No al carbone Alto Lazio

22 novembre 2007

Appuntamento sotto la Arctic Sunrise, in MUTANDE NERE!


"Greenpeace lancia l'iniziativa "In mutande per Kyoto". L'Italia è in forte ritardo sugli obiettivi di Kyoto. Per protestare contro le inadempienze del Governo italiano, Greenpeace invita tutti a partecipare alla foto action "in mutande" a bordo del suo storico rompighiaccio, Artic Sunrise. Ci metteremo tutti in mutande per ricordare al Governo che con questa politica non andiamo da nessuna parte, tanto meno a Bali – dove, a dicembre 2009, si terrà il nuovo vertice sul clima delle Nazioni Unite [...]

L'appuntamento è per lunedì 26 novembre, ore 9.30, porto di Civitavecchia, sotto la prua della Artic Sunrise."

Indicazioni pervenute da Greenpeace:

"La photo-action avrà come obiettivo la denuncia all'opinione pubblica che il nostro governo è assai lontano dal raggiungimento degli obbiettivi di Kyoto, che non abbiamo una piano energetico nazionale che possa reggere in termini di efficienza ed energie rinnovabili, e che possa invertire la tendenza all'uso ed alla dipendenza dalle fonti fossili. Di conseguenza, noi italiani, ci ritroviamo tutti in mutande!!

Le istruzioni per l'uso sono poche e molto semplici:
- data, orario e luogo di ritrovo: lun. 26/11/07, ore 09:30, sotto la prua della nave Arctic Sunrise c/o molo 6 - porto di Civitavecchia.

Cosa portare: è importante che riusciate a portare un paio di mutande NERE. L'impatto di una mutanda nera su un corpo bianco è sicuramente una componente che non possiamo sottovalutare e che darà un valore aggiunto alla fotografia(se proprio non le avete e non riuscite nemmeno a comparle, non rinunciate alla fotografia e venite con le vostre mutande preferite). Un paio di ciabatte, un accappatoio..."


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21 novembre 2007

Nuovo importante appuntamento: vedi www.nuovomunicipio.org

Assemblea Nazionale degli Enti Locali promossa dalla Rete del Nuovo Municipio: quest'anno si svolgerà a Roma dal 23 al 25 novembre. In ogni caso, orari, programma e luoghi d'incontro sono consultabili sul sito della Rete *www.nuovomunicipio.org*

Importante la nostra presenza alla tre giorni, e soprattutto all'assemblea dei movimenti che si terrà venerdì 23 dalle ore 17.00 alle ore 19.00 presso la sede dell'XI Municipio in via Benedetto Croce. L'assemblea dal titolo "Movimenti e Partecipazione, Vertenze Territoriali e Conflitti" sarà l'occasione per un confronto senza filtri sulla necessità di accorciare la "filiera" della rappresentanza o, in altre parole, per valutare la possibilità di procedere a quella "cessione di sovranità" di cui da tempo si discute senza risultati significativi.

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Carbone e mercurio: danni al sistema nervoso e pericolo per il settore ittico



"I risultati di uno studio presentato il 7 novembre scorso al Congresso Annuale dell'American Public Health Association, svoltosi a Washington, D.C., mettono in guardia contro il consumo di pesce proveniente da acque vicine a centrali a carbone (1).

Lo studio è stato effettuato a Pittsburgh, Pennsylvania, USA, in un'area situata lungo la direzione dei venti prevalenti rispetto ad una centrale a carbone. Gli studiosi hanno trovato nel tessuto dei pesci di questa zona un alto contenuto di mercurio e selenio, due ben noti inquinanti emessi dalla combustione del carbone.

Di particolare interesse è il fatto che, nel caso di emissioni importanti, l'inquinamento interessava anche aree verso le quali non spiravano i venti prevalenti.

I ricercatori hanno messo in evidenza come l'ingestione di pesce contaminato da mercurio avrebbe aumentato di molto il rischio di danni neurologici nei bambini quali ritardo mentale, difficoltà di apprendimento, ritardo dello sviluppo neurologico, deficit del linguaggio, della funzione motoria, dell'attenzione e della memoria.

L'ingestione di pesce "al mercurio" può causare oltre a danni neurologici, malattie cardiocircolatorie e malformazioni congenite.

Non è possibile valutare la quantità di mercurio che, in seguito alla combustione del carbone, una delle fonti più importanti di inquinamento da mercurio, verrà immessa nell'aria in forma ossidata ed in forma elementare. La prima porrà un rischio di inquinamento da mercurio per le popolazioni che risiedono in un raggio di centinaia di km dalla centrale a carbone; le emissioni di mercurio in forma elementare causeranno invece un danno su scala mondiale (U.S. Department of Energy National Energy Technology Laboratory - Five Year Research Plan on Fine Particulate Matter in the Atmosphere. FY2001-FY2005).

Nel decreto di Valutazione di Impatto Ambientale che ha autorizzato la conversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia si afferma: "Con la centrale a carbone ci sarà un aumento del 50 % delle emissioni di mercurio"...e... "Si esprime perplessità riguardo al fatto che le emissioni di mercurio possano essere effettivamente contenute nel valore dichiarato di 0.8 microgr/Nm3". Nonostante le tecnologie applicate, infatti, il carbone può contenere fino a 150 volte la quantità di mercurio presente nell'olio combustibile (European Commission - Ambient Air Pollutio By Mercury Position Paper).


CI RIVOLGIAMO ALL'INDUSTRIA ITTICA AFFINCHÉ INTERVENGA PRESSO IL MINISTERO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE PER CHIEDERE LA RIAPERTURA DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI, AL FINE D' INCLUDERE NELLA VALUTAZIONE D' IMPATTO AMBIENTALE I DANNI ECONOMICI AL SETTORE DELLA PESCA CHE POTREBBERO DERIVARE DALLA CONVERSIONE A CARBONE.


I DANNI AL SISTEMA NERVOSO IN SVILUPPO CAUSATI DAL MERCURIO AVREBBERO DOVUTO FAR RIFLETTERE PROFONDAMENTE SULL'USO DEL CARBONE


Per approfondire su mercurio ed ingestione di pesce contaminato:
Proceedings of the Sept. 2007 National Forum on Contaminants in Fish

http://www.epa.gov/waterscience/fish/forum/2007/pdf/section2d.pdf
"Higher Levels Of Pollutants Found In Fish Caught Near A Coal-fired Power Plant"


Medici per l'Ambiente dell'Alto Lazio


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20 novembre 2007

RUBBIA all'EUROPARLAMENTO: puntare sulle RINNOVABILI


(ANSA) - BRUXELLES, 19 NOV - Occorre fare di piu', anche in termini di investimenti e di risorse per aumentare la presenza delle rinnovabili nel pacchetto energetico e l'Europa deve darsi da fare se vuole mantenere la sua posizione all'avanguardia anche grazie agli obiettivi che si e' data di qui al 2020. E' questo il messaggio che il premio nobel per la fisica Carlo Rubbia e' venuto a portare al Parlamento europeo per un incontro della commissione speciale sul cambiamento climatico. Rubbia, in una conferenza stampa con Guido Sacconi (Pse) presidente e Karl Heinz Florenz (Ppe) relatore della commissione, ha decisamente preso le distanza dalla possibilita' di ''catturare e sequestrare'' la Co2 per le energie fossili, una tecnica allo studio a livello europeo e conosciuta con l'acronimo inglese di Ccs. ''E' come dice il famoso detto italiano 'avere la moglie ubriaca e la botte piena'. Considerando che un'auto produce in un anno una quantita' di Co2 quattro volte il suo peso pensare di mettere tutto questo sotto terra e' rimuovere il problema non eliminarlo'', ha osservato Rubbia. Inoltre, ha segnalato, ''pochi sanno che per essere riassorbita nella biosfera la Co2 richiede 35.000 anni. Quindi se vogliamo 'sequestrarla' dobbiamo farlo per un tempo estremamente lungo ed e' un problema enorme''. Occorre puntare invece sulle rinnovabili, ha spiegato Rubbia, e soprattutto il solare, ma per fare questo ancora ''manca la volonta' politica''. Un problema presente in Italia, dove, ha spiegato il premio Nobel, da anni non e' stata adottata la norma per inserire fra le energie verdi anche il solare termodinamico. ''Se ci vogliono cinque anni per firmare un decreto...'', ha osservato Rubbia. Per quanto riguarda il nucleare, secondo l'ex direttore del Cern, sara' una parte essenziale del pacchetto energetico, ma non nella forma attuale. ''Il nucleare di domani non avra' nulla a che vedere con quello di oggi'', ha segnalato il premio Nobel indicando che il lavoro della ricerca dovra' andare proprio in questa direzione. Per quanto riguarda i biocarburanti, Rubbia ritiene che siano una ''ottima soluzione'', se la loro produzione viene separata da quella alimentare e se si produrranno automobili che ''fanno 100km con tre litri''. Il premio Nobel ha anche risposto agli scettici del cambiamento climatico e a coloro che dubitano dell'allarme. ''Noi su questo pianeta ci siamo e anche se ci possono essere margini di errore, non prendere posizione in modo convinto sarebbe un grave errore'', ha osservato il premio Nobel, sottolineando che rispetto a quando era bambino ''ci sono quattro volte il numero di persone sulla terra e l'uso dell' energia e' aumentato di 16 volte''. ''Si tratta di una profonda logicita' ed evidenza. Non possiamo pensare che la popolazione cresca di un fattore quattro e il consumo energetico di un fattore 16 e pretendere che il pianeta faccia finta che nulla sia successo'', ha sottolineato Rubbia. ''Ignorarlo sarebbe incoerente col nostro senso di responsabilita' verso le future generazioni''. (ANSA). CLG
19/11/2007 19:52

