Tutti i cittadini dei comuni del comprensorio inquinato dalla riconversione a carbone della centrale di Tvn a Civitavecchia sono invitati a partecipare al Consiglio Comunale di Tarquinia, domani, giovedì alle 18.00. La richiesta del consiglio è stata fatta dai consiglieri di minoranza e da un consigliere della maggioranza; il tema è chiaramente il carbone e nella proposta di deliberazione si chiede:
Il presidente del consiglio del comune di Tarquinia ha fissato la data dopo circa due mesi dalla richiesta; ha disposto poi la chiusura agli interventi del pubblico (durante il consiglio i cittadini non potranno prendere la parola, quando, invece, era stato chiesto un Consiglio Comunale aperto agli interventi) infine, nella convocazione ufficiale fatta sui manifesti cittadini, non viene chiarito l'oggetto del consiglio e cioè che si parlerà di carbone. Si nasconde così la verità e non si permette ai cittadini di capire.
D'altro canto i cittadini "non devono capire", visto che circola la notizia che i sindaci stiano ratificando l'accordo con Marrazzo ed Enel. Qualora fosse vero che il sindaco del Comune di Tarquinia stia firmando uno sciagurato accordo per compensazioni in denaro, in cambio del consenso, dovrà necessariamente rispondere delle sue responsabilità. I Consigli Comunali precedenti hanno deliberato all'unanimità il rifiuto alle compensazioni in denaro, con quale autorizzazione o delega viene firmato ora tale accordo? Ciò che desta ancora più sconcerto è che alcuni consiglieri comunali dell'attuale maggioranza, nel dicembre 2005, quando erano in minoranza, abbiano deliberato all'unanimità, durante un Consiglio Comunale Aperto, il rifiuto di ogni tipo di compensazione proveniente da Enel. Vorremmo oggi sapere quando, come, e con quale faccia, si sia provveduto, oggi, a cancellare tale unanime deliberazione o a cambiare idea su di una questione così importante e vitale per la città ed i suoi abitanti. Invitiamo tutti i cittadini del comprensorio inquinato a partecipare al Consiglio Comunale per supportare la causa che ci accomuna in questa battaglia contro il carbone e contro le "coscienze" sporche come lo è il carbone.
Comitato dei Cittadini Liberi
19 giugno 2008
Tarquinia, 19/06/2008 - Consiglio comunale aperto
"Arrakis"
Ci dicevano che l'amianto non era dannoso per la salute, ora conosciamo il prezzo pagato. Erano pazzi quelli che chiedevano attenzione, "allarmisti"...oggi gli allarmisti saremmo noi con il carbone. Ma finché non ci scappano i morti, magari nella propria famiglia, il mediocre non si mobilita. Prevenzione e principio di precauzione sono ancora utopie.
Da Rivistaonline.com:
"Andrea Di Nardo, ventisei anni, ha iniziato a lavorare ad Arrakis mentre si laureava a Milano: poco dopo ha capito che la sua ricerca meritava più di una tesi di laurea un po' sperimentale. Ha esplorato i relitti di molte fabbriche abbandonate nel nord Italia, sepolte e dimenticate tra le sterpaglie, ancora cariche di veleni invisibili: ne ha tirato fuori una breve, allucinata e sconvolgente odissea sul costo umano del progresso industriale del bel paese guidata dalla voce roca di Silvestro, operaio che in fabbrica ha lasciato le corde vocali. "Io sono morto", conclude Silvestro, sopravvissuto ad un tumore devastante che gli ha portato via la laringe, come sono morti i suoi colleghi e amici venuti a lavorare fino all'ultimo giorno per non mandare sul lastrico le famiglie, come sono morti, ignari, tutti quelli che hanno avuto la sfortuna di nascere e crescere accanto ad un altoforno o a un cementificio. "E tutti - grida Silvestro - dirigenti, sindacalisti, proprietari, tutti sapevano".
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Arrakis è un documento forte, scomodo e per nulla scontato: non è l'ennesimo servizio giornalistico d'effetto ma un vero documentario, lirico, che ti costringe a pensare a lungo. Per di più non ha alle spalle costose produzioni: grazie anche alle musiche firmate per l'occasione dal pianista Leonardo Marzagalia e alla voce e alla cetra del corso Xinarca, Arrakis non fa rimpiangere il cinema né tanto meno la televisione mainstream. Per questo Andrea ha dovuto risolvere il problema comune a chiunque abbia autoprodotto un lavoro di qualità: come farlo arrivare al pubblico? Andrea è partito dal basso e ha sfruttato la rete: ha contattato cinquanta bloggers italiani, famosi e non, chiedendo di dare una mano. Così a mezzanotte del dodici giugno quindici blog italiani si sono volutamente oscurati, trasformandosi in player per vedere gratuitamente Arrakis in rete. Ventiquattro ore dopo, grazie al passaparola, i blog oscurati erano diventati trenta. Non si tratta di grandi numeri ma di certo di successo per un'iniziativa che in Italia non ha precedenti, coronata nella notte da una diretta "pirata" dai blog oscurati con la toccante partecipazione di Silvestro. Alla fine Arrakis era stato visto da almeno duemila persone, era passato su Repubblica.it e su Rai News24 ed aveva sollevato un vespaio di commenti entusiasti nella blogosfera. E soprattutto aveva dimostrato la possibilità di fare giustizia sociale attraverso la rete senza passare dai canali tradizionali. Ora, spiega Andrea, Arrakis andrà avanti e sarà presto scaricabile in alta risoluzione (continua al link originale)".
