici della “cricca”, Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Ebbene, in quel di Imperia il “trio” Scajola – Parodi – Caltagirone sta portando a termine uno dei più grandi scali turistici del Mediterraneo, che sorgerà suuno specchio acqueo di 268 mila mq e comprenderà, oltre a 1300 posti barca, 6200 mq di costruzioni tra appartamenti (ben 117) e spazi commerciali ai quali bisogna aggiungere 3500 mq localizzati in diverse sedi distribuite nell’arco portuale e un parcheggio interrato di 1786 posti auto e 96 box. Un bel business, non c’è che dire.
Ma torniamo a Civitavecchia.
Le prima traccia ufficiale “di cricca” nell’Alto Lazio è risalente all’ottobre del 2009 quando, durante
una cena in cui si discusse dei tanti progetti in ballo nella zona, il sindaco di Civitavecchia, Giovanni
Moscherini, incontrò quelli che lui stesso ha chiamato «gli amici del Salaria Sport Village».
Motivo dell’incontro, un project financing per la cittadella dello sport. Altre tracce significative “di cricca” si ritrovano anche poco lontano da Civitavecchia, nella zona tra Tarquinia e Montalto di Castro. Passando, però,per il Lussemburgo. Precisamente presso l’Unicredit Luxembourg Sa, l’istituto di credito dove, “casualmente”,si trovavano anche i conti di cui erano beneficiari Angelo Balducci e Claudio Rinaldi, accomunati, oltre che da somme sparse in giro per paradisi fiscali, anche per essere stati entrambi commissari straordinari di bertolasiana nomina per i Mondiali di Nuoto di Roma 2009.
Ebbene, le autorità bancarie del Lussemburgo hanno comunicato, in risposta a una rogatoria proveniente dai pm perugini, che Balducci e Rinaldi hanno chiuso due conti, grazie allo Scudo Fiscale, presso l’Unicredit Luxembourg Sa, mentre risultano ancora in funzione due conti anonimi di cui sono però beneficiari Balducci e Rinaldi, aperti a nome Cordusio Spa, società fiduciaria per azioni facente capo direttamente ad Unicredit: il numero 507600 contenente 3milioni e 97mila euro, e il 507601 contenenti 2milioni e 14mila euro.
Ed è proprio la Cordusio Spa la traccia “di cricca” tra Tarquinia e Montalto di Castro. Al comune
di Tarquinia, infatti, in data 10 agosto 2007 è stata presentata una richiesta per la costruzione di un cementificio, business in crescita costante, da parte di Iniziative Industriali srl, società con sede a Rimini.
Questa società è stata creata con un capitale di appena 10mila euro, 9.999 dei quali versati proprio dalla Cordusio Spa mentre 1 euro è bastato a tal Roberto Bandini, riminese, per essere nominato amministratore unico della Iniziative Industriali srl.
Ma gli strani collegamenti non finiscono qui. Il progetto, infatti, è la fotocopia di quello relativo al cementificio di Montalto di Castro di proprietà della Cal.Me. Spa, società della famiglia Speziali di Catanzaro,al cui vertice troviamo il senatore Vincenzo Speziali (Pdl), componente dell’ufficio di presidenza dei Circoli del Buon Governo di Marcello Dell’Utri.
Per capire come il progetto presentato dalla Iniziative Industriali srl sia esattamente quello del cementificio di Montalto di Castro basta leggere le carte dello studio ambientale redatto il 6 agosto 2007
e rivisto il 16 giugno 2008, a pochi giorni dalla presentazione del progetto presso il Comune di Tarquinia.
Ebbene, nel valutare i venti che influiranno sulla dispersione dei “veleni” del cementificio, è stata riportata
la valutazione effettuata dalla stazione di rilevamento presso la centrale termoelettrica Enel di Montalto
di Castro.
Non solo: a pagina 22 dello studio ambientale, nella valutazione dell’impatto previsto, che si basa proprio sullo studio dei venti, viene letteralmente riportato come “l’abitato di Montalto di Castro,
che si trova a circa 3 km in direzione sud-est rispetto all’impianto, si trova sopravento”. Peccato, però,
che Montalto di Castro disti dal cementificio della Iniziativa Industriali srl oltre 25 km. Ma precisamente
3 km dal cementificio della Cal.Me.Spa.
Senza considerare che nel prospetto del cementificio di Tarquinia si segnala la presenza di corsi d’acqua che in realtà sono inesistenti su quel territorio e che si parla di rispetto delle distanze dai corsi del Tafone, Tafoncino e AcquaBianca che in realtà si trovano a ben 25 km di distanza. Ma a poco più di
150 metri dal cementificio di Montalto di Castro.
Che sia proprio quello tra Civitavecchia, Tarquinia e Montalto, passando per il Lussemburgo e giù fino a Catanzaro, un chiaro esempio di “circolo del buon governo”?

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22 maggio 2010

"La Calabria non vuole il carbone"

Terra news si occupa del progetto di riconversione della centrale Enel di Rossano Calabro, vicino Cosenza:

"La Sibaritide si difende dal carbone di Enel. Per contrastare il progetto di riconversione della centrale di Rossano Calabro, in provincia di Cosenza, oggi alimentata a olio combustibile e gas naturale, da cittadini e associazioni territoriali nasce il comitato per la difesa e lo sviluppo sostenibile della Sibaritide.

«Un territorio che, in seguito alla mancata industrializzazione - spiegano dal comitato - ha maturato una vocazione agricola di qualità e turistica». Con un finanziamento di circa 1,5 miliardi di euro, Enel ha presentato un progetto di modifica dell’impianto esistente, per cui è stato sufficiente lo Studio di Impatto Ambientale al posto della più complessa Valutazione di impatto ambientale, che prevede la sostituzione delle quattro caldaie esistenti con una nuova da 800megawatt alimentata a carbone e a biomassa, a cui aggiungere quattro gruppi a turbogas da 115 megawatt e 7 ettari di solare termodinamico.

