No al carbone Alto Lazio

26 gennaio 2011

Fusione fredda, qualcosa di strano accade a Bologna

Da Repubblica.it:  "A Bologna ci siamo riusciti"
"Ci sono le guardie giurate a controllare l'accesso, devi firmare una dichiarazione in cui accetti i rischi nell'assistere all'esperimento che potrebbe rivoluzionare il settore della produzione di energia. Per la prima volta in Italia, davanti ad esperti, in un capannone avvolto dalla nebbia nella zona industriale di Bologna, è stato realizzato un processo di fusione nucleare fredda, utilizzando nichel ed idrogeno, capace di produrre una energia incredibilmente superiore a quella utilizzata per creare la reazione. E' la strada per ottenere energia pulita. "La novità assoluta sta nel fatto che tutto ciò viene prodotto da una macchina che funziona come una stufetta elettrica di casa", spiega l'inventore, Andrea Rossi, ingegnere. Con lui Sergio Focardi, professore emerito dell'Alma Mater, fisico di calibro, in passato preside della facoltà di Scienze.

Di possibili fonti di energia con reazioni di fusione nucleare a bassa temperatura se ne parla da tempo nel mondo. L'annuncio nel 1989 degli scienziati Fleshmann e Pons suscitò speranze e illusioni. Focardi è stato pioniere in Italia di questo tipo di studi. Quello di ieri è stato il primo esperimento condotto a Bologna con osservatori esterni: giornalisti e
fisici, in gran parte dell'Ateneo come Paolo Capiluppi, direttore del dipartimento di Fisica, Gianfranco Campari, Ennio Bonetti. L'esperimento, "industriale più che scientifico", dicono i docenti universitari, è condotto in una stanzina di un capannone in via dell'Elettricista, dove è stato installato un catalizzatore di energia che occupa lo spazio di un tavolo. Dura alcune ore.

Rossi spiega il funzionamento della macchina, il ricercatore Giuseppe Levi illustra una stima dell'energia prodotta sulla base della misura di quanta acqua viene vaporizzata al secondo. E al termine Rossi conclude: "Si sono consumati 600Wh e se ne sono prodotti 12mila Wh". Il prototipo, già coperto da brevetto di proprietà di Maddalena Pascucci, moglie di Rossi, è ora pronto per la produzione industriale e la commercializzazione. "Sarà il prossimo passo", dice Rossi. I fisici obiettano: "Dovremmo poter riprodurre l'esperimento in un nostro laboratorio, ma c'è il segreto industriale sul processo". "Ci vuole cautela, il metodo scientifico esigerebbe verifiche, ad oggi non sappiamo cosa avviene dentro la macchina", dicono Capiluppi e Bonetti.

"Siamo un'azienda, se mi chiedono di aprire la scatola dovrei pagare i danni agli investitori", replica Andrea Rossi. "I costi? Posso dire che l'apparecchiatura costa duemila euro per Kilowatt di potenza e funziona con un grammo di nichel". Lo stesso ingegnere ammette: "Dietro questo processo non c'è una base teorica: per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo ipotizzato". Il professor Focardi spiega perché un esperimento simile avvenga fuori dai laboratori accademici: "I miei colleghi non ci credono, sono scettici. Non so come un protone di idrogeno possa entrare nel nucleo di nichel, ma avviene. Ed è la strada dell'energia per l'umanità". Comunque sia, sembra un grosso passo avanti. Per dire addio al petrolio? "Non sono in grado di rispondere", allarga le braccia l'ingegner Rossi.

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Le miniere di carbone colombiane ingoiano nuove vite umane

Fonte
"Un’esplosione in una miniera di carbone ha provocato la morte di diversi lavoratori e il ferimento di almeno sei nella città colombiana di Sardinata, dipartimento di Norte de Santander, nel nord-est della Colombia, secondo le prime informazioni fornite dalle autorità, anche se ancora non ci sono dati ufficiali sui morti nè sui feriti. Il quotidiano colombiano El Tiempo, ha scritto che per il momento i morti sono cinque mentre molte altre aspetterebbero di essere salvate in quanto l’esplosione ha ostruito alcuni tunnel d’accesso, e almeno 30 minatori sono rimasti intrappolati.

L’incidente è avvenuto per un accumulo di gas nella miniera di Preciosa La, situato a San Roque, una zona montagnosa vicino al confine con il Venezuela. Il sindaco di Sardinata, Yamile Rangel, ha spiegato che i lavoratori ed i respondabili del giacimento hanno già recuperato diversi minatori feriti già trasportati in ospedale mentre delle squadre di emergenza stanno cercando di liberare gli altri minatori intrappolati. Rangel, che ha confermato che non si conosce il numero preciso di lavoratori presenti nella miniera, ha spiegato che sono una trentina le persone intrappolate mentre altre fonti affermano che i morti accertati sono già almeno 20.

continua su: http://www.fanpage.it/colombia-almeno-venti-morti-in-una-miniera-di-carbone-25-ancora-intrappolati/#ixzz1CAvGC6cu
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UE: stop ai combustibili fossili entro il 2050

Da Zeroemissiontv.it
“Sostituire gradualmente i combustibili fossili” per i trasporti con alternative ‘green’ entro il 2050. Un’ipotesi in cui l’Unione europea mostra di credere secondo quanto emerge da un rapporto presentato ieri da Bruxelles.

Per ottenere questo risultato è, tuttavia, necessario “considerare tutti i modelli di trasporto” ecosostenibili, ha precisato Siim Kallas, vicepresidente della Commissione europea e commissario ai Trasporti.

Oggi, infatti, le forniture di carburanti, soprattutto per il trasporto su strada, dipendono largamente dal petrolio. Per questo, nonostante un incremento dell’efficienza dei motori dei veicoli attualmente in commercio, corrispondente a un risparmio dei consumi, le emissioni ascrivibili ai trasporti sono aumentate e rappresentano circa il 20% dei gas serra emessi nell’Unione europea. L’obiettivo Ue è invece di ridurle dell’80-95% entro metà secolo, rispetto all’anno di riferimento 1990.

Come raggiungere questo ambizioso obiettivo? Secondo il rapporto, sarebbe possibile una combinazione “di elettricità (batterie o idrogeno) e biocarburanti come opzione principale” cui si dovrebbero affiancare “carburanti sintetici (combustibili liquidi a partire dal gas metano, dalle biomasse non solo vegetali, anche legname e rifiuti organici, e dal carbone, ndr) come ‘tecnologia ponte’, metano come carburante complementare e gpl come fonte supplementare”.

I vari carburanti ‘alternativi’ dovrebbero essere dunque applicati alle diverse modalità di trasporto: per il trasporto su strada potrebbe essere utilizzata "l'elettricità per brevi sistanze", "l'idrogeno e il metano per quelle medie", "i biocarburanti/combustibili sintetici, metano liquido e gpl per le lunghe distanze". Per i trasporti su rotaia, il rapporto considera prevalentemente l'opzione elettrica, o "altrimenti i biocarburanti". Per l’aviazione "cherosene da biomasse"; per i trasporti marittimi, infine, "biocarburanti, idrogeno (piccole imbarcazioni), gpl (brevi tratti di navigazione", metano liquido e nucleare".

Il rapporto presentato ieri dalla Commissione Ue costituirà la base per una strategia di lungo termine per i carburanti alternativi nei trasporti che l'esecutivo europeo prevede di annunciare entro la fine dell’anno.

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25 gennaio 2011

Morte dell'operaio Capitani: il legale accusa enel

Da BigNotizie.it
"Quella squadra è stata mandata a morire". Non ha usato mezzi termini l'avvocato Davide Capitani nel corso della conferenza stampa tenutasi stamattina presso la camera penale del tribunale di Civitavecchia, dopo l'incidente probatorio sulla morte di Sergio Capitani del 3 aprile dell'anno scorso presso la centrale di Torre Valdaliga Nord.

L'avvocato Capitani ha giustificato questa sua affermazione con il fatto che l'Enel era sicuramente conscia del rischio che correvano gli operai andando a svolgere quel tipo di lavoro, ovvero la disostruzione di un tubo. "Non lo dico io – ha aggiunto – ma è scritto nella relazione dei periti del gip, dove hanno evidenziato tutta una serie di inadempienze di cui l'Enel era perfettamente a conoscenza". Ha quindi aggiunto che chiederà alla magistratura inquirente di modificare il capo d'imputazione da omicidio colposo, in omicidio volontario per dolo eventuale. "Questo perché l'Enel – ha aggiunto il legale – ha detto alla ditta che doveva andare a compiere quel lavoro con urgenza, visto che era la vigilia di Pasqua, e dunque quella tubazione andava disostruita a qualunque costo, anche a rischio che qualcuno potesse lasciarci le penne". Infine Capitani ha fatto appello alla politica, ai sindacati, alla stessa magistratura, perché vengano eseguiti ulteriori controlli alla centrale di Torrenord, in modo che certe inadempienze siano totalmente eliminate e non si rischino nuovi incidenti mortali.

Nel pomeriggio, l'Enel ha diffuso una brevissima nota nella quale afferma di "non voler entrare nel merito delle vicende giudiziarie per rispetto della magistratura", e, su quanto detto dal legale precisa: "con tutto il rispetto per il dolore della famigliadella vittima si ritiene che le conclusioni a cui giunge prematuramente l'avvocato Davide Capitani sono completamente fuori luogo".

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Civitavecchia, incremento demografico 0: a chi serve il cemento di Moscherini?

Una buona notizia: a Civitavecchia la popolazione non cresce, è ferma poco sopra i 50.000 abitanti, un numero rimasto più o meno costante negli ultimi decenni. Se a qualcuno fosse sfuggito, una delle vie obbligate attraverso cui passa uno sviluppo sostenibile per la nostra Terra è il controllo delle nascite, perché se siamo troppi i problemi si moltiplicano. E siamo già, troppi, almeno in rapporto ai nostro consumi e alle risorse disponibili.

Seconda considerazione: se la popolazione non cresce, perché Moscherini prevede nella sua "Variante 29" un'espansione da 10 milioni di metri cubi di cemento? Case e abitazioni per 10.000 abitanti in più che non ci sono e non ci saranno. Perché?

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22 gennaio 2011

Richiesto un presidio permanente dell'ArpaLazio a Civitavecchia

Da TrcGiornale.it
"Un raffinamento e una maggiore presenza di Arpa Lazio sul territorio di Civitavecchia per un monitoraggio più completo della situazione ambientale. I fumi usciti dalla centrale di Torre Valdaliga Nord, tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio, a prescindere dai loro contenuti, pare che abbiano avuto come conseguenza un innalzamento dei livelli di guardia, di cui la richiesta del procuratore capo della Repubblica, dottor Gianfranco Amendola, avanzata ad Arpa Lazio per l'istituzione all'interno del sito produttivo di un presidio permanente dell'agenzia regionale, è solo l'ultima tappa.

