Comunicato Stampa del 25/06/2008.
Seguono commenti dal mondo politico, e un articolo di M. Galice.
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Eventi di questo tipo impongono che si ascolti in silenzio quello che la vita ha da insegnarci. Se parole devono essere spese, debbono dimostrare di essere utili per migliorare la nostra condizione.
In primo luogo, e sopra ogni altra cosa, esprimiamo tutto il nostro grande, profondo cordoglio, viva partecipazione al dolore della famiglia e dei cari di Ivan, uno di noi. 24 anni di vita, di mestiere operaio, uomo come noi, la vita stroncata come sappiamo.
In questo momento di raccoglimento, e rabbia, dobbiamo fare i conti con i pericoli che su tutti noi incombono.
Decenni di vuote chiacchiere in favore della sicurezza sul lavoro, mentre nei cantieri l'unico valore è: il profitto dei padroni. Da questo assunto loro non retrocedono, salvo riempirsi la bocca di falsità in occasione di simili eventi luttuosi. Ma alla prova dei fatti, sembra che non faccia poi tanto scandalo la morte in cantiere, per i signori della speculazione: l'uomo, vivo o morto, è solo ridotto a un numero. Un valore meramente quantitativo che entra in un bilancio, previsto sin dall'inizio.
Per noi questi numeri restano cifre di un pensiero inaccettabile, disumano e disumanizzante. Da combattere.
Intanto, in noi, si fa strada una consapevolezza tanto amara da non poter essere digerita: daremmo qualsiasi cosa per poter sperare che altre morti legate a TVN siano evitabili. Ma è una sperenza vana.
Sulla nostra testa pende un destino ineluttabile, che non è quello della morte naturale. E' quello della morte, della sofferenza per le patologie legate all'inquinamento, riguardo al quale il nostro territorio non teme confronti. Altre morti verranno entro pochi anni, grazie al carbone di TVN.
E' scienza, è statistica, di nuovo: numeri per descrivere le patologie e le morti che l'inquinamento da carbone ci regalerà. Tanto è vero che sulle carte sono già quantificate anche in termini di risarcimenti economici.
Tanto per rinfrescare la memoria a tutti, le stime di externe.info (EU) parlano di centinaia di milioni di euro per le spese mediche nei 25 anni di esercizio della centrale a carbone. Del resto, come si motivano i milioni che enel scucirà all'amministrazione Moscherini e alle altre? Semplice: si pretende di aver comprato la nostra salute.
Come accade per tutte le lotterie, quella di morte di TVN non ci dice in anticipo chi sarà sorteggiato. Ci dà invece la certezza che tanti e tanti di noi e dei nostri figli dovranno soffrire e morire per le conseguenze dell'inquinamento da carbone: tutti parteciperemo all'estrazione.
Queste morti resteranno dolore privato delle famiglie colpite, perché giornali e necrologi pubblici non parlano dei morti per l'inquinamento, delle stragi lente. Porto, le vecchie centrali ad olio combustibile, TVS, Montalto di Castro, cementifici, etc: abbiamo già dato. E invece, su tutto questo si va ad aggiungere il carbone, col suo carico insostenibile.
Se non saremo tutti noi a gridare che vogliamo sì lavoro, ma pulito e non al prezzo della vita o della salute, rischiamo di conoscere da vicino il cordoglio che oggi colpisce terribilmente i cari di Ivan. La causa sembra diversa, ma in realtà è sempre la stessa: il profitto dei potenti. Ivan siamo noi.
Se ci uniamo per fermare il carbone possiamo lasciarci alle spalle rischi tragici che non vogliamo. Ricordiamo che la nostra vita non è di destra, né di sinistra o di centro: questo dolore e queste preoccupazioni ci riguardano tutti.
Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio
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Altre dichiarazioni dal mondo politico:
DI LAVORO IN ITALIA ORMAI SI MUORE OGNI GIORNO: MA LA MORTE DEL GIOVANE CIFFARY, VENUTO DA LONTANO AD IMMOLARE LA VITA AL PROFITTO ALTRUI, HA UN SAPORE PARTICOLARMENTE AMARO.
Quel sacrificio, per la seconda volta, si consuma in un cantiere che è il più terribile segno di contraddizione dei nostri tempi in questo nostro territorio. Rifiutata dalle popolazioni, quella mega-centrale in costruzione, portatrice delle incoerenze di un industrialismo non etico e preistorico, sembra vendicarsi già prima di entrare in funzione: solo che la sua vendetta colpisce i poveri e gli incolpevoli.
I VERDI di Civitavecchia sottoscrivono parola per parola il nobile comunicato firmato dal "Comitato dei Cittadini liberi - No Coke Alto Lazio" che esprime in modo eccellente le considerazioni che tutti dovremmo scambiarci. Su quelle parole invitiamo tutti a riflettere, prima di scatenarci ancora in miserevoli tentativi giustificatori. Riflettere almeno un giorno, quando un'altra giovane vita viene sacrificata sull'altare del profitto, al di sotto di ogni ragionevolezza.
I Verdi di Civitavecchia - 25 giugno 2008
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Consigliere provincale G. De Paolis:
Testimonianze private di giovani lavoratori precari del cantiere lamentano di lavorare in condizioni inumane e a ritmi elevatissimi perché la centrale entri in funzione il più presto possibile: la politica, le Istituzioni, la gente comune non può restare indifferente a quello che accade. Dobbiamo intervenire con cose concrete e con controlli serrati a difesa dei lavoratori, prima che quel mostro che è la centrale mieta altre vittime, ancor prima di entrare in funzione
Il Partito Democratico
Il cantiere di TVN ha già mietuto troppe vittime senza che si sia intervenuti efficacemente per l’attuazione delle prescrizioni di legge sulla sicurezza e senza dare sufficiente formazione a chi è comandato a lavorare in situazioni di rischio. E’ altrettanto grave che “per fare presto” vengano accelerati oltre misura i ritmi di lavoro. Si aumentano poi le ore lavorate sottoponendo così i dipendenti ad uno stress continuo che accentua le possibilità di incidente. Tutto questo perché si antepone la produzione al valore della vita. Esprimiamo la nostra partecipazione al dolore dei familiari e dei colleghi di Ivan Ciffary, la cui dedizione al lavoro fino al sacrificio della propria vita fa giustizia di tante inopportune valutazioni sulla presenza di stranieri nel nostro Paese
Consigliere regionale Enrico Luciani
La causa di questo tragico incidente è dovuta alla fretta con cui si vuole terminare la centrale dell'Enel. Questa fretta mette in grave pericolo l'incolumità delle persone impiegate nel cantiere, a scapito di una sicurezza tanto decantata nelle parole, ma inesistente nei fatti. Questi episodi sono l'ennesima dimostrazione dell'insufficienza dei controlli nei luoghi di lavoro. Ora mi aspetto maggior chiarezza su quanto accaduto e spero che almeno questa volta le responsabilità vengano individuate.
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“E fino a quando, o Catilina, abuserai della nostra pazienza?”. Seguendo la rabbia e l’istinto di queste ore, e sostituendo senza irriverenza i vertici dirigenziali dell’Enel a Catilina, l’incipit della più celebre delle orazioni ciceroniane potrebbe ben rappresentare lo stato d’animo della città di fronte alla tragica morte di Ivan Ciffary. Una città sfiancata, stremata, quasi stuprata socialmente ed ambientalmente da oltre 30 anni di servitù Enel, a cui è lecito domandare cos’altro vuole ancora in sacrificio da Civitavecchia per alimentare i suoi profitti aziendali. Tutto quello che è stato dato in questi decenni in termini di salute e di morte ancora non basta? Fino a che punto si dovrà assistere ancora al dazio delle vite umane e allo sfruttamento del nostro territorio? Sappiamo già cosa accadrà nelle prossime ore: il cordoglio dell’azienda elettrica nei confronti della famiglia di Ivan Ciffary, l’avvio della solita indagine interna per “accertare le cause dell’accaduto”, la conclusione dell’indagine che non accerterà mai responsabilità oggettive (come accaduto nel caso di Michele Cozzolino), alcuni giorni di sciopero dei lavoratori e dei sindacati, il fermo del cantiere per una settimana o poco più, le promesse dell’Enel sul rispetto della sicurezza e l’impegno ad incrementare il rispetto delle norme sul lavoro, ecc. ecc…e poi dopo pochi giorni assisteremo alla normale ripresa dei lavori ed al ricordo dell’ennesima vittima sul lavoro che “per fortuna” si affievolisce sempre più. Chi si ricorda ancora, infatti, di Michele Cozzolino, chi si sta ricordando della sua famiglia? Accadrà questo anche per Ivan. Tutto riprenderà dunque come prima, per ultimare al più presto i lavori di riconversione di Tvn ed accendere infine quell’agognato bottone, con la speranza che non avvenga più nessuna disgrazia a turbare la gioiosa realizzazione della “centrale a carbone più avanzata del mondo”. A voler essere cinici fino in fondo va ricordato che, dopo la morte di Cozzolino, qualcuno tra gli operai del cantiere vociferò che le previsioni aziendali per la realizzazione della centrale prevedevano tre possibili decessi tra gli operai. Previsioni macabre ma quasi rispettate. Siamo già a due ed è dunque lecito attendersi il terzo. Nella migliore delle ipotesi ci si potrebbe fermare a due e dire paradossalmente che le cose sono andate fin troppo bene, nonostante si sapesse benissimo a cosa si andava incontro. Fino a quando, dunque, Civitavecchia potrà avere tanta pazienza? Fino a quando sarà possibile tollerare tutto ciò? Forse, guardando la storia politica della città, la risposta è che sarà possibile tollerare tutto ciò per sempre. Perché maledire l’Enel e rivoltarle addosso le cause della morte di Cozzolino e Ciffary e lo stato di inquinamento del nostro territorio può essere un valido esercizio di sfogo mentale, ma inutile e rivolto al destinatario sbagliato, perché è storia risaputa, dai tempi di Carlo Marx, che l’impresa (si può usare ancora la parola capitalista?) cura i suoi interessi, bada al profitto e per raggiungerli non si ferma davanti a nulla, se non c’è nulla che la fermi. E a Civitavecchia, purtroppo, non c’è mai stata una classe politica in grado di opporsi allo strapotere Enel. Per questo la morte di Ciffary, dopo quella di Cozzolino, è la più evidente sconfitta della classe politica cittadina. Una classe politica che non è mai riuscita a contrattare seriamente con l’Enel, che non è mai riuscita a farsi rispettare, che non si è mai unita nel momento del bisogno, che non ha mai anteposto l’interesse della città alla piccola polemica di bottega o alla sterile visibilità sugli organi di stampa, che non ha mai voluto ascoltare realmente i cittadini nel momento delle scelte cruciali per il destino della città, che ha regalato il suo splendido territorio alla legge del profitto, che non ha saputo imporre la tutela ambientale del comprensorio, che non ha ricavato alcun guadagno reale dalla riconversione a carbone, che non ha saputo imporre il rispetto della sicurezza dentro Tvn, che dopo la morte di Cozzolino si è preoccupata solo di sottoscrivere una Convenzione per accaparrarsi qualche milione di euro in grado garantire la stabilità amministrativa, che si è accontentata in sintesi di quattro denari. E’ la classe politica cittadina la vera responsabile delle morti bianche a Tvn e dell’affossamento sociale, ambientale e culturale della città. Una classe politica che ha fallito e che chissà per quanto tempo ancora dovrà leccarsi le ferite.