17 giugno 2008
"Attenti al cellulare"
Da repubblica.it
Secondo i ricarcatori passiamo troppo tempo parlando al telefonino. La prima regola, condivisa da tutti, è: "Niente apparecchio ai bambini". L'appello di un pool di scienziati:
"E adesso spegnete il cellulare" L'appello di un pool di scienziati
PARIGI - Primo, siate brevi: non prolungate le conversazioni al cellulare, i possibili rischi sono proporzionati alla durata delle chiamate. Secondo, siate sintetici: usate gli sms o la email, diminuisce così l'impatto elettromagnetico. Terzo, non abbiate fretta: quando si tratta di comunicazioni professionali, amorose o comunque lunghe, prendete un momento per fermarvi a parlare da un telefono fisso. Quarto, siate prudenti: tranne che in casi urgenti, non date mai un cellulare a un bambino sotto ai 12 anni, gli organi in via di sviluppo sono quelli più sensibili alle onde elettromagnetiche.
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Sono alcune delle regole contenute nel nuovo "codice di condotta" pubblicato ieri da una ventina di scienziati internazionali specializzati nella lotta ai tumori, tra cui l'italiano Franco Berrino e il popolare autore francese del bestseller "Guarire", David Servan-Schreiber. Un appello che non vuole essere un allarme. "Siamo in un momento in cui la ricerca dibatte ancora sui rischi del cellulare" spiega Henri Pujol, presidente della Lega contro i tumori. "Proprio per questo bisogna essere prudenti". Non ci sono prove certe della tossicità dei cellulari, ma quasi tutti gli studi confermano che un'esposizione prolungata favorisce la comparsa di "glioma", ovvero tumori del tessuto del sistema nervoso centrale. I ricercatori però si dividono sull'incidenza di questo rischio: c'è chi lo considera "basso" e chi addirittura pronostica un raddoppiamento dei tumori.
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Certi punti di questo nuovo vademecum sembrano di difficile applicazione, come tenere sempre il cellulare a oltre un metro di distanza dal corpo (perché così l'impatto elettromagnetico diminuisce di cinquanta volte). La raccomandazione sui bambini forse è arrivata già troppo tardi: un bambino su cinque possiede il cellulare alle medie e quattro su cinque al liceo. Altri consigli sono facili da seguire: per esempio, verificare prima di comprare un apparecchio il codice Sar (Specific Absorption Rate) che misura l'assorbimento delle onde da parte del corpo. Minore è il Sar meno, in teoria, ci sono rischi. Altre regole, ancora, suggeriscono una piccola rivoluzione di vita e comportamento: chiamate brevi, niente telefono in treno o in macchina. "Non si tratta di demonizzare il cellulare. Nessuno di noi, tra l'altro, ci ha rinunciato" premette Servan-Schreiber, psichiatra all'università di Pittsburgh.
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Paradossalmente, l'unica cosa certa è che c'è incertezza sulla tossicità dei cellulari. Poche assicurazioni oggi coprono il rischio da onde elettromagnetiche e molti fondi d'investimento hanno richiesto maggiori informazioni sanitarie per misurare l'affidabilità delle società di telecomunicazioni quotate in Borsa. "Il nostro appello - spiega Thierry Bouillet, oncologo all'ospedale Avicenne di Bobigny - si rivolge ai produttori: avrebbero tutto l'interesse a limitare gli eccessi da telefonino".
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Un invito rivolto anche ai governi e ai ministeri della Salute, "troppo spesso conniventi con le lobby dell'industria" scrivono gli scienziati. "Oggi viviamo una situazione simile a quella di cinquant'anni fa, con l'amianto e il tabacco" conclude il documento. Meglio dunque adottare piccoli accorgimenti, sapendo che un rischio per la salute c'è. Se piccolo o grande si scoprirà in futuro.
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(16 giugno 2008)
"Le scelte energetiche per il futuro dell'Italia": il mondo scientifico italiano si mobilita.
"Uno dei problemi più delicati e più difficili che il nostro Paese ha oggi di fronte è
quello dell’energia; le decisioni che verranno prese a questo riguardo
condizioneranno non solo la nostra vita, ma ancor più quella dei nostri figli e dei
nostri nipoti. Per prendere decisioni sagge su un tema così complesso è necessaria
una forte collaborazione fra scienza e politica.