Oltre al nuovo camino alto 150 m e largo 6, verrà costruita una banchina lunga 140 m, 60 sul mare e 80 sulla terra, a cui attraccheranno all’anno, a 5 km dalla costa, circa 20 navi oceaniche da 100mila t di carbone l’una che dovrà essere trasportato, con ulteriore dispersione di polveri inquinanti, fino alla centrale. A questo si aggiungono le circa 50 navi annue per lo smaltimento delle ceneri residue, i 1800 camion per il trasporto di calcare e quelli per lo smaltimento del gesso, le navi e i camion per il trasporto delle biomasse, che al 50 per cento arriveranno via mare.

Tutto inquinamento sommato alle polveri della centrale. «Dal momento che il carbone pulito - come lo definisce Enel - non esiste, questa riconversione comprometterà per almeno trent’anni la realtà turistica, agricola e ittica dell’area, attività che impegnano numerosi posti di lavoro, molti di più rispetto a quelli promessi da Enel con la riconversione. Stiamo evidenziando i rischi e le criticità del progetto in un unico documento - spiegano dal comitato - che presenteremo ai ministri competenti e alla Regione Calabria».

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21 maggio 2010

"No smog Parade", 22 maggio a Firenze

Da http://www.nosmogparade.net/
Quante volte ti sei detto: “che aria irrespirabile!”, quante volte hai pensato “troppe patologie sono legate allo smog! Tumori, allergie, asma…”, quante volte hai visto i tuoi bambini senza spazi verdi e aree libere…quante volte ti sei fermato a riflettere su un altro tipo di mobilità più veloce e sostenibile?

Contro lo smog e lo stress da traffico, contro le allergie e i tumori, contro le inadempienze delle pubbliche amministrazioni, proviamo a dire basta al traffico volutamente incontrollato e incontrollabile? proviamo a rivendicare aria respirabile? E’ un tuo diritto, ricordalo!

Noi lo facciamo, SABATO 22 MAGGIO 2010 alle h 14.30, a FIRENZE con la prima NO SMOG PARADE!

Molti hanno già aderito, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto! vuoi darci una mano per organizzare una NO SMOG PARADE NAZIONALE ? cosa aspetti? invia subito la tua partecipazione….aderisci, come associazione, comitato o cittadino e collaboriamo, tutti insieme è meglio, facciamo rete! Pensiamo insieme l’iniziativa e promuoviamola ovunque…

Chiediamo un’aria che sia respirabile!

Chiediamo una politica che favorisca veicoli ad emissione zero, una mobilità più civile e sostenibile, lo sviluppo della rete di piste ciclabili, di favorire chi non inquina, di non aspettare che sia finito il petrolio per passare alle auto elettriche o a idrogeno, maggiori spazi verdi e aree libere, un trasporto pubblico realmente efficiente e integrato.

Sono sufficienti come motivazioni? allora proviamo tutti insieme ad alzare la voce e manifestare, per farlo basta essere in tanti! E se tu non puoi venire… puoi sempre estendere l’invito ad amiche e amici !

Per adesioni: info@popcafe.net – info@terraonlus.it – Marco (3392006606) o Daniel (3202766185)

EMISSIONI ZERO, TRASPORTI COLLETTIVI, L’UNICA POSSIBILITÀ PER UNA CITTÀ PIÙ VIVIBILE!

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Il "Comitato per la difesa e lo sviluppo sostenibile della Sibaritide" sulla riconversione a carbone a Rossano

Fone: Sibarinet.it "Si è tenuta ieri sera nella Sala Della Comunita’ Montana la riunione del Comitato per la difesa e lo sviluppo sostenibile della Sibaritide in preparazione dell’incontro dibattito indetto per domani, venerdì 21 maggio
al “Residence il Salice” di Corigliano, che vedrà la partecipazione dei cittadini della piana di Sibari interessati al tema della RICONVERSIONE a CARBONE della CENTRALE ENEL di ROSSANO, con l’intervento di politici di maggioranza e opposizione, chiamati ad esprimersi su un argomento di crescente centralità per l’intero territorio. Durante l’incontro rossanese è stato presentato il documento di contro osservazioni in risposta al progetto ENEL, appena terminato da un pool tecnico-legale costituitosi in seno al neo COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIIDE. Tale documento, contiene ai sensi di legge, le Osservazioni finalizzate a contrastare il Progetto di riconversione a carbone della Centrale Termoelettrica dell’Enel situata nel territorio del Comune di Rossano e verrà presentato ai competenti Ministeri dell’Ambiente, delle Attività Produttive, dei Beni Culturali, nonché al Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, in risposta all’Avviso Pubblico di ENEL Produzione SPA apparso sugli organi di stampa lo scorso 30 aprile. L’Avvocato Amerigo Minnicelli –fra gli autori del documento stesso - ha illustrato le articolate osservazioni e controdeduzioni al progetto dell’uso del carbone quale combustibile per l’impianto rossanese. Il prof. Fabio Menin, anch’egli membro del pool tecnico-legale unitamente ad altri ingegneri, medici ed esperti che hanno lavorato sinergicamente alla stesura del testo, si è soffermato particolarmente sulle Osservazioni relative agli aspetti tecnico-ambientali e ai contenuti del SIA ovvero dello “Studio di Impatto Ambientale” prodotto dall’Enel in relazione al piano di riconversione. Al dibattito sono intervenuti fra gli altri il Dr Mario Sapia - Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Rossano, il signor Morfù - Sindacato Lavoratori (SDL), oltre a numerosi rappresentanti istituzionali fra i quali l’Arch. Ernesto Rapani, il Presidente del Consiglio Comunale Loria, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati Trento, l’ex assessore Avv. Natale Graziano. Al termine dell’incontro,l’assemblea ha approvato integralmente le Osservazioni contenute nel documento; sottolineando la necessità che i Consigli Comunali di Rossano e Corigliano deliberino congiuntamente al più presto il diniego della conversione a carbone e così facciano tutti gli altri 54 Comuni del comprensorio, possibilmente con una delibera unica approvata nello stesso giorno così come è stato proposto dall’Architetto Rapani. Con tale diniego al carbone deliberato dalle amministrazioni comunali dell’intero comprensorio, le amministrazioni Provinciale presieduta dall’Onorevole Mario Oliverio e quella Regionale guidata dall’Onorevole Giuseppe Scopelliti, potranno confermare subito i precedenti deliberati contrari al carbone. Il Sindaco Franco Filareto e i rappresentanti di alcune Associazioni ambientaliste sono intervenuti al termine del dibattito, così come il Dr Fortunato Amarelli , che in qualità di Presidente dei Giovani Industriali ha fermamente puntualizzato “ la contrarietà di Confindustria ad interventi che non rispettino i parametri di salvaguardia ambientale e sanitari come quello proposto dall’Enel”. Le conclusioni sono state tratte insieme dal rappresentante della storica Università Popolare, preside Prof Gennaro Mercogliano e dallo stesso Avv Amerigo Minnicelli cha ha ringraziato tutti gli intervenuti e in particolare il foltissimo e qualificato gruppo di giovani presenti, ricordando a tutti di essere presenti alla riunione di venerdì 21 indetta a Corigliano alle ore 19.30 presso il Centro Salice Vacanze, durante la quale il documento verrà ulteriormente presentato alla cittadinanza, alle istruzioni e alla compagine politica di maggiorana e opposizione prima dell’imminente invio ai Ministeri competenti in materia e alla Regione Calabria.

COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE

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Corigliano: Italia Nostra sul carbone a Rossano

Fonte: sibarinet.it - "Il Presidio di Italia Nostra di Corigliano è contrario ad ogni ipotesi di riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano. Tale riconversione è, infatti, inconciliabile con le potenzialità di sviluppo di un territorio che costituisce un punto di forza per una prospettiva di crescita sostenibile dell’intera Calabria.

Un’area nella quale il settore agroalimentare di qualità, le vocazioni turistiche e il tessuto produttivo non possono essere mortificate. La salvaguardia dell’agricoltura e del turismo ambientale, infatti, mal si coniugano con i fattori di inquinamento che scaturirebbero dalla presenza di una centrale a carbone. Si esprime, pertanto, la netta contrarietà ad un’operazione che non rispetta le vocazioni territoriali e che, nei fatti, mira a declassare un’intera zona da area di pregio ad area inquinata. La salvaguardia dell’ambiente, la qualità della vita e la salute dei cittadini sono le priorità che tutti insieme - sindaci, amministratori locali, forze sociali, ambientalisti, operatori turistici locali, e la stragrande maggioranza dei cittadini interessati - dobbiamo difendere opponendoci con tutte le nostre forze e con tutte le nostre energie a qualsiasi tentativo di riconversione della Centrale Enel di Rossano. Territori come la Sibaritide meritano tutto il nostro impegno e quello di quanti vogliono impegnarsi e lavorare per realizzare uno sviluppo sostenibile, pienamente rispettoso della natura, dei territori e di quanti abitano e vivono su di essi. Un plauso, pertanto, merita la spontanea e convinta iniziativa di cittadini ed operatori turistici da sempre socialmente impegnati, quali Luigi Pisani e Natale Falsetta, per aver promosso un comitato contrario all'ipotesi di riconversione a carbone ed aver avviato "dal basso" un'azione di mobilitazione delle coscienze".

Il Responsabile del Presidio di Italia Nostra di Corigliano, Fabio Pistoia

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Civitavecchia: cementificatori e cementificati. E il Grumo Misto si allarga

"La variante per costruttori e palazzinari (da Centumcellae.it)
Approvata quest'oggi dal Consiglio comunale la Variante 29: nuove case e palazzi per una città che, non si sa come, crescerà in pochi anni di 10.000 abitanti."

Che sia un bene o un male è un dato di fatto: la popolazione della nostra Città non cresce con lo stesso ritmo del Grumo Misto, che invece si ammassa sulle poltrone del Pincio come scorie in un deposito abusivo:

"...con la surroga del dimissionario Vincenzo Gaglione al cui posto è subentrato Ivano Bianchini: eletto tra i Socialisti a sostegno di Nicola Porro è immediatamente trasmigrato nelle larghe intese sostenendo dal Gruppo misto il centrodestra alla prima votazione" (Ricordiamo le new entry Daniele Perello da Sinistra e Libertà e del noto saltafossi Gianfranco Bergodi da UDC e tanti altri prima)

La popolazione in Italia non cresce, la popolazione civitavecchiese è ferma sui 50.000 da decenni, i giovani con alta formazione lasciano quasi sistematicamente la città, e allora:
a chi serve un milione di metri cubi di nuovo cemento?
Che domanda ingenua! Agli speculatori, al malaffare che ricicla denaro sporco.

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20 maggio 2010

"Clima. Allarme esperti Usa: scoraggiare l'uso di petrolio e carbone"

Fonte: LaStampa.it
"L'Autorevole Accademia nazionale delle Scienze chiede di agire

Washington, 19 mag. (Ap-Nuova Energia) - Per l'Accademia nazionale delle scienze, il massimo organismo scientifico degli Stati uniti, il cambiamento climatico è un problema talmente urgente che occorre rendere più costoso l'utilizzo di petrolio e carbone. L'accademia, consulente del governo, prende un'iniziativa inusuale, suggerendo misure specifiche per fermare il riscaldamento globale. Di solito l'organismo si esprime su questioni scientifiche senza indicare alla politica le scelte da compiere. Secondo il panel di scienziati gli Usa devono ridurre le emissioni di gas serra tra il 57 e 83 per cento entro il 2050, percentuali già indicate dal presidente Barack Obama. Per farlo, secondo gli scienziati, occorre introdurre una carbon tax oppure un meccanismo di cap and trade per limitare il biossido di carbonio. Copyright APCOM (c) 2008"

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I Verdi di Cosenza chiamano alla mobilitazione contro il carbone a Rossano

"COSENZA: VERDI, NO CENTRALE A CARBONE DI ROSSANO
(ASCA) - Cosenza, 19 mag - ''Entro la meta' giugno, i Verdi della provincia di Cosenza e quelli nazionali, di concerto anche con altre forze politiche, culturali e ambientali calabresi, promuoveranno una grande manifestazione a Rossano (Cs) per esprimere un forte ''no'' all'ipotesi di riconversione a carbone della Centrale Enel''. Lo si legge in una nota dei Verdi della provincia di Cosenza, che si sono riuniti , alla presenza del Consigliere Provinciale Mario Giordano e del Componente dell'Ufficio di Presidenza Nazionale, Aurelio Morrone ed un gruppo di Consiglieri comunali dei Verdi. Nel corso dell'incontro e' stato ribadito ''il ruolo dei Verdi nel panorama politico calabrese e cosentino, che non puo' essere assolutamente assorbito o sostituito da componenti ambientaliste, pur rispettabili, all'interno dei diversi partiti e movimenti tradizionali''.