Marco Galice (indirizzo originale)
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Aggiunta di mercoledì 23/07/08: vedi questo link, "Morti bianche, il libro"
30 giugno 2008
"Sulla tragica morte di Ivan."
"INQUINAMENTO: il vero e unico primato di Civitavecchia"
Riceviamo e pubblichiamo
Non temiamo d’apparire Cassandre risentite e irose né pessimisti viscerali né allarmisti acritici e antiscientisti perché non abbiamo anelli al naso o paraocchi. Ci guardiamo attorno e volgiamo l’occhio ai fenomeni atmosferici e ambientali che da decenni condizionano il nostro sistema di vita e tarpano la spinta ad ogni progresso sostenibile.
La nostra costante vigilanza democratica rileva che la situazione meteorologica dell’hinterland civitavecchiese sta peggiorando, tanto che nei giorni scorsi la temperatura, nella nostra città, è risultata la più alta d’Italia… e il motivo è facile da comprendere. Quasi quotidianamente si assiste ad un fenomeno “strano”: un finissimo velo di nubi grigiastre grava sul porto e sulla città intera e permane dall’aurora alla tarda mattinata. Non è necessario essere Premi Nobel per la fisica e la chimica per comprendere che tale reticolo nuvoloso sia prodotto dai fumi emesse dalle navi, dalla centrale di TVS e dal traffico caotico (per la rete viaria asfittica e raffazzonata del dopoguerra e per la mancanza di parcheggi e di una circonvallazione adibita al transito veloce di Tir e al decongestionamento dei flussi periferici).
Ristagnano in atmosfera non soltanto le famigerate polveri sottili, ma anche l’ozono, per cui il sovraccarico di inquinanti (primari e secondari) esalta e accentua a dismisura l’aggressione patogenetica alla salute e agli equilibri biologici ambientali (che l’ozono sia una sostanza induttrice di patologie è acqusizione scientifica incontrovertibile).
Tutte le Istituzioni pubbliche deputate, per forza di legge, a vigilare sugli equilibri ambientali e sulla integrità della salute perseverano nella sistematica omissione di interventi normativi e repressivi. Esse sono cieche perché non vedono la anomalia di fenomeni biologici patogeni né le segnalazioni mediatiche sul dissesto del territorio. Sono anche sorde e insensibili alle continue proteste delle popolazioni vessate da decenni di sfruttamento energetico selvaggio senza alcuna ricaduta positiva sull’occupazione lavorativa e senza alcun rispetto del diritto ad un progresso sostenibile.
La grande assente dal panorama normativo e giuridico-amministrativo è la Regione Lazio, nella persona dell’Assessore all’ambiente e del superburocrate Responsabile dell’ARPA (organo tecnico titolare del sistema di monitoraggio del tasso d’inquinamento e degli sforamenti dei parametri di legge). Subito dopo, la responsabilità del mancato funzionamento dei controlli sugli inquinanti ricade sul Sindaco di Civitavecchia, Presidente dell’Osservatorio ambientale e unico titolare della gestione delle centraline di rilevamento del tasso di salubrità dell’aria, delle acque e del suolo. Quasi a sfregio delle evidenze di degrado ambientale e del diritto della collettività ad essere esaurientemente informata in tempo reale, i display luminosi (e costosi!) distribuiti in città ci assicurano paternalisticamente che “ l’aria è buona” così come è buono il vino che l’oste mesce all’avventore assetato! Se L’Osservatorio ambientale fosse organizzato come ogni struttura scientifica, nell’organigramma dovrebbero essere inseriti professionisti dal curriculum ineccepibile e dall’ etica inattaccabile. Attendiamo da quasi un anno che il Sindaco coopti nelle sezioni tecnica e sanitaria del vecchio Osservatorio ambientale un Medico e un Ingegnere dalle caratteristiche morali e operative super partes.
Come Coordinamento dei Medici per la difesa della salute e dell’ambiente (binomio inscindibile) stiamo ponendo in essere una ennesima azione legale (per ora soltanto di segnalazione e di stimolo) rivolta alle Autorità Europee, al Presidente della Repubblica, alla Magistratura, alle Istituzioni politiche di ogni ordine e grado affinché cessi questo comportamento omissivo che dura da quasi sessant’anni.
Piangersi addosso è sintomo di fragilità morale e di accidia. Reagiamo senza timori e senza pietismi. E’ in gioco (tragico gioco!) la salute nostra e quella delle future generazioni.
Il Coordinamento dei medici e dei farmacisti per la difesa della salute e dell’ambiente .
Civitavecchia, 27 giugno 2008
" campeggio ambientale da 26 al 29 luglio al presidio No-Turbogas di Aprilia"
Il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano, l’assemblea Permanente No-Fly di Ciampino e la Rete cittadini contro la Turbogas di Aprilia stanno organizzando un campeggio all’interno del presidio permanente contro la Turbogas di Aprilia per rilanciare le mobilitazioni e per fare della socialità uno strumento utile alla lotta.
I tre movimenti che da
tempo si battono per la salvaguardia del territorio e per la salute dei cittadini intendono rafforzare i rapporti fin’ora coltivati tra di loro con un evento che superi qualsiasi concezione localista e che rilanci la mobilitazione “a tutto campo” contro l’attuale modello di sviluppo. Un evento che vuole prima di tutto parlare alle popolazioni locali e dimostrare che con la tenacia, la radicalità e la gioia nulla è perso. Finché ci sarà la gente che si organizza nei movimenti di opposizione che sialle politiche antidemocratiche dei governi tutto è ancora in gioco.
Che cosa è un campeggio ambientale? L’idea di un campeggio dei movimenti territoriale nasce in Val di Susa ormai più di dieci anni fà. Cittadini, associazioni e movimenti hanno deciso di sfruttare l’estate per dar vita ad un momento di riflessione di socialità e di gioia per far crescere la lotta in tanti aspetti. Vorremmo prendere spunto dalla loro esperienza. Vorremmo sfruttare il campeggio per vivere ed analizzare in pieno i diversi aspetti della lotta. L’analisi: con l’organizzazione di dibattiti, seminari e workshop, si puo ragionare sulle forme di organizzazione, sugli aspetti tecnici e su come rapportarci con il nuovo governo che ha promesso di difendere i siti “strategici” (come Chiaiano e la val di Susa) con l’esercito. L’informazione\comunicazione: con la divulgazione di materiale informativo, filmati e controinchieste, utili alla crescita collettiva. Studiare insieme nuovi linguaggi comunicativi nel tentativo di bucare il muro di gomma dei grandi media L’organizzazione: con la sperimentazione di forme decisionali alternative come assemblee partecipate e democratiche, gruppi di lavoro inter-movimento, rilancio delle reti regionali e nazionali tra le diverse esperienze territoriali come il Patto nazionale di mutuo Soccordo. La socialità: con la possibilità di vivere insieme per qualche giorno in piena armonia con la natura (anche quella umana) in modo sostenibile, rifiutando la combustione e gli sprechi. Il riciclo sarà un punto fisso del campeggio. In più stiamo tentando di organizzare dei corsi per imparare a costruire un pannello solare. La gioia: aspetto fondamentale delle lotte di movimento. Vorremmo organizzare eventi che “riempiano” il campeggio di emozioni, vero sale di ogni mobilitazione. Concerti, performance teatrali, corsi di educazione ambientale, mostre ,tornei sportivi e giochi per bambini. Questa è la nostra idea di società. Rifiuto della devastazione ambientale e sociale e rilancio di un modello compatibile, sostenibile e a misura d’uomo.
Perchè il campeggio si farà al presidio permanente contro la Turbogas? Ormai da un anno e mezzo cittadini di tutte le estrazioni sociali, politiche e culturale e di tutte l’età occupano un casale al centro del terreno dove la Sorgenia Spa vorrebbe costruire la centrale Turbogas (a ciclo combianto da 800 mgw) per opporsi con i propri corpi e le proprie intelligenze a questa decisione calata dall’alto che andrebbe a devastare un territorio gia gravemente colpito dall’industrializzazione degli anni 70. Ma oltre ad occupare per impedire qualsiasi inizio dei lavori, il Presidio è diventato un centro di socialità e di incontro di diversi cittadini. Assmblee, iniziative, manifestazioni, cene e feste hanno riempito e trasformato quel luogo abbandonato fino al 2006 in uno spazio aperto di confronto e di lotta. É per questo che i tre movimenti hanno deciso di organizzare l’evento li. Il presidio No-Turbogas sta diventando un simbolo per tutte le vertenze territoriali della zona.
Perché organizzare il campeggio insieme a gli altri movimenti? Perché insieme questi tre movimenti hanno gia percorso tanti passi. Hanno animato la rete regionale ambientale, un progetto nato da diversi movimenti del Lazio (oltre gli organizzatori ci sono i No-coke di Civitavecchia, il forum ambientalista di Colleferro e della valle del Sacco e altri movimenti romani) con l’obbiettivo di trovare degli obbiettivi comuni per una ampia campagna contro gli speculatori (guarda caso sempre gli stessi: Acea, Ama, Sorgenia, Enel ecc). Per uscire dalle accuse che il governo ed i suoi amici ci fanno, cioè di mobilitarsi solo per il nostro orticello ( la famosa sindrome di NIMBY), del nostro cortile di casa. Un’altro motivo per cui si sta organizzando il campeggio insieme è la contiguità territoriale delle vertenze. I cittadini della Pianura Pontina , dei Castelli Romani e di Caimpino, vivono in un territorio simile dove le contraddizioni che lo attraversano si incrociano con le vite degli abitanti, pensiamo al fenomeno del pendolarismo verso Roma.