Siamo un gruppo di docenti e ricercatori di Università e Centri di ricerca e, in
virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione
della letteratura scientifica internazionale, abbiamo sentito il dovere di esprimere
la nostra opinione sul problema energetico con l’appello riportato sul sito:
www.energiaperilfuturo.it
L’appello, sottoscritto da più di milleduecento docenti e ricercatori, sottolinea
l’urgenza che nel Paese aumenti la consapevolezza riguardo la gravità della crisi
energetica e climatica, insiste sulla necessità del risparmio e di un uso più
efficiente dell’energia ed esorta il governo a sviluppare l’uso delle energie
rinnovabili ed in particolare dell’energia solare.
A nostro parere l’opzione nucleare non può essere considerata la soluzione del
problema energetico per molti motivi: necessità di enormi finanziamenti pubblici,
insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri
per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare,
possibile bersaglio per attacchi terroristici, aumento delle disuguaglianze tra paesi
tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari.
La più grande risorsa energetica del nostro pianeta è il Sole, una fonte che durerà
per 4 miliardi di anni, una stazione di servizio sempre aperta che invia su tutti i
luoghi della Terra un’immensa quantità di energia, 10.000 volte quella che
l’umanità intera consuma. Sviluppare l’uso dell’energia solare e delle altre
energie rinnovabili significa guardare lontano, che è la qualità distintiva dei veri
statisti. E’ un guardare lontano nel tempo, perché getta le basi per un positivo
sviluppo tecnologico, industriale ed occupazionale del nostro Paese, senza porre
pericolosi fardelli sulle spalle delle prossime generazioni. E’ un guardare lontano
nel mondo, perché, a differenza dei combustibili fossili e dell’uranio, l’energia
solare e le altre energie rinnovabili sono presenti in ogni luogo della Terra e,
quindi, il loro sviluppo contribuirà al superamento delle disuguaglianze e al
consolidamento della pace.
Saremo ben lieti di mettere a disposizione le nostre competenze per discutere il
problema energetico in modo approfondito nelle sedi opportune.
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Il Comitato promotore
Vincenzo Balzani (Presidente), Università di Bologna
Vincenzo Aquilanti, Università di Perugia
Nicola Armaroli, Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna
Ugo Bardi, Università di Firenze
Salvatore Califano, Università di Firenze
Sebastiano Campagna, Università di Messina
Luigi Fabbrizzi, Università di Pavia
Michele Floriano, Università di Palermo
Giovanni Giacometti, Università di Padova
Elio Giamello, Università di Torino
Giuseppe Grazzini, Università di Firenze
Francesco Lelj Garolla, Università della Basilicata
Luigi Mandolini, Università La Sapienza, Roma
Giovanni Natile, Università di Bari
Giorgio Nebbia, Università di Bari
Gianfranco Pacchioni, Università Milano-Bicocca
Paolo Rognini, Università di Pisa
Renzo Rosei, Università di Trieste
Franco Scandola, Università di Ferrara
Rocco Ungaro, Università di Parma
16 giugno 2008
civitavecchia: sulla crisi politica dell'amministrazione Moscherini
Come dicevano i nostri padri, “la farina del diavolo finisce in crusca”. Così oggi la città assiste attonita alle diatribe che scompaginano la “coalizione delle grandi intese”: una coalizione raffazzonata dal grande macchinatore della politica locale quando, tramontato il regno sul porto, incoraggiò la caduta del Sindaco suo predecessore e si insediò al suo posto.
Ma umiliando i percorsi della democrazia si commettono gravi errori. (da centumcellae.it)
Fu un errore solidarizzare con De Sio, uno che da Sindaco aveva dimostrato ben poco affetto per la città gestendo come affar proprio la vicenda più drammatica di questi anni. Fu un errore prendere per buoni gli impegni di personaggi avvezzi a scorrazzare qua e là negli schieramenti politici, alla perenne ricerca di affermazioni personali. Fu un errore vantare capacità di “fare” le cose che la non meglio definita “gente” desidera, al di qua di chiari obbiettivi sociali e politici, di identità riconoscibili, di scelte condivise.
Oggi i conti non tornano e un altro anno è stato letteralmente “buttato” per una città amministrata senza trasparenza e con poca competenza.
Il Sindaco ci mette del suo in questo scempio della politica e della partecipazione. Ne sono recente dimostrazione le infelicissime espressioni da lui adoperate nei confronti dei Consigli di circoscrizione, trattati come organismi inefficienti, inutili, disobbedienti sol perché non più disposti ad assecondare un’Amministrazione cieca e sorda. Grave che il Capo dell’Amministrazione giunga ad auspicare la fine delle Circoscrizioni, i cui rappresentanti, eletti dal popolo, possano essere “gli occhi e le orecchie del Principe”. Grave che perfino il Consiglio comunale, con la connivenza del suo Presidente, venga umiliato e ignorato da un signore arrogante, dimentico di essere Sindaco “pro tempore”. Grave che dalle conferenze stampa si trasmetta la truculenta sicumera di chi abbia il mondo “in gran dispitto”.