''Tutti i presenti hanno affermato la loro forte ed assoluta contrarieta' alla riconversione a carbone della Centrale Enel di Rossano. L'uso del carbone, e' stato piu' volte sottolineato, e' incompatibile con le vocazioni ambientali e con le potenzialita' di crescita del nostro territorio e, soprattutto, con un'area come quella della Sibaritide, che costituisce un vero e proprio punto di eccellenza nel settore agroalimentare e turistico''.

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Balneabilità a Civitavecchia

Comunicato stampa del 18.5.2010

Il giorno venerdì 21 maggio alle ore 11.00 presso la sala conferenza del Polo Idrogeno di Civitavecchia (vecchia biglietteria del porto), si terrà un incontro sul tema della balneazione a Civitavecchia, promosso dall'associazione culturale Pirgo.org nell'ambito delle iniziative "2010 Battaglia per la balneazione ", evento al quale sono invitate le associazioni, la cittadinanza e le autorità locali e provinciali. Scopo dell'incontro dopo i dati pubblicati dall'Arpa sullo stato delle coste della città e gli impegni presi dal presidente della Provincia Zingaretti di Roma di ristabilire la balneazione entro il 2011, è quello di fare il punto sulla situazione effettiva, sulle competenze e sulle azioni che sono state e verranno intraprese.
Nell'ambito dell'incontro saranno resi pubblici i dati del sondaggio on line commissionato da Pirgo.org. ed effettuato da Sonda, nel quale sono state raccolte le opinioni degli abitanti e dei frequentatori della città sulla situazione del mare e delle coste, la loro frequentazione, e le attuali contraddizioni.

Il Presidente Pirgo.org
Angelo Fanton

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19 maggio 2010

Osservatorio Ambientale: finalmente chiarezza

Comunicato stampa

Con Determinazione della Regione Lazio B1757 del 25.03.2010 è stato istituito l'Osservatorio Ambientale previsto quale prescrizione nel decreto V.I.A. n°680/2003 relativo alla centrale a carbone di Torrevaldaliga nord.

La Regione Lazio, inoltre, ha proceduto nella nomina dei componenti dell'osservatorio che sarà attivato entro il mese di Maggio 2010 ed avrà lo scopo di analizzare lo stato ambientale del comprensorio attraverso l'analisi dei livelli complessivi degli inquinanti dell'area provocato dalle diverse fonti e studiarne le ricadute sulle popolazione; monitorare i parametri di qualità dell'ambiente derivanti dall'esercizio della centrale; gestire gli eventuali fenomeni di criticità ambientale derivanti dall'esercizio della centrale; ricercare soluzioni tecnologiche per l'ulteriore abbattimento degli inquinanti ed infine, ma non per importanza, informare i cittadini sui risultati degli studi e delle misure effettuate.

Un risultato non scontato, ottenuto grazie alla costante azione portata avanti sin dal 2008 dalla Procura di Civitavecchia, che vogliamo ringraziare pubblicamente, e che non solo rende merito alle tante delle denunce dei comitati, ma soprattutto rende palese ancora di più, semmai ce ne fosse bisogno, l'illegittimità del Consorzio per la gestione dell'Osservatorio istituito dai Sindaci del comprensorio, su spinta del Sindaco Moscherini, nel 2009.

Apprezziamo particolarmente che sia stato sottolineato che il funzionamento dell'Osservatorio debba avvenire senza fondi ENEL, che la partecipazione dei rappresentanti delle varie istituzioni sarà a carico di quest'ultime, al fine di evitare che i fondi erogati dal controllato, ovvero l'ENEL, possano influenzare i controllori e che a tal fine ci sono già fondi a disposizione presso il Ministero dell'Ambiente.

Inquieta, invece, e non poco, che i Sindaci della corte di Moscherini, in un azione congiunta, nonostante formale richiesta inoltrata dalla Direzione Regionale Ambiente, non abbiano provveduto alla designazione di propri componenti in seno all'Osservatorio, quasi a lasciar trasparire che piuttosto che le attività di monitoraggio ambientale e sanitario sulle ricadute della centrale su territorio e popolazione, il vero fine perseguito fosse la gestione dei fondi previsti nella convezione per il funzionamento dello stesso.

Diventa ora improrogabile che il carrozzone sin qui rappresentato dal Consorzio per la Gestione dell' Osservatorio venga immediatamente sciolto e che finalmente venga spiegato ai cittadini come si sono stati impegnati i fondi ad esso destinati.

Nell'auspicare che l'istituzione dell'Osservatorio comporti finalmente l'avvio di concreti e stringenti controlli sugli effetti ambientali e sanitari della centrale, come da anni i comitati stanno chiedendo, ci auguriamo che l'azione della Procura prosegua anche nel verificare l'ottemperanza concreta delle tante altre prescrizioni inevase dall'ENEL, una per tutte l'interramento degli elettrodotti e la realizzazione del cosiddetto "Parco dei Serbatori", ovvero il bosco di 40 ettari che dovrebbe sorgere in aree limitrofe alla centrale.

I cittadini continueranno nella loro azione di denuncia delle tante carenze ed omissioni amministrative ed autorizzative e chiederanno ai competenti organi di controllo, quali ad esempio la Corte dei Conti, di verificare la correttezza delle modalità e finalità di utilizzo dei fondi ENEL destinati all'Osservatorio.