Per far diventare il campeggio un vero evento senza precedenti nella zona pontina, chiediamo ai cittadini, le associazioni ed i movimenti limitrofi di aiutarci in questa impresa totalmente autorganizzata ed autogestita.
Che significa aiutarci. Significa partecipare alle assemblee preparatorie, aiutare durante l’allestimento del campeggio, durante tutto il periodo del campeggio. Sostenere questo progetto significa anche riempire gli spazi della giornata con delle attività: mostre, giochi per bambini organizzazione di tornei sportivi o di corsi creativi. Tutto ciò che puo arricchire l’evento. Ci sono mille modi per sostenere il progetto.
Portiamo la vita e la gioia al campeggio del Presidio No-Turbogas. Allontaniamo chi ci vuole portare solo inquinamento e morte.
Per info, per proporre iniziative o per aiutare i movimenti durante il campeggio:
3287478394 Marco
3487906062 Emiliano
marcostrike@gmail.com
Tarquinia: M. Tosoni riconsegna la delega all'ambiente al sottosindaco Mazzola
Tarquinia: il consigliere di maggioranza Marco Tosoni, a causa delle forti divergenze sulla questione "riconversione a carbone" della centrale Enel TVN, consegna la delega all’Ambiente e scrive al sindaco Mazzola.
Caro,Sindaco
dopo una lunghissima meditazione consegno nelle sue mani la delega all’Ambiente affidatami nel giugno 2007. Allora la ritenevo una grande gratificazione, per il mandato elettorale affidatami dai cittadini, ma soprattutto per il grande valore che rappresenta la difesa dell’ambiente come valore universale di rispetto per la propria terra,fonte di vita e di sostentamento economico.
Purtroppo non ho avuto modo ,in questi undici mesi di amministrazione, di lavorare liberamente sulla delega da lei affidatami. Troppo di frequente mi veniva rimproverato, di occuparmi soltanto, della centrale a carbone di Civitavecchia, quando ‘‘dice lei’’ ci sono ben altri temi di cui occuparsi,di uguale importanza. Purtroppo,sul tema: rispetto dell’ambiente e tutela del territorio, abbiamo delle idee molto diverse, e considerato che questa è la mia delega, avrei sempre le mani legate e non potrei mai dare il mio contributo, per una vera e propria battaglia,di una vera e propria tutela dell’ambiente e difesa del nostro territorio, del quale sono innamorato e per il quale, esigo il massimo rispetto,un territorio da sempre vocato,per un agricoltura e un turismo di qualità,un territorio che può darci tanto, basta saperlo valorizzare, e non farcelo sfruttare e deturpare, da chi non vede al di là, di quelle due torri a strisce bianche e rosse. Quando sono stato eletto, ho ricevuto una grande responsabilità, quella che non mi permetterà mai di accordarmi su nessuna cifra, perché la mia terra non ha prezzo.
Visti i problemi sopraelencati, vista la bocciatura,da parte di tutta la maggioranza,della mozione,da me presentata il 19 giugno,nel corso del consiglio comunale,avente all’ordine del giorno,la discussione del tema TVN centrale a carbone di Civitavecchia, ritengo sia doveroso da parte mia,prendere atto,che non ci sono più le basi, per continuare questo percorso amministrativo,insieme a questa maggioranzaRitengo altresì, importante precisare,che non ci sono i presupposti politici e di ideali, per condividere un percorso comune con l’attuale opposizione. Ritengo quindi,di poter definire la mia posizione,indipendente da ogni tipo di schieramento, con la funzione di portare avanti le istanze dei cittadini, affrontando ogni consiglio con responsabilità,votando a favore dei punti all’ordine del giorno che riterrò utili, e contro tutto ciò che riterrò inutile e sbagliato,per i cittadini e la città di Tarquinia.
Pericolo ozono in Italia
"Dal Rhenish Institute for Environmental Research at the University of Cologne ci giungono I dati sulle previsioni per l’ozono in Italia per oggi, domani e dopodomani.
In gran parte della penisola i livelli saranno molto alti.
Ai fini della protezione della salute umana, secondo l’Unione Europea, i limiti dei livelli massimi di ozono, calcolati nella media di otto ore, non devono superare i
120 mg /m3.
L’esposizione all’ozono, un inquinante secondario, provoca: respiro rapido e superficiale, irritazione delle vie respiratorie, tosse, spasmo bronchiale, riduzione della funzionalità polmonare, riacutizzazione dell’asma, riduzione della capacità del sistema immunitario nel combattere le infezioni batteriche, riduzione della performance atletica, congiuntivite, nascite premature, neonati di basso peso, possibile morte improvvisa del lattante, malformazioni congenite, riduzione dello sviluppo polmonare, possibili “modificazioni” a livello del cervello che renderebbero in qualche modo più sensibile l’organismo all’azione degli inquinanti (U.S. EPA. Air quality criteria for ozone and related photochemical oxidants; 600/P-93/004aF).
L’ozono sembra essere la chiave dell’aumento delle morti per cause cardiovascolari durante le ondate di calore (Occup. Environ Med 2007).
L’ozono si forma dalla ossidazione di composti organici volatili (VOCs) in presenza di NOx e dei raggi solari. I VOCs rappresentano il combustibile mentre gli NOx agiscono come una sorta di catalizzatori della reazione di ossidazione poiché non diminuiscono durante la reazione chimica che porta alla formazione di ozono. La fotochimica dell’ozono è un processo complesso e fortemente non lineare (European Commission - Ozone Position Paper).
Ad ogni aumento di un grado Celsius di temperatura corrispondono, negli Stati Uniti, circa 1000 decessi per inquinamento e circa il 40 % di queste morti è causata dall'ozono (GEO. RES. LETT, V. 35, L03809, doi:10.1029/2007GL031101, 2008).
CI SEMBRA INDISPENSABILE CHE LA POPOLAZIONE SIA INFORMATA CHE LE MORTI DURANTE LE ONDATE DI CALORE SONO DOVUTE IN PARTE AD UNA MAGGIOR TOSSICITA’ DEGLI INQUINANTI CAUSATA DALL’AUMENTO DELLA TEMPERATURA.
QUESTI DATI VENGONO NASCOSTI ALL’OPINIONE PUBBLICA CHE PENSA CHE IL PROBLEMA SIA ESCLUSIVAMENTE IL CALDO
IN BASE A QUESTE PREVISINI, SI RACCOMANDA DI NON PASSARE MOLTO TEMPO ALL’APERTO, SOPRATTUTTO NELLE ORE PIU’ CALDE, PER GLI ALTI LIVELLI DI OZONO.
LA RACCOMANDAZIONE VALE PRINCIPALMENTE PER I SOGGETTI PIU’ SENSIBILI COME GLI ANZIANI, I BAMBINI E GLI AMMALATI.
Giovanni Ghirga
Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)
Sugli OGM prevalga la ragione
Roma, Italia — Da tempo l'industria biotecnologica prova a sfruttare la crisi alimentare e la fame nel mondo per imporre come soluzione gli OGM. È la più grande bugia del mondo biotech. Gli organismi geneticamente modificati, infatti, vengono utilizzati soprattutto per produrre mangimi animali che vengono esportati nei paesi ricchi. Inoltre gli Ogm non producono più delle colture convenzionali e non danno garanzie di salubritá a lungo termine.
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VOTATE E FATE VOTARE NO AL SONDAGGIO LANCIATO SUL TG1
"Scelte illuminate"
Roma, Italia — Greenpeace presenta la classifica "Scelte illuminate" sull'impegno della grande distribuzione a rimuovere le lampadine incandescenti dai propri scaffali, prima del bando al 2011 approvato con la scorsa finanziaria. Perché aspettare il 2011 se la tecnologia sprecona può essere mandata in pensione subito? Il "10 e lode in efficienza" va a Leroy Merlin. Al secondo posto Coop e al terzo Ikea. In fondo alla classifica Esselunga.
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25 giugno 2008
Sentenza TAR: l'"allargamento" della base "Dal Molin" non può avere luogo
"Il TAR del Veneto si esprime sulla nuova base Usa di Vicenza: il progetto non è in regola, i lavori non possono iniziare. I veri illegali sono stati smascherati...
Fonte
"What We've Learned About the Climate in 20 Years"
Venti anni fa esatti, il climatologo J. Hansen (NASA) mise in guardia il mondo dai mutamenti climatici indotti dalle modificazioni della composizione atmosferica in conseguenza delle attività antropiche inquinanti. Vent'anni dopo, Hansen fa il punto della situazione.
Fonte: thedailygreen.com
My presentation today is exactly 20 years after my 23 June 1988 testimony to Congress, which alerted the public that global warming was underway. There are striking similarities between then and now, but one big difference.
Again a wide gap has developed between what is understood about global warming by the relevant scientific community and what is known by policymakers and the public. Now, as then, frank assessment of scientific data yields conclusions that are shocking to the body politic.
Now, as then, I can assert that these conclusions have a certainty exceeding 99 percent.
The difference is that now we have used up all slack in the schedule for actions needed to defuse the global warming time bomb. The next President and Congress must define a course next year in which the United States exerts leadership commensurate with our responsibility for the present dangerous situation.
Otherwise it will become impractical to constrain atmospheric carbon dioxide, the greenhouse gas produced in burning fossil fuels, to a level that prevents the climate system from passing tipping points that lead to disastrous climate changes that spiral dynamically out of humanity’s control.
Changes needed to preserve creation, the planet on which civilization developed, are clear. But the changes have been blocked by special interests, focused on short-term profits, who hold sway in Washington and other capitals.
I argue that a path yielding energy independence and a healthier environment is, barely, still possible. It requires a transformative change of direction in Washington in the next year.
On 23 June 1988 I testified to a hearing, chaired by Senator Tim Wirth of Colorado, that the Earth had entered a long-term warming trend and that human-made greenhouse gases almost surely were responsible. I noted that global warming enhanced both extremes of the water cycle, meaning stronger droughts and forest fires, on the one hand, but also heavier rains and floods.