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...e l'Italia è troppo indietro sullo sviluppo delle energie rinnovabili

(ANSA) - BRUXELLES, 19 NOV - L'Italia e' indietro sulle energie rinnovabili rispetto ad altri paesi europei come la Spagna, anche perche' mancano gli strumenti legislativi per incentivarne la produzione. E' quanto ha affermato Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, conversando con i giornalisti a margine di un seminario organizzato al Parlamento europeo dalla commissione temporanea sul cambiamento climatico. Rubbia ha segnalato che in generale troppo poco viene fatto per le rinnovabili, in particolare per l'energia solare. ''Il fotovoltaico in tutto il mondo rappresenta quanto prodotto da una sola centrale nucleare'', ha spiegato l'ex direttore del Cern. ''Quando ero all'Enea l'Italia era partita, bene ma ora e' sicuramente dietro ad altri paesi come la Spagna, dove c'e' un' industria nel solare e nell'eolico'', ha spiegato Rubbia. ''In Italia non esistono norme legislative sufficientemente valide per incoraggiare l'industria ad essere competitiva'', ha osservato il fisico. ''Finora ne' i ministri precedenti ne' Bersani hanno firmato il decreto per riconoscere il solare termodinamico come energia verde'', ha spiegato il premio Nobel. (ANSA). CLG
19/11/2007 16:50

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19 novembre 2007

Qualcuno vorrebbe bruciare anche rifiuti a TVN

"CIVITAVECCHIA - In città il quarto impianto regionale che dovrà bruciare i rifiuti trattati? Possibile, stando a quanto si vocifera ultimamente alla Pisana. Il capogruppo alla Regione Lazio dei Socialisti Riformisti, Donato Robilotta, parla chiaro: «In questi giorni è sempre più insistente la voce dell’utilizzo della centrale a carbone di Civitavecchia, insieme al cementificio di Guidonia, come co-combustione di rifiuti, cioè quanto di più inquinante possa esserci oggi». E nonostante un’interrogazione in merito, né il presidente Marrazzo né l’assessore all’Ambiente Zaratti avrebbero risposto ed escluso la possibilità. A dir la verità anche dall’Enel, al momento, non ci sarebbe una vera e propria smentita. Dall’ufficio stampa dell’Azienda, infatti, affermano che al momento la priorità è quella di portare a termine i lavori di riconversione nei tempi stabiliti «ma è difficile ora poter dire cosa avverrà tra un anno - hanno aggiunto - noi siamo a disposizione per ogni eventuale ipotesi, da discutere comunque con il Comune e con il comprensorio. Se e quando verrà presentata ufficialmente la richiesta si vedrà». Finora infatti non ci sono stati approcci concreti e trattative, sia ufficiali che ufficiose, tra Enel e Regione Lazio..."

Fonte: Civonline.it, clicca qui per l'articolo intero.

...Mentre ad Anguillara parte la differenziata e la raccolta porta a porta:

ANGUILLARA - “Siamo ad un passaggio cruciale. Si tratta di superare la logica della discarica per abbracciare la riduzione della produzione dei rifiuti. È un processo nel quale la Provincia di Roma ci ha accompagnato e per il quale siamo stati in grado di attivare le giuste forze”. Sono alcune delle dichiarazioni del sindaco di Anguillara Emiliano Minnucci nell’incontro di sabato scorso ad Anguillara durante il quale è stato presentato, alla presenza del vicepresidente della Provincia di Roma Pina Rozzo, il passaggio ad un sistema di racconta differenziata porta a porta, che può essere definita “spinta”. Il sistema grazie ad un finanziamento della Provincia di Roma di 468.478,21 euro consentirà di togliere, a partire da gennaio 2008, i cassonetti dalle strade e di estendere la raccolta differenziata porta a porta, già attuata in fase sperimentale in alcune zone, su tutto il territorio comunale interessando circa l’80 per cento della popolazione.“In questo nuovo passaggio – ha aggiunto – il sindaco Minnucci la multiservizi energia Servizi Ambiente (Esa) di Anguillara, la società ad intero capitale pubblico, sarà l’elemento determinante nel salto di qualità. La Provincia ha scommesso su alcuni Comuni pilota, ed Anguillara è tra questi – ha aggiunto il sindaco – e fare scommesse in tempi di magra non è certo facile”. “Con i fondi stanziati – ha detto la vicepresidente provinciale Pina Rozzo – la Provincia di Roma finanzia l’intero costo del primo anno di avvio del nuovo servizio. È previsto anche un apposito piano di comunicazione per informare la cittadinanza. Il sistema rispetto al precedente, con gli operatori che si recheranno presso le abitazioni, riporta in ballo anche il rapporto diretto col cittadino”. “L’obiettivo – ha commentato il delegato all’Ambiente Giuseppe Girardi – è di arrivare al 50 per cento di raccolta differenziata. Eravamo partiti dal 5 per cento, con la fase sperimentale siamo arrivati al 27 per cento. Il sistema prevede inoltre con uno specifico finanziamento la realizzazione di un impianto di compostaggio in località Crocette”.Alle famiglie verrà distribuito un set di tre bidoncini: una biopattumiera marrone per gli scarti organici (in media il 31 per cento dei rifiuti prodotti), un bidoncino bianco per carta e cartone, un terzo bidoncino grigio per il cosiddetto secco indifferenziato per materiali non riciclabili. Le famiglie riceveranno inoltre un sacchetto giallo per la plastica e metalli (lattine). Resteranno per le strade le sole campane per il vetro. I rifiuti verranno ritirati a domicilio dagli operatori secondo un calendario cadenzato comunicato alle famiglie.

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Triclorometani nell'acqua

Riceviamo e pubblichiamo:
"E’ assurdo che un’intera popolazione sia condannata a subire passivamente non solo le aggressioni all’ambiente in cui vive, ma anche l’offesa di essere considerata inetta, abulica e incapace di reagire a decisioni ministeriali che mettono in serio pericolo la propria salute.Da decenni siamo costretti a convivere con l’aria inquinata dalle centrali elettriche, dalle emissioni delle navi che stazionano in un porto non elettrificato, dalle ormai obsolete ciminiere dell’Italcementi, dalle discariche a cielo aperto e dal caotico traffico veicolare.Come se non bastasse, anche il ciclo alimentare è a rischio perché i prodotti ortofrutticoli DOC crescono su terreni pregni di metalli pesanti e ammorbati dalle sostanze chimiche più disparate.Anche i prodotti della pesca sono inquinati da mercurio e si assiste ad una latitanza di chi dovrebbe cautelarci dai pericoli d’una alimentazione subdolamente nociva.Oggi apprendiamo dalla stampa - nell’assoluta indifferenza delle Istituzioni - che il Governatore del Lazio ha richiesto, e ottenuto, un Decreto congiunto dai Ministri della Salute e dell’Ambiente (D.M. del 04/10/2007, in G.U. 06/11/2007) che, invece di interdire la captazione e la distribuzione delle acque del fiume Mignone (inquinate dagli scarichi fognari, mal depurati, di quattro Comuni: Vejano, Oriolo, Montevirginio e Canale Monterano), si concede al Comune di Civitavecchia la facoltà di erogare acqua contenente un surplus di trialometani fino a 80 microgrammi per litro e almeno fino al 31/12/2007 (salvo proroghe)!La sfrontatezza del Decreto arriva al punto da asserire (contro ogni evidenza scientifica certificata dall’Istituto Superiore di Sanità): “la valutazione di non potenziale pericolo per la salute umana” quando venga superato il parametro di legge che è di 30 microgrammi per litro.Sappiano, i nostri distratti concittadini, che i trialometani sono sostanze tossiche per tutti gli organi vitali e che è dimostrata la loro patogenicità cancerosa.Pretendere che “per Decreto” le leggi di Natura e le certezze scientifiche si possano modificare ad libitum è un delitto contro l’intelligenza, oltre che contro ogni elementare principio di uno Stato di diritto quale ci illudiamo che sia la Repubblica Italiana.Qualora il nostro primo cittadino (che è la più alta carica di garanzia d’una corretta gestione della salute pubblica) non si opponga a tale ferita inferta alla pacifica convivenza dei propri amministrati, presenteremo un esposto-denuncia alle Autorità giudiziarie, ipotizzando l’omissione di atti dovuti e l’elusione di doveri etici verso una collettività da decenni abbandonata a se stessa."
Coordinamento dei medici e dei farmacisti per la tutela dell’ambiente e della salute.

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"La classifica mondiale della CO2"

"Una nuova mappa globale degli impianti che emettono le maggiori quantità di anidride carbonica. Si chiama Carma e l’ha messa a punto il Center for Global Development"

Vedi Galileonet.it per l'articolo INTERO

"...Dai dati emerge che la quantità di CO2 emessa da centrali elettriche è di 10 miliardi di tonnellate ogni anno, pari a un quarto delle emissioni di anidride carbonica totali.

L’Italia si posiziona al dodicesimo posto della classifica (e al quarto in Europa dopo Germania, Gran Bretagna e Polonia): emettiamo 165milioni di tonnellate di CO2 l’anno per 224 milioni di megawattora (Mwh) di elettricità, oltre il 68 per cento dei quali prodotti con combustibili fossili, quasi il 15 per cento con centrali idroelettriche e solo il 7,81 per cento con fonti rinnovabili. E da qui a dieci anni le cose non accennano a migliorare: le emissioni italiane potrebbero aumentare fino a 248 milioni di tonnellate di anidride carbonica per una produzione di 332 milioni di megawattora, 75,14 per cento dei quali prodotti con combustibili fossili...."