E questa volta i Sindaci, loro malgrado, dovranno fornire risposte convincenti!

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18 maggio 2010

Un futuro splendente per Civitavecchia: carbone monnezza e cemento

Moscherini preparae l'enorme colata di cemento su Civitaecchia (e le mafie si preparano a banchettare)

Da centumcellae.it

Sperando di fare cosa utile ai cittadini civitavecchiesi che probabilmente si troveranno da qui a qualche anno a vivere in una città molto diversa da quella attuale, cerco di fare il punto sulla questione della Variante 29 al Piano Regolatore Generale discussa nel primo dei due direttivi del Pd svoltosi ieri lunedì 17 maggio dalle ore 17.00 alle 20.00 affinchè chi sia dei dirigenti che degli iscritti del Pd ma anche dei semplici cittadini interessati alle questioni urbanistiche della nostra città non è stato presente possa intervenire domani mercoledì 19 maggio alle ore 17.00 nella seconda seduta del direttivo-attivo del Pd.
Dall’illustrazione della Variante 29 fatta da Annalisa Tomassini, ricordo già assessore all’Urbanistica nella giunta di centro sinistra guidata dall’ex sindaco Gino Saladini, risulta che la Variante 29 non è una variante ad una variante, come furbescamente è stata presentata da questa Amministrazione, ma è di fatto una Variante al piano Regolatore Generale.
In origine la Variante 29, infatti, era stata pensata come sanatoria per sbloccare quei terreni che sono da tempo stati individuati come ricadenti nelle c.d. “zone compromesse” e che doveva permettere a tante famiglie civitavecchiesi, proprietarie di quei terreni, di potersi costruire la prima casa sul proprio terreno. Con sorpresa nel direttivo-attivo di lunedì scorso, dove ricordo erano presenti oltre 30 persone tra dirigenti di partito(15), membri della segreteria (6) e semplici iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico, abbiamo verificato come la Variante 29 sia effettivamente una variante al Prg perché la stessa non risponde al titolo con il quale è stata identificata, ossia “Piano per l’edilizia residenziale pubblica e sociale nonché per la creazione di due parchi urbani di un sistema di verde complementare finalizzati all’integrazione degli standard urbanistici e per la dotazione di infrastrutture e di servizi generale del settore nord della città”.
Infatti da un primo sguardo generale alla variante risulta che:

1) l’edilizia residenziale pubblica e sociale non sia preponderante rispetto a quella privata. Le cubature previste si traducono poi in abitazioni che andrebbero a soddisfare l’esigenza di oltre 10.000 abitanti, dato questo che cozza evidentemente con l’elevato numero di appartamenti invenduti a Civitavecchia e soprattutto a fronte di una popolazione che negli ultimi anni non è cresciuta quasi per niente. Inoltre la Variante 29 pone l’attenzione su aree non contemplate nelle precedenti 32 Varianti al Piano Regolatore Generale, ecco perché la Variante 29 risulta una vera e propria Variante al Prg.

2) Sempre nella dicitura della Variante 29 si cita anche la realizzazione di "due parchi urbani di un sistema di verde complementare finalizzati all’integrazione degli standard urbanistici", motivazione palesemente falsa perché in realtà la Variante 29 prevede di fatto il mantenimento di un parco già in essere e mancante solo del collaudo, quello di Fiumaretta, e la creazione, non si capisce bene come, di un altro parco su un fosso, quello di Zampa d’Agnello che in quanto fosso non permette la facile creazione di strutture ricreative. Dunque di quali parchi si parla? E inoltre perché non si fa menzione della ristrutturazione e della messa a norma e in sicurezza degli altri tre parchi già presenti a Civitavecchia, ovvero il Parco Antonelli-della Resistenza, il Parco dell’Oliveto-dei Martiri delle Foibe e del Parco di San Gordiano-Yuri Spigarelli che versano in una situazione pericolosa e indecorosa? Non era uno degli obiettivi del Sindaco Moscherini quella di spalmare i famosi 40 ettari del parco che l’Enel doveva realizzare a ridosso della centrale sui parchi cittadini? Mi sembra che di ciò nella Variante cementificatoria non vi sia traccia. Anzi no, scusate in effetti le micro aree di verde che questa Amministrazione pensa possano essere sufficienti a 60.000 abitanti siano quelle contemplate all’interno delle dieci rotatorie da realizzare entro l’estate.

3) Anche se il quartiere di Aurelia resta miracolosamente fuori da questa cementificazione, in realtà perché già “mangiata” dal progetto del Piau, per caso l’area interessata da alcune costruzioni è quella che si trova all’ingresso di Aurelia, sulla sinistra e di proprietà della Compagnia Portuale Civitavecchia. Curioso, non trovate?

4) Nella Variante 29 non si fa riferimento al Piano Territoriale Provinciale Generale che vincola le varianti dei Comuni della Provincia di Roma e che anche in questo caso, forse per un’altra mera coincidenza, non viene tenuto presente. Va ricordato che tutte le varianti devono fare riferimento al Ptpg, quindi non si capisce come mai non sia stato scritto nulla in proposito nella Variante 29.

5) L’area di interesse della Variante 29 arriva, anche qui guarda caso, proprio al confine con la Scaglia, nei pressi di Torre d’Orlando dove, sempre per puro caso, l’Ater ha acquistato un’area sulla quale intende costruire a costo zero per il Comune ben 300 appartamenti di edilizia pubblica e sociale, eccola qua, e che invece il sindaco Moscherini stà inspiegabilmente impedendo a vantaggio della realizzazione delle 40 mini casette di legno che devono sorgere in una quartiere già duramente provato da mille problemi come San Liborio. Per dovere di verità va detto che sono solo quattro le aree all’interno della città destinate all’edilizia pubblica mentre oltre il 60% di quello che si vuole realizzare ricade nell’edilizia privata. Inoltre dalla Scaglia in poi fino al Comune di Tarquinia, passando per la Frasca, Sant’Agostino, Aurelia e Santa Lucia ci si trova nell’area interessata dal mega progetto di Moscherini denominato Piau e che prevede la realizzazione di 4200 ettari di zona industriale e che sempre per puro caso permetterebbe, ecco qui, l’impiego di 10.000 persone. Non certamente civitavecchiesi.