Anche se nulla è trapelato da palazzo di giustizia, subito dopo il manifestarsi del fenomeno dei fumi, infatti, su mandato della Procura Arpa Lazio avrebbe acquisito tutti i dati relativi alle emissioni al camino della centrale di Torre Nord, relativamente a dicembre 2010 e gennaio 2011. Nessuna denuncia ne sarebbe conseguita, segno che i valori riscontrati sono risultati nella norma. Ma, come detto, la situazione relativa ai fumi di Tvn è stato l'inizio di una serie di azioni che porteranno a una intensificazione della presenza di Arpa sul territorio. Tra le misure che saranno adottate a breve, intanto, c'è l'installazione di telecamere, che terranno sotto controllo l'emissione di fumi non solo da parte di Torre Nord, ma anche di Torre Valdaliga Sud e del porto. Questo per consentire anche agli esperti di prendere visione delle emissioni che quotidianamente interessano la città e il territorio. Quanto al monitoraggio a terra, come più volte detto, resta ancora da definire la convenzione tra Comune e Arpa per la cessione all'agenzia regionale delle tre famose centraline che devono essere riposizionate ai sensi di legge e che sarebbero di vitale importanza per avere un quadro più completo della situazione.

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La ricetta per un mondo alimentato da energie 100% rinnovabili

Da Ecologiae.com
"Sognare un mondo 100% rinnovabile è un conto, fare i conti di quanto e cosa occorre per togliere l’etichetta utopia alla completa sostituzione del fossile con le energie pulite da qui al 2030, è un calcolo ben più complesso del semplice fantasticare con occhi verdi. Ci hanno pensato Mark Delucchi dell’Università della California e Mark Jacobson di Stanford, pubblicando sulla rivista Energy Policy la lista della spesa per un Pianeta che vada solo ad eolico, ad acqua e a solare.
Attualmente l’apporto delle rinnovabili si attesta al 13% contro un 80% di energia che ancora proviene dai combustibili fossili. Impensabile quindi sperare in una rivoluzione energetica in chiave rinnovabile di facile attuazione. Eppure visto così, nero su bianco, tutto ciò che serve, non la fa sembrare un’impresa poi così titanica: basta qualche milione di turbine eoliche, un 90 mila centrali solari e la pillola amara del petrolio torna giù, in quegli abissi dove sporco non è.
Per l’esattezza un mondo che punti al 100% rinnovabile entro il 2030 dovrebbe dotarsi di:

  • 4 milioni di turbine eoliche da 5 megawatt;
  • 90mila grandi centrali solari da 300 megawatt, sia del tipo fotovoltaico che a concentrazione;
  • 1,7 miliardi di piccoli pannelli fotovoltaici da 3 chilowatt da installare sui tetti di tutte le case del pianeta.
E ancora centrali geotermiche ed impianti per lo sfruttamento dell’energia delle onde.
Nel carrello dei due utopici calcolatori, a sorpresa, non figurano né il nucleare né la biomassa, il che è alquanto strano dal momento che oggi forniscono rispettivamene il 6 e il 10 per cento dell’energia mondiale (eolico e solare insieme raggiungono quota 3%).
Volevamo dimostrare che vento, sole e acqua presenti sul pianeta sono sufficienti a soddisfare la domanda di energia e che il problema principale è solo la volontà politica. L’obiettivo potrebbe essere raggiunto entro il 2030, ma più realisticamente entro questa data si potrebbe smettere di produrre nuove centrali a combustibili fossili, mentre in altri 20 si potrebbe completare lo ‘switch’ alle energie verdi.
Per passare alle rinnovabili occorreranno reti intelligenti, impianti di stoccaggio e… risposte pronte alle obiezioni comuni che frenano una rivoluzione green: in primis, vento e sole non sono energie discontinue? Prese separatamente sì, ma insieme lavorano benissimo:
"Normalmente una giornata con poco vento è soleggiata, e viceversa".
E poi non c’è da considerare il problema dei costi? Da qui a 20 anni scenderanno. E comunque se si considera il costo sociale, ambientale e per la salute pubblica dei fossili, sono già molto molto più economiche.

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Incidente Capitani: morte dovuta anche a carenze progettuali della centrale enel

Da BigNotizie.it
"Si è svolto stamattina l'incidente probatorio relativo al caso della morte di Sergio Capitani, l'operaio della Guerrucci deceduto mentre stava lavorando alla centrale di Torre Valdaliga Nord. Il gip ha voluto ascoltare i periti che hanno redatto la perizia voluta da lui stesso, per chiarire la dinamica dell'incidente. I professori Pasquale Avino, Nicola Bonora, Giorgio Buonanno e Pietro Pandolfi, sono stati ancora più incisivi di quanto non lo erano già stati nella relazione.

In sostanza i consulenti hanno spiegato che la tragedia si sarebbe potuta senza dubbio evitare, non solo per tutto quanto avevano già scritto nella loro perizia, ma anche se ci fosse stata una linea parallela della tubazione che ha di fatto causato la morte di Capitani. Secondo i periti infatti, normalmente in impianti del genere esiste una tubazione parallela, perché nel caso la principale dovesse ostruirsi, come in effetti è avvenuto nel caso di specie, si dirotta il flusso sulla seconda, e quindi si attiva un sistema di riscaldamento che scioglie l'ammoniaca che si cristallizza e che crea una sorta di tappo. A quel punto si può lavorare per la sua disostruzione in tutta tranquillità, in quanto non ci sarebbe la pressione forte che poi è quella che di fatto ha ucciso l'operaio scaraventandolo addosso ad un palo dietro di lui. Ma i periti hanno sottolineato anche un'altra possibilità che non è stata invece presa in considerazione da chi di dovere. In pratica, anche senza la seconda linea, il lavoro poteva essere svolto lo stesso, ma bisognava attendere almeno 24 ore dopo l'interruzione del flusso, sempre per permettere che la tubazione fosse riscaldata a sufficienza per non correre alcun rischio. Invece il flusso è stato chiuso alle 18 del venerdì e già la mattina del giorno successivo la ditta stava già operando.

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20 gennaio 2011

enel, mille balle blu (anzi 37 milioni). Propaganda e realtà.

In alto il sito inglese di enel. Ma il greenwashing ("la merda dipinta a fiorellini", se preferite)
non può nascondere la realtà dei fatti
Ci siamo imbattuti nel sito in lingua inglese con cui enel si presenta al pubblico estero. Le prime parole che compaiono all'apertura del sito sono: "beneficienza" (dalle nostre parti la chiamano "compensazioni"), "sostenibilità", "ambiente", "emissioni zero", "rinnovabili". Noi siamo rimasti senza parole. Voi?

Con l'occasione salutiamo gli impiegati dell'ente, che ci fanno visita quasi ogni giorno, veri aficionados.

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I veri costi del carbone.

Da Gaianews.it
"Converrà passare al 100% di energia da vento, sole e acqua entro il 2030

Uno dei fattori che più ostacolano la crescita delle energie rinnovabili è il loro costo. Attualmente, produrre energia con in vento o col sole costa molto di più che, ad esempio per l’Italia, acquistare elettricità prodotta dalle centrali nucleari della Francia. Ma questo ragionamento sembra fare acqua da tutte le parti, almeno secondo due ricercatori americani che hanno qualche giorno fa pubblicato la seconda parte di uno studio che chiarisce la distinzione tra il costo dell’energia eolica, per esempio, e quella delle fonti energetiche fossili tradizionali, come il carbone, che non contengono i costi sociali che pagheremo in futuro.

Nello studio di 21 pagine di Mark A. Delucchi, Professore di Studi sui Trasporti presso l’Università di California, Davis e Mark Z. Jacobson, professore di Ingegneria Civile e Ambientale presso la Stanford University, che non è stato finanziato da un gruppo di interesse, azienda o ente governativo, le conclusioni degli autori sono eloquenti: Quando i “costi esterni” del carbone (la salute umana e degli oneri ambientali della combustione di carbone a produrre elettricità) sono combinati con i costi di produzione del carbone (estrazione, trasporto, ecc.), ecco che il prezzo per l’energia ottenuta bruciando carbone nel 2005 variava da un minimo di 0,082 dollari per kilowatt-ora (kWh) ad un massimo di 0,290 $ per kWh. Guardando al 2030, il costo combinato di produzione di energia dal carbone e dei costi esterni sta nel range da 0,10 $ a oltre 0,30 $ per kWh. Questo negli Stati Uniti.

Questa è certamente un’informazione importante, considerando che il Dipartimento dell’Energia americano ha detto che a partire dal 2008, i parchi eolici in aree con risorse eoliche eccellenti (un bel po’ di sano vento) hanno avuto un costo in media di soli 0,059 $ per kWh, molto meno rispetto ai costi attuali e futuri dell’energia a base di carbone , documentata da Jacobson e Delucchi.

Inoltre, la ricerca di Delucchi e Jacobson mostra che “la produzione e i costi di trasmissione convenzionale” per l’energia eolica onshore (sulla terraferma) variano da 0,04 $ a 0,07 $ per kWh negli ultimi cinque anni. L’energia eolica offshore (in mare), mentre generalmente è più costosa rispetto all’energia eolica terrestre, è presentata nella relazione con un costo quasi simile al carbone, quando i costi esterni ( gli oneri sanitari e ambientali) del carbone sono incorporati. Ma è solo questione di tempo. Gli impianti eolici offshore, infatti, sono considerati dagli autori meno costosi rispetto al carbone dal 2020-2030.

Le conclusioni di Delucchi e Jacobson sono molto semplici: “La valutazione della fattibilità di fornire tutta l’energia di cui abbiamo bisogno, ovunque nel mondo, dal vento, dall’acqua e dal sole (Wind, Water, Solar, WWS), ossia una conversione del 100% della potenza da fonti di energia rinnovabili, ha ora soltanto scogli di tipo sociale e politico, non tecnologico e men che meno economico”.

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Art Mob contro l'ecomostro a carbone di Brindisi

Da Brundisium.net
"Oggi Giovedì 20 gennaio 2011 sulla spiaggia prospiciente la centrale "eco-mostro" Enel Federico II di Cerano prenderà forma un evento di denuncia singolare e dalla carica simbolica a dir poco suggestiva.
Un gruppo di artisti salentini e piemontesi (Pandemia 011, Franco G. Livera, Mina D'Elia) unendo le loro sensibilità artistiche darà vita ad un'originale e singolare Art Mob, un vero e proprio evento artistico di forte denuncia che prenderà vita alle ore 11.00 ai piedi dello sconcertante Orco di Cerano dispensatore di velenosissimi fumi per il Salento e la Puglia.