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Nuova tragedia nelle miniere di carbone


"E' di 63 morti e 37 dispersi l'ultimo bilancio di una micidiale esplosione di grisù avvenuta ad oltre mille metri di profondità nei cunicoli di una miniera della regione carbonifera del Don, in Ucraina orientale." Fonte: IlGiornale.it

Il carbone è sempre più pulito.

Aggiornamento al 20/11: il bilancio si aggrava a 80 morti e 20 dispersi.

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18 novembre 2007

Nessuna novità positiva dal WEC. Ovviamente.

Riportiamo stralci di un articolo comparso su Altrenotizie.org, a firma di Alessandro Iacuelli:


"Da domenica 11 a giovedì 15 novembre, presso la Nuova Fiera di Roma, si é tenuto il 20° Congresso Mondiale dell’Energia, al quale l'Italia si è presentata senza essere riuscita, nel corso degli ultimi 20 anni, a tenere una propria Conferenza Nazionale sull'argomento e priva di un Piano Energetico per il Paese successivo al 1987. Il Congresso, triennale, quest'anno ha avuto come tema "Il futuro dell'energia in un mondo interdipendente". All'inaugurazione era presente il Presidente del Consiglio Romano Prodi, che ha aperto il Congresso con un intervento telegrafico. La giornata di lunedì è iniziata con un discorso del Presidente della Commissione europea José Barroso ed è proseguita con l'intervento di Anne Lauvergeon, presidentessa di Areva, l’impresa francese a capitale pubblico leader mondiale nel nucleare. Nelle sessioni di discussione si è parlato molto di energia e ambiente. Soprattutto nella sessione pomeridiana è stato affrontato un tema delicato: quanto a lungo il petrolio rimarrà la fonte di energia principale, il ruolo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. Per i prossimi giorni il programma prevede discussioni ed interventi ai quali parteciperanno presidenti di grandi società energetiche, ministri e altri global players.

Il congresso è stato interamente dedicato a prefigurare i futuri scenari energetici globali. C'è da rilevare che, se attualmente l'intero pianeta basa il proprio approvvigionamento sulle fonti energetiche fossili, gran parte dei partecipanti è stato a Roma per garantire e far proseguire nel tempo questo tipo di approccio, assieme al rilancio del nucleare e, ovviamente, al massimo profitto a discapito di fonti rinnovabili, risparmio energetico, salute, ambiente ed equilibri geopolitici. Questo perchè hanno partecipato 100 Paesi - con i loro rappresentanti governativi - e 1450 aziende private del settore energetico, tra le quali primeggiano quelle petrolifere; presenti anche tutte le multinazionali dell’energia, le grandi imprese di stato e del sistema bancario-finanziario. La manifestazione ha visto tra i suoi sponsor principali EDF, che produce per il 74,5% energia nucleare, affiancata dall’ENEL, protagonista del lancio sul mercato di un inesistente carbone "pulito", e dall’ENI.


[...]
I protagonisti dell'incontro di Roma sono stati proprio coloro che hanno la responsabilità dell'attuale situazione. Non è un caso se la riunione riservata ai soli ministri tenutasi martedì, presieduta da Pier Luigi Bersani, ha visto allo stesso tavolo i ministri di USA, Cina, India, Federazione Russa, Unione Europea, Algeria e Qatar. Il Congresso non ha dato una svolta in direzione delle energie rinnovabili: già dai primi interventi è risultato evidente che si è trattato solo di una "passerella" da parte di chi intende mantenere un potere costruito sul petrolio, le altre energie fossili e il nucleare. Potere con il quale ci si assicura il controllo del Mondo, e si possono dichiarare guerre per conquistare altri pozzi con la giustificazione dell'esportare democrazia.
[...]
Eppure, a differenza di 30 o 40 anni fa, le energie rinnovabili hanno fatto non pochi progressi. E' il caso dei biocarburanti, divenuto tra i più interessanti di recente, ma non è il solo. Concetti e sistemi tecnologici, come sistemi efficienti, riduzione e risparmio, mezzi per ottenere energia da fonti rinnovabili non inquinanti e disponibili ovunque come il sole, il vento e le maree, hanno fatto passi in avanti sul piano tecnico. Ma non permettono di creare lobby potenti, o almeno nessuno ha ancora inventato il modo per creare opportune lobby di potere.
A tale proposito, è stato esplicativo l'intervento di Johannes Teyssen, direttore operativo della tedesca E.ON, che durante il congresso ha spiegato come secondo lui le politiche energetiche siano in balia di miti e credenze popolari dannosi allo sviluppo degli affari, ed ha concluso dichiarando che "Il 70% dei tedeschi è convinto che l'energia solare possa salvare il mondo e questo è semplicemente impossibile".

La risposta del mondo industrializzato è ancora una volta un Congresso abbastanza vuoto di contenuti, visto che le decisioni, quelle vere, sono già state prese altrove..."

Vedi qui per l'articolo intero.

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Lettera alla redaz. di "Ballarò"


Spettabile Redazione,

l'Italia paga costi per colpa dei vari NO; ma forse sarebbe opportuno parlare dei costi di certi SI' pronunciati da Governi arroganti sulla testa dei cittadini.
Vogliamo parlare dei costi in termini di salute per gli abitanti del comprensorio di Civitavecchie e dell'Alto Lazio che da mezzo secolo sopportano il peso di quattro centrali termoelettriche (una soltanto, la più piccola, è stata chiusa) e addirittura si vedono adesso imporre una nuova megacentrale a carbone (2000 MW!) nonostante l'opposizione determinata e sofferta dei cittadini ma anche di TUTTE LE ISTITUZIONI LOCALI (Regione Lazio, Provincia di Roma, Provincia di Viterbo, Comune di Roma e tutti i Comuni interessati, nessuno escluso)? Vogliamo spiegare per quale terribile arroganza il ministro Bersani si rifiuta di riaprire la Conferenza dei servizi in materia, pure in presenza di accalarate irregolarità della berlusconiana procedura di VIA e di motivate sollecitazioni degli attuali Ministri della salute e dell'Ambiente, colleghi di Bersani? E vogliamo parlare di Kyoto in presenza di quel mostro preistorico che produrrà milioni di tonnellate di CO2; dei costi che questo provocherà al nostro Paese? Sono i COSTI DI CERTI SI' IRRAGIONEVOLI, anzi proprio STUPIDI, frutto di arroganza.
Parliamone, per favore: ci sono mille ragioni anche dalla parte di alcuni NO, soprattutto se pronunciati da chi ha già dato! E la Vostra trasmissione ha il dovere deontologico, mi pare, di dare spazio anche a loro...

Grazie.

prof. Mario Dei Giudici, del Comitato di 330 insegnanti di Civitavecchia: "LE RAGIONI DEL NO AL CARBONE"
tel 333 7360650
Per altri contatti vi segnalo anche:
dr. MAURO MOCCI (349 4298123) e dr. GIANNI GHIRGA (339 8993671) entrambi del Comitato di 335 medici e 70 farmacisti ("Coordinamento dei medici e dei farmacisti per la salute e per l'ambiente" - Civitavecchia)

(lettera inviata alla Redazione del programma televisivo "Ballarò")

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Civitavecchia: un’area a rischio di grave incidente industriale

Riceviamo e pubblichiamo:

Il Comprensorio di Civitavecchia è un’area a rischio di grave incidente industriale quale quello di Seveso. Si veda quanto riportato dall'"Inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti" (scaricabile dalla SEZ. MATERIALI, ndr). Sul territorio sussistono svariati Deopisiti di Olii minerali: COMPAGNIA ITALPETROLI SPA, S.I.P.I.C. SPA, SO.DE.CO. SPA, PRAOIL OLEODOTTI ITALIANI SPA. A tale situazione va inoltre sommata la pericolosità di avere a pochi km da Civitavecchia, un Centro Tecnico NBC (Nucleare, Biologico, Chimico) dove si trovano, come si legge da notizie di cronaca, “20.000 proiettili contenenti iprite”, una sostanza estremamente tossica utilizzata nel corso della prima guerra mondiale e rinvenuti sul territorio.

Tale situazione rende imperativo il fatto che in questo comprensorio non solo non si devono aumentare i rischi ma che, viceversa, bisogna ridurli.

Sentiamo così parlare di boe a gas, inceneritori, tentativi di innalzare la soglia nell’acqua potabile dei triclorometani (sostanze cancerogene e mutagene).

Tutto ciò è una pazzia ed ignora completamente il principio di precauzione a vantaggio esclusivo degli interessi di pochi e completamente a discapito della popolazione.

Medici per l’Ambiente Alto Lazio

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17 novembre 2007

Greenpeace: in mutande per Kyoto

Fai clic sull'immagine per iscriverti all'iniziativa!

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16 novembre 2007

Una sagoma verde all'orizzonte


...Che fa rotta verso Civitavecchia...



...Con un messaggio chiaro.