6) Infine le tavole della Variante 29 e quelle del Piau sempre per uro caso, si incastrano perfettamente come due parti di un unico grande puzzle. Una Variante diabolica, dunque che non permette una seria riflessione su una procedura che non contempla una concertazione corale con le reali esigenze della collettività civitavecchiese ma che di fatto risponde ad oscuri e poco chiari interessi privati. Dunque con questo tipo di stravolgimento ai fini della mera speculazione edilizia si tradisce l’originario spirito della Variante 29, ovvero quello di sbloccare le zone compromesse e permettere ai singoli civitavecchiesi di costruirsi la prima casa a vantaggio di interessi urbanistici privati, oltre che della realizzazione di edilizia residenziale e sociale e di interventi a beneficio del miglioramento del verde pubblico.

Ricordo che la variante 29 sarà oggetto di discussione del Consiglio Comunale che si svolgerà dopodomani, giovedì 20 maggio.

Roberta Galletta - Coordinatrice Circolo Partito Democratico Civitavecchia

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Turchia, esplosione in miniera di carbone: 32 intrappolati

Fonte: Virgilio.it
Ankara, 17 mag. (Ap-Nuova Europa) - Le autorità turche hanno comunicato che sono 32 i minatori rimasti intrappolati per un'esplosione all'interno di una miniera di carbone nel nord del paese.

L'incidente ha avuto luogo nella miniera di carbone di Karadon, nelle vicinanze del porto si Zongulak, sul mar Nero. Secondo il governatore do Zongulak Erdal Ata, i 32 dipendenti sono intrappolati a 540 metri di profondità. Dal momento dell'esplosione non è stato possibile entrare in contatto con loro.

"Stiamo cercando di raggiungerli", ha spiegato il ministro del Lavoro turco Omer Dincer. L'ingegnere Husnu Unal ha spiegato che altri otto minatori che si trovavano nella galleria sono stati salvati. Alcuni di loro sono ricoverati perché presentano sintomi da intossicazione.

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Il Segretario del Pd calabrese: no al carbone a Rossano

Fonte: ASCA.it

"(ASCA) - Cosenza, 17 mag - ''Il progetto integrato e la riconversione a carbone della Centrale di Rossano (Cs), presentato dall'Enel il 29 aprile scorso, non tiene per nulla conto di un territorio le cui caratteristiche e le cui peculiarita' sono fondamentali per lo sviluppo non solo della provincia di Cosenza, ma dell'intera Calabria''. E' quanto afferma il Consigliere regionale e segretario del Pd calabrese, Carlo Guccione.

''Un territorio a forte vocazione agricola, sede di un punto di eccellenza come l'agroalimentare di qualita', con grandi potenzialita' turistiche storico-culturali e monumentali -prosegue Guccione- non puo' subire i fattori di inquinamento che una centrale a carbone porta inevitabilmente con se'. Per questa ragione, la nuova Giunta regionale deve esprimersi immediatamente in merito a questo progetto, anche in relazione al fatto che il Consiglio regionale della Calabria gia' in passato ha espresso parere negativo sull'utilizzazione del carbone sul territorio della nostra regione e per ribadire che la Calabria - afferma Guccione - ha bisogno di uno sviluppo sostenibile, pienamente compatibile con le sue vocazioni''.

''A tal proposito - aggiunge il Consigliere regionale del Pd - sono assolutamente da condividere le numerose prese di posizione da parte di sindaci, amministratori, forze sociali, ambientalisti, operatori turistici e di tanti cittadini che hanno espresso e continuano ad esprimere forte preoccupazione e contrarieta' a tale riconversione''.

Per quanto ci riguarda - conclude Guccione - siamo per un ''no'' chiaro e fermo a qualsiasi tentativo di riconversione a carbone della Centrale Enel di Rossano. Nei prossimi giorni presentero' un'interrogazione al Presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti e all'assessore regionale all'Ambiente, Francesco Pugliano, per sapere quali provvedimenti l'Esecutivo regionale intende mettere in atto, affinche' un territorio come la Sibaritide e la Calabria possano avere uno sviluppo sostenibile, rispettoso del territorio, dell'ambiente e dei cittadini''.

red/rg/BRA

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17 maggio 2010

Tre nuovi indagati per la morte di Sergio Capitani

Da Tusciaweb.it

"Verificare lo stato delle tubature e del ponteggio sul quale si trovava Sergio Capitani.

Sarebbero queste le motivazioni della richiesta di incidente probatorio presentata dal pm Edmondo De Gregorio al gip del tribunale di Civitavecchia.

L'intento è chiaro: cercare di ricostruire con precisione cosa accadde quel 3 aprile 2010, quando Capitani, operaio tarquiniese di 33 anni, fu scaraventato contro un palo da un getto di ammoniaca. L'impatto violentissimo contro il trave d'acciaio gli spaccò la scatola cranica e Sergio morì sul colpo.

L'incidente probatorio, com'è scritto nella richiesta del pm, avrebbe il fine di verificare "quale tipo di ostacolo fosse presente nella tubazione, nonché le ragioni che hanno dato luogo alla formazione degli ostacoli".

Si tratterebbe di analisi altamente specializzate e non rinviabili, "in quanto il trascorrere del tempo potrebbe pregiudicare irreparabilmente l'accertamento", vista la rapidità di trasformazione degli agenti chimici nei tubi.

Il pm suggerisce, poi, dei rilievi tecnici da eseguire nell'area di lavoro in cui si trovava Sergio. Ovvero sul ponteggio alto 12 metri in cui è avvenuto l'infortunio mortale.