My testimony two decades ago was greeted with skepticism. But while skepticism is the lifeblood of science, it can confuse the public. As scientists examine a topic from all perspectives, it may appear that nothing is known with confidence. But from such broad openminded study of all data, valid conclusions can be drawn.
My conclusions in 1988 were built on a wide range of inputs from basic physics, planetary studies, observations of on-going changes, and climate models. The evidence was strong enough that I could say it was time to “stop waffling”. I was sure that time would bring the scientific community to a similar consensus, as it has.
While international recognition of global warming was swift, actions have faltered. The U.S. refused to place limits on its emissions, and developing countries such as China and India rapidly increased their emissions.
What is at stake? Warming so far, about two degrees Fahrenheit over land areas, seems almost innocuous, being less than day-to-day weather fluctuations. But more warming is already "in-the-pipeline", delayed only by the great inertia of the world ocean. And climate is nearing dangerous tipping points. Elements of a “perfect storm”, a global cataclysm, are assembled.
Climate can reach points such that amplifying feedbacks spur large rapid changes. Arctic sea ice is a current example. Global warming initiated sea ice melt, exposing darker ocean that absorbs more sunlight, melting more ice. As a result, without any additional greenhouse gases, the Arctic soon will be ice-free in the summer.
More ominous tipping points loom. West Antarctic and Greenland ice sheets are vulnerable to even small additional warming. These two-mile-thick behemoths respond slowly at first, but if disintegration gets well underway it will become unstoppable. Debate among scientists is only about how much sea level would rise by a given date. In my opinion, if emissions follow a business-as-usual scenario, sea level rise of at least two meters is likely this century. Hundreds of millions of people would become refugees. No stable shoreline would be reestablished in any time frame that humanity can conceive.
Animal and plant species are already stressed by climate change. Polar and alpine species will be pushed off the planet, if warming continues. Other species attempt to migrate, but as some are extinguished their interdependencies can cause ecosystem collapse. Mass extinctions, of more than half the species on the planet, have occurred several times when the Earth warmed as much as expected if greenhouse gases continue to increase. Biodiversity recovered, but it required hundreds of thousands of years.
The disturbing conclusion, documented in a paper I have written with several of the world’s leading climate experts, is that the safe level of atmospheric carbon dioxide is no more than 350 ppm (parts per million) and it may be less. Carbon dioxide amount is already 385 ppm and rising about 2 ppm per year. Stunning corollary: the oft-stated goal to keep global warming less than two degrees Celsius (3.6 degrees Fahrenheit) is a recipe for global disaster, not salvation.
These conclusions are based on paleoclimate data showing how the Earth responded to past levels of greenhouse gases and on observations showing how the world is responding to today’s carbon dioxide amount. The consequences of continued increase of greenhouse gases extend far beyond extermination of species and future sea level rise.
Arid subtropical climate zones are expanding poleward. Already an average expansion of about 250 miles has occurred, affecting the southern United States, the Mediterranean region, Australia and southern Africa. Forest fires and drying-up of lakes will increase further unless carbon dioxide growth is halted and reversed.
Mountain glaciers are the source of fresh water for hundreds of millions of people. These glaciers are receding world-wide, in the Himalayas, Andes and Rocky Mountains. They will disappear, leaving their rivers as trickles in late summer and fall, unless the growth of carbon dioxide is reversed.
Coral reefs, the rainforest of the ocean, are home for one-third of the species in the sea. Coral reefs are under stress for several reasons, including warming of the ocean, but especially because of ocean acidification, a direct effect of added carbon dioxide. Ocean life dependent on carbonate shells and skeletons is threatened by dissolution as the ocean becomes more acid.
Such phenomena, including the instability of Arctic sea ice and the great ice sheets at today’s carbon dioxide amount, show that we have already gone too far. We must draw down atmospheric carbon dioxide to preserve the planet we know. A level of no more than 350 ppm is still feasible, with the help of reforestation and improved agricultural practices, but just barely – time is running out.
Requirements to halt carbon dioxide growth follow from the size of fossil carbon reservoirs. Coal towers over oil and gas. Phase out of coal use except where the carbon is captured and stored below ground is the primary requirement for solving global warming.
Oil is used in vehicles where it is impractical to capture the carbon. But oil is running out. To preserve our planet we must also ensure that the next mobile energy source is not obtained by squeezing oil from coal, tar shale or other fossil fuels.
Fossil fuel reservoirs are finite, which is the main reason that prices are rising. We must move beyond fossil fuels eventually. Solution of the climate problem requires that we move to carbon-free energy promptly.
Special interests have blocked transition to our renewable energy future. Instead of moving heavily into renewable energies, fossil companies choose to spread doubt about global warming, as tobacco companies discredited the smoking-cancer link. Methods are sophisticated, including funding to help shape school textbook discussions of global warming.
CEOs of fossil energy companies know what they are doing and are aware of long-term consequences of continued business as usual. In my opinion, these CEOs should be tried for high crimes against humanity and nature.
Conviction of ExxonMobil and Peabody Coal CEOs will be no consolation, if we pass on a runaway climate to our children. Humanity would be impoverished by ravages of continually shifting shorelines and intensification of regional climate extremes. Loss of countless species would leave a more desolate planet.
If politicians remain at loggerheads, citizens must lead. We must demand a moratorium on new coal-fired power plants. We must block fossil fuel interests who aim to squeeze every last drop of oil from public lands, off-shore, and wilderness areas. Those last drops are no solution. They yield continued exorbitant profits for a short-sighted self-serving industry, but no alleviation of our addiction or long-term energy source.
Moving from fossil fuels to clean energy is challenging, yet transformative in ways that will be welcomed. Cheap, subsidized fossil fuels engendered bad habits. We import food from halfway around the world, for example, even with healthier products available from nearby fields. Local produce would be competitive if not for fossil fuel subsidies and the fact that climate change damages and costs, due to fossil fuels, are also borne by the public.
A price on emissions that cause harm is essential. Yes, a carbon tax. Carbon tax with 100 percent dividend is needed to wean us off fossil fuel addiction. Tax and dividend allows the marketplace, not politicians, to make investment decisions.
Carbon tax on coal, oil and gas is simple, applied at the first point of sale or port of entry.
The entire tax must be returned to the public, an equal amount to each adult, a half-share for children. This dividend can be deposited monthly in an individual’s bank account. Carbon tax with 100 percent dividend is non-regressive. On the contrary, you can bet that low- and middle-income people will find ways to limit their carbon tax and come out ahead.
Profligate energy users will have to pay for their excesses.
Demand for low-carbon high-efficiency products will spur innovation, making our products more competitive on international markets. Carbon emissions will plummet as energy efficiency and renewable energies grow rapidly. Black soot, mercury and other fossil fuel emissions will decline. A brighter, cleaner future, with energy independence, is possible.
Washington likes to spend our tax money line-by-line. Swarms of high-priced lobbyists in alligator shoes help Congress decide where to spend, and in turn the lobbyists’ clients provide “campaign” money.
The public must send a message to Washington. Preserve our planet, creation, for our children and grandchildren, but do not use that as an excuse for more tax-and-spend. Let this be our motto: “One hundred percent dividend or fight!”
The next President must make a national low-loss electric grid an imperative. It will allow dispersed renewable energies to supplant fossil fuels for power generation. Technology exists for direct-current high-voltage buried transmission lines. Trunk lines can be completed in less than a decade and expanded analogous to interstate highways.
Government must also change utility regulations so that profits do not depend on selling ever more energy, but instead increase with efficiency. Building code and vehicle efficiency requirements must be improved and put on a path toward carbon neutrality.
The fossil-industry maintains its strangle-hold on Washington via demagoguery, using China and other developing nations as scapegoats to rationalize inaction. In fact, we produced most of the excess carbon in the air today, and it is to our advantage as a nation to move smartly in developing ways to reduce emissions. As with the ozone problem, developing countries can be allowed limited extra time to reduce emissions. They will cooperate: they have much to lose from climate change and much to gain from clean air and reduced dependence on fossil fuels.
We must establish fair agreements with other countries. However, our own tax and dividend should start immediately. We have much to gain from it as a nation, and other countries will copy our success. If necessary, import duties on products from uncooperative countries can level the playing field, with the import tax added to the dividend pool.
Democracy works, but sometimes churns slowly. Time is short. The 2008 election is critical for the planet. If Americans turn out to pasture the most brontosaurian congressmen, if Washington adapts to address climate change, our children and grandchildren can still hold great expectations.
James E. Hansen is director of the NASA Goddard Institute for Space Studies
Autodistruttività
Dalla cronaca di ieri:
Momenti di altissima tensione all'aereoporto di Tel Aviv, durante la cerimonia per la partenza del presidente francese Nicolas Sarkozy, a conclusione della visita di Stato di tre giorni del presidente francese in Medio Oriente. Un soldato impegnato nel picchetto d'onore si è sparato. Ne ha dato notizia la radio israeliana. Il militare è morto sul colpo.
Fonte.
Ogni deriva distruttiva è anche autodistruttiva. Episodi come questo ci dicono molto su di noi, sulla natura umana. Forse qualcuno vorrà giustificare l'accaduto inventando squilibri e disturbi mentali del ragazzo "sottovalutati". Come se il suo stesso ruolo, quello di militare "a difesa della pace", non rappresentasse già di per sé un enorme paradosso, tale da costituire una fonte lacerante di contraddizioni insopportabili per un essere che sappia discriminare tra ciò che è bene e ciò che è male.
NB: naturalmente su tutte le testate giornalistiche si parla della paura dei VIP Sarkozy e Carla Bruni, nessun cenno alla significatività umana e psicologica dell'evento. Siamo questo.
Immagine:lestanzedinatan.myblog.it
24 giugno 2008
Esprimiamo cordoglio per la famiglia del ragazzo deceduto oggi nel cantiere TVN. Un'altra vittima delle speculazioni indiscriminate.
Oggi, martedì 24 giugno 2008, trova la morte Ivan Ciffary, giovane operaio, il secondo, nel cantiere della riconversione a carbone della centrale Torrevaldaliga Nord - enel. Un'altra vittima delle speculazioni irrispettose delle persone, delle comunità. Per i signori del profitto si tratta senz'altro di morti accettabili, quantitativamente preventivate, sin dall'inizio.