E siamo alla sceneggiata dell’azzeramento-rimpasto, un rito proprio delle Amministrazioni traballanti. Quel rito induce in noi più di un sospetto. Ad esempio, l’annunciata scelta di abolire l’assessorato alle politiche ambientali ci sembra coerente con l’obbiettivo, in parte dissimulato, di gestire in proprio la complicata questione rifiuti. Appare chiaro: a) che la raccolta differenziata non interessa al Sindaco: in beffa di alcuni cittadini, il gruppo di volonterosi di “Piazza Pulita”, che si fanno in quattro per avviare in alcune zone della città la vera raccolta differenziata, quella vera, quella “porta a porta”; b) che la realizzazione alla quale Moscherini continua a puntare, la ragione stessa per la quale è stato aiutato ad insediarsi sulla poltrona di Sindaco, è l’inceneritore di rifiuti; c) che anzi rientra nella politica di lungo termine la destinazione di un gruppo Enel a grande combustore di CDR, insieme al carbone: una destinazione non inserita nella convenzione con Enel, ma probabilmente presente in tutti gli accordi “riservati”. Purtroppo per lui, Moscherini incontra opposizioni a quel disegno anche nella sua proteiforme maggioranza, ma quella è la strada che lui, il Podestà al servizio del Potere, intende percorrere. Tanto più ora, quando nella politica di governo e nelle campagne di molti media gli inceneritori sono diventati il toccasana nazionale. Con buona pace della salute dei cittadini e della Costituzione che la garantisce. E in barba alle tecnologie disponibili al servizio del triplice obbiettivo della Raccolta, del Recupero e del Riciclo dei rifiuti indicato nel testo base costituito dal Decreto Ronchi.
Con queste premesse, il vero azzeramento utile sarebbe quello di un programma di governo redatto, ancora una volta, in danno per la città.
I Verdi di Civitavecchia
Off Topic: capolavori del veltrusconismo
Non fosse che accade nel nostro Paese, sarebbe difficile da credere. Ecco, noi siamo anche questo, oggi. Da Repubblica.it
"Ci sono anche politici che tifano contro il proprio partito
Cracolici, a sinistra in Regione, ha fatto un comizio a favore della Cdl
Sicilia al voto, candidati double-face
Pd in Provincia, Pdl in Comune
di ANTONELLO CAPORALE
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Oggi si vota in 8 Province e 147 Comuni della Sicilia
PALERMO - Il campo di calcio ha una linea orizzontale che lo taglia al centro. Netta, chiara. Anche la politica avrebbe una linea di centrocampo: di qua la destra, di là la sinistra. In Sicilia, e per adesso fermiamoci all'isola, questa benedetta linea non c'è, e se c'è sembra sia a zig zag. Quindi accade quel che non dovrebbe essere possibile... Ecco le nuove figure che compaiono in campo: i politici transgender. Mezzo corpo di destra e mezzo di sinistra.
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Partinico è un paesone purtroppo conosciuto per fatti di mafia. Ha trentamila abitanti, dista poche decine di chilometri da Palermo. Oggi si va a votare come nel resto della Regione (quattro milioni alle urne per una importante tornata amministrativa). A Partinico 382 cittadini hanno accettato di candidarsi. Non sembra più attuale riferire il tasso di incompatibilità (siamo comunque sul cinque per cento) di coloro che non dovrebbero per carichi penali pendenti o altri accidenti, eppure lo fanno.
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Tra i tanti corre anche un militante e sindacalista della Cgil, Salvatore, detto Totò, Bono. Totò ha 35 anni, cura le faccende del patronato, pensioni, invalidità e infortuni, e ha una sincera fede politica. È di sinistra. Ambientalista e di sinistra. Infatti è candidato alle elezioni provinciali con i Verdi, in alleanza con il Partito democratico.
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Bono è uno dei tanti che raddoppia la candidatura: prova anche nel consiglio comunale della sua città di farsi valere. Ma qui è il bello: a Partinico il candidato verde indossa la casacca degli avversari. In poche parole: si è mobilitato, vota e fa votare contro il centrosinistra. "Dottore carissimo, la questione è chiara. Sono consigliere comunale uscente e col mio voto, dico anche col mio, ho contribuito a mandare a casa il sindaco del Partito democratico. Degnissima persona, un vero galantuomo, ma politicamente incapace. Tardo, lento, impacciato. Insomma: improponibile".
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Avendolo mandato a casa, Bono non riesce a capacitarsi su come avrebbe potuto resistere nella compagine d'origine. Anche il fatto che il candidato sindaco del Pd sia diverso da quello defenestrato non gli solletica nessuna riflessione: "Intendiamoci: il nuovo candidato è un altro amabilissimo combattente. Un vero democratico e una persona di grande moralità. Però non mi sembra il caso stare dalla sua parte dopo tutto quel che ho combinato".