La richiesta di incidente probatorio, inoltre, fa riferimento ad alcune "lacune progettuali" degli impianti di Torrevaldaliga Nord, privi di "percorsi atti a consentire l'accesso alle tubazioni dalla quota di terra". Non a caso, Antonio Monina e Leonardo Anzano, gli ultimi a essere iscritti nel registro degli indagati, sarebbero accusati proprio di aver redatto un fascicolo sulla struttura in cui Capitani lavorava, "senza prevedere alcuna scala di accesso". E nemmeno "procedure funzionali al rapido allontanamento dai luoghi di lavoro in caso di emergenza".

Recentemente, insieme a Monina e Anzano, ha ricevuto un avviso di garanzia anche Michele Petito, caposquadra dell'Enel manutenzione. Salgono, così, a 13 gli indagati dalla procura di Civitavecchia per la morte dell'operaio.

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Conferenza "Inquinamento e polveri sottili: quali conseguenze sulla salute?"

Invito:

VENERDI 21 Maggio, ore 18:00
FRASCATI - Scuderie Aldobrandini - Piazza Marconi
Conferenza-dibattito "INQUINAMENTO E POLVERI SOTTILI: quali conseguenze sulla salute?"

Intervengono:
PATRIZIA GENTILINI
oncologa, ISDE

FRANCO MEDICI
"La Sapienza" Università di Roma, ingegnere chimico

Iniziativa a cura di ENRICO DEL VESCOVO, Presidente di Italia Nostra Castelli Romani, ingresso libero.

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14 maggio 2010

Cina, Anshun, 21 morti in miniera di carbone

Fonte: newnotizie.it

La città di Anshan, nella provincia sud-occidentale del Guizhou, è stata teatro di un grave incidente sul lavoro che ha provocato 21 morti.
Circa alle 21.40 di ieri (ora locale) un’esplosione ha coinvolto le 31 persone che stavano lavorando nella miniera di carbone di Yuanyang.
Dieci sono riuscite a salvarsi, uscendo dal pozzo da sole o grazie all’intervento dei soccorritori. I primi aiuti sono arrivati a mezzanotte, poi le squadre di soccorso hanno continuato a cercare morti e dispersi.
I dieci feriti sono stati portati in ospedale per aiutarli a superare gli effetti dell’avvelenamento per monossido di carbonio sprigionatosi dall’esplosione nella miniera.

L’incidente è stato causato dal gas, tuttavia la polizia e gli addetti alla sicurezza devono chiarire la dinamica dell’evento.
L’agenzia Xinhua riporta che anche Wang Shuhe, vice direttore dell’Amministrazione statale per la sicurezza mineraria si recherà sul luogo dell’incidente.
La questione della sicurezza sul lavoro è uno dei principali problemi da affrontare per la Repubblica Popolare Cinese, il cui rapido sviluppo economico non ha portato con sé solo un maggior benessere.
Un altro incidente si era recentemente verificato alla fine di aprile in una miniera di carbone nella città di Jianshan, nella provincia orientale del Jiangxi.
Anche in questo caso l’autorità statale responsabile per la sicurezza nelle miniere aveva inviato alcuni suoi emissari per supervisionare le operazioni di soccorso.

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Gli attacchi della politicaglia al potere contro la democrazia in rete

Da BeppeGrillo.it

"Il primo problema del Parlamento italiano è la Rete. Da anni vengono sfornati leggi, decreti, progetti, emendamenti per bloccarla. L'accanimento con cui Pdl e Pdmenoelle si occupano di Internet è impressionante. Nell'agenda dei problemi del Paese è prioritaria. L'ultimo attacco alla libertà di informazione e alla Rete è l'obbligo di rettifica nei siti entro 48 ore. I blog vengono equiparati ai giornali con multe di 12.000 euro per infrazione. Tutti i blog sono a rischio chiusura.
Altre volte il blog ha lanciato campagne contro la legge Levi/Prodi o contro la legge D'Alia con successo. Questa volta mi rifiuto. Approvino le leggi che vogliono. Ne pagheranno le conseguenze. Anzi, suggerisco al duo Berlusconi/Bersani di osare di più. Legiferare in modo risolutivo, tombale e chiudere Internet. Io non voglio mettermi a discutere ogni mese con degli idioti internettiani, farei la figura anch'io dell'idiota. Quindi, chiudete, filtrate, oscurate, hackerate. Fate il cazzo che vi pare. Sarete voi a pagarne le conseguenze perché chiudere l'ultima valvola di confronto democratico presenta dei rischi molto alti. La pentola a pressione può esplodere in anticipo.
Il blog comunque rimarrà indifferente alle leggi contro la Rete. Il blog continuerà fino a quando mi sarà possibile. Non è disubbidienza civile. Per disubbidire ci vogliono delle Autorità con la facoltà legittima di esercitare un pubblico potere e in questo Parlamento di condannati, di locatari di abitazioni regalate, di servi nominati dai partiti e non dai cittadini non vedo alcun principio di autorità. Quindi indifferenza civile, non disubbidienza civile, ma a viso aperto, pronto a pagarne le conseguenze. Fate pure 100 leggi al mese per chiudere la Rete, io non le applicherò e se faranno lo stesso i milioni di italiani che scrivono e comunicano in Rete, le vostre leggi diventeranno carta da cesso.

Breve e incompleto elenco delle leggi bipartisan contro la Rete.

Disegno di legge “Intercettazioni” (30/06/2008: Il testo di iniziativa governativa è presentato alla Camera)
Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. L'articolo 18 integra la legge sulla stampa aggiungendo i «siti informatici» tra i mezzi per cui è obbligatoria la rettifica entro 48 ore.

Decreto “Romani” (30/3/2010: pubblicato in Gazzetta Ufficiale con n. 44/2010)
In una prima versione sembrava introdurre obblighi di registrazione per chi produce contenuti video e dirette web anche a livello amatoriale su internet.

Disegno di legge S.1950 “Lauro” (26/1/2010: Assegnato alla Commissione Giustizia)
Contro chi istiga a commettere delitti contro l’incolumità delle persone o ne fa apologia, con aggravante nel caso di ricorso a comunicazione telefonica o telematica (internet e social network).

Decreto Ministeriale “Bondi” (30/12/2009: firmato il decreto)
Su tutti i supporti digitali viene applicato un sovrapprezzo
(il cosiddetto "equo compenso") per ripagare il diritto d'autore.