Per noi non è lo stesso, questo è stato sempre chiaro. Verrà il momento delle valutazioni e delle riflessioni che questo gravissimo avvenimento ci costringe a fare.
Ma ora desideriamo solo esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia della giovane vittima
Clicca qui per ulteriori informazioni (trcgiornale.it)
I medici intervengono sugli impianti di smaltimento dei rifiuti a Civitavecchia
"OSSERVAZIONI INVIATE ALLA REGIONE LAZIO IN MERITO ALLA COSTRUZIONE DI UN IMPIANTO DI PIROLISI DEI RIFIUTI A CIVITAVECCHIA
I medici non possono che rimanere estremamente contrari al progetto di pirolisi al fine di salvaguardare la salute della popolazione. Quest’ultima, già compromessa da oltre mezzo secolo di enormi emissioni industriali tossiche, è in procinto di affrontare quelle di una centrale a carbone che, secondo la valutazione di impatto ambientale, emetterà quasi 7 milioni di metri cubi di fumi ogni ora, 17 ore al giorno, 6.000 ore l’anno.
Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)
Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente – Sezione Alto Lazio
Ci siamo: il Polo Nord è rimasto senza ghiacci
Ormai per il completo scioglimento estivo del Polo Nord è scattato il conto alla rovescia.
Il problema è che non sappiamo come funziona l'orologio che scandisce il battito del tempo che porta all'estinzione dell'orso polare e del suo mondo. Stando alle stime ufficiali dell'Intergovernamental Panel on Climate Change servirebbero ancora una ventina di anni. Ma ormai è una rincorsa tra calcoli sempre più pessimisti.
L'ultima, allarmata valutazione è del National Geographic che sta seguendo, con un gruppo di ricercatori canadesi a bordo di un rompighiaccio, una missione scientifica in Artide. Secondo le valutazioni di questi ricercatori, i ghiacci che si trovano nelle immediate vicinanze del Polo Nord sarebbero molto giovani e dunque meno resistenti allo scioglimento: già al culmine di questa estate potremmo avere un Polo Nord libero dai ghiacci.
La previsione disegna lo scenario di un'accelerazione molto drastica e contrasta con la maggior parte delle analisi finora accreditate. Tuttavia il trend è ormai netto e indiscutibile. Dal 1979 il Polo Nord perde quasi l'1 per cento dei ghiacci estivi all'anno e il ritmo di fusione sta accelerando. Anche nella parte occidentale dell'Antartide lo strato di ghiaccio si sta assottigliando di 3-4 metri ogni anno. E la Groenlandia perde 220 chilometri cubi di ghiaccio l'anno. Nel 1996 il valore misurato era pari a 90 chilometri cubici per anno. Nel 2000 era salito a 140. Ora è arrivato a 220.
In sostanza è aumentato di due volte e mezzo in dieci anni. Il dato, come sempre accade nei santuari dell'estremo freddo, ha un valore di sintesi: ci sono aree in cui i ghiacciai continuano a crescere e altre in cui collassano. Ma quello che conta è l'effetto complessivo e questo effetto è ormai chiaro-
In sostanza l'eccezione che aveva meravigliato il mondo nel 2000, diventerà la regola. Nell'agosto di otto anni fa il rompighiaccio russo Yamal arrivò al Polo Nord e non trovò il ghiaccio. Il mitico passaggio di Nord Ovest era libero. Da allora, ogni estate il ritiro dei ghiacci è stato sempre più veloce. Per la scomparsa totale durante l'estate è solo questione di tempo. Forse molto poco tempo.
Un fenomeno che, come ormai è stato detto con chiarezza nell'ultimo rapporto Ipcc, va messo in relazione soprattutto con l'uso dei combustibili fossili che hanno alterato la composizione dell'atmosfera. Il metano in poco più di due secoli è passato da una concentrazione di 715 parti per miliardo a 1774. L'anidride carbonica nell'era preindustriale si misurava in 270-280 parti per milione: oggi sono già 385.
Arrivare al raddoppio dell'anidride carbonica, cioè a quota 550, comporterebbe un aumento della temperatura valutabile in 3 gradi. E' un traguardo disastroso per l'equilibrio degli ecosistemi su cui si basa la stabilità delle nostre società. E purtroppo è un traguardo vicino.
(Dal quotidiano Repubblica, 23 giugno 2008)
23 giugno 2008
Attentato finale a Civitavecchia
Regione Lazio: domani martedì 23/06/2008, in Consiglio Regionale si tenterà di approvare il "piano commissariale per l'emergenza rifiuti del Lazio".
Ecco cosa si vuole imporre a Civitavecchia:
- la realizzazione di un impianto di smaltimento di rifiuti estremamente simile a quello proposto alla città dalla Beg (pirolìsi): ogni singolo aspetto del progetto lo richiama;
- un nuovo ampiamento della discarica MAD (attualmente in uso).
- la combustione del CDR nella centrale a carbone (e rifiuti) TVN (sono anni che, come Movimento, mettiamo in guardia la cittadinanza su questo pericolo che ora si materializza);
- l'uso della discarica per rifiuti tossici e nocivi gestita dalla Soc. Guerrucci (attualmente al servizio -tra l'altro- delle centrali elettriche di Civitavecchia, Montalto Di Castro) per lo stoccaggio delle ceneri tossico-nocive di tutti gli impianti di incenerimento del Lazio.
Parlare di sfruttamento indiscriminato del nostro territorio, ormai, non ha più senso, poiché siamo già oltre quella fase. Per i nostri "rappresentanti" politici, noi civitavecchiesi e in generale l'Alto Lazio, siamo già macerie. Saremo infine smaltiti anche noi, o messi in quarantena. Siamo ufficialmente prescelti per divenire il pozzo nero d'Italia.
Vedi anche: qui (clicca)
qui (clicca)
Il Dott. Di Gennaro invita i cittadini a inviare esposto all'ARPA sull'inquinamento da porto
Ieri, domenica 22 giugno 2008, il cielo sopra Civitavecchia mostrava la famosa cappa ocra che tanto spesso grava su di noi. I fumi del porto si levavano neri e densi a comporre nubi di cui presto daremo documentazione fotografica. Il tutto a pesare sulla già insostenibile situazione sanitario-ambientale civitavecchiese. Nell'indifferenza generale.
Pubblichiamo un intervento del Dott. Di Gennaro in merito. Fonte (vedi qui)
Non sono sfuggiti ai cittadini i lunghi e densi pennacchi di fumo nero fuorusciti a ripetizione dai comignoli di numerose navi ancorate in porto. Un’altra salutare “botta” di inquinamento per la nostra già disastrata aria sempre più avvolta da cappe di sostanze nocive che si estendono per chilometri e chilometri su tutto il territorio. Nessuno tra quanti sono preposti alla tutela della salute e alla vigilanza per il rispetto delle norme sembra tuttavia essersi preoccupato più di tanto, come sottolinea l’esponente dell’Udc Marco Di Gennaro.
In attesa che ciò avvenga Di Gennaro invita tutti i cittadini, sindaco in primis, a presentare un esposto all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, da inviare per conoscenza alla Procura di Civitavecchia, chiedendo che vengano effettuati controlli regolari sulla qualità dei carburanti usati dalle navi che transitano nel porto di Civitavecchia.
"S. Michele Arcangelo protettore delle rinnovabili"
"Una precisa richiesta che l'Associazione nazionale dei piccoli comuni intende sottoporre alla Conferenza episcopale italiana." Fonte: Parmaok.it
"La sfida epocale e strategica dell’energia determinante per il futuro stesso del pianeta ha la necessità ,di fronte alla miopia degli uomini, di una protezione superiore e divina - dichiara Virgilio Caivano, portavoce dei Piccoli Comuni - Le fonti energetiche rinnovabili come il solare e l’eolico, autentici doni del Signore, rappresentano l’alternativa vera ed utile per la salvaguardia del Creato.
Per queste ragioni chiederemo alla Conferenza Episcopale Italiana la possibilità di porre sotto la protezione dell’Arcangelo Michele le fonti energetiche rinnovabili ed in maniera particolare i parchi eolici e solari.
Alle aziende di tutta Europa produttrici di energia eolica e solare annuncia Caivano - chiederemo di dedicare i parchi energetici a San Michele Arcangelo”.
"Il Ministero autorizza solo alimentazione a gas di TVN"
Fonte: agenzia Ansa.it ambiente e territorio (vedi qui)
Il ministro per le attivita' produttive, Claudio Scajola, ha riaperto parzialmente la valutazione d'impatto ambientale sulla riconversione a carbone della centrale Enel di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia.
Il supplemento di valutazione riguarda le emissioni di tre agenti inquinanti, tra i quali l'arsenico, che nella prima indagine non sarebbe stata compiuta regolarmente. La notizia, diffusa dal Comitato dei cittadini liberi e dai no coke dell'Alto Lazio, e' stata confermata dalla senatrice Laura Allegrini (Pdl), con una nota diffusa oggi. ''La segreteria tecnica del ministro Scajola - si legge in una nota della parlamentare - mi ha comunicato la riapertura della valutazione d'impatto ambientale, limitatamente a tre inquinanti. L'indagine richiedera' diversi mesi, probabilmente fino alla primavera prossima. Nel frattempo la centrale potra' essere alimentata esclusivamente a gas''. La senatrice conclude ringraziando il ministro Scajola ''per l'attenzione dimostrata verso il territorio''. Secondo i no coke, ''le istituzioni dovranno vigilare sul rispetto delle procedure di valutazione'' e se ''i risultati dovessero confermare i rischi per la salute di cittadini, il governo dovra' impedire l'uso del carbone''.(ANSA). YJ6-KWQ
Civitavecchia e l’Alto Lazio pattumiera della Regione.
MOVIMENTO NO COKE ALTO LAZIO - Comunicato
Civitavecchia e l’Alto Lazio pattumiera della Regione. Nel piano dei rifiuti previste nuove servitù nel territorio della città portuale.
L’amministrazione regionale si appresta a varare l’integrazione al piano dei rifiuti e riserva altre brutte sorprese per Civitavecchia. Alla città portuale saranno infatti destinate le ceneri prodotte dagli inceneritori laziali che saranno assegnate alla discarica Guerrucci, la stessa già chiamata a smaltire le ceneri prodotte dalle centrali termoelettriche di Civitavecchia, Montalto e non solo.