Seguendo una ritualità nata dalla rete degli ormai famosi Flash-Mob, vere e proprie performance artistiche di gruppo, artisti salentini e piemontesi costruiranno un ambiente decontestualizzato e di riappacificamento tra l'uomo e la natura ornando il territorio con ben 43 coloratissime cravatte che attraverso il gesto artistico, il simbolismo di innata eleganza e la potenza espressiva della vivacità e gioia di vivere dei loro colori daranno per la prima volta, dopo un lunghissimo periodo di buoi dell'anima e della sua felicità, un'autentica voce attraverso la performance a tutti quei cittadini che nel silenzio assordante delle Istituzioni e nell'arroganza delle Lobbies dell'Energia da anni subiscono ripetuti soprusi e angherie pagando pesantemente, sempre più spesso, con gravissime e letali patologie legate alla costante e devastante attività inquinante della Centrale elettrica a Carbone di Cerano, dispensatrice di fumi altamente tossici prodotti dalla combustione del Carbon Fossile, centrale devastante che si è meritata a livello internazionale lo sconcertante primato europeo di quantità di emissioni tossiche e inquinanti emesse, a seguito di emineti studi realizzati circa la tossicità ambientali e per questo oramai resa tristemente famosa quale l' "Orco di Cerano".
L'arte per pochi minuti ridarà vita purificando, concettualmente, quei luoghi di sofferenza e devastazione e dignità a tutti i cittadini salentini funestati e schiavizzati da questa "tirannia energetica" ridando dignità, bellezza e rispetto per una terra oramai divenuta luogo di scempio e di conquista da parte di disumane multinazionali dell'energia, sia essa energia prodotta da fonte fossile che energia prodotta da fonte rinnovabile selvaggia e industriale. Sarà proprio l'arte l'arma vincente di riscatto attraverso la quale far conoscere e dilvulgare tutte le sofferenze causate da scellerate politiche energetiche e industriali volute dalle tante Lobbies che hanno visto nella Puglia, e nel Grande Salento in particolare, quella terra tanto bella, quanto indifesa e vilipessa, abbandonata dall'intera classe politica e amministrativa pubblica, sempre più spesso collusa e in affari con gli scempiatori, che vede solo come suo obiettivo unico il nefasto "sviluppo" ad uso e consumo di pochissime Lobbies e potentati economici a totale danno di tutti i cittadini e di tutti i loro diritti e Beni Comuni, primo fra tutti il diritto alla vita e e il diritto alla salubrità del loro ambiente rurale, naturale e di vita.
L'esperimento di Art-Mob vuole essere, anche, un momento di contatto con tutti gli operatori della comunicazione e della Stampa affinché si sfati quell'ingiusta immagine che vuole redazioni e free-lance insensibili a temi di tale vitale portata sia per i cittadini la loro salute e la salubrità del loro territorio, pertanto si invitano giornalisti, redattori, cineoperatori, videoreporter, videodocumentaristi, fotografi, blogger, e chiunque abbia a cuore il futuro del nostro bellissimo Salento.

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Il procuratore Amendola chiede il monitoraggio ambientale a TVN

Da BigNotizie.it
"Affondo del procuratore Gianfranco Amendola contro le emissioni della cenrale a carbone di Torre Valdaliga Nord. Il magistrato ha scritto all'Arpa Lazio, l'8 gennaio scorso, affermando che ritiene "del tutto insoddisfacente che, in realtà, non vi sia alcun controllo pubblico permanente sule emissioni e sull'operato di Tvn, anche e soprattutto per i possibili rischi per la salute e per l'ambiente.

Ho già chiesto più volte informalmente che, proprio per questo, la rete di rilevazione venga gestita direttamente da una pubblica autorità. Oggi ritengo più che mai indispensabile che vi sia quanto meno un presidio fisso permanente pubblico presso gli impianti in questione, capace di controllare con immediatezza ogni evento anomalo (quali le dense emissioni, sopratutto notturne) e i dati della rete di rilevamento, al fine di verificare il rispetto delle prescrizioni tecniche che richiedono alta specializzazione e che sono assistite da sanzioni penali". L'Arpa Lazio, a sua volta ha inviato la stessa lettera alla presidente della regione Lazio renata Polverini e all'assessore all'ambiente Marco Mattei, dove sostiene di "condividere le preoccupazioni del procuratore". Chiede quindi che la Pisana acceleri "le azioni necessarie affinché l'agenzia superi il sempre più grave deficit di organico", che darebbe all'Arpa di realizzare il progetto chiesto dal procuratore Amendola."

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19 gennaio 2011

Moscherini indice incontro sull'Osservatorio ambientale. La popolazione arriverà preparata.

Apprendiamo da centumcellae.it che
"Si è svolto ieri un incontro tra i Sindaci del comprensorio, al quale erano presenti, oltre a Gianni Moscherini, Augusto Battilocchio (Allumiere), Roberto Bacheca (Santa Marinella), Mauro Mazzola (Tarquinia), Alessandro Battilocchio (Tolfa). Molte le tematiche che sono state affrontate nell’occasione, anche se particolare attenzione è stata dedicata all’andamento dell’Osservatorio Ambientale. In questo settore, si è concordato di promuovere, per la fine di febbraio, un’assemblea pubblica all’aula consiliare “Pucci” di Civitavecchia, dove i Sindaci riferiranno alle popolazioni del funzionamento dell’Osservatorio. “Abbiamo deciso –anticipa Moscherini – di attivare il registro dei tumori e di fare un centro di monitoraggio polmonare per le popolazioni. Gli altri Sindaci hanno inoltre condiviso la decisione, già assunta dal Consiglio Comunale di Civitavecchia, di acquistare una risonanza magnetica nucleare”. In senso più ampio si è infine convenuto sull’esigenza di comunicare, una volta al mese, i risultati raccolti dalle centraline di monitoraggio e di aprire un blog..."

Caro Moscherini sono anni che chiediamo l'istituzione di un registro diacronico dei tumori, avviarlo solo ora che la centrale a carbone è già in funzione nasconderà il suo impatto sulla condizione preesistente. Inoltre la popolazione vi chiede di comunicare IN TEMPO REALE i dati dell'Osservatorio, non settimanalmente o mensilmente, il che facilita il compito di nascondere con "Non disponibile" i dati degli sforamenti dei tetti massimi consentiti. Ad ogni modo la popolazione sarà presente e propositiva, puoi scommetterci.

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Savona: Tirreno Power si difende dalle accuse usando i suoi lavoratori come scudi umani

Da Savonanews.it
“L’azienda esprime profondo sconcerto e indignazione per l’iniziativa mediatica assunta oggi da un Comitato denominatosi Unione cittadini”.

Inizia così la replica di Tirreno Power all’esposto-denuncia presentato oggi in Tribunale a Savona con la richiesta di porre sotto sequestro la centrale termoelettrica di Vado Ligure, riportano alcuni organi di informazione dalla stessa sponsorizzati.

Per l'azienda l'esposto sarebbe "Una richiesta pretestuosa e priva di fondamento giuridico" pur non conoscendo i contenuti delle 26 pagine degli atti che la riguardano.

“Tirreno Power si riserva di fare tutti i passi legali necessari per tutelare l’immagine e la reputazione dell’azienda e dei tanti lavoratori che vi operano”

Questo è un classico: assimilare la propria reputazioni a quella dei lavoratori. Peccato che le due cose siano ben distinte.

I lavoratori non c'entrano nulla e sarebbe bene per decoro tenerli fuori da questa impasse aziendale senza usarli come scudi umani. Sarebbe bene che fosse la stessa tirreno power a lasciarsi consigliare dai suoi molteplici uffici stampa per mantenere una reputazione che scricchiola, già da quando il nr. 1 del PD savonese Di Tullio li bollò come "interlocutori non affidabili".

Indignati sono semmai i Cittadini che respirano, e gli enti locali (che certo non lo nascondono) per una condotta contraria ad ogni principio di cautela e di ascolto del territorio. Utili privati, inquinamento pubblico, è un costrutto comodo ma che non funziona più, perchè quando la trasparenza è assai poca 364 giorni l'anno, i controlli discutibili e/o autoreferenziati, hai voglia a spiegarla ad un malato di cancro che le emissioni sono nelle soglie consentite.

Forse un maggior ricorso alla impensabile soluzione del metano, comodamente allacciato da Snam a spese pubbliche, e un poco di sincerità in più su un combustibile fossile ottocentesco che si insiste ad utilizzare anche in centri abitati come Vado, Quiliano e la provincia di Savona - nonostante la contrarietà di tutti salvo le parti economicamente interessate - ossia un suo celere abbandono, aiuterebbe Tirreno Power e il suo gruppo - che si vanta di produrre "energia sensibile" - ad incorrere in un (forse) minor fatturato, ma anche in un minore periodico imbarazzo.

Forse più che preoccuparsi della propria immagine Tirreno Power bene farebbe ad occuparsi della Salute Pubblica, secondo Costituzione, più che con siti verdognoli, spazi pubblicitari, e dichiarazioni magniloquenti sull'ambiente, senza menzionare il nero carbone, se possibile.

ilpunto@savonanews.it

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Chiude il carbone a Genova, e a Savona?

Da SavonaePonente
"MODA – Apprendiamo da notizie stampa (Tg3 della Liguria del 12/01/2011) che gli Enti locali genovesi (Comune, Provincia e Regione) hanno deciso la definitiva chiusura della obsoleta piccola centrale ENEL di Stato a carbone nel porto di Genova (1° gruppo nel 2012, 2° nel 2013 e 3° nel 2017).
Accogliamo con piacere questa buona notizia considerando che i genovesi non respireranno più i pericolosi miasmi della vecchia centrale in pieno centro abitato riducendo così i numerosi morti prematuri, le malattie ed i relativi costi esterni prodotti dall’inquinamento dei fumi del carbone nonché i dannosi effetti sul clima per eccesso di CO2.
Nello stesso tempo però siamo costernati ed indignati per il fatto che non si applichino gli stessi principi di salvaguardia ambientale per la popolazione del savonese (con i Comuni di Vado, Quiliano, Savona, Spotorno, Noli, Bergeggi e della Val Bormida ecc.) chiudendo i vecchi gruppi a carbone della grande centrale di Vado addirittura di proprietà privata (De Benedetti) che continuano invece vergognosamente a inquinare massivamente in pieno centro abitato pur essendo, come quelli di Genova, totalmente obsoleti e non a norma almeno dal 2005 rispetto alle norme IPPC italiane ed europee. Ricordiamo tra l’altro (vedi allegato):

• I costanti superamenti del Limite di legge dei principali inquinanti nel savonese in particolare per le polveri sottili cancerogene e cardiotossiche Pm10 e Pm 2,5 come documentato da misure satellitari di ESA (Agenzia Spaziale Europea)
• Gli studi sui licheni che dimostrano nel comprensorio di Savona, Quiliano e Vado livelli di inquinamento paragonabili ai siti più inquinati d’Italia
• Il mancato rispetto dalle normative Ue IPPC dei gruppi 3 e 4 a carbone che sono “fuorilegge” e che quindi andrebbero immediatamente chiusi perché, non utilizzando la “miglior tecnologia disponibile”, producono oggi eccessivo inquinamento e costi esterni di 140 milioni di euro/anno.
• La mancanza per la centrale Tirreno Power della obbligatoria certificazione A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) dell’Unione Europea per cui attualmente l’impianto non potrebbe funzionare.
• Il maggior livello nel 2005 di mortalità standardizzata d’Italia per tumori totali in Provincia di Savona con il continuo incremento dell’incidenza di malattie cardiache e tumorali.
Ci troviamo quindi di fronte a una Regione che usa “due pesi e due misure” come se i cittadini del Savonese e della Val Bormida fossero più resistenti di quelli di Genova alle gravissime patologie tumorali, cardiocircolatorie, degenerative sicuramente indotte dall’inquinamento da carbone. La centrale Tirreno Power di Vado nel savonese ” è la prioritaria responsabile delle emissioni di Ossidi di azoto (68,3%); PM10 (34,9%), SOx (89,7%) e di COV (37,9%). ” (vedi Piano regionale 2006 a PAG. 1072-1073 e 1074). Inoltre i vecchi gruppi a carbone 3 e 4 da soli sono responsabili dell’80% dell’inquinamento dell’intera centrale.