Progetto di legge C.881 “Pecorella Costa" (14/09/2009: Il testo è assegnato alla Comm. Giustizia)
Estende anche ai “siti internet aventi natura editoriale” le previsioni della Legge sulla stampa (47/1948) in materia di diffamazione.

Progetto di legge C.2455 "diritto all’oblio" (23/06/2009: Il testo è assegnato alla Comm. Giustizia)
Garantisce che le informazioni riguardanti i propri trascorsi giudiziari non siano più direttamente attingibili da chiunque.

Progetto di legge C.2195 “Carlucci” (12/03/2009: Il testo è assegnato alla Commissione trasporti)
Vieta di immettere in rete contenuti in forma anonima.

Emendamento D'Alia al Ddl S.773 C.2180 “decreto sicurezza” (29/04/2009 L’emendamento D’Alia è stato abrogato)
Reprime l’utilizzo di Internet per commettere reati di opinione come l’apologia di reato o l’istigazione a delinquere.

Progetto di legge C.2188 “Barbareschi” (12/02/2009: presentato il progetto di legge)
Argina la pirateria digitale promuovendo la costituzione di “piattaforme telematiche nazionali” di filesharing. Ai provider l’obbigo di rendicontare gli utilizzi da parte degli utenti.

Pdl C.1269 “Levi” (18/11/2008: Levi annuncia lo stralcio delle norme su Internet)
Fornisce definizioni equivoche di prodotto editoriale e di attività editoriale che hanno fatto pensare a un obbligo di riconoscimento e registrazione al Roc anche per i blog e i siti amatoriali.

Decreto “Pisanu” (30/12/2008: Il governo Berluconi proroga la validità al 31/12/2010)
Identifica chiunque utilizzi postazioni di accesso pubbliche a internet e di conservarne i dati di navigazione.

Decreto “Urbani” (21/05/2004: Convertito in legge )
Dedicato principalmente al finanziamento pubblico di attività cinematografiche e sportive, introduce nell’ordinamento sanzioni contro la pirateria musicale e cinematografica commessa per via telematica, mediante siti web o sistemi di file sharing.

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Chicco Testa, il "Pimby col culo degli altri" minaccia chi lo contraddice

Chicco Testa, lo sporco lobbista, Pimby col culo degli altri, si svela per quello che è. Rivolto a Tozzi che gli parla del problema dello stoccaggio delle scorie nucleari: "IO TI SPACCO LA FACCIA"



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Basta al cartellone selvaggio, a Roma iniziativa di civiltà

Sarà capitato a molti di restare a bocca aperta per l'insudiciamento feroce cui sono esposte le città in periodi elettorali, con le brutte facce della politicaglia ritoccate al fotosciop, i loro slogan da quattro soldi urlati da centinaia di migliaia di manifesti, molti abusivi, a rendere ancora più brutte le città. La prima cosa che un cittadino assennato pensa è: questo il rispetto che dimostri, farabutto ipocrita, per la città a cui ti rivolgi? Neanche sei stato eletto e già rovini il luogo in cui vivo? Naturalmente è solo un piccolo esempio di un comportamento più vasto e diffuso, per questo
l'iniziativa "No a cartellone selvaggio":

"Alla crescente indignazione e protesta dei cittadini per la privatizzazione degli spazi pubblici per consentire ai privati di lucrare enormi profitti, quasi sempre al nero, sulla vendita della merce più cara in circolazione, la Pubblicità, la Giunta comunale presieduta dal Sindaco Gianni Alemanno risponde con vaghe promesse e dichiarazioni di intenti dei suoi Assessori, con e provvedimenti autopromozionali, spot “pubblicitari” si potrebbe dire, quali il recente progetto per la riduzione dell’impiantistica pubblicitaria a Piazzale Clodio, tesi
unicamente a ridurre “….l'impatto della pubblicità sull'ambiente circostante, con recupero del patrimonio storico, artistico ed architettonico …” unicamente in alcune piazze della città. evitando di assumere quei provvedimenti che possono realmente porre fine al dilagare dell’illegalità nella nostra città.

La Delibera d’Iniziativa Popolare promossa dalla Rete Romana di Mutuo Soccorso, Cartellopoli blog, Cittadinanza Attiva, con il sostegno di VAS, Italia Nostra Sez, di Roma, Legambiente Lazio, C.A.L.M.A., giornali e radio cittadine, chiede in generale alla Giunta Comunale di:

* procedere alla più sollecita abrogazione di tutte le disposizioni contenute tanto nella delibera n. 37/2009 quanto in tutte quelle che l’hanno preceduta e che hanno determinato il caos attuale nonché all’integrazione di quelle che hanno già generato una loro applicazione distorta.
* Redigere il “Piano regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari”.

Più in particolare con la stessa Delibera si chiede all’Amministrazione capitolina di:

- verificare tutti gli impianti a vario titolo installati fino ad oggi, esigendo la più sollecita rimozione tanto di tutti quelli vietati dal Codice della Strada quanto di tutti quelli ricadenti in aree vincolate con divieto di affissione;

- frenare immediatamente l’utilizzo speculativo delle procedure fin qui sfruttato dalle Ditte, contestualizzando d’ora in poi per tutti i tipi di cartelloni pubblicitari già installati abusivamente che si riesce a “censire” il provvedimento di immediata rimozione;

- obbligare comunque l’Amministrazione Comunale a sequestrare e oscurare immediatamente gli impianti abusivi in attesa della rimozione;

- approntare idonei elementi di riconoscibilità delle targhette autorizzate, comprensibili a tutti, come d’altronde già previsto dal Regolamento Comunale, che contengano oltre all’indicazione della tipologia dell’impianto, la data di rilascio del codice di autorizzazione, il numero di autorizzazione e la data di scadenza in conformità a quanto espressamente disposto riguardo alle “targhette di identificazione” dal Codice della Strada;

- perseguire e interdire dal prosieguo della propria attività nell’ambito del Comune di Roma quelle ditte che risultino ree più volte di installazione abusiva di impianti.

Allegato:

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