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14 novembre 2007

Incentivi e investimenti nelle rinnovabili

Segnaliamo tre nuovi articoli sull'opportunità crescente dell'energia rinnovabile:

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13 novembre 2007

Confinamento della CO2 - depistaggi e menzogne da ogni parte

Riceviamo e pubblichiamo


Comunicato Stampa

SINISTRA EUROPEA
Nodo Ambientalista - Civitavecchia

Quanto scritto dalla stampa, locale e non, circa il pozzo Matilde e la possibilità di “confinamento della CO2” lascerebbe intendere che tale pratica è ormai attuabile e sarà quindi realizzata a breve a risoluzione dei problemi di Civitavecchia.
Purtroppo le cose non stanno così, ed anzi la modalità con cui è stata gestita la notizia palesa una già ampiamente dimostrata volontà di falsare l’informazione al fine di quietare l’enorme dissenso e gli altrettanto enormi problemi legati alla riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord.
E’ bene chiarire che l’esperienza del confinamento della CO2 (cioè la cattura e lo stoccaggio della medesima in siti profondi) risulta essere tuttora in fase sperimentale e con non pochi problemi da risolvere, tanto che si parla, a seconda delle fonti, di riuscire a realizzare progetti di tale genere (ma sempre sperimentali) tra il 2012 e il 2020.
Peraltro finora non si è mai definito ufficialmente i costi energetici ed economici di tale processo, anche se si parla di circa 70 euro per ogni tonnellata di Co2 sepolta, e la loro quantificazione probabilmente renderebbe non più conveniente l’uso del carbone.
Quello che è sicuro, invece, sono gli enormi costi che la comunità nazionale si troverà ad affrontare per aver sforato gli obiettivi annuali previsti dal trattato di Kyoto (si parla di €20/50 t/a) visto che la sola centrale di TVN, a pieno regime, produrrà poco meno di 10 milioni t/a di Anidride carbonica (dati VIA).
Ancora più strumentali sono i proclami della stampa, secondo cui, unitamente alla CO2, verranno eliminate le micro polveri visto che è noto a tutti che non esistono attualmente sistemi di filtraggio per polveri al di sotto dei 2,5 micron.
Il tutto tralasciando quanto denunciato dal Coordinamento dei medici circa i gravissimi rischi sanitario/ambientali in caso di fuoriuscita della CO2,
I problemi del territorio di Civitavecchia legati all’invasività del polo energetico, alla mancanza di controlli e alla futura riconversione sono molteplici, e non solo relativi alle emissioni della CO2 (concentrazione centrali termoelettriche, emissione polveri sottili e metalli pesanti, radioattività, movimentazione carbone e porto relativo, conseguenze sul sistema agricolo locale, ecc.); di questo ci si deve preoccupare soprattutto dopo le chiare richieste motivate, tra l’altro, con emergenze sanitarie, di riapertura della conferenza dei servizi da parte del Ministero dell’Ambiente, di quello alla Salute, delle Province di Roma e Viterbo e della Regione Lazio.
Fornirsi di alibi inneggiando a tecnologie avveniristiche per ora non realizzabili è offensivo per l’intelligenza e la salute dei cittadini oltre che indecoroso per chi tenta l’operazione.
Si abbia almeno il coraggio di fare come Bersani: si dica che non vi è alcun interesse nei confronti della salute dei cittadini, della devastazione delle economie dei territori e del futuro del pianeta in quanto valori sacrificabili sull’altare del profitto.
I cittadini di ciò sono già consapevoli.

Civitavecchia, 12 novembre 2007

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Immagini dal WEC, dove i potentati economici parlano del nostro futuro

Una cosa è certa: la macchina da guerra delle lobbies carbonare non è intenzionata a fare prigionieri. Altrettanto certo è che -pur rappresentando l'unico futuro possibile- le energie rinnovabili sono ancora oggi un tabù per i governi, ed infatti restano in secondo piano al WEC.

Un primo resoconto dal sito di Carta, vedi qui.

All'interno della sala dove lobbisti e fantocci governanti sono riuniti, prende la parola Prodi, e a quel punto fa irruzione Greenpeace:

QUIT NUCLEAR MADNESS
ENERGY REVOLUTION
NOW!


Aggiornamento al 16/11/2007:
Greenpeace irrompe di nuovo al WEC, per denunciare la politica energetica di ENEL:


ENEL e il caso MOCHOVCE:

ENEL e il caso BELENE:

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Bersani contestato al World Energy Council - Roma

Comunicato stampa

12 novembre_
I No Coke, con le mani insanguinate, offrono al Ministro carbone e fischi davanti ai cancelli dove è in corso il WEC alla Fiera di Roma

12 novembre - Momenti da dimenticare per il Ministro Bersani che davanti ai cancelli del WEC, in corso alla nuova fiera di Roma, ha ricevuto un’accoglienza al “carbone” dai rappresentanti delle vertenze ambientali di tutta Italia.

I delegati del “OTHER EARTH”, si sono dati appuntamento per proseguire il “Controvertice sull’Energia” proprio dinanzi ai cancelli del convegno dei potenti dell’Energia, il World Energy Council a Roma.

I No Coke hanno preparato accuratamente l’accoglienza per il passaggio della macchina del Ministro Bersani. Le donne, di cui molte mamme, con le mani insanguinate, offrivano carbone in segno di protesta per le morti che il territorio intorno a Civitavecchia dovrà subire per colpa dell’utilizzo del carbone come combustibile nella centrale elettrica di TVN.

Deludente la reazione del Ministro che si è barricato dietro il bavero del cappotto e della macchina di Stato per non parlare con i protestanti giunti da tutta Italia. Siamo amareggiati, dicono in coro, questo non è quello che professava prima delle elezioni e della sua nomina a Ministro, diceva che avrebbe ascoltato i territori, i cittadini in difficoltà.

Bersani non solo non vuole ascoltare i cittadini ma neanche i suoi colleghi, il Ministro della Salute ed il Ministro dell’Ambiente, che gli hanno scritto preoccupati per lo stato di salute del territorio intorno a Civitavecchia già lungamente compromessa da 50 anni di servitù energetiche. E’ per questo che prosegue in tutta Italia la raccolta di firme a supporto della denuncia a Bersani per omissioni di atti d’ufficio alla Procura di Roma.

Contatti: 329.7924124 3358272742

nocoketarquinia@yahoo.it

www.nocoketarquinia.splinder.com

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10 novembre 2007

Ecco i rischi dello stoccaggio di CO2 nel sottosuolo

Ormai le pressioni dell'opinione pubblica su aziende e politica, affinché si fermi questa follia della rincorsa al carbone, si fanno forti a livello mondiale. Ne è la prova il fatto che sempre più spesso si sente parlare di sperimentare tecnologie di stoccaggio degli enormi quantitativi di CO2 risultanti dagli impianti di produzione energetica a carbone. Tecnologie che fino a qualche mese fa venivano descritte come in fase del tutto sperimentale, il loro uso relegato in un futuro ancora lontano. E invece sentiamo dire che anche qui a Civitavecchia si sta pensando di utilizzare un pozzo sottomarino, individuato nel tratto di mare antistante la centrale Torre Valdaliga Nord, per stoccare la CO2.
Noi crediamo che si tratti di una follia, direi commisurata all'idea stessa di utilizzare, oggi, il carbone per produrre energia. Ecco qualche motivo a sostegno di questa nostra opinione: si tratta di una email che il Coordinamenteo dei Medici per la Salute e l'Ambiente sta facendo circolare:


"...Nel documento pubblicato di recente dal famoso Laboratorio di Ricerca del Dipartimento per l’Energia (DOE) degli Stati Uniti si possono leggere quali sono i rischi del sequestro dell’anidride carbonica (Risk Assessment and Management for Long-Term Storage of CO2 in Geologic Formations – Unites States Department of Energy R6D).

I rischi più importanti conseguenti al sequestro della CO2 sono il suo ritorno in superficie. Qualora questo avvenisse in alta concentrazione, porrebbe dei gravi rischi alla salute sia degli esseri umani che degli animali.
Il paragone con quello che successe in Camerun, vicino ai laghi Monoun e Nyos, dove morirono molte persone ed animali in seguito all’improvvisa salita in superficie di un’elevata quantità di CO2 che era profondamente sepolta sotto il fondo dei laghi stessi, serve ad illustrare l’estrema tossicità di questo gas ad alte concentrazioni.
La CO2 inoltre, sempre secondo gli autori del documento, potrebbe migrare vicino a falde acquifere e comprometterne la potabilità.
Fenomeni naturali come uragani o atti terroristici potrebbero causare delle crepe nei condotti che veicolano questo gas e la cronaca non è certo avida nel riportare questi incidenti:



Pipeline Accident Reports

Title:Hazardous Liquid Pipe Failure and Leak, Marathon Ashland Pipe Line, LLC Winchester, Kentucky, January 27, 2000
NTSB Report Number: PAB-01-02, adopted on 05/03/2001 [Full Text | PDF document]

Title: Hazardous Liquid Petroleum Products Pipeline Rupture, Colonial Pipeline Company, Knoxville, Tennessee February 9, 1999
NTSB Report Number: PAB-01-01, adopted on 03/28/2001 [Full Text | PDF document]

Title:Natural Gas Service Line and Rupture and Subsequent Explosion and Fire, Bridgeport, Alabama January 22, 1999
NTSB Report Number: PAB-00-01, adopted on 11/28/2000 [Full Text | PDF document]

Title: Pipeline Accident Report: Natural Gas Pipeline Rupture and Subsequent Explosion, St. Cloud, Minnesota, December 11, 1998
NTSB Report Number: PAR-00-01, adopted on 07/11/2000 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB2000-916501

Title: Hazardous Liquid Petroleum Products Overpressure Rupture, Murfreesboro, Tennessee, November 5, 1996
NTSB Report Number: PAB-99-03, adopted on 04/29/1999 [Full Text | PDF document]

Title: Pipeline Rupture and Fire, Indianapolis, Indiana, July 21, 1997
NTSB Report Number: PAB-99-02, adopted on 04/20/1999 [Full Text | PDF document]

Title: Pipe Failure and Leak, Morgan Falls Landfill, Sandy Springs, Georgia, March 30, 1998
NTSB Report Number: PAB-99-01, adopted on 03/22/1999 [Full Text | PDF document]

Title: Pipeline Rupture, Liquid Butane Release and Fire Lively, Texas August 24, 1996
NTSB Report Number: PAR98-02*, adopted on 11/06/1998 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB98-916503

Title: Pipeline Rupture and Release of Fuel Oil in the Reedy River at Fork Shoals, South Carolina June 26, 1996
NTSB Report Number: PAR-98-01, adopted on 11/04/1998 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB98-916502