Addirittura oggi si parla di “potenziamento a carbone” quando è stato dimostrato scientificamente che porterebbe maggior inquinamento sul territorio, mentre Tirreno Power continua a raccontare la favola del “carbone pulito”!
Dal maggio 1988 attendiamo la completa metanizzazione e il depotenziamento di questa “centrale in città” come richiesto dall’Istituto Superiore di Sanità e a tutt’oggi dall’Ordine dei Medici della Provincia di Savona come peraltro votato all’unanimità dai Comuni di Vado, Quiliano, Savona e per ben due volte dalla Provincia di Savona.
La situazione attuale verrà ulteriormente aggravata dal progetto di combustione dei rifiui come CDR nei gruppi a carbone (vedi pag. 170 del Piano provinciale rifiuti approvato dalla Regione) con emissioni aggiuntive nei fumi delle pericolosissime diossine e metalli pesanti mentre nel savonese da più parti si invoca come “soluzione finale” l’ampliamento della discarica ECOSAVONA del Boscaccio a Vado per accogliere tutti i rifiuti della Provincia di Savona e anche di Imperia nonché la realizzazione di una inutile piattaforma Maersk a tombare la rada di Vado con aggravio dell’inquinamento atmosferico per il pesante traffico indotto e dell’ inquinamento marino per il rimescolamento dei fondali altamente inquinati.

A FRONTE QUINDI DELLA TOTALE IRRESPONSABILITÀ DEGLI ENTI PUBBLICI LOCALI NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE E DELL’AMBIENTE DEL COMPRENSORIO SAVONESE, A SALVAGUARDIA DELLA SALUTE, CHIEDIAMO IL TRASFERIMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE.

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Carbone a Saline Joniche: dopo la bocciatura tempo di proposte alternative

Comunicato stampa del Coordinamento Associazioni Area Grecanica contro il carbone a Saline Joniche (RC)

Dopo la lunga pausa natalizia, i lavori del Coordinamento Associazioni Area Grecanica sono ripresi con una partecipata assemblea svoltasi nella giornata di ieri presso l’Ostello di Pentedattilo.

Il coordinamento, formato da circa 50 associazioni, si batte da diversi anni per dare voce a coloro che sono contrari alla costruzione di una centrale termoelettrica nell’area ex Liquichimica di Saline Joniche.

Durante l’assemblea di ieri, i delegati delle associazioni aderenti al Coordinamento, dopo aver analizzato l’evolversi della situazione riguardo all’ipotesi centrale a carbone, hanno valutato le azioni da intraprendere per promuovere uno sviluppo alternativo dell’area. Dagli interventi dei presenti, infatti, è emersa la necessità, di sostenere iniziative che diano avvio ad una seria e proficua discussione sulla crisi occupazionale che, ormai endemicamente, attanaglia l’Area Grecanica.

Il Coordinamento, quindi, nei prossimi giorni, si muoverà su questa nuova linea d’azione chiedendo incontri formali con le organizzazioni sindacali e datoriali della provincia di Reggio Calabria (già espressesi negativamente riguardo all’ipotesi carbone) con l’intento dichiarato di avviare un vero e proprio laboratorio d’idee che porti ad un’iniziativa pubblica dove trattare ampliamente e in modo partecipato i temi occupazionali dell’area.

Dopo la fase del “NO” secco e convinto al carbone, prende quindi avvio un nuovo percorso a carattere propositivo, pensato dal Coordinamento come strumento imprescindibile per attivare la cittadinanza e dare al mondo politico istituzionale un forte impulso che porti alla concretizzazione di azioni volte alla promozione di uno sviluppo sostenibile ed alternativo alla centrale SEI.

Coordinamento Associazioni Area Grecanica

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18 gennaio 2011

17 gennaio 2011

Ogni giorno nell'Alto Lazio

Uno dei manifesti apparsi oggi per le strade della città di Tarquinia.

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16 gennaio 2011

Il Movimento Nocoke Alto Lazio prepara una nuova battaglia legale per Civitavecchia

Comunicato stampa
"I comitati di Porto Tolle vincono la loro battaglia contro ENEL: condannati in cassazione gli ex amministratori delegati per i reati di emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico provocati dalla centrale ad olio combustibile di Polesine Camerini.
Il Movimento Nocoke Alto Lazio prepara la battaglia legale per Civitavecchia.

E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da semplici cittadini che, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati dagli Enti preposti a tale compito, si erano rivolti alla magistratura; un importante risultato che crea un precedente devastante per Enel che ora si troverà a rispondere, anche qui a Civitavecchia, dei danni che saranno provocati del carbone della centrale TVN.
La Cassazione ha, infatti, confermato la condanna per i vertici della centrale Enel di Porto Tolle tra cui gli allora A.D. Paolo Scaroni (oggi Eni - lo stesso che fece approvare la centrale di Torrevaldaliga Nord) e Franco Tatò nonché gli allora Direttori dell’impianto Zanatta e Busatto, riformando l'appello. Una sentenza resa possibile dalla dovizia di particolari contenuta nelle consulenze tecniche di cui si è avvalsa la Procura da parte di esperti come l'ingegner Paolo Rabitti, tra l'altro impegnato a provare altri disastri ambientali nei procedimenti penali di Porto Marghera o dello scandalo rifiuti di Napoli e della Campania, e che entra in stretta relazione con quanto sta accadendo a Rovigo dove il ministro Alfano ha, vergognosamente, inviato gli ispettori contro i pm Manuela Fasolato e Dario Curtarello che indagano sulla riconversione della stessa centrale Enel da olio combustibile a carbone.
Ci uniamo al comitato “Cittadini Liberi di Porto Tolle” nell’esprimere riconoscenza e gratitudine ai legali avv.ti Matteo Ceruti e Valerio Malaspina che hanno appoggiato sostenuto, in varie forme, l’azione di denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine Camerini, sottolineando quanto le gravi inadempienze nella gestione della stessa fossero lesive della salute della popolazione residente nonché le gravi responsabilità dei vertici aziendali in tale contesto e che rende merito alla correttezza dell’impostazione accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dai comitati, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.
Per Civitavecchia , attualmente una delle città tra le più compromesse dalle ricadute inquinanti a causa di 50 anni di servitù energetica imposta dallo Stato e dalle Amministrazioni ammaestrate dai fondi elargiti quali compensazioni, quello di Porto Tolle è l’esempio da imitare e che, nella convinzione che si sia compiuto un atto di GIUSTIZIA SOCIALE, sentiamo il dovere di chiedere anche per il nostro territorio.
Dopo anni di vessazione il Movimento Nocoke Alto Lazio ed il comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia inizieranno, con energia rinnovata, da questa vittoria, il percorso legale utile a denunciare il massiccio inquinamento, che ha reso tristemente noto il comprensorio per le statistiche di alta mortalità di patologie tumorali.

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Tirreno Power denunciata per omicidio dai cittadini di Savona

Comunicato stampa
L'Unione Cittadini e Comitati di Savona denuncia Tirreno Power per "Getto pericoloso di cose, lesioni personali ed omicidio"
Sono queste le principali accuse contenute nell'esposto/denuncia che verrà depositato presso la Procura della Repubblica di Savona alle ore 11:30 di martedì 18 gennaio 2011 con richiesta di sequestro preventivo degli impianti di Vado Ligure / Quiliano.
Quarant'anni di inquinamento ininterrotto, enormi ripercussioni sulla salute dei cittadini che si ammalano e muoiono in percentuale significativamente maggiore rispetto alla media regionale che – con la presenza di tre centrali a carbone - è già tra le più alte d’Italia.

Questo il dato di fatto che – al di là delle rassicurazioni politiche, basate su fonti e dati non sufficientemente attendibili – ha spinto un gruppo di cittadini a denunciare alla Procura di Savona la Tirreno Power – proprietaria della centrale di Vado Ligure e controllata da SORGENIA (Gruppo CIR/De Benedetti) – con l’ipotesi dei seguenti reati:

GETTO PERICOLOSO DI COSE, LESIONI PERSONALI ed OMICIDIO

e con richiesta di sequestro preventivo dei gruppi a carbone 3 e 4, ritenuti responsabili di buona parte dell’inquinamento che ricade in un raggio di 50 km ca. intorno alla centrale con un elevatissimo costo sociale in termini di danni, malattie e decessi che interessa l'intera provincia.

L’esposto, curato dall’avvocato Roberto Suffia, verrà depositato presso il Tribunale di Savona martedì 18 gennaio, alle ore 11,30. Alle ore 12 è previsto un incontro con giornalisti e TV, all’ingresso del Tribunale, durante il quale l’avvocato Suffia sarà disponibile per rispondere alle domande.

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Enel condannata per le emissioni a Polesine Camerini (Porto Tolle)

Comunicato stampa
"Il comitato “cittadini liberi – Porto Tolle”, esprime riconoscenza e gratitudine a tutti coloro, in primo luogo ai nostri legali avv.ti Matteo Ceruti e Valerio Malaspina, che dal febbraio 2002 (anno di nascita dell’associazione) hanno appoggiato sostenuto in varie forme l’azione di denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine Camerini, ritenuta lesiva nei confronti della popolazione residente nella piccola frazione del Delta del Po. All’indomani del verdetto della Suprema Corte di Cassazione avvenuto a seguito dell’udienza svoltasi in data di ieri, manifestiamo piena soddisfazione per la positiva conclusione del procedimento da noi intentato contro la società energetica che dal 1980 opera nel nostro territorio e che negli anni successivi si è resa responsabile di aver commesso gravi inadempienze nella gestione della più grande centrale termoelettrica del paese. In estrema sintesi la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi da noi presentati riconoscendo una condotta penalmente punibile sia degli amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, sia dei tecnici Zanatta e Busatto, in qualità di direttori dell’impianto nel periodo contestato.

Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria, la Suprema Corte, ha annullato la sentenza della Corte d'Appello di Venezia del 1999, nella parte in cui aveva escluso la responsabilità penale per gli amministratori delegati, accogliendo invece quanto stabilito dal giudice di primo grado ad Adria nel marzo 2006, riconoscendo una responsabilità del vertice della holding in relazione ai reati di emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico.

Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i danni patiti delle parti civili rimaste.

Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell’impostazione accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi, che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.

E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da semplici cittadini, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati dagli Enti preposti a tale compito, l’importante risultato raggiunto crea un precedente devastante per Enel, anche in considerazione dell’annunciata riconversione a carbone, recentemente autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico, in futuro i vertici aziendali non potranno più dire che non sapevano ciò che accadeva alla “periferia dell’impero”, negli impianti delle loro società, ma saranno chiamati a risponderne personalmente.


Giorgio Crepaldi - comitato “cittadini liberi – Porto Tolle”

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14 gennaio 2011

Civitavecchia 14/01/2011, Torrevaldaliga Nord a carbone

I cittadini non dormono e non tengono gli occhi chiusi, caro sindaco Gianni Moscherini.


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Piccolo grande Mauro Mazzola

In un granello di sabbia puoi vedere l'infinito, scrisse William Blake. In un uomo piccolo come questo vedi tutto lo squallore della vicenda della riconversione a carbone di TVN. Comunicato stampa nocoke Alto Lazio- Tarquinia:

MAZZOLA CI HA TRADITI, LA STORIA DELLA NOSTRA CITTÀ E I NO COKE NON ASSOLVERANNO E NON DIMENTICHERANNO MAI LA SUA COLPA..

In questi giorni, sui giornali, sono apparse alcune delle tante dichiarazioni bugiarde di Mazzola: "sono FIERO di aver accettato il finanziamento della servitù energetica, ”se la centrale uscisse dai parametri farei qualcosa”.

Il sindaco dice di essere pronto a denunciare Enel qualora esca dai parametri, eppure Enel lo fa tutti i giorni con il suo beneplacito.

TVN è in attesa dell'AIA , l’ Autorizzazione Integrata Ambientale che prevede il ridimensionamento di tutti i livelli degli inquinanti e che non permetterebbe più ad Enel di bruciare il carbone con alto tenore di zolfo come fa ora, ma alla conferenza dei servizi c’erano solo i no coke a chiedere tutela per la salute.

Tutto il nostro sdegno e la nostra contrarietà ad accettare soldi dall'inquinatore trova conferma, oggi più che mai, nella cappa di fumo nero che la combustione del carbone ci regala ogni giorno, colorando in maniera funerea il nostro cielo.

MAURO MAZZOLA dovrebbe vergognarsi di dichiarare che il “no alle compensazioni” non lo aveva sottoscritto!

Noi cittadini ci sentiamo ancora più offesi se andiamo a rileggere quella serie di delibere approvate tutte all' unanimità dai consiglieri, allora di minoranza, CENTINI, CELLI, SCALET, RANUCCI,che lo smemorato sindaco non ricorda.

Nella delibera del consiglio n. 60 del 29 11 06: “Il consiglio vota all’unanimità la contrarietà alla politica bieca delle “compensazioni” per i danni provocati al territorio dall’uso del carbone.” e in quella del consiglio del 12 04 07: mozione a firma del consigliere Daniele Scalet: “si ribadisce che “vanno rifiutati senza tentennamenti i soldi di chi ha scelto il carbone, per dare una mano a chi vuole mettere sotto silenzio le popolazioni inquinate accattivandosele con contributi per acquistare ambulanze, allestire centri per disabili, costruire campi sportivi, ecc. Non vogliamo i finanziamenti che puzzano di carbone”.

I MEDICI CHE FANNO PARTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TARQUINIA NON SI SONO PIÙ PRONUNCIATI, COME FANNO I MEDICI DELL'ISDE, SUL PERICOLO DELLA COMBUSTIONE DEL CARBONE.

È evidente che i soldi delle compensazioni servono per tacere, a fare SILENZIO sugli effetti inquinanti dell’impianto a carbone, SILENZIO su tutte le di gravi omissioni nelle procedure di Enel , SILENZIO sulla mancata rilevazione dell' inquinamento a Tarquinia, SILENZIO sull’ aumento vertiginoso di malattie e morti per tumore, SILENZIO sui cieli sporchi, SILENZIO sul fumo nero del carbone.

Il binomio soldi-silenzio sui pericoli alla salute, fa delle convenzioni economiche una colpa omicida ed ogni malato ed ogni morto di tumore potrebbero dipendere dall’inquinamento senza controlli.

Tutela della salute?

MAURO MAZZOLA osteggia continuamente la credibilità del nuovo osservatorio ambientale dei medici (pilastri del Movimento no coke) che ne fanno parte, solo perché vorrebbe gestire l’altro osservatorio, quello FALSO, QUELLO dei sindaci a contratto INFARCITO DEL MILIONE DI EURO CHE ENEL VERSA OGNI ANNO, per controllarlo ed impedire misure contro sull’inquinamento.

I soldi del falso osservatorio,nessuno sa spiegare che fine abbiano fatto,visto che non hanno mai prodotto nulla,tantomeno dati per il controllo dell’aria.

Inoltre non è stato mai prodotto un documento serio su come siano stati spesi i soldi di ENEL a Tarquinia,(nessun consigliere comunale è mai riuscito ad averlo)e non è mai stato investito un centesimo di questi soldi per tutelare la nostra salute, visto che l’unico monitoraggio ambientale lo ha fatto IL COMITATO DEI CITTADINI LIBERI CON IL CONTRIBUTO DELLE AZIENDE E DEI CITTADINI.

Mazzola poteva e non ha istituito uno studio epidemiologico, non ha fatto screening sugli abitanti per l'arsenico e sui lavoratori a rischio, Non ha istituito un fondo per i malati di tumore che volessero analizzare il tessuto tumorale e risalire alla causa, Non ha istallato centraline di rilevamento dell’ inquinamento (quelle di ultima generazione sono mezzi mobili che possono andare ovunque...anche sotto la ciminiera!!!), Non ha tutelato per vie legali i cittadini che si dovessero ammalare, o perdere il lavoro a causa dell'inquinamento.

Le compensazioni hanno comprato il silenzio dei sindaci, ma noi, insieme a tutti i cittadini che lo vorranno, siamo decisi a non arrenderci."

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2010, caldo record da 150 anni

Da Repubblica.it "2010, il più caldo in 150 anni - dalla Nasa allarme per il clima"

Nuovo record per la temperatura terrestre. Il 2010 ha superato il 2005 e il 1998 considerati (a secondo del tipo di misure eseguite) come gli anni più caldi dal 1880 ad oggi. Il dato è stato rilasciato dal Giss (Goddard Institute for Space Studies) della Nasa. La differenza rispetto al 2005 è di soli 0.01 gradi centigradi, ma nonostante ciò la Nasa è riuscita a determinare che l'anno appena trascorso è stato il più caldo dei precedenti. Dopo il 2005 e il 1998 seguono a ruota il 2002, il 2003, il 2006 e il 2007.
Stando ai dati in possesso della Nasa si può affermare che la temperatura del 2010 è risultata di 0,74°C superiore alla media ottenuta tra il 1951 e il 1980. Facendo analisi a più lungo periodo, secondo gli scienziati ora la temperatura si sta innalzando ad una velocità di circa un quinto di grado centigrado ogni 10 anni.

"Se le condizioni attuali continueranno a rimanere tali, ossia se non si diminuirà l'immissione di anidride carbonica nell'atmosfera, il 2010 conserverà per ben poco tempo il record acquisito", ha detto James Hansen del Giss. Il risultato prodotto dall'Istituto americano è quanto ottenuto dalla raccolta di dati di oltre 1.000 stazioni meteorologiche sparse per il mondo, di dati raccolti dai satelliti meteorologici, da osservazioni marine e da stazioni scientifiche poste in Antartide.

Secondo i ricercatori della Nasa la situazione emersa deve far particolarmente riflettere in quanto il 2010 è stato interessato, almeno per la seconda parte dell'anno, dalla Nina un fenomeno climatico che raffredda la superficie di una grande parte dell'Oceano Pacifico, che poi si riflette su tutto il pianeta.

"Se si epurano i dati della Nina e del Nino che l'ha preceduta si scopre che l'ultima decade si è riscaldata ad una velocità sicuramente superiore rispetto alle due decadi precedenti", ha spiegato Hansen.

Il ricercatore sottolinea come i due inverni particolarmente freddi che hanno interessato il nord del pianeta non devono quindi, lasciarci ingannare: l'aumento della temperatura terrestre prosegue senza sosta e il freddo è proprio una conseguenza di ciò. Al Polo Nord infatti, dove le temperature crescono più velocemente che in ogni altra parte del pianeta, si sono create delle situazioni meteorologiche anomale create dalla diminuzione dei ghiacci, le quali spingono verso sud venti freddi. Ma nulla più. Sul resto del pianeta le temperature non hanno mostrato diminuzioni di sorta in nessuna delle stagioni dell'anno.
(13 gennaio 2011)

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13 gennaio 2011

Porto Tolle: condannati in via definitiva vertici enel

Aggiornamento: aggiunto sotto il comunicato dei Cittadini LIberi di Porto Tolle

Da Greenreport.it "Condannati i vertici di Enel per i danni provocati dalla centrale di Porto Tolle"
Gli ex amministratori delegati di Enel Spa Francesco Luigi Tatò e Paolo Scaroni, sono stati condannati dalla Terza sezione penale della Cassazione per i danni provocati dalla centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle (Rovigo), nel Parco del Delta del Po. Diciamo subito che la sentenza penale serve fondamentalmente in chiave futura considerato che i reati sono stati prescritti, mentre va avanti la causa in sede civile: la Corte d'appello civile di Venezia dovrà ora quantificare i danni.

A costituirsi parte civile erano stati enti pubblici veneti ed emiliani, il ministero dell'Ambiente e le associazioni Italia Nostra, Wwf e Legambiente. I reati imputati alla società erano di emissioni moleste, danneggiamento all'ambiente, al patrimonio pubblico e privato e la violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico. La notizia è stata accolta con grande soddisfazione da Greenpeace con l'auspicio che in qualche modo la sentenza possa pesare sul futuro della centrale.

Infatti Enel vorrebbe trasformare questo stesso impianto in una centrale a "carbone pulito" (con il via libera del ministero dello Sviluppo economico) e, a tale scopo, si è fatta anche finanziare dall'Ue un progetto per lo stoccaggio sotterraneo della CO2. Impatto sull'ambiente e incertezze tecniche rendono poco sostenibile questo progetto: tra l'altro il Delta del Po, informano da Greenpeace, è ai primi posti di ogni classifica mondiale sugli estuari a rischio, con un ritmo di abbassamento dell'ordine di 3 centimetri all'anno, a causa della subsidenza del suolo ma anche dell'innalzamento del livello del mare dovuto al cambiamento climatico.