Ma non finisce qui: non sapendo dove smistare il CDR ( combustibile da rifiuti) in avanzo, ecco che, a pag. 14 viene definitivamente sancito che lo smaltimento dello stesso averrà in impianti non dedicati, quali cementifici e centrali termoelettriche che, in un sobbalzo di vergogna nella versione finale del piano, vengono nascosti da un “etc”.
Pertanto, oltre al carbone, oltre all’olio combustibile che Torre Valdaliga Sud continua a bruciare, arriverà anche il combustibile da rifiuti.
A questo, dulcis in fundo, si aggiunge l’ampliamento delle discarica in loco per circa un milione di metri cubi e una situazione a dir poco ambigua sull’impianto di pirolisi, per il quale la società Beg aveva presentato un progetto nei mesi scorsi.
Insomma ad inquinamento si aggiunge inquinamento in un mix micidiale di inquinanti venefici per la salute e l’ambiente.
Viene da chiedersi cosa abbiano fatto di male i civitavecchiesi e gli abitanti dell’Alto Lazio per vedere il litorale Nord ridotto ad una vera e propria pattumiera di rifiuti tossici (ricordiamo la pericolosità delle ceneri prodotte dagli inceneritori).
Il Commissario Marrazzo scientemente ignora, effettuando tali scelte, la grave situazione di degrado ambientale che questo lembo di terra, ormai dimenticato da tutti, sta vivendo da ormai svariati decenni, e le cui conseguenze della salute sono certificate da decine di documenti anche della Regione stessa. Non solo la presenza insopportabile dal punto di vista ambientale e sanitario del polo energetico dell’Alto Lazio, ora anche le ceneri tossiche e la possibilità/certezza che il combustibile da rifiuti venga bruciato nella centrale di Torrevaldaliga Nord.
Viene da chiedersi se il Marrazzo commissario che decide di bruciare anche i rifiuti nella centrale di TVN, e il Marrazzo presidente della Regione che, al fine di ammorbidire gli enti locali, sta aiutando Enel a distribuire contributi economici, sia lo stesso Marrazzo venuto sul territorio a chiedere i voti alla popolazione spergiurando la tutela del territorio e di “impedire la riconversione a carbone di TVN”, come riportato a pag. 72 del suo programma.
Ci chiediamo, ancora, di fronte a tale sciagurata ipotesi come intendono muoversi gli enti locali? Accetteranno di nuovo supinamente quanto viene calato loro dall’alto? Ci aspettiamo che i Sindaci del territorio, tutti, se effettivamente vogliono rappresentare le popolazioni amministrate, facciano o sentire la loro voce contro questo ulteriore scempio.
Il movimento No Coke tenterà di farlo presenziando domani con una propria delegazione al consiglio regionale che si svolgerà sul tema e continuando a ricordare alla popolazione i nomi di quanti, dopo aver chiesto i voti, hanno tradito il mandato affidato loro.
Marrazzo è il primo di questi.
Per Info:
noalcarbone@gmail.com
nocoketarquinia@yahoo.it
328 7182629
335 82727242
Adesione alla campagna "NON BRUCIAMOCI IL FUTURO"
Il Movimento Nocoke Alto Lazio aderisce formalmente alla campagna "NON BRUCIAMOCI IL FUTURO". L’incenerimento dei "rifiuti" è dannoso per salute e ambiente, e antieconomico.
- Piattaforma programmatica per la campagna "Non bruciamoci il futuro" (clicca qui)
- Alternative pulite e convenienti all'incenerimento (clicca qui)
- Incenerimeto dei rifiuti: perché no (clicca qui)
Cosa significa incenerire i rifiuti:
L’incenerimento non risolve il problema dei rifiuti, ma si limita a ridurne la quantità approssimativamente al 30 - 50 % della loro massa originale, che viene trasformata in una cenere che contiene una concentrazione di alcune delle sostanze più tossiche, come le diossine e i metalli pesanti Lo smaltimento in sicurezza di questi rifiuti tossici è molto problematico per via degli inquinanti che filtrano dalle discariche, raggiungono le falde e contaminano l’acqua in un modo che viene considerato praticamente irrimediabile. La Commissione Europea ha dichiarato che questa potrebbe essere in futuro una delle sorgenti più importanti di diossine.
Gli inceneritori rilasciano centinaia di sostanze tossicge nell'atmosfera durante la combustione dei rifiuti. Poche sono le conoscenze circa i rischi di molte di queste sostanze, particolarmente quando sono combinate tra loro. L'esatta composizione delle emissioni di un inceneritore è difficile da valutare, e dipende da cosa viene bruciato, dall'efficienza dell'impianto di incenerimento e dalla disponibilità di sistema di abbattimento degli inquinanti.
Siccome la natura chimica dei rifiuti è variabile, la potenzialità di effetti nocivi delle emissioni degli inceneritori è molto difficile da
valutare. In termini di effetti sulla salute, alcuni dei più importanti costituenti delle emissioni sono i materiali particolati, i metalli pesanti e i prodotti della combustione delle sostanze chimiche sintetiche. Il materiale particolato (PM) è una complessa miscela di particelle organiche ed inorganiche, che possono essere sospese nell’aria in forma solida, liquida o entrambe.
Il materiale particolato (PM) aumenta il rischio di morte respiratoria nei bambini di età inferiore ad un anno,danneggia lo sviluppo della funzionalità polmonare, aggrava l’asma e causa patologie respiratorie di tipobronchitico nei bambini. Il PM 2,5 danneggia seriamente la salute, aumentando i decessi da accidenti cardiovascolari, da malattie respiratorie e da tumori polmonari. L’aumento della concentrazione di PM 2,5 aumenta il numero di accessi al pronto soccorso per cause cardiovascolari e respiratorie. Il PM 10 determina un aumento delle patologie respiratorie, come indicato dal numero di ricoveri per malattie dell’apparato respiratorio. In tema di metalli pesanti, vari metalli trovati nelle emissioni e nelle ceneri prodotte dagli inceneritori, sono conosciuti o sospetti come cancerogeni.
Queste tossine, nel tempo, si accumulano nel nostro organismo. Nei bambini sono state correlate con varie patologie tra cui l’autismo, la dislessia, le allergie, i comportamenti impulsivi, i deficit di attenzione, i disturbi
da iperattività, le difficoltà di apprendimento, l’aggressività. Gli adulti esposti a particolato hanno dimostrato maggiori livelli di violenza, demenza e depressione rispetto ai non esposti. Il particolato è stato correlato anche con il morbo di Parkinson.
L’inalazione di alcuni tipi di particelle, come nichel, berillio, cromo, cadmio ed arsenico, aumenta il rischio di cancro del polmone. Il mercurio, che è uno dei metalli più pericolosi, è neurotossico ed è implicato nelle difficoltà di apprendimento, nell’iperattività e nella malattia di Alzheimer.
Molte di queste sostanze chimiche sono solubili nei grassi e possono accumularsi nei nostri organi e nei nostri tessuti. Queste sostanze sono particolarmente pericolose per i bambini non ancora nati, perché molte di queste tossine sono trasmesse attivamente al feto attraverso la placenta materna.
Il costo dell’incenerimento è enorme, non solo per il costo della lavorazione, che è già molto alto, ma anche in termini di danni alla salute e all’ambiente, che possono costare cifre molto alte a
carico della collettività. E’ stato esattamente per questo tipo di situazioni di rischio che il Principio di Precauzione è stato introdotto
nelle leggi nazionali ed internazionali. Un recente riesame degli effetti sulla salute causati dagli inceneritori ha riscontrato una correlazione positiva con la comparsa di tumori e di malformazioni congenite.
Gli inquinanti persistenti nell’aria, come diossine, furani
e mercurio, possono essere dispersi su vaste regioni, ben oltre le aree locali e persino nelle nazioni confinanti.
Il cibo inquinato da un inceneritore può essere consumato sia da persone del posto che da persone che abitano molto lontano, per via dei trasporti degli alimenti a mercati, che sipossono trovare anche a grande distanza dal
luogo di produzione.
"Tarquinia, continua la battaglia dei cittadini per fermare la centrale a carbone". (In risposta alle lagne strumentali di Mazzola il doppiogiochista)
Riceviamo e pubblichiamo
Il carbone è come il cancro: colpisce a destra, al centro e a sinistra.
Il lancio di monetine nell'ambito della scorsa assise comunale è stata accolta come un attacco strumentale e politico alla volta dell'amministrazione di centrosinistra, secondo il sindaco e la sua giunta, puramente per far cadere l'amministrazione... Eppure le stesse monetine furono lanciate al sindaco di centrodestra, De Sio, di Civitavecchia. Ricordiamo poi come alcuni di noi abbiano messo la propria faccia, alle passate amministrative, per sostenere l'elezione di questa giunta. Allora andava tutto bene, non eravamo strumentalizzati... La verità è che a fasi alterne qualcuno ci ha sempre accusati di essere strumentalizzati a volte dalla destra, a volte dalla sinistra, ed a volte dall'estrema sinistra e questo soltanto perché lottiamo contro il carbone, che sembra di contro tanto piacere a tutte le amministrazioni. Chiaramente, non essendo servi biechi di partito, coloro che fanno parte del Comitato dei Cittadini Liberi e del movimento no-coke hanno menti pensanti il cui unico obiettivo è quello di fermare il carbone di TVN. Se la sinistra tradisce, i cittadini si ribellano, non c'è alcuno che tira la giacchetta agli esponenti, ognuno è libero di poter esprimere quanto pensa. Chiedere la riapertura della Via, come ha fatto l'amministrazione Mazzola, nella scorsa assise, era un atto dovuto che, già in passato, avrebbe dovuto essere stato fatto. Ci si chiede perché ciò non è stato accolto con plausi dai cittadini nell'ambito del consiglio comunale ? Semplicemente perché si continua a voler trattare con Enel, perché si considerano 14 milioni di euro importanti per accaparrarsi il favore dell'elettorato alle prossime elezioni, dimentichi della fine inesorabile a livello turistico e ambientale della nostra zona, dimenticando che, quando i nostri agricoltori vedranno rifiutati sul mercato i loro prodotti, quando questa terra non sarà più la stessa e somiglierà in maniera vergognosa a Brindisi, a Genova o a tutte quelle altre zone sacrificate alle lobby industriali ed energivore che hanno deturpato irrimediabilmente un territorio, la gente ricorderà sì chi ha voluto la centrale, ma ricorderà anche chi, la giunta Mazzola, non ha fatto nulla per fermare lo sfacelo di questa bella terra. Per cui non siamo noi che abbiamo indossato la maschera, ma chi ha fatto la campagna elettorale tra noi, in questo territorio, vedi Marrazzo , vedi Mazzola, promettendoci (e più di una volta ) che avrebbero fermato la centrale a carbone e che avrebbero lottato insieme a noi. Invece oggi si chiede di riaprire la VIA, ma si continua a trattare con Enel, si vogliono le compensazioni e non si dà il via a quelle procedure legali per far valere i diritti della propria gente. Si getta invece fango su persone oneste che danno il sangue nella lotta contro il carbone e che avevano, purtroppo, creduto in questa amministrazione. Se nel Comitato dei Cittadini Liberi e nel movimento no-coke ci sono persone delle più disparate idee politiche, anche di destra, è giusto così, perchè la salute, l'economia ed il futuro di questo territorio riguarda tutti. Il carbone è come il cancro: colpisce a destra, al centro ed a sinistra.