Title: Pipeline Accident Summary Report Natural Gas Pipeline Rupture and Fire During Dredging of Tiger Pass, Louisiana October 23, 1996
NTSB Report Number: PAR98-01*, adopted on 09/28/1998 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB98-916501

Title: Release of Hazardous Liquid Near Gramercy, Louisiana, May 23, 1996
NTSB Report Number: PAB-98-01, adopted on 09/21/1998 [Full Text | PDF document]

Title: San Juan Gas Company, Inc./Enron Corp. Propane Gas Explosion in San Juan, Puerto Rico on November 21, 1996 (ALSO AVIALABLE IN SPANISH)
NTSB Report Number: PAR-97-01, adopted on 12/23/1997 [Abstract |PDF document]
NTIS Report Number: PB97-916501

Title: UGI Utilities, Inc., Natural Gas Distribution Pipeline Explosion and Fire Allentown, Pennsylvania June 9, 1994
NTSB Report Number: PAR-96-01, adopted on 02/26/1996 [Abstract | PDF document]
NTIS Report Number: PB96-916501

Title: Texas Eastern Transmission Corporation Natural Gas Pipeline Explosion and Fire Edison, New Jersey March 23, 1994.
NTSB Report Number: PAR-95-01, adopted on 01/18/1995
NTIS Report Number: PB95-916501

Title: Highly Volatile Release from Underground Storage Cavern and Explosion Mapco Natural Gas Liquids, Inc. Brenham, Texas April 7, 1992.
NTSB Report Number: PAR-93-01, adopted on 11/04/1993
NTIS Report Number: PB93-916502

Title: Natural Gas Explosion and Fire Department of Defense/Army Fort Benjamin Harrison Indianapolis, Indiana December 9, 1990
NTSB Report Number: PAR-92-01, adopted on 04/08/1992
NTIS Report Number: PB92-916501

Title: Liquid Propane Pipeline Rupture and Fire Texas Eastern Products Pipeline Company North Blenheim, New York March 13, 1990
NTSB Report Number: PAR-91-01, adopted on 06/11/1991
NTIS Report Number: PB91-916501

Title: Kansas Power and Light Company Natural Gas Pipeline Accidents September 16, 1988 to March 29, 1989 (Revised).
NTSB Report Number: PAR-90-03, adopted on 03/27/1990
NTIS Report Number: PB-90-916503

Title: Fire on Board the F/V Northumberland and Rupture of a Natural Gas Transmission Pipeline in the Gulf of Mexico Near Sabine Pass, TX October 3, 1989.
NTSB Report Number: PAR-90-02, adopted on 09/11/1990
NTIS Report Number: PB90-916502

Title: Kansas Power and Light Company Natural Gas Pipeline Accidents (revised PAR-90-03) September 16, 1988 to March 29, 1989.
NTSB Report Number: PAR-90-01, adopted on 03/27/1990
NTIS Report Number: PB90-916501

Title: Piedmont Natural Gas Company Natural Gas Explosion and Fire Winston-Salem, North Carolina January 18, 1988
NTSB Report Number: PAR-88-01, adopted on 10/25/1988
NTIS Report Number: PB88-916501

Title: Lone Star Gas Company Gas Explosion and Fire Fort Worth, Texas March 12, 1986.
NTSB Report Number: PAR-87-03, adopted on 08/04/1987
NTIS Report Number: PB87-916503

Title: Williams Pipe Line Company Liquid Pipeline Rupture and Fire Mounds Views, Minnesota July 8, 1986.
NTSB Report Number: PAR-87-02, adopted on 07/20/1987
NTIS Report Number: PB87-916502

Title: Texas Eastern Gas Pipeline Company Ruptures and Fires at Beaumont, Kentucky on April 27, 1985 and Lancaster, Kentucky on February 21, 1986.
NTSB Report Number: PAR-87-01, adopted on 02/18/1987
NTIS Report Number: PB87-916501

Title: Northeast Utilities Service Co. Explosion and Fire Derby, Connecticut December 6, 1985.
NTSB Report Number: PAR-86-02, adopted on 11/14/1986
NTIS Report Number: PB86-916503

Title: Continental Pipe Line Company Pipeline Rupture and Fire Kaycee, Wyoming, July 23, 1985.
NTSB Report Number: PAR-86-01, adopted on 03/18/1986
NTIS Report Number: PB86-916501

Title: National Fuel Gas Company Natural Gas Explosion and Fire, Sharpsville, Pennsylvania, February 23, 1985

NTSB Report Number: PAR-85-02, adopted on 10/25/1985
NTIS Report Number: PB85-916502.



Di estrema importanza è il fatto che non c’è esperienza per dire come si comporteranno 10.730.000 tonnellate di CO2 sepolta ogni anno per almeno 25 anni. Questa, infatti, è la quantità di emissioni dichiarate nella Valutazione di Impatto Ambientale per la conversione a carbone della centrale di TVN di Civitavecchia. Inoltre, l’incertezza maggiore è il comportamento della CO2 iniettata sotto formazioni saline.
[...]
Anche se il rischio associato al sequestro della CO2 è molto basso, come sottolineano i ricercatori del DOE, tuttavia la popolazione va informata su cosa può succedere nel caso di un’esposizione ad alte dosi di anidride carbonica.
Nel documento più recente ed importante sul sequestro della CO2, pubblicato dall’IPPC, un organo della Commissione Europea dedicato alla prevenzione ed al controllo dell’inquinamento, a pag. 27 si afferma che l’applicazione di questa tecnologia aumenterebbe il costo della produzione di energia dal 35 – al 70 % (pag. 27, seconda colonna, settima riga). Il costo sarebbe a carico, come al solito, della popolazione e lo troveremmo sulla bolletta.

(Seguono estratti dal documento indicato)


Camerun, Lake Monoun

Erano le 23 e 30 del 15 agosto del 1985, in molti udirono un forte rumore, un’esplosione proveniente dalla zona del lago Monoun. Dissero che una scossa di terremoto era stata avvertita a 6 chilometri a nord del lago. Una nube di anidride carbonica fuoriuscì dalla parte est del lago stesso, dove si trovava un cratere largo 350 metri e profondo 96 metri. Le vittime della nube tossica, un numero imprecisato, si trovavano nella parte bassa del lago e morirono la maggior parte tra le 3 e l’alba. Non furono eseguite autopsie ma tutti i corpi mostravano segni di ustioni diffuse di primo grado.
La nube, simile a fumo, iniziò a dissiparsi verso le 10 e 30. Entro un raggio di 100 metri dal punto di fuoriuscita della nube la vegetazione mostrava segni di inondazione.
Il lago Monouns è al centro di una zona vulcanica ma l’evento non venne causato da un’eruzione. Le indagini eseguite giunsero alla conclusione che un terremoto o un movimento delle acque del lago provocò l’improvvisa fuoriuscita di un’enorme quantità di CO2 che soffocò la popolazione.


Camerun, Lake Nyos


...Il 12 agosto 1986 un’improvvisa grande nube di anidride carbonica, circa un chilometro cubo, si innalzò dal lago Nyos causando la morte per asfissia di circa 1.700 persone e di tutti gli animali che si trovavano in un raggio di circa 25 chilometri."


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9 novembre 2007

"Other earth" - Roma- partecipiamo!


"OTHER EARTH"

presso la Città dell’altra economia, Largo Dino Frisullo, Campo Boario, Testaccio
(metro Piramide)

Roma 8/10/11/12/13/14/15 Novembre 2007


"...Non è democrazia decidere nelle segrete stanze con multinazionali e banche i nostri destini. E’ democrazia porre le comunità locali nelle condizioni di decidere all’interno di una discussione condivisa ed informata il proprio futuro..."

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10/11/07 a Roma - piazza farnese, per il Solare


"Il 10 Novembre, a 20 anni dal referendum che ha segnato l'allontanamento dell'Italia dalla via del nucleare, saremo tutti a Piazza Farnese, nel centro storico di Roma, alle ore 16:00."

"L'8 e 9 novembre del 1987 con il referendum sul nucleare 21 milioni di italiani, pari all'81 % dei votanti, dissero no alle centrali nucleari. Un grande successo che portò l'Italia fuori dal nucleare da fissione e fuori dall'incubo degli incidenti nucleari.
20 anni dopo quella importante vittoria alcune forze politiche ed economiche Più arretrate vorrebbero riaprire all'energia nucleare senza che ad oggi sia stato risolto il problema delle scorie radioattive e della sicurezza.
In questi anni persino la Germania, la Svezia, l'Olanda e il Belgio hanno deciso di avviare un programma di abbandono del nucleare e di puntare sulle politiche del risparmio ,dell' efficienza energetica e delle energie rinnovabili.
Riteniamo che la grande questione dei cambiamenti climatici debba essere affrontata attraverso una profonda riconversione ecologica del modo di produrre. Ecco perché riteniamo che il Patto per il Clima, lanciato da migliaia di cittadini rappresentativi del mondo della politica , del sindacato, della cultura, della scienza e della ricerca, dei comitati e delle associazioni sia lo strumento per dare una risposta efficace e strutturale nella lotta al riscaldamento globale.
Va superato l'attuale modello economico basato sull'uso del petrolio e più in generale delle fonti fossili e su un consumo senza limit¬i delle risorse naturali che hanno generato nel pianeta povertà, squilibri ,precarietà del lavoro, conflitti sociali e guerre. Il futuro energetico del mondo non è l'attuale nucleare con il drammatico problema delle scorie radioattive e della sicurezza e nemmeno il carbone con il suo forte impatto ambientale e sanitario provocato dalle emissioni di CO2 e delle polveri sottili. Una nuova politica energetica deve basarsi sulle rinnovabili, a partire dal sole, sul risparmio e l'efficienza , su una rete energetica intelligente per ridurre al minimo gli sprechi, puntando fortemente sulla ricerca e l'innovazione tecnologica che consenta tra l'altro di utilizzare l'idrogeno e le bionergie prodotte su filiera corta. L'energia del futuro sarà democratica,decentrata, distribuita e fonte di ricchezza per i cittadini. Tutto ciò è indispensabile per costruire una società più giusta, sostenibile e senza guerre.
Per questi motivi abbiamo deciso di ricordare l'anniversario di quell'importante vittoria del referendum sul nucleare, organizzando una manifestazione-festa che si terrà a il prossimo 10 novembre a Roma a Piazza Farnese a partire dalle ore 16.00.
All'iniziativa vi saranno le testimonianze di coloro che hanno combattuto la battaglia nel comitato anti-nucleare, le istituzioni e i tanti cittadini che allora vissero quel delicato momento storico.