«Spendere due miliardi e mezzo di euro per produrre dieci milioni di tonnellate di CO2 l'anno non sembra una scelta saggia. Enel - ha dichiarato Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia - dovrebbe smetterla di investire in tecnologie pericolose come carbone e nucleare e passare con decisione alle rinnovabili e all'efficienza: oltre a Greenpeace, anche la Commissione europea e vari gruppi di imprese hanno già definito scenari realistici per un'Europa 100% rinnovabile al 2050. Perché l'Italia ed ENEL- ha concluso Giannì- non dovrebbero accettare questa sfida che oltretutto genera molta più occupazione?»

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ENEL CONDANNATA PER LE EMISSIONI A POLESINE CAMERINI


12 gennaio 2011

Il comitato "cittadini liberi - Porto Tolle", esprime riconoscenza e
gratitudine a tutti coloro, in primo luogo i nostri legali avv.ti Matteo
Ceruti e Valerio Malaspina, che dal febbraio 2002 (anno di nascita
dell'associazione) hanno appoggiato sostenuto in varie forme l'azione di
denuncia contro il funzionamento della centrale Enel di Polesine
Camerini, ritenuta lesiva nei confronti della popolazione residente
nella piccola frazione del Delta del Po. All'indomani del verdetto della
Suprema Corte di Cassazione avvenuto a seguito dell'udienza svoltasi in
data di ieri, manifestiamo piena soddisfazione per la positiva
conclusione del procedimento da noi intentato contro la società
energetica che dal 1980 opera nel nostro territorio e che negli anni
successivi si è resa responsabile di aver commesso gravi inadempienze
nella gestione della più grande centrale termoelettrica del paese. In
estrema sintesi la Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi da noi
presentati riconoscendo una condotta penalmente punibile sia degli
amministratori delegati di ENEL spa Tatò e Scaroni, sia dei tecnici
Zanatta e Busatto, in qualità di direttori dell'impianto nel periodo
contestato.

Pur nell'attesa del deposito della motivazione della sentenza, si può
già osservare che, malgrado la complessità della struttura societaria,
la Suprema Corte, ha annullato la sentenza della Corte d'Appello di
Venezia del 1999, nella parte in cui aveva escluso la responsabilità
penale per gli amministratori delegati, accogliendo invece quanto
stabilito dal giudice di primo grado ad Adria nel marzo 2006,
riconoscendo una responsabilità del vertice della holding in relazione
ai reati di emissioni moleste, danneggiamenti e violazione della
normativa sull'inquinamento atmosferico.

Ora, essendosi nel frattempo prescritti i reati, spetterà alla Corte
d'Appello civile di Venezia operare l'esatta quantificazione di tutti i
danni patiti delle parti civili rimaste.

Si tratta di un'importante conferma della correttezza dell'impostazione
accusatoria formulata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e della
posizione perseguita dalle parti civili rappresentate dagli scriventi,
che sono stati gli unici soggetti a sostenere sino all'ultima fase
processuale la tesi di un obbligo di controllo e di intervento sulla
centrale di Porto Tolle, anche da parte dei massimi livelli societari.

E' una grandissima vittoria che premia il meticoloso lavoro compiuto
dalla Procura di Rovigo a seguito delle numerose denuncie formulate da
semplici cittadini, consapevoli di non essere adeguatamente tutelati
dagli Enti preposti a tale compito, l'importante risultato raggiunto
crea un precedente devastante per Enel, anche in considerazione
dell'annunciata riconversione a carbone, recentemente autorizzata dal
Ministero dello Sviluppo Economico, in futuro i vertici aziendali non
potranno più dire che non sapevano ciò che accadeva alla "periferia
dell'impero", negli impianti delle loro società, ma saranno chiamati a
risponderne personalmente.


Il comitato "cittadini liberi - Porto Tolle"


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"La nuova storiella", di Claudio Vela

Dal Claudio Vela già autore di un piccolo simpatico componimento sul tema del carbone, pubblichiamo "La nuova storiella".

Come faccio a spiegare alla dolce mia Nonnina,
che mangiare l'insalata con amore coltivata,non è cosa genuina,
non capisce poverina,che nell'aria c'è qualcosa.
che si posa sulla terra,e la rende assai dannosa.
...Mi ripete con passione,è verdura del mio orto,
non c'è storia non c'è cosa,qui nessuno c'è mai morto.
Ieri e Oggi come vedi sò due cose differenti,
tanti anni son passati e sò cambiati i tempi,
respirare e mangiare è cosa faticosa,
hann cambiato la centrale ed è assai pericolosa,
il mercurio,il nickel,l'arsenico e il berillio,
il piombo e il polonio e non sò più come dirlo,
sò elementi radioattivi che ce fanno assai del male,
che s'incastrano nel corpo e non è cosa naturale,
se nascondono per anni per poi venire fuori,
ma quando ci svegliamo ormai sò dolori.
Perciò mia Nonnina, ora pianta solo fiori,
prega poi la Madonnina che non c'escano i tumori..
Questo è l'Oggi ,e poi chissa il Domani,
sogno un mondo assai migliore,
che finisca in buone mani
o in quelle del Signore,
o di persone che vedono, con l'occhio assai lontano,
e non persone ceche con i soldi nella mano...


E ci sentiamo di ripetere, come una Eco, questi ultimi due versi: "...o di persone che vedono, con l'occhio assai lontano, e non persone ceche con i soldi nella mano..."

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I sonetti di Giancarlo Peris. " Papere e ciminiere" (a Vittorio Petrelli)

Civitavecchia. Alessio De Sio (ex sindaco), Enzo Berardozzi, Anita Cecchi, Manrico Coleine (osservatorio ambientale), Mauro Cosimi, Sandro De Paolis, Luigi di Marco, Simone Giganti, Franco Grassi, Claudio La Camera, Flavio Maliani, Graziano Marsili, Roberto Passerini, Vittorio Petrelli, Mauro Ranieri, Leonardo Roscioni, Renato Solinas, Dimitri Vitali, Enzo Zappacosta. Questi i benefattori che votarono sì al carbone. Molti di loro occupano tuttora scranni nel Consiglio comunale.

A uno di loro è dedicato il sonetto di oggi, a quel Vittorio Petrelli che non rinnega ancora, se interrogato in merito, la scelta di voto pro carbone. Buona lettura.

Papere e ciminiere 10 gennaio 2002


Petrelli che pe’ i tir, su li lenzoli,
Ce metti papere de Lega Ambiente,
E s’auspichi carbone su ‘sti moli
La ciminiera, simbolo dell’Ente,


Che intendi puli’ l’aria dar benzene
Pe’ faccela poi pregna de carbone,
Che voi leva’ via Isonzo da le pene
Pe’ intossica’ da Frasca a Marangone,


Che voi da’ sovvenzioni a l’ospedale
Di modo che chi poi se pia er tumore
Per fumo che je manna la centrale
Andrà dar padre eterno co’ più amore,


Lo disse già Aristotele e adè vero:
Nun poi esse ar contempo e bianco e nero.

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12 gennaio 2011

11_1_11 palindromi velenosi a TVN

Grazie al monitoraggio dei cittadini che vegliano sul territorio e condividono i loro scatti!  
Tranquilli è solo vapore®




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11 gennaio 2011

Civitavecchia, torna il pericolo inceneritore al centro chimico-militare Nbc

Da BigNotizie.it
Si fanno sempre più insistenti le voci su un accordo tra il sindaco di Roma, Alemanno, e il Ministro della Difesa (proprietario dei terreni del centro chimico militare Nbc a Santa Lucia), La Russa per realizzare un inceneritore nell'area militare tra Civitavecchia ed Allumiere. Gino De Paoli (Sel): "L'avevamo detto da tempo". Il deputato del Pd Pietro Tidei ha presentato una interrogazione urgente al ministro. Sulla discarica il sindaco di Ladispoli Paliotta: "Se la facciano a Roma"

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Puntare sul carbone è scommettere su un cavallo bolso

Intervista a Vanni Destro da RovigoOggi.it
"Secondo Vanni Destro, esponente del movimento 5 stelle rodigino, la firma del ministro Romani sul decreto autorizzativo di Polesine Camerini, è stata un atto dovuto che sarebbe arrivato anche prima se Scajola non avessero lasciato vacante il posto di Ministro dello Sviluppo Economico per oltre sei mesi.
Ben più pesante e, forse, meno scontato è stato il placet dato dal Ministero dell'Ambiente Prestigiacomo.
Ora, comunque, l'iter è concluso e l' Enel ha tutte le carte in mano per avviare i lavori della riconversione partendo dalla demolizione della vecchia centrale a olio.
Quella è un bel po' che comunque è in atto, se si considera che, più che in "riserva energetica", la centrale di Polesine Camerini, è una sorta di magazzino ricambi dal quale si prelevano pezzi per altre centrali in funzione.
Sempre secondo Vanni Destro tornando ai lavori che Enel dovrebbe avviare sorgono dubbi legittimi.
Nel Paese è in calo prolungato, il 6-7% rispetto ad un paio d'anni fa, la richiesta di energia elettrica e la situazione che ha portato alla riconversione a Civitavecchia, dove per altro funziona un solo gruppo, è abbastanza mutata da suggerire cautela rispetto a nuovi investimenti.
La riconversione a Civitavecchia ha, oltretutto, fatto emergere una serie di problematiche legate al mancato rispetto di norme previste in sede di progetto, come, ad esempio, il trasporto del carbone e dei residui post combustione che dovrebbero avvenire al chiuso e non all'aperto come in qualche caso pare sia avvenuto, a incidenti mortali o a casi di corruzione.
Vi sono inchieste aperte dalle Procure di Roma e Civitavecchia che, assieme ad altri, hanno coinvolto l'ex sindaco di Civitavecchia e anche l'ex direttore di quella centrale e attuale direttore a Porto Tolle Ivano Ruggeri.
Pare addirittura che non esista un piano reale del costruito che sarebbe, come spesso accade, difforme rispetto al progetto e che la divisione di ingegneria stia lavorando a testa bassa per avere tutti i disegni tecnici aggiornati.
Stando ai dati in possesso al Movimento 5 stelle sulle questioni legate agli investimenti, sembra che l'attenzione di Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, sia principalmente rivolta alla riduzione del debito che ammontava, alla fine del 2009 a circa 51 miliardi di euro, vedremo per il 2010, pena il declassamento da parte delle agenzie internazionali di rating con un più complicato accesso a eventuali finanziamenti che, nel caso di avvio concreto del programma nucleare italiano, servirebbero come il pane ad Enel.
Non da ultimo vi è il fatto se un anno fa si incassavano circa 90 euro per MWh ora se ne incassano circa 60 il che significa tirare la cinghia e rinunciare alla cosiddetta manutenzione programmata per intervenire sui guasti.
Questo significherebbe che al momento Enel non sta investendo un euro in nuovi impianti e che in questo 2011 non si prevederebbero investimenti reali, al massimo la predisposizione del cantiere a Polesine Camerini, perchè i soldi non ci sarebbero.
La conclusione logica quindi è che la riconversione rimarrebbe al palo con buona o cattiva pace di chi ha puntato troppo su un cavallo bolso.
Il Movimento 5 Stelle di Rovigo, che è comunque contrario al carbone, vive l'amarezza di constatare la miopia collettiva della classe dirigente politica e imprenditoriale che insegue un miraggio e non investe nelle reali potenzialità del territorio polesano.