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Comitato dei Cittadini Liberi
21 giugno 2008
La verità sul riesame delle autorizzazioni per TVN
Comunicato stampa
Alla fine, dopo le false notizie diffuse ad arte dai fautori del carbone, è venuta fuori la verità sull’esito dell’istruttoria tenutasi presso il ministero dello Sviluppo economico in merito al riesame della VIA: è stato accertato che sono fondati i rilievi mossi da ARPA Lazio sulla carenza di prescrizioni e procedure di controllo necessarie per assicurare la tutela della salute e dell’ambiente.
La VIA dovrà essere non solo riesaminata per quanto riguarda l’Autorizzazione integrata ambientale ma anche riconsiderata complessivamente stante “la mancata indicazione nel provvedimento di autorizzazione di alcuni inquinanti ritenuti significativi nell’assetto di esercizio a carbone” tra cui l’arsenico, il cloro ed il fluoro. Dalla relazione ministeriale traspare inoltre che la VIA è in palese contrasto con la più recente normativa della UE per quanto riguarda le prescrizioni sui controlli e i valori limite delle emissioni inquinanti.
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La conclusione da trarre è dunque chiara a tutti: non esistono certezze sulla sicurezza di questa centrale e chi oggi acconsente a mandarla in funzione si assume pesantissime responsabilità per i rischi molto gravi a cui espone la popolazione.
I cittadini sono molto preoccupati quando sentono l’annuncio di imminenti accordi della regione e dei sindaci coll’Enel.
Che senso ha continuare il tavolo che si definisce della salute sapendo che è ancora sconosciuta tutta la pericolosità dell’impatto inquinante della centrale e che non esistono strumenti reali ed efficaci di controllo e tutela?
Firmare accordi coll’Enel o peggio ancora accettare i soldi delle compensazioni vorrebbe dire sottostare al suo ricatto, tradire il mandato ricevuto dai cittadini che si sono sempre pronunciati contro il carbone e non vogliono che sia messo in discussione il diritto alla salute e all’ambiente.
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Chiediamo perciò alla regione e ai sindaci di essere coerenti: di interrompere il tavolo delle trattative coll’Enel e di far propria la richiesta per una nuova VIA, che tenga conto delle evidenze emerse in questi anni sui danni che il carbone produrrebbe in tutto l’Alto Lazio: siamo sicuri che si dimostrerebbe ancora una volta che non c’è posto per il carbone nei nostri territori.
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Coordinamento Comitati NO al carbone - Civitavecchia
Negli States le voci contro il l'uso del carbone si levano sempre più forti.
"Per non farci friggere il cervello dal 'carbone pulito'". Un intervento di Jeff Goodell, autore del libro "Big Coal: The Dirty Secret Behind America's Energy Future", Houghton Mifflin, 2007. Fonte
Several years ago, in Gillette, Wyoming, I fell into a long conversation with the vice-president of a large American coal company about coal's public image problem. Gillette is in the center of the Powder River Basin, the epicenter of the coal boom in America, where 60 foot seams of coal lay just below the surface.
This vice president, who did not want his name to appear in print, was deeply concerned about coal's future and expressed frustration with environmental attacks on coal, suggesting that it was all a problem of perception: "People don't like coal because it's black," he told me.
"If it were white, all our problems would be solved."
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Whenever one of those slick ads for "clean coal" pops up on CNN, I think about that conversation in Gillette. The $35 million "clean coal" campaign, spearheaded by a coal industry front group called American Coalition for Clean Coal Electricity (formerly known as Americans for Balanced Energy Choices), is nothing less than a nationwide effort to paint coal white.
And to the coal industry's credit, they're doing a pretty good job."Clean coal" is touted by Republicans and Democrats alike as the solution to America's energy troubles.
The logic is simple: America has lots of coal. We are a technologically advanced society. Ergo, we can clean up coal. What's the problem?
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Well, here's one: "clean coal" is not an actual invention, a physical thing – it is an advertising slogan. Like "fat-free donuts" or "interest-free loans," "clean coal" is a phrase that embodies the Bush-era faith that there is an easy answer for every hard question in America today. We can have a war in Iraq without sacrifice. We can borrow more than we can afford without worrying about how we'll pay it back. We can end our dependency on oil by powering our SUVs with ethanol made from corn. And we can keep the lights on without superheating the climate through the magic of "clean coal."
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Here's another: mining and burning coal remains one of the most destructive things human beings do on this earth. It destroys mountains, poisons water, pollutes the air, and warms the atmosphere. True, if you look at it strictly from the point of view smog-producing chemicals like sulfur dioxide, new coal plants are cleaner than the old coal burners of yore. But going from four bottles of whiskey a week down to three does not make you clean and sober.
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Of course, the "clean coal" campaign is not about reality – it's about perception. It's an exercise in re-branding. Madison Ave. did it for Harley Davidson motorcycles and Converse shoes. Why not Old King Coal?
It's not a difficult trick – just whip out some slick ads with upbeat music and lots of cool 21st century technology like fighter jets and computers. Run the ads long enough, and people will believe.
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But the real goal of the campaign is not simply to re-brand coal as a clean and modern fuel – it's to convince energy-illiterate TV viewers that the American way of life depends on coal. The ads remind us (accurately) that half the electricity in America comes from coal, then shows images of little girls getting tucked into bed at night or Little Leaguers playing ball under the lights.
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The subtext is not simply that, without the electricity from coal, the lights will go out and your family will be plunged into darkness. It's that, without coal, civilization as we know it will come to an end. As one utility industry executive asked me while I was reporting Big Coal, "Have you ever been in a blackout? Do you remember how scary it was?"
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From the coal industry's point of view, this is a brilliant way to frame the argument. If the choice is, coal or chaos, they win. This framing also disarms environmental arguments – yes, it's too bad that mountaintop removal mining has destroyed or polluted 1200 miles of streams in Appalachia and that the Environmental Protection Agency projects a loss of more than 1.4 millionacres – an area the size of Delaware – by the end of the decade.
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But hey, if it's a choice between losing flattening West Virginia and keeping our lights on, good-bye West Virginia!
That's a false choice, of course.
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The coal industry may not want to acknowledge it, but we're living in the 21st century now. We have indeed figured out other ways to generate electricity besides burning out 30 million year old rocks. And with each passing year, those alternatives are getting cheaper and smarter.
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Wind is already less expensive than coal in many parts of the country, and so is large-scale solar thermal. Google is exploring enhanced geothermal. The creaky old electricity grid will soon morph into a system that looks more like the internet, driving big gains in efficiency and allowing for real-time pricing of a kilowatt of power.
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This does not mean we can shut down coal plants tomorrow. But it does mean that coal is no longer the engine of civilized life as it has been since the industrial revolution.
Big Coal is best understood as a beast of inertia, pushed along by hundreds of billions of dollars worth of heavy metal infrastructure, and kept on track by an army of lobbyists, and our own ignorance of what goes on behind the light switch.
That may be changing.
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Even seven year-olds know that the accumulation of greenhouse gases in the atmosphere, especially carbon dioxide, is warming the planet. Coal is by far the most carbon-intensive of fossil fuels, with roughly twice the carbon content as natural gas.
Right now in the U.S., there is no financial cost to dumping CO2 into the atmosphere. That’s likely to change during the next administration. Big Coal is fighting for loopholes and safety valves to keep CO2 costs low, because if legislation passes that actually puts a serious price on CO2, coal's reign as a "cheap" energy source is officially over.
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Big Coal insists they have solution for CO2. It's called carbon capture and storage. In most scenarios, capturing and storing CO2 from coal involves building a new kind of power plant that uses heat and pressure to gasify the coal, instead of burning it. In these new plants, the CO2 can be removed, compressed into an oil-like fluid, then injected underground in abandoned gas and oil wells or deep saline aquifers.
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Big Coal would like us all to believe that capturing and storing CO2 from these new coal plants is a slam-dunk technology -- but one that's not quite ready for prime time yet (capturing CO2 from existing combustion coal plants, while theoretically possible, is far too expensive and ineffecient to be taken seriously by anyone but the most die-hard coal boosters).
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Of course, Big Coal has always been better at touting new technology than actually deploying it. Yes, there are serious questions about how much it will cost to build new coal plants that can capture and store CO2, how soon will it happen, and whether or not the technology can scale up quickly enough to really make a difference. But it's not technology that's holding back CCS. It's politics. Without a price on carbon, there is little incentive to do anything serious about CO2 emissions from coal plants. Indeed, for Big Coal, the game now is not to prove that carbon capture and storage is a viable technology. It's to use the expense and complexity of it as leverage in negotiations over climate legislation.
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Meanwhile, the need to reduce CO2 emissions grows more urgent every year. As NASA climatologist James Hansen has repeatedly pointed out, continuing to burn coal the old-fashioned way is a sure-fire way to melt Greenland and turn Miami into an aquarium.
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In the end, the "clean coal" campaign is about using the tools of the 21st century to keep us locked in the 19th century. Like other greenwashing campaigns, it's about using the iconography of sexy technology and down-home Americana to maintain the status quo.
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These campaigns always pretend to offer inspiration about we can do in America if we set our minds and hearts to it, but in fact the real message is what we can't do: we can't power America without coal, we can't keep our lights on without destroying Appalachia, and most important of all, we can't pass meaningful carbon legislation without wrecking the American economy.