Vi aspettiamo in tanti e per chi volesse aderire all'appello può inviare un'email a info@20annisenza.org o inviare un fax a 06.42004600 presso federazione dei Verdi"

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Nuovi morti nelle miniere di carbone

32 morti e tre feriti: è il bilancio ufficiale dell'ultimo incidente nelle miniere di carbone cinesi. Il carbone è sempre più pulito.
Fonte:
http://new.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=40159&rubrica=15

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Monumento Naturale nell’area costiera de 'La Frasca'– Comuni di Civitavecchia e Tarquinia

Riceviamo e pubblichiamo
"All'assessore Regionale Zaratti sull'istituzione di un Monumento Naturale nell’area costiera de 'La Frasca'– Comuni di Civitavecchia e Tarquinia"

Egregio Assessore,
il litorale nord della Regione Lazio è particolarmente soggetto a pressione antropica, tanto da risultare quasi completamente gravato da servitù industriali, portuali, turistiche o urbane.
Solo brevi tratti di costa mantengono una adeguata naturalità, tanto da essere riconosciuti a livello comunitario nella rete ecologica di Natura 2000.
Sicuramente uno dei tratti liberi da azione antropica di maggior estensione è l’area occupata dalla pineta denominata “La Frasca” e dal sistema marino antistante che, estendendosi per ca. 3,2 km nel territorio di Civitavecchia e continuando per altri 700 m circa nel territorio di Tarquinia, costituisce la prima importante interruzione di un continuum fortemente antropizzato ed alterato e, sotto questo profilo, oltre che per l’intrinseco valore naturalistico ed archeologico, un patrimonio la cui preservazione si impone come di fondamentale importanza.
Per la sua estensione il sito è stato, tra l’altro, inserito nel progetto Oloferne del WWF, che tra il 1995 ed 1996 ha censito i tratti di costa di sviluppo di almeno 3 km liberi da opere umane.
La pineta, impiantata, con funzione di frangivento, negli anni Cinquanta del secolo scorso dall’Ersal, si presenta attualmente piuttosto degradata, principalmente a causa della scarsa resistenza del pino domestico alla salsedine e dell’importante pressione antropica.
Nonostante tale circostanza, l’area, attualmente di proprietà dell’Arsial, rappresenta un’importante e documentata zona di rispetto di biodiversità, è inserita nel PTP, ambito territoriale n.2, fra le aree boscate “Beni A5 – Boschi di tutela integrale” ed è sottoposta, relativamente all’entroterra e alla fascia costiera, a vincolo di inedificabilità ai sensi dell’art. 1 ter della L. 431/85.
La costa è una scogliera bassa, ambiente di enorme valore biologico caratterizzato anche da un elevatissimo ruolo turistico ricreativo, e, unitamente alla gariga alofila, ha un fondamentale ruolo ecologico di collegamento con la pineta artificiale retrostante.

Nonostante i danni al patrimonio selviculturale, la flora e la fauna della Frasca sono estremamente vari.
Molte le piante di ambiente salmastro (costa e gariga), soprattutto della Famiglia delle Chenopodiaceae, quali: Atriplex litoralis, Sueda marittima, Salsola kali, Salicornia europea, Spergularia media e S. marina, Chritmum maritimum, Eryngium maritimum, Limonium vulgare, Artemisia marittima, Plantago corono-pus, Cakile marita.
Per quanto riguarda l’avifauna, frequentemente vengono avvistati esemplari di Arenaria interpres, Asio otus, Larus ridibundus, Sterna sandvices, Egretta garzetta, Phalarocrocrax carbo.
Particolare rilievo mostra il tratto di fondale antistante, essendo costituito da un Habitat prioritario per Natura 2000, ossia una prateria di Posidonia Oceanica e a tal fine perimetrato nel SIC IT6000005 – “Fondali tra Punta Sant'Agostino e Punta della Mattonara”.
Tra le specie riscontrate nell’ambito del SIC in questione, che si estende per una superficie di 434,703 ha, alghe di vario tipo (verdi, rosse e brune, Ulva lacuca, Codium bursa, C. vermilara, Litophyllum racemus, Geodia cydonium) e Monocotiledoni rare quali la già citata Posidonia oceanica, Muscari parviflorum Desf. (popolamento pentaploide), Ophrys sphegodes. Si segnala, inoltre, la presenza di Pinna nobilis (il più grande mollusco del mediterraneo), Corallium rubrum, di molluschi di particolare rarità come la Luria lurida, il Murex brandaris, l’Aporhais pes-pelicani, Ensis ensis o E. minor e della Caretta caretta che ama pascolare nelle praterie di Poseidonia.
Dal punto di vista archeologico, notevolissima è la rilevanza del sito, qualificato, nel citato PTP, ambito territoriale n.2, come “zona archeologica a tutela orientata”.
Sono documentate testimonianze relative all’epoca preistorica e protostorica e soprattutto all’età romana: resti di ville, una delle quali in località “Cappelletto”, molto vasta e dotata di ambienti termali. Sono visibili parti di muri costruiti con la tecnica dell’opus listatum, una vaschetta scavata nella roccia e parte di un pavimento in cotto. La sopravvivenza di tali testimonianze è oggi minacciata dal continuo passaggio delle automobili sulla strada antistante il campeggio.
Rinvenimenti di tessere di mosaico, chiodi in bronzo, fibbie, ami da pesca, e di centinaia di monete di varie zecche del mediterraneo, rimandano ad una frequentazione tra III sec a.C. e IV d.C., da porre in relazione con la presenza di un porto canale, i cui resti sommersi sono tuttora visibili, identificabile quasi sicuramente con l’approdo di Rapinium, ricordato nell’Itinerarium Maritimum e, successivamente, negli Acta Sanctorum con il mutato nome di Columna, dovuto alla presenza sulla costa, come segnacolo di accesso al canale, di possenti colonne di granito, almeno tre delle quali ancora adagiate sul fondale, a modesta profondità a poca distanza dalla riva.
Lo stesso nome Frasca deriverebbe dall’uso che in passato i pescatori facevano di rami (le frasche) collocati verticalmente in mezzo al mare per segnalare gli approdi per le imbarcazioni. In caso di poca visibilità, infatti, i rami venivano incendiati così da illuminare il percorso per i natanti in difficoltà.
Sono, inoltre, frequentissime le segnalazioni relative al rinvenimento di relitti e reperti isolati dai fondali prospicienti la pineta.

L’amore della popolazione per questo sito è stato recentemente dimostrato dai numerosi voti ottenuti nell’ambito del progetto “I luoghi del cuore”, del Fondo per l’Ambiente Italiano, che chiamava i cittadini a votare i siti meritevoli di tutela e di particolare valore affettivo per la popolazione, nell’ambito del quale La Frasca è risultata il terzo sito del Lazio e 37° in tutta Italia sui 6000 luoghi segnalati dagli italiani.
Purtroppo la pressione industriale del porto e degli impianti termoelettrici di Torre Valdaliga mettono a rischio un biotopo di straordinaria importanza.
I lavori di riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord hanno già causato la distruzione di lembi di pineta per trasformarli in aree cantieristiche e la realizzazione delle opere a mare per la costruzione del molo carbonifero ha già, di fatto, concretizzato un’importante erosione del SIC.
L’ipotizzato sviluppo del Porto in direzione nord, con la realizzazione di un “Terminal Cina” o di infrastrutture simili altrimenti denominate o di un porticciolo turistico da almeno 700 posti barca, comporterebbe la pressoché totale e definitiva cancellazione dei fondali protetti dalla Comunità Europea e della pineta, tristemente sostituiti con banchine in mare e piazzali per deposito di container nell'entroterra.
Per difendere il territorio e la popolazione da tale opera di distruzione e salvaguardare il tessuto economico e sociale dell'alto Lazio, riteniamo necessario, ed oramai improcrastinabile, l’apposizione di un vincolo di protezione tramite l'istituzione di un Monumento Naturale che perimetri l'intera area, dal confine con gli impianti termoelettrici di Torre Valdaliga Nord, per tutta l'estensione verso nord della pineta “La Frasca”.
Al fine di portare a compimento le finalità della rete Natura 2000, proponiamo, anche, che si provveda al più presto alla redazione di un unico Piano di Gestione che interessi le aree del SIC e dell'istituendo Monumento Naturale o, considerata l’importanza e i danni già recentemente subiti dal sistema marino in oggetto, di valutare l’opportunità di un intervento presso il Ministero competente al fine di attivare uno specifico strumento di protezione per i fondali inseriti nel SIC IT6000005.
Ringraziando anticipatamente per la sensibilità e la disponibilità che Vorrà dimostrare, restiamo in attesa di un Suo gradito cenno di riscontro e cogliamo l’occasione per inviarLe i nostri più cordiali saluti.