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Infatti Bono, candidato multicolore, è l'uno e il suo opposto: giura fedeltà al Pd di Palermo ma tifa e corre con l'uomo che l'Udc candida alla poltrona di sindaco nel suo paese contro il Pd. L'Udc nella realtà siciliana fa parte della maggioranza di centrodestra. E allora? "A Partinico mi candido per far vincere chi ha nel suo programma il tema del lavoro. Anche nel mio c'è il lavoro. E il lavoro non è di destra né di sinistra. A Palermo è un'altra storia".
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Destra, sinistra. Tutto si assomiglia. E se tutto si assomiglia, allora l'impossibile diviene certo. Otto giugno, piazza principale di Polizzi Generosa, provincia di Palermo. Raggiunge il palco il deputato regionale del Pd Antonello Cracolici. Raggiunge quale palco? Dove va Cracolici? In una imperdibile relazione-denuncia inviata in queste ore a Walter Veltroni si riferisce "l'increscioso e inqualificabile comportamento. Cracolici ha tenuto un comizio a sostegno del candidato del centrodestra, in contrapposizione alla lista ufficiale del Partito democratico". La denuncia ha toni drammatici. Fa rilevare che, nientemeno, il candidato a sindaco spernacchiato dal deputato del Pd è il presidente dell'assemblea provinciale del Pd. E dunque l'appello conclusivo, con la richiesta della difesa "dei supremi valori cui deve essere improntato l'impegno politico inteso come missione civica".
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In un grandissimo qui pro quo è incappato persino Raffaele Lombardo. Un suo caro amico e fervente sostenitore, candidato a sindaco di Altavilla Milicia, roccaforte poco distante dal bastione dove re Lombardo opera e guida, gli chiede, per il tramite di un militante di grado superiore, un aiutino. Il presidente, molto sensibile, accetta e puntuale giunge sul palco. Sale e inizia però a stupirsi delle tante bandiere del Pd che lo circondano.
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Tutto è possibile, la Sicilia è la terra del Gattopardo, certo. E però... Quando inizia a parlare voci di popolo lo interrompono. Militanti di Forza Italia e Alleanza nazionale protestano e insistentemente rumoreggiano. Gli ricordano che hanno votato per lui e lui adesso parteggia con quegli altri. Quegli altri chi? "Ma dove mi avete portato?", chiede il frastornato presidente. Scopre che il suo candidato è sostenuto da una lista civica, chiamata Primavera altavillese, e già il nome è un programma. Pd-Rifondazione, l'accoppiata a sostegno del candidato amico di Lombardo. Il lucido conducator siciliano momentaneamente confuso ma non rassegnato con una improvvisa giravolta (che comunque denota vitalità fisica e prontezza di riflessi) si libera dai suoi amici - pro tempore avversari - e lascia il podio. Balzato in strada riconosce e stringe a sé il candidato avversario a sindaco, in realtà suo amico politico, e lo prende al braccio. L'incidente si chiude con una crudele sciabolata che Lombardo infligge al suo staff. E amen.
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Ma la Sicilia è isola nata per stupire. Ad Avola, provincia di Siracusa, si è pensato di non dare scandalo e fare un po' e un po'. Superlativa l'ipotesi messa in campo e poi realmente praticata dal Partito democratico. La prima squadra, chiamiamola Pd-uno, sta in giunta e piuttosto bene, confortando con la sua presenza l'attività del sindaco eletto, naturalmente di Forza Italia, in una vasta coalizione che raggiunge l'Udeur e l'Udc. Il Pd-due invece è sistemato in panchina, insieme ad An, che solo poche settimane fa montava i gazebo insieme a Forza Italia. Avete capito bene e siete confusi più di prima?"
(15 giugno 2008)
15 giugno 2008
Off Topic: "Il lato chiaro"
Visualizzazione ingrandita della mappa
Ogni tanto possiamo permetterci parlare anche di cose che fanno bene all'umanità, oltre alle tante scelleratezze. La mappa (cliccaci per ingrandire) indica come raggiungere il luogo di proiezione del lungometraggio tutto civitavecchiese "Il lato chiaro", un thriller psicologico-esistenziale di preziosa fattura. Per informazioni sul film, VEDI QUI. Per prenotazioni: "Casa del disco", Civitavecchia, oppure chiama il numero 3333664755. Proiezioni tutti i giorni ore 21,30 dal 13/06/2008 al 29/06/2008. Su specifica richiesta è possibile realizzare anche proiezioni pomeridiane (ore 18,00).