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Riconversione a carbone di Porto Tolle, qualche retroscena

Da QualEnergia.it "L'avallo del Governo al carbone di Enel"
"L’Italia, in barba agli impegni sulle emissioni presi con il protocollo di Kyoto e a quelli di medio periodo, continua a puntare sul carbone, sotto la pressione di Enel e del ricatto occupazionale. La querelle sulla conversione a carbone della centrale di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, arriva dopo alcuni anni al capolinea con l’autorizzazione del Ministro Paolo Romani, dopo il giudizio di compatibilità ambientale e dopo il via libera di luglio della Conferenza dei Servizi (contraria solo l’Emilia Romagna).

Già nel marzo 2010 la Regione Veneto e l’Enel avevano sottoscritto un accordo di programma per la sua riconversione a carbone che prevedeva anche una serie di finanziamenti per diversi milioni di euro per compensazioni ambientali, la costruzione di un osservatorio e il risarcimento dei disagi provenienti dalla costruzione e dal funzionamento della centrale. Qualche briciola rispetto a un progetto di conversione che richiederà da parte di Enel un investimento di circa 2 miliardi di euro e porterà ingenti profitti.

La centrale, che attualmente brucia olio combustibile, si trova all’interno del Parco Regionale Veneto del Delta del Po, un'area ad alto pregio naturalistico, che comprende alcune riserve naturali di rilievo internazionale (il sito è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è Sito di Importanza Comunitaria all’interno dell’Unione europea, nonché zona umida protetta dalla convenzione internazionale di Ramsar). Il progetto potrebbe mettere sotto scacco ambientale un’intera area visto anche che l’approvvigionamento del combustibile e lo smistamento dei materiali avverrà principalmente per mare e per le vie fluviali, utilizzando un sistema di stoccaggio e movimentazione appoggiati su una nave “storage”, ancorata al largo del delta del Po.

La centrale, una volta ultimata la riconversione, funzionerà con tre sezioni alimentate a carbone e parzialmente a biomasse per una potenza elettrica lorda nominale complessiva pari a 1.980 MW. Attualmente è costituita da quattro sezioni da 660 MW elettrici ciascuna.
Si stima che la centrale a carbone, che potrebbe essere ultimata in 6 anni, produrrà annualmente circa 10,3 milioni di tonnellate di CO2, oltre ad altri inquinanti, come ossidi di azoto e zolfo, particolati, nichel, piombo, cromo, cloro, arsenico, mercurio, ecc. Nel 2005 la centrale aveva emesso 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Insomma la messa in opera di questo grande impianto ci porterà sempre più lontani dai target climatici (Qualenergia.it, Il carbone nello stivale, un ritorno al passato).

Ai margini di questa, peraltro scontata, decisione del Ministro Romani, vanno ricordati due fatti.
Il primo riguarda la sentenza del TAR del Lazio che il 14 ottobre 2010 ha respinto il ricorso presentato da associazioni ambientaliste e di categoria di pescatori e operatori turistici. Una decisione che smentisce che la conversione a carbone della centrale, con tutte le infrastrutture necessarie a tale intervento, abbia conseguenze negative al territorio del delta e all’ambiente. Per i propugnatori del ricorso questa è una sentenza che risulterebbe impugnabile perché non risponde, sulla base di motivazioni omissive e illogiche, a quasi tutte le censure formulate.

Il secondo fatto riguarda due magistrati, il Pubblico Ministero Manuela Fasolato e il procuratore Dario Curtarello, che sono stati recentemente sottoposti a procedimento disciplinare in seguito alle indagini da loro condotte sulla centrale Enel di Porto Tolle. Già un anno fa ispettori ministeriali, guidati da Arcibaldo Miller (attualmente indagato per l’inchiesta sulla nuova P2), erano stati inviati dal Ministro della Giustizia Alfano per far luce su presunti rallentamenti all’iter della nuova centrale. I magistrati stavano indagando sui legami tra le emissioni della centrale e l’aumento dell’incidenza di malattie nei territori circostanti.
Secondo alcuni comitati di cittadini e sezioni locali di partiti politici questa ispezione, fortemente criticata, ma appoggiata dai lavoratori della centrale, nascerebbe da una richiesta pubblica di Luciano Violante del Partito Democratico, che in qualità di Presidente dell’Associazione “Italia Decide”, aveva proposto di avviare un’ispezione nella Procura di Rovigo per “capire se un’autorità giudiziaria può compiere un atto di questo genere, intimidendo sostanzialmente quelli che dovrebbero prendere la decisione”. Non è superfluo andarsi a vedere chi c’è tra i Soci fondatori di questa associazione. Già, proprio Enel SpA.

Il procedimento disciplinare ai due magistrati si basa su tre capi d’accusa che possono essere sintetizzati nell’ultimo: “l’aver impedito, mediante un’indebita ingerenza nelle attività degli apparati amministrativi, la commissione di reati, quando ancora non erano stati acquisiti sufficienti e concreti indizi della consumazione di fatti di rilievo penale, interferendo e condizionando in questo modo le attività degli organi amministrativi stessi, determinandone il rallentamento”.

Ma ci chiediamo: il vero atto intimidatorio è quello dei magistrati, come dice Violante, o piuttosto quello del Ministro della Giustizia? E’ ancora possibile in questo paese sottoporre a critica o a valutazioni tecnico-scientifiche le iniziative e gli interessi di Enel, e dell’industria in generale, senza che i rappresentati del Governo e dello Stato ne prendano sempre e incondizionatamente la difesa, il più delle volte a detrimento degli interessi dei cittadini e delle condizioni ambientali che invece dovrebbero tutelare?

Si sta scatenando in Italia un’assurda campagna denigratoria nei confronti di impianti a fonti rinnovabili che deturperebbero territori e ambiente, mentre passano troppo spesso sotto silenzio i gravissimi danni sanitari che impianti energetici e industriali causano alle popolazione e all’ambiente di vaste zone del paese, spesso in maniera irreversibile.

La forte lobby energetica italiana, a volte con l’appoggio compiacente di autorevoli personalità, prova a mistificare o a nasconde la diffusione di dati scientifici e medici su questi impianti. E quando qualcuno osa contestare queste asserzioni ne paga le conseguenze o viene tacciato di anti modernismo. Quando va bene, questa lobby ama bombardarci di spot molto green e politically correct o di spot sul nucleare ammantati di una fasulla equidistanza.

LB

10 gennaio 2011

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9 gennaio 2011

"Il silenzio colpevole dei moderni carbonari"

Comunicato di G. Pedrini - Fiamma Civitavecchia-Rm nord, riceviamo e pubblichiamo


"Nel prendere atto della recrudescenza del fenomeno di “protesta” e “ contestazione” che sul WEB e sulla stampa cittadina si sta concretizzando nei riguardi dei “ fumi di variegato colore” emessi da TVN non posso fare a meno di rimarcare alcuni aspetti altamente significativi della faccenda. Il primo é costituito dal pesante , colpevole , silenzio sul problema da parte di quei politicanti che scelleratamente e consapevolmente votarono la “ conversione a carbone” di TVN . Il secondo si riferisce a coloro che , pur consapevoli del disastro ambientale in atto , hanno il barbaro coraggio di contrabbandare co me un’azione di promozione socio – economica la possibilità di “bruciare CDR “ nell’impianto di TVN . Il terzo fa riferimento allo “squallore morale” di quanti , pur avendo votato a favore della “conversione a carbone”, oggi si ergono a pseudopaladini dell’ambiente al fine di sfruttare ipocritamente il disastro da loro provocato per scopi ci auguriamo puramente “ politici”: la memoria di quei nomi fa ormai parte della Storia incancellabile della città e delle pesanti patologie che affliggono in maniera consistente i cittadini. La Sig.Polverini ha concesso sei mesi di proroga alla discarica di Malagrotta, ovvero al Sig.Cerroni come riportato recentemente dalla stampa , il cui nome , nel settore dello smaltimento dei rifiuti , é pari a quello degli Agnelli nel settore automobilistico. Gioca in questa proroga , oltre al nome del citato signore , la presenza di una srl interessata alla “lavorazione del rifiuto” prima del suo incenerimento , per la produzione di CDR , in impianti che ; parte di questo , secondo voci correnti, potrebbe essere combusto presso TVN o altro impianto da realizzare in area comprensoriale: un giro inimmaginabile di interessi economici e politici da far tremare i polsi qualora tali voci corrispondessero a realtà. Questa é la fotografia della situazione rispetto alla quale chiediamo al Sig. Direttivo del Polo Civico di spiegarci ora il suo progetto di “ bruciare una quantità pari al 5% di CDR presso TVN”ed a quanto corrisponde tale percentuale in tonnellate annue. Da parte loro i signori “ carbonari della prima ora” dovrebbero a questo punto chiarire pubblicamente perché autorizzarono uno scempio ambientale di tale portata e dovrebbero sentirsi in parte colpevoli dell’incremento in area delle patologie “ cancerogene”o “allergiche” e se qualche contribuente trascinasse in Tribunale costoro e l’ENEL per un risarcimento danni in seguito all’insorgere di un male conclamatamente connesso al “mercurio” od alla presenza di particelle di PM10 nell’aria che si respira nel comprensorio non penso che faccia male…anzi sarebbe un’azione altamente meritoria. Da ultimo chiederei a qualche “ carbonaro della prima ora” di non fare troppa ammuina” sulle emissioni della Centrale altrimenti dovremmo cercare in esse un probabile effetto secondario di natura “ psichedelica” per spiegarci come mai egli riesca a dimenticare con eccessiva “non chalance” che tali emissioni sono comunque il risultato del suo voto ed invece di preoccuparsi della “co-combustione” e del “silenzio dei responsabili” in merito al problema si preoccupasse di chiarirci , insieme agli altri, il suo silenzio tanto in merito alla “combustione del carbone” quanto ai motivi che lo spinsero a votare per essa."
Il Segretario Federale Fiamma Tricolore
Gabriele Pedrini

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7 gennaio 2011

Il "Coord. dei medici e dei farmacisti" sulle emissioni di TVN

Comunicato stampa (le evidenziazioni in grassetto sono nostre, NdR)

"Nei giorni scorsi è ricomparsa sopra la città quella che gli organi di informazione hanno definito una “nube densa”. La cosa è passata come al solito nel silenzio più assordante delle Istituzioni di garanzia e di controllo: non una sola parola da parte della AUSL, dell’Arpa, del Ministero dell’ambiente e del nostro Sindaco. Solo il Presidente dell’Osservatorio ambientale dott. Coleine ha accennato un timido sussulto di orgoglio chiedendo all’Enel “spiegazioni sulle anomale emissioni di una densa coltre di fumo” e ricevendo dall’Ente elettrico una lapidaria risposta: “si è trattato di normale condensa di vapore acqueo”.