ItaliaNostra
Sezione Asfodelo - Gruppo Civitavecchia
La Vice Presidente
Dott.ssa Roberta Galletta


FORUM AMBIENTALISTA
Sezione Civitavecchia
La responsabile
Simona Ricotti

WWF Lazio
Sezione Litorale Nord
Il Responsabile
Dr. Dario Burattini

ASSOCIAZIONE TNT
Civitavecchia
La Presidente
Loretta Tremante

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Stocchiamo Enel nel sottosuolo

Riceviamo e pubblichiamo
"Recentemente (4 ottobre 2007), dalle pagine del quotidiano “Il sole 24 ore”, l’Enel annunciava con toni trionfalistici “la possibilità di catturare l’anidride carbonica prodotta negli opifici elettrici e di poterla quindi stoccare profondamente in aree geologiche appropriate”. Ciò farebbe centrare l’obbiettivo, entro il 2012, di avere: “centrali a carbone pulito senza emissioni di CO2 nell’atmosfera”. La prima centrale elettrica a sfruttare tale tecnologia sarebbe quella a carbone di Civitavecchia di TVN e il luogo dello stoccaggio è stato individuato un’area off-shore denominata “pozzo matilde” che avrà la capacità di immagazzinare per 20 anni le emissioni di CO2 della centrale (circa 95 miliardi di metri cubi).
Noi leggiamo, in queste affermazioni, solo un maldestro tentativo, che non andrà sicuramente a buon fine, di tranquillizzare le popolazioni stanche di subire da anni gli effetti delle nefaste emissioni in atmosfera di uno dei più grandi poli energetici europei.
Quello che l’ Ente elettrico si è guardato bene dal dire, però, sono i gravissimi rischi sanitario/ambientali connessi con tale tecnologia; infatti, il movimento dei gas nel sottosuolo può essere indotto dai gradienti di pressione, da quelli di concentrazione e da quelli geotermici che possono provocare improvvise e massive fuoriuscite degli stessi nell’atmosfera. Che cosa succederebbe alla popolazione se si verificasse una emissione copiosa di CO2 dal sito di stoccaggio? Eventi simili non sono né impossibili né improbabili. Ne citiamo di seguito alcuni:
  1. Nel 1984 una nube di CO2, sprigionatasi improvvisamente dal sottosuolo uccise, nei pressi del lago Monoun (in Africa), circa 40 persone
  2. Nella notte del 21 agosto 1986 una nube di 800 milioni di metri cubi di CO2 (circa 1900 volte inferiore a quella che verrebbe immagazzinata a Civitavecchia) si sprigionava improvvisamente dal lago Nyos in Camerun attraversando, spinta dai venti, una vasta vallata della lunghezza di trenta chilometri, seminando morte silenziosa e improvvisa. La CO2 uccise più di 1.800 persone e 3.500 capi di bestiame. Molti individui stavano dormendo e, sorpresi nel sonno dalla nube di gas, non ebbero scampo, morendo in carenza di ossigeno come fa un pesce fuor d’acqua.
  3. Nel settembre del 1999, in seguito ad emanazioni di anidride carbonica in località Cava del Selci, nel Comune di Marino, fu registrata la morte per anossia di più di 30 capi di bestiame e nelle zone limitrofe alle emissioni gli abitanti accusarono per molte ore disturbi (vomito, lipotimie e alterazioni visive) chiaramente dovuti alla presenza e all’accumulo nelle abitazioni di elevate concentrazioni di anidride carbonica.

Se ciò si dovesse verificare, non ci sarebbe salvezza per nessuno: neppure la più sofisticata maschera potrebbe evitare la morte in pochi minuti. Solo la disponibilità immediata di ossigeno per tutta la popolazione esposta potrebbe salvare la vita.
Questo tentativo, da parte dell’Enel, di trovare soluzioni azzardate, anche se tecnologicamente possibili, non riuscirà mai a mitigare l’intrinseca pericolosità connessa alla costruzione ed alla gestione di opifici di tali dimensioni e complessità, ma creerà nuove fonti ti preoccupazioni per le popolazioni residenti.

Coordinamento dei medici e dei farmacisti per la tutela dell’ambiente e della salute."

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Campagne Greenpeace

Scrivi al Presidente della Commissione Manuel Barroso e ai Commissari Dimas, Kyprianou, Fischer-Boel e Frattini. E chiedi di bloccare la coltivazione di Ogm in Europa!
http://www.greenpeace.it/ogm/dimas

Ti ricordo inoltre che, in questo periodo, è attiva un'altra cyberazione a livello italiano per chiedere alla grande distribuzione - Coop, Auchan ed Esselunga – di eliminare dagli scaffali le lampadine incandescenti, sprecone e nemiche del clima. Dopo 10 giorni siamo a più di 3000 email inviate. Ma dobbiamo fare molto di più. Partecipa adesso!
http://www.greenpeace.it/incandescenti/scrivi.php

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"Organismo Tecnico Ambientale..." - Comunicato stampa

Riceviamo e pubblichiamo
COORDINAMENTO DEI COMITATI CONTRO IL CARBONE COMUNICATO STAMPA DEL 07 Novembre 2007
Il Coordinamento sottolinea e conferma la sua assoluta contrarietà alla conversione a carbone di TVN e continuerà ad agire, in tutte le forme, affinché non sia portato a termine l'intervento che causerebbe danni gravissimi alla salute, all'ambiente e all'economia dell'Alto Lazio. Tuttavia, nella non augurata ipotesi di entrata in funzione del primo gruppo, il COORD. , all’unico fine di difendere gli interessi ambientali della città, ritiene che debba essere garantita la formazione e l’operatività di un

ORGANISMO TECNICO AMBIENTALE LOCALEPer il Controllo e la Sorveglianza Democratica di Base.
Rappresentanti del Coord. hanno incontrato il Sindaco il 30 ottobre scorso, presentandogli la PROPOSTA dettagliata per trasformare radicalmente l’attuale Osservatorio Ambientale e attende risposte concrete nel corso della prossima riunione programmata per martedì 13 p.v.Il COORD. , con la sua PROPOSTA, intende evitare sperpero di denaro pubblico e far sì che venga attivato immediatamente il reale controllo democratico dell’esercizio della centrale al fine di limitarne al massimo gli effetti negativi sull’Ambiente nella sua interezza.
La PROPOSTA è ispirata dalla opportunità di rivoluzionare l’attuale impostazione dell’OSSERVATORIO AMBIENTALE snellendone la farraginosa struttura (mangia soldi) e nel contempo aumentarne la operatività reale sul territorio e all’interno degli impianti termoelettrici.
  • Non debbono essere “inventati” studi, ricerche, analisi, controlli strumentali dei livelli di inquinamento poiché sono già attribuiti dalle attuali leggi come compiti istituzionali di Enti Statali (ARPA, Provincia, Istituto Superiore di Sanità) i quali Enti debbono essere invece obbligati ad esercitarli;
  • deve essere cancellato il comitato scientifico che serve sostanzialmente solo a pagare i gettoni di presenza a tecnici esperti, rappresentanze etc.;
  • deve essere trasferita nel più breve tempo possibile la gestione della rete di rilevamento comprensoriale all’unico Ente capace di esercitarla, ovvero l’ARPA Regionale;
Deve essere costituita una compagine ALTERNATIVA che:
  • SORVEGLI con continuità l’esercizio delle centrali
  • VERIFICHI in campo il rispetto di accordi sottoscritti e delle leggi esistenti;
  • RELAZIONI PER ISCRITTO SUL LAVORO SVOLTO, DOCUMENTI e MOTIVI PROPOSTE OPERATIVE AL COMITATO DI GESTIONE FORMATO DAI SINDACI, I QUALI IN CASO DI GRAVI VIOLAZIONI DEGLI OBBLIGHI RELATIVI ALLA TUTELA DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE POTRANNO DISPORRE LO SPEGNIMENTO DELLA CENTRALE;
  • ATTIVI IL COINVOLGIMENTO, NELLA AZIONE OPERATIVA, DEGLI APPARATI TECNICI DEGLI ASSESSORATI AMBIENTE DEI COMUNI INTERESSATI E DI SOGGETTI LOCALI, TECNICI E NON, CHE HANNO SEMPRE SOLLEVATO DUBBI E PERPLESSITA’ SULLA SCELTA DEL CARBONE COME COMBUSTIBILE NONCHE’ TIMORI SUI POTENZIALI EFFETTI DANNOSI SULLA POPOLAZIONE LOCALE ED IL SUO AMBIENTE DI VITA.

Questo blog si dissocia dall'iniziativa, anche in rappresentanza di moltissimi appartenenti al Movimento Nocoke, per i motivi numerose volte discussi. Crediamo che non sia stato corretto diffondere il presente comunicato come "COORDINAMENTO DEI COMITATI CONTRO IL CARBONE ".

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5 novembre 2007

Enel ci avvelena ancora. Riflessioni.

Litorale della maremma laziale.



Il fatto.


Ieri, domenica 4/11/07, mi trovavo a Montalto Marina (Vt), sulle sponde del fiume Fiora, dove si trovano gli ormeggi delle imbarcazioni da diporto.
Erano circa le 11 di mattina quando mi sono imbattuto in un vecchio amico, subacqueo per passione da tanti anni, appena rientrato dopo un'immersione in compagnia di alcuni suoi colleghi.
"Il mare è impestato, c'è tutta questa roba. E' pieno, dappertutto!". Detto questo, l'amico mi ha indicato, con un cenno, un recipiente in cui aveva raccolto dell'acqua di mare: vi galleggiavano (e non) numerose masse gelatinose sferoidali semitrasparenti, dall'aspetto simile a uova di rana, ma prive di nucleo. Il diametro approssimativo era di circa 1 - 1,5 cm.
Ci siamo chiesti di cosa avrebbe potuto trattarsi: plancton, forse? Qualche sorta di inquinamento chimico? Osservandole in piena luce, sulla superficie di ognuna di queste masse si notava un fitto reticolo regolare di punti neri. Dopo qualche discussione ci siamo salutati, riproponendoci di far analizzare il tutto all'ARPA di Viterbo.