14 giugno 2008
Il carbone di Civitavecchia finisce a Strasburgo: domenica mattina incontro dei Cittadini con il Vicepresidente della Commissione Clima del Parlamento
Domenica 15 giugno alle ore 10.30 a Tarquinia, presso la Centrale Ortofrutticola, i cittadini più attivi in rappresentanza dei comuni del comprensorio inquinato, che si battono per fermare la costruzione, l'accensione e il funzionamento della centrale a carbone di Civitavecchia, incontreranno Roberto Musacchio, Vicepresidente della Commissione Clima del Parlamento Europeo, componente della Commissione Ambiente e membro del gruppo parlamentare della Sinistra Europea.
L'incontro servirà a valutare insieme le iniziative da attivare, a Strasburgo, per difendere la salute e l'economia di questo territorio dalla centrale di TVN, dalla menzogna del carbone pulito e dalla sistematica disinformazione in atto, coinvolgendo nell'azione anche gli eurodeputati degli altri paesi comunitari, dei vari schieramenti politici, per avvicinare il problema dell'Alto Lazio all'opinione pubblica Europea. I cittadini reclameranno soprattutto il diritto a procedure autorizzative vere, che non si risolvano come nel caso della Valutazione d'Impatto Ambientale della centrale a carbone di Civitavecchia in passaggi burocratici farsa, il cui fine è piegare ogni livello istituzionale alla volontà di Enel. E' quanto sta accadendo con Marrazzo ed i sindaci del comprensorio. Tra questi il sindaco di Tarquinia che non perde occasione per urlare contro il carbone e, contemporaneamente, si dissocia dalle iniziative per fermare la centrale messe in atto da agricoltori, commercianti, operatori sanitari e popolazioni che hanno il coraggio di sfidare il gigante elettrico. Così il Sindaco di Tarquinia prepara un futuro di sofferenza per i suoi cittadini con la complicità di quei consiglieri comunali che non hanno l'alibi dei modi grossolani di Mazzola e capiscono di che male si muore.
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Comitato dei Cittadini Liberi
com.difesasalute@alice.it
12 giugno 2008
Anche questi sono i costi del carbone
Morti. Stragi di minatori nelle miniere di carbone. Muoiono a migliaia in tutto il mondo ogni anno. Anche questo è il costo del carbone. Nessuno può permettersi di negarlo. Le agenzie che seguono riguardano incidenti, cui hanno fatto seguito morti, feriti e dispersi, negli ultimi quattordici giorni. (vedi anche Morti bianche da carbone: clicca qui )
UCRAINA, IN SALVO 23 MINATORI DOPO LO SCOPPIO, 13 DISPERSI (09/06/2008)
DONETSK, Ucraina (Reuters) - I soccorritori oggi hanno tratto in salvo 23 minatori dopo un'esplosione di gas in una miniera di carbone in Ucraina, mentre 13 sono ancora dati per dispersi.
L'ispettorato regionale delle miniere nel campo carbonifero di Donbass dice che è stato trovato il cadavere di un altro minatore, circa 750 metri sotto la superficie nella miniera Karl Marx, a nordest di Donetsk.
I funzionari che sovraintendono ai soccorsi dicono che le squadre non riescono a spingersi più in basso attraverso le macerie nel condotto di ventilazione della miniera, attiva da 110 anni.
La potente esplosione si è verificata ieri a mille metri di profondità, dove si ritiene siano intrappolati gli altri minatori ancora dispersi.
I soccorritori hanno detto alla televisione ucraina di ritenere che i minatori possano essere ancora vivi.
"Si sono sentite delle voci a due livelli", ha detto al Quinto Canale il ministro dell'Industria carbonifera, Viktor Poltavets.
"Per il momento non sappiamo cosa stia succedendo a mille metri. Ma riteniamo ci siano persone a quella profondità. Quindi dobbiamo arrivarci rapidamente", ha aggiunto.
La televisione ha riferito che i primi due minatori portati in superficie ancora vivi sono stati esaminati e ricoverati in ospedale. Entrambi appaiono in buone condizioni.
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POLONIA: SCOPPIA MINIERA, 4 MORTI E 23 FERITI (05/06/2008)
(ASCA-AFP) - Varsavia, 5 giu - Un'esplosione di metano in una miniera di carbone ha fatto strage nel sud della Polonia causando quattro morti e 23 feriti, di cui 19 ricoverati in ospedale (cinque in gravi condizioni). Lo comunica la direzione del gruppo minerario JSW attraverso la portavoce Katarzyna Jablonska-Bajer.
L'inidente e' avvenuto alle 23 di ieri ora locale (21.00 ora di Greenwich), a 900 metri sottoterra nella miniera Borynia a Jastrzebie Zdroj. Al momento dello scoppio c'erano 32 minatori mentre cinque sono riusciti a scappare e sono illesi. Ancora non chiare le cause dell'esplosione, vista la totale assenza di scintille elettriche, tipica causa di scoppio in presenza di gas.
L'esplosione di ieri sera ricorda quella del gennaio scorso, quando due minatori erano morti in un incidente analogo in Slesia. L'industria mineraria polacca e' cruciale per la produzione di carbone, anche per l'intera Europa, e genera il 96 per cento dell'elettricita' del paese.
(Piu'Europa).
val/cam/rob
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RUSSIA: TRE MORTI PER CROLLO IN MINIERA (30/05/2008)
(PRIMA) MOSCA – tre minatori hanno perso la vita e altri tre risultano, al momento ancora dispersi, nella regione siberiana di Kemerovo a causa del crollo improvviso della volta di una miniera a circa 400 metri di profondita'. Altri undici minatori, invece, sono riusciti a salvarsi, risalendo in superficie. Lo ha reso noto l'agenzia Interfax. (PRIMA)
Data: 30/05/08 10:51
Autore: AIA
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Aggiornamento al 14/06/2008
Cina. Esplosione in miniera, almeno 27 i morti accertati, altri dispersi
Pechino
Sono ventisette le persone morte ieri in Cina nell'esplosione in una miniera di carbone nella provincia settentrionale di Shaanxi, secondo le informzioni fornite dall'agenzia Xinhua.
Le miniere di carbone cinesi sono le più pericolose al mondo, con 3.770 morti nel 2007, a causa di fattori come la mancanza di misure di sicurezza, l'illegalità delle miniere stesse, o l'ipersfruttamento delle risorse.
L'esplosione di ieri è avvenuta nella miniera di Anxin Coal, situata nella città di Xiaoyi: al momento dell'eplosione, 58 operai stavano lavorando sotto terra. Quindici di loro sono riusciti a scappare, e nove sono stati salvati dai soccorritori.
I soccorritori hanno anche recuperato i cadaveri di 27 lavoratori, mentre non si conosce ancora la sorte di altre sette di loro.
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Sui cambiamenti climatici
Alcune riflessioni sulla responsabilità dell'inquinamento atmosferico prodotto dall'uomo su effetto serra e mutamenti climatici. Da Greenpeace? No. Legambiente? Neppure. Dal Sole24ore.com
L'evoluzione di una civiltà dipende dalla quantità di energia che ha a disposizione. O almeno, è quanto credeva Nikolai Kardashev, l'astronomo russo che nel 1964 propose una scala per misurare il grado evolutivo delle società extraterrestri, ovviamente nella speranza di incontrarne qualcuna. Ridotta ai minimi termini, la scala di Kardashev è piuttosto semplice: le civiltà di Tipo I sono quelle in grado di sfruttare l'intera energia di un pianeta. Quelle di Tipo II riescono a usare l'energia di una stella. E quelle di Tipo III, manco a dirlo, riescono addirittura a mietere l'energia di un'intera galassia.
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Al giorno d'oggi, sulla Terra, si stima che la civiltà umana usi l'equivalente di 15 terawatt di energia (la misura corretta sarebbe 490 miliardi di miliardi di joule all'anno: un joule è un watt al secondo). Ovvero un'irrisoria frazione delle risorse energetiche del pianeta: i 174mila terawatt che piovono dal Sole, i 23 terawatt della geotermia e i miseri 3 terawatt prodotti dalla maree. Ah già, poi ci sono anche le risorse fossili (la cui combustione produce oltre 13 terawatt) che la civiltà terrestre ha ingegnosamente imparato a pescare sottoterra. Il guaio è che quelle catene di atomi di carbonio e di idrogeno che compongono gas naturale, petrolio e carbone, quando bruciate, accoppiano il carbonio a due atomi d'ossigeno e fanno la CO2. La famigerata anidride carbonica.
Sì, certo. Parlare di riscaldamento globale nel bel mezzo della più fredda e piovosa primavera degli ultimi trent'anni, può sembrare anacronistico. Ma il guaio è proprio questo. Anche due inverni or sono, quando l'inverno non è arrivato era forse eccessivo gridare al global warming, come invece accadeva puntualmente nelle chiacchere al bar. Proprio come le emozioni, il clima è un meccanismo delicato. Ma anche molto di più: è frutto di così tante variabili che non esiste supercomputer capace di calcolarle in modo definitivo.
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Se non ci fosse stata l'anidride carbonica, a trattenere parte della radiazione infrarossa riflessa dal pianeta (il cosiddetto effetto-serra) la temperatura media sarebbe di -19 gradi centigradi e sulla Terra non ci sarebbe ombra di civiltà né, forse, di vita. Prima della Rivoluzione industriale (e prima della sovrappopolazione), c'erano 280 parti di CO2 per ogni milione di molecole nell'atmosfera. Oggi che bruciamo allegramente circa 90 milioni di barili di petrolio al giorno, siamo intorno alle 390. Presto saranno 400.
Quello del clima, è un caos.
La Nasa ha annunciato che, dopo i recenti effetti raffreddanti de La Nina, sta entrando in gioco la cosiddetta Oscillazione decennale del Pacifico, che comporta – e nessuno sa veramente perché – fasi alterne di acque calde e fredde, che durano fra i 20 e 30 anni. Un recente studio tedesco promette dieci anni di clima più rigido in Europa. Anche se il Met Office britannico ha subito precisato che gli effetti del global warming mitigheranno un po' quel raffreddamento.
Intanto, su Nature è comparso un articolo che lancia l'allarme sugli idrati di metano: in poche parole, acqua e metano allo stato solido depositati in quantità enormi sul fondo degli oceani. Col crescere della temperatura, stanno rilasciando quel gas (che ha una potenzialità-serra 21 volte l'anidride carbonica) nell'atmosfera. Potenzialmente, potrebbero portarci al tipping point: il punto di non ritorno.
Quello del clima, è un caos caldo.
Così come è illogico tremare di paura per un'inverno mite, è illogico – nelle uggiose giornate di questa piovosa primavera – dimenticarsi che l'effetto-serra era stato previsto da un fisico svedese già nel remoto 1896: la capacità di certe molecole di trattenere la radiazione di certe frequenze è un fenomeno fisico indisputabile. Anche se a Ferragosto farà più freddo del solito, il mondo si sta riscaldando più del solito.
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Tradurre tipping point con «punto di non ritorno», fa assumere al termine un sapore drammatico. L'espressione inglese (resa celebre dall'omonimo libro di Malcolm Gladwell), indica ad esempio quel momento in cui un oggetto, leggermente sospinto fino al bordo di un tavolo, cade giù. L'Internet è stato un perfetto caso di tipping point: l'avvento del web ha prodotto una serie inarrestabile di rivoluzioni a cascata. Il mondo, difatti, non sarà mai più come prima.
Il problema è che l'eventuale tipping point climatico, sarebbe gravido di spiacevoli effetti collaterali. Se l'aumento della temperatura contribuisse davvero a sprigionare il metano delle profondità oceaniche (e quello racchiuso sotto il permafrost artico), l'effetto-serra potrebbe scivolare giù dal tavolo.
In altre parole, quella crescita lineare (nel lungo periodo) della CO2 e della temperatura – sulla quale si basano, per motivi di prudenza, tutti gli "allarmistici" rapporti dell'Ipcc – potrebbe assumere un andamento non-lineare. E non sarebbe una bella notizia.
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Siccome il clima è un caos caldo in tutti i sensi, ci sono scienziati che addebitano all'Ipcc di aver esagerato con le previsioni, e altri che accusano l'autorità climatica dell'Onu di aver sottostimato la portata degli eventi. Tutto questo, mentre il mondo aspetta di sapere se l'anno prossimo – quando a dicembre si chiuderanno le trattative per il nuovo trattato sulle emissioni-serra – alla Casa Bianca ci sarà Obama o McCain. Se sarà l'uno o sarà l'altro farà qualche differenza ma, a quanto pare, sono entrambi pronti a interrompere il "negazionismo" unilaterale del riscaldamento, a lungo perpetrato della presidenza Bush.
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Fuori piove e fa freddo. Per fortuna si vedono le rondini, che almeno stavolta fanno primavera.
Però una cosa pare certa. Secondo la scala di Kardashev, la civiltà terrestre è ancora di Tipo 0. Le società extraterrestri di Tipo I, devono aver trovato il modo di superare lo scalino evolutivo della dipendenza da idrocarburi, in modo da non sconvolgere i delicati equilibri del loro pianeta. Viceversa, non sarebbero arrivate lì dove sono. Se ci sono..
Espressioni contemporanee del male
Per soldi e potere si giunge a compiere atti abominevoli. Niente di nuovo sotto il sole, direte voi. I recenti fatti della clinica S. Rita (vedi qui e qui) a Milano non fanno che riportare alla luce questa dolorosa consapevolezza.
In questo caso vogliamo portare l'attenzione su un altro fatto di cronaca: il Corriere titola:
"Il n.1 di BP: se si vuole tenere il passo con il bisogno di greggio occorre aprire il Polo sud alle compagnie. E' uno degli ultimi luoghi incontaminati della terra. Forse, ancora per poco."
Non c'è limite allo schifo. Questa gente parla come se il mondo fosse di loro proprietà, e non rappresentasse l'unico possibile ambiente di vita per noi e le generazioni che seguiranno. Il pianeta concepito come una fonte di lucro usa e getta. Quanto dovremo attendere ancora, prima di sviluppare in modo diffuso un'etica sufficientemente avanzata per non mettere continuamente a repentaglio la nostra sopravvivenza? Quanto prima che ogni individuo giunga a prendere su di sé la responsabilità del proprio agire?
Il cinismo estremo di questo Tony Hayward non costituisce certo un unicum, e anzi ci richiama quello del suo omologo italiano Scaroni (a.d. eni, ex enel) . Siamo sicuri che gente simile avrebbe saputo trovare senza difficoltà un posto di primo piano tra le gerarchie naziste o quelle staliniane.