Ma non dovrebbe essere l’Osservatorio ambientale a dirci cosa respiriamo? Invece assistiamo attoniti al fatto che, come al solito, sono gli inquinatori a darci le risposte sulla qualità dell’aria. Tutto prevedibile e scontato, è un copione che si ripete da anni. Cosa dovrebbe rispondere l’Enel se nel proprio sito internet dichiarava già nel lontano 2003: “le ricadute al suolo delle emissioni saranno nulle” e ancora: “dalle ciminiere di TVN non uscirà fumo” senza che nessuna Istituzione pubblica mettesse in risalto l’assurdità di tali affermazioni? Noi ricordiamo un analogo fenomeno verificatosi il 18 gennaio 2008 con l’emissione da parte di TVS di una “misteriosa cappa di fumo sopra la città” ed allora puntualmente fu l’Ing. Prelati, referente della Tirreno Power, a rassicurare i cittadini che si trattava solo di “vapore”. Come al solito l’oste giura di “darci da bere del buon vino”! Eppure, allora come oggi, quei “vapori” presentavano il colore giallognolo tipico di ben altre emissioni che l’esperienza del passato ci ha insegnato a distinguere.


L’inquietante scenario del dissesto ambientale e sanitario che grava sul nostro comprensorio dovrebbe far rabbrividire le Istituzioni pubbliche che invece appaiono asservite e prone ai poteri economici forti e alle lobbies politico-plutocratiche che ruotano attorno al Ministero delle attività produttive.

Noi come sempre stiamo dalla parte dei perdenti, dei malati, dei bambini, dei vecchi e di tutta la povera gente che non ha voce in capitolo e che vede sacrificato sull’altare dell’interesse nazionale il proprio diritto alla difesa dell’ambiente e della salute. Siamo delusi e amareggiati ma non sconfitti. L’Enel è bene che lo sappia. Non possiamo e non vogliamo abbandonare le armi del confronto democratico e della legittima difesa dopo tanti anni di lotte a salvaguardia della dignità di uomini liberi e del futuro dei nostri figli. Siamo certi che la Procura della Repubblica continuerà a vigilare sulla corretta applicazione delle norme, dei vincoli e delle prescrizioni contenuti nel Decreto Marzano del dicembre 2004.

Civitavecchia; 07/01/2011

Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti.

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Sulle recenti emissioni di Torrevaldaliga Nord

Interviene il fantoccio, zitti tutti. Per chi volesse sapere chi è il dott. Manrico Coleine, si veda qui


da IlFaroonline
"In merito alle anomale emissioni di una densa coltre di fumo nero verificatesi nel periodo compreso tra gli ultimi giorni del 2010 ed i primi giorni del 2011 dal camino della centrale di Torrevaldaliga Nord”.
Così Manrico Coleine, presidente del Consorzio per la Gestione dell'Osservatorio Ambientale, in una lettera all'Enel.
“Considerato che l'elaborazione dei dati registrati dalla Rete di Rilevamento della Qualità dell'Aria nel periodo compreso tra il ventotto dicembre e il primo gennaio ha evidenziato valori di Pm10 insolitamente vicini al limite di legge nelle stazioni di Tolfa ed Allumiere, con due superamenti nella stazione di Tolfa il ventinove e il primo, a fronte dei quattro superamenti totali fino a quel momento registrati su tutta la Rete”.
“Richiedo - prosegue Coleine - spiegazioni esaurienti in merito alle cause dei suddetti eventi emissivi, facendo proprie le perplessità ed il diritto all'informazione dei cittadini. In tal senso, augurandosi comunque che tali circostanze non debbano ripetersi, si ritiene opportuno per il futuro che, nell'eventualità in cui simili fenomeni fossero causati da contingenze prevedibili (climatiche, tecniche, ecc.), se ne rendesse conto per tempo a codesto ente oltre che alla cittadinanza tutta per evitare allarmismi e permettere l'eventuale adozione di misure idonee di tutela della salute pubblica”.

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6 gennaio 2011

Befana fatti sotto

Cara Befana,
noi il carbone ce lo abbiamo avuto tutto l'anno, anche se fossimo stati cattivi dovresti stupirci con effetti speciali, stavolta.

Ecco la vignetta dell'epifania, proveniente da Facebook:


e l'immancabile componimento in dialetto (non conosciamo gli autori):

La centrale vien di notte
co le filtre tutte rotte
co quer vento de maestrale
viva viva la centrale!!
Co la scopa de saggina
viva viva la tossina!!!
Cor cannone bianco e rosso
butta fumo a più non posso!!!
La Centrale zitta zitta
quando viè la notte fitta
fa un casino colossale
viva viva la Centrale!!!
.. E co' n'antro paro de' mijoni
pe' comprasse sti' cojoni,
sora Ene' già s'attrezza
pe' bruciacce la monnezza.
La centrale vien di notte
co le filtre tutte rotte
co quer vento de maestrale
viva viva la centrale!!

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Il carbone stimola la fantasia?

Mentre gli studi scientifici hanno dimostrato che vicino alle centrali a carbone il feto è esposto al rischio di ritardi cognitivi (non è uno scherzo, vedi qui) pare che in questi giorni di preoccupante attività della centrale TVN i civitavecchiesi si stiano scatenando con immagini, vignette e ora addirittura poesie.


Quindi il carbone stimola la fantasia? No, la disperazione. Segue una delle poesiole diffuse in questi giorni sui social network. L'autore è Claudio Vela.

LA SOLITA STORIELLA

Mi sveglio apro gli occhi al primo mattino,
ti vedo e ti osservo come un bambino,
ignaro di quello che tu mi dai,
respiro la tua aria e sono nei guai...
Il sole cala dentro al mare,
e tu in penombra inizi a fumare,
tranquilli andiamo dentro al letto,
Ma tu ci arrivi sopra il tetto.
come un serpente inizi ad etrare
e copri noi del tuo male.
lento nel tempo ti fai scoprire
e dura per noi sarà poi guarire..
Grazie signori del vostro operato
però vi ricordo che ogni ammalato
sarà un tarlo nella coscienza,
del vostro guadagno e della vostra incoerenza.

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5 gennaio 2011

Le lobby energetiche finanziano spot falsamente neutrali sul nucleare

Lo spot atomico finto-neutrale, nuovo "brevetto di Chicco Testa", ecologista convertito e guru del marketing "p.i.m.b.y. col culo degli altri".

Da IlFattoQuotidiano.it
Il nuovo forum per l'informazione obiettiva sulla scelta per il nucleare è guidato da uomini di Enel e Edf. L'attuale campagna pubblicitaria, costata 6 milioni di euro, è pagata dalle lobby delle centrali
Gli antinuclearisti hanno reagito rabbiosamente. Altro che spot neutrale, protestano. Chicco Testa, presidente del Forum nucleare italiano, ironizza sulle critiche attirate dalla massiccia campagna pubblicitaria per una discussione senza pregiudizi sull’energia atomica: “Qualcuno sostiene che aver dato gli scacchi bianchi al filonucleare comunica in modo subliminale che quella è la parte migliore”. Testa ha ragione. E’ inutile analizzare i contenuti visivi e testuali di uno spot televisivo per capire da che parte tira. Si fa molto prima a guardare chi lo paga. E così si scopre che, in un Paese dove l’opposizione è accusata di ostacolare la regolare attività di governo, qualcuno considera normale che la lobby nucleare si tassi per affidare a se stessa l’informazione equilibrata da dare al popolo.

Testa conosce l’argomento. L’E-nel l’ha scelto per sanare i danni gravissimi da lui stesso prodotti alla cultura nucleare nazionale negli anni ‘80, quando guidava le manifestazioni per fermare le centrali. E’ lui che il 9 novembre 1987, deputato comunista, così commentava l’esito del referendum nucleare: “Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo”. Adesso evidentemente non ci sono più interessi in campo. Forse i 6 milioni stanziati per la campagna pubblicitaria sono disinteressati. E così, con la mente libera di spaziare senza pregiudizi nelle ampie praterie della conoscenza, l’ex leader antinucleare inonda tv e giornali con lo spot che invita a informarsi in modo serio, senza stare a sentire le assurdità propalate dai suoi successori di Legambiente e simili.

Lo spot
Creato dalla Saatchi & Saatchi così velocemente da andare in onda prima che il Forum nominasse il comitato scientifico che doveva approvarlo, rappresenta una partita a scacchi tra un favorevole e un contrario al nucleare, che sono poi la stessa persona, a rappresentare il dubbio che è in noi. Il dubbioso ha il nero, però muove per primo: “Sono contrario all’energia nucleare perché mi preoccupo per i miei figli”. Apertura generica. Il bianco replica mostrando conoscenze specifiche: “Sono favorevole perché tra cinquant’anni non potranno contare solo sui combustibili fossili”. E con i combustibili fossili, che tutti i telespettatori hanno imparato a enumerare fin dalle elementari, i figli sono sistemati.

Lo spaesato ci riprova: “Ci sono dei dubbi sulle centrali”. E’ ancora generico e disinformato, e il granitico lo infilza di nuovo: “Ma non ce ne sono sulla sicurezza”. E passa la paura. Terzo tentativo: “Il nucleare è una mossa azzardata per il Paese”, ci riprova l’ignorante. “O forse è una grande mossa”, insinua l’ottimista con il tono di chi sa a chi chiedere le dritte per vincere in Borsa. La voce neutrale dell’arbitro chiude lo spot: “E tu sei a favore o contro l’energia nucleare? O non hai ancora una posizione?”. Inutile qui ricordare i commenti diffusi nella Rete sui gradi angolari della posizione che lo spot suggerisce (subliminalmente) al cittadino.

Il caso
Lo spot finto neutrale solleva un problema più generale. L’informazione equilibrata e obiettiva sul nucleare, gestita dal Forum di Chicco Testa, è finanziata (fino a oggi per 7 milioni, mentre il budget 2011 è ancora in fase di definizione) dalle seguenti aziende, in ordine alfabetico: Alstom, Ansaldo Nucleare, Areva, Confindustria, Eon, Edf, Edison, Enel, Federprogetti, Gdf Suez, Sogin, Stratinvest Ru, Techint, Technip, Tecnimont, Terna, Westinghouse. Tra i soci del Forum ci sono anche Cisl e Uil di categoria, più alcune Università italiane.

I dirigenti del Forum sono, oltre a Chicco Testa, Bruno D’Onghia (capo in Italia dell’Edf, gigante elettrico nucleare francese), Karen Daifuku (nota lobbista internazionale del settore), e tre dirigenti Enel: Giancarlo Aquilanti, Paolo Iammatteo e Federico Colosi. L’associazione è fondata sul “supportoorganizzativoestrategico” della Hill & Knowlton, multinazionale della comunicazione. Testa, che non disdegna mai la polemica, replica alle critiche degli antinuclearisti con una provocazione: “Mi diano sui loro siti lo stesso spazio che noi diamo a loro sul nostro Forum”.

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