Stamattina appare una prima risposta ai nostri interrogativi. Sul sito "maremmaoggi" il seguente articolo:

Una chiazza oleosa di fronte la Centrale Enel Alessandro Volta di Montalto di Castro ha fatto scattare, nella giornata di ieri, l’allarme inquinamento per il litorale viterbese. Una patina iridescente si era estesa in un fronte lungo 700 metri per 50 all’altezza dello scolo delle acque dell’impianto di Pian dei Gangani. Una telefonata al 1530 della capitaneria di Porto, fatta da un diportista, ha messo in moto la macchina dei controlli e subito sul posto, via mare è arrivata la Capitaneria di Porto con il capitano Lorenzo Savarese e il maresciallo Giuseppe Romiti, il gommone della Protezione Civile e la Polizia Ambientale locale. Il mare calmo infatti evidenziava la chiazza che galleggiava sul fronte mare della Centrale Enel. All’interno dell’impianto intanto erano scattati i controlli per verificare che nessuna rottura, fosse in atto, nei tubi che trasportano l’olio combustibile fino ai gruppi di produzione. Subito è emerso dalle verifiche dei tecnici Enel e dalle apparecchiature elettroniche che monitorano la Centrale che non c’erano perdite di olio in atto . In uno dei canali, quello che porta le acque piovane al mare, continuava però ad arrivare la patina composta da idrocarburi. Si tratta di sostanza oleosa- dicono dall’Enel- che molto probabilmente è arrivata nei canali scolo con le acque delle piogge di questi giorni che potrebbero aver lavato esternamente qualche tubo dell’impianto o i piazzali..."

Vedi qui per un'altro articolo sull'accaduto.


Fai click qui per leggere il comunicato stampa del
Sindacato Italiano Balneari, Sib.


Considerazioni in ordine sparso.

Parliamoci chiaramente: una fuoriuscita del genere non può passare inosservata agli operai della centrale. Il mare di questi tempi è pochissimo frequentato, si sa, probabilmente qualcuno sperava in questo; non per intervenire in silenzio: per non intervenire affatto. E che senso ha fare riferimento alle piogge? Perché quella zona era impregnata di certe sostanze? Non viene comunque inquinato, il NOSTRO terreno? E dove finisce il tutto?

Anhinoi, viviamo in un ecosistema, tutto è in relazione sistemica, tutto è collegato. In primis la nostra ignoranza di cittadini, che permette tutto questo.

L'atteggiamento di Enel ci è ben noto: insistere a negare ogni responsabilità per le malefatte compiute ai danni della collettività. Sino a tentare di rovesciare i fatti a forza di bombardamenti mediatici a la Goebbels. Che hanno successo, grazie a cittadinanze passive e media asserviti. Tutto in vista dell'unico fine: il lucro. Lucro ad ogni costo, tantopiù che l'onere è a carico dei cittadini. Altrettanto note sono ormai le dinamiche politico-amministrative che si attivano in casi come questo. Tutto finirà insabbiato, minimizzato, al prezzo -al massimo- di qualche sconcia elemosina.

Il litorale di Montalto Marina aveva guadagnato, anni fa, il riconoscimento di secondo migliore del lazio, dopo Ponza, nella classsifica stilata annualmente da Goletta Verde. In realtà chi, come il sottoscritto, frequenta spesso Montalto e conosce bene il suo mare, sa che episodi simili di inquinamento non sono nuovi. Attribuibili a chi, ora non so dirlo.

Una fitta al cuore prende chiunque osservi -dall'interno, dal mare, o dalla costa- il litorale da Civitaveccha in su: torreggiano i segni di una società decadente, le due ciminiere condannano l'orizzonte, invano lo sguardo tenta di cancellare dal bel paesaggio le sinistre sagome delle centrali. Quando la foschia mitiga la violenza di quelle forme, su mare e terra è la cappa ocra a ricordarci della loro esistenza; da queste parti i tramonti assumono spesso un colore insolito. A Montalto Marina, dalla foce del fiume Fiora, lo sguardo che a nord si colma del verde aspro della macchia mediterranea maremmana, inevitabilmente si infrange contro la velenosa mole dell'Alessandro Volta e il cupo esoscheletro della vecchia centrale nucleare**, rigato da un'interminabile emorragia rugginosa.


La carcassa della centrale nucleare di Montalto di Castro

--
Evidentemente lontano è, ancora, il tempo possibile in cui le masse cesseranno d'esser tali e sceglieranno di non fuggire la responsabilità dei destini.


**Nota a margine
costruita sopra un banco di sabbia, nel dicembre dell'87, prima ancora di entrare in funzione, aveva subito allagamenti. Ora giace abbandonata, a dare schifosa mostra di sé, a perpetua memoria della pochezza dei nostri amministratori politici, oggi come ieri impegnati solo a spartire i foraggiamenti di Enel.
Il comune di Montalto di Castro riceve annualmente da Enel 8 milioni di euro solo per l'ICI. Poco dopo la recente ristrutturazione del palazzo comunale, è comparso un nuovo ufficio al suo interno; non appena varcata la soglia del portone d'ingresso, troviamo infatti un bel CENTRO D'ASCOLTO ENEL.
Davvero emblematico.

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Why Not?

Alcuni links per apprendere gli sviluppi di "Why Not?".



A S T E N S I O N I S M O




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2 novembre 2007

Convegno sull'energia rinnovabile - Ladispoli

"LADISPOLI - I Verdi per la Pace di Ladispoli organizzano, con il Patrocinio del Comune di Ladispoli ed in collaborazione con il Gruppo Consigliare dei Verdi della Provincia di Roma, un Convegno per la diffusione dell’energia solare a Ladispoli. L'iniziativa si svolgerà sabato 3 novembre alle ore 10:00 presso l'aula consiliare di Piazza Falcone.
Di fronte al continuo attacco alle risorse naturali del pianeta, quella del solare è secondo i Verdi la risposta più pulita per ottenere energia elettrica senza compromettere gli ambienti e gli equilibri naturali.
“E’ un momento, questo del convegno, di crescita culturale per il nostro territorio - afferma Alessandro Putero, portavoce dei Verdi di Ladispoli e Delegato del Sindaco per le Energie Alternative - in linea con le esigenze dello sviluppo sostenibile di Ladispoli e dell’applicazione del processo di Agenda 21”.
Durante il convegno saranno trattati i temi delle agevolazioni fiscali e del conto energia, varato dal governo, per facilitare la diffuzione del solare presso le abitazioni private. La diffusione dell’energia solare come fonte alternativa e pulita di energia è un tema particolarmente sentito a Ladispoli, vista la problematica della centrale a carbone di Civitavecchia ed il danno alla salute dei cittadini ed all’ambiente che porterebbe, continuando a produrre energia elettrica sfruttando il carbone ed altri sistemi tradizionali."

Fonte: centumcellae.it

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P u r a f o l l i a

Fonte:cooperazione.agi.it

(AGI) - Palermo, 2 nov. - Senza un intervento adeguato volto a ridurre le emissioni di anidride carbonica, "entro il 2050 le emissioni mondiali di CO2 potrebbero superare del 55% quelle del 2003, a seguito del crescente consumo di carbone per produrre elettricita'". Lo ha detto l'ambasciatore britannico in Italia, Edward Chaplin, che ha aperto alla Fondazione Ettore Majorana di Erice (Trapani) i lavori del workshop internazionale sulla cattura e lo stoccaggio di CO2, promosso dalla Scuola internazionale di geofisica in collaborazione con l'ambasciata britannica, l'Ingv, l'Enea e patrocinato dal ministero dello Sviluppo Economico.

"A livello mondiale -ha aggiunto Chaplin- il 41% delle emissioni di CO2 e' legato alla produzione di energia elettrica. Senza ulteriori interventi, la temperatura della Terra potrebbe aumentare notevolmente, con impatti di carattere ambientale, sociale ed economico seriamente nocivi. Tutti i Paesi devono affrontare questa sfida, occorrono misure innovative da sviluppare ed attuare e bisogna essere in grado di riconoscere le opportune tecnologie. La cattura e lo stoccaggio del carbonio rappresentano una di queste tecnologie, e si valuta che possono ridurre del 90% le emissioni di CO2 prodotte dalle centrali elettriche nel mondo".

L'ambasciatore ha sottolineato che "e' difficile parlare di cambiamenti climatici o di domanda energetica senza menzionare la Cina, che lo scorso anno ha estratto 2,4 miliardi di tonnellate di carbone, con un aumento di oltre l'8% rispetto all'anno precedente". Ci sono poi gli Usa che, nel prossimo decennio, contano di realizzare 150 nuove centrali a carbone.

Davanti a una platea di un centinaio di scienziati, tra i quali il presidente dell'Ingv, Enzo Boschi, il diplomatico ha informato che entro la fine dell'anno in Inghilterra prendera' il via un progetto pilota per la realizzazione di un impianto che sfrutta la tecnologia della post combustione, capace di catturare le emissioni di CO2. Per Matthew Webb, funzionario del ministero dell'Ambiente britannico, il progetto rappresentera' "la dimostrazione della fattibilita' dell'innovazione tecnologica su larga scala". Ma i costi sono elevati: per catturare le emissioni di CO2 e' necessario sacrificare dal 25 al 40% dell'energia totale prodotta e si ipotizzano pertanto sostegni alle aziende."Gran Bretagna ed Italia si sono impegnate attivamente su questo fronte, sia in sede di Commissione europea che di G8", ha concluso l'ambasciatore. (AGI)

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