This is why the false promise of "clean coal" is dangerous.
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The goal is not to solve our problems, but to perpetuate our addiction. In one ad, the narrator even adopts the feel-good language of substance abuse and recovery: cleaning up coal is a "big challenge," he explains," but we've made a commitment – a commitment to clean."
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After decades of stoking the engines of denial and obfuscation on global warming, it's nice that Big Coal wants to be a good citizen. But just because your pusher decides to shower and shave, don't delude yourself into thinking that he cares about your welfare.
His real goal is to keep you hooked.
20 giugno 2008
Asian Development Bank: l'espressione "clean coal" ("carbone pulito") è ingannevole
Pochi giorni fa, nel corso del terzo Convegno Annuale "Asia clean energy" della Banca dello Sviluppo per l'Asia (Asian Development Bank, ADB), è passata una mozione per bandire l'uso dell'espressione "clean coal", carbone pulito.
Il vice presidente ADB, Bindu Lohani, a chiusura del Convegno è intervenuto affermando:
"Dobbiamo smettere di usare la locuzione 'carbone pulito', piuttosto chiamiamolo per quello che realmente è: 'more efficient coal'".
Cioè, semplicemente, tecniche per produrre energia col carbone in modo più efficente rispetto al passato. Il che non significa che il carbone sia pulito, anzi.
E' una grande notizia che un'organizzazione influente come l'ADB, giunga ad ammettere che l'espressione "clean coal" sia mistificante, in quanto indica una fonte di energia tra le più sporche e dannose per il pianeta intero.
Fonte originale (Businessmirror.com)
E' superfluo sottolineare che questa considerazione vale anche per le tecniche di produzione energetica utilizzate a TVN. L'ennesima dimostrazione delle balle che politicanti e affaristi ci somministrano giornalmente.
19 giugno 2008
Sole24Ore: "L'aumento dei prezzi del carbone negli ultimi 12 mesi è sbalorditivo"
"Non conosce tregua la corsa al rincaro delle quotazioni del carbone cif Ara (franco consegna Amsterdam, Rotterdam, Anversa): in maggio si è registrato un incremento del 14,3% sulla media di aprile e anche le prime rilevazioni di giugno confermano il trend, con un'ulteriore crescita del 10% su base mensile.
Le quotazioni, ormai prossime alla soglia dei 180 $/ tonn, segnano un record dopo l'altro e il traguardo dei 200 $ non sembra più irraggiungibile. L'aumento dei prezzi del carbone negli ultimi 12 mesi è sbalorditivo: a giugno 2007 il cif Ara si assestava sui 77 $, mentre un anno dopo il suo prezzo è più che raddoppiato (+127%)" Fonte: Il Sole 24 Ore, vedi qui
mistificazioni sistematiche sulle conclusioni del Ministero circa l'AIA
Comunicato stampa
Che l’ENEL usasse tutti i mezzi pur di portare acqua al suo mulino, elargendo contributi per ammorbidire la contrarietà al suo progetto da parte degli Enti Locali e, nel contempo, mistificando dati e informazioni per fiaccare l’opposizione delle popolazioni, era cosa nota a tutti.
Che Robilotta, fido scudiero dell’ente energetico, svolgesse la sua funzione istituzionale per garantire interessi particolari quali quelli di ENEL, piuttosto che quelli delle popolazioni, seppur estremamente più grave sul piano etico, era comunque cosa altrettanto nota.
Ma raggiunge il paradossale lo sconvolgimento che entrambe fanno del provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico ad esito della Conferenza dei Servizi circa il riesame del decreto autorizzativo della riconversione a carbone di TVN.
Non corrisponde, infatti, assolutamente a verità che il Ministro Scaiola, pur convinto sostenitore della riconversione a carbone, abbia affermato che l’AIA sarebbe superflua, né tantomeno, come afferma Robilotta ''…..che l'autorizzazione unica rilasciata per la costruzione dell'impianto a carbone e' completa e quindi non c'e' bisogno di un'ulteriori autorizzazioni o di una nuova conferenza dei servizi''.
Ancora una volta a tale metodologia mistificatoria, che dimostra l’inaffidabilità dell’ente energetico e dei fautori della riconversione, contrapponiamo la realtà dei fatti e dei vari atti documentali che, seppur forzando a beneficio ENEL l’interpretazione delle norme, non hanno potuto fare a meno di affermare che: "La prevalenza delle posizioni espresse e la considerazione degli specifici interessi pubblici tutelati da ciascuna Amministrazione porta a ritenere che …si proceda ad un aggiornamento del provvedimento di autorizzazione unica per quanto attiene alla materia dell’AIA, suscettibile anche, come comunicato da codesto dicastero con nota prot. N. DSA -2008-0010465 del 15/04/2008 ….e come ritenuto più opportuno anche d’ARPA Lazio, a poter essere parte di una più esaustiva procedura di rinnovo del provvedimento di AIA."
In particolare la nota in questione sottolinea che: "Sul tema dell’individuazione degli inquinanti, si è rilevata la mancata indicazione nel provvedimento di autorizzazione di alcuni inquinanti ritenuti significativi nell’assetto di esercizio a carbone, con fissazione dei relativi valori limite” e che ” L’aggiornamento dovrebbe intervenire ed avere efficacia con specifico riferimento agli inquinanti ritenuti significativi nell’esercizio della centrale nel suo normale funzionamento con alimentazione a carbone – tra cui certamente l’arsenico, il cloro ed il fluoro, unitamente ai rispettivi composti – entro la fase di avviamento degli impianti nel nuovo assetto a carbone”.
Ed ancora nella conferenza dei servizi “è emerso che il produttore in data 16 aprile u.s. ( a conferenza dei servizi avviata ndr) ha presentato all’APAT il Piano di monitoraggio e controllo” e “che la stessa APAT intende procedere alla valutazione in concreto del Piano in questione, evidenziando anche quali eventuali aspetti dovranno essere recepiti nell’autorizzazione, in quanto non ricompresi in essa”.
E continuando, solo per citarli, si fa riferimento alla necessità di aggiornare l’autorizzazione, sempre in riferimento all’AIA, per quanto riguarda la partecipazione del pubblico al procedimento, cosi come alla necessità di dare seguito agli impegni assunti di riduzione del 30% dei limiti di emissione.
Unica notizia rispondente al vero è la legittimazione dell’ente energetico “a proseguire l’attività … sia per quanto concerne la realizzazione sia per quanto concerne la relativa fase di avviamento…”
Legittimazione che riteniamo non rispettosa della normativa vigente per quanto concerne la fase di avviamento e sulla quale ricorreremo nelle sedi competenti, perché sia chiaro ad ENEL e ad i suoi fautori che le popolazioni non demorderanno nella loro lotta a tutela della salute, dell’ambiente e dell’economia dell’intero Alto Lazio.
Tanto si doveva per amor di verità.
Movimento No Coke Alto Lazio – Civitavecchia
Civitavecchia: a qualcuno conviene l'emergenza rifiuti
Da trcgiornale.it/news
Tra i tanti nodi irrisolti dalla giunta di centrodestra, riteniamo, in qualità di membri della Commissione Ambiente, quanto mai urgente rimarcare la questione dei rifiuti. Inizia così una nota stampa firmata da Alessandro Manuedda, Vittorio Petrelli e Roberto Bonomo.
“Dopo il dovuto intervento di proroga del conferimento in discarica, inteso come atto propedeutico all’approntamento di soluzioni definitive - scrivono i tre consiglieri comunali - il Sindaco si è impantanato sul caso “pirolisi” obbligando la città ad una pericolosa inerzia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: differenziata inchiodata al 7%, progetto di raccolta porta a porta ad Aurelia definitivamente abortito, gestione fallimentare di Etruria Servizi, discarica comunale con prospettiva di vita di circa due anni. Tale immobilismo - continuano Manuedda, Petrelli e Bonomo - è per noi motivo di grande preoccupazione, laddove appare chiaro che la scelta di procrastinare l’adozione dei necessari provvedimenti in tema di rifiuti rischia di innestare l’ennesima e inevitabile “emergenza”, con la conseguente imposizione di opzioni miracolistiche, tanto remunerative per qualche affarista, quanto nocive per la salute e l’ambiente. Quali, ad esempio, la sventurata ipotesi di bruciare i rifiuti, e non solo i nostri, nella futura centrale a carbone. Al contrario - sottolineano i tre consiglieri comunali - senza dannose perdite di tempo serve perseguire con vigore i tre obiettivi fondamentali individuati già da anni dal Consiglio Comunale: sviluppo della raccolta differenziata, avvio del compostaggio e realizzazione di un impianto di selezione/trattamento dei rifiuti volto al recupero delle materie prime seconde. Nessuno spazio quindi per produzione di CDR, pirolisi o trattamento termico dei rifiuti, né in inceneritori dedicati e né tanto meno in centrali elettriche. In tale ottica - affermano Manuedda, Petrelli e Bonomo - accogliamo positivamente la recente richiesta di finanziamento inoltrata alla Provincia per un impianto di trattamento della frazione organica, finalizzato a produrre compost di qualità. Si tratta in pratica dell’unica idea sensata partorita in materia da questa giunta, peraltro coerente alla programmazione regionale, che è tuttora, però, solo sulla carta. Detto questo, appare tuttavia indispensabile avviare la costruzione del previsto impianto di selezione della frazione secca, finito nel dimenticatoio per la sciagurata vicenda project financing/Beg: un tipo di struttura quanto mai necessaria per recuperare plastica, vetro, carta e quant’altro, che se in passato restituiva comunque un 30% di residui da avviare a discarica, in alcune significative esperienze (prima fra tutte quella di Vedelago, sempre più al centro dell’attenzione nazionale e internazionale) consente oggi di riciclare anche quest’ultima porzione di rifiuti con produzione di composti plastici e di sabbie artificiali per l’edilizia. In sostanza - concludono i tre consiglieri comunali - una soluzione “recupero 100%” a cui guardare con grande attenzione, che permetterebbe non solo la creazione di decine di posti di lavoro e una piena valorizzazione economica del rifiuto (ambientalmente opposta a quella legata all’incenerimento) ma soprattutto di risolvere definitivamente il problema discarica. Una questione che ci sembra di non poco